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Resoconto Stenografico
XIX LEGISLATURA
Resoconto Sommario dell'Assemblea
Seduta n.503 di mercoledì 2 luglio 2025
INDICE
(nominativi degli intervenuti in ordine alfabetico)
- Missioni. PRESIDENTE (MULE' Giorgio)
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 113, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta in corso (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
- Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35). (ore 9,35) (ore 9,35) PRESIDENTE (MULE' Giorgio)
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,45. La seduta è sospesa. - Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1479 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 maggio 2025, n. 65, recante ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali verificatisi nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e gli effetti del fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei, nonché disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile (Approvato dal Senato) (A.C. 2482). PRESIDENTE (MULE' Giorgio)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2482: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 maggio 2025, n. 65, recante ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali verificatisi nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e gli effetti del fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei, nonché disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione generale e la rappresentante del Governo è intervenuta in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.(Esame dell'articolo unico - A.C. 2482)
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)STEFANO MARIA BENVENUTI GOSTOLIPRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso delle proposte emendative, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)STEFANO MARIA BENVENUTI GOSTOLI, Relatore. Grazie mille, Presidente. Comunico, su tutte le proposte emendative, il parere contrario.
MATILDE SIRACUSANOPRESIDENTE. Il Governo?
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Conforme al relatore.
AUGUSTO CURTIPRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 1.1 Simiani e 1.2 Del Barba. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.1 Simiani e 1.2 Del Barba, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Passiamo all'emendamento 1.5 Ascari. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'emendamento 1.11. L'Abbate. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11. L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Passiamo all'emendamento 2.1 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Passiamo all'emendamento 2.2 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Passiamo all'emendamento 2.3 L'Abbate. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo all'emendamento 2.4 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Passiamo all'emendamento 2.5 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Passiamo all'emendamento 2.6 Ascari. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Passiamo all'emendamento 3.1 L'Abbate. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Passiamo agli identici emendamenti 3.2 Bonelli e 3.3 Simiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Curti. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento e per fare un breve intervento, perché condivido molto questo emendamento in quanto, di fatto, interviene su un tema molto importante in termini di emergenza e di post-ricostruzione; perché interviene su un tema che spesso viene lasciato indietro, ma poi vediamo che per chi deve gestire quell'emergenza, in realtà, diventa un problema poi andando avanti con la gestione, che riguarda sia la trasparenza, sia l'efficacia del monitoraggio degli interventi.
Noi con questo emendamento chiediamo di mettere a disposizione, e quindi di poter far utilizzare alla cabina di coordinamento, ovviamente, che è gestita dal commissario straordinario, la banca dati nazionale dell'Anac al punto proprio di poter verificare e monitorare l'avanzamento dei lavori. Si tratta di uno strumento che oltretutto è già attivo e che viene già utilizzato per altri processi nei lavori pubblici. Noi riteniamo che tutto questo sia molto importante, in quanto permette di poter velocizzare i controlli, di prevenire le irregolarità, ma soprattutto di garantire anche la trasparenza e l'uso delle risorse pubbliche. Per questo chiediamo la possibilità a quest'Aula di dare un voto favorevole su questo emendamento.OUIDAD BAKKALIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.2 Bonelli e 3.3 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Passiamo all'emendamento 4.1 Ascari. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo agli identici emendamenti 5.1 Morfino e 5.2 Simiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bakkali. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Parliamo di ricostruzione privata, siamo nell'ambito specifico degli eventi e dei fenomeni franosi. Parliamo, quindi, di Appennino, di colline, parliamo di quei territori dove gli amministratori locali lottano quotidianamente non solo contro la natura, ma anche contro lo spopolamento, resistono per avere sui territori i servizi pubblici essenziali per i propri cittadini e per trattenerli in quei luoghi.
In questo emendamento chiediamo un'attenzione specifica, chiediamo la possibilità per il commissario straordinario di riconoscere contributi rispetto a questo tema (appunto le frane, le colline), risorse che servono alla valutazione del rischio, alla stabilizzazione del terreno, alle acque e alla gestione delle acque superficiali, perché, come abbiamo sicuramente appreso in quelli che sono stati gli eventi alluvionali del 2023, quello che succede in collina arriva a valle e, quando a valle abbiamo una pianura alluvionale come la nostra, non prendersi cura della collina, non avere una strategia su questo pezzo di territorio vuol dire, poi, subire conseguenze gravi a valle.AGOSTINO SANTILLOPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.1 Morfino e 5.2 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Passiamo agli identici emendamenti 5.3 Simiani e 5.4 Santillo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare in dichiarazione di voto, brevemente, questo emendamento, secondo noi molto importante, perché consente di dare un messaggio chiaro, un messaggio chiave in termini di rigenerazione urbana. Infatti, molto spesso si verificano le catastrofi - in questo caso stiamo parlando degli articoli dedicati alle alluvioni -, e la casa, per esempio, viene distrutta e si può ricostruire, a meno che non ci siano degli enormi costi per l'abbattimento e la ricostruzione o è talmente danneggiata che non conviene ripararla.
Allora, cosa chiediamo? Che i contributi, quindi le spese di funzionamento per recuperare le unità abitative, possano essere riconosciuti anche nell'ambito dello stesso comune o nei comuni limitrofi, ma in aree già urbanizzate, quindi in aree di sedime già occupate, per evitare che quelle stesse persone che hanno avuto la casa irrimediabilmente distrutta debbano poi andare ad occupare territori vergini, di campagna, per poter realizzare delle nuove costruzioni.
Quindi io chiedo al Governo se può accantonare questo emendamento, perché lo riteniamo - ripeto - molto importante per dare anche un messaggio di ecosostenibilità, anche nel tema della ricostruzione post-eventi alluvionali, ma, in generale, post-catastrofi. Mi rimetto, pertanto, nuovamente alla decisione, perché crediamo che sia un emendamento di fondamentale buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).STEFANO MARIA BENVENUTI GOSTOLIPRESIDENTE. Chiedo al relatore se intenda accogliere la richiesta di accantonamento: se me lo dice per il verbale, per favore.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)STEFANO MARIA BENVENUTI GOSTOLI, Relatore. No.
PATTY L'ABBATEPRESIDENTE. Onorevole Santillo, insiste per la votazione?
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.3 Siamiani e 5.4 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo… senza registrazione di nomi. Scusate, revochiamo questa votazione. Dobbiamo votare la richiesta di accantonamento senza registrazione di nomi, quindi con votazione palese.
Passiamo, dunque, ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento, su cui il relatore ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 34 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.3 Siamiani e 5.4 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Passiamo all'emendamento 5.5 Ascari. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.5 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo all'emendamento 5.6 Caramiello. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.6 Caramiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Passiamo all'emendamento 5.7 L'Abbate.
Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei illustrare…
PATTY L'ABBATEPRESIDENTE. Ha un problema ortopedico?
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)PATTY L'ABBATE (M5S). Perché?
PATTY L'ABBATEPRESIDENTE. Perché sta seduta.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)PATTY L'ABBATE (M5S). Ah sì…
PATTY L'ABBATEPRESIDENTE. Prego.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)PATTY L'ABBATE (M5S). Un attimo solo… abbiamo risolto il problema, Presidente.
PATTY L'ABBATEPRESIDENTE. …alta più che creatura. Prego.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)PATTY L'ABBATE (M5S). Con questo emendamento, noi proponiamo di ampliare quella che è la platea dei beneficiari del contributo per la delocalizzazione, perché vorremmo includere i proprietari degli immobili che, pur non essendo stati danneggiati da un singolo evento catastrofico, hanno subito, però, dei danni ripetuti nel tempo, a causa di quei fenomeni ricorrenti, come alluvioni, frane o anche instabilità idrogeologica. Quindi, riteniamo che questo emendamento sia una misura di buonsenso, perché, in molti territori fragili, le famiglie convivono da anni con il rischio e, spesso, con i danni, senza poter accedere a soluzioni che siano strutturali, ed è a loro che noi vogliamo offrire questa opportunità concreta.
Inoltre, si introduce quella possibilità di delocalizzare in comuni limitrofi, quando, a volte, per esempio, in alcuni comuni di origine, non sono disponibili soluzioni abitative idonee. È una scelta di realismo per evitare che situazioni di emergenza si traducano in un'ulteriore marginalizzazione per quelle famiglie che sono state colpite.
Quindi, l'obiettivo è semplice e chiaro: offrire risposte più tempestive e attuabili, tenendo conto della realtà concreta dei territori. Il Governo ha qui l'opportunità di accogliere un emendamento che non crea degli squilibri, ma che aiuta a ricostruire in modo più giusto ed efficace.PATTY L'ABBATEPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.7 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Colleghi, siamo a pagina 8 del fascicolo. Passiamo agli identici emendamenti 5.8 Simiani, 5.9 Bonelli e 5.10 Ilaria Fontana. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.8 Simiani, 5.9 Bonelli e 5.10 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Passiamo all'emendamento 5.11 L'Abbate.
Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Con questa proposta emendativa si intende garantire maggiore equità e coerenza nella distribuzione dei contributi per la ricostruzione privata, includendo anche i proprietari di terreni danneggiati da frane direttamente connesse agli eventi alluvionali. È una misura di giustizia, colleghi, perché chi ha subito danni evidenti, anche se non su edifici, deve poter accedere al sostegno pubblico. E spesso i terreni franati sono fondamentali per l'attività agricola, per l'accesso alle abitazioni o per la sicurezza idrogeologica del contesto.
Ritengo, pertanto, opportuno intervenire in tal senso per non lasciare fuori intere categorie di cittadini colpiti, solo perché il danno non riguarda direttamente un fabbricato. Il Governo ha l'occasione di accogliere questo emendamento semplice, ma necessario, che completa la logica del decreto e rafforza la credibilità degli interventi a sostegno dei territori.ILENIA MALAVASIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.11 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Passiamo agli identici emendamenti 5.12 Simiani e 5.13 Bonelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare questo emendamento che crediamo sia un emendamento di buonsenso, che ha l'obiettivo di lavorare insieme e dare la possibilità ai comuni di valutare il mantenimento o il recupero del patrimonio edilizio esistente per finalità di pubblica utilità, anche in alternativa alla demolizione, proprio per valorizzare le risorse edilizie esistenti.
Quindi, tutto ciò per contenere l'utilizzo del suolo, recuperare patrimonio edilizio, contenere l'espansione urbanistica, garantendo ai comuni, in accordo ovviamente con il commissario, un approccio più flessibile, più sostenibile alla gestione post-evento, tenendo conto anche delle peculiarità del territorio, ma anche della necessità di superare alcune rigidità e alcuni vincoli imposti dall'applicazione della definizione dovuta al grave danneggiamento o alla localizzazione esclusiva, all'interno del perimetro urbanizzato.
Noi crediamo che i comuni abbiano una conoscenza del territorio importante, che abbiano la necessità di fare valutazioni puntuali, pertinenti, più flessibili proprio nella gestione migliore del territorio, che garantisca comunque un approccio più sostenibile, più green e che porti ovviamente a contenere l'utilizzo del suolo e a valutare in modo puntuale quali edifici provare a recuperare, indipendentemente dal grave danneggiamento. Perché il valore di una valutazione legata alla pubblica utilità, noi pensiamo che sia un requisito importante nella valutazione stessa.
In questo emendamento chiediamo, inoltre, che i comuni vengano coinvolti nella mappatura degli immobili che sono da delocalizzare proprio perché crediamo sia essenziale…ILENIA MALAVASIPRESIDENTE. Colleghi…
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Presidente, la ringrazio… il ruolo degli enti locali per garantire decisioni fondate e appropriate, dovute ad una conoscenza approfondita che gli enti locali…
ILENIA MALAVASIPRESIDENTE. Scusi, onorevole Malavasi. Onorevole Faraone, ha delle zanzare intorno? Che problema c'è?
Prego, onorevole Malavasi.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Dicevo che l'emendamento aggiunge un'altra richiesta, ossia promuovere, valutare, chiedere il coinvolgimento degli enti locali nella mappatura degli immobili da delocalizzare, ovviamente insieme al commissario, proprio per il ruolo di conoscenza approfondita che hanno gli enti locali stessi. Nessuno come gli enti locali e i sindaci conosce bene il proprio territorio, con una valutazione che può agevolare, garantire decisioni puntuali, quasi personalizzate, dovute proprio alla conoscenza del territorio, ovviamente tenuto conto del quadro aggiornato del dissesto idrogeologico.
Questo perché superare, a volte, alcune rigidità, tenendo conto ovviamente di tutti i vincoli che ci sono, pensiamo possa migliorare la mappatura del nostro territorio, renderla più efficace, proprio per valorizzare il ruolo degli enti locali e trovare tutte le sinergie che possono mettere insieme e valorizzare il ruolo del commissario, ma anche il protagonismo degli enti locali, tenuto conto che le misure di salvaguardia adottate con gli ultimi decreti, a partire dal decreto n. 13 dell'Autorità di Bacino del fiume Po, impediscono oggi la ricostruzione in aree che sono soggette al dissesto solamente fuori dalle zone urbanizzate.
Quindi, è un emendamento di buonsenso che chiede semplicemente di dare voce, ruolo agli enti locali che hanno una conoscenza credo unica dei propri territori per valorizzare, da un lato, una mappatura e coinvolgerli in questa e, dall'altro lato, cercare di valutare in modo puntuale e più pertinente la possibilità di mantenere e recuperare il patrimonio esistente proprio per contenere quello sviluppo del suolo che è sicuramente uno degli obiettivi su cui - sono certa - tutti i colleghi sono attenti, non come in questo momento nell'Aula, ma politicamente attenti…ILENIA MALAVASIPRESIDENTE. Grazie.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ILENIA MALAVASI (PD-IDP). È un emendamento che non ha costi aggiuntivi rispetto ovviamente a un problema di copertura economica. Chiede semplicemente un'attenzione in più per creare tutte le migliori sinergie tra il commissario e gli enti locali, proprio per il ruolo di governo che gli enti locali hanno e anche di responsabilità, come organi elettivi, nella rappresentazione migliore del proprio territorio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
ANDREA ROSSIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.12 Simiani e 5.13 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Passiamo agli identici emendamenti 5.14 Simiani e 5.15 Del Barba. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.14 Simiani e 5.15 Del Barba, con il parere contrario della Commissione e del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Passiamo all'emendamento 5.16 Simiani. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rossi. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANDREA ROSSI (PD-IDP). Sì, grazie, Presidente. Stiamo parlando di un argomento, di un tema, anche con la Sottosegretaria Siracusano, che è stata molto presente in questi mesi, dal 2023 a oggi, sulla questione che riguarda, appunto, i vari decreti, a partire dal n. 61, sulla ricostruzione relativamente all'alluvione che ha toccato anche la regione dell'Emilia-Romagna, che più di altri abbiamo cercato di fare presente al Governo, cioè quello del risarcimento dei beni mobili.
Ci sono due ragioni principalmente sulle quali ritengo dobbiamo provare a dare una risposta - ormai non in questo provvedimento ma se ci sono le condizioni prossimamente - alle famiglie che si sono viste ovviamente colpite dall'alluvione.
Per quanto riguarda le due ragioni, la prima è una questione prettamente naturale: l'alluvione, a differenza di un qualsiasi sisma, di qualsiasi terremoto, colpisce i beni mobili; entra con il fango e con l'acqua all'interno delle nostre abitazioni. L'alluvione produce un danno a quelli che per certi aspetti sono - fatemi usare un richiamo sentimentale - i nostri affetti più cari, perché tocca le nostro foto, tocca tutto quello che c'è all'interno di ogni abitazione, che noi abbiamo curato. È come quando c'è un furto. Quando c'è un furto, si arreca un danno psicologico a una famiglia perché comunque viene toccata nella parte più intima e nella parte più sentimentale, ossia quello che c'è all'interno delle proprie case, nelle proprie mura domestiche. Qui, con l'alluvione abbiamo visto per diverse famiglie rovinare quello che è uno dei beni più preziosi: i propri beni mobili.
Poi c'è un altro elemento che, secondo me, è anche di rispetto nei confronti delle famiglie, le quali, in diverse occasioni, si sono viste, soprattutto da parte della Presidente del Consiglio, richiamare il fatto che comunque sarebbero stati risarciti al 100 per cento i danni di quest'alluvione. Quando si dice risarcimento al 100 per cento il messaggio è molto chiaro. Se noi oggi andiamo a risarcire con solo 6.000 euro quei danni, è chiaro che non andiamo a rispondere a quella che era una sorta di illusione che abbiamo generato nei confronti di quelle famiglie, che si aspettavano non i 2.500 euro per una cucina, non i 700 euro per un vano, non i 6.000 euro per i mobili all'interno della propria abitazione, ma appunto il 100 per cento. Qualsiasi persona sa cosa voglia dire oggi arredare o gestire l'arredamento, l'interno di una qualsiasi abitazione; sa che sicuramente i 6.000 euro non sono sufficienti per dare una risposta rispetto a quel famoso risarcimento al 100 per cento.
Quindi, c'è anche il tema di come riuscire sempre di più a far sì che non ci sia quella distanza crescente tra istituzioni, cittadini e famiglie quando le istituzioni non rispondono ai bisogni e soprattutto, in questo caso, alle promesse che le istituzioni stesse hanno fatto a quelle comunità, in quanto nei primi giorni parlavamo di risarcimento al 100 per cento, mentre oggi ci troviamo con un risarcimento di 6.000 euro; e lei sa benissimo, e anche la Sottosegretaria, che non si tratta sicuramente di arredamenti che consentiranno di coprire il danno che le famiglie stesse hanno ricevuto.
Quindi, sappiamo che non sarà questo il provvedimento, ma chiediamo di tenere acceso un faro per far sì che questa attenzione, rispetto a un impegno che si è preso, sia portata nei prossimi provvedimenti a compimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).ELEONORA EVIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.16 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Passiamo all'emendamento 5.17 Del Barba. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.17 Del Barba, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Passiamo all'emendamento 6.1 Simiani. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ELEONORA EVI (PD-IDP). Noi siamo consapevoli di quanto sia importante agire tempestivamente quando si tratta di ricostruire, soprattutto per dare quelle risposte necessarie a chi è colpito e a quelle comunità colpite in particolar modo dalle alluvioni. Riteniamo che la ricostruzione non possa quindi basarsi solo sulla velocità, ma anche sulla certezza delle regole, sulla semplificazione vera, e non solamente quella formale, e sulla capacità delle istituzioni di accompagnare cittadini e imprese con strumenti chiari ed efficaci. Questo è proprio il senso del nostro emendamento.
Interveniamo su due aspetti specifici nella norma. Il primo riguarda la necessità di rendere più trasparente e tracciabile il percorso autorizzativo. In sostanza, chiediamo di sostituire la richiesta del titolo abitativo con gli estremi della richiesta del titolo abitativo inoltrata all'ufficio competente. Quindi è un passaggio semplice, ma utile a rafforzare il coordinamento tra i diversi livelli amministrativi e a evitare sovrapposizioni o rallentamenti.
Il secondo aspetto riguarda, invece, la documentazione da allegare. La norma, nella sua attuale formulazione, risulta in realtà ambigua, perché fa riferimento in modo generico a ulteriori documenti eventualmente necessari. Ecco, una dicitura che è ambigua e che rischia di lasciare troppo spazio alla discrezionalità, e di conseguenza generare rallentamenti, incertezze e contenziosi. Con il nostro emendamento proponiamo di eliminare questa parte per rendere più chiaro e definito il quadro degli obblighi documentali. Quindi, chiediamo semplicemente di rendere più lineari i procedimenti, più chiari gli obblighi e più efficace l'azione amministrativa.
È una proposta di buonsenso che è costruita ascoltando le esigenze dei territori e degli amministratori locali che ogni giorno si confrontano con la complessità della ricostruzione. Per questo motivo invito l'Aula a votare a favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).LUCIANO D'ALFONSOPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà per un minuto.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per sottolineare che l'intervento della collega Evi, un intervento articolato e documentato, ha anche come titolo quello del fascicolo del fabbricato, sapendo che da quando si è cominciato a parlare di questo ad oggi è intervenuta la tecnologia e l'interoperatività dei dati. Quindi, non sarebbe difficile garantire linearità, conoscibilità, prevedibilità e documentalità. Si tratta soltanto di dare nome e cognome alle cose, come fa questo emendamento.
ELEONORA EVIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Passiamo all'emendamento 6.2 Simiani. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ELEONORA EVI (PD-IDP). Grazie. Intervengo nuovamente anche su questo emendamento, che ritengo propone una precisazione importante relativa alle procedure di semplificazione per la ricostruzione. Noi, come Partito Democratico, crediamo che semplificare non significhi indebolire i controlli, ma renderli più efficaci e aderenti alla realtà. I cittadini che hanno perso tutto, che hanno perso case, aziende e luoghi di lavoro, non possono essere ostacolati da cavilli burocratici o da passaggi interpretativi incerti. L'emergenza richiede risposte tempestive, ma anche strumenti normativi coerenti e ben calibrati, come dicevo prima.
Con questo emendamento intendiamo rafforzare il principio già previsto dal decreto, ovvero l'adozione di procedure particolarmente semplificate per la gestione di tutte le fasi legate alla ricostruzione. In particolare, chiediamo che tra queste fasi venga esplicitamente inclusa anche la fase di verifica e attestazione dello stato legittimo degli immobili danneggiati. Perché è così rilevante questo aspetto? Perché nella pratica è proprio questa verifica a rallentare o addirittura a bloccare gli interventi.
Parliamo di casi in cui piccoli difetti formali o incertezze pregresse sull'assetto edilizio finiscono per rendere complessa l'attivazione degli aiuti. Parliamo di tecnici che si trovano nell'impossibilità di procedere per mancanza di criteri uniformi o di famiglie che attendono mesi semplicemente per capire se la loro casa può accedere a un contributo o meno. L'emendamento non chiede di aggirare, quindi, la normativa urbanistica, ovviamente, né tantomeno di legittimare situazioni irregolari, e ci mancherebbe altro.
Chiede, però, di affrontare con strumenti adeguati una realtà che già oggi gli uffici comunali vivono quotidianamente. Rendere esplicita la semplificazione anche per questa fase significa alleggerire il carico sugli enti locali, evitare disomogeneità tra i territori e consentire una ripartenza più equa e ordinata. Questo per noi è il senso della buona politica, quindi nuovamente invito i colleghi a votare a favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).MATILDE SIRACUSANOPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sì, grazie, Presidente. Intendo intervenire su questo tema perché è una delle questioni affrontate durante i lavori in Commissione e su cui c'è stato un confronto approfondito tra le varie amministrazioni. È un problema che si intende risolvere. Ovviamente, ieri ne parlava anche l'onorevole Gnassi, sono felice e rassicurata dal fatto che anche il Partito Democratico sia eventualmente favorevole a un intervento di questo tipo.
Si sta lavorando, non ho visto tutto il fascicolo degli ordini del giorno e auspico che vi sia un atto di indirizzo che vada in questa direzione, perché nella fase finale dei lavori in Commissione è stata definita una formulazione compatibile con i pareri delle varie amministrazioni, che tende ad agevolare il percorso per arrivare all'obiettivo previsto da questo emendamento. Quindi si sta lavorando per giungere a una soluzione.ANDREA GNASSIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.2 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Passiamo all'emendamento 6.3 Ascari. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.3 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Passiamo agli identici emendamenti 6.6 Simiani e 6.7 Del Barba. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANDREA GNASSI (PD-IDP). Emendamento 6.5?
ANDREA GNASSIPRESIDENTE. L'emendamento 6.5 non adesso, le posso dare per ora gli emendamenti 6.6 e 6.7, poi facciamo dopo l'emendamento 6.5. Va bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.6 Simiani e 6.7 Del Barba, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Passiamo agli identici emendamenti 6.4 Morfino e 6.5 Simiani. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANDREA GNASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Abbiamo anche riconosciuto nella discussione in Commissione, e poi in Aula, che con questo decreto ci sono dei passi in avanti rispetto alla situazione che abbiamo conosciuto, rispetto al famoso - purtroppo famoso - decreto-legge n. 61 del 2023, quello del luglio, che venne approvato a seguito delle alluvioni tragiche del maggio 2023 in Romagna. Passi avanti: c'è una cornice più adeguata a stabilire norme attraverso le quali il commissario, con una relazione non conflittuale, ma dialettica e produttiva con le regioni e con gli enti locali, può prendere provvedimenti adatti alla ricostruzione.
Un passo in avanti piccolo, non sufficiente, che però vogliamo vedere, così come vogliamo vedere i limiti di questo provvedimento. I colleghi lo hanno già sottolineato: le alluvioni colpiscono i beni mobili, i terremoti i beni immobili. Abbiamo una cornice normativa tesa a guardare i danni più relativi a calamità come quelle del terremoto che quelle delle alluvioni. Quando ci sono le alluvioni si allagano le case, si allagano i primi piani, e quindi il tetto massimo di 6.000 euro abbiamo chiesto di cambiarlo, perché nessuno riesce a comprarsi o anche a soddisfare le spese e i danni che ha avuto per una cucina o per un motorino per andare a lavorare.
Così come rimane anche non visto il riconoscimento delle piccole difformità come elemento fondamentale per poter accedere ai contributi - non stiamo parlando di condoni, stiamo parlando di piccole difformità, di accatastamenti -, il tema del riconoscimento dei beni mobili, come dicevo prima, e anche le opere strutturali necessarie per mettere in sicurezza i territori.
Si dice: “la pianificazione strategica, la pianificazione territoriale devono farla gli enti locali e le regioni”.
Certo che sì, ma in contesti morfologicamente definiti, come quello ad esempio dell'area romagnola, la bassa Romagna, dove i crinali degli Appennini arrivano in pianura e dove il territorio è sotto il livello del mare, lì, in una cornice normativa adeguata, occorrono leggi speciali, occorrono procedure attraverso le quali un commissario lavori in sinergia e non è posto dal Governo in contrapposizione alle regioni. Insomma, se vogliamo prendere e fare tesoro dell'esperienza che abbiamo avuto in questi anni: due anni sono passati per arrivare a un provvedimento che ha dei punti, se non altro, utili. Troppo tempo. Qui c'è la distanza tra i problemi dei cittadini e chi legifera, il Parlamento e il Governo. Due anni sono troppi.
Se però vogliamo far fare un ulteriore passo in avanti agli atti che produciamo, noi proponiamo un emendamento di buonsenso. Le procedure hanno una logica, hanno una dinamica. Lasciamo perdere le polemiche pretestuose che ci sono state: l'alluvione fu usata come clava politica nella mia regione per accusare gli enti locali.
Siamo passati dalla comprensione della necessità di utilizzare l'architettura istituzionale del Paese, le regioni, gli enti locali e la provincia e metterle in sinergia con il commissario; noi proponemmo e continuiamo a proporre che in caso di calamità naturali sia il presidente di regione ad essere investito di responsabilità e poteri speciali, qualunque esso sia. Finché ci sono le regioni, noi dobbiamo utilizzare i nostri sistemi istituzionali.
Se vogliamo far fare un ulteriore passo in avanti - la Sottosegretaria Siracusano ha mostrato disponibilità, gliene diamo atto - proponiamo un emendamento che consente agli enti locali di prorogare i contratti del personale, perché le procedure bisogna metterle a terra, ai cittadini bisogna rispondere. Non possiamo essere soddisfatti del fatto che facciamo piccoli utili passi in avanti, dopo due anni. Se non c'è il personale negli enti locali, si fa fatica poi mettere a terra le procedure per soddisfare quei bisogni.
Quindi chiediamo, con questo emendamento, che si consenta agli enti locali di prorogare i contratti del personale già assunto a tempo determinato nell'ambito del contingente assegnato fino al 31 dicembre 2027, e di procedere all'assunzione a tempo determinato delle unità residue per un massimo di 24 mesi. È un emendamento puntuale che, tra l'altro, è sostenuto dall'ANCI e dai comuni, e chiediamo al Governo di farsene carico.DANIELA MORFINOPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morfino. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)DANIELA MORFINO (M5S). Grazie, Presidente. Mi associo a quanto detto dal collega del PD, vorrei soltanto aggiungere, Sottosegretaria, che la copertura finanziaria è da considerarsi all'interno delle risorse già assegnate al commissario, quindi senza oneri a carico della finanza pubblica. È un emendamento di buonsenso e penso che bisogna accoglierlo o, quantomeno, accantonarlo e riflettere un attimino.
STEFANO MARIA BENVENUTI GOSTOLIPRESIDENTE. L'onorevole Morfino chiede dunque di accantonare l'emendamento. Chiedo il parere del relatore sulla richiesta di accantonamento.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)STEFANO MARIA BENVENUTI GOSTOLI, Relatore. Parere contrario.
ANDREA ROSSIPRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento degli identici emendamenti 6.4 Morfino e 6.5 Simiani.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 36 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.4 Morfino e 6.5 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Passiamo all'emendamento 6.8 Morfino. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.8 Morfino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Passiamo all'emendamento 6.10 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.10 Bonelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Passiamo all'emendamento 6.9 Simiani. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Rossi. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANDREA ROSSI (PD-IDP). Presidente, velocemente, intervengo in coda a quanto detto dal collega Gnassi, anche perché parliamo sempre di come riuscire a mettere a terra, nei diversi comuni, i provvedimenti e, quindi, come riuscire a dare le risposte alle nostre comunità.
Noi con questo emendamento chiediamo la possibilità - visto che non tutti i comuni sono capoluogo di provincia e non tutti hanno capacità assunzionali e professionalità al proprio interno per riuscire a gestire i processi della pubblica amministrazione, che non sono sempre processi semplici - per quei comuni che fanno parte del decreto Alluvione di ampliare del 40 per cento le assunzioni a tempo indeterminato. È una richiesta molto semplice per riuscire a mettere a terra una serie di provvedimenti e di risposte che le nostre comunità richiedono soprattutto agli enti di prossimità, che sono quelli più vicini ai cittadini, cioè i comuni del nostro territorio. Mi sembra qualcosa di abbastanza semplice da comprendere e, soprattutto, sarebbe anche opportuno perché servono un potenziamento e un'immissione di nuova forza di intelligenza all'interno della stessa pubblica amministrazione, della quale noi abbiamo veramente tanto bisogno oggi.AUGUSTO CURTIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.9 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
Passiamo all'emendamento 6.11 dell'onorevole Curti, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per illustrare molto velocemente questo emendamento con cui chiediamo di intervenire su un'altra emergenza, che si è verificata nelle Marche nel 2022, l'alluvione di Ancona, riguardo alla quale il Governo in un primo momento ha stanziato delle risorse, ma non a sufficienza per dare una risposta e riconoscere il contributo al 100 per cento ai cittadini.
C'è però un altro tema, che è quello del personale. Io credo che riguardo alle emergenze ci siano varie fasi: la prima fase è quella dell'assistenza alla popolazione; inizia poi la fase - e noi l'abbiamo fatto qui, in quest'Aula, con il codice della ricostruzione - del legiferare; e poi c'è una fase in cui verranno stanziate le risorse necessarie. Ma se poi le risorse che vengono stanziate non sono affiancate da un numero di personale da mettere a disposizione degli enti locali, quelle risorse rimarranno nella contabilità speciale del commissario per l'emergenza e la ricostruzione.
Quindi, è proprio per questo che chiediamo, ancora una volta, in quest'Aula, che possa essere aumentato il personale a disposizione degli enti locali per consentire di utilizzare le poche risorse messe a disposizione, quantomeno almeno quelle.
Ieri sentivo qui un elogio al governatore della regione Marche, ma forse bisognerebbe andare un po' di più sul territorio, perché basta andare su quei territori per riscontrare con grande facilità e capire che quelle comunità, di fatto, sono ferme al 2022 su quell'emergenza. Infatti, come ho detto, se è vero che sono state stanziate delle risorse, di fatto è tutto fermo, sia per quanto riguarda le opere pubbliche, sia per quanto riguarda il riconoscimento dei contributi ai privati e, soprattutto, sulla ricostruzione.PATTY L'ABBATEPRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.11 Curti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Passiamo all'emendamento 7.1 Ascari. Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Velocemente, per farvi capire il perché abbiamo portato avanti anche questo emendamento. Qui stiamo parlando di ricostruzione di beni pubblici, ma la lista non è completa. Voglio ricordarvi che, per esempio, in lista non ci sono le infrastrutture ferroviarie, che sono una delle prime cose importanti nel momento in cui abbiamo un'alluvione, perché devono essere utilizzate dai cittadini e sono necessarie per far riprendere la vita in modo attivo. Inoltre, non parliamo nemmeno di strutture che hanno a che fare con le biblioteche, gli istituti scolastici e gli asili nido. Rendiamoci conto che questi sono una parte importante, sono i servizi primari di una comunità, ma che non abbiamo trovato in questo elenco. Ci sembrava un emendamento di buonsenso e veramente non capiamo come mai anche questo da voi non sia stato accolto.
PATTY L'ABBATEPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Passiamo all'emendamento 7.2 Ilaria Fontana. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.2 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Passiamo all'emendamento 7.3 L'Abbate.
Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Anche in questo caso, sull'articolo 7 noi che cosa facciamo? Parliamo di un acceleramento di quegli interventi urgenti per la ricostruzione pubblica, quindi urgenza. Anche qui ribadiamo l'urgenza delle infrastrutture ferroviarie, anche qui dimenticate, e quindi le riproponiamo. Ma, oltre a queste, è ovvio che dobbiamo parlare di quelle opere di difesa quali la sistemazione e la regolazione dei corsi d'acqua, dei rami terminali dei fiumi e della loro foce nel mare, nonché delle zone umide adiacenti.
E chiediamo anche di porre attenzione: invece di andare a mettere denaro per sostituire un danno ormai accaduto sui territori, vogliamo andare a fare un po' di prevenzione? Prevenzione con delle soluzioni nature-based, quindi basate sulla natura. Semplicemente, una mitigazione del rischio idraulico e delle alluvioni, per esempio prevedendo: la riconnessione dei fiumi con le piane alluvionali; un bypass per le piene con l'allargamento e la creazione di nuove fasce tampone; il ripristino, la conservazione e la creazione di nuove aree umide; la riforestazione, importantissima; la conservazione delle foreste esistenti; la pavimentazione permeabile.
Poi c'è la difesa anche con i costoni rocciosi delle aree instabili, nonché la difesa degli abitati e delle infrastrutture contro i movimenti franosi, le valanghe e gli altri fenomeni di dissesto. Signori, qui parliamo anche della costa, perché molte delle regioni hanno una costa con delle problematiche critiche, e noi sappiamo che in queste regioni gli abitanti sono molto più riversati lungo le coste. Quindi parliamo di essere attenti alla protezione delle coste dall'erosione delle acque marine e al rifacimento degli arenili, anche mediante opere di ricostruzione dei cordoni dunali e della linea di costa.
Signori, è inutile che vi faccia l'elenco, perché starei qui a parlarvi ancora per molto tempo di tutto quello che abbiamo inserito, che, a nostro avviso, è urgente. Stiamo parlando di opere - la “parolina” stessa lo dice - di mitigazione e adattamento a questo cambiamento climatico, che, ahimè, esiste e che sta portando una serie di problematiche che continuiamo a vedere ogni giorno. Ieri ce n'è stata un'altra e non siamo mica contenti di questo. Ci piacerebbe non dire queste cose in Aula, ma purtroppo è qualcosa contro cui stiamo combattendo.
E stiamo combattendo anche all'interno di quest'Aula, con gli emendamenti che abbiamo portato finora, noi dell'opposizione, e che chiaramente non sono stati accettati. Questo ci sembra veramente molto strano. Non stiamo chiedendo nulla, salvo semplicemente mettere il territorio in sicurezza. Sono emendamenti per mettere in sicurezza i cittadini, le loro attività e anche le attività economiche, signori. Quindi, continuiamo a chiedere come mai queste cose, da questo Governo, non vengono accettate.ANTONINO IARIAPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà, per un minuto.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Strano che non approviate questo emendamento, anche perché i commissari che lavorano nei territori a rischio idrogeologico già usano questi sistemi, li appaltano e li promuovono, anche perché sono sistemi, specialmente quelli di ingegneria naturalistica, che possono funzionare molto bene e dare una risposta dal punto di vista ambientale, ma anche territoriale. Però vorrei stigmatizzare l'atteggiamento del Governo e, in particolare, del Ministro Musumeci, perché, quando si verificano delle problematiche di dissesto idrogeologico, la sua prima voce è quella di dare la colpa ai sindaci, come nel caso di Bardonecchia, non conoscendo nemmeno la situazione del territorio.
Quindi, da una parte i vostri commissari nominati fanno un lavoro che va nell'ottica di questo emendamento, dall'altra parte il Ministro Musumeci non fa altro che provocare, invece di aiutare i comuni che hanno i maggiori danni sul dissesto idrogeologico, e, tra l'altro, continua anche un po' con la retorica di dare sempre la colpa a qualcun altro e di negare che i cambiamenti climatici siano la causa delle grandi problematiche che i nostri territori hanno da questo punto di vista (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).SARA FERRARIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.3 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Passiamo agli identici emendamenti 7.10 Simiani e 7.11 Bonelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento propone che il commissario straordinario includa, nel piano speciale di ricostruzione, anche gli interventi che, pur non strettamente legati alla ricostruzione di quanto preesistente, possano però garantire sviluppo sul lungo periodo e assicurare l'attrattività dei territori colpiti dalla calamità, prevedendo, a tal fine, anche la realizzazione di centri di aggregazione sociale. Sì, perché, cari colleghi, se vogliamo evitare che luoghi già provati da un evento calamitoso diventino poi luoghi fantasma, e invece… Presidente, non mi sento.
SARA FERRARIPRESIDENTE. Scusi, onorevole Ferrari, ha ragione. Colleghi, c'è un invito al silenzio, un invito anche al rispetto dell'Aula e di chi sta intervenendo. Aspetti un attimo, onorevole Ferrari, restituiamo il silenzio all'Aula e poi andiamo avanti. Grazie. Prego, onorevole.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)SARA FERRARI (PD-IDP). Se vogliamo evitare che luoghi già provati da un evento calamitoso rischino di diventare luoghi fantasma, ma vogliamo, invece, che le persone possano tornare nel territorio che gli è caro, ma abbiano anche desiderio di tornarci, e noi vogliamo supportare questa scelta, allora servono anche strumenti di accompagnamento di questi progetti di vita, per favorire un benessere psicologico attraverso l'aggregazione sociale, con azioni che possono essere a carico pubblico, ma anche, ad esempio, azioni di auto-mutuo-aiuto, che con il conforto e il confronto reciproco consentano alle persone di superare il trauma.
Se poi immaginiamo che questi eventi calamitosi possano, e così è, avvenire anche in aree interne o montane, allora vi chiedo coerenza con il ragionamento che abbiamo fatto insieme sul disegno di legge Montagna, che andremo a votare dopo questo provvedimento, nelle azioni di contrasto allo spopolamento. Perché allora questo deve valere anche per i territori fragili che hanno subito alluvioni, eventi franosi, e rischiano di non essere ripopolati, se non ci sono non solo aiuti per la ricostruzione materiale, ma anche il supporto sociale che una comunità di persone sia messa nelle condizioni di ricostruire.
Ricostruire un tessuto di relazioni necessario a dare senso a un nuovo progetto di vita. Peccato, allora, che non vogliate condividere questo significativo supporto per lo sviluppo di lungo periodo di questi territori e per l'attrattività degli stessi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).MATILDE SIRACUSANOPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Vorrei fare una precisazione su questo emendamento, perché, di mia iniziativa, al Senato, ho accolto una raccomandazione che andava nella stessa direzione. Nel merito, sarebbe molto bello arrivare anche a questi obiettivi, però sappiamo bene che la figura commissariale è transitoria e ha lo scopo di favorire gli interventi di ricostruzione più urgenti. Questo, chiaramente, è un tema che si lega anche alle risorse.
Sarebbe auspicabile riuscire a fare anche questo, però bisogna anche essere realistici. Il commissario ha una durata specifica, circoscritta, e ha risorse che, a mio avviso, credo ad avviso di tutti, sono importanti, risorse, immesse dal Governo, importanti per l'attività di ricostruzione.
Questi interventi di ricostruzione - e qui rispondo anche all'onorevole Iaria - sono segnalati da parte dei sub-commissari regionali, perché, onestamente, leggendo questo testo, si comprende bene che non vi è uno scontro con gli enti locali, né con le regioni; pezzi di questo decreto sono stati scritti in sinergia con le regioni e con gli enti locali. E mi permetta - vado un po' indietro -, rispetto alle risorse, avrei voluto rispondere prima all'onorevole Curti, all'onorevole L'Abbate e all'onorevole Morfino, per quanto riguarda il personale, è vero che per le unità di personale già previste e quell'invarianza finanziaria è perché sono risorse già previste nella contabilità del commissario e immagino che saranno assunte a prescindere dall'emendamento. Per quanto riguarda, invece, il resto della proroga del personale, purtroppo il costo quantificato era notevole, quindi in questo veicolo non è stato possibile farlo. Tale sforzo, invece, è stato fatto per il bradisismo e si è riusciti a raggiungere l'obiettivo, perché erano risorse inferiori e in questo caso siamo riusciti a trovarle. Quindi, in questo veicolo, non è stato possibile giungere a quell'obiettivo. Diverso è quello che diceva l'onorevole Morfino sulle unità di personale non ancora assunte, che immagino verranno assunte, a prescindere da un emendamento, perché sono già previste nella contabilità speciale.PATTY L'ABBATEPRESIDENTE. L'interlocuzione è sempre ben accetta e apprezzata. Allora, colleghi, se non ci sono altre richieste di intervento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.10 Simiani e 7.11 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Passiamo agli identici emendamenti 7.4 Simiani e 7.5 Bonelli.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.4 Simiani e 7.5 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Passiamo agli identici emendamenti 7.6 Simiani e 7.7 Bonelli.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.6 Simiani e 7.7 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Passiamo all'emendamento 7.8 L'Abbate.
Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. In questo emendamento, inseriamo un nuovo indicatore. Non mi aspettavo che fosse accolto; mi rendo conto che sono cose non innovative per il mondo scientifico, per le università, per i nostri ragazzi che fanno ricerca, studiano e che la applicano, però so che c'è questo lasso di tempo, veramente molto elevato, finché queste cose arrivano a rientrare in un discorso un po' più per i policy maker: la carbon footprint applicata alla ricostruzione. Purtroppo, è una cosa piuttosto seria perché, come noi cerchiamo di essere sostenibili, parliamo di economia circolare, parliamo, quindi, di decarbonizzare, anche in questo caso effettuare una ricostruzione, valutando fra gli indicatori, un indicatore che mi dice in che modo posso andare a ricostruire in modo tale che ci sia meno consumo di suolo, ci sia meno CO2 (quindi, gas climalterante che vada in atmosfera), valutando l'intero ciclo di vita di tutto quello che è, quindi, il lavoro che viene fatto nella ricostruzione che sia di una casa, una nuova opera, una qualsiasi cosa che venga fatta. È un metodo. È semplicemente un metodo, di quelli che dovremmo utilizzare, se non sono slogan, quelle cose che diciamo, quando parliamo di decarbonizzazione. Ma - ahimè - lo capisco, non è facile approcciarsi a metodi innovativi, non è facile far capire a chi deve ricostruire in che modo cambiare, ma vi dico un'altra cosa: magari non siamo molto propensi a fare questi cambiamenti a livello politico, di azioni politiche, però a volte creiamo seri vuoti normativi quando, invece, ci sono imprese che, pur di innovarsi - perché sanno che, se non si innovano, non stanno sul mercato -, cercano di effettuare cambiamenti. Io sono convinta che, alcune delle imprese, saprebbero anche applicare la carbon footprint e, magari, in una gara d'appalto, mi direbbero: “ok, lo faccio in questo modo rispetto alle altre e ti faccio vedere che sto costruendo veramente con un sistema innovativo”; loro lo fanno, ma noi non siamo capaci di dirgli “sì, lo puoi fare”, perché non stiamo normando; queste cose non le vediamo.
Quindi in territori fragili applicare indicatori che non siano semplicemente economici, ma siano anche ambientali e - lo ripeto - questo è ambientale, ma si collega anche ad indicatori sociali, non sarebbe male - lo ripeto, signori - non sarebbe male.AGOSTINO SANTILLOPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.8 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Passiamo agli identici emendamenti 8.1 Simiani e 8.2 Santillo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente, brevemente per far capire che questo emendamento serve a dare uno strumento agli enti attuatori degli interventi per la lotta al dissesto idrogeologico in generale. In questo caso, parliamo di alluvioni, quindi può essere il commissario che è deputato alla ricostruzione o ancora il comune o il consorzio o l'autorità di bacino, coloro che sono interessati a usare i contributi versati dallo Stato anche in deroga ai vincoli assunzionali vigenti per potersi dotare di una pianta organica più ampia dal punto di vista professionale con contratti di lavoro a tempo determinato, così che poi, passata l'emergenza, queste persone possano togliersi dal carico economico dello stesso ente.
Non si comprende il motivo per cui questo emendamento venga bocciato. Io inviterei il Governo a rivedere questo parere, perché questo è il momento di dire che si è vicino per esempio ai comuni, quando vivono situazioni di criticità, per potergli dare veramente una mano con le risorse umane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).GIORGIO FEDEPRESIDENTE. Il Governo non intende intervenire, dunque passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.1 Simiani e 8.2 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Passiamo all'emendamento 9.1 Del Barba. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 Del Barba, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
Passiamo all'emendamento 9.2 L'Abbate.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fede. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere di aggiungere la firma e per parlare sul contenuto del provvedimento. Presidente, a molti di noi risulta un pochettino anomalo il modo di agire in questa disposizione, perché parlare di disposizioni urgenti per eventi catastrofali nel 2025, per eventi che sono successi tre anni fa, insomma, suona un po' male.
E devo dire che probabilmente il Governo sta uscendo spesso in questo momento - e questo ci dispiace - trascurando le emergenze e le complessità dei territori. Parlo del mio territorio, delle Marche. Dopo aver rinunciato a sostenere la ricostruzione post sisma col super sisma bonus, ci si ricorda di questo, guarda caso, in un periodo che ovviamente è preelettorale, come ovviamente è preelettorale il periodo che andiamo ad affrontare per la Toscana e per le Marche con questi provvedimenti. Però quello che dispiace è che oggi si va a garantire una serie di urgenze e di necessità che ci vengono raccontate, come quelle della sicurezza e della guerra. Allora faccio un'osservazione: questo disegno di legge poteva avere di diritto la firma anche di Crosetto e Piantedosi, visto che quella dell'emergenza climatica è una guerra che nessuno ha visionato e quelle che cadono sulla testa dei nostri concittadini sono bombe d'acqua. Quindi pensatele come bombe, ma magari pensate anche che forse la sicurezza delle persone è importante.
Ed è per questo che, in questo emendamento, parliamo di sicurezza, ma anche di prevenzione, pensando a irreggimentare le acque per contrastare la siccità perché gli estremi di questa guerra - che sono i cambiamenti climatici - sono l'alternanza di bombe d'acqua e periodi di siccità.
Quindi questo emendamento era sicuramente molto importante per un territorio che ha avuto grossi problemi, che ha avuto alluvioni ricorrenti, oltre alla ordinaria ricorrenza di eventi catastrofali, e quello che è avvenuto per l'alluvione nelle Marche nel 2022 - ma come già era avvenuta nel 2014, come è avvenuta nel 2024, ma anche per il terremoto di Ancona nel 2022 - ha visto da parte della regione di questo Governo la totale indifferenza. Quindi, da quando c'è al Governo questo tipo di squadra, la sensibilità è rivolta altrove, non ai problemi dei cittadini marchigiani e italiani.
Quindi noi chiediamo che si prenda un provvedimento di responsabilità, perché poi spesso la soluzione a questo tipo di problematiche è quella di dire “arrangiatevi”; quindi noi finanziamo la guerra degli altri e agli italiani diciamo “fatevi le polizze catastrofali per tutelarvi”.
Questo è chiaramente inaccettabile, quindi torniamo con il buonsenso a ribadire che deve essere prevista un'azione anche di prevenzione, garantendo dei bacini di raccolta delle acque, che servono sia a scaricare, come le casse di colmata, tutte le acque che arrivano improvvisamente e fanno le azioni devastanti che noi vediamo, ma anche a garantire quelle riserve idriche che sarebbero utili per sostenere la nostra agricoltura, messa a dura prova.
Perché poi a seguito di questi eventi, oltre al dissesto del territorio - e poi, avendo tolto il 70 per cento delle risorse per le manutenzioni, voglio vedere come si faranno a rimuovere in futuro gli esiti delle frane, degli smottamenti e degli allagamenti -, ma oltretutto l'agricoltura paga sulla propria pelle il peso e i costi dei mancati raccolti. Speriamo, quindi, di poter avere una maggiore sensibilità, che comunque, purtroppo, con il “no” a tutti gli emendamenti e alle proposte concrete e reali, è stata negata.EMMA PAVANELLIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)EMMA PAVANELLI (M5S). Sì, grazie, Presidente. Vorrei insistere su questo emendamento, anche perché in realtà è un emendamento di buonsenso e lungimirante, non solo per le regioni specifiche di questo provvedimento, ma in realtà perché andrebbe fatto in tutta Italia. Ricordiamoci che la grande crisi dell'acqua è sicuramente uno dei grandi problemi che già oggi stiamo affrontando. Basta vedere i tanti incendi dell'ultimo fine settimana da Nord a Sud Italia, comprese, ovviamente, anche le regioni di questo provvedimento, per capire che non solo ci serve acqua per la nostra agricoltura e per poter avere acqua per i cittadini, ma anche per far fronte all'emergenza dei grandi incendi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PATTY L'ABBATEPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Come hanno già detto i colleghi, questo è un emendamento importante perché noi stiamo parlando di alluvioni, ma, ripeto, le alluvioni sono la stessa faccia della siccità. E quindi sulla siccità noi poniamo l'attenzione, non solo per le problematiche che ci possono essere nel campo dell'agricoltura, che in primis è quella parte che ha necessità di acqua e che chiaramente è collegata al nostro fabbisogno di base, altrimenti senza cibo e derrate alimentari non si va avanti, è difficile veramente proseguire, ma per l'acqua è importante anche valutare il discorso sia dello stoccaggio, ma anche del riutilizzo dell'acqua reflua in agricoltura, cosa che in qualche altra norma avete già detto che va bene…
PATTY L'ABBATEPRESIDENTE. Chiudiamo.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)PATTY L'ABBATE (M5S). …quindi ci avete approvato. È necessario quindi continuare questo lavoro.
ANDREA GNASSIPRESIDENTE. Grazie. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.2 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Passiamo all'emendamento 9.3 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.3 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
Passiamo all'emendamento 9.4 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.4 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).
Passiamo all'emendamento 9.5 Simiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANDREA GNASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Insisto e insistiamo, anche per suo tramite, sul Governo e sulla Sottosegretaria Siracusano, perché, quando parliamo di catastrofi, calamità naturali, in questo caso l'alluvione… le alluvioni, ci sono tanti temi che dobbiamo affrontare: le risorse, l'impianto normativo e la dimensione della governance. La dimensione della governance è un elemento importantissimo per mettere a terra procedure di ristoro, ma anche per codificare procedure di pronto intervento nelle emergenze, persino con leggi speciali, che sono augurabili in alcuni territori che hanno delle fragilità, persino per individuare le coordinate delle leggi speciali.
Diceva prima la Sottosegretaria - e colgo questo spunto per provare a capire se il Governo risponde nel merito alle richieste di comuni e di regioni, che sono un pezzo di Stato, non di comuni e di regioni di centrosinistra, ma di comuni e regioni -, giustamente, che la figura commissariale è una figura transitoria, a durata specifica e circoscritta. Esatto, esattamente questo. Allora, guardi, lo abbiamo detto ieri e io lo voglio ripetere. Repetita iuvant, o repetita forse serve a fermare dei concetti, e uso il mio dialetto, ancora una volta, amarcord: noi ci ricordiamo di quell'esperienza; ci ricordiamo i cittadini nel fango.
Non ci sono bastate le cartoline edulcorate dei romagnoli che cantano Romagna mia e si danno da fare mentre il Paese, la politica, arranca nelle polemiche. Ci ricordiamo anche, a proposito di governance, di un Ministro che sarà chiamato, purtroppo, quando ci sarà un'altra calamità, a rispondere; quel Ministro Musumeci che, mentre c'era la gente sui tetti e le case allagate, faceva conferenze stampa in diretta a Roma, dicendo che la colpa era della regione e dei comuni. Ma non mi interessa la polemica.
Tra l'altro Musumeci, tra tante che ne ha fatte, ne ha anche azzeccata una, forse non proprio rendendosi conto, quando ha detto che sulle alluvioni il tema non era se capiteranno o potessero accadere di nuovo, ma quando. Esattamente questo: quando? Il cambiamento climatico è quello che stiamo vivendo, con i 40 gradi di oggi, con il pianeta che si scioglie. Di fronte alle evidenze sono scomparse le polemiche. Sembrava fosse colpa della Romagna, la Romagna è sotto il livello del mare; le condizioni meteo-climatiche marine facevano sì che l'ingressione marina costruisse un sistema tale per cui l'acqua dei fiumi non affluiva al mare, quantità di pioggia concentrata, la scienza ha evidenziato serie storiche secolari.
Ma questo è quello che è successo: una quantità di pioggia circoscritta che scende dai crinali, trova una terra sotto il mare e il mare che non riceve. Le polemiche sono evaporate perché poi, purtroppo, è arrivato il ciclone Boris in Germania, in Polonia, in Austria, e decine di morti; così come in Spagna il ciclone Dana, 70 morti. Allora, di fronte a qualcosa che potrà capitare, vogliamo prendere spunto da quello che è successo? Ce ne vogliamo ricordare per provare a fare leggi e provvedimenti che aiutano a reggere l'emergenza e poi la pianificazione?
Allora il tema della governance, e finisco. Proprio perché la figura commissariale non può essere una clava imposta - nessuno ce l'ha mai avuta con il generale Figliuolo, è una risorsa dello Stato -, forse è meglio investire sulle responsabilità dei presidenti di regione del Friuli, del Veneto, dell'Emilia-Romagna, che sono chiamati, con l'assunzione di responsabilità, ad assumere anche “poteri speciali”, perché sono lì. Mi consenta, Presidente, trenta secondi. Cito solo un episodio a memoria, per fare meglio domani.
Quando, nelle notti tra il 19, 20 e 21 maggio, l'allora prefetto di Ravenna e l'allora sindaco di Ravenna, oggi presidente della regione, De Pascale, decisero insieme alla Cooperativa braccianti del ravennate di allagare i campi, centinaia e centinaia di ettari, perdendo lavoro, fatica, perdendo risorse, e allagarono, decidendo di rompere gli argini nella notte per salvare Ravenna - finisco -, quella decisione ha richiesto un'assunzione di responsabilità in quella notte.
Allora cosa chiediamo con questo emendamento? Semplicemente di far sì che i presidenti delle regioni Emilia-Romagna, Marche, Toscana, tutte le regioni, in qualità di commissari per il contrasto del dissesto idrogeologico, possano avvalersi dei medesimi soggetti di cui può avvalersi il commissario straordinario alla ricostruzione, sulla base di apposite convenzioni. Quando devi decidere nella notte, devi avere qualcuno che ti dà una mano.
Se non c'è il commissario e se Musumeci fa una conferenza stampa, chi si assume la responsabilità di quelle decisioni? Diamo ai presidenti di regione la possibilità, attraverso convenzioni, di dotarsi di un apparato tecnico e di soggetti di supporto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).STEFANO VACCARIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.5 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.6 Vaccari. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento e anche il prossimo si inseriscono nel solco che il collega Gnassi ha descritto poco fa molto bene, e cioè quello della memoria; memoria rispetto a come sono stati gestiti in passato, in particolar modo in alcune delle regioni che nel 2023 sono state colpite, gli eventi calamitosi e, quindi, tutta la parte sia della governance sia anche del risarcimento alle imprese e ai cittadini. In particolar modo, l'emendamento 9.6 fa riferimento a delle unità produttive fondamentali, cioè quelle agricole, per quanto riguarda il sistema agroalimentare del nostro Paese che, nelle regioni colpite, è un pezzo importante dell'economia regionale complessiva.
Per quanto riguarda l'Emilia-Romagna stiamo parlando della cosiddetta DOP economy, che cuba 3 miliardi 874 milioni nel 2023, 44 tra DOP e IGP, e, in quella regione, l'alluvione del 2023 colpì in particolar modo centinaia e centinaia di ettari, che vedevano queste eccellenze sommerse dall'acqua. Questo emendamento, che chiede fondamentalmente quello che è già stato fatto per il terremoto del 2012 e per altre emergenze che sono seguite negli anni dopo, e cioè l'esenzione totale dai contributi previdenziali per i datori di lavoro agricolo che operano nelle aree colpite dalla calamità, poteva fare il paio con quello che è stato inserito durante la discussione del provvedimento al Senato, cioè l'esenzione IMU per i fabbricati distrutti e allagati. Ma, come per altre proposte che abbiamo fatto sia al Senato che qui, ha prevalso una visione miope rispetto a quello che c'è da fare per dare una mano vera e concreta, rispetto anche ad esperienze già consolidate, alle imprese, in particolar modo quelle del settore agroalimentare. Perché senza le imprese agricole, senza il sostegno alle imprese agricole, non c'è il made in Italy da sostenere in giro per il mondo e non c'è quel sistema di 361 consorzi e organizzazioni di produzione che fanno un turismo legato al sistema delle DOP e IGP, che l'altro giorno è stato presentato al Ministero dell'Agricoltura dalla Fondazione Qualivita e che vede due delle regioni più colpite, cioè la Toscana e l'Emilia-Romagna, ai primi posti di questa economia turistica, collegata all'agroalimentare e alle eccellenze agroalimentari italiane. Ecco dov'è la miopia, quella di andare all'indomani dell'alluvione con gli stivaloni a farsi fotografare o riprendere con un video nei territori colpiti, promettendo il cento per cento dei risarcimenti a tutti i soggetti colpiti, e poi, strada facendo, dimenticarsene o perdere la memoria di quelle promesse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).STEFANO VACCARIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.6 Vaccari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).
Passiamo all'emendamento 9.7 Vaccari. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento propone un contributo, proponeva un contributo nella misura del cento per cento per la delocalizzazione temporanea delle attività agricole e zootecniche che, svolgendo attività in territori alluvionati, avevano la necessità, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, di essere trasferite, anche solo temporaneamente. Non era un'invenzione nostra, era una pratica già usata - come abbiamo ricordato a proposito di memoria - durante la gestione dell'emergenza del terremoto del 2012 e alcuni eventi che sono seguiti fino al 2019, prima della pandemia. Alle imprese che avevano visto distrutti i propri fabbricati, macchinari e così via, è stata data la possibilità di trasferirsi nei territori contigui, attraverso la solidarietà anche delle associazioni di impresa, per potere dare continuità alla produzione, non interrompere il rapporto con i fornitori, non perdere fette di mercato importanti e, quindi, provare a mantenere in piedi le imprese e dare certezza anche a tanti lavoratori e lavoratrici di non perdere il posto di lavoro. Per questo abbiamo rimesso in campo, sia al Senato che qui, questa proposta molto concreta, molto puntuale, ma molto esigibile, come lo è stata nelle precedenti emergenze. Ancora una volta, anche in questo caso, è stato risposto di “no”, perché non c'è la disponibilità a usare le buone pratiche che in questo Paese hanno dato risultati importanti, che lo stesso Presidente della Repubblica, Mattarella, ha sottolineato come esemplari, ma c'è sempre da frapporre la bandierina ideologica e, come ha detto anche il collega Gnassi, mettere davanti la propaganda rispetto alle risposte concrete. È per questa ragione che abbiamo riproposto questa misura, perché la riteniamo e la ritenevamo una misura utile, che ha dato risposte importanti e che poteva anche raccogliere le esperienze già fatte in altre emergenze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
ANTONIO CASOPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.7 Vaccari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).
Passiamo all'emendamento 9.8 Fossi. L'onorevole Quartini ne chiede la sottoscrizione. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.8 Fossi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).
Passiamo all'emendamento 11.1 Caso. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. L'articolo 11 è tra quelli che riguardano i Campi Flegrei. In particolare, si va ad intervenire nella sospensione di adempimenti e versamenti tributari e contributivi, ad esempio i mutui per chi ha dovuto lasciare casa perché allontanato per sicurezza.
Una cosa che, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo chiesto fin dal principio, una cosa assolutamente di buon senso, che abbiamo chiesto ormai più di un anno fa. Ricordo a tutti che la crisi, e cioè il primo decreto, ormai risale a quasi un anno e mezzo fa e questa era una delle tante mancanze, quindi, ora, finalmente trionfante, il Ministro Musumeci, insieme al Governo Meloni, annuncia questa nuova misura di sospensione. Peccato, però, che, di fatto, è semplicemente uno specchietto per le allodole, un qualcosa che diventa offensivo, anziché di aiuto per la popolazione dei Campi Flegrei, perché che cosa si va a fare? Si vanno a sospendere gli adempimenti solo per quattro mesi, per poi chiedere che tutto insieme venga restituito a dicembre.
Chiunque sia dotato di un minimo di logica può ben capire che questo serve a ben poco: non ti faccio pagare per 4 mesi, poi mi devi dare tutto insieme a dicembre. Alquanto inutile. Ma non è solo questo, perché poi anche questa misura va a contribuire a quel caos che gli stessi decreti di questo Governo hanno generato sul territorio, perché benissimo tutte le misure di aiuto e sostegno alla popolazione, ma si stanno andando a creare dei meccanismi per cui sto creando degli sfollati di serie A e degli sfollati di serie B.
Ad alcune persone che sono state allontanate da casa per la loro incolumità vengono garantite delle misure, ad altre che sono sempre state allontanate da casa per la loro incolumità non viene garantito nulla. Così come si sta facendo ora, questa sospensione di cui parlavo prima è valida solo per chi è stato sgomberato lo scorso marzo; intanto poi abbiamo quelli di maggio del 2024, che, invece, non vi possono accedere; così come abbiamo quelli nuovi, sgomberati dopo marzo, che non hanno nulla.
Con questo emendamento, allora, si cerca di mettere un poco di ordine. Si cerca di estendere innanzitutto questa misura a tutti quelli che hanno subito dei danni, che sono stati allontanati da casa, ma soprattutto si cerca di dargli un minimo di senso, ovvero si estende, oltre alla platea, il numero di mesi di sospensione, ma soprattutto si permette una restituzione dei soldi sospesi, che non sono stati corrisposti, più a lungo termine, non a questo dicembre 2025, ma a dicembre 2026, rateizzandoli.
Perché è così che si aiuta chi è in difficoltà e chi non può pagare momentaneamente qualcosa; non dicendo loro: ti sospendo per 4 mesi, ma dopo mi dai tutto insieme. No. Allora, questo emendamento di buon senso sicuramente verrà bocciato, ma il mio auspicio è sempre quello che poi venga preso in considerazione nei prossimi interventi, nei prossimi decreti che sicuramente ci saranno, per come questo Governo ha deciso di affrontare l'emergenza dei Campi Flegrei (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).PIERO DE LUCAPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).
Passiamo all'emendamento 11.2 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.2 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).
Passiamo agli identici emendamenti 11.3 Simiani, 11.4 Caso e 11.5 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 11.3. Simiani, 11.4. Caso e 11.5. Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).
Passiamo agli identici emendamenti 11.6 Bonelli, 11.7 Caso e 11.8 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 11.6. Bonelli, 11.7. Caso e 11.8. Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).
Passiamo all'emendamento 11.9 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.9 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
Passiamo all'emendamento 11.10 Simiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Alcune considerazioni per invitare il Governo ad una riflessione ulteriore sul tema dell'emergenza dei Campi Flegrei, che ormai crea sempre più preoccupazione nel nostro Paese, soprattutto in questo territorio. Una considerazione di principio generale: nel provvedimento continuate ad assumere una logica emergenziale, interventi spot, interventi che rincorrono le emergenze, invece di avviare politiche di prevenzione dell'emergenza in tutta Italia. Servirebbero interventi strutturali, servirebbero interventi, come è stato ricordato dai nostri colleghi, che sostengano gli enti locali, i comuni, il personale, con risorse, con supporto operativo.
Altrimenti si fa davvero fatica a rispondere alle emergenze che, di volta in volta, purtroppo, colpiscono il nostro Paese, anche e soprattutto per colpa dei cambiamenti climatici, che di certo non potete governare, ma potreste contrastare con politiche serie e responsabili, invece di negarli, come fate ogni volta. Lo stesso approccio sbagliato, dal nostro punto di vista, caratterizza l'intervento legato al fenomeno bradisismico nei Campi Flegrei, perché continuate ad affrontare questo fenomeno come se fosse una calamità naturale.
In realtà, si tratta di un problema strutturale, che va affrontato con razionalità e con continuità di interventi. Sarebbe necessario adottare un modello operativo standard, sarebbe necessario adottare un modello operativo che consenta a tutti i soggetti coinvolti, pubblici e privati, di sapere quali sono le competenze, quali sono gli interventi, quali sono le azioni da mettere in campo ogniqualvolta si verifichi un episodio di maggiore rischio per il territorio.
Chi si occupa degli sgomberi, chi si occupa del sostegno alle famiglie, chi si occupa del sostegno alle imprese, chi si occupa della riqualificazione e della messa in sicurezza delle infrastrutture, degli edifici pubblici e privati, delle reti di telecomunicazione e di trasporto, che sono state in queste ore bloccate, giustamente, per il rischio per l'incolumità dei passeggeri.
A maggior ragione, vi chiediamo allora uno sforzo e un'attenzione particolare sull'oggetto specifico dell'emendamento di cui ha parlato anche il collega del MoVimento 5 Stelle. Noi stiamo chiedendo, con questo emendamento, un'attenzione specifica alle famiglie e alle imprese che hanno subito danni o sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni rispetto ai contributi, alle tasse, agli oneri fiscali e tributari a cui sono costretti a far fronte, a cui devono far fronte in questo periodo.
C'è stata una sospensione, ma la sospensione rischia di provocare un aggravio di costi nei confronti delle imprese e delle famiglie a dicembre. Noi chiediamo di operare una rateizzazione dei contributi, degli oneri fiscali e tributari sospesi, per evitare di trovarsi gravati da un macigno da qui a pochi mesi, a cui non riusciranno a far fronte né le famiglie, né le imprese. È una richiesta davvero di buonsenso, una richiesta che invitiamo il Governo a valutare con grande serenità e grande attenzione, a prescindere dalle forze politiche da cui origina l'emendamento, perché non riguarda il Partito Democratico, il MoVimento 5 Stelle, le forze di opposizione.
Riguarda le famiglie e le imprese del territorio, che non possono vedersi gravate dalla responsabilità di pagare di colpo oneri che sono stati sospesi a dicembre e a cui non riuscirebbero a far fronte. Siccome è una misura adottata anche in altre circostanze analoghe, vi chiediamo perché la differenza o la disparità di trattamento tra le famiglie, le imprese, i piccoli commercianti e gli artigiani dei Campi Flegrei e quelle di altre aree del Paese che non sono state colpite da eventi naturali e che pure hanno avuto un sostegno e un supporto da parte dello Stato.
Fatevi carico, aiutate questo territorio, così come fatto in altre realtà del Paese, altrimenti davvero continuerete a dare dimostrazione di fare dichiarazioni pubbliche a mezzo stampa, ma di non occuparvi poi in concreto, quando si tratta di approvare i provvedimenti, dei problemi, delle difficoltà, delle criticità, delle ansie che toccano le famiglie, le aziende e le imprese dei territori colpiti.
Quindi davvero mi rimetto alla sensibilità e all'attenzione del Governo e della Sottosegretaria, che oggi lo rappresenta, per fermarsi un attimo e poter provare a dare un parere favorevole, e approvare in quest'Aula - sarebbe un successo di tutti - questo emendamento, che mira semplicemente a dare un po' di ossigeno a famiglie e aziende che rischiano di non farcela, rischiano di non farcela. Facciamo attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).ANTONIO CASOPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.10 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).
Passiamo all'emendamento 11.12 Caso. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.12 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).
Passiamo all'emendamento 11.11 Caso. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.11 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).
Passiamo all'emendamento 11.13 Caso. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.13 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 11.02 Caso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Visto che il massimo che avete saputo fare, il massimo che ha saputo fare il Governo con questo decreto per venire incontro a chi da più di un anno è fuori casa - ah no, a quelli no, solo a chi è fuori casa da marzo, non da maggio dell'anno scorso - è sospendere, lo dicevo prima, momentaneamente diversi adempimenti, poi da restituire tutti insieme (insomma, qualcosa che non serve, bene o male, a nessuno); visto che, in realtà, il territorio ne ha bisogno, visto che ne hanno bisogno le attività commerciali e ne hanno bisogno i cittadini, con questo articolo aggiuntivo si chiede di fare qualcosa di un po' più serio di quel che troviamo, invece, nel testo base, ovvero si chiede di fornire la forza economica ai comuni, agli enti locali, per permettere a questi di concedere agevolazioni fiscali e tributarie, tanto alle imprese, tanto alle attività produttive, quanto ai cittadini. Ed è quello che, se qualcuno si degnasse di girare per le strade dei Campi Flegrei, chiedono a gran voce, ad esempio, i commercianti, colpiti già da una crisi nazionale che voi continuate a provare a nascondere, ma che l'inflazione, che continua ad andare avanti, vi mostra chiaramente; quindi già in una difficoltà di spesa in tutta Italia, ciò è ancor più incrementato nei Campi Flegrei, dove inevitabilmente, vista la crisi, c'è meno flusso di persone.
Dunque, visto che proprio per questo ci sono tante attività commerciali che non ce l'hanno fatta - purtroppo, dopo oltre un anno, diverse attività hanno dovuto chiudere -, ora in tante chiedono a noi Stato, a noi che rappresentiamo lo Stato di questo Paese, un aiuto: di non lasciarle sole e, quindi, ad esempio, di avere degli sgravi sull'occupazione di suolo pubblico, per quanto riguarda la tassa dei rifiuti, per quanto riguarda diversi tributi locali. Le amministrazioni non possono farlo da sole, ci stanno provando: alcuni comuni sono intervenuti nella riduzione di alcuni tributi, ma è indubbio, è ovvio che con i bilanci comunali non si può sostenere di più. È quello che, invece, chiediamo di fare ora con questo articolo aggiuntivo: permettiamo agli enti locali di stare vicino alle attività commerciali e di stare vicino ai cittadini in difficoltà, perché quello che avete fatto come sospensione non serve a niente. Serve altro, vi stiamo indicando la strada, vi stiamo indicando la strada concreta di quello che serve, di quello che veramente può aiutare chi è in difficoltà. Invece, ancora una volta, si boccia la proposta emendativa che abbiamo presentato più volte in questi anni in cui siamo intervenuti sui Campi Flegrei, ancora una volta bocciata durante l'esame in Commissione. Magari ora c'è un sussulto di dignità, soprattutto i colleghi che sono del territorio magari possono avere un sussulto di dignità e, questa volta, votare a favore di questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).ANTONINO IARIAPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Con la Commissione d'inchiesta sul dissesto idrogeologico abbiamo fatto un passaggio proprio a Ischia e anche nella zona dei Campi Flegrei. Una delle caratteristiche importanti riguardo al calo del fatturato delle attività commerciali è dovuta al fatto che anche la domanda interna dei comuni di Bacoli, di Pozzuoli sta diminuendo, perché molte persone provate, stressate da questa situazione, si sono spostate nei comuni vicini temporaneamente, magari anche non temporaneamente. Quindi, da questo punto di vista, non è solo un calo legato a una stagione estiva, è un calo strutturale per tutto l'anno. Per questo è chiaro che la richiesta di incentivi, in una situazione così particolare, non diventa un caso come gli altri, ma è un caso eccezionale, perché sarà…
ANTONINO IARIAPRESIDENTE. Concluda, per favore.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANTONINO IARIA (M5S). …un tema che si ripeterà ancora nei prossimi anni, anzi, continua (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
ANTONIO CASOPRESIDENTE. Ci sono altre richieste di intervento? No. L'onorevole Speranza sottoscrive.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.02 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).
Passiamo all'emendamento 12.1 Caso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Anche con questo emendamento proviamo a rimediare a dei pasticci che sono stati fatti con i vari decreti, all'assurdità a cui si è arrivati sui territori che dicevo poc'anzi, ovvero per alcuni sfollati esistono delle misure, per altri sfollati ne esistono altre, per altri sfollati ancora, non esiste niente. Questo è proprio sintomatico del fatto che, forse, bisogna cambiare approccio. Forse dobbiamo iniziare a capire che l'idea di dover intervenire ogni volta con un decreto qualora ci sia una scossa che provoca dei danni in un territorio, forse l'unico in Italia, per cui la scienza ci dice che è certo, almeno in questa fase, che ci saranno delle scosse, non è la strada giusta.
Perché? Che cosa accade? Tra le varie misure esistenti è previsto un contributo a cui possono accedere le persone che sono state sgomberate, quelle che sono state allontanate da casa, che hanno gli edifici inagibili: gli viene data la possibilità, presentando un progetto, di avere dei finanziamenti per sistemare il proprio edificio e tornare a casa. Ricordo che parliamo di circa 1.500 persone che ora sono state allontanate da casa in tutto questo tempo. Ricordo sempre che la prima scossa forte ci fu a maggio 2024 e ci furono degli sfollati; è stato, poi, fatto un decreto ed è stato abilitato questo contributo. C'è stata, poi, un'altra scossa forte a marzo di quest'anno e, visto che non potevano accedere alle misure che erano dedicate a quelli di maggio, ora si è fatto questo decreto per dire: okay, anche tu che sei stato sfollato dopo la scossa di marzo puoi accedere a questo contributo. Peccato che poi le scosse continuano; peccato che poi ci sono stati nuovi sfollati e a questi al momento non è stato promesso, non è stato garantito nulla.
Ecco, con questi emendamenti noi vi diciamo: non aspettiamo di dover fare un nuovo decreto ora per aiutare chi è stato buttato fuori da casa - per la sua incolumità, sia chiaro - dopo la data di marzo, includiamoli già. Perché non è stato fatto? Cioè, ora a queste persone cosa dite? Avevamo la possibilità di intervenire, senza farvi aspettare ancora mesi e mesi, e mesi e mesi, per un nuovo decreto e non l'abbiamo fatto? Perché? Capiamo il perché? Dateci una risposta sul perché.
E c'è anche un'altra cosa che però accade ora, e questo voglio che sia chiaro a tutti, perché, poi, si parla dell'incolumità delle persone, della vita delle persone: se io cittadino, dopo una scossa, vedo delle crepe nella mia casa, devo, così come da procedura, come mi è suggerito, chiamare i Vigili del fuoco, chiamare la Protezione civile per dire: venite a vedere se casa mia è ancora sicura, venite a controllare le crepe. È questo che le istituzioni dicono ai cittadini. Ma se, poi, io cittadino so che il massimo che posso ottenere è di essere cacciato, allontanato da casa senza poi avere nulla, ci penso due volte a chiamare i Vigili del fuoco e a chiamare la Protezione civile. Quindi, cosa vi sto dicendo? Che non approvando emendamenti come questo, lasciando nell'incertezza diversi cittadini, noi stiamo anche mettendo a rischio la loro vita, perché le verifiche non le chiedono, perché hanno paura, perché il ragionamento che fanno è: lo Stato non mi dà niente, non mi aiuta, il massimo che fa è portarmi via da casa, allora meglio restare in una casa che può essere pericolosa, piuttosto che, alla fine, restare per strada. Questo è. Abbiate la piena consapevolezza che, bocciando questo emendamento, state assecondando questi ragionamenti che mettono a rischio la vita delle persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).STEFANIA ASCARIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).
Passiamo all'emendamento 12.2 Caso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.2 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).
Passiamo agli identici emendamenti 12.3 Bonelli e 12.15 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sugli identici emendamenti 12.3 Bonelli e 12.15 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).
Passiamo all'emendamento 12.4 Caso. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento dell'onorevole Caso e per fare un intervento in dichiarazione di voto. Dispiace perché con i nostri emendamenti abbiamo cercato, in ogni modo, di garantire più risorse per i territori colpiti dalle alluvioni, garantire più personale nei comuni per procedere alle manutenzioni e ristrutturazioni. Faccio, in particolare, riferimento al mio territorio, l'Emilia-Romagna. A più di un anno dall'alluvione in Emilia-Romagna, i ristori promessi, purtroppo, non sono ancora arrivati da parte del Governo.
Le famiglie e le imprese colpite continuano a vivere nell'incertezza, mentre solo una minima parte dei fondi stanziati è stata erogata. A fronte dei miliardi annunciati, sono arrivati pochissimi milioni. Nel frattempo si sono susseguite solo passerelle istituzionali e dichiarazioni vuote. Ci tengo a precisarlo, nessun intervento strutturale è stato fatto, nessuna ricostruzione reale; solo promesse disattese e burocrazia paralizzante. L'Emilia-Romagna è stata completamente lasciata da sola.
Quello che si è verificato in Emilia-Romagna non è stata solo una tragedia del maltempo, ma una ferita lunga e ancora aperta, aggravata da un non intervento istituzionale, che ha mostrato ritardi, superficialità e, lo ripeto, passerelle mediatiche vuote. Ma andiamo nel merito: le promesse del Governo, dagli annunci di stanziamenti milionari ai passaggi istituzionali in stivali nel fango, con tanto di telecamera e giornaloni a seguito, si sono rivelate vuote formalità, incapaci di tradursi in aiuti reali e immediati.
Nonostante la dichiarazione di emergenza e l'approvazione di decreti per oltre 4 miliardi, ad oggi la totalità dei fondi destinati ai ristori non ha raggiunto le famiglie, lo ripeto, e le imprese colpite. Sul fronte della prevenzione e della ricostruzione la narrazione governativa parla di cantieri e di miliardi, ma la realtà è molto diversa. Decine di cantieri, sì, ma in molti casi sono bloccati al Ministero da mesi. Così come il Piano per il dissesto idrogeologico è fermo da 5 mesi in un limbo amministrativo che espone il territorio a rischi imminenti.
L'ennesima allerta e le recenti inondazioni hanno risvegliato il drammatico ricordo del maggio 2023, quando il fango ha sommerso interi paesi, provocando purtroppo anche delle vittime. E ancora oggi, a distanza di mesi, molte famiglie, lo ribadisco ancora una volta, non hanno ricevuto nemmeno i ristori minimi e il sistema di rimborso è percepito come farraginoso, lento e spesso inaccessibile. In certi comuni le necessità immediate sono state coperte solo facendo debiti fuori bilancio. Ovviamente un gesto eroico da parte dei sindaci, ma una condanna silenziosa dell'inerzia centrale.
Di fronte a questo fallimento dell'azione pubblica va riconosciuto il valore delle mobilitazioni civili (volontari, associazioni, aziende, cittadini e cittadine), ma è evidente che lo sforzo dal basso non può sostituire un'efficace politica nazionale. Serve ben altro che passerelle mediatiche. Servono misure rapide e tangibili per rimettere in piedi case, infrastrutture, imprese e il tessuto sociale sfregiato dalla calamità. In conclusione, è doveroso impegnarsi.
Chiudo dicendo che bocciando tutti i nostri emendamenti, anche i miei, relativi al supporto concreto alla mia regione, l'Emilia-Romagna, state dando veramente l'ennesimo schiaffo al mio territorio, e soprattutto, mi raccomando, poi venite a fare le passerelle.TONI RICCIARDIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.4 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).
Passiamo all'emendamento 12.5. Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.5. Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).
Passiamo all'emendamento 12.6 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.6 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).
Passiamo agli identici emendamenti 12.7 Simiani e 12.8 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 12.7 Simiani e 12.8 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).
Passiamo all'emendamento 12.9. Ilaria Fontana. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.9 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).
Passiamo agli identici emendamenti 12.10 Simiani e 12.11 Bonelli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sottosegretaria Siracusano, con questo emendamento noi chiediamo di intervenire esattamente su quella discussione che poi, di fatto, abbiamo fatto anche ieri. Lei ha sottolineato più volte come il Governo, lo stesso Ministro Musumeci, avesse costruito questo provvedimento interloquendo direttamente con i sindaci, con gli amministratori locali e con le strutture territoriali. La richiesta di estensione, di passare da 30 a 60 giorni per la realizzazione della pratica da parte degli uffici tecnici comunali, ci sembra una richiesta di buonsenso procedurale. Ovvero la richiesta è, invece di 30 giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge, di passare a 60, per una questione meramente tecnico-organizzativa, perché siamo consapevoli delle difficoltà. Sono richieste che ci vengono dai territori.
Non è che ce le siamo inventate giusto per infastidire l'iter procedurale del provvedimento. Quindi, per questa ragione - suo tramite, Presidente - chiederei, ove mai fosse possibile, un ulteriore approfondimento alla Sottosegretaria. Credo che sia un emendamento di buon senso, che non stravolge assolutamente l'impianto, l'iter e il tutto.ANTONIO CASOPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 12.10 Simiani e 12.11 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).
Passiamo all'emendamento 12.12 Caso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.12 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 12.13 Caso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.13 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 12.14 Caso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.14 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 12.01 Caso. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Dopo oltre un anno e mezzo, dopo che 1.500 ma anche più cittadini sono stati allontanati dalle proprie abitazioni, dopo che ci stiamo ripetendo ormai da tempo che i Campi Flegrei dovrebbero essere - devono essere - resilienti, dobbiamo dare modo ai cittadini di poter vivere in quella zona e ovviamente la cosa principale è farli - farci - sentire al sicuro a casa loro. Quindi, visto che la scienza ci dice che la magnitudo massima che ci si aspetta in quell'area è di quinto grado e visto che la promessa iniziale del Ministro Musumeci era quella di far diventare i Campi Flegrei il Giappone in Italia, intervenendo massivamente sulle case dei cittadini e garantendo loro la massima sicurezza possibile, ora ci aspetteremmo una città con tanti cantieri in corso e con tanti interventi sull'edificato. Vi dico io quanti ce ne sono: dopo un anno e mezzo, abbiamo zero cantieri aperti.
Questo per i tanti ritardi che avete messo in campo, a partire dal Governo, ma che poi sono anche dovuti alla gestione locale di tutte le misure, ma anche alla tipologia delle misure stesse. Noi vi stiamo chiedendo interventi strutturali, un qualcosa, una misura che sia concreta, fattiva e utilizzabile. E questo emendamento è uno di quelli, con una cosa che vi chiediamo fin dall'inizio, ossia di attivare il super sismabonus rafforzato. Una cosa - quella del superbonus 110 - che questo Governo ha provato a demonizzare fin dall'inizio, dando tutte le colpe di questo mondo a quella misura. Poi, proprio in questi giorni, abbiamo letto sulla stampa di quanto in realtà, dopo una forte demonizzazione assoluta, in alcune zone d'Italia si è prorogata tale misura e si è capito che è necessaria. In quali zone? In particolare, parlo delle zone del centro Italia e dei territori colpiti dal sisma in Abruzzo, nel Lazio, nelle Marche, in Umbria, dove giustamente si è capito che per intervenire questa misura era necessaria.
Allora, io vi faccio ora la solita domanda che un po' tutti nei Campi Flegrei si pongono - mi pongono - e che io pongo a voi. Aiutatemi a trovare una risposta. Perché, se reputiamo che la misura del super sismabonus sia necessaria, come è stato fatto nel centro Italia, in Abruzzo, nel Lazio, nelle Marche e in Umbria, dove è stata estesa fino al 2026, nei Campi Flegrei invece si è deciso di non attivarla? Perché? Che cosa devo rispondere? Ditemelo voi. È una domanda che mi fanno molto spesso, quando sono sul territorio: perché a noi no? C'è un motivo discriminatorio, visto che l'atteggiamento che aveva avuto all'inizio il Ministro Musumeci - e che continua anche un po' ad avere - è quello di dire ai cittadini flegrei: un po' è colpa vostra, che vivete lì e ve la siete cercata.
È questo o altro? Aiutatemi a trovare una risposta. Perché il super sismabonus va bene per i territori colpiti dal sisma nel Centro Italia e non va bene per i Campi Flegrei? Gradirei una risposta, così magari mi aiutate anche a dire ai cittadini flegrei che quel che vuole fare il Governo Meloni, quel che sta facendo il Ministro Musumeci, è cosa buona e giusta, perché, al momento, quel che si percepisce sui territori, in realtà, è uno Stato nemico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).ANTONIO CASOPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.01 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 12.02 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.02, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 12.03 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.03 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 12.04. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANTONIO CASO (M5S). Presidente, intervengo anche qui, ma lo farò anche dopo. Con questa proposta emendativa, così come con la 12.05, a seguire, e con la 12.06, così come con tante altre - lo dicevo anche ieri, se prendiamo un po' tutte le proposte emendative che il MoVimento 5 Stelle sta facendo fin dal primo decreto e le mettiamo in fila, così come pure gli ordini del giorno, alcuni anche approvati, vediamo che poi sono rimasti così, nel nulla, accolti e votati dal Parlamento, ma non portati avanti da questo Governo - si vanno a elaborare le vere richieste del territorio, quello di cui veramente si avrebbe bisogno per affrontare la crisi dei Campi Flegrei e per dare la resilienza necessaria a quel territorio.
Ebbene, tra le varie proposte emendative che abbiamo presentato ci sono alcune misure legate al sostentamento e al sostegno delle attività economiche e imprenditoriali del territorio, le quali ne stanno risentendo molto, soprattutto l'attività commerciale, che, come diceva prima il mio collega, sta risentendo anche di un mancato mercato interno. Noi abbiamo dato delle soluzioni. Soluzioni che, come quella del super sismabonus, in realtà sono state adottate in altri territori con difficoltà simili, come a L'Aquila, dopo il sisma del 2009, e nel Centro Italia, nel 2016. E parlo, per esempio, dell'istituzione di una zona franca urbana oppure dell'attivazione di Decontribuzione Sud al 100 per cento. In questo caso le avevamo proposte per dare gli aiuti necessari ad imprese e aziende in difficoltà, quindi per consentire, ad esempio tramite l'attivazione della zona franca urbana, di avere delle esenzioni su imposte e contributi previdenziali; per consentire a chi ha delle imprese sul territorio di non licenziare i propri dipendenti, visto che è in difficoltà, ma magari avere la decontribuzione al 100 per cento e, quindi, lo Stato amico che ti aiuta a non perdere dei posti di lavoro.
Noi l'abbiam fatto fin dal principio, ma fin dal principio sono arrivati dei secchi “no”, salvo che poi, spesso, quando si arriva sotto una tornata elettorale - qualunque essa sia, mi viene in mente l'ultima, che è quella delle europee -, gli stessi partiti, che poi sistematicamente bocciano e stanno bocciando tutte le nostre proposte emendative, vanno a promuovere le stesse soluzioni sui territori.
Di fatto, con una totale presa in giro dei cittadini flegrei. Ma, come spesso si dice, i flegrei non so' fessi, hanno ben chiaro quello che si sta facendo e quello che non si sta facendo. Chi va a raccontare solo frottole, chi va là a provare ad ingannare, perché poi, alla prova del nove, diventa tutto chiaro: c'è chi accende la lucina rossa e chi accende la lucina verde.
E ancora qui, ancora una volta, quindi, invito tutti a fare un ragionamento in più, a capire che si sta parlando di attività che stanno fallendo, di posti di lavoro persi, e, quindi, magari di accenderla questa volta la lucina verde, oppure, quantomeno, la prossima volta, visto che si accende la lucina rossa, di non venire a prendere in giro nessuno sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).DANIELA MORFINOPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.04 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 12.05 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.05 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 12.06 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.06 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 12.07 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.07 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 12.08 Morfino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morfino. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)DANIELA MORFINO (M5S). Sì, grazie, Presidente. Con questo emendamento intendiamo offrire una risposta concreta e immediata agli amministratori locali che nei territori colpiti dalle calamità si trovano ad affrontare un'emergenza, spesso con risorse finanziarie molto insufficienti. Quindi pensiamo, a seguito delle dichiarazioni dello stato di emergenza, di chiedere che venga automaticamente sospeso il pagamento delle rate dei mutui per l'intera durata dello stato di emergenza, per garantire così un'immediata liquidità ai bilanci comunali e provinciali.
Sospendere il pagamento di questi mutui significa veramente liberare delle risorse destinate ai bisogni urgenti dei comuni, dalla messa in sicurezza delle scuole alle opere pubbliche danneggiate, fino e soprattutto all'assistenza della popolazione. Si tratta di una misura secondo noi coerente con la necessità di rafforzare le capacità operative degli enti nei momenti molto critici. Ci troviamo a dover migliorare un provvedimento che per noi è veramente insufficiente, e questa misura, questo emendamento che noi proponiamo è veramente di buonsenso, ragionevole e auspicabile.
Quello che ci dispiace è proprio che voi continuiate a lasciare inascoltati questi sindaci, questi cittadini. Non è che fate un torto a noi, fate completamente un torto a loro. Sottosegretaria, come si dice dalle nostre parti, senza soldi non si canta messa. Senza soldi, abbiamo bisogno di denaro. Questi comuni hanno bisogno di una liquidità immediata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).ANTONIO CASOPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.08 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 12.09 Gadda. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.09 Gadda, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 12.010 Gadda. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.010 Gadda, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 12.011 Gadda. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.011 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 12.012 Gadda. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.012 Gadda, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).
Passiamo all'emendamento 13.1 Caso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).
Passiamo agli identici emendamenti 13.2 Bonelli e 13.3 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 13.2 Bonelli e 13.3 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).
Passiamo all'emendamento 13.4 Caso. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Con l'articolo 13 si va a intervenire sul cosiddetto CAS, il contributo per l'autonoma sistemazione. Per capirci, se io vengo sgomberato, e quindi devo lasciare casa, mi viene dato un contributo mensile in base al nucleo familiare per poter affittare un'altra abitazione. Nulla di nuovo, sia chiaro: per quanto si voglia dare idea - il Ministro Musumeci ci prova sempre - che questo Governo sia l'unico ad essere intervenuto sui Campi Flegrei e ad avere fatto delle cose, le stesse misure, uguali e identiche, ovviamente esistevano anche durante l'ultima crisi del 1983-1984.
Tuttavia, anche in questo caso c'è una sorta di schizofrenia, a cui cerchiamo di rimediare con questo emendamento. Come vi raccontavo prima, i principali sgomberi sono avvenuti a maggio 2024, dopo la forte scossa, e poi a marzo scorso. Visto che non si riesce a intervenire in modo veramente strutturale e bisogna fare ogni volta un decreto, la stessa cosa che veniva prevista per gli sfollati di maggio, ora, con questo decreto, la si concede anche agli sfollati di marzo, mettendo una nuova data. E vi dico che, nonostante si tratti di un decreto, quindi subito attuabile, l'avviso per gli sfollati di marzo i comuni lo hanno fatto ieri.
Quindi, tu che sei fuori casa da marzo, da ieri puoi iniziare a chiedere questi contributi che ti aiutano a trovare un'altra sistemazione. Fate voi il conto, a voi il conto di quanti mesi sono passati senza contributo. Quindi, per chi era in difficoltà economica e magari non ha potuto trovare velocemente un altro alloggio, perché in tutto questo, purtroppo, è partita anche una speculazione di aumento degli affitti sul territorio, in tutta l'area intorno ai Campi Flegrei, è diventato difficile trovare qualcosa in affitto a prezzi decenti. Purtroppo il libero mercato crea anche queste distorsioni e questi danni speculativi.
Quello che accade, però, è che qui, in questo decreto, viene detto che diamo il contributo per l'autonoma sistemazione anche a chi è stato sgomberato a marzo, come era stato fatto per quelli di maggio. Peccato, però, che poi ci sono state anche persone sgomberate dopo marzo. E quindi qui vi chiediamo una cosa semplice: così come, precedentemente, con un emendamento, si chiedeva di permettere l'accesso ai contributi per sistemare l'abitazione anche a chi era stato allontanato dalla propria abitazione successivamente a marzo, qui vi stiamo chiedendo di fare lo stesso per il contributo per l'autonoma sistemazione.
Per farvi il quadro chiaro e per capire quello che stiamo dicendo: noi abbiamo delle persone che, dopo marzo, sono state allontanate da casa, quindi è stato interdetto loro l'accesso alla propria abitazione e si trovano fuori casa, in un contesto in cui c'è un aumento degli affitti ovunque intorno, e quindi hanno difficoltà a trovare un'altra sistemazione. Ebbene, a queste persone stiamo dicendo che, nonostante avessimo potuto includerle in questo provvedimento, a loro non spetta niente. Stiamo dicendo loro: aspettate, sperate, pregate e, forse, nel nuovo decreto Campi Flegrei 4, che in futuro arriverà, il contributo di autonoma sistemazione arriverà anche a voi. Quindi, aspettate mesi, aspettate mesi e mesi, arrangiatevi, sono fatti vostri, vedete voi come dovete fare, perché il Governo Meloni ha deciso che in questa fase non rientrate tra quelli che devono essere aiutati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).ANTONINO IARIAPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Ci sono sei casi di fenomeni bradisismici al mondo e il più famoso e più studiato è quello dei Campi Flegrei. Quindi, da questo punto di vista, abbiamo un caso unico, che va trattato con una modalità unica e strutturale. Quello che diceva il mio collega Caso e che noi fortemente critichiamo nell'operato del Governo riguarda proprio il fatto che, invece di parlare di zone speciali a seconda della vostra area politica e delle vostre convenienze elettorali, in questo caso noi abbiamo una zona speciale a livello mondiale. E, quindi, dobbiamo decidere se questa area, dove esistono i comuni nella zona bradisismica, la vogliamo salvare, oppure se vogliamo che questa situazione di incertezza rimanga per gli anni a venire - perché il fenomeno rimarrà - e tutto questo porterà o a una spopolazione di quell'area o a un degrado di quell'area. Quindi, questa è la scelta da fare per il futuro. E non è un caso particolare per fare un favore a due comuni campani, questo fenomeno è un caso emblematico nell'intero pianeta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
MARCO SARRACINOPRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.4 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).
Passiamo agli identici emendamenti 13.5 Bonelli e 13.6 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 13.5 Bonelli e 13.6 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).
Passiamo all'emendamento 13.7 Caso. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.7 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).
Passiamo agli identici emendamenti 13.8 Caso e 13.9 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 13.8 Caso e 13.9 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.01 Simiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarracino. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)MARCO SARRACINO (PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Molto velocemente perché, tra i tanti problemi che abbiamo, purtroppo, nei Campi Flegrei, ce n'è uno che non è sanabile neanche con un emendamento, che è la comunicazione del Ministro Musumeci. Ieri, infatti, il Ministro, per correggere una sua dichiarazione precedente, ha affermato che alcune zone dei Campi Flegrei devono essere liberate. Il problema è che, Presidente, una volta che si fa un'affermazione del genere, presente su tutta la stampa nazionale di oggi, poi si dovrebbe avere anche l'intelligenza di dire quali di quelle zone vanno liberate, perché altrimenti, in una popolazione purtroppo già vittima della paura - che, giustamente, è il sentimento prevalente di chi vive, in questo momento, nei Campi Flegrei - si genera e si continua a generare ulteriore panico.
E allora, Presidente, con questo emendamento noi proviamo a far sì che l'emergenza che c'è nei Campi Flegrei venga affrontata dal Ministro Musumeci come un'emergenza di carattere nazionale, in particolar modo sul tema del potenziamento della pubblica amministrazione. In questi mesi, infatti, nei comuni dei Campi Flegrei abbiamo avuto un personale a tempo determinato che ha svolto un lavoro importantissimo a sostegno della cittadinanza e a sostegno delle amministrazioni. Il problema è che, a fine anno, quei contratti rischiano di non essere rinnovati. Allora noi, con questo emendamento, chiedevamo un rafforzamento della pubblica amministrazione e anche una lungimiranza da parte del Governo che potrebbe andare in una direzione di buonsenso rispetto a un problema che continueremo a ritrovarci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).MARCO SARRACINOPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.01 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.02 Caso.
Ha chiesto di parlare nuovamente l'onorevole Sarracino. Ne ha facoltà…è corretto, onorevole Sarracino? È su questo che vuole intervenire? Siamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.02 a prima firma dell'onorevole Caso.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)MARCO SARRACINO (PD-IDP). No, io avevo l'articolo aggiuntivo Simiani…
MARCO SARRACINOPRESIDENTE. Lei su quello è appena intervenuto e l'abbiamo bocciato.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)MARCO SARRACINO (PD-IDP). Va bene, allora intervengo a sostegno dell'emendamento del collega Caso…
MARCO SARRACINOPRESIDENTE. Va bene.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)MARCO SARRACINO (PD-IDP). …anche per evidenziare una vicenda che ieri avevamo messo in campo insieme e di cui si è interessata - e la ringraziamo - la Sottosegretaria Siracusano rispetto, però, a una vicenda che riguarda l'inserimento nell'analisi di vulnerabilità anche delle infrastrutture al confine con i comuni della zona rossa. Lo diciamo, Presidente, sapendo che questo provvedimento è bloccato, però con una consapevolezza dettata dalla realtà, che è più forte delle parole di ognuno di noi. Perché vede, Presidente, con l'emendamento che riguardava questa vicenda, noi facevamo un focus particolare rispetto a quelle che erano le infrastrutture, anzi, a quelle che sono le infrastrutture presenti nelle zone ad alto rischio sismico, in particolar modo quelle presenti vicino ai costoni, che sono estremamente presenti nei Campi Flegrei. Peccato però che, nella scossa dell'altro ieri, un costone è venuto giù e per fortuna non è successo nulla, però, allora, l'introduzione di un'analisi di vulnerabilità sismica più forte delle infrastrutture vicino a quelle che sono, appunto, queste zone sarebbe, secondo noi, una scelta di buonsenso che, purtroppo, il Governo continua a bocciarci.
ANTONIO CASOPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Per gli interventi nell'area flegrea, nel primo decreto si delimitò un'area di intervento in base a criteri scientifici, ovvero la localizzazione degli epicentri delle scosse e il livello della deformazione della terra. Ora però, visto che si evolve il fenomeno - per quanto monitorato e per quanto studiato è qualcosa di cui non si ha la conoscenza piena al 100 per cento - e visto che gli epicentri iniziano ad essere presenti anche in zone che prima non erano colpite, quindi si spostano, con questo emendamento - ma ci sono anche emendamenti a seguire - si chiede di ampliare la zona di intervento o, quantomeno, con cadenza semestrale, fare le opportune valutazioni per capire se è il caso di includere altre aree geografiche.
Più volte in questi mesi e più volte anche nei precedenti decreti abbiamo sottolineato quanto gli effetti delle varie scosse, in realtà, poi ricadono anche al di fuori dell'area che è stata perimetrata. Ad esempio, mi viene da ricordare la municipalità di Pianura del comune di Napoli oppure i comuni limitrofi del lato flegreo, quali Monte di Procida e Quarto, che comunque, in un modo o nell'altro, subiscono gli effetti del bradisismo e delle scosse, ma poi vengono tenuti fuori da ogni misura; e, invece, ne hanno necessità quando, ad esempio, c'è una scossa superiore a magnitudo 4 che viene percepita - proprio l'ultima che, l'altro ieri, ha portato al cedimento di uno dei costoni su cui chiediamo di intervenire proprio con gli emendamenti a seguire e proprio nei comuni interessati che citavo prima - e devono attivare delle misure nonostante non rientrino nella zona di intervento.
Ad esempio, quando c'è una scossa di 4.6, come è accaduto, un comune limitrofo, come ad esempio il comune di Monte di Procida, deve attivare il COC, deve attivare il Centro Operativo Comunale, ma non gli viene data alcuna risorsa, cosa che invece è stata data agli altri comuni. Quindi, innanzitutto, capiamo la necessità di rendere più dinamico il circoscrivere l'area di intervento - noi chiediamo una cadenza semestrale -, ma soprattutto prevediamo delle misure che non siano, magari, al pari di quelle dei comuni di Pozzuoli, di parte di Bacoli o di parte delle municipalità di Napoli già incluse, ma che comunque ci sia un qualcosa, perché c'è necessità, c'è necessità.
Più volte abbiamo ascoltato anche questi sindaci in audizione, sindaci che ho incontrato più volte personalmente, essendo dell'area, soprattutto tra Monte di Procida e Quarto, e ci manifestano la necessità di avere delle misure. Noi ve le stiamo proponendo, vi stiamo chiedendo di tenerle in considerazione, vi stiamo chiedendo di attivare delle misure anche per questi comuni, ma, come sempre, c'è un muro di gomma dall'altra parte, che fa finta di ascoltare, ma poi, quando si arriva al dunque, si pone sempre contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).ANTONIO CASOPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.02 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.03 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.03 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.04 Sergio Costa. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.04 Sergio Costa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.05 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.05 Bonelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.06 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.06 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.08 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.08 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.09 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.09 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.010 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.010 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 97).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.011 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.011 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 98).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.012 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.012 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.013 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.013 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 100).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.014 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.014 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 101).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.015 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.015 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 102).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.016 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.016 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 103).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.017 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico…no, revoco la votazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento si prova a soddisfare una delle necessità dell'Osservatorio Vesuviano, il ramo dell'INGV che si occupa del monitoraggio dell'area flegrea, e non solo, e del fenomeno. È un qualcosa di chiaro, netto e necessario, che è venuto fuori pure da uno degli ultimi sopralluoghi fatti proprio dalla Commissione speciale, dove il direttore dell'Osservatorio chiedeva una cosa ben specifica, ovvero: ci serve forza lavoro. Oltre alla strumentazione, che pure includiamo qui, in questo emendamento, che però, comunque, eccelle a livello scientifico, a livello tecnico nell'area flegrea, grazie all'ottimo lavoro dell'Osservatorio, però quello che ci viene detto, quello che ci è stato detto, è che, purtroppo, il personale, chi lavora, gli scienziati che lavorano nell'Osservatorio iniziano ad invecchiare.
E allora ci chiedono di avere la possibilità di attivare nuovi concorsi, mostrando una necessità ben specifica, calcolabile e chiara. Nulla di trascendentale, nulla di non perseguibile, nulla di irrealizzabile, ovvero, semplicemente, poter avviare il concorso per quattro unità aggiuntive. Quattro unità in un Paese che, purtroppo, su una scia internazionale, sembra quasi andare contro chi fa ricerca, andare contro chi vuole dedicare la sua vita alla ricerca scientifica. In un Paese che a queste persone, a chi vuole contribuire a migliorare la competitività del nostro Paese, offre solo contratti precari, noi vi diciamo che c'è necessità di altro.
In questo caso è ancora più evidente perché è legato a uno specifico intervento, uno specifico territorio. Semplicemente quattro unità aggiuntive. Una richiesta che ci stanno facendo fin dall'inizio come Osservatorio Vesuviano e che vi stiamo proponendo di portare avanti dal primo decreto Campi Flegrei. Costantemente ci dite di “no”, lo abbiamo proposto ancora una volta, continueremo a proporlo. L'avete sentita anche con le vostre orecchie questa necessità da parte dell'Osservatorio Vesuviano. Insomma, se non oggi, proviamo a portarla avanti in futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).MATILDE SIRACUSANOPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.017 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 104).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-bis.018 Sergio Costa. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-bis.018 Sergio Costa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 105).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-ter.010 Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-ter.010 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 106).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-ter.01 Simiani. Caso. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-ter.01 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 107).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 13-ter.02 Simiani e 13-ter.03 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 13-ter.02 Simiani e 13-ter.03 Bonelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 108).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13-ter.05 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13-ter.05 Bonelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 109).
Passiamo all'emendamento 15-bis.1 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15-bis.1 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 110).
Colleghi, si è concluso l'esame degli emendamenti. Dovremmo passare all'esame degli ordini del giorno presentati.
Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo, la Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento, l'onorevole Siracusano. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Chiederei un quarto d'ora di sospensione per completare l'istruttoria sugli ordini del giorno.
ROBERTO GIACHETTIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
Colleghi, silenzio, perché devo ascoltare l'onorevole Giachetti. Prego, onorevole.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Io, ovviamente, non intendo prendermela con l'onorevole Siracusano che è priva di colpa e, francamente, penso che non sia neanche un problema politico. Questa è la ragione per cui mi rivolgo a lei, affinché si rivolga al Presidente della Camera, e mi rivolgo anche ai capigruppo di maggioranza proprio perché non penso che sia una questione politica, ma penso che, nell'ormai totale venuta meno del rilievo di questa Camera, siamo arrivati a un punto intollerabile. Noi abbiamo fatto una riforma del Regolamento, signor Presidente, che prevede un termine entro il quale i gruppi, tutti, di maggioranza e di opposizione, sono obbligati a presentare degli ordini del giorno, che si potevano presentare fino all'ultimo momento. Questo è un impegno, per i gruppi e per ciascuno di noi, che abbiamo assunto grazie alla riforma che è passata. È del tutto inaccettabile che, per essere chiari, non dall'onorevole Siracusano, non dal collega Molinari o dal collega non so di chi, ma dagli uffici dei Ministeri, essendoci 30 ordini del giorno da ieri ad oggi, non si riesca ad avere un parere in modo che non si debba sospendere l'Aula.
Io mi auguro che - attraverso non una moral suasion, ma un'indicazione chiara che arrivi dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento al Presidente della Camera - se c'è una riforma del Regolamento che impone un orario e un giorno per la presentazione degli ordini del giorno, ciò, che è un impegno per i gruppi tutti, per tutti i deputati di maggioranza e opposizione, non può non esserlo anche per gli uffici dei diversi Ministeri (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Perché lei sa perfettamente, Presidente, che, se noi presentiamo 600 emendamenti a un provvedimento, gli uffici della Camera fanno la mattina dopo per avere il fascicolo ed essere in condizione, per la Camera, di andare avanti nei nostri lavori. È inaccettabile che, per 30 ordini del giorno presentati ieri alle 16 o alle 17, oggi, noi non siamo in grado di avere i dovuti pareri. È inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).ROBERTO GIACHETTIPRESIDENTE. Com'è onorevole Giachetti?
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Inaccettabile.
FEDERICO FORNAROPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
Poi, ovviamente, onorevole Giachetti, dopo l'onorevole Fornaro, le dico la mia. Prego, onorevole.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ovviamente nulla di personale nei confronti della Sottosegretaria Siracusano, che, anzi, ringraziamo perché in diverse occasioni ha interloquito su emendamenti e ordini del giorno, però la questione posta dal collega Giachetti è assolutamente centrale. Io credo che vada dato atto a quest'Aula, tutti insieme, maggioranza e opposizione, che con la riforma del Regolamento abbiamo messo molto ordine al tema degli ordini del giorno - lo ricordo, non c'è più l'illustrazione, ci sono tempi definiti per gli interventi - e si era posta una questione, quella dei ritardi continui al momento dei pareri. La soluzione che era stata trovata è una soluzione tutta in carico ai gruppi e ai singoli parlamentari, cioè aver anticipato e definito - come avveniva già con i decreti - una data certa e anticipata di presentazione degli ordini del giorno.
Io le chiedo, signor Presidente, di farsi tramite con il Presidente Fontana affinché il Presidente Fontana scriva al Ministro per i Rapporti con il Parlamento segnalando questa consuetudine, purtroppo: non sempre, ma in diverse occasioni, dopo la riforma, ci siamo ritrovati di fronte a queste richieste di rinvio, per quanto breve, un quarto d'ora; adesso non ne faccio un caso eclatante, però c'è una questione di rispetto, su questo concordo con il collega Giachetti. Noi ci siamo impegnati, maggioranza e opposizione, a tenere una linea di condotta che consenta una migliore organizzazione dell'Aula. Io credo che il Governo, ma, soprattutto, gli uffici legislativi dei singoli Ministeri, non possano fare finta che non ci sia stata questa riforma del Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).PRESIDENTE (MULE' Giorgio)PRESIDENTE. Ovviamente prendo atto così come ha posto il problema l'onorevole Giachetti, che poi non è un problema, ma una presa d'atto di una situazione che è sotto gli occhi di tutti per tabulas. Quindi, non posso che fare mie le vostre considerazioni, girandole direttamente al Presidente della Camera affinché avvii l'interlocuzione, anche magari suggerita dall'onorevole Fornaro, per fare in modo che ciò che è accaduto, ancora oggi, non abbia a ripetersi in futuro.
Colleghi, sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 12,45. La seduta è sospesa.PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2482.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2482)
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)MATILDE SIRACUSANOPRESIDENTE. Passiamo agli ordini del giorno. Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sull'ordine del giorno n. 9/2482/1 De Palma, invito al ritiro.
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/2 Gadda, previa espunzione della quinta e della sesta premessa, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di prevedere ulteriori stanziamenti, al fine di proseguire l'analisi della vulnerabilità sismica degli immobili di proprietà pubblica e privata nel territorio oggetto della delimitazione speditiva richiamata in premessa, nonché sugli alloggi residenziali pubblici e privati che sono fuori dalla perimetrazione bradisismica, subendone però gli effetti, così da consentire la prosecuzione degli interventi di riqualificazione sismica dell'edificato”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/3 Benzoni, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/4 Rosato, previa espunzione dell'ultima premessa, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “ad adottare ogni iniziativa utile affinché nelle future erogazioni le procedure di assegnazione e liquidazione dei contributi destinati a cittadini, imprese e amministrazioni locali colpiti avvengano con maggiore rapidità”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/5 D'Alessio, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “ad accompagnare le misure recate dal provvedimento in esame con ulteriori iniziative urgenti volte a valorizzare, d'intesa con le amministrazioni regionali e locali competenti, quanto previsto con il programma straordinario degli interventi urgenti per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico di cui all'articolo 20-novies.1, introdotto con l'articolo 9 del presente provvedimento, valutando le esigenze di adeguamento strutturale delle infrastrutture strategiche situate nei territori colpiti dagli eventi alluvionali, considerando, nei limiti delle possibilità esistenti, l'eventuale ulteriore incremento delle risorse finanziarie dedicate all'attuazione del citato programma”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/6 Ruffino, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/7 Pastorella, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/8 Richetti, il parere è favorevole sul primo e sul secondo impegno, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; il parere è contrario sul terzo impegno, in quanto è stata già definita la pianificazione speditiva di emergenza per l'area del bradisismo, ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge n. 140 del 2023.
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/9 Bonetti, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/10 Grippo, previa espunzione della quarta premessa, il parere è favorevole sui primi tre impegni, premettendo ad ogni impegno: “a valutare l'opportunità di”; il parere è contrario sul quarto impegno, in quanto è già all'esame del Governo un progetto di riforma del Codice di Protezione civile.
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/11 Onori, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di … compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/12 Bonelli, previa espunzione della settima e dell'ottava premessa, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione degli impegni: “ad adottare, tenuto conto delle risorse già previste dal Governo per il contrasto al dissesto idrogeologico e degli strumenti di pianificazione esistenti, le misure attuative del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, con particolare riferimento al dissesto idrogeologico, prevedendo specifici finanziamenti, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2482/13 Borrelli, n. 9/2482/14 Piccolotti e n. 9/2482/15 Grimaldi, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/16 Tassinari, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “ad individuare in un prossimo provvedimento utile, attesa la sovrapposizione territoriale con gli eventi alluvionali oggetto del provvedimento in esame, le più opportune misure specifiche da porre in essere in relazione agli interventi di ricostruzione dei comuni della regione Emilia-Romagna colpiti dal sisma del 18 settembre 2023, individuati dalla delibera del Consiglio dei ministri del 3 novembre 2023”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/17 Serracchiani, il parere è contrario.
Gli ordini del giorno n. 9/2482/18 De Luca e n. 9/2482/19 Fornaro sono accolti come raccomandazione.
Sugli ordini del giorno n. 9/2482/20 Sarracino e n. 9/2482/21 Curti, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/22 Evi, previa espunzione della terza, della quarta e della quinta premessa, il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/2482/23 Ferrari è accolto come raccomandazione.
Sugli ordini del giorno n. 9/2482/24 Ilaria Fontana, n. 9/2482/25 Morfino, n. 9/2482/26 L'Abbate, n. 9/2482/27 Caso, n. 9/2482/28 Santillo, n. 9/2482/29 Iaria e n. 9/2482/30 Traversi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2482/31 Colombo il parere è favorevole.
Mi scuso con i colleghi deputati per l'attesa, però, purtroppo, siccome si tratta di pareri che vengono da più amministrazioni, riunirli tutti ha richiesto più tempo del previsto. Vi chiedo scusa per questo.VITO DE PALMAPRESIDENTE. Grazie, onorevole Siracusano.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/1 De Palma. Onorevole De Palma, accetta l'invito al ritiro del suo ordine del giorno?PRESIDENTE (MULE' Giorgio)VITO DE PALMA (FI-PPE). Sì, lo ritiro.
DEBORA SERRACCHIANIPRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/2 Gadda. Onorevole Gadda, accoglie la riformulazione? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/3 Benzoni. Onorevole Benzoni, accoglie la riformulazione? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/4 Rosato. Onorevole Rosato, accoglie la riformulazione? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/5 D'Alessio. Onorevole D'Alessio, accoglie la riformulazione? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/6 Ruffino. Onorevole Ruffino, accoglie la riformulazione? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/7 Pastorella, su cui il parere del Governo è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2482/7 Pastorella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Colleghi, vi prego, diamo economicità e speditezza ai nostri lavori, per cortesia.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 111).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/8 Richetti. Onorevole Richetti, accoglie la riformulazione? Sì. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/9 Bonetti. Onorevole Bonetti, accoglie la riformulazione? Sì. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/10 Grippo. Onorevole Grippo, accoglie la riformulazione? Sì. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/248211 Onori. Onorevole Onori, accoglie la riformulazione? Sì. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/12 Bonelli. Onorevole Bonelli, accoglie la riformulazione? Colleghi di Alleanza Verdi e Sinistra? Onorevole Grimaldi? No, non l'accetta.
Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2482/12 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 112).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/13 Borrelli, su cui il parere del Governo è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2482/13 Borrelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 113).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/14 Piccolotti, su cui il parere del Governo è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2482/14 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 114).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/15 Grimaldi, su cui il parere del Governo è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2482/15 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 115).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/16 Tassinari. Onorevole Tassinari, accoglie la riformulazione? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/17 Serracchiani, su cui c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo soltanto per un invito alla Sottosegretaria Siracusano, che so essere molto attenta a questi temi. Qui è l'ennesima volta che io pongo un problema. Chiedo anche ai colleghi di prestare attenzione, perché in ogni territorio della nostra regione abbiamo i gruppi di Protezione civile e i volontari della Protezione civile che intervengono spesso per dare una mano ai nostri cittadini in casi, ad esempio, di alluvioni, calamità naturali o quando ci sono grandi eventi.
Ebbene, accade nella mia regione, in Friuli-Venezia Giulia, che un sindaco di un piccolo comune, il comune di Preone, sia stato indagato e ora rinviato a giudizio per omicidio colposo, perché, durante un'attività importante di emergenza, svolta proprio dalla Protezione civile, purtroppo, uno dei volontari - ed esprimo, ancora una volta, vicinanza alla famiglia - è rimasto vittima di un incidente mortale. Quindi il sindaco oggi è chiamato a rispondere per omicidio colposo.
Io invito il Governo, tramite la Sottosegretaria, a prendere atto del fatto che sulla Protezione civile e, in generale, anche sul mondo del volontariato c'è la necessità - lo dico anche a lei, Presidente - di chiarire le responsabilità. Perché un sindaco che viene chiamato a rispondere, come fosse un datore di lavoro, di attività che viene svolta in un luogo di emergenza, dove i volontari intervengono per aiutare la popolazione, è un tema sul quale una riflessione e una chiarezza vanno fatte - e invito il Governo a farlo - perché oggi non possiamo avere sindaci che rispondono di questo tipo di responsabilità, senza la chiarezza dei ruoli, senza la chiarezza di chi fa cosa.
Poiché sappiamo che dovrebbe essere in discussione una revisione del codice di Protezione civile, il testo unico, vorremmo che in quella occasione ci si prendesse a cuore anche di situazioni come questa. I nostri volontari sono preziosissimi. La Protezione civile è un patrimonio nazionale - e lo dico: tanto più in Friuli-Venezia Giulia, dove è nata -, però credo francamente che non dobbiamo e non possiamo lasciare soli i nostri sindaci in queste situazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).MATILDE SIRACUSANOPRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Potrei proporre, in alternativa, la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare urgenti iniziative volte a chiarire la disciplina applicabile in materia di salute e sicurezza sul lavoro ai volontari di Protezione civile, nonché le correlate responsabilità dei coordinatori delle squadre e dei sindaci, al fine di evitare il rischio di paralisi delle attività dei gruppi comunali di Protezione civile”.
AUGUSTO CURTIPRESIDENTE. Onorevole Serracchiani, accoglie la riformulazione? Sì. L'ordine del giorno è sottoscritto dall'onorevole Fornaro. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/18 De Luca. Onorevole De Luca, accetta la raccomandazione rispetto al suo ordine del giorno? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/19 Fornaro. Onorevole Fornaro, accetta la raccomandazione? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/20 Sarracino. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2482/20 Sarracino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 116).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/21 Curti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Curti. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo molto velocemente, perché vedo che la Sottosegretaria ha dato un parere contrario a questo mio ordine del giorno, che non chiedeva altro che prevedere, nelle fasi successive, nelle fasi post emergenza, anche misure e investimenti a favore del settore produttivo, a favore dei poli industriali di quelle comunità interessate dallo stato di emergenza, così come prevedere misure a sostegno del turismo ricettivo, perché in alcune realtà, soprattutto quelle dove oggi lo stato di emergenza è in piedi, queste rappresentano un volano per l'economia locale.
Devo anche essere onesto: comprendo anche un po' la diffidenza da parte del Governo ad essere d'accordo su una proposta del genere, perché negli ultimi anni misure che andavano nella direzione di questo mio emendamento sono state fatte. L'ultimo Governo è stato il Governo Draghi che, nell'occasione, per la regione in cui vivo io, nelle Marche, stanziò 160 milioni di euro per la ripresa socioeconomica con il contratto istituzionale di sviluppo. Quel contratto istituzionale di sviluppo, con i fondi stanziati all'epoca dal Governo Draghi, dal commissario per la ricostruzione, Legnini, di fatto oggi è bloccato. Sono stati liquidati appena 8 milioni di euro su - ripeto - 160 milioni di euro stanziati nel 2021 e questo mi fa capire anche la preoccupazione.
Dopodiché credo che dovremmo entrare nel merito, perché ricordo anche come, in quell'occasione, la governance fu affidata alle regioni - nel mio caso alla regione Marche - e furono fatte delle scelte che oggi portano a questo ritardo: furono fatte dal governatore della regione Marche, furono fatte dall'ex assessore con delega al terremoto della regione Marche, oggi commissario alla ricostruzione per il sisma del Centro Italia. Diversi parlamentari in quest'Aula ricordano come in quell'occasione si fece la scelta di destinare questi fondi, molto importanti, la stragrande maggioranza dei quali per realizzare piste da sci nelle Marche, con un unico problema, che non c'era la neve.
Quindi posso condividere la diffidenza, ma noi dobbiamo andare, secondo me, oltre questo ragionamento, perché è chiaro l'esempio delle Marche - e spero che non ci saranno altri esempi nelle Marche - di malagestione di questi fondi, ma noi dobbiamo guardare a questo provvedimento come a un provvedimento che riguarda tutta l'Italia.MATILDE SIRACUSANOPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (MULE' Giorgio)MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Intervengo semplicemente per spiegare all'onorevole Curti che questo è uno di quegli ordini del giorno per cui il parere contrario è espresso in quanto il suo dispositivo contiene degli impegni che già il Governo ha previsto. I contributi per la ricostruzione economica, anche delle imprese, sono infatti contenuti nella legge quadro per la ricostruzione. Succede che in alcuni ordini del giorno si dia parere contrario proprio perché il Governo è già intervenuto e questo è uno di quelli.
PATTY L'ABBATEPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2482-A/21 Curti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 117).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482-A/22 Evi. Onorevole Evi, accetta la riformulazione? Sì. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482-A/23 Ferrari. Onorevole Ferrari, accetta la raccomandazione? Sì. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482-A/24 Ilaria Fontana, su cui vi è il parere contrario del Governo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2482-A/24 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 118).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/25 Morfino, su cui vi è il parere contrario del Governo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2482-A/25 Morfino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 119).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482-A/26 L'Abbate, che chiede di intervenire. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Questo è veramente molto strano, guardate. Io resto un po' allibita perché questo è un ordine del giorno; io posso capire che l'emendamento lo bocciate per tutte le ragioni che continuate a dirci, che non ci sono soldi. Però stiamo parlando di un ordine del giorno in cui chiediamo semplicemente di provvedere alla prevenzione e alla mitigazione degli effetti della siccità nei territori colpiti. Signori, stiamo parlando di siccità! Nemmeno l'ordine del giorno per voi è qualcosa da poter attuare? Qualcosa da poter dare a questi cittadini che sicuramente ce lo stanno chiedendo? Perché se noi abbiamo fatto queste considerazioni, con emendamenti e ordini del giorno, sicuramente queste provengono dalle esigenze di un territorio che le ha poste.
Stiamo parlando, poi, di avere un sostegno per delle pratiche agricole resilienti, per attivarsi per la tutela del suolo. Se parliamo di suolo, devo ricordare quante leggi a tutela del consumo di suolo abbiamo tentato di fare in questi anni - sia quando ero al Senato, a mia prima firma, ma ne ho una anche qui -, ma completamente annullate. Signori, ma tutelare il suolo è solo questo, è realmente questo. Evitare che poi ci siano delle problematiche nel momento in cui abbiamo questa pioggia enorme che viene chiamata alluvione. Ci spiace, anche qui, c'era la carbon footprint, ma non penso sia stata quella a frenarvi.
È che proprio non si vuole andare avanti, non si vuole fare prevenzione e sono convinta che, fra qualche mese, noi avremo l'ennesimo decreto Alluvione, perché sicuramente, ahimè, dovremo tappare un altro buco da qualche altra parte.ANTONIO CASOPRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/2482-A/26 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 120).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482-A/27 Caso, che chiede di intervenire. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno, l'ennesimo sui Campi Flegrei, negli impegni mettiamo, uno dietro l'altro, quelle che sarebbero le azioni necessarie per il territorio e per affrontare la situazione di crisi che stanno vivendo i Campi Flegrei. Parto utilizzando in premessa una frase utilizzata da un collega di maggioranza durante l'esame al Senato secondo cui, finalmente, grazie all'azione del Governo Meloni, si è sostituito il vecchio metodo degli interventi emergenziali con un approccio strutturale. Il fatto che siamo al terzo decreto Campi Flegrei, il fatto che ne dovranno inevitabilmente seguire degli altri, anche dopo la scossa dell'altro ieri, ci fa chiaramente capire che è chiaro, palese, pleonastico che, in realtà, il modus operandi non è quello che serve.
Andare avanti con la logica del decreto ormai non basta più per una situazione, per un territorio speciale unico al mondo, per quello che sta vivendo, e per evitare una gestione caotica, ad esempio, degli sfollati. Ve l'ho spiegato prima: state creando, con le vostre azioni, cittadini di serie A e cittadini di serie B, chi può accedere a una misura, chi no, chi non ne ha nessuna. Per evitare tutto questo è chiaro, allora, che sarebbe necessario iniziare ad affrontare con serietà il tema dei Campi Flegrei, farlo in modo organico e strutturale, con una legge speciale.
È proprio quello che vi chiediamo nel primo impegno. E intervenire, per esempio, per quanto riguarda l'intervento sulle abitazioni private, con il super sisma bonus rafforzato. Ve l'ho detto prima, lo ripeto ora: una misura che, proprio ultimamente, avete prorogato fino al 2026 per altri territori d'Italia, quelli colpiti dal sisma nel Centro Italia e nelle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Non si capisce assolutamente il perché si vogliano escludere invece i Campi Flegrei, lo state facendo sistematicamente, e quella sarebbe una misura che, in modo strutturale, permetterebbe di intervenire sull'edificato, che, ricordo, dopo un anno e mezzo, ha visto zero interventi, zero cantieri aperti.
Così come chiediamo anche di accelerare intanto quelle misure che voi avete previsto nei decreti, perché stanno andando avanti in un estremo, estremo ritardo, così come nel potenziare le vie di fuga. Sempre negli impegni vi chiediamo di aggiornare l'area di intervento, visto che il fenomeno si sta evolvendo, visto che gli epicentri si stanno spostando, visto che ci sono dei territori che non sono inclusi nelle misure presenti nei vari decreti - siamo arrivati al terzo -, che ne sono tagliati fuori, ma che invece ne avrebbero bisogno. Prima elencavo, ad esempio, i comuni di Monte di Procida, di Quarto, alcune municipalità di Napoli tagliate fuori, come quella di Pianura.
Così come cerchiamo di colmare, con gli impegni, un grande vuoto che è presente all'interno di tutti i decreti sui Campi Flegrei, ovvero quello di dare un aiuto alle attività economiche e commerciali del territorio che sono in forte difficoltà. Sempre più attività commerciali sono sostituite da un cartello “fittasi”, e allora, tra gli impegni, vi chiediamo di dare sostegno ai comuni in modo tale che possano poi loro attivare delle specifiche agevolazioni fiscali e tributarie, tanto per le attività commerciali quanto per i cittadini, cosa che alcuni comuni stanno provando a fare con le proprie forze, ma è chiaro che non ci si riesce.
Così come prolungare il contributo per l'autonoma sistemazione: ricordo che, quando qualcuno viene sfollato, così come fatto 40 anni fa, gli viene dato un contributo per poter fittare casa altrove, in attesa che poi si possa intervenire sulla propria abitazione. Intanto, però, l'intervento sulle abitazioni è molto, molto lontano dal partire, non dico concludersi: parlando con i tecnici, prima di un anno e mezzo non vedremo nulla. Intanto però il contributo per l'autonoma sistemazione scade, quindi queste persone cosa dovrebbero fare? Insomma, vi chiediamo anche una cosa logica e ovvia: prendere il contributo per l'autonoma sistemazione e portarlo a scadenza quando poi si è potuta sistemare l'abitazione.Così come estendere le misure che avete previsto per chi è stato sfollato a maggio o a marzo anche per gli altri nuovi sfollati, perché a questi diciamo che lo Stato non gli è vicino? Che a loro non tocca niente?
Oppure gli diciamo di aspettare altri mesi e faremo il nuovo, ennesimo decreto, anziché trattare per bene il tema? Così come provare ad intervenire sull'edilizia residenziale pubblica. Ricordo che, a differenza di quanto narrava il Ministro Musumeci, che all'inizio ha dipinto quasi come abusivi tutti i cittadini flegrei, lì lo Stato negli anni è intervenuto, costruendo oltre 5.000 alloggi popolari, costruendo un ospedale, costruendo uno stadio, che, a questo punto, sarebbero tutti abusivi.
Non ci meravigliano le narrazioni del Ministro, anche negli ultimi giorni, dove continua a contribuire a un caos tremendo. Il Ministro Musumeci era partito prima con una colpevolizzazione chiara di chi vive in quell'area, tra altro da millenni. Poi ha iniziato a parlare della necessità, improvvisamente tirandola fuori così, come se fosse poca roba, di attivare, di passare in allerta arancione, da gialla ad arancione, così, inconsapevole del caos che avrebbe, ovviamente, creato sul territorio e negli enti locali.
Poi è tornato indietro; poi, di nuovo, dice che è necessario attivare lo stato di emergenza, pare senza confrontarsi con nessuno, perché anche lì, di nuovo, lo dice a mezzo stampa e poi dopo torna indietro. Ora, in questi giorni, dice forse sarebbe il caso di dire a qualcuno, in qualche area dei Campi Flegrei, che dovrebbe allontanarsi, come se non fosse un Ministro! Allora serve una capacità decisionale che non vediamo, sinceramente, nel Ministro Musumeci.
Lo dico sempre: da cittadino flegreo, a immaginare che la mia vita, la vita dei miei cari, della mia famiglia, dei miei amici, sia nelle mani di un Ministro che tratta così i Campi Flegrei, con questa indecisione costante, con dei passi indietro costanti, non mi sento al sicuro. Da cittadino non mi sento al sicuro. Voi potreste prendere uno dietro l'altro questi impegni che stiamo portando fin dall'inizio come MoVimento 5 Stelle, atti concreti che servono veramente ai Campi Flegrei, per attivare la resilienza necessaria sul territorio per fare qualcosa di decente. Una legge speciale, che non va avanti con decreti su decreti, che creano scompiglio sui territori, ma che affronti con serietà la questione dei Campi Flegrei (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).AGOSTINO SANTILLOPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2482/27 Caso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 121).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/28 Santillo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)AGOSTINO SANTILLO (M5S). Presidente, grazie. Il parere negativo e contrario a quest'ordine del giorno svela una grandissima incoerenza da parte di questo Governo e di questa maggioranza. Mi spiace per il collega De Palma, glielo avete bocciato prima e avete fatto ritirare l'ordine del giorno sul superbonus, perché quest'ordine del giorno non dice né più né meno che le agevolazioni fiscali, per poter essere usufruite da tutti i cittadini, hanno bisogno di due meccanismi importanti: hanno bisogno del meccanismo dello sconto in fattura e hanno bisogno del meccanismo della cessione del credito d'imposta, cioè quella detrazione fiscale che diviene cessione di credito a un altro soggetto.
Perché c'è l'incoerenza? Perché, com'è noto, nel febbraio del 2023 questo Governo Meloni ha sancito la fine dello sconto in fattura e della detrazione fiscale come agevolazione edilizia. Allora si dice: perché vi sorprende questa cosa? Perché l'altro ieri, invece, il 30 giugno 2025, questo Governo ha emanato un decreto-legge cosiddetto omnibus che, tra le righe, cosa fa? Udite: proroga il superbonus 110 per cento originario, con lo sconto in fattura e con la cessione del credito d'imposta, ma solo per alcune aree del Paese.
Quali aree? I comuni che ricadono nei crateri interessati dai terremoti del 2016, agosto 2016 in poi, che sono quelli che ricadono nelle regioni Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, per tutto il 2026. Cioè, prima si dice peste e corna del superbonus in televisione; prima si dice che lo sconto in fattura e la detrazione fiscale con la cessione del credito non vanno bene; prima il Governo ne usufruisce per metà componenti, inclusa la Meloni e incluso Salvini, che hanno usufruito delle agevolazioni fiscali; poi si dice: sì, però va bene solo per quelle aree.
Colleghi, sapete perché va bene per quelle aree e per le altre aree no? Va bene per quelle aree perché il commissario straordinario per la riparazione, ricostruzione, aiuto alle popolazioni colpite in quelle aree chi è? È un senatore di Fratelli d'Italia! Quindi, il superbonus per loro va bene, quindi se lo utilizzano come gli pare e piace per le case loro sì, dove gestiscono loro i territori sì, ma per gli altri poveri no! I figli di un Dio minore di chi abita nei Campi Flegrei ed è oggetto di bradisismo ed è interessato anche da eventi tellurici fortissimi, no. I figli di coloro che abitano in aree soggette a terremoto nel resto dell'Italia no! Anzi, stamattina, con la Commissione rischio idrogeologico, l'INGV ci ha detto che bisognerebbe intervenire, come condizione di riferimento, su quei fabbricati per assicurare a loro un rafforzamento affinché resistano almeno a un terremoto di magnitudo 4.0.
Ma ci spiegate voi, se non si fa con un'agevolazione fiscale, cioè con una detrazione fiscale, con cessione del credito e con lo sconto in fattura, come si fa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? I contributi non bastano, è inutile che prendete in giro le persone. Ma perché? Lo torno a ripetere, chiedetevelo voi: perché nei comuni oggetto di terremoto nel 2016 del Centro Italia sì, negli altri comuni no. Perché negli altri comuni del Nord no? Perché nei comuni della Sicilia no? Perché dove c'è il bradisismo, Campi Flegrei, no?
Perché ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B? Dopo che questa farsa finalmente è finita, perché da oggi potremo dire che voi vi siete ancora prorogati il superbonus 110 per cento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e non noi, oggi lo possiamo dire.
Voglio vedere, adesso, in TV come andate a dire che siamo stati noi, dopo che questo strumento è stato gestito da Conte per 9 mesi, da Draghi per 20 mesi e da voi per 33 mesi - gli anni di Cristo, praticamente -, in cui state gestendo il superbonus 110 per cento (adesso lo allungheremo al 2026).
Vado verso la conclusione, ricordando a cosa è servito in quel particolare momento, ma lo faccio con dati chiari. Eurostat ha certificato che, rispetto al 2020, nel 2023 c'è stata una riduzione di 20 punti percentuali del rapporto debito-PIL. L'Ufficio parlamentare di bilancio dichiara che il PIL, nel triennio 2021-2023, è aumentato di 4 punti percentuali, grazie alle agevolazioni fiscali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quel PIL che oggi è a zero virgola qualcosa o meno qualcosa (lo scopriremo strada facendo). I posti di lavoro generati sono 1 milione, quando con il COVID i posti di lavoro si stavano perdendo. Grazie all'agevolazione fiscale, alla gestione del credito d'imposta, quei posti di lavoro li abbiamo generati e creati. Infine, un risultato, la Meloni, all'Italia lo porterà, lo devo ammettere, perché con il Governo Meloni l'Italia sarà il primo Paese d'Europa ad ottemperare alla direttiva “case green”. Sapete perché ce la farà? Perché grazie alle agevolazioni edilizie e alla cessione del credito d'imposta da noi introdotte, ma poi gestite anche da voi, siamo arrivati al 7,4 per cento di risparmio di energia primaria su 16 punti percentuali previsti dalla direttiva “case green” per il 2030. Complimenti! Complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!ANTONINO IARIAPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2482/28 Santillo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 122).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/29 Iaria. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)ANTONINO IARIA (M5S). Intervengo perché quest'ordine del giorno ripropone un caso emblematico, che è l'esondazione nel comune di Bardonecchia, non per una questione localistica, ma perché quella esondazione, che si è ripetuta a distanza di soli due anni da una precedente esondazione dello stesso tipo, ha visto, da parte del Governo, uno stanziamento di fondi di 1,5 milioni di euro per fare alcune opere.
Il tema fondamentale, che nell'ordine del giorno è ben spiegato - ed è quello che richiediamo - è che non si faccia in modo che solo i comuni debbano gestire tutto l'iter complicato che dite di aver risolto come sburocratizzazione, ma che, nella realtà, non è proprio così, per quanto riguarda queste opere di dissesto idrogeologico. L'ordine del giorno chiede un impegno molto semplice, ossia che si attivasse una serie di misure per aiutare, da un punto di vista tecnico, i comuni che, magari hanno, i fondi, ma anche l'onere di gestire queste problematiche di dissesto idrogeologico, con un supporto che li aiuti a fare in modo che le opere vadano avanti in maniera celere.
Ritorno sempre sul fatto particolare - purtroppo, oggi l'ho già segnalato due volte -, sulla polemica che ha tirato fuori il Ministro Musumeci. Il Ministro Musumeci, secondo me, dovrebbe imparare a parlare, facendo attenzione a quello che dice, quando tratta questi argomenti, perché questo suo atteggiamento un po' da bullo nel dire che è sempre colpa del comune o che è sempre colpa di qualcun altro, quando emerge un problema e non viene gestito o non si fanno i lavori in tempo - cosa magari tutta da accertare -, non è un atteggiamento costruttivo da parte del Ministro della Protezione civile. Il Ministro della Protezione civile dovrebbe essere un Ministro che, in un certo senso, supporta i territori e non fa il giudice, pure sbagliando, nelle sue considerazioni.
Il tema fondamentale che ci si aspetta da questo Governo è dire: abbiamo o no una carenza infrastrutturale da parte dei comuni piccoli o medio-piccoli che, quando sono soggetti a questo tipo di problematiche e quando hanno anche i fondi per gestire tutta una serie di opere ingenti, non riescono a ottemperare o ottemperano con difficoltà? Sì. Abbiamo la volontà del Governo per aiutare gli enti, magari di ambito territoriale superiore, per supportare questi comuni? A me sembra che, a parole, diciate sì, ma nella pratica questo non succeda.
Quindi, da questo punto di vista, l'impegno dell'ordine del giorno era su questo punto, oltre ad altri punti che sono di carattere tecnico, che, in teoria, fate già, ma, quando si tratta di approvarli in un ordine del giorno, come impostazione, date parere contrario.
Per chiudere, dico semplicemente che, da questo punto di vista, le problematiche di dissesto idrogeologico vanno affrontate, in primo luogo, smettendo, come ho già detto più volte, di negare i cambiamenti climatici e, in secondo luogo, capendo che non sono i sindaci gli unici che devono avere la responsabilità della gestione di questi temi, che sono di un ambito territoriale e politico più vasto. Infine, il Governo deve dare misure strutturali e non di emergenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2482/29 Iaria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 123).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2482/30 Traversi, su cui vi è il parere contrario del Governo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2482/30 Traversi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 124).
Sull'ordine del giorno n. 9/2482/31 Colombo, vi è il parere favorevole del Governo. Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16,15. - In morte dell'onorevole Patrizia Arnaboldi. PRESIDENTE (MULE' Giorgio)FILIBERTO ZARATTI
PRESIDENTE. Comunico che è deceduta l'onorevole Patrizia Arnaboldi, membro della Camera dei deputati nella X legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Ha chiesto di parlare, per un breve ricordo, il deputato Filiberto Zaratti. Ne ha facoltà.
Vi prego, colleghi, in silenzio.PRESIDENTE (MULE' Giorgio)FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Patrizia Arnaboldi era nata a Milano il 27 novembre 1946 e si era avvicinata all'impegno politico con gli angeli del fango, durante i giorni dell'alluvione di Firenze nel novembre del 1966. Per lei quell'evento fu costituente: per la prima volta, i giovani provenienti da tutto il mondo, Stati Uniti compresi, si ritrovarono insieme in un'opera di salvataggio del patrimonio culturale e artistico, dimostrando in quel modo la volontà delle nuove generazioni di essere protagoniste positive per il cambiamento del mondo.
A quell'esperienza formativa sul campo, segue la Statale di Milano e lì inizia il suo vero impegno politico. È la Milano della strage di Piazza Fontana, della strategia della tensione, tesa a impedire la saldatura tra la contestazione giovanile studentesca e le rivendicazioni operaie. In quegli anni, si lega affettivamente a Mario Capanna, sposandosi giovanissimi. Patrizia è dirigente del movimento studentesco, poi della federazione milanese del Partito di Unità Proletaria del 1975 e, infine, in Democrazia Proletaria. Responsabile per la segreteria nazionale dei temi della comunicazione, Arnaboldi aveva seguito per anni l'impegno per la costruzione di radio libere sul territorio nazionale, a cominciare dall'esperimento più riuscito: Radio Popolare di Milano. Eletta alle elezioni politiche del 1987 nella circoscrizione Milano-Pavia, è la prima donna, insieme a Bianca Guidetti Serra, a rompere il connotato monosessuato del gruppo di Democrazia Proletaria. È impegnata, in quegli anni, a seguire le vicende della scuola, dell'informazione e della nuova legge contro la violenza sessuale.
È lei che stende dal balcone di Montecitorio, il primo giorno della legislatura, aiutata dai suoi compagni di gruppo, uno striscione con la scritta “subito referendum”, ricordando come la IX legislatura si fosse conclusa anticipatamente per impedire al popolo italiano di esprimersi sui referendum antinucleari.
Fu eletta segretario della Presidenza, durante la Presidenza Iotti, e alla scissione del 1989 del partito con la componente dei Verdi Arcobaleno, Arnaboldi decise di rimanere in Democrazia Proletaria, di cui divenne anche presidente del gruppo parlamentare. L'insorgere di una malattia, pur benigna, alla testa la costrinse, sul finire della legislatura, ad essere sottoposta a un delicato intervento, che le salva la vita, ma di fatto ne preclude il proseguimento dell'attività parlamentare. Negli anni successivi, Patrizia non abbandona la politica attiva, aderisce a Rifondazione Comunista, animando il forum delle donne, ricoprendo diverse cariche del partito sia a livello milanese che nazionale.
Coerente con le sue posizioni, Arnaboldi si è sempre battuta per non isolare la propria formazione politica, convinta che essere minoranza politica non debba significare essere minoritari, ma farsi carico di battaglie di civiltà e di progresso per tutta la società. L'urgenza della lotta per la pace, che l'ha vista da sempre protagonista, fin dai primi anni di studio universitario, era per lei dirimente in questa fase politica, connotata dalla corsa al riarmo e dal massacro del popolo palestinese. Ci mancherà, Patrizia Arnaboldi. È stata davvero un ottimo contributo per questa Camera (Applausi).PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zaratti, per questo suo partecipato ricordo.
Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della Cultura e il Ministro della Salute.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.(Iniziative volte al recupero delle risorse indebitamente erogate del cosiddetto tax credit, anche alla luce di recenti notizie di stampa - n. 3-02055)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)RITA DALLA CHIESAPRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Dalla Chiesa ed altri n. 3-02055 (Vedi l'allegato A). La deputata Dalla Chiesa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Allora, da anni il settore delle produzioni cinematografiche, lo sappiamo, è in profonda difficoltà. Le mobilitazioni di attori, registi e maestranze sono state numerose e penso che tutti i colleghi in quest'Aula abbiano ricevuto richieste di aiuto per un sostegno da dare a loro. Tante volte abbiamo dovuto rispondere che non c'erano fondi sufficienti. Poi, però, apprendiamo che nel novembre 2020, durante il secondo Governo Conte, il Ministero della Cultura ha concesso un tax credit di oltre 860.000 euro per un film che non è mai stato realizzato, Stelle della notte, e lo ha dato a un presunto regista, Rexal Ford.
Dietro quel falso nome si nascondeva Francis Kaufmann, oggi arrestato perché accusato per il duplice omicidio della sua compagna e della sua bambina a Villa Pamphili. Il caso è clamoroso: risorse pubbliche, 860.000 euro, assegnate a un soggetto che si presenta sotto falso nome, con precedenti per reati violenti, senza che nessuno controllasse e si accorgesse dell'inganno, e con la collaborazione di una casa di produzione che, secondo la stampa, avrebbe già ottenuto numerosi altri finanziamenti per film in gran parte mai usciti.
Chiedo, quindi, quali azioni il Governo intenda intraprendere per recuperare le somme erogate e verificare eventuali altri casi analoghi, esercitando controlli serrati su ogni finanziamento chiesto e ricevuto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).ALESSANDRO GIULIPRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha facoltà di rispondere.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Grazie, Presidente. Grazie, ovviamente, agli onorevoli interroganti per il quesito posto. La premessa naturalmente è che le agevolazioni previste dalla legge n. 220 del 2016 a sostegno del settore cinematografico e audiovisivo, e in particolare il credito d'imposta, hanno contribuito nel corso degli anni alla crescita dell'intero mercato in termini culturali, economici, industriali e occupazionali. Ma c'è un “ma”, anzi c'è più di un “ma”, come è stato appena segnalato dall'interrogante.
Quindi, a seguito di un confronto costruttivo con gli operatori del settore e alla luce di un attento monitoraggio della spesa pubblica, questo Governo ha ritenuto necessario razionalizzare i criteri di attribuzione delle risorse e degli incentivi, al fine di eliminare evidenti distorsioni che si sono verificate in passato e che hanno causato un utilizzo improprio delle risorse, ciò di cui appunto è stato appena detto. In tale ottica, già nel corso del 2024, sono stati adottati i nuovi decreti ministeriali che hanno disciplinato il credito d'imposta per la produzione nazionale e le produzioni esecutive, consentendo di rendere più cogenti i parametri per accedere a tali agevolazioni.
Nello specifico, segnalo, come già fatto in Senato, che la settimana scorsa alcune delle principali misure adottate sotto il profilo tecnico-operativo sono entrate in vigore: il divieto di subappaltare a soggetti terzi, l'obbligo per i fornitori di servizi di esplicitare il personale coinvolto in ciascuna prestazione, l'inserimento del titolo dell'opera nei documenti di spesa a pena dell'ineleggibilità del costo, la possibilità per la direzione generale competente di effettuare valutazioni sulla congruità dei costi, l'inasprimento delle sanzioni a carico del revisore che effettua certificazione del costo, l'estensione delle casistiche di esclusione dei benefici per i successivi 5 anni in caso di dichiarazioni mendaci.
Sono state adottate con decreti direttoriali del 26 giugno 2025 altre misure di rafforzamento dei controlli, prevedendo la piena tracciabilità dei flussi finanziari anche attraverso l'obbligatorietà di un conto corrente dedicato e, in relazione alle produzioni esecutive di opere straniere, la consegna dell'intera opera realizzata. Alle novità di tipo normativo si affianca la maggiore attività di controllo eseguita per ciascuna pratica dalla direzione generale competente. Ciò posto, con mio decreto, come evidenziato anche dagli interroganti, abbiamo destinato ingenti risorse al rafforzamento di queste attività di controllo.
Con riferimento al caso specifico, che in realtà era sotto traccia in tutta la mia esposizione, evidenzio che si tratta di un credito d'imposta per l'attrazione di investimenti stranieri in Italia. Un'agevolazione specifica per consentire lo svolgimento nel nostro Paese di attività connesse alla realizzazione di opere internazionali da parte di un produttore esecutivo italiano, nel caso di specie Coevolutions, sul quale stiamo facendo chiarezza.
Al momento non mi risulta che la Direzione generale cinema abbia intrattenuto rapporti di alcun tipo con Francis Kaufmann. Sulla specifica vicenda ci sono, come sapete, indagini in corso da parte della magistratura sia contabile, sia penale, alla quale stiamo fornendo la massima collaborazione, come dimostra il fatto che ho personalmente accompagnato il personale di Polizia giudiziaria nella sede della Direzione generale cinema, accertandomi della trasmissione dei documenti richiesti. Riteniamo assolutamente necessario e doveroso che le risorse disponibili siano allocate in modo trasparente, in modo da premiare solo comportamenti virtuosi e mai più film fantasma (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).RITA DALLA CHIESAPRESIDENTE. La deputata Dalla Chiesa ha facoltà di replicare.
RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Grazie, Ministro, e ringrazio il Governo per la risposta, perché conferma il vostro impegno su questo problema. Resta il fatto, comunque, che nel 2020, con un'identità falsa, con pregressi dubbi - è drammatica questa cosa: lui aveva già avuto degli atti violenti, che nessuno aveva preso in considerazione - e con un film mai prodotto è stato possibile ottenere questi quasi 900.000 euro di risorse pubbliche. È chiaro che non possiamo voltare pagina su una cosa di questo genere, perché il sistema deve cambiare.
Noi siamo da sempre vicini al mondo del cinema e dello spettacolo e dobbiamo assicurarci che situazioni simili non vengano più ripetute. C'è la volontà di individuare eventuali responsabilità amministrative e politiche, ma noi questa cosa la dobbiamo soprattutto a chi lavora nel mondo del cinema, a chi fa tanta fatica dietro le macchine da presa, a chi per gli anni del COVID è rimasto senza praticamente stipendio e senza essere pagato. A queste persone noi dobbiamo questo che stiamo chiedendo a lei.
Il tax credit è uno strumento fondamentale per la crescita culturale del Paese, ma proprio per questo va assolutamente protetto con fermezza. Ogni euro pubblico deve essere tracciato, verificato e restituito se usato in modo improprio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Su questo non possono esserci zone d'ombra. Continueremo a vigilare perché la legalità non rimanga soltanto a parole. Spero che chi era responsabile del Ministero della Cultura in quegli anni - e mi rivolgo, suo tramite, ai colleghi del Partito Democratico e del MoVimento 5 Stelle - voglia chiarire cosa è successo veramente e spiegarci come sia stato possibile umiliare la nostra cultura in questo modo, come hanno fatto loro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).(Iniziative in relazione ai criteri per l'assegnazione delle risorse del Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo, al fine di tutelare il pluralismo culturale e la sperimentazione - n. 3-02056)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ELISABETTA PICCOLOTTIPRESIDENTE. La deputata Piccolotti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02056 (Vedi l'allegato A).
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, a dicembre del 2024 il Ministero ha cambiato i criteri di valutazione per l'attribuzione del Fondo per lo spettacolo dal vivo e ha dato con questi criteri molto meno peso al tema della qualità artistica, eliminando formule chiave dalle valutazioni, come quella del sostegno alla contemporaneità e dell'assunzione del rischio culturale. Molto peso è stato invece dato alla congruità gestionale, e quindi al costo medio per spettatore. Questi nuovi criteri spingono sull'abbassamento delle paghe degli artisti e dei tecnici e valorizzano per lo più il teatro commerciale. Non è un caso, infatti, se 29 importantissimi festival storici sono stati esclusi dall'attribuzione dei fondi, nonostante nelle edizioni precedenti avessero avuto giudizi prossimi al massimo.
Le chiediamo, quindi, se questa nuova modalità di valutazione sia per lei anche l'espressione di una visione ideologica della cultura che penalizza la contemporaneità e la sperimentazione, che, invece, hanno fatto grande la cultura italiana (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).ALESSANDRO GIULIPRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha facoltà di rispondere.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Grazie, Presidente, grazie, onorevoli interroganti. Basterebbe una parola: no. Però… La procedura di valutazione delle domande di ammissione al triennio, contenenti il progetto artistico triennale e il programma annuale 2025, disciplinata dal decreto ministeriale del 23 dicembre 2024 - quello di cui si parlava -, si articola in una prima fase istruttoria, durante la quale l'amministrazione verifica i livelli minimi di attività e i requisiti di ammissibilità previsti per ogni singolo settore, e, in caso di esito positivo - lì c'è la qualità come criterio -, in una successiva fase di natura tecnico-discrezionale, guidata dalle commissioni consultive competenti per materia, le quali sono chiamate a valutare i progetti artistici anche sotto il profilo della pluralità dei linguaggi, della sperimentazione e della contemporaneità (secondo livello, questo).
Sul punto, si fa presente che il principio del pluralismo culturale è declinato sotto vari profili nelle disposizioni del citato decreto ministeriale: basti pensare a) all'articolo 1, che richiama la pluralità dell'offerta nelle varie definizioni ivi contenute, come quella di organismi di programmazione, di circuitazione e di promozione, quali - cito - “istituzioni (…) che si caratterizzano per favorire la diffusione nei rispettivi territori di un'offerta qualificata di produzioni di spettacolo dal vivo, in relazione alla pluralità dell'offerta esistente e allo sviluppo della domanda”, nonché quella dei festival, quali “manifestazioni caratterizzate”, tra l'altro, “dalla presenza di una pluralità di linguaggi delle arti della scena”; b) all'articolo 2, che prevede espressamente, quale obiettivo da perseguire ai fini dell'intervento finanziario del MIC, quello di - cito - “concorrere allo sviluppo del sistema dello spettacolo dal vivo, favorendo la qualità dell'offerta, anche a carattere multidisciplinare, e la pluralità delle espressioni artistiche, i progetti e i processi di lavoro a carattere innovativo, la qualificazione delle competenze artistiche, l'interazione tra lo spettacolo dal vivo e l'intera filiera culturale, educativa e del turismo”; c) alle specifiche disposizioni dei festival del teatro e dei festival di musica di circuiti regionali multidisciplinari e dei festival multidisciplinari. Si fa presente che i parametri dettati dall'Allegato B al citato decreto, attraverso la quale la commissione consultiva orienta la valutazione, sono individuati per essere in linea con gli obiettivi strategici indicati dal decreto medesimo.
Da ultimo, si precisa - e questo è veramente il punto - che i valori che concorrono a determinare la qualità indicizzata vengono presi in considerazione solo successivamente all'ammissione qualitativa degli organismi al triennio da parte delle commissioni consultive, e pertanto tali parametri non sono stati oggetto di valutazione da parte delle commissioni, le quali hanno espresso la propria valutazione attenendosi esclusivamente ai criteri di qualità artistica di cui all'Allegato B, come risulta dai verbali e dalle schede pubblicate integralmente sul sito Internet dalla competente Direzione generale del Ministero della Cultura.ELISABETTA PICCOLOTTIPRESIDENTE. La deputata Piccolotti ha facoltà di replicare.
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Ministro. Lei nega, ma questo suo negare - per quanto ci riguarda - non corrisponde ai fatti e si configura come una menzogna, perché, di fatto, invece, ciò che emerge dai verbali è che alcuni commissari hanno lamentato l'incidenza di parametri extra-qualitativi, cioè si sono lamentati del fatto che la commissione non stesse valutando a partire dalla qualità dei festival e dei progetti proposti. L'esito parla chiaro: si perderanno tra le 30.000 e le 50.000 giornate di lavoro per artisti, tecnici e operatori, che molto spesso sono under 35 e che - lo voglio ricordare - hanno una media di reddito annuo di 11.299 euro, quindi sono un settore già mal pagato e sfruttato, nonostante siano uno degli assi fondamentali della cultura italiana, che è anche un asset economico.
Rileva, inoltre, il fatto che molti festival storici dedicati alla sperimentazione sono stati “cassati”. La verità è che avete trasformato il Ministero della Cultura in un ginepraio, in un verminaio pieno di veleni, scandali e addirittura conflitti fra il Ministro e i Sottosegretari (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che ha un unico obiettivo: portare a casa il controllo politico della cultura italiana. Noi, questo, Ministro, non lo possiamo permettere, perché la libertà culturale è un valore anche costituzionalmente garantito. Le ricordo che dovrebbe adoperarsi anche lei, affinché ci sia pluralismo in questo mondo e affinché le politiche di questo Ministero smettano di provocare danni gravi a tutti i settori della cultura italiana (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Lei, purtroppo, non sembra essere il Ministro della Cultura, ma sembra essere, in questo Paese, un Ministro contro la cultura, e ci avrà sempre alla sua opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).(Chiarimenti in ordine alla riduzione dei finanziamenti a favore degli organismi del cosiddetto ambito Multidisciplinare nel settore dello spettacolo dal vivo - n. 3-02057)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)GIOVANNA IACONOPRESIDENTE. La deputata Iacono ha facoltà di illustrare l'interrogazione Manzi ed altri n. 3-02057 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)GIOVANNA IACONO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il 27 giugno è stato pubblicato il decreto relativo all'accesso ai contributi pubblici nell'ambito dei festival multidisciplinari. Quel provvedimento ha generato forti preoccupazioni nel mondo della cultura: la riduzione di quei finanziamenti metterà a rischio l'esistenza di numerose realtà di rilevanza nazionale ed internazionale. Sono 29 i festival esclusi dalla ripartizione, e tra di essi anche il Festival di Sant'Arcangelo. Pare che, contrariamente alle indicazioni delle tabelle ministeriali, le commissioni, nella valutazione, non si siano basate soltanto sulla qualità artistica dei progetti.
Noi siamo molto preoccupati, signor Ministro, di questa deriva pericolosa per la cultura nel nostro Paese, che le sottrae autonomia e la sottopone al controllo politico, che penalizza diverse realtà con conseguenze molto gravi, non solo sul piano culturale, ma anche sul piano occupazionale. E allora le chiediamo, signor Ministro, di chiarire quali siano i nuovi criteri di assegnazione dei contributi e i conseguenti tagli.ALESSANDRO GIULIPRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha facoltà di rispondere.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Grazie, Presidente. Grazie, onorevoli interroganti. Mi ripeto: l'accesso al sistema triennale di finanziamento avviene previa valutazione tecnica dei progetti artistici triennali e del programma annuale 2025 da parte delle commissioni consultive competenti per materia, sulla base dei criteri e delle modalità dettate a monte da un decreto ministeriale, il n. 463 del 2024, e dei parametri di cui al relativo Allegato B. Non è burocratese: le commissioni sono indipendenti e il Ministro non entra nelle decisioni delle commissioni. Non mi sentirete mai dire ad alcuno di voi che la vostra è una parola di menzogna. Mai, mai. Accetto ogni critica, ma non vi darò dei menzogneri.
La valutazione, in particolare, si intende superata con un punteggio uguale o superiore a 10 punti su 35 ed è respinta con un punteggio inferiore a 10 punti, ferme, in tal caso, le alternative previste dal decreto medesimo in favore dei soggetti istanti: cioè, la possibilità di far presentare la domanda nell'ambito di altre attività e di presentare motivata istanza di riesame entro 15 giorni dal provvedimento di non ammissione. L'ho già detto relativamente al Teatro della Pergola.
Tanto premesso, si chiarisce, come risulta dai verbali e dalle schede pubblicati sul sito Internet della competente Direzione generale spettacolo, che la commissione per i progetti multidisciplinari ha espresso un'autonoma valutazione tecnico-discrezionale nei riguardi dei progetti presentati per il settore festival multidisciplinari. In particolare, la relativa tabella 39 specifica i seguenti criteri: qualità della direzione artistica; qualità professionale del personale artistico impiegato e/o degli artisti e delle formazioni ospitate; qualità artistica e innovatività del progetto nei contenuti e nelle modalità creative e realizzative; azioni di ricerca, educazione, fidelizzazione e sviluppo dei pubblici esistenti e potenziali mediante progetti specifici sul territorio nazionale, anche di accessibilità; azioni e strategie di comunicazione dinamiche, anche tramite i siti istituzionali, i social media e le nuove tecnologie digitali; valorizzazione della programmazione e della creatività emergente, anche attraverso l'ospitalità di compagnie e formazioni autonome; partenariati con operatori pubblici e privati del turismo e del patrimonio e con strutture e attività del sistema culturale; continuità e affidabilità gestionale.
Da quanto premesso, onorevoli interroganti, è evidente che il numero dei soggetti finanziati non dipende dalla discrezionalità del Ministro, ma esclusivamente da valutazioni tecnico-discrezionali espresse in totale autonomia dalla commissione consultiva competente. Se così non fosse, io non eserciterei la mia funzione entro il perimetro che mi è dato dal ruolo che ricopro.MATTEO ORFINIPRESIDENTE. L'onorevole Orfini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MATTEO ORFINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Vede, Ministro, a smentire questa ricostruzione non servo nemmeno io, bastano le decine di dichiarazioni dei parlamentari del suo partito che, in questi giorni, hanno rivendicato politicamente quei tagli e quelle bocciature e lo hanno fatto, a volte, anticipando le motivazioni delle Commissioni su verbali che erano ancora segreti, cioè sapevano le ragioni per cui La Pergola, ad esempio, era stata declassata prima che lo sapesse la sindaca della città in cui è La Pergola. Capisce bene che non sono particolarmente geniali i colleghi della sua maggioranza che si sono, sostanzialmente, autodenunciati nelle loro pressioni.
Vede, la verità, a proposito di verità, è che voi avete usato quelle Commissioni, che dovrebbero essere indipendenti, come un manganello per punire alcune delle espressioni artistiche più importanti e più autorevoli del nostro Paese, che spesso sono state finanziate per decenni da Governi di tutti i colori politici non perché fossero amiche di qualcuno, ma perché se lo meritavano, e che oggi si vedono completamente escluse dai finanziamenti. Lo avete fatto perché avete scelto di colpire un pezzo del mondo della cultura, un altro pezzo del mondo della cultura, cioè chi innova, chi sperimenta e chi, attraverso l'arte, legge e interpreta la realtà, cioè quella funzione sociale dell'arte, del teatro e della danza, e l'avete fatto senza alcuna motivazione oggettiva.
Come non c'è nulla di oggettivo in alcune promozioni e in alcuni ingressi, se ne è parlato poco fin qui, vedrà che arriveranno anche quelle: sono entrate realtà che prima non prendevano i finanziamenti, che di artistico non hanno nulla, per cui, forse, l'unica ragione che si riesce ad evincere per il loro ingresso è che sono amiche o amici di qualcuno. Quanto è successo, Ministro, è grave perché tradisce una visione. Non è suo mestiere - nemmeno mio, nemmeno nostro che facciamo politica - quello di indirizzare la cultura, di scegliere cosa si promuove e cosa non si promuove: questo lo devono fare i tecnici, questo lo devono fare le funzioni specifiche. La nostra funzione è di garantire la libertà della cultura, ed è esattamente quello che non è accaduto in questo caso, perché dove c'è una cultura libera, diffusa, vissuta è la democrazia ad essere più forte, ed è esattamente questo che vi spaventa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).(Chiarimenti in merito al declassamento della Fondazione Teatro della Toscana – n. 3-02058)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)VALENTINA GRIPPOPRESIDENTE. La deputata Grippo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02058 (Vedi l'allegato A).
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministro, è stato evocato, non a caso, in alcune delle interrogazioni precedenti perché è una questione oggettivamente che ci lascia sconcertati e preoccupati. Come sa, tre commissari su sette della Commissione consultiva per il teatro si sono dimessi, lamentando decisioni pretestuose e ingiustificate, in particolare, in riferimento al declassamento della Fondazione Teatro della Toscana - che ha al suo interno le sale La Pergola, Rifredi ed Era, che sono delle sale storiche di Firenze - da teatro nazionale a teatro della città, a seguito di una valutazione espressa sulla programmazione presentata dal direttore artistico Stefano Massini.
Noi riteniamo - ma come lei non entriamo nel merito delle valutazioni della Commissione - irrealistico che la programmazione presentata per il 2025-2027 da una personalità che lei stesso ha definito positivamente eccellente, programmazione che lei ha definito ambiziosa - concludo -, non raggiunga il punteggio minimo. Lei ha risposto che avrebbe acquisito gli atti e avrebbe verificato che non sia stato fatto nulla di inconsueto…VALENTINA GRIPPOPRESIDENTE. Concluda.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). …quindi le chiediamo di sapere se è stato fatto e quali sono le sue valutazioni.
ALESSANDRO GIULIPRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha facoltà di rispondere.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Grazie, Presidente. I verbali dovreste conoscerli perché sono pubblici, ne ho appena discusso con Stefano Massini, che ho incontrato poco fa al Ministero della Cultura, per ribadire che il nostro intento è vedere e verificare che La Pergola sia all'altezza di Massini e non viceversa.
Per meglio inquadrare l'ambito è bene ricordare brevemente, di nuovo, il funzionamento della Commissione consultiva per il teatro, chiamata ad esprimersi circa la qualità artistica dei progetti ammissibili al Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo. Le Commissioni consultive sono composte da sette membri, di cui quattro individuati dal Ministero della Cultura e tre designati dalla Conferenza unificata. Le riunioni delle Commissioni sono valide quando è presente almeno la maggioranza dei componenti e i relativi pareri sono assunti con voto favorevole della maggioranza dei componenti. E fin qui siamo alle basi della dialettica democratica interna a una Commissione.
In data 19 giugno - lo ricordo a tutti voi -, i tre componenti designati dalla Conferenza unificata (Pastore, Cassani e Grassi), in rappresentanza delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, dell'UPI e dell'ANCI, hanno rassegnato le proprie dimissioni, pur avendo espresso, almeno una persona fra loro, forti dubbi circa la possibilità che la programmazione del direttore Massini possa essere realizzata, venga realizzata così come descritta.
Relativamente al sistema di valutazione delle domande di contributo a valere sul Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo, si fa presente che un decreto ministeriale determina a monte i criteri e le modalità per l'assegnazione e la liquidazione, prevedendo che le Commissioni consultive competenti per materia valutino, attraverso l'assegnazione di un punteggio numerico sulla base di specifici parametri, la qualità artistica dei progetti ammissibili.
Nelle sedute del 18 e 19 giugno 2025, la Commissione consultiva, a maggioranza dei suoi componenti, non ha ritenuto il programma della Fondazione Teatro della Toscana ammissibile nel settore dei teatri nazionali e l'ha giustificato con un verbale che avevate chiesto venisse reso pubblico ed è stato reso pubblico, con tutte le motivazioni. Le motivazioni sono riportate per intero, dal 30 giugno 2025, sul sito della competente Direzione generale. Pertanto, il Teatro della Toscana, che nel frattempo è stato invitato a presentare domanda anche nel settore dei teatri delle città - e non è una buona notizia, ovviamente -, può presentare motivata istanza di riesame della domanda di contributo.
Mi vedo ancora una volta costretto a ricordare, in questa sede e non soltanto, che le Commissioni consultive per lo spettacolo dal vivo non subiscono, per fortuna, alcuna influenza esterna nel loro operato: esprimono le proprie valutazioni tecnico-discrezionali in totale autonomia, nell'ambito dei dettagliati criteri e parametri di valutazione dei progetti dettati dalla disciplina di settore. Su tale giudizio tecnico si sono sedimentate accuse strumentali, che io ho rigettato e continuo a rigettare. Se mi viene chiesto un parere personale da Ministro della Cultura, non posso che ribadire che il Teatro della Pergola è troppo importante per essere percepito come un teatro locale, va salvato da tutte le criticità che negli ultimi anni ne hanno eroso la reputazione, i finanziamenti e la proiezione internazionale. Questo è il mio giudizio sul Teatro della Pergola, ma il giudizio delle Commissioni è insindacabile da parte del Ministro, che può soltanto auspicare che, entro 15 giorni, fuoriescano degli elementi tali da rendere reversibile un giudizio sovrano, sul quale non posso e non voglio assolutamente influire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).VALENTINA GRIPPOPRESIDENTE. La deputata Grippo ha facoltà di replicare.
VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie, Ministro. Possiamo anche credere, anzi, crediamo alle sue riflessioni, purtroppo, però, è stato detto: i lavori di questa Commissione non sono stati trasparenti, non sono stati obiettivi, soprattutto nella comunicazione che c'è stata con tante persone esterne alla Commissione, prima ancora che con quelli che dovevano essere informati. Soprattutto, mentre lei dice - come noi condividiamo - che la Commissione non deve subire influenze esterne e deve lavorare in totale autonomia - e tutti vorremmo che così fosse -, il suo Sottosegretario, questa mattina, spiegava che il sistema delle provvidenze dello Stato allo spettacolo dal vivo italiano va rifondato perché così com'è è opaco, e diceva che l'operato di queste Commissioni deve intervenire perché le valutazioni sono state per tanti anni figlie di un'egemonia partita dal dopoguerra che, ormai, è ora di mettersi alle spalle.
Allora io le dico: lei ha ragione, è insindacabile da parte del Ministro l'operato della Commissione. Le chiedo se non sia insindacabile anche da parte di un Sottosegretario o se, forse, oltre a rivedere la Commissione, debba rivedere anche chi è il suo Sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).(Chiarimenti in merito alla corretta destinazione dei fondi pubblici in ambito culturale e audiovisivo, in relazione a recenti notizie di stampa concernenti le dimissioni della presidente di Cinecittà – n. 3-02059)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ANNA LAURA ORRICOPRESIDENTE. La deputata Orrico ha facoltà di illustrare l'interrogazione Amato ed altri n. 3-02059 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, da quando la cultura è nelle vostre mani è in profonda crisi. Da due anni le produzioni cinematografiche italiane indipendenti sono ferme al palo per i vostri errori sul tax credit.
Vi siete soltanto preoccupati di commissariare gli istituti culturali per sostituire le persone che non vi aggradano con i vostri amici. Avete iniziato dal Centro sperimentale di cinematografia e non vi siete fermati neanche quando la presidente di Cinecittà è diventata anche presidente di APA, l'associazione dei produttori audiovisivi più importante nel nostro Paese. Avete lasciato che continuasse a gestire Cinecittà, pur essendo in evidente conflitto d'interesse, fino a qualche giorno fa, quando la presidente Sbarigia si è dimessa, probabilmente per la vergogna, a seguito dei nostri esposti sui fondi che avrebbe elargito ai giornalisti affinché non criticassero l'operato assolutamente negativo della Sottosegretaria Borgonzoni. Ministro, ci dica la verità, la dica al popolo italiano, che con le proprie tasse finanzia la cultura libera, che - lo so - è un concetto che a voi non piace, ma è vitale per la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).ALESSANDRO GIULIPRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha facoltà di rispondere.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Grazie, Presidente. Grazie per questa lezione di libertà da parte di chi giudicava il Parlamento un orpello quando vinse le elezioni del 2018. In merito alle dimissioni di Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, confermo sia quanto dichiarato via comunicato stampa, sia quanto ribadito a voce anche nella visita agli studi il 30 giugno. Per facilità, riporto la mia dichiarazione presente all'interno del comunicato con cui Chiara Sbarigia stessa ha annunciato le proprie dimissioni: “Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli” - tra due incidentali, virgole: ha presente? - “ha ringraziato la presidente Chiara Sbarigia per l'egregio lavoro svolto sin qui e formula i suoi migliori auspici per i nuovi progetti che l'attendono”.
Successivamente, sempre con la nota stampa, ho rigettato qualsiasi ricostruzione tendenziosa e strumentale che colleghi l'ex presidente Sbarigia a presunti episodi scandalistici riconducibili alla governance di Cinecittà. Non entro nel merito di un vero o presunto conflitto di interessi, che nessuno ha mai dimostrato e, in ogni caso, non compete a me farlo.
Quanto alle affermazioni attribuite a Fabio Longo - “puoi attaccare il Ministro Giuli quanto vuoi, a loro non fotte niente, basta che non tocchi Borgonzoni o Sbarigia” - mi rifiuto, mi rifiuto di dare credito alle propalazioni di chicchessia e di chiunque altro venga sospettato di agire dietro le quinte, riportando dichiarazioni o azioni riferite come confidenze senza alcun riscontro ulteriore.
L'indagine interna, relativa al presunto utilizzo di fondi di Cinecittà per finalità non già promozionali, è stata condotta da Cinecittà stessa - guarda un po' - e non ha prodotto alcuna evidenza degna di rilievo, men che mai un coinvolgimento del Sottosegretario Lucia Borgonzoni in qualsivoglia attività. Per quanto mi riguarda - ascoltate bene, per cortesia - fa fede soltanto la dichiarazione del Sottosegretario stesso, il quale in data 6 giugno ha affermato: “È grave, è molto offensivo affermare che io acquisti oppure che io tenti di acquistare giornalisti per attaccare il mio Ministro o chiunque altro, e chi lo afferma ne risponderà nelle sedi opportune (Commenti del deputato Amato). Mi preme ribadire nuovamente con nettezza che non esiste nessuna guerra all'interno del Ministero, anche se qualcuno sembra sperarlo in tutti i modi”. Così è, anche se non vi pare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).GAETANO AMATOPRESIDENTE. Il deputato Amato ha facoltà di replicare.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, apro virgolette: dica ai colleghi di Fratelli d'Italia che i soldi a Perotti per Kaufmann li ha dati la Borgonzoni nel 2023 e nel 2024 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché sembra che questo sia sfuggito a lei e a loro. La Borgonzoni guida il settore cinema da febbraio 2021, glielo ricordo. Comunque, lei ha tagliato i fondi a centinaia di piccole associazioni che da decenni operano sul territorio. Abbiamo parlato della Pergola: un tempio e glielo dico io, che per quarant'anni ho fatto questo mestiere. Era il sogno di tutti gli attori arrivare sulle tavole della Pergola.
Lei ha tagliato fondi al Festival di Santarcangelo, però contemporaneamente finanziava un festival della fiction morta e sepolta a Roma, per farla rinascere nel collegio elettorale della Borgonzoni, a Rimini e a Riccione. E a chi lo ha affidato? Alla Sbarigia, Cinecittà. Le voglio dire una cosa, guardi: è stato approvato il bilancio di Cinecittà a maggio, non è ancora reso pubblico. Lo vada a guardare.
Intanto, con quei soldi, per ammissione di Fabio Longo, si comprava la buona stampa. Non mi pare che la Sbarigia abbia mai smentito; non mi pare che nessuno abbia mai querelato, nemmeno lei, quando Fabio Longo ha detto che lei ha partecipato al killeraggio politico del Ministro Sangiuliano. Lo ha detto Fabio Longo e ci sono le registrazioni.
Lei ha fatto sentire la sua voce solo quando si è dovuto dichiarare contro. Lei ha affermato che Montanari era una persona non specchiata. Le porto l'articolo (Commenti del Ministro Giuli)… Le porto l'articolo, quando lei ha detto che quel museo andava affidato a un direttore di specchiata (Commenti del Ministro Giuli)... certo, certo. Allora, ci fermiamo dopo e glielo porto qui; facciamo le foto insieme, però. Perfetto. Lei ha chiamato attorucolo uno dei migliori attori italiani, Elio Germano, Ministro. Non voglio dire quello che lei ha fatto (Commenti del Ministro Giuli – Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…GAETANO AMATOPRESIDENTE. Concluda.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)GAETANO AMATO (M5S). Però, i due minuti se li consumiamo così, Presidente, chiedo di recuperarli.
GAETANO AMATOPRESIDENTE. Sta parlando…
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)GAETANO AMATO (M5S). No, ma mi sta interrompendo il Ministro (Il deputato Bignami: “Ma non sta dicendo nulla!”).
GAETANO AMATOPRESIDENTE. Perdoni, ha esaurito il suo tempo, quindi si avvii a concludere.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)GAETANO AMATO (M5S). Non ho esaurito il mio tempo!
GAETANO AMATOPRESIDENTE. No, l'ha esaurito.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)GAETANO AMATO (M5S). Mi ha fermato il Ministro, mi sta provocando il Ministro (Commenti del Ministro Giuli)!
GAETANO AMATOPRESIDENTE. Concluda.
GAETANO AMATO (M5S). Lei ha dormito, mentre intorno a lei c'era tutto questo losco, Ministro. Lei ha fatto il bello addormentato nel losco. L'esposto alla procura l'abbiamo fatto noi per chiarire che fine hanno fatto quei fondi: poi vedremo come andrà a finire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative di competenza volte a ottimizzare le risorse e a rivedere i criteri per la concessione del cosiddetto tax credit - n. 3-02060)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ALESSANDRO AMORESEPRESIDENTE. Il deputato Amorese ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-02060 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ALESSANDRO AMORESE (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, torniamo proprio a Cinecittà - stando un po' più seri - che rappresenta il cuore pulsante di un cinema che ha contribuito a costruire la memoria comunitaria della nostra Nazione. Molti film che hanno costruito l'immaginario nazionale hanno trovato in Cinecittà la loro casa naturale, un luogo dove il cinema si faceva strumento di narrazione della realtà contemporanea.
Il Ministero della Cultura ha recentemente - e aggiungo giustamente - rivisto i parametri per l'accesso al credito d'imposta per la produzione nazionale e per le produzioni esecutive, il cosiddetto tax credit, per rendere il settore sempre più equo e competitivo, difendendo al contempo la parte sana del comparto da alcune, tante opacità minoritarie.
È sempre più necessario adottare misure che consentano di raggiungere un maggior equilibrio tra sviluppo competitivo dell'industria e tutela della creatività delle piccole e medie produzioni, anche attraverso il potenziamento dei contributi selettivi. Allora, come Fratelli d'Italia chiediamo quali siano le iniziative che il Ministero della Cultura stia adottando al fine di ottimizzare le risorse e rivedere i criteri per la concessione del tax credit, quale leva strategica per garantire la continuità e la crescita del cinema italiano, valorizzando i talenti e le produzioni cinematografiche e audiovisive italiane, ma al contempo correggendo le tante storture emerse negli anni.ALESSANDRO GIULIPRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha facoltà di rispondere.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Grazie, Presidente. Grazie agli onorevoli deputati interroganti. Sì, il nostro cinema è motivo di vanto e orgoglio. La sua catena del valore è nota in tutto il mondo e questo grazie alla grande qualità di tutto il settore, che va dagli autori alle maestranze. Una filiera di altissima qualità, di cui fa parte Cinecittà, un punto di riferimento internazionale, il più grande complesso di studi cinematografici in Europa, capace di attrarre produzioni da tutto il mondo e di mantenere viva la tradizione di eccellenza italiana nel cinema. Cinecittà rappresenta un patrimonio culturale che unisce storia, arte, innovazione, contribuendo a far conoscere e apprezzare la nostra cultura nel mondo. Il 30 giugno scorso mi sono recato in visita presso gli studi. Sono orgoglioso di poter confermare in quest'Aula il raggiungimento di tutti gli obiettivi del PNRR per giugno 2025 e, addirittura, la previsione di terminare tutte le opere del progetto prima della scadenza prefissata di giugno 2026. Un complesso di interventi di ammodernamento che porterà Cinecittà, alla vigilia del novantesimo anniversario della sua fondazione, ad avere un volto nuovo e ad accrescere la propria capacità produttiva del 60 per cento. Dubito che col precedente Governo questi risultati sarebbero stati raggiunti.
L'azione del nostro Governo nel settore cinema si è contraddistinta per una serie di analisi, verifiche e controlli con il massimo rigore, al fine di portare alla luce irregolarità, sprechi e, addirittura, truffe, che hanno caratterizzato, negli anni passati, quello che non esiterei a definire un abuso del tax credit. In particolare, abbiamo siglato un protocollo con la Guardia di finanza, abbiamo individuato circa 200 opere del periodo 2020-2024 che avevano documentazione valida, ma sospetta per la Direzione generale cinema e audiovisivo. Tra queste, circa la metà sono quelle già segnalate alla Guardia di finanza. Abbiamo stanziato 3,5 milioni di euro per migliorare il sistema di monitoraggio, controllo, rendicontazione e certificazione alla fonte.
Noi lo abbiamo fatto, non l'attuale opposizione, che ha creato il sistema del tax credit (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). È su mia precisa richiesta, con l'ultimo decreto direttoriale del 26 giugno 2025, non 2020. Abbiamo inoltre rafforzato ulteriormente i controlli, prevedendo: la piena tracciabilità dei flussi finanziari; l'utilizzo di conti correnti dedicati per i pagamenti di fatture e documenti di spesa; l'obbligo di fornire, su richiesta, una perizia di congruità dei costi sostenuti in relazione all'opera; la consegna dell'intera - ripeto - opera realizzata, in relazione alle produzioni esecutive di opere straniere. Esisteva questo prima? No! Adesso esiste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare)!
L'obiettivo del Governo è di rendere il tax credit un incentivo a prova di truffa. A prova di truffa! Come sopra riportato, abbiamo rimesso Cinecittà, sede eletta per le produzioni che ricevono il tax credit, in ottime condizioni di attrattività e reputazione nazionale e internazionale. I correttivi via via adottati da questo Governo vanno nella direzione di una sempre maggiore efficacia nei controlli, e i primi risultati si stanno vedendo.
Attualmente, le richieste di accesso all'incentivo avvengono da parte di imprese cinematografiche di altissimo livello. Se prima ad accedere al tax credit internazionale, con le regole precedenti, poteva figurare Francis Charles Kaufmann, alias Rexal Ford, grazie a un presunto prestanome italiano, oggi, con questo Governo, c'è Mel Gibson, assieme ad altri artisti e cineasti di caratura stellare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).FEDERICO MOLLICONEPRESIDENTE. Il deputato Mollicone, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Onorevoli colleghi, signor Presidente, Ministro Giuli, ci riteniamo estremamente soddisfatti della risposta. Smentiamo, quindi, qualsiasi propaganda. Il cinema è infatti un volano dell'immagine e della qualità italiana, un bene comune, un'industria nazionale assolutamente strategica. Il Governo di Giorgia Meloni, sin da Gennaro Sangiuliano fino a lei oggi, ha fatto una rivoluzione copernicana: nuovi criteri e stop alle distorsioni orribili.
Grazie all'ottimo lavoro di risanamento dell'amministratrice delegata, Manuela Cacciamani, poi è stato approvato il piano industriale di Cinecittà: aumento del 60 per cento della capacità produttiva, nuovi teatri, l'eccellenza nei servizi. Chi dice che i teatri sono vuoti afferma il falso! Nell'ultimo trimestre non ce n'è uno libero e la programmazione è in aumento. Il Parlamento è quindi impegnato su una complessiva riforma della governance del cinema insieme al Governo.
Anche Fratelli d'Italia presenterà una propria proposta. Bisogna, infatti, intervenire sugli obblighi di investimento e programmazione e sulle finestre cinematografiche di approdo in sala, a tutela proprio della produzione indipendente. Stiamo riformando il tax credit per difendere la parte sana del comparto, che è maggioritaria, da alcune opacità minoritarie. Lo diciamo chiaramente: mai più soldi pubblici per i furbi e i truffatori, ma a beneficio di produttori capaci e onesti, che sono la quasi totalità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare)!
Il cinema è certo un'industria strategica, ma per noi è molto di più: la narrazione di un immaginario nazionale e la rappresentazione, per il sistema estero, di un'eccellenza mondiale. Per cui, Ministro Giuli, avanti così, con un'azione di Governo conservatrice e riformista. Fratelli d'Italia e il Parlamento sono con lei e Giorgia Meloni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare)!(Iniziative di competenza volte ad assicurare livelli di spesa pubblica adeguati per il finanziamento delle attività di prevenzione sanitaria - n. 3-02061)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ALESSANDRO COLUCCIPRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-02061 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il gruppo di Noi Moderati è da sempre convinto che le misure di prevenzione sanitaria costituiscono uno strumento fondamentale per promuovere la tutela della salute. La prevenzione sanitaria è molto apprezzata dai cittadini, apprezzamento che ha determinato la promozione in tutto il Paese di eventi e di campagne di sensibilizzazione, che risultano sempre molto partecipate, anche grazie all'aumento delle capacità di screening, che migliorerà ancora di più con l'intelligenza artificiale.
Uno studio del 2023, sostenuto dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro, ha dimostrato che, dal 1989 al 2023, l'adozione di comportamenti salutari, la partecipazione alle campagne di screening e i progressi delle terapie hanno evitato la morte per cancro a quasi 6 milioni di persone nell'Unione europea. L'invecchiamento della popolazione determina nuovi e crescenti bisogni sanitari e sociali, quindi è doveroso garantire non solo anni di vita in più, ma che siano anni vissuti in buona salute.
Noi reputiamo, signor Ministro, che anche la vaccinazione sia un'attività di prevenzione, da valutare e programmare con piani vaccinali condivisi anche a livello internazionale e da rendere coerente con l'astensione del nostro Paese alla votazione del primo accordo pandemico dell'Organizzazione mondiale della sanità. Il gruppo di Noi Moderati ha molta fiducia nel suo operato e anche nei suoi indirizzi quando afferma che dobbiamo investire di più nella prevenzione, perché oggi solo il 5 per cento del Fondo sanitario nazionale è destinato alla prevenzione.
Quindi, signor Ministro, il gruppo di Noi Moderati le chiede di aggiornare il Parlamento sulle intenzioni sue e del Governo rispetto alla preziosa attività di prevenzione in cui sappiamo che lei crede e su cui noi insistiamo molto.ORAZIO SCHILLACIPRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per avere posto l'attenzione su un tema centrale per il futuro della nostra Nazione. Le malattie croniche non trasmissibili rappresentano oggi il 70 per cento dei decessi. È un dato che ci obbliga ad agire con determinazione su tutti i fattori di rischio modificabili. Tabagismo, sedentarietà, consumo dannoso di alcol, scorretta alimentazione condannano a un destino ineluttabile, che però possiamo contrastare con strategie mirate ed investimenti intelligenti.
Il Piano nazionale della prevenzione 2020-2025 rappresenta il cuore della nostra azione: un approccio life course che contempla interventi preventivi, sin dalla primissima fase dell'esistenza, per migliorare non solo l'aspettativa, ma, soprattutto, la qualità di vita dei nostri cittadini. I risultati stanno arrivando. I dati dell'Osservatorio nazionale screening per il 2023 parlano chiaro: 15.946.091 persone invitate agli screening; quasi 7 milioni hanno eseguito il test; più del 90 per cento della popolazione target raggiunta per screening mammografico e colorettale, oltre per quello cervicale; per gli screening femminili i risultati sono ottimali, riusciamo ad invitare oltre il 90 per cento della popolazione avente diritto.
Questi non sono numeri, sono vite potenzialmente salvate. Il 26 gennaio 2023 abbiamo adottato il Piano nazionale oncologico 2023-2027 con l'intesa Stato-regioni. Non solo prevenzione, ma un approccio globale e intersettoriale che integra prevenzione, diagnosi precoce e gestione. L'obiettivo? Eliminare le diseguaglianze nell'accesso agli interventi di prevenzione e cura perché un cittadino del Sud non può avere meno opportunità di uno del Nord. Tra le novità, allargamento delle fasce di età per screening mammografico e colorettale, miglioramento dei percorsi per l'identificazione precoce dei soggetti a rischio eredo-familiare, prevenzione personalizzata e non più uguale per tutti.
Veniamo al cuore dell'interrogazione, i finanziamenti. Ecco cosa è stato stanziato: piano oncologico, 10 milioni di euro per ciascun anno, dal 2023 al 2027; 50 milioni di euro per potenziare prevenzione, diagnosi, cura e assistenza oncologica; per i test genomici, 20 milioni di euro annui per il rimborso dei test per il carcinoma mammario ormono-responsivo. Medicina personalizzata, quindi, non promesse. Per il Next Generation Sequencing, 5 milioni di euro iniziali; incrementati i 200 milioni euro annui per il colangiocarcinoma inoperabile, più un milione di euro per il 2024 perché la ricerca non si ferma; per i registri tumori, un milione di euro annui dal 2020, per alimentare il Registro tumori nazionali; per lo screening polmonare un milione di euro, incrementato di oltre 0,6 milioni di euro per il 2027 (la Rete italiana per lo screening polmonare è una realtà); per la prevenzione del tumore al seno 200.000 euro per il 2025 e 800.000 euro per il 2026, per estendere lo screening alle fasce 45-50 e 70-74 anni.
Il PON “Equità nella salute” dei fondi strutturali europei interverrà nelle 7 regioni del Sud dove le diseguaglianze sono più marcate. Non possiamo più accettare che la geografia determini le opportunità di salute. La prevenzione non è un settore della sanità, lasciatemelo dire: è il settore della sanità del futuro. Investire in prevenzione significa investire in anni di vita in salute, in qualità della vita, in sostenibilità del sistema.
I numeri che ho illustrato dimostrano che stiamo andando nella giusta direzione, ma non ci fermiamo qui. Vogliamo aumentare quella percentuale del 5 per cento del Fondo sanitario nazionale destinata alla prevenzione. Stiamo lavorando con il MEF per far riconoscere questi investimenti nelle nuove regole del bilancio europeo, perché ogni euro speso in prevenzione ne fa risparmiare fino a dieci in cure, ma, soprattutto, regala futuro ai nostri cittadini.MAURIZIO LUPIPRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di replicare.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, a nome del gruppo di Noi Moderati, ci dichiariamo soddisfatti della sua risposta, nel senso che siamo convinti che quella che lei ha indicato sia la strada da percorrere, con la certezza dei tempi e con le risorse messe a disposizione, per arrivare all'unico obiettivo che dà la ragione dell'importanza di quanto stiamo discutendo: eliminare le diseguaglianze nell'accesso agli interventi di prevenzione e cura, perché un cittadino del Sud non può avere meno opportunità di uno del Nord. Sto ripetendo un pezzo della sua risposta alla nostra interrogazione. La prevenzione non è un settore della sanità, è il settore della sanità del futuro.
Credo che questa sia la sfida che noi abbiamo davanti. Lei, come noi, sa di avere una responsabilità importante. Non c'è bisogno di guardare le indagini statistiche e i sondaggi per vedere che la priorità delle priorità per i cittadini italiani è la sanità: il diritto alla salute, il diritto a non avere lunghe code di attesa. Lei ha fatto un decreto, insieme a noi, e noi abbiamo chiesto, come Noi Moderati, alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di dare tutti gli strumenti a lei, Ministro, in accordo con le regioni. Ma se le regioni disattendono, di qualunque colore sia la regione e da chiunque sia governata, sul tema della riduzione delle liste d'attesa si intervenga e si intervenga pesantemente.
Ma torniamo alla prevenzione. Dicevo: non c'è bisogno di guardare i sondaggi. Basta parlare con i nostri familiari, con i nostri amici, con le persone che conosciamo, per vedere che questa è, per tutti gli italiani, la priorità delle priorità. E allora ha ragione - e concludo - sul fatto che ogni euro speso in prevenzione è un moltiplicatore di risorse che non si spendono da parte del bilancio pubblico, ma - mi permetta - innanzitutto un euro speso bene per la dignità della persona.
Due input, so che lei ne ha parlato, ma su cui Noi Moderati insistiamo.
C'è un esempio virtuoso del passato, che ha permesso al nostro Paese di avere una prevenzione effettiva: era il medico scolastico. Era il presidio nelle scuole, sin dalla tenera età, di una visita medica che permetteva uno screening totale a tutti i nostri bambini. Ripensiamo a questo, ovviamente anche con le risorse a disposizione.
E, sempre nell'età scolastica, so che ne abbiamo parlato tante volte, l'insegnante di educazione fisica nelle scuole elementari: è sport, è salute, è possibilità di collaborare nella prevenzione.MAURIZIO LUPIPRESIDENTE. Concluda.
MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)M-CP). Quindi, la ringrazio di cuore e avrà sempre il gruppo di Noi Moderati a collaborare con lei per raggiungere questi obiettivi (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
(Iniziative volte a promuovere la vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale negli adulti a rischio, nella popolazione anziana e nelle donne in gravidanza per la protezione dei neonati - n. 3-02062)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)SIMONA LOIZZOPRESIDENTE. La deputata Loizzo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02062 (Vedi l'allegato A).
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)SIMONA LOIZZO (LEGA). Grazie, Presidente. Il virus respiratorio sinciziale è un virus altamente trasmissibile, le cui epidemie si verificano ciclicamente, con picchi durante la stagione invernale. Nella popolazione di età superiore ai 60 anni, in particolare, si stimano ogni anno 290.000 nuovi casi di infezione respiratoria acuta provocati dal virus respiratorio sinciziale, 26.000 ricoveri e circa 2.000 decessi intra-ospedalieri. In Italia, le stime indicano circa 25.000 ricoveri in bambini sotto i 5 anni, equivalenti al 40 per cento di tutte le ospedalizzazioni respiratorie in fascia pediatrica.
Negli ultimi anni si sono intensificati gli studi per rendere disponibili diversi vaccini per la prevenzione delle patologie da RSV nell'adulto a rischio e anche nell'anziano. La recente disponibilità di vaccini efficaci e sicuri nei confronti delle patologie causate dal virus respiratorio sinciziale rappresenta oggi per noi un'opportunità preventiva di grande valore clinico e potrebbe contribuire alla riduzione del carico assistenziale sulle strutture ospedaliere e, soprattutto, nei reparti di pediatria.
Quindi chiedo al Ministro se intenda adottare iniziative per garantire, anche attraverso l'aggiornamento del calendario vaccinale, un accesso tempestivo e omogeneo ai nuovi vaccini per la prevenzione delle patologie da RSV negli adulti a rischio, nei bambini in età pediatrica e nelle donne in gravidanza, visto che in alcune regioni, a volte in quelle più ricche, questa campagna vaccinale è garantita.ORAZIO SCHILLACIPRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Loizzo e gli altri deputati firmatari per aver sollevato una questione che tocca direttamente le fasce più vulnerabili della nostra popolazione. Parliamo di anziani, donne in gravidanza, neonati, persone che meritano la massima protezione dal nostro sistema sanitario. Il virus respiratorio sinciziale non è un nemico da sottovalutare. I numeri che avete citato nell'interrogazione sono eloquenti: 290.000 casi l'anno negli over 60, 26.000 ricoveri, 1.800 decessi. E poi ci sono i bambini: 25.000 ricoveri annui sotto i 5 anni, quasi la metà di tutte le ospedalizzazioni respiratorie in quella fascia di età.
Ma arriviamo al punto centrale della vostra domanda. Stiamo già agendo. Il 2 agosto 2023, in sede di Conferenza Stato-regioni, abbiamo sancito l'intesa sul Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023- 2025 e sul calendario nazionale vaccinale. Non è solo un documento burocratico, è la nostra strategia per proteggere gli italiani, con la possibilità di inserire anche gli anticorpi monoclonali per la profilassi.
Con la circolare n. 9486 del 27 marzo 2024 abbiamo informato le regioni sulle strategie di prevenzione del virus respiratorio sinciziale. Oggi in Italia sono autorizzati 2 anticorpi monoclonali per nati prematuri e neonati e 3 vaccini per adulti e donne in gravidanza; dal 2025 ce n'è uno ulteriore.
Il 18 luglio 2024, il NITAG ha dato parere positivo, con l'introduzione dei monoclonali per neonati nel calendario nazionale, con offerta attiva a tutti i nuovi nati. Il 17 ottobre 2024 abbiamo sottoscritto l'intesa per l'accesso universale dei neonati all'immunizzazione contro l'RSV, con uno stanziamento di 50 milioni di euro a valere sul Fondo sanitario nazionale. Non sono solo cifre, sono vite che proteggiamo.
I primi dati ci dicono che stiamo andando nella direzione giusta. Dal Veneto arrivano numeri incoraggianti, con una riduzione del 74 per cento dei ricoveri correlati all'RSV. E non solo ci sono meno ricoveri, ma ci sono anche meno casi gravi. I trasferimenti in terapia intensiva sono scesi dal 16 al 10 per cento.
La vera novità è per la stagione 2025-2026. Accanto all'anticorpo monoclonale per i neonati, avremo anche il vaccino per le donne in gravidanza: una doppia protezione, madre e bambino.
Il nostro Dipartimento della prevenzione ha avviato le azioni necessarie per l'aggiornamento del calendario nazionale di immunizzazione per l'RSV, come previsto dal Piano nazionale di prevenzione. L'iter richiede i tempi tecnici necessari per una corretta attuazione. Non improvvisiamo, quando si tratta di salute pubblica, ma non stiamo fermi ad aspettare.
Sono in corso valutazioni puntuali per definire una strategia vaccinale che garantisca, già per la campagna 2025-2026, un accesso tempestivo e capillare a neonati, donne in gravidanza e adulti. Due regioni, Sicilia e Molise, hanno già iniziato di propria iniziativa con il vaccino materno: è la dimostrazione che il sistema funziona e che c'è collaborazione tra centro e periferia.
Onorevoli, la risposta alla vostra domanda è: sì, stiamo adottando tutte le iniziative necessarie, con i fondi, con le intese e con l'aggiornamento del calendario vaccinale, perché proteggere i più fragili non è solo un dovere istituzionale, è un imperativo morale. Il virus respiratorio sinciziale ha fatto danni per troppo tempo. Ora abbiamo gli strumenti per fermarlo e li useremo tutti.SIMONA LOIZZOPRESIDENTE. La deputata Loizzo ha facoltà di replicare.
SIMONA LOIZZO (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo ringraziare, a nome del gruppo Lega, il Ministro Schillaci, non soltanto per la qualità della risposta e, quindi, per l'assoluta concretezza della programmazione della campagna vaccinale 2025-2026 per il virus respiratorio sinciziale, ma per tutte le attività che sta facendo e, soprattutto, per l'attenzione che ha il Ministro Schillaci nel raccogliere le esigenze che vengono da tutti i territori, anche dalle regioni che sono più disagiate o che hanno sistemi sanitari regionali più forti. È questa l'opera che noi ci aspettavamo dal Ministro Schillaci ed è questa l'opera che il Ministro Schillaci sta portando avanti, garantendo l'omogeneità dei servizi sanitari regionali su tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
(Iniziative volte a garantire la copertura da parte del Servizio sanitario nazionale delle spese di manutenzione e riparazione di ausili come le carrozzine elettriche, al fine di garantire, su tutto il territorio nazionale, il diritto alla salute e all'inclusione delle persone con disabilità - n. 3-02063)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)MARIA CHIARA GADDAPRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di illustrare l'interrogazione Boschi ed altri n. 3-02063 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ministro Schillaci, nel nostro Paese esistono moltissime persone con disabilità che, per andare al lavoro, per andare a scuola, per andare a fare una visita medica o, semplicemente, per godere del loro tempo libero, hanno bisogno di una carrozzina elettrica. Con l'avvento del nuovo decreto Tariffe e con le difficoltà di attuazione nelle diverse regioni dei nuovi livelli assistenziali, sono state segnalate numerose criticità rispetto a un tema molto specifico, che è, appunto, la manutenzione di queste carrozzine, le batterie, la sistemazione delle ruote.
Insomma, tutto quello che serve per consentire a queste persone di poter accedere alla loro quotidianità. Le chiedo, quindi, Ministro se è consapevole di queste criticità segnalate in diverse regioni, in Lombardia, in Veneto, in Sicilia e in tante altre, e se intende, in quest'Aula, dare una parola chiara e certa sul fatto che queste prestazioni continueranno ad essere coperte dal Servizio sanitario nazionale.ORAZIO SCHILLACIPRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per il quesito che mi permette di chiarire definitivamente la portata del nuovo decreto Tariffe sui LEA.
Parliamo di diritti fondamentali delle persone con disabilità, su questo non possiamo certo permetterci equivoci. Dopo oltre 20 anni, abbiamo aggiornato le tariffe LEA, con particolare attenzione agli ausili per la mobilità, ma facciamo chiarezza su cosa è cambiato davvero. Nel vecchio decreto del 1999, rimasto in vigore fino al 2024, erano previste voci specifiche per le riparazioni degli ausili, inclusi la sostituzione delle batterie delle carrozzine elettriche.
Oggi il nuovo decreto introduce un approccio più moderno: le regioni acquistano le carrozzine elettriche tramite gare pubbliche, che includono nei contratti anche manutenzione e riparazione. Non è un taglio dei servizi, è un miglioramento dell'organizzazione. La base normativa, l'articolo 3, comma 2, dell'allegato 12 al DPCM 12 gennaio 2017, stabilisce chiaramente che per i dispositivi nell'elenco 2A del nomenclatore, dove sono incluse le carrozzine, regioni e ASL stipulano contratti con i fornitori aggiudicatari delle gare pubbliche. E cosa devono prevedere i capitolati di gara?
Che i soggetti aggiudicatari assicurino l'adattamento personalizzato dei dispositivi da parte di professionisti sanitari abilitati, più la manutenzione, riparazione e sostituzione dei componenti. Voglio essere cristallino. Questa disposizione è vigente dal 2017: il nuovo decreto Tariffe non ha determinato alcun impatto negativo sui diritti dell'assistito. Le regioni si sono organizzate bene, molte hanno approvato tariffari di riferimento che specificano come la riparazione e sostituzione dei dispositivi protesici, dopo i tempi minimi di garanzia, rimangono a carico delle aziende sanitarie.
Prendiamo la Sicilia, citata nell'interrogazione: con il decreto assessoriale n. 869/2024 ha stabilito che la riparazione dei dispositivi protesici, trascorsi i tempi minimi di garanzia, se economicamente vantaggiosa, deve essere effettuata dalle ASP tramite le ditte già aggiudicatarie di gara. Per quanto riguarda poi l'affermazione che le procedure hanno riguardato solo ausili a bassa complessità, mentre sono in ritardo per quelli ad alta adattabilità, come le carrozzine elettriche, abbiamo visto le ricognizioni di delibere regionali che affermano il contrario.
Diverse regioni, poi, hanno espletato gare pubbliche su tutti gli ausili degli elenchi 2A e 2 B dell'allegato 5 al DPCM LEA: provincia autonoma di Trento, Toscana, Liguria, Friuli-Venezia-Giulia. La conclusione è semplice: in coerenza con le vigenti previsioni nazionali, nessuna compartecipazione alla spesa deve essere richiesta dalle regioni all'assistito. I diritti delle persone con disabilità sono tutelati, il nuovo sistema è più efficiente, più moderno, più trasparente, e soprattutto, cosa che conta davvero, garantisce gli stessi servizi con maggiore qualità organizzativa.
Non accetteremo che interpretazioni scorrette della normativa creino incertezze sui diritti costituzionali garantiti. Anche per questo, proprio ieri è stato inviato dal Ministero della Salute ai referenti regionali per l'assistenza protesica un report ad hoc, che parla di queste problematiche. Su questo il Ministero vigila e continuerà a vigilare.MARIA CHIARA GADDAPRESIDENTE. La deputata Gadda, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Ministro. Mi aspetto un impegno nel tempo rispetto a quanto appena affermato oggi in Aula, perché sicuramente dobbiamo avere un approccio più moderno, ma abbiamo forse la necessità, nei confronti dei nostri cittadini, di avere anche un approccio consapevole delle difficoltà quotidiane che vivono le persone con disabilità da un lato, ma anche le loro famiglie, perché l'incertezza che c'è nelle regioni - perché attuare i nuovi LEA è complesso, ci sono stati tanti ricorsi, ci sono stati tanti stop and go - non può essere sulle spalle delle regioni.
Bene, quindi, che il Governo e il suo Ministero assumano un impegno rispetto a indicazioni precise, però, dall'altro lato, non possiamo pensare che una mamma e un papà, per richiedere una manutenzione, per richiedere una nuova batteria, possano passare delle ore o delle settimane al telefono, in attesa di avere dei “no”, di avere delle risposte incerte. Noi questo non possiamo permettercelo. Avete fatto un Ministero della disabilità. Il punto è che queste famiglie, queste persone, rischiano di rimanere gli ultimi della fila, perché abbiamo una legge delega sulla disabilità che è ferma, non sta andando avanti, quindi il principio della vita autonoma di queste persone è fermo al palo.
Ancora nulla si sa rispetto alla legge sui caregiver. La disabilità è un elemento che porta più fragilità in una famiglia, perché una persona che ha bisogno di una carrozzina elettrica tendenzialmente ha bisogno di un caregiver, ha bisogno di una persona, quindi il papà, la mamma, un congiunto, che rinunciano anche ad andare al lavoro; ha bisogno di una badante.
Molte volte, nella stragrande maggioranza dei casi, la pensione di invalidità, l'accompagnamento, non raggiungono nemmeno i mille euro; per cambiare il joystick di una carrozzina, si devono spendere privatamente 700 euro, una batteria può costare dai 400 ai 600 euro. Noi quindi non possiamo permetterci che queste spese siano a carico dei cittadini, perché altrimenti entriamo nella stessa situazione, che abbiamo di fronte a noi tutti i giorni, delle liste d'attesa, dove chi può pagare va avanti e, invece, chi non può pagare rimane indietro.PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,20. La seduta è sospesa. - Missioni. PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 110, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
- Per un richiamo al Regolamento e sull'ordine dei lavori. PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)FEDERICO FORNARO
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per richiamo al Regolamento, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per il suo tramite volevo segnalare al Presidente della Camera che, da un po' di tempo a questa parte, è in uso nei question time una procedura da parte dei Ministri - non di tutti - che prevede che la replica non si concluda con l'intervento del deputato interrogante, come prevede il Regolamento per il question time, ma veda spesso il Ministro continuare a controreplicare, poi, nella risposta all'interrogazione successiva.
Io credo che questo non sia coerente con lo schema, con l'impostazione del question time: l'ultima parola per Regolamento nel question time spetta all'interrogante, non al Ministro, il Ministro risponde. Così come rilevo che - ma non è assolutamente un'osservazione nei confronti della sua Presidenza, sto facendo un ragionamento più generale -, in diverse occasioni, i Ministri non si attengono al Regolamento, cioè all'intervento in risposta alle interrogazioni, ma a volte interloquiscono con l'interrogante. Io credo che ribadire in maniera formale al Ministro per i Rapporti con il Parlamento quali sono le regole di “ingaggio” del question time sarebbe più corrispondente a una lettura puntuale e un'interpretazione corretta del Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).RICCARDO RICCIARDIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Per chiedere un'informativa alla Presidente Meloni su quello che accadrà la prossima settimana, su quale sia la nostra linea sui dazi. Vedete il 9 luglio noi abbiamo una sorta di ultimatum e non sappiamo nulla. Sappiamo solo che abbiamo promesso a Trump milioni di euro, milioni di dollari, miliardi di dollari nell'acquisto di armi americane che, quindi, andranno nei depositi delle fabbriche americane.
Sappiamo che abbiamo promesso a Trump e agli Stati Uniti che i soldi delle bollette degli italiani, delle famiglie, andranno nel gas che gli americani ci vendono a caro prezzo, ma non sappiamo cosa abbiamo ottenuto in cambio. Sappiamo cosa hanno ottenuto, nel frattempo, ancora una volta, Trump e gli Stati Uniti d'America, ovvero una vergogna colossale: che le grandi aziende del web non pagheranno più un euro di tasse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Se si era raggiunto un minimo primo passaggio dicendo che queste grandi aziende avrebbero dovuto pagare almeno il 15 per cento laddove fanno mercato, adesso noi abbiamo stracciato anche quello, ci siamo prostrati completamente a Trump, neanche il 15 per cento! Allora io vorrei parlare alle partite IVA: quale partita IVA ha questo regime fiscale, come hanno Google, Amazon, Meta, Facebook, Apple? Quale imprenditore, che si alza la mattina per aprire il capannone e chiuderlo la sera, è l'ultimo, e non licenzia un operaio perché non vuole, perché fanno parte della sua famiglia allargata, mentre Amazon ci mette un secondo a buttare sulla strada le persone, ha questo regime fiscale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Nessuno, nessuno.
E allora, Giorgetti, cosa dice? Parla di onorevole accordo: abbiamo raggiunto un onorevole accordo. Guardate che il servilismo, il vostro servilismo non sta pagando, perché ci stanno continuando a prendere a pesci in faccia, a schiaffi in faccia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Noi vorremmo capire, anche dalla Presidente Meloni, a chi si riferiva Trump - Presidente, mi scusi, cito le testuali parole del Presidente degli Stati Uniti d'America - quando parlava di: Paesi che fanno la fila per baciargli il culo.
A chi si riferiva? Noi qualche sospetto lo abbiamo, perché l'Italia penso sia tra i principali sospettati di questa allusione di Trump e noi abbiamo l'imbarazzo della scelta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se voi volete continuare a svendere così l'Italia, voi potete pure farlo, a voi andrà anche bene che il nostro Paese si prostri ai piedi degli Stati Uniti, andrà anche bene che diamo il nostro Paese come location per un matrimonio. Voi, anzi, rivendicate che Bezos ha fatto pubblicità a Venezia e all'Italia. Signori, Venezia non ha bisogno di Bezos per farsi pubblicità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La nostra storia e il nostro Paese non hanno bisogno di questa gente per farsi pubblicità. Voi volete svendere la nostra storia, ma la nostra storia non è commerciabile, anche se nella vostra idea di mondo tutto ha un prezzo, ma nella nostra idea di mondo la dignità non ha un prezzo, anche se voi provate a umiliarla tutti i giorni e oggi siete i camerieri più proni di Trump, ma noi non vi consentiremo di prendere la dignità del nostro Paese, dell'Italia, metterla in un pacco e spedirla oltreoceano con una consegna premium, come state facendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).MARCO GRIMALDIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Ci faccia dire che è davvero indecoroso che davanti a una vicenda così complessa e così al centro del futuro dell'economia globale, davanti alla minaccia dei dazi di Trump, non si sia riuscito a trovare un momento nel quale Giorgia Meloni venisse a dire qua, davanti alle Camere, qual è la posizione del nostro Paese. Davanti a che cosa? Davanti ai 29.000 miliardi di dollari di sbilancio commerciale degli Stati Uniti. Parliamo di questo, parliamo di un'operazione da parte del Presidente Trump di regolare con il conflitto, con la minaccia come fa lui, da predatore.
Donald Trump è un predatore, lo è nel modo di fare finanza, nell'imprenditoria, con le donne e con la democrazia. Non abbiamo paura di dirlo in questo Parlamento. È un predatore che pensa di far pagare agli europei quella bilancia commerciale che fa sì che le nostre esportazioni siano superiori a quanto loro importano.
La verità è che ho il timore, abbiamo il timore, come Alleanza Verdi e Sinistra, che ReArm Europe sia parte di questa trattativa, perché ci pare chiaro davanti a un'Europa che, invece di rispondere con la difesa comune, arma ogni Stato, cambiando le capacità di indebitamento - cosa che non eravamo riusciti a fare per il welfare, per i salari, per l'ambiente, per la riconversione ecologica, per la sanità e, invece, si fa sulla difesa - e parte di quei soldi arriveranno chiaramente, così come dice la gran parte delle multinazionali europee, negli Stati Uniti. È ancora più chiaro, se non fosse nel ReArm Europe, nel nostro piano dell'export in cui si dice che questa trattativa deve essere fatta con armi e con gas liquido. A proposito del clima rovente che c'è fuori, ci sono tanti negazionisti del clima, tanti “climafreghisti” qua dentro, che continuano a non comprendere quanto il ritardo della fine dell'era fossile e l'accettazione di un dato, cioè servono piani di adattamento climatici, serve riconversione ecologica, ma serve finire, finire l'era negazionista che proprio Trump vuole continuare a fare.
Dopo tutto questo, dopo qualche minaccia di dazio, l'unica vera arma che l'Europa aveva, che il nostro Paese ha, è rispondere, piuttosto che con dei dazi, con un'idea selettiva, magari esattamente contro quelle Big Tech che sono parte di un problema democratico. Non sono solo monopoliste, come Amazon, che ci spiega che l'intelligenza artificiale porterà migliaia e migliaia e migliaia di disoccupati, ma molti profitti nelle loro tasche. Ecco, davanti a questi colossi, invece di dire che nei prossimi anni ridurremo l'orario di lavoro a parità di salario, chiederemo per tutti dei redditi di base, proprio per evitare che l'accumulo sia solo sulle spalle di chi per 3 giorni si compra Venezia e per tutto il resto dei giorni prova a non pagare quelle tasse, davanti a loro, davanti a Google, Meta, davanti a Apple, noi dovremmo dire pay in Italy.
E invece no, invece no! Pensiamo a una web tax in cui loro sono esenti. Allora lo dico a tutti i sovranisti silenti in quest'Aula: ma dove siete? Ma dov'è l'interesse nazionale in questa trattativa? Ma quale buona trattativa? E Giorgetti che ci spiegava che avevamo ragione quando dicevamo che era ora di tassare quei colossi, che fanno dumping contro le nostre aziende. Ci diceva: vedrete, presto troveremo una soluzione.
Ecco, la soluzione è quella di andare lì, dall'altra parte degli Stati Uniti, a baciare la pantofola, se possiamo essere non scurrili.
Questo è quello che abbiamo sentito, ma l'assenza di questo Governo in questa discussione, l'assenza di un'informativa vi dà l'idea di quanto il mercantilismo sia dominante in tutto, anche nelle nostre relazioni internazionali (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).MARIA CHIARA GADDAPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sullo stesso argomento, la deputata Maria Chiara Gadda. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Il gruppo di Italia Viva aveva chiesto di poter discutere questa settimana, in quest'Aula, la mozione a prima firma di Italia Viva sulla questione dei dazi. Con ogni probabilità non sarà possibile poterla discutere prima dell'avvicinarsi della data ultima di sospensione, quindi, dell'entrata in vigore dei nuovi dazi. Quindi, noi le chiediamo di poter fare urgentemente un'informativa con la Presidente del Consiglio che possa fare chiarezza.
Perché abbiamo molto chiaro l'intendimento del Presidente degli Stati Uniti, Trump, per cui questa operazione instabilità ha fruttato molto sui mercati finanziari, ha fruttato molto sul fronte della speculazione, ha fruttato molto sul fatto dell'incertezza, della divisione che si è provocata nel nostro continente europeo. Abbiamo meno chiaro se il Governo ha fatto bene i suoi conti, perché, proprio poche ore fa, il presidente di Confindustria, Orsini, quindi non un noto sovversivo delle opposizioni, ha fatto i numeri, così come li hanno fatti tante altre associazioni di categoria del mondo agricolo, agroalimentare, della piccola e media impresa che esportano negli Stati Uniti non soltanto prodotti di lusso, ma anche macchinari, beni di consumo.
Ebbene, il presidente Orsini ha ricordato che, anche qualora - e lo sottolineo, perché il Presidente Trump ci ha abituato a cambiare idea nell'arco di pochissime ore - dovessero entrare in vigore i dazi al 10 per cento, l'impatto per il nostro Paese e per le nostre aziende - noi siamo un esportatore netto, peraltro, in un Paese che ha dei consumi interni bassissimi, causati anche da 26 mesi consecutivi di calo della produzione, di difficoltà delle famiglie e delle imprese - sfiorerebbe i 20 miliardi. Perché, in realtà, abbiamo un impatto reale del 23 per cento, quindi non del 10, e il rischio di perdita di 118.000 posti di lavoro.
Noi vogliamo sapere, vogliamo sentirlo per parola della Presidente del Consiglio in quest'Aula, non sui social, non nelle finte conferenze stampa, vogliamo sapere se questi conti lei e il Ministro dell'Economia, li hanno fatti per capire quale sarà l'impatto reale, che si vede già, però, in tanti indicatori. Noi abbiamo avuto un Ministro, come il Ministro Salvini, Vice Premier, che aveva detto, insieme al Ministro Urso, che, tutto sommato, questi dazi sarebbero stati un'opportunità; invece, per la prima volta nella nostra storia, sono stati minati dei settori trainanti del made in Italy, che fino ad oggi non avevano mai avuto problemi, addirittura il settore vitivinicolo.
Nelle audizioni che stiamo facendo in Commissione agricoltura le associazioni agricole ci hanno ricordato che con il cavolo che i dati dell'export sono addirittura migliorati in questi primi mesi dell'anno, ma sono diminuiti negli Stati Uniti i consumi, perché questa politica ha degli impatti non soltanto a casa nostra, ma, di conseguenza, anche rispetto ai consumi che fanno i cittadini statunitensi dei nostri prodotti. Quindi, ribadisco, Presidente, la richiesta da parte del gruppo di Italia Viva di avere una risposta. Noi avremmo voluto discutere una mozione, quindi un testo con degli impegni precisi da parte del Governo, ma sicuramente chiediamo un'informativa urgente da parte della Presidente del Consiglio e chiediamo che questa informativa sia fatta subito.
Perché, appunto, non abbiamo visibilità, non abbiamo contezza di quella che sarà la contropartita: per Trump è chiaro, ripeto, per il nostro Paese invece le ricadute effettive devono essere contabilizzate, in modo da poter mettere in atto delle contromisure e degli interventi più incisivi, sia a livello nazionale sia a livello comunitario.UBALDO PAGANOPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, sempre sullo stesso argomento, l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per associarci, come gruppo del Partito Democratico, a questa richiesta di informativa urgentissima, stante anche quanto, in maniera colpevole, la Presidente del Consiglio ha fatto allorquando, nell'approssimarsi della missione al Consiglio europeo e al G7, è venuta qui, in Aula, e non ha, ad esempio, affrontato la questione della global minimum tax come una delle questioni che sarebbero stato oggetto della discussione su quei tavoli. Per chiarirci, la minimum tax di cui parliamo è stata pensata anni fa, per evitare che i giganti del web e le multinazionali potessero spostare profitti in quelli che sono Paesi in cui vige una legislazione da paradiso fiscale.
Ebbene, il compromesso che è stato trovato al G7 è fortemente lesivo degli interessi dell'Unione europea, dello Stato italiano e, soprattutto, delle imprese italiane per aspetti critici piuttosto evidenti. In primo luogo, perché crea dei doppi standard: il regime fiscale statunitense è meno severo rispetto alle regole cui devono soggiacere le imprese italiane ed europee, il cosiddetto Pillar 2, in cui la tassa effettiva è di circa il 10,5 per cento, calcolata non Paese per Paese, ma in maniera uniforme. Quindi, le multinazionali statunitensi potranno pagare meno tasse rispetto a quelle europee. Vi sarà, quindi, una perdita di gettito fiscale prevista per l'Europa e per i Paesi in via di sviluppo.
Tutti coloro i quali speravano di incassare diversi miliardi di euro in tasse supplementari dai colossi Google, Apple, Amazon, non li riceveranno più. Vi è un sostanziale indebolimento del multilateralismo fiscale, che era un po' l'idea originaria alla base di una tassa globale uniforme, e che, in realtà, invece, tende a conservare quel sistema a geometrie variabili in cui il Paese più forte tende a ricevere le esenzioni più forti rispetto alla sfida globale.
Quindi, pone in una logica di concorrenza sleale: le imprese europee e le imprese italiane saranno soggette alla piena applicazione del Pillar 2, che ha una tassazione più ampia, mentre quelle americane, no. Insomma, due pesi e due misure, alla faccia del sovranismo nazionale trasportato su scala continentale. Noi non abbiamo nulla contro il glorioso popolo americano, che ha fatto tanto per il nostro Paese e che, soprattutto, ha avuto un ruolo importante nella liberazione dal fascismo e dal nazismo in Europa, ma non vorremmo che questa, evidentemente, fosse una tangente politica pagata al prepotente Trump per garantire, come dice qualche buontempone in trasmissioni televisive, il Nobel all'economia per la Presidente Meloni. Noi, evidentemente, rispetto a questo riteniamo che sia una bestemmia alla logica della politica economica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).MARCO PELLEGRINIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare su un altro argomento, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Marco Pellegrini. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere un'informativa urgente del Ministro Giorgetti, perché riferisca in merito alle operazioni di vendita di pacchetti azionari di Monte dei Paschi di Siena, che stanno innescando una reazione a catena sul controllo di importanti gruppi bancari e assicurativi. Operazioni queste su cui deve essere fatta piena luce - ora, invece, la luce non solo non è piena, ma non c'è affatto - perché, a nostro parere, almeno in astratto potrebbero mettere a rischio il risparmio degli italiani.
È urgente questa informativa, Presidente, perché appare del tutto evidente che il Governo Meloni sia assolutamente partecipe, e non già al limite un arbitro, nella maxi operazione di potere finanziario che si sta delineando dietro quella specie di risiko bancario che appunto coinvolge Monte dei Paschi di Siena, Mediobanca, Generali e alcune Casse di previdenza. Tra l'altro, visto che il Governo non è riuscito in queste settimane a dare una risposta esaustiva su quello che sta succedendo e sulle scelte che il Governo, cioè il Tesoro ha fatto, è ancora più necessario e urgente che appunto venga a riferire in Aula.
La situazione, Presidente, a nostro giudizio, è talmente preoccupante e la compromissione del Governo in queste vicende è talmente grande che non si può più aspettare. Noi non possiamo più aspettare e accontentarci di dichiarazioni alla stampa fatte in maniera estemporanea dal Ministro Giorgetti. Quindi, deve immediatamente venire qui in Parlamento a riferire.
Voglio descrivere l'operazione in pochissimi minuti e in pochi passaggi. Attualmente il MEF, dopo le vendite che ha fatto di pacchetti azionari, è ancora proprietario dell'11,7 per cento delle azioni di Monte dei Paschi di Siena. E da questa posizione, che non è assolutamente trascurabile, ha messo sostanzialmente la banca di Siena a disposizione di due gruppi finanziari, cioè del gruppo Caltagirone e del gruppo Del Vecchio, per tentare le scalate a Mediobanca prima e a Generali poi. Sempre il Tesoro, con una procedura accelerata e a nostro giudizio piena di stranezze e di anomalie, aveva precedentemente ceduto un pacchetto del 15 per cento di Monte dei Paschi a un selezionatissimo gruppo di operatori finanziari, tra cui - guarda un po' la combinazione - il gruppo Caltagirone e il gruppo Del Vecchio, che sono interessati da molto tempo a scalare appunto Mediobanca e Generali, potendo ora utilizzare Monte dei Paschi come uno strumento.
Queste modalità di vendita, le tempistiche e le esclusioni di investitori prestigiosi, come UniCredit, BlackRock, Norges Bank, ci lasciano molto perplessi. Quindi, su questo aspetto la Commissione europea ha acceso i fari perché ci vuole vedere meglio.
Il MEF - aggiungo - ha gestito questa procedura di vendita del pacchetto del 15 per cento, a cui facevo riferimento prima, affidandosi a un piccolissimo operatore finanziario, una piccola banca, ossia Akros, che è controllata - guarda caso - da BPM, che è uno dei beneficiari della cessione stessa. Sembra davvero una barzelletta, ma è andata così, Presidente.
E ancora incredibilmente tutti gli acquirenti del pacchetto del 15 per cento di Monte dei Paschi - mi avvio a concludere -, quindi i gruppi Caltagirone, Del Vecchio, Banco BPM, Anima Sgr, hanno fatto un'offerta fotocopia, con un premio di solo il 5 per cento rispetto all'allora valore di borsa di Monte dei Paschi, che è un valore nettamente inferiore al valore di bilancio e al successivo valore di mercato. Quindi, una specie di regalo a danno dello Stato e a danno dei cittadini.
Ora, come se non bastasse, a questa operazione - e concludo, Presidente - partecipano anche delle Casse di previdenza, come Enasarco, ENPAM e la Cassa forense, istituti che dovrebbero proteggere le pensioni, e quindi il patrimonio pensionistico dei propri iscritti e che invece vengono coinvolti in operazioni finanziarie e speculative che dovrebbero invece esulare dal proprio compito, mettendo a rischio - come dicevo - il risparmio e quindi le pensioni dei propri iscritti.MARCO PELLEGRINIPRESIDENTE. Concluda.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)MARCO PELLEGRINI (M5S). Su questo intreccio - ho chiuso davvero, Presidente, e la ringrazio davvero -, che è impressionante, sta indagando anche la magistratura di Milano.
Concludo dicendo che le laconiche dichiarazioni che ha fatto il Ministro Giorgetti finora non solo non ci rassicurano ma anzi ci preoccupano tantissimo. Quindi, tramite lei, chiediamo con forza e con determinazione al Governo, quindi al Ministro Giorgetti di venire urgentemente in Aula - visto che come lui dice non c'è nulla da nascondere e tutto è fatto correttamente - a spiegare esattamente i motivi per i quali il Governo, il Tesoro, il MEF hanno deciso di procedere in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).BRUNO TABACCIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)BRUNO TABACCI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Come gruppo ci uniamo alla richiesta che il Ministro Giorgetti venga in Aula a riferire su questo caso assai delicato. Per il vero, già è stato oggetto di una nostra interrogazione alla Commissione finanze. Il Ministro Giorgetti era poi anche andato al Copasir a dire che il tutto si era svolto nel migliore dei modi. Che cosa c'entrasse poi il Copasir rispetto a questa vicenda specifica non lo so, lo sapeva solo lui, però c'era la coincidenza che, nel frattempo, stavo svolgendo un'interrogazione sullo stesso argomento nella Commissione dedicata, che è la Commissione finanze. Non è una cosa di poco conto. Quello che è avvenuto è questo: il salvataggio del Monte dei Paschi è avvenuto con i soldi dello Stato. Il Governo poi, siccome c'era il rischio di una contestazione di aiuti di Stato da parte dell'Europa, ne è diventato proprietario con il 64 per cento, con l'impegno, a cominciare dal 2023, di abbassare la quota. Per questo sono state fatte due cessioni di azioni Mps nel corso del 2023 e una nel corso del 2024; solo che quest'ultima non ha seguito la strada delle prime due e quest'ultima (quella del 15 per cento) era determinante ai fini degli assetti complessivi perché nel frattempo, avendo Monte dei Paschi deciso subito dopo di lanciare un'Opa su Mediobanca, è chiaro che c'era di mira la questione del risparmio italiano e in particolare di un grande gruppo come Generali.
Le prime due avevano previsto il passaggio di quote delle azioni dello Stato, in mano al Governo italiano, in Monte dei Paschi a diverse decine di operatori istituzionali e non, che erano autorizzati, e che sono passate attraverso una gara. L'ultima, invece, quella determinante, (quella del 15 per cento) del 13 novembre del 2024, si è chiusa rapidamente con quattro beneficiari. Intanto, chi si è incaricato di occuparsi di questa cosa è la piccola Banca Akros, controllata da BPM. Chi sono stati i quattro beneficiari? Sono Caltagirone, Delfin, BPM stessa e Anima. BPM controlla non solo Akros, ma anche Anima. Quindi, quattro soggetti che sono stati ritenuti diciamo meritevoli di poter partecipare a questa operazione di acquisizione di azioni del Tesoro del Monte dei Paschi.
Tutti gli altri sono stati messi in un angolo. C'è un'indagine in corso, che è stata citata prima, compresa quella della procura di Milano. Probabilmente sono state interrogate delle persone, io ovviamente non so i contenuti, ma sembra che UniCredit volesse acquistare qualcosa. C'erano dei fondi internazionali di una certa dimensione. A questi hanno detto: “no, non è possibile, abbiamo già dato”.
Allora, non è che mi scandalizzo perché c'è un concerto in corso; solo che i concerti devono essere dichiarati, non possono essere concerti sottesi. Questi quattro beneficiari sono tutti in concerto, perché, assieme all'azionista Governo italiano, che mena la danza, hanno il controllo dell'operazione Monte dei Paschi.
Quindi, se i concerti non vengono dichiarati vuol dire che vanno in danno del mercato. Non c'è un elemento di chiarezza, non c'è trasparenza e questa non è una cosa di poco conto. Si ritorna alla memoria nel 2005, l'estate famosa dei furbetti del quartiere, quando ci fu un deficit da parte della Banca d'Italia che poi portò alla sostituzione di Fazio. Ma c'erano i furbetti del quartiere e poi si trattava di un'operazione che riguardava Antonveneta e ancora Monte dei Paschi. Ma adesso c'è il Governo di mezzo, c'è il Governo che mena la danza. Questa è una cosa scandalosa. A memoria mia una cosa così non è mai accaduta. Allora, vogliono mettere le mani non su una banca, ma sul sistema bancario nel suo complesso. E non è l'unica operazione di potere. Tra l'altro, ho visto che a Ranucci vengono chiesti i danni da Fazzolari solo per il fatto di aver mandato in onda una trasmissione.
E poi anche il Financial Times… Ma chi credono di essere? Un Governo che si mette al di sopra della legge è un Governo che fa paura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Fa paura perché va contro le idee di un Paese che è fondato sulla democrazia.
Queste cose devono essere spiegate in quest'Aula, non far finta che non ci siano. È meglio che Giorgetti venga prima che può, meglio che venga (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!FRANCESCO MARIPRESIDENTE. Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto di parlare il deputato Francesco Mari. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Alleanza Verdi e Sinistra chiede che il Ministro Foti venga a riferire in quest'Aula a proposito del contenuto del Piano strategico nazionale per le aree interne. Nell'obiettivo 4 di questo Piano, denominato “Accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile”, c'è una frase che spiega tutte le intenzioni del Governo. Ve la leggo: “Queste aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma non possono nemmeno essere abbandonate a sé stesse”. “Meno male”, non c'è scritto, però. E continua: “Hanno bisogno di un piano mirato che le possa assistere in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento (…)”.
Ecco, Presidente, non si tratta di un semplice documento di analisi, ma di un Piano strategico. Quanto è scritto nel Piano strategico nazionale per le aree interne produce un impegno che condiziona le scelte future di questo Governo in materia di politiche per le aree interne, politiche a tutti i livelli: parliamo di governo del territorio, di lotta al dissesto idrogeologico, di rete dei servizi essenziali, di scuola, di sanità, di politiche sociali, di infrastrutture digitali, di incentivi alla nascita di nuove imprese, per il rientro dei giovani emigrati; insomma, parliamo di tutto quello di cui ci sarebbe bisogno per fermare lo spopolamento e lo spostamento verso aree ad alta concentrazione, ad alta urbanizzazione. Parliamo di quello che viene normalmente fatto altrove e con successo, praticamente in tutti i Paesi europei.
Il Ministro ha, quindi, il dovere di venire in quest'Aula a dirci se confermi questa strategia e, se questo sia effettivamente l'intendimento di questo Governo: lo deve dire al Parlamento e, per nostro tramite, lo deve dire a migliaia di sindaci dei piccoli comuni italiani, che, giustamente, sono allarmati in queste ore e in questi giorni. Se questa strategia dovesse realizzarsi, nessuna questione territoriale sarebbe possibile e quella tendenza - come sembra che sia nelle intenzioni del Governo - diventerebbe ineluttabile.
Tra le deleghe del Ministro Foti c'è quella alla coesione territoriale. E la coesione territoriale, praticamente, non avrebbe più alcun significato. Se questa è la scelta del Governo Meloni, perché non è difficile dirlo, perché risorse importanti saranno destinate da qui in avanti alle politiche di riarmo e non più alle politiche di coesione territoriali, il Ministro Foti ce lo deve venire a dire, il Ministro Foti ce lo deve venire a dire in faccia, il Ministro Foti ci deve mettere la faccia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).MARCO SARRACINOPRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Marco Sarracino, sempre sull'ordine lavori.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)MARCO SARRACINO (PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Molto velocemente. Ci associamo alla richiesta di informativa fatta dal collega Mari rispetto a quella che per noi è una questione di carattere nazionale, perché riguarda 13 milioni di italiani che vivono nelle aree interne del nostro Paese e che, in questo momento, sono abbandonate da un Governo che, di tutto si occupa, tranne che di loro.
Lo diciamo, purtroppo, confermando quello che diceva il collega Mari rispetto a una volontà espressa e manifestata dal Governo sul Piano strategico nazionale per le aree interne, perché, in quel Piano strategico, l'Obiettivo 4 non viene messo così a caso, come qualcuno può pensare. L'Obiettivo 4 è tra gli obiettivi del Piano strategico nazionale per le aree interne. Il Ministro Foti - o chi per lui - ha scritto che lo spopolamento irreversibile e l'accompagnamento di quelle popolazioni verso una sorta di fine vita dei piccoli comuni è un obiettivo del Piano strategico nazionale per le aree interne. E, allora, Presidente, di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di un problema che dovrebbe essere affrontato come un'emergenza nazionale e che invece non viene affrontato in questo modo.
Stupisce però, Presidente, che la settimana scorsa, proprio su questo tema, sia intervenuto anche il Ministro Giorgetti, dicendo che questo è un problema di carattere nazionale che la politica non affronta. Evidentemente, si stava rivolgendo alla sua maggioranza, perché per noi, dal primo giorno di questa legislatura, le aree interne e i problemi di quelle persone sono una priorità e una questione di carattere identitario. Siete voi che state sventolando bandiera bianca rispetto a problemi che, purtroppo, esistono, e la state sventolando aggravando anche la situazione. Infatti, quali sono i problemi di quei territori? La questione salariale, innanzitutto. Perché le persone vanno via? Perché i salari di quei territori sono troppo bassi e voi bocciate il salario minimo.
Qual è un altro problema di quei territori? La questione della sanità: in molti di quei territori, arrivare a un ospedale è difficile, non solo entrarci, ma arrivarci. E voi tagliate le risorse per infrastrutture e per sanità. Qual è un altro problema di quei territori, soprattutto nel Mezzogiorno? La siccità. Voi tagliate tre miliardi e mezzo alle reti idriche con un taglio del fondo perequativo infrastrutturale. Qual è un altro problema che riguarda - come diceva anche l'onorevole Mari - la coesione di questo Paese? Il fatto che le diseguaglianze e i divari aumentano, e voi mettete in campo, come riforma bandiera di questo Governo, l'autonomia differenziata.
Allora, non è che voi non stiate guardando il problema, voi state facendo esplodere il problema che riguarda quei territori. E non ci dobbiamo meravigliare se 100.000 ragazzi laureati, negli ultimi dieci anni, hanno abbandonato il nostro Paese, in particolar modo, partendo dal Sud e delle aree interne, perché le questioni che ho elencato prima le avete soltanto aggravate, mettendo in discussione un diritto che per noi è sacrosanto, che è il diritto a restare.
Allora, Presidente, chiudo su questo, associandomi ancora alla richiesta di informativa. Qualche mese fa - e sono contento che c'è qui la Sottosegretaria Siracusano -, approvammo una mozione unitaria, di tutte le forze che sono presenti in Parlamento, rispetto alle aree interne. C'è stato un lavoro che abbiamo fatto tutti quanti insieme (e noi lo abbiamo sempre riconosciuto alla Sottosegretaria). Tuttavia, Presidente, dobbiamo prendere atto che, di quel lavoro, purtroppo, oggi, non è stato realizzato praticamente nulla, perché tutti i problemi che abbiamo elencato erano negli impegni di quella mozione e non sono stati affrontati. Allora, il Ministro Foti venga qui e ci venga a dire la verità, ossia se per lui davvero quel piano debba essere messo in campo e se per lui davvero i cittadini delle aree interne siano, alla fine, cittadini di serie B (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).ANTONINO IARIAPRESIDENTE. Ha chiesto la parola, sull'ordine dei lavori, il deputato Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA (M5S). Sì, grazie, Presidente. Anche noi ci associamo alla richiesta di informativa urgente al Ministro Foti. Effettivamente, adesso, la maggioranza e il Governo sono usciti allo scoperto rispetto alle falsità che dicono in campagna elettorale, sulla difesa delle aree interne, sulla difesa dei campanili, sulla difesa dei piccoli comuni: “votateci perché noi vi aiuteremo!”. E, invece, no, cosa fate? Definanziate. Definanziate, tra l'altro, buttando alle ortiche tutto lo sforzo che è stato fatto anche con i soldi del PNRR per portare la fibra e l'accesso a Internet veloce nelle aree non coperte. Buttate tutta una serie di percorsi che sono stati fatti, in un'ottica più intelligente della vostra visione di Governo, per dire che il 60 per cento del territorio nazionale, che è composto dalle aree interne, va rispettato.
Il 60 per cento del territorio nazionale, se viene abbandonato, creerà problemi al restante 40 per cento del territorio nazionale. Ed è già stato citato il dissesto idrogeologico, sono già stati citati lo spopolamento e la perdita di lavoro.
Ci sarà un futuro, che forse voi non state affrontando, dove la possibilità di riportare persone nelle aree interne potrebbe essere la soluzione, anche perché si sta investendo nel portare servizi tecnologici che possano aiutare a riportare alcuni dei servizi essenziali che in queste aree mancano.
Ma voi cosa fate? Definanziate. Dovete trovare soldi, ho capito. Per riuscire a portare l'Italia sull'orlo di un riarmo inutile e fatto male, dovete trovare soldi; per il famoso ponte sullo Stretto, dovete trovare i soldi. E dove li andiamo a togliere? Li andiamo a togliere alle politiche che avevano un senso e che purtroppo in questi anni non sono state collocate nella maniera giusta nell'agenda politica.
Con il PNRR, si era riusciti a portare un ulteriore finanziamento, oltre ai finanziamenti del Piano strategico nazionale per le aree interne (PSNAI), che, però, aveva molte difficoltà ad essere speso. E aggiungo che, sulle aree interne e sulle aree montane, la vostra propaganda non si traduce soltanto in comizi elettorali, slogan, eccetera.
Ci sono più di 15 proposte di legge fatte da esponenti della maggioranza, qui, alla Camera, e anche al Senato, che parlano di aree interne, di aree montane, di zone franche montane. Tutte queste cose per dire al popolo: vi siamo vicini, vi toglieremo le tasse, vi porteremo servizi. Ma poi, nei fatti, state togliendo solo soldi. State togliendo soldi ed è giusto che venga un Ministro in Aula a dire effettivamente qual è questa famosa strategia che hanno portato avanti sulle aree interne, perché è sicuramente, da quello che vediamo, una strategia fallimentare da tantissimi punti di vista.
Dite allora semplicemente che state raccattando soldi da tutte le parti. Dalla vostra sapete cosa avete? Avete una comunicazione, dei mass media che non vi tallonano, non vi stanno con il fiato sul collo come dovrebbero, e queste cose passano, purtroppo, così nell'opinione comune. Ma è ora che qualcuno vi smascheri e noi ci proviamo a smascherarvi, è ora che queste cose vengano a galla. E sappiate che, quando i territori interni non vedranno arrivare fondi che magari pensavano di poter utilizzare, qualche domanda se la faranno. E sarà la domanda giusta, a cui voi date una risposta sbagliata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). - Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2482 (ore 17,02). (ore 17,02) (ore 17,02) PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2482: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 maggio 2025, n. 65, recante ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali verificatisi nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e gli effetti del fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei, nonché disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli ordini del giorno.(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2482)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)FRANCO MANESPRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Manes. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Molto brevemente, come componente delle Minoranze linguistiche del gruppo Misto, annunciamo il nostro voto di astensione sul disegno di legge n. 2482, recante la conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 65. Questa posizione riflette un giudizio però articolato e non ideologico. Riconosciamo, con senso di responsabilità, i passi avanti compiuti rispetto alla disciplina precedente, approvata all'indomani dell'alluvione del maggio 2023 in Emilia-Romagna.
In particolare, apprezziamo l'ampliamento del perimetro operativo del commissario straordinario anche agli eventi successivi del settembre-ottobre 2024, il rafforzamento della governance commissariale, con una cabina di coordinamento più inclusiva, l'esenzione IMU per i fabbricati inagibili nelle aree colpite, la semplificazione delle procedure per la ricostruzione privata e pubblica e l'introduzione di criteri di sostenibilità ambientale e circolarità nei processi ricostruttivi. Tuttavia, il nostro voto non può essere favorevole perché permangono criticità, soprattutto sul piano dell'attuazione concreta delle misure e della tempestività dell'erogazione delle risorse a cittadini e imprese.
Ad esempio, a oltre 2 anni dagli eventi in Emilia e ad oltre un anno dagli eventi alluvionali che hanno colpito la Valle d'Aosta e il Piemonte, alcune realtà imprenditoriali locali non hanno ancora ricevuto i ristori e le misure di sostegno. Oggi il rischio reale è che i miglioramenti normativi contenuti in questo provvedimento restino però solo sulla carta, se non accompagnati da una riforma profonda della macchina burocratica e amministrativa, delle modalità di gestione delle emergenze e delle tempistiche di spesa e di compensazione.
Spesso sembra quasi che siano all'ordine del giorno cortocircuiti continui tra i vari dicasteri interessati, e, purtroppo, a subirne gli effetti sono i cittadini e le aziende. Chiediamo, quindi, al Governo un impegno più stringente ed efficace, affinché le risorse stanziate siano disponibili subito e realmente accessibili, attraverso procedure semplificate e certe, ma soprattutto rigorose, con un'attenzione particolare alla trasparenza e al controllo pubblico. Solo così potremo dire che questo Paese ha imparato davvero la lezione delle emergenze climatiche, sempre più frequenti e sempre più drammatiche.MARIA CHIARA GADDAPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Chiara Gadda. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Il Governo Meloni è il Governo che ha battuto ogni record nella decretazione di urgenza, abbiamo superato ormai la quota 100. È una decretazione d'urgenza che spesso è legata a provvedimenti blindati, come lo è peraltro questo, che tratta di un tema molto importante, le alluvioni che si sono verificate in Toscana, in Emilia-Romagna, nelle Marche e il continuo fenomeno bradisismico che avviene ormai, da diversi mesi a questa parte, in modo molto intenso nella zona dei Campi Flegrei.
Quindi, è un provvedimento blindato, che ci arriva dal Senato e che scade il 6 luglio. E come ci ha abituato il Governo, purtroppo, ormai in questi mesi su questi provvedimenti, è la terza volta che ci troviamo in questo Parlamento a discutere e ridiscutere delle gestioni commissariali, della situazione che riguarda tanti cittadini e tante imprese delle regioni dell'Emilia-Romagna, delle Marche, della Toscana e della Campania. In questo caso, su questi temi, sarebbe opportuno, la decretazione d'urgenza è effettivamente lo strumento giusto.
Il problema è che abbiamo avuto un primo provvedimento nel 2023, un altro nel 2024. Oggi, 2 luglio, ci troviamo a discutere di emendamenti, come abbiamo fatto questa mattina, che noi, come Italia Viva e con le altre opposizioni, ma anche rispetto al lavoro che hanno fatto tanti deputati e senatori di maggioranza, avevamo già presentato nel 2023. Quindi, la prima cosa che mi sento di dire alla Sottosegretaria Siracusano: ogni tanto non farebbe male ascoltare non tanto i suggerimenti, le posizioni, gli emendamenti dei parlamentari, ma ascoltare la voce che viene dai territori, dai tanti sindaci di ogni colore politico che hanno presentato istanze.
Perché la ricostruzione e la rimessa in moto di economie locali è stata difficile, soprattutto nelle zone dell'Emilia-Romagna, dove noi ci ricordiamo bene la Presidente del Consiglio Meloni che, con gli stivali nel fango, aveva promesso a quei cittadini, che si sono rimboccati le maniche, per esempio risarcimenti al 100 per cento. Ovviamente quei risarcimenti al 100 per cento non sono arrivati. Si sono fatti certamente dei passi in avanti rispetto al riconoscimento di qualche incentivo, rispetto all'acquisto delle cucine, dei mobili, di tutto quello che è andato distrutto nel fango.
E si sono fatti dei piccoli passi in avanti rispetto anche alla sospensione di alcuni tributi, delle tassazioni che mettono in difficoltà persone che hanno perso tutto, che hanno perso la loro quotidianità, che hanno perso tanti investimenti fatti, ma che soprattutto hanno perso anche tante opportunità lavorative, perché, se penso al settore agricolo e agroalimentare, se penso all'immagine della devastante alluvione che è avvenuta soprattutto nei territori di Forlì e di Ravenna, moltissime imprese non hanno soltanto perso la produzione: hanno perso quote di mercato, perché molte produzioni richiedono tempo per essere implementate.
E quindi, dal primo provvedimento del 2023 al 2 luglio 2025 noi ci troviamo a discutere, con la solita burocrazia, con la solita lentezza ministeriale, di questioni che avremmo potuto risolvere grazie alle proposte che il gruppo di Italia Viva aveva già presentato nel 2023, di questioni che sono rimaste lì, sul tavolo.
E noi vogliamo sperare che non ci sarà un altro provvedimento, un quarto decreto elettorale, come è stato fatto lo scorso anno in occasione delle elezioni regionali in Emilia-Romagna. Avremo in ottobre le elezioni nelle Marche e questi temi non possono essere usati come strumento di campagna elettorale, perché poi i cittadini hanno la giusta intelligenza e la giusta sensibilità per capire che quelle rimangono promesse, ma, alla prova dei fatti, poi i risultati non arrivano.
Il punto, però, che le voglio porre, Sottosegretaria, è un altro: il nostro è un Paese fragile, non abbiamo soltanto alluvioni, ma il nostro è un Paese caratterizzato da centinaia di frane, di eventi atmosferici che hanno un impatto devastante sulla vita quotidiana delle imprese e sulla competitività dei nostri territori. Noi non possiamo pensare di agire soltanto nell'emergenza.
Non possiamo pensare di avere una così grande disomogeneità di trattamento da territorio a territorio, perché ogni decreto che riguarda queste questioni, è diverso dall'altro.
È giunto il tempo, da un lato, di avere una procedura, una misura standard, che consenta di dire ai territori alluvionati, ai territori che subiscono una frana, ai territori che, purtroppo, vivono anche le problematiche dei terremoti e dei tanti fenomeni atmosferici o legati alla morfologia e geologia del territorio, che la ricetta e le risposte devono essere sempre le stesse. Le procedure non devono essere sempre messe in discussione, perché questa modalità fa perdere tempo e fa perdere risposte ai cittadini.
E poi c'è un altro tema, che ci ha ricordato in modo molto forte il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: il nostro è un Paese che deve fare interventi, investimenti in mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, deve fare interventi in prevenzione. Il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici può essere anche un motore di sviluppo del Paese, perché il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici significa anche fare quelle infrastrutture idriche, di contenimento dei corpi montani, che richiedono investimenti e professionalità. E voi, queste cose, le raccontate, ma il problema è che non le attuate.
L'ultima volta che questo Paese ha iniziato a programmare, a pensare e a dare risorse, ma anche strumenti vicini alle esigenze dei piccoli comuni… Perché poi una grande frana o un grande evento atmosferico possono avere un fortissimo impatto non soltanto nelle grandi città, che hanno gli uffici tecnici e anche delle strutture in grado di gestire quei fenomeni, ma avvengono, soprattutto, in quei piccoli comuni e in quelle aree periferiche del Paese dove, magari, non c'è neanche il tecnico, il funzionario comunale.
Durante il Governo Renzi, c'era una cosa molto seria, molto utile, che è stata utilizzata dai sindaci di ogni colore politico, che era “Italia sicura”. Per la prima volta, nel nostro Paese, si era messo in atto un sistema, una cabina di regia, un punto di riferimento nazionale, per coordinare gli interventi, perché un'altra cosa che noi non ci possiamo permettere è avere e vivere tutte queste disomogeneità, territoriali e regionali, che non fanno bene, in un'ottica di sistema e di strategia, al nostro Paese.
Noi ve lo diciamo dall'inizio di questa legislatura: non vi piace chiamarla “Italia sicura”? Chiamatela in un altro modo, metteteci alla guida chi volete, però serve una cabina di regia, in modo da essere un punto di riferimento nell'attuazione di quegli investimenti che, addirittura, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, hanno faticato ad essere attuati sul territorio, perché spesso mancano le competenze tecniche.
Chiudo. Mi avvio verso la conclusione, Presidente, perché credo di avere esaurito il mio tempo.
Il provvedimento, poi, riguarda un'altra questione molto specifica che c'è nel nostro Paese: la zona dei Campi Flegrei. I Campi Flegrei, a differenza degli eventi alluvionali e di altre situazioni, vivono e convivono da sempre con il fenomeno bradisismico. Le tante promesse del Ministro Musumeci, gli allarmismi che si sono creati, le tante situazioni di incertezza, sono vissute sulla pelle dei cittadini che, in queste ore, vivono sfollati, in altre province della regione Campania. Sta andando troppo lento il Piano, non soltanto di messa in sicurezza, ma di verifica statica degli immobili pubblici, di edilizia popolare, ma anche di quelli di edilizia privata. Non è pensabile che su un territorio dove c'è una concentrazione importante di popolazione, un territorio importante anche dal punto di vista turistico, dei trasporti da e per le isole di Ischia e di Procida, ci sia ancora incertezza rispetto al porto, agli incentivi…MARIA CHIARA GADDAPRESIDENTE. Concluda.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Concludo, Presidente.…e alle misure di sostegno alle attività produttive, ma, soprattutto, alla verifica statica e alle disomogeneità di trattamento rispetto a persone che, magari, sono sfollate a seguito della precedente scossa e altre che sono sfollate e non hanno un sostegno a seguito della scossa di magnitudo 4.6 che c'è stata pochi giorni fa.
Quindi, il voto del gruppo di Italia Viva su questo provvedimento sarà contrario perché noi vi abbiamo aperto tante linee di credito nei provvedimenti precedenti, però, poi, i fatti dimostrano che la concretezza non è la vostra (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).FRANCESCO MARIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Mari. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Discutiamo oggi un decreto importante per i cittadini, per i lavoratori e per le imprese, che aspettano una cosa semplice, ossia l'intervento dello Stato a proposito di due gravi emergenze che hanno colpito il Paese: le alluvioni del 2023 e 2024 e i Campi Flegrei.
Ci sono segni di un cambio di passo nell'impostazione della gestione della ricostruzione e prevenzione nei luoghi alluvionati di Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Si sente, in parte, un'aria diversa rispetto a quella dei tempi del commissario Figliuolo, un maggiore coinvolgimento dei territori e un approccio meno centralistico.
Tuttavia, occorre denunciare, ancora, alcune gravi mancanze. Quello che è successo con le alluvioni non è frutto del caso, della sfortuna, ma del cambiamento climatico che sta sconvolgendo il pianeta e che colpisce, in particolar modo, l'Italia (e basta uscire da qui per accorgersene).
Sono sempre più frequenti - ormai periodici - fenomeni di una intensità e forza mai viste, che prima avvenivano una volta ogni 100 anni e che ormai accadono annualmente, provocando danni sempre più rilevanti all'ambiente e all'economia di alcune delle regioni più produttive del Paese.
Già prima di queste alluvioni, l'ISPRA segnalava che addirittura il 94 per cento dei comuni italiani è a rischio frane, alluvioni o erosione costiera. Secondo i dati del rapporto ANCE-Cresme, la spesa per contrastare gli effetti del dissesto idrogeologico è triplicata: da una media annua di un miliardo di euro precedente al 2009, a 3,3 miliardi di euro nel periodo 2009-2023, e, nel solo 2023, i danni prodotti dalle alluvioni che si sono succedute in Emilia-Romagna e Toscana ammontano rispettivamente a 8,5 e 2,7 miliardi di euro. Per non parlare, poi, delle vittime.
E noi siamo ancora qui, Presidente, a parlare di gestione dell'emergenza. No, assolutamente no. Serve una visione strategica, serve un piano per l'azzeramento del consumo di suolo, serve un finanziamento del Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, serve una legge quadro sul clima, come diciamo, ormai, da anni. Il Ministro Pichetto Fratin dovrebbe occuparsi di queste cose, invece che di assurde e costosissime proposte di ritorno al nucleare.
Insomma, dovremmo uscire dalla logica emergenziale, ma non vediamo alcuno sforzo del Governo per impostare una strategia in materia di mitigazione e adattamento climatico: un tema che, insieme al tema della pace, è una vera e propria sfida esistenziale per l'intera umanità.
Sul fronte dei Campi Flegrei, le considerazioni sono simili. Abbiamo apportato alcuni miglioramenti al Senato grazie al nostro contributo, come per la proroga dei contratti del personale assunto per affrontare l'emergenza. Tuttavia, non ci siamo ancora. Anche in questo caso, il Governo ha affrontato in modo insufficiente una vicenda grave, che coinvolge centinaia di migliaia di persone. Il bradisismo è un fenomeno che richiede risposte strutturali e non misure estemporanee.
Questo provvedimento, quindi, è ancora del tutto inadeguato e non corregge gli errori commessi con il precedente decreto, dove il Ministro Musumeci ha, di fatto, scaricato le responsabilità sui sindaci locali, dimenticando che fu proprio il centrodestra ad ostacolare la legge regionale del 2003 per la riduzione della pressione abitativa.
Servono risposte concrete, non propaganda. Le famiglie sgomberate vivono ancora in condizioni precarie e ricevono solo contributi d'affitto temporanei, insufficienti a coprire i costi reali. In parte, in questo provvedimento, si fa anche peggio.
Manca un pacchetto che integri i fondi stabili per le emergenze sociali, abitazioni per le famiglie sfollate, e un piano di assunzioni stabili nelle pubbliche amministrazioni locali che possa metterle in grado di rispondere alle esigenze del territorio.
La scossa dell'altro ieri disvela ulteriormente queste criticità, fa aumentare l'incertezza e pone con forza il tema di un intervento strategico e strutturale. Ad oggi, infatti, i comuni sono ancora privi di strumenti finanziari adeguati a intervenire su edifici e servizi pubblici danneggiati dal susseguirsi di eventi sismici, sono gravemente insufficienti gli stanziamenti per rendere antisismici gli edifici privati e per realizzare infrastrutture di evacuazione.
Il decreto ignora completamente il tema del patrimonio archeologico, nonostante l'enorme ricchezza storica dell'area dei Campi Flegrei. Nulla nel provvedimento è previsto per i beni culturali, una cosa incredibile. Bisogna superare la logica commissariale e prevedere una cabina di regia con tutti gli enti coinvolti; va avviata una strategia per rendere sicuri tutti gli edifici, abitazioni, scuole, luoghi pubblici e di cultura, luoghi di socializzazione, evitando nuovi cantieri infiniti e garantendo i diritti fondamentali, a partire dalla salute e dall'istruzione. Se non si interviene subito, il rischio è la desertificazione dei servizi e l'abbandono del territorio, un film già troppe volte visto nel nostro Mezzogiorno. L'inadeguatezza del provvedimento è inoltre dimostrata da una palese, evidente assurdità: il decreto - come dicevamo prima - ignora completamente il tema del patrimonio archeologico e, nonostante l'enorme ricchezza storica dell'area dei Campi Flegrei, nulla è previsto per i beni culturali. Questa dimenticanza è assurda perché parliamo di un territorio ricchissimo di beni archeologici. Diciamo che il solo fatto che questo decreto-legge non preveda nulla sul tema della fruibilità di questo patrimonio, attorno al quale ruota tutto il sistema degli operatori dei beni culturali, la dice lunga sulla miopia del Governo e sulla sua incapacità di soddisfare le attese del territorio.
Dobbiamo, insomma, salvaguardare il patrimonio abitativo e anche naturalmente il tessuto sociale e culturale esistente. Le risorse vanno investite nella messa in sicurezza degli edifici, senza alimentare nuovi cantieri decennali o pozzi senza fondo, come purtroppo succede troppo spesso. In definitiva, benché il testo si sia arricchito grazie al lavoro parlamentare, mancano ancora risorse, visione e risposte adeguate. Resta la necessità di una visione strategica più ambiziosa, fondi strutturali adeguati, personale stabile nella pubblica amministrazione, interventi sociali e infrastrutturali di medio e lungo periodo. Solo così sarà possibile garantire non solo la sicurezza delle comunità locali, ma anche una piena dignità abitativa e lavorativa, superando la logica dell'emergenza. A ciò si aggiunge il tema delle imprese presenti sul territorio. È su queste imprese, maggiormente esposte al rischio idrogeologico, che si dovrebbe puntare sulla obbligatorietà della stipula di un'assicurazione contro gli eventi catastrofali perché sono quelle maggiormente esposte, appunto, e vulnerabili, come prevede il provvedimento avanzato da questo Governo.
A queste imprese bisognerebbe invece offrire la possibilità di accedere a un sistema di fondi pubblici per sostenere gli investimenti in interventi di messa in sicurezza degli edifici e delle infrastrutture esistenti, promuovendo pratiche costruttive, innovative e resilienti per il futuro e adottando politiche di pianificazione territoriale che tengano conto della specificità dei rischi locali e della necessità di ridurre la vulnerabilità intrinseca del nostro patrimonio costruito e naturale. In assenza di tutto ciò, il rischio più che concreto è quello di scaricare unicamente sulle spalle del tessuto produttivo ed economico del Paese un incremento sproporzionato dei costi assicurativi con un impatto regressivo su territori già fragili dal punto di vista economico e infrastrutturale. Il solo obbligo assicurativo, in assenza di interventi pubblici strutturali ed infrastrutturali di prevenzione, mitigazione e manutenzione del territorio, rischia di trasformare lo stesso strumento in un fattore di vulnerabilità, di ulteriore vulnerabilità per le imprese più fragili e in una distorsione per la coesione territoriale ed economica del Paese. Per tutti questi motivi, annuncio il voto contrario di Alleanza Verdi e Sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).ANTONIO D'ALESSIOPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio d'Alessio. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Anche noi siamo piuttosto delusi da questo provvedimento che, peraltro, arriva come un pacchetto chiuso che, come al solito, non consente una partecipazione, un lavoro dell'Aula, un lavoro dei gruppi per cercare di emendare, di suggerire, di migliorare, di proporre qualcosa che arricchisca il provvedimento stesso.
Tuttavia, Presidente, non sembri retorica quella di voler iniziare questo intervento ringraziando, a nome del nostro gruppo parlamentare, i Vigili del fuoco, le Forze dell'ordine, le forze, che hanno prestato soccorso negli eventi oggetto del presente decreto, della Protezione civile e - perché no? - il lavoro importantissimo del volontariato.
Stiamo parlando degli eventi alluvionali nei territori dell'Emilia-Romagna, della Toscana, delle Marche e del fenomeno bradisismico dei Campi Flegrei. Un fenomeno quest'ultimo che si concretizza nell'innalzamento e abbassamento periodico del suolo legato al vulcanismo ed è strettamente collegato a sciami sismici che si intensificano. Negli ultimi anni, Presidente, è stato veramente impressionante per numero e per violenza delle scosse; la velocità di questo movimento è praticamente raddoppiata rispetto a quelli che erano i dati precedenti. Quello riguardante le cause del bradisismo dei Campi Flegrei è un argomento molto dibattuto tra gli esperti e ci sono peraltro diverse teorie al riguardo; siamo ben consapevoli della difficoltà ad affrontare un fenomeno del genere, comprensivi anche del fatto che la scienza non è attrezzata a dare risposte anche nella fase di studio del fenomeno stesso, anche perché questi studi, a causa del contrasto delle stesse teorie degli studiosi, lasciano emergere difficoltà ad adottare delle contromisure di un certo tipo. Però, questo, naturalmente, non può essere un elemento dietro al quale ci si può nascondere, perché la gente soffre e soffre tanto.
Bisogna agire con una certa tempestività, così come in Emilia-Romagna, dove si è verificato un evento del tutto eccezionale: ha piovuto più di 80 ore in 2 settimane e si è riversata una quantità abnorme di acqua in pochissimo tempo, pari a quella che normalmente si verifica in 6-8 mesi. Tutto ciò ci dà la dimensione e la portata dell'evento che si è abbattuto sul territorio: 23 fiumi esondati, un Appennino bombardato dalle frane, che è stato sostanzialmente ridisegnato; è stato sconvolto totalmente l'assetto morfologico del territorio, città che solo grazie alla generosità e alla capacità di intervento delle donne e degli uomini della Protezione civile, dei volontari, delle Forze dell'ordine sono riuscite ad arginare e a limitare i danni, i problemi e le tragedie.
Una segnalazione, in particolare, va fatta agli amministratori, gli amministratori locali che hanno saputo assumersi delle responsabilità - non ce lo dimentichiamo - anche difficili in quei momenti di totale disorientamento e per questo si è evitato il peggio.
A questi amministratori e a tutte queste categorie va tutto il nostro ringraziamento, la nostra vicinanza. Noi è con il massimo della responsabilità che ci vogliamo relazionare con il Governo e le altre forze in Parlamento per affrontare questi temi. Dobbiamo tener presente che dentro quest'emergenza ci sono tanti territori diversi, in Toscana e nelle Marche, con peculiarità e criticità diversificate; è fondamentale riuscire a far sentire la vicinanza dello Stato e delle istituzioni ai cittadini e agli amministratori - come richiamavo prima - impegnati in prima linea. È fondamentale che ci sia piena continuità nell'accompagnare le risposte che dobbiamo dare, questo non lo riscontriamo per la verità nel provvedimento. L'Emilia-Romagna, ad esempio, è una terra che già in passato ha dato prova di saperlo fare; l'esperienza del 2012, del sisma è stata positiva per una serie di ragioni legate anche al fatto che c'è stata la capacità di pensare a come ricostruire strade, infrastrutture di collegamento, mettere in sicurezza il territorio, aiutare le imprese e le attività economiche a ripartire.
Capire l'importanza di costruire un'alleanza è una valorizzazione della filiera istituzionale del territorio perché ciò è fondamentale non solo per ricostruire le città, i paesi, le strade e le infrastrutture, ma anche per ricostruire quel senso di coesione sociale, di solidarietà, di visione e di sviluppo del futuro che mai come in queste eccezionali calamità è necessario avere in mente sin dall'inizio come visione strategica.
C'è grande paura, Presidente, grande disorientamento, quando accadono questi eventi, e le istituzioni, con la concretezza dei fatti, devono far sentire la loro presenza, non solo con le enunciazioni. Sono i casi nei quali la politica deve essere quella dell'efficienza, della solidarietà, della sicurezza, del soccorso, della coesione, con un intervento immediato e con una programmazione celere.
Non troviamo giusto, peraltro, il rimbalzo di responsabilità verso il passato che in alcuni casi c'è stato. Ci sono responsabilità, è vero, di destra, di sinistra, di centrodestra, di centrosinistra, ma non è il momento di ribadirle o di perdersi in dispute di questo tipo. Il Governo deve avere la forza e il piglio di operare, e bene, senza mai abbassare la guardia e l'attenzione, soprattutto con riferimento alle risorse da dedicare, senza nascondersi, e avere anche la capacità di riconoscere che quello che è avvenuto è frutto di un cambiamento e di una crisi climatica che dobbiamo affrontare con tutta la determinazione, la serietà e l'urgenza che servono.
Fondamentali sono la messa in sicurezza del territorio nel senso reale del termine, la prevenzione del rischio idrogeologico, la capacità di affrontare anche nodi irrisolti nella programmazione. Bisogna avere capacità e coraggio con riferimento alla spesa e agli investimenti da effettuare, per aiutare la grande e più importante opera di cui in questo momento ha bisogno il nostro Paese, ovvero una messa in sicurezza vera e una salvaguardia del territorio di fronte ai rischi climatici.
Allora, Presidente, vado verso la conclusione. Chiediamo che nella scala delle priorità questi temi siano posizionati in prima fascia, non solo nell'intenzione e nei discorsi, ma nelle iniziative reali e nelle decisioni concrete. Troppo poco finora è stato fatto. Il nostro voto sarà contrario, con l'augurio che sia una spinta a fare di più (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).PINO BICCHIELLIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pino Bicchielli. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)M-CP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, Sottosegretaria Siracusano, ho l'onore e l'onere di presiedere la Commissione sul rischio idrogeologico e sismico, di cui ho sostenuto con convinzione l'istituzione, profondamente persuaso della necessità di dover dotare il nostro Paese di normative adatte a fronteggiare le emergenze e di lavorare, al contempo, alla prevenzione.
Questa certezza viene dai numeri: su 7.423 comuni in Italia, il 94 per cento presenta un'esposizione a frane, alluvioni, e circa il 40 per cento del territorio nazionale viene classificato in area a elevato rischio sismico. Con questa consapevolezza, alla quale si aggiunge la certezza che queste aree, oltre ai rischi suddetti, molte volte sono anche soggette a vari livelli di fragilità, frutto anche della necessità di interventi strutturali per meglio collegare queste zone ai centri più popolosi, e con l'esperienza già maturata durante questi primi mesi di lavoro della Commissione, prendo la parola oggi, signor Presidente, per esprimere il mio pieno sostegno, a nome di tutto il gruppo di Noi Moderati, al provvedimento di legge in esame.
Un testo articolato e, mi faccia dire, necessario, che risponde con urgenza e concretezza alle gravi emergenze idrogeologiche e sismiche che hanno colpito il nostro Paese. Il provvedimento si propone di aggiornare e integrare il quadro regolatorio relativo agli eventi alluvionali verificatisi nei mesi di maggio 2023, settembre-ottobre 2024, nonché di affrontare con determinazione le conseguenze del fenomeno bradisismico dell'area dei Campi Flegrei, che continua purtroppo a minacciare la sicurezza dei cittadini, degli edifici e delle attività dell'area attorno a tutta la caldera.
Tra le misure più rilevanti notiamo l'articolo 1, che estende l'ambito del commissario straordinario delle aree colpite in Emilia-Romagna, finanziando le attività con 100 milioni di euro per il 2027. Tutti gli articoli successivi semplificano e velocizzano le procedure per la ricostruzione, potenziando la capacità operativa delle amministrazioni territoriali e favorendo il coinvolgimento attivo dei cittadini e, soprattutto, delle istituzioni locali. Inoltre, questo provvedimento introduce importanti agevolazioni fiscali e contributive per i cittadini e per tutte le imprese colpite, semplifica le procedure e promuove la sostenibilità ambientale e l'economia circolare in tutti i processi di ricostruzione.
Tutte queste modifiche sono finalizzate a semplificare e velocizzare tutte le procedure, rimuovendo alcuni ostacoli e superando alcune criticità rilevate nel corso del processo di ricostruzione. Ad esempio, si prevede l'esenzione dall'IMU per i fabbricati ad uso abitativo distrutti o sgomberati, ubicati nelle regioni Emilia-Romagna e Toscana; si introducono ulteriori misure per la semplificazione e l'accelerazione delle procedure per la concessione, l'erogazione e la complessiva gestione dei contributi per la ricostruzione privata; è inoltre disposta la compensazione degli oneri, in termini di fabbisogno e indebitamento netto, derivanti dalle norme stesse.
Al fine poi, onorevoli colleghi, di specificare che gli interventi di ricostruzione e i benefici economici previsti sono individuati prioritariamente sulla base dell'urgenza rilevata, si introduce un Piano speciale di ricostruzione, che prevede misure per l'approvazione e l'accelerazione degli interventi prioritari. Inoltre, si disciplinano il monitoraggio degli investimenti in collaborazione con l'ISPRA, la stipula di convenzioni per la gestione del territorio rurale con gli imprenditori agricoli e misure per la gestione del dissesto tra gli enti coinvolti negli interventi di ricostruzione.
Poi, una particolare attenzione è riservata alla prevenzione del rischio idrogeologico, tema centrale e fondamentale, attraverso il programma straordinario di interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico, finanziato con un miliardo di euro dal 2027 al 2038; un impegno concreto, un impegno vero, necessario per rafforzare la resilienza del nostro territorio e tutelare le comunità più esposte. Si interviene, quindi, con misure urgenti per la riqualificazione sismica e per la riparazione degli edifici residenziali inagibili, al fine di favorire l'immediato utilizzo del patrimonio edilizio privato danneggiato dagli sciami sismici del 13 marzo 2025 e del 15 marzo 2025.
Si riconosce un contributo di autonoma sistemazione in favore dei nuclei familiari la cui abitazione principale sia stata sgomberata per inagibilità. Tra l'altro, tutte queste risorse, signor Presidente, sono finalizzate ad incrementare la quota destinata, in via programmatica, alle amministrazioni centrali. Attenzione particolare viene inoltre, mi faccia dire, doverosamente posta alla scuola, con un intervento finalizzato ad accelerare la rendicontazione dei finanziamenti per verifiche di vulnerabilità sismica per gli edifici scolastici.
Il testo è anche un'occasione per disporre ulteriori misure per la ricostruzione nei territori colpiti dal sisma del 2009 e integrare la composizione della cabina di regia per lo sviluppo delle aree interne, prevedendo che alle sedute possa essere invitato, in ragione della tematica affrontata, anche il commissario straordinario del Governo per la riparazione, la ricostruzione, l'assistenza alla popolazione e la ripresa economica dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati appunto degli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016.
Pertanto, in conclusione, ritengo, a nome di tutto il gruppo di Noi Moderati, che quello al vaglio dell'Aula si possa considerare un provvedimento ampio e articolato, che affronta molti aspetti legati alla gestione delle emergenze e alla prevenzione; emergenze che, purtroppo, sono sempre meno emergenze e sempre più fatti ordinari. È fondamentale, infatti, comprendere che non si tratta solo di rispondere a un'emergenza, ma di lavorare sempre più per prevenire e combattere con efficacia il rischio idrogeologico, investendo nella sicurezza dei nostri territori e nella protezione delle future generazioni.
Altrettanto, penso che queste tematiche dovranno essere affrontate ancora da quest'Aula, allo scopo di rafforzare sempre più la sicurezza del territorio dei cittadini, la sicurezza delle imprese, la sicurezza delle infrastrutture e di tutto il nostro patrimonio artistico e culturale.
Signor Presidente, annuncio, con convinzione, il sostegno del gruppo di Noi Moderati a un provvedimento che rappresenta una risposta seria, concreta e responsabile alle esigenze di sicurezza e cura del territorio (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare) e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).PATTY L'ABBATEPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Patty L'Abbate. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, organi di Governo, c'è qualcosa che non va in questo provvedimento. “C'è chi dice no”, cantava Vasco Rossi e, ai suoi compaesani, voi avete detto: “No”. A tutti gli emendamenti che abbiamo presentato avete detto “no”, emendamenti che riportavano le reali necessità di un territorio, di una popolazione, quei territori sui quali avete fatto passerelle e promesse, promesse che però non avete mantenuto.
L'emergenza qui viene trattata con superficialità, come se fosse un annuncio, con la miopia di chi rincorre la catastrofe solo quando è già esplosa e con l'arroganza di chi crede che basti stanziare 1 miliardo in 11-12 anni. Signori, stiamo parlando di 1 miliardo, contro 20 miliardi di danni stimati solo per la regione Emilia-Romagna. Queste che state offrendo sono cifre che offendono la realtà. È un po' come presentarsi con un secchiello d'acqua davanti a un incendio. Cosa faranno adesso sui territori? Dovranno scegliere quale casa ricostruire e quale no? Dovranno scegliere quale attività commerciali riaprire, perché l'altra non la possiamo riaprire? E cosa stiamo creando? Stiamo creando cittadini di serie A e cittadini di serie B! Non lo fate solo con l'alluvione: l'avete fatto anche per i Campi Flegrei, la stessa cosa, perché, questo non è il primo decreto sull'alluvione e sui Campi Flegrei, signori, ma il terzo! Quanti altri ne vedremo? E ogni volta cambiano le regole, ogni volta cambiano le cose. E, allora, anche lì, ci sono cittadini che hanno diritto a qualcosa che altri non hanno, perché, magari, erano stati inseriti in un decreto precedente, quindi sono cambiate le cose.
Ora, siete stati sui territori, ma anche qui in Aula è venuto il Ministro e ha promesso grandi cose. Ha promesso che faremo tante grandi cose, perché non faremo più crollare le scuole. Ma non ci sembra da quello che avete partorito e che adesso stiamo votando. Le risposte sono ancora parziali, sono azioni frammentate, lente, imbottigliate in un labirinto burocratico senza un'uscita. Voi mi direte: sapete, i soldi sono sempre pochi, i soldi non ci sono, non possiamo coprire tutte le spese. Allora, signori, avete uno slogan che è: soldi per la guerra sì, ma pochi spiccioli per la pace (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E qual è la pace in questo contesto? Si chiama ricostruzione, si chiama sicurezza, si chiama futuro. La messa in sicurezza, signori, è una cosa che ho detto anche prima, perché la vera grande opera che serve all'Italia non è il ponte sullo Stretto, signori, è la messa in sicurezza dei territori. Supponete che, a un certo punto, invece di stare qui noi parlamentari, facciamo arrivare i cittadini dei territori: secondo voi, cosa chiederebbero? Chiederebbero la ricostruzione della propria casa, della casa del vicino, chiederebbero più sicurezza per la scuola dei propri figli, chiederebbero che le loro attività possano stare aperte. Sicuramente, non chiederebbero di dare soldi per la guerra, di dare soldi per un ponte o di dare i soldi per costruire le gabbie in Albania.
La prevenzione: questa è un'altra parola che non esiste. È inutile che lo diciamo tutte le volte: la prevenzione non esiste. Da cosa si doveva partire? Quando pianificate, le prime misure devono essere quelle di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico. E voi direte: ma noi non ci crediamo al cambiamento climatico, perché è qualcosa di ideologico.
Qui di ideologico vediamo solo il vostro perpetrare nell'uso di denaro pubblico! Signori, voi avete accontentato chi è oltre oceano, chi impone i dazi! I dazi sono quelli visibili, ma poi ci sono quelli invisibili, come il ReArm. Certo, noi a Trump ci siamo inchinati, signori. Il ReArm è un altro dazio, è un dazio invisibile, ma quali soldi state utilizzando? I soldi dei cittadini, i soldi che dovevate mettere in questo provvedimento li stiamo dando fuori!
Vi è un'altra misura importante che non avete considerato. Negli anni, abbiamo continuato a presentare proposte di legge sul consumo del suolo. Che cosa avete fatto con queste proposte? Non sono mai andate avanti, signori, non sono mai andate avanti. Anche queste proposte sarebbero state una prevenzione per evitare il rischio idrogeologico che adesso ci ritroviamo per una serie di territori italiani. Però continuiamo con le grandi opere che resteranno alla storia e non siamo in grado di mettere al riparo le città che vengono isolate dalla pioggia e continuano ad esserlo. L'abbiamo visto anche ieri. Purtroppo ogni giorno ne vediamo una.
Poi c'è la storia delle risorse umane. Signori, anche qui abbiamo presentato una serie di emendamenti. Già ai comuni avete tolto un bel po' di risorse economiche, ma almeno a questi comuni vogliamo dare risorse umane per la ricostruzione? Anche qui non avete messo nulla.
Abbiamo, quindi, l'ennesimo decreto senza una visione, senza una strategia, dove la prevenzione non esiste assolutamente. Sui Campi Flegrei, possiamo fare un film: “Un popolo in attesa e un Governo sordo” oppure: “Dopo le scosse, nulla”. Abbiamo chiesto il super sisma bonus, il potenziamento delle reti di monitoraggio, la proroga del contributo di autonomia per la sistemazione, l'istituzione di un Osservatorio permanente, la tutela del patrimonio archeologico, l'aggiornamento dei piani di emergenza vulcanica, gli interventi per migliorare le vie di fuga. Abbiamo chiesto tutto questo e, sì, una cosa l'avete concessa: avete concesso quattro mesi di sospensione dei tributi da restituire in una maxirata a dicembre. Signori, è questo che avete dato: una vera beffa, escludendo addirittura le persone evacuate nel maggio scorso.
I cittadini flegrei si sentono abbandonati. È come se fossero colpevoli di essere nati in un territorio fragile, ma la fragilità non è una colpa, è un motivo in più per essere presenti come Stato, uno Stato forte, ma c'è questo Stato forte? Non ci sembra. Non ci sembra sia presente uno Stato forte, perché avete creato un collage di misure tampone senz'anima. Non c'è un'anima in quello che avete fatto, doveva esserci il cuore. Abbiamo chiesto una regia unitaria che coordini e risponda al Parlamento, che agisca con trasparenza, ma anche questo è stato ignorato, perché ormai il Parlamento è diventato veramente un passacarte. Lo vediamo: non solo i nostri emendamenti vengono chiaramente fermati, ma forse anche quelli della maggioranza. Siamo qui, non abbiamo capito ancora a fare cosa, continuiamo a ripetere quello che i cittadini ci hanno detto da casa, quello che a loro serve, ma non serve a nulla. Il bradisismo va governato! Va governato! Si rischia lo spopolamento di interi quartieri, signori! Ci sono chiusure di locali commerciali ogni giorno, ma solo una cosa si vende in quei posti, sapete cosa? I cartelli d'affitto, quelli si vendono bene, perché servono agli esercenti perché li pongono davanti alle serrande chiuse, signori.
Eppure una pianificazione chiara e preventiva nel brevissimo, medio e lungo termine è necessaria e costerebbe molto meno del costo dei danni provocati dalle alluvioni e dalla siccità. E la siccità è l'altra faccia della medaglia. A noi sembra così strano che continuiamo a fare decreti sulle alluvioni e i Campi Flegrei e poi poniamo la siccità da un'altra parte. Ma non riusciamo a fare qualcosa di sistemico? Tanto sono tutte collegate, tanto le azioni da fare sono le stesse, Presidente. Sto chiudendo. Dobbiamo agire subito sia sulla siccità, sia con il riuso delle acque reflue, i certificati blu, l'uso di indicatori, come la water footprint, la carbon footprint, quello che ho nominato prima, ma non viene fatto.
Quindi, noi con convinzione, come MoVimento 5 Stelle e con responsabilità, votiamo contro questo decreto perché i cittadini non sono stati ascoltati, i territori non sono stati protetti. Voi promettete, sì, ma solo con l'inchiostro signori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).ANNARITA PATRIARCAPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Annarita Patriarca. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Governo, colleghi, il decreto-legge n. 65, che è in approvazione oggi, è un provvedimento di vasta portata, che interviene in contesti territoriali complessi, segnati da emergenze che hanno richiesto e continuano a richiedere un impegno straordinario da parte di tutti gli attori istituzionali. La gestione della ricostruzione e della messa in sicurezza post evento e del fenomeno del bradisismo in corso di evento richiede continuità, competenze e strumenti adeguati alle effettive esigenze operative.
Il provvedimento è volto a rafforzare la capacità delle amministrazioni di assolvere efficacemente alle proprie responsabilità attraverso modifiche legislative puntuali, coerenti con i principi di sostenibilità della finanza pubblica. Le norme introdotte rispondono all'evidenza che le fasi della ricostruzione sono processi dinamici, complessi, in continua evoluzione. Il decreto in discussione oggi, in sostanza, aggiorna e rafforza misure già introdotte. Dunque, va contestata - come già con precisione ha fatto il Sottosegretario Siracusano, in rappresentanza del Governo - l'osservazione delle opposizioni che l'adozione di questo provvedimento denuncerebbe l'insufficienza degli interventi precedenti. È vero esattamente il contrario. Il decreto-legge oggi al nostro esame non è solo un atto tecnico, ma un segnale politico forte di una maggioranza e di un Governo che non intende lasciare soli i cittadini colpiti da queste catastrofi naturali. Il segnale che si intende mandare è che l'Esecutivo e il legislatore sono pronti a intervenire ogniqualvolta emergano nuove esigenze e nuovi ostacoli da superare. È una questione di scelta di un metodo che ha inteso mettere al primo posto la tempestività dell'intervento, dando risposte concrete nell'immediatezza degli eventi, pronti a completare con interventi normativi successivi, adottati in accordo e con il confronto con le autorità amministrative del territorio, necessari per far fronte alle problematiche ed emergenze in corso di verifica.
Questo ancora di più quando l'emergenza diventa sistemica, come per il bradisismo nell'area dei Campi Flegrei. In sede di esame preliminare al Senato, la Protezione civile ha illustrato la complessa serie di interventi già adottati nei due ambiti precedenti indicando la via per giungere al completo ristoro delle popolazioni colpite dagli eventi alluvionali del 2023-2024 e alla messa in sicurezza della popolazione dei Campi Flegrei, un ambito nel quale gli eventi potenzialmente pericolosi sono in piena evoluzione. Due elementi danno il senso della vastità della portata dell'intervento governativo in materia di prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico prodotti da calamità naturali: l'adozione dell'articolo 9 del testo in esame di un programma straordinario di interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico nei territori alluvionati, per la cui attuazione è autorizzata la spesa complessiva di 1 miliardo di euro per gli anni dal 2027 al 2038; l'approvazione, nel marzo scorso, del codice della ricostruzione, trasfuso nella legge n. 40, uno strumento fondamentale per dare regole certe e uniformi su tutto il territorio nazionale, con tempi chiari e modalità operative definite, un vero e proprio cambio di paradigma che mira a superare la frammentazione normativa e burocratica che troppo spesso ha rallentato i processi di ricostruzione post calamità.
Venendo agli elementi salienti del provvedimento in esame, un nodo centrale resta quello delle risorse umane. I comuni coinvolti nei processi di ricostruzione stanno operando con organici ridotti e spesso privi di figure tecniche qualificate. Il decreto interviene per rafforzare la loro capacità operativa consentendo assunzioni a tempo determinato e stabilizzazione, al fine di garantire le professionalità necessarie per assicurare il fondamentale supporto tecnico-amministrativo per gestire e accelerare la fase di ricostruzione. Per quanto riguarda gli interventi destinati a supportare le comunità dell'Emilia-Romagna, della Toscana e delle Marche, duramente provate dagli eventi alluvionali, si prevede l'estensione dell'ambito di applicazione delle misure di ricostruzione agli eventi del settembre-ottobre 2024.
Un passo fondamentale per garantire una risposta organica e coordinata, evitando frammentazioni e ottimizzando l'impiego delle risorse. Nel decreto si procede alla riorganizzazione della struttura commissariale e della cabina di coordinamento che sarà più partecipata, attribuendo un ruolo centrale ai presidenti di regione; un'operatività maggiore nei processi di ricostruzione, con la possibilità di istituire contabilità speciali a loro intestate, in modo da rendere l'azione dello Stato più snella e più incisiva. La proroga delle funzioni commissariali fino al 31 maggio 2026 e la riorganizzazione della struttura di supporto, con la possibilità di avvalersi di personale specializzato, sono passi concreti per superare le criticità amministrative e garantire l'efficacia degli interventi.
Atro tema è quello della semplificazione delle procedure per la ricostruzione privata. Sono velocizzati i tempi di ricostruzione rimuovendo gli ostacoli burocratici e normativi ed è agevolato l'accesso ai contributi con procedure semplificate per la ricostruzione degli edifici con danni lievi, ma anche processi più efficaci per gestire gli interventi più complessi. Non meno importante è la disposizione approvata in Commissione al Senato che prevede l'esenzione IMU nel periodo dicembre 2025-dicembre 2026 per i fabbricati ad uso abitativo ubicati nei territori delle regioni colpite dagli eventi alluvionali, se distrutti od oggetto di ordinanze di sgombero, in quanto potenzialmente o totalmente inagibili.
Significative anche le disposizioni per la ricostruzione dei complessi aziendali. Le imprese che abbiano visti danneggiati più siti produttivi potranno presentare un'istanza unificata non solo al comune territorialmente competente, ma anche ad altro soggetto istruttore appositamente individuato dalla regione. Le risorse disponibili per la ricostruzione dei complessi aziendali si aggiungono al credito d'imposta per la ricostruzione previsto dalla legge di bilancio 2024, per il quale sono stati stanziati 50 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2024-2048.
Si interviene anche nei processi di ricostruzione pubblica. Per velocizzare questi procedimenti si è prevista la possibilità di dare precedenza all'utilizzo dei contributi previsti per quegli interventi considerati prioritari in base alle urgenze rilevate con riferimento sia alle opere pubbliche, sia ai beni culturali, sia agli interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico.
Venendo agli interventi nei Campi Flegrei, sarà opportuno ricordare a tutti noi che, ad oggi, questo Governo ha già stanziato oltre 800 milioni per le misure di sostegno, altre misure sono previste in questo decreto, utilizzando lo stesso approccio pragmatico. Qui la situazione è ben diversa da quella relativa alla ricostruzione delle aree alluvionate, trattandosi purtroppo di un fenomeno in itinere, per cui l'osservazione delle opposizioni concernente la sospensione dei termini relativi agli adempimenti e ai versamenti tributari e contributivi per quattro mesi del 2025, per i soggetti residenti o con sede legale in immobili colpiti dagli eventi sismici il 13 marzo 2025, che premierebbe alcuni a danno di altri, è priva di senso. Questa limitazione fa capo a una precisa serie di eventi che se si dovessero ripetere comporterebbe l'ampliamento della categoria dei beneficiari e dei tempi di applicazione da introdurre con un nuovo ulteriore provvedimento.
Nel decreto in discussione sono previsti ulteriori interventi in favore dei nuclei familiari la cui abitazione principale sia stata danneggiata e sgomberata per inagibilità. A questi nuclei sono riconosciuti i contributi per la realizzazione degli interventi di riqualificazione sismica e di riparazione del danno, coperti con uno stanziamento di 50 milioni di euro. È previsto, altresì, un contributo per l'autonoma sistemazione in favore dei nuclei familiari la cui abitazione principale abituale e continuativa sia stata sgomberata per inagibilità in esecuzione di provvedimenti.
Per quanto riguarda la riqualificazione sismica degli edifici pubblici, in particolare le scuole, nonché in relazione agli interventi per assicurare la funzionalità delle infrastrutture di trasporto e degli altri servizi essenziali e prioritari, si autorizza il commissario straordinario, nelle more dell'approvazione dei programmi di interventi urgenti, a dare avvio all'attuazione degli interventi indifferibili al fine dell'attuazione della pianificazione di Protezione civile.
In conclusione, ci ritroviamo di fronte a un provvedimento che intende rafforzare la capacità di risposta del Paese alle emergenze, confermando l'impegno a tutelare le comunità e i territori, dando certezze e garantendo continuità di intervento, attenzione e pragmaticità delle risposte.
E ciò, tenendo sempre presente che il nostro Paese ha fragilità che impongono politiche di prevenzione e mitigazione del rischio di breve, medio e lungo periodo, che forniscano, sì, un quadro generale di riferimento, ma tengano conto delle peculiarità territoriali.
Per questi motivi, Presidente, dichiaro il voto favorevole di Forza Italia, consapevoli che, oggi, chi da questi banchi dice, a gran voce, che le politiche di prevenzione non esistono nel nostro Paese, invece di chiedere a questo Governo che cosa intende fare e che cosa sta facendo, dovrebbe spiegare a quest'Aula e agli italiani perché, quando poteva attuare queste politiche di prevenzione e mitigazione del rischio, nulla ha fatto. Per questi motivi, ribadisco, il voto favorevole di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).GRAZIANO PIZZIMENTIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Graziano Pizzimenti. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)GRAZIANO PIZZIMENTI (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretaria Siracusano, colleghi, il decreto-legge in votazione dimostra non solo la vicinanza del Governo alle popolazioni provate dalle calamità naturali, siano quelle alluvionali o scosse sismiche, ma anche la costanza dell'intervento governativo e la concretezza delle azioni. Il presente decreto è la dimostrazione che il Governo non si limita ad emanare le norme, ma persegue monitoraggi e valutazioni per verificare la congruità delle norme alle esigenze della popolazione, per poter intervenire nel migliore dei modi possibili. Il decreto affronta due problematiche distinte: le alluvioni in Emilia-Romagna, Toscana e Marche e l'evoluzione del fenomeno del bradisismo nei Campi Flegrei.
In tema di alluvione, il decreto-legge non solo amplia alle avversità atmosferiche il dissesto idrogeologico di settembre e ottobre 2024 che ha colpito la regione Emilia-Romagna, ma anche la portata delle norme già approvate per la ricostruzione dei territori di Emilia, Toscana e Marche, colpiti da eventi alluvionali nel maggio 2023, fatti gravi verificatisi in due momenti diversi, semplificando e accelerando le procedure per la ricostruzione e per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico dei medesimi territori.
Lo scopo è quello di incrementare l'efficacia della gestione delle due emergenze, visto che si tratta di territori per la seconda volta colpiti da analoghi fenomeni calamitosi. Pertanto, il decreto in esame è intervenuto nel processo di ricostruzione in corso e ha tenuto conto: in primo luogo, dei provvedimenti attuativi già adottati; in secondo luogo, dell'evoluzione dei procedimenti stessi; e infine, delle criticità emerse nello svolgimento delle attività per la realizzazione degli interventi urgenti di riparazione, ripristino, ricostruzione pubblica e privata e per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico nei territori colpiti. Le misure adottate intervengono sulle attività del commissario straordinario, stabilite con decreto-legge n. 61 del 2023, che hanno in questo periodo assicurato il coordinamento delle misure di ricostruzione pubblica e privata, nonché la gestione dei materiali derivanti dagli eventi alluvionali, anche prorogando fino al 31 maggio 2026 la durata in carica del commissario straordinario, che viene contestualmente autorizzato a riorganizzare la struttura di supporto.
Rivestono particolare importanza le nuove funzioni che saranno attribuite ai presidenti delle regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana, nella loro qualità di sub-commissari, anche con proprie contabilità speciali, con risorse assegnate dal commissario. In particolare, i sub-commissari dovranno assicurare la partecipazione alle attività della Cabina di coordinamento della ricostruzione e dovranno provvedere, nei territori di rispettiva competenza, al coordinamento e all'attuazione delle misure per la ricostruzione privata e pubblica. Tali nuove funzioni rafforzano il coordinamento delle attività a livello centrale e territoriale, ai fini dello snellimento delle procedure e delle migliori conoscenze del territorio, da parte di chi gestisce gli interventi stessi.
Il territorio italiano rappresenta quello più a rischio idrogeologico d'Europa. I territori trattati dal presente decreto, per la condizione morfologica e le dinamiche evolutive dei fenomeni atmosferici verificatisi negli ultimi anni, sono individuati come aree ad alto livello di rischio, che richiedono l'adozione di dispositivi ulteriori, volti a velocizzare gli interventi e le attività di prevenzione, onde scongiurare ulteriormente danneggiamenti che potrebbero verificarsi in caso di eventi caratterizzati da precipitazioni eccezionali.
Proprio per questo, il decreto non interviene solo per la ricostruzione dei territori alluvionati, ma anche per la prevenzione, attraverso l'approvazione di un programma straordinario di interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico nei territori dell'Emilia-Romagna, Toscana e Marche, colpiti dagli eventi alluvionali del maggio 2023, e nel territorio dell'Emilia-Romagna colpito dagli eventi alluvionali verificatisi nei mesi di settembre e ottobre 2024.
Si prevedono interventi per una spesa complessiva di un miliardo di euro per gli anni dal 2027 al 2038, suddivisi in due stralci pluriennali. All'attuazione degli interventi contenuti negli stralci pluriennali del programma provvedono, nei rispettivi ambiti territoriali, i presidenti delle regioni, nella qualità di commissari di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico.
Sono, inoltre, previste misure volte a garantire la capacità operativa necessaria per l'attuazione del programma straordinario suddetto, tra cui la proroga al 31 dicembre 2028 del termine entro il quale le regioni, le province, i comuni e le città metropolitane possono procedere alla stabilizzazione del personale non dirigenziale.
Si prevede, inoltre, il riconoscimento di compensi aggiuntivi rispetto al trattamento economico fondamentale e accessorio. Per tale finalità, è autorizzata la spesa complessiva di 30 milioni di euro.
Le modifiche proposte dal Governo alle norme esistenti sono state elaborate con l'obiettivo di integrare gli originali dispositivi, estendendo le norme alle avversità del 2024, per il territorio dell'Emilia-Romagna, regolando le azioni nuove da intraprendere in modo che ne risulti chiaro il relativo tempo di decorrenza e integrandole in modo armonico con le attività già avviate e in itinere, senza soluzione di continuità o battute di arresto nello svolgimento delle diverse linee di azione.
Continua, pertanto, l'azione del Governo a sostegno della ricostruzione dei territori alluvionati e continua anche il sostegno economico per questi territori. In effetti, vediamo che sono stati stanziati 4,3 miliardi, destinati ai territori alluvionati fino ad oggi, a cui si aggiungono le ulteriori risorse previste dal presente decreto, tra cui: 100 milioni di euro per la ricostruzione pubblica di edifici e per la difesa del suolo, nonché per la gestione di materiali e detriti connessi all'alluvione del 2024; 7,5 milioni di euro per le strutture di supporto al commissario straordinario; 30,5 milioni di euro per i benefici di carattere contributivo per i datori di lavoro agricoli; e soprattutto, un miliardo di euro per il programma straordinario di prevenzione per l'intervento di riduzione del rischio idraulico e idrogeologico, oltre ai 30 milioni di euro per incrementare la relativa capacità operativa, come è stato detto precedentemente, necessaria per le regioni.
Altrettanto importanti e indispensabili sono le misure al Capo II, che intendono fronteggiare gli effetti dell'evoluzione del fenomeno del bradisismo nei Campi Flegrei, assegnando agevolazioni e risorse per i danni subiti dagli eventi sismici del 13 e 15 marzo 2025, che si aggiungono agli interventi già programmati del 2023, in corso di attuazione, per un totale di circa 700 milioni di euro, nonché all'incremento di 200 milioni di euro delle risorse disponibili per il Programma di coesione 2021-2027, destinate al Ministro per la Protezione civile.
In sintesi e in conclusione, Presidente, le misure contenute nel presente decreto-legge sono rilevanti a favore dei territori, delle famiglie e delle imprese e dimostrano la costanza e il pragmatismo del nostro Governo, anche ai fini della prevenzione di ulteriori disastri per il nostro territorio fragile - purtroppo - e con un'intensa attività geologica sia in superficie che nel sottosuolo. Il gruppo Lega Salvini Premier voterà convintamente a favore del predetto decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).OUIDAD BAKKALIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bakkali. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, rappresentanti del Governo, oggi di fatto ratifichiamo l'ennesimo decreto urgente che tratta eventi catastrofali nel nostro Paese. Un decreto che reputiamo non all'altezza degli eventi e delle emergenze che stiamo vivendo, a partire dalla mancanza di prospettiva e organicità, e che parte col piede sbagliato sin dal titolo: disposizioni urgenti per affrontare eventi straordinari.
Ecco, esattamente da qui nasce l'approccio sbagliato e di corto respiro di un provvedimento che aggiusta, perché di questo stiamo parlando, i decreti che precedono questo e lo fa - spero - rendendosi conto che molte delle cose che ci troviamo oggi ad approvare erano parte delle proposte che vi abbiamo rappresentato qui ormai due anni fa, se parliamo dell'ambito che riguarda i territori alluvionati, e un anno fa, se ci riferiamo ai territori dei Campi Flegrei, e che certamente erano le richieste dei territori e di chi le governa. Quali disposizioni urgenti, quindi! Si è messo mano a un quadro normativo ormai datato, prodotto per le alluvioni 2023, che, mentre voi accusavate i territori e i suoi amministratori di incompetenza e di inadeguatezza, gli stessi si trovavano a dover operare e produrre atti applicando norme complesse e farraginose sovrapponibili alla gestione ordinaria e inadeguate al ritmo necessario per portare a termine i lavori in corso e le progettazioni per mettere in sicurezza i territori e le popolazioni. Oltre all'annoso tema degli indennizzi e dei rimborsi, che qui non viene migliorato, e che ancora una volta conferma un incomprensibile tetto alla spesa per beni mobili. Bene che finalmente abbiate compreso che commissariare i governi locali non paga. Non paga elettoralmente se pensiamo alle recenti regionali in Emilia-Romagna o alle amministrative nei comuni colpiti e non paga sul fronte della ricostruzione e della prevenzione.
In questo decreto finalmente troviamo un maggior coinvolgimento delle regioni, degli enti locali e dei cittadini, confermando che forse, quando una candidata presidente di regione diceva che non c'era affatto bisogno di più responsabilità e che lei non le avrebbe volute e che bastava il lavoro della struttura commissariale, forse stava dicendo qualcosa di sbagliato, non comprendendo che agli occhi dei cittadini e delle cittadine, che vivono eventi catastrofici e che perdono tutto durante un'alluvione o vivono nella paura costante che possa arrivare una scossa più forte, c'è solo un volto che vedono e non è quello della Presidente Meloni, né di Musumeci, né di questo presidente di regione o di un altro. I cittadini vedono lo Stato, vedono la Repubblica, cercano responsabilità, onore e disciplina in coloro che sono incaricati pro tempore di prendersi cura di loro e della cosa pubblica.
Disposizioni tardive, più che urgenti quindi. Finalmente arrivano misure di semplificazione per la ricostruzione privata e pubblica, alcune agevolazioni fiscali e contributive richieste da tempo, la riarticolazione delle misure di coordinamento interistituzionale. Anche qui sarà mica che quando ci dicevate che stava procedendo tutto al meglio forse non era proprio esattamente così? Bene l'esenzione temporanea dell'IMU, alcune misure parziali sul rinforzo del personale in dotazione ai comuni (anche queste misure che vi abbiamo chiesto per mesi), misure per la semplificazione e l'accelerazione delle procedure che riguardano i contributi per la ricostruzione privata. Anche qui, forse, non era tutta colpa dei sindaci e, forse, non era tutta colpa delle piattaforme regionali. Si chiarisce il ruolo di ANAS e di RFI e si efficientano le funzioni commissariali.
Fin qui ho voluto dare merito ed essere onesta intellettualmente rispetto a migliorie in questo decreto. Anche grazie a un ripristinato - sottolineo: ripristinato - clima di leale collaborazione tra i vari livelli istituzionali si è determinato un lavoro di co-costruzione anche in questo provvedimento. Ma mi fermo qui. Grida invece vendetta quello che avete chiamato Programma straordinario di riduzione del rischio idraulico e idrogeologico. Un miliardo in 10 anni. Sono un segnale insufficiente e disarticolato da una strategia nazionale necessaria, che purtroppo continuiamo a non avere, mentre da un lato riconoscete con questo provvedimento un rischio idrologico più elevato della media del Paese a un territorio, quello dell'Emilia-Romagna, che unisce la fragilità dell'Appennino a una pianura alluvionale che è stata oggetto di interventi di bonifiche per più di 200 anni. Di fronte a un evento che ha determinato 9 miliardi di danni ne stanziate uno, prelevandolo dal Fondo ricostruzione, in 10 anni.
Ecco, non è sufficiente. E sul secondo Capo che riguarda i Campi Flegrei, porzione del nostro Paese che ci preoccupa, che solo pochi giorni fa ha visto una nuova scossa di grado 4.6 e il distacco e il crollo di un costone nella località di Bacoli, anche qui disposizioni tardive. È il terzo decreto sui Campi Flegrei dopo 10.000 scosse, 130 edifici inagibili e una popolazione che vive in una seppur consapevole tensione costante. Continua a mancare una strategia chiara che non siano le dichiarazioni. Persone, territori e amministratori sono in balia di dichiarazioni di un Ministro e, non da ultimo, appunto, le zone da liberare, su cui si è espresso in maniera ambigua il Ministro Musumeci.
Decreti che hanno gocciolato piccoli provvedimenti, che hanno creato diverse categorie di sfollati in base al mese in cui si è vissuta la scossa. Ma anche qui mancano le risposte a quello che chiedono i sindaci e i territori, una strategia, un'analisi di vulnerabilità sismica degli edifici, risorse certe, semplificazione, competenze e responsabilità chiare tra i vari livelli di governo e rafforzamento della pubblica amministrazione.
E tornando al titolo “eventi straordinari”, la nostra contrarietà profonda a questo ennesimo decreto spezzatino è tutta qui. Non avete compreso davanti a quale tipologia di eventi siamo. Sia chiaro: sono tutto tranne che straordinari. Ogni anno il dato in crescita ci dice che in Italia si verificano 378 eventi climatici estremi. L'Italia è il primo Paese per morti in Europa da eventi meteo estremi. Il Climate Risk Index individua l'Italia come quinto Paese più colpito da eventi estremi al mondo, primo in Europa, terzo nel mondo nel 2022. E fra gli aspetti più impattanti ci sono le ondate di calore, la siccità, le inondazioni. Solo in questi giorni abbiamo assistito alla morte di un imprenditore di Loria, Brahim Ait El Hajjam, a San Lazzaro di Savena, e l'operaio nel vicentino in coma. Abbiamo assistito alle immagini di Bardonecchia. Anche in questo territorio abbiamo visto tempi di ritorno inediti e permettetemi di esprimere solidarietà alla sindaca di quel territorio, che ha dovuto anche lei sperimentare i tempi di ritorno delle dichiarazioni di Musumeci. Mentre si spalava il fango e si piangeva la perdita di un loro concittadino, puntualmente il Ministro non manca di esprimersi in polemica con i territori e con i sindaci, mentre loro sono occupati a mettere in sicurezza le proprie popolazioni. Un Ministro deve dare una mano alle popolazioni e agli amministratori. Le polemiche in piena emergenza non servono a nessuno, non servono alle popolazioni e alla cittadinanza. È il diritto a restare nei propri territori, restare con una prospettiva: questa è la chiamata a cui dobbiamo rispondere.
È questa la domanda di sicurezza in questa epoca storica che contrasti lo spopolamento, l'abbandono progressivo di molte zone, a partire da quelle collinari, spesso all'origine della forza devastatrice di fango e acqua. Il negazionismo climatico e l'approccio emergenziale continueranno a fare morire le persone.
Qui, Presidente, mi permetta un tributo di memoria a chi ha perso la vita in questi eventi, in questi anni, la profonda gratitudine per quell'umanità che si mosse in quelle settimane in Emilia-Romagna, in Toscana, nelle Marche e in tutto il territorio, la Protezione civile, le Forze dell'ordine. A questa memoria, dobbiamo rendere giustizia, soprattutto dobbiamo produrre provvedimenti all'altezza. Occorre un cambio di paradigma radicale, superare la necessità di interventi normativi, ripetuti ad ogni evento e, per ciascun evento, tornare più volte a correggere i decreti. Ci vuole una cultura della prevenzione che immagini e progetti i nostri territori con prospettive ventennali, prevenzione, manutenzione e investimenti…OUIDAD BAKKALIPRESIDENTE. Concluda.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). …per la resilienza urbana, una legge-quadro sul clima e una cabina di regia. Ecco, se non sentiamo la responsabilità verso le generazioni future, che vivranno di più - come stiamo vedendo - l'impatto della crisi climatica, verso la vivibilità della nostra casa comune, verso il diritto a restare, allora questo provvedimento è più che sufficiente. Se, invece, vogliamo tornare a guardare al futuro e non aspettare che dalla cima ci travolga questa crisi a valle, beh, allora questo provvedimento non è sufficiente. Quindi, in pieno spirito repubblicano, abbiamo provato a fare proposte. Non le avete accolte. Questo decreto non è all'altezza della sfida che abbiamo davanti e il nostro partito voterà contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
FABRIZIO ROSSIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabrizio Rossi. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)FABRIZIO ROSSI (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi e rappresentanti del Governo, il decreto-legge n. 65 del 2025 rappresenta una risposta concreta e tempestiva agli straordinari eventi alluvionali che hanno colpito le regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche, nonché agli effetti del fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei.
Questo decreto si inserisce nel lavoro e nell'impegno costante del Governo Meloni, sempre pronto a fronteggiare le emergenze naturali, che, purtroppo, negli ultimi anni, stanno mettendo a dura prova il nostro Paese: eventi drammatici, come le alluvioni del maggio 2023 o quello di settembre e ottobre 2024, fino ai recenti eventi sismici del 13 e 15 maggio 2025 nei Campi Flegrei. Tutti questi eventi richiedono risposte immediate, ma anche una visione di lungo periodo.
Due sono le direttrici che questo decreto insegue: intervenire nei momenti emergenziali e iniziare a porre in essere misure strutturali. A livello finanziario, il decreto istituisce un programma straordinario pluriennale per la prevenzione e la ricostruzione, con un investimento complessivo di un miliardo di euro nell'arco di dieci anni. Il piano, infatti, prevede 100 milioni di euro all'anno, di cui 30 milioni già destinati per il 2026 e 100 milioni per il 2027. Le risorse saranno impiegate non solo per riparare i danni subiti, ma anche per ridurre strutturalmente il rischio idraulico e idrogeologico, obiettivo prioritario del Governo, dove la vulnerabilità del territorio richiede interventi di lungo termine e sistemici.
Per far fronte agli effetti del fenomeno bradisismico, che continua a interessare l'area dei Campi Flegrei, il decreto-legge adottato il 30 aprile 2025 introduce una serie di misure fiscali e finanziarie straordinarie a sostegno della popolazione e delle attività economiche locali. In particolare, viene disposta la sospensione dei termini per gli adempimenti e i versamenti tributari e contributivi. La sospensione riguarda anche il versamento delle ritenute alla fonte e delle trattenute relative alle addizionali comunali e regionali. Inoltre, sempre per lo stesso arco temporale, è prevista la sospensione del pagamento delle rate di mutui e finanziamenti di qualsiasi natura, senza l'applicazione di sanzioni o interessi. Queste misure mirano ad alleggerire temporaneamente il carico economico e finanziario su famiglie e imprese, in un contesto di crescente fragilità territoriale e sociale legata alla persistente instabilità geologica di tutta l'area.
In qualità di deputato toscano, non posso non sottolineare l'importanza di questo provvedimento anche per la Toscana stessa, per la mia terra, duramente colpita dagli eventi alluvionali, ma sicuramente non sarei un buon italiano, se mi fermassi solo alla mia regione, quindi soltanto alla mia Toscana. Mi permetta quindi, Presidente, di allargare un po' lo sguardo.
Ciò che emerge con chiarezza è la fragilità del nostro territorio, che necessita di un cambio di passo, soprattutto sul fronte della prevenzione e la prevenzione si fa soltanto quando vi è un chiaro governo del territorio, che si fonda su tre pilastri: la conoscenza, la valutazione e il monitoraggio.
Oggi, disponiamo di una grande quantità di dati, spesso prodotti da fonti diverse, ma che raramente dialogano tra loro. È necessario integrare queste informazioni e renderle accessibili, soprattutto superando la frammentazione amministrativa e settoriale. Il governo del territorio diventa così la chiave per costruire insediamenti resilienti, sostenibili e intelligenti, dove la qualità della vita, la sicurezza e il rispetto dell'ambiente non siano obiettivi tra loro in conflitto, ma elementi di una strategia unitaria.
Memore di tante, forse troppe, sciagure negli ultimi anni, il Governo Meloni, con grande responsabilità, ha scelto di non limitarsi a prorogare lo stato di emergenza o a estendere misure già previste. Ha scelto di intervenire in maniera decisa, aggiornando la disciplina sulla ricostruzione, stanziando nuove risorse e rafforzando la governance commissariale, per esempio, con l'ingegner Fabrizio Curcio, la cui attività di ascolto e recepimento delle segnalazioni, delle criticità e delle proposte pervenute proprio dai territori è stata preziosissima e determinante: un grosso contributo al legislatore, anche nella stesura di questo testo.
Presidente, colleghi, ciò che emerge negli ultimi anni, con eventi sempre più improvvisi, è che non possiamo più permetterci ritardi o inefficienze. Lo abbiamo visto: se negli anni scorsi si fosse investito in prevenzione, se le casse di espansione fossero state realizzate, se la manutenzione dei fiumi fosse stata eseguita con regolarità, molte di queste tragedie, che oggi piangiamo, si sarebbero potute evitare.
Le risorse, come ci ha ricordato la Corte dei conti, c'erano, ma sono rimaste, in larga parte, non utilizzate. Il Governo ha fatto ora la sua parte, però tocca alle regioni, a cominciare dall'Emilia-Romagna e dalla Toscana, abbandonando ogni logica polemica e collaborando concretamente per il bene dei cittadini e delle imprese. I numeri però parlano chiaro: tra il 2015 e il 2023, a fronte di 1,3 miliardi di euro stanziati per la prevenzione idrogeologica, sono stati spesi soltanto 267 milioni. Questo dato, di per sé, è già abbastanza eloquente. Diventa davvero inaccettabile, se consideriamo che le risorse stanziate c'erano, ma si è preferito ignorare i problemi, piuttosto che risolverli.
Tra i principali fattori di rischio per il territorio italiano, vi è stata l'urbanizzazione incontrollata, l'eccessivo consumo di suolo e la fragilità idromorfologica del nostro Paese, già segnato da un'alta densità di fiumi a regime torrentizio e da una conformazione prevalentemente montana e collinare.
In Emilia-Romagna, l'evoluzione dell'uso del suolo ha provocato un progressivo aumento delle superfici urbanizzate, a discapito di quelle agricole e naturali. Un fenomeno non giustificato da un analogo aumento della popolazione, ma da un modello espansivo che ha artificializzato il territorio oltre le reali necessità insediative, contribuendo al degrado ambientale e all'incremento dei rischi.
Il PD grida alla mancanza di risorse anche per questo decreto, ma non spende neanche quelle che ha (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). In dieci anni, in regione Toscana, sono arrivati 884 milioni di euro per la sicurezza idraulica, ne ha spesi solo il 20 per cento. Il resto? Fermo nei cassetti, non ci sono le opere.
È emblematico il caso di Campo Regio, nel territorio toscano: un'opera nata nel 2012, ancora incompleta, progettata per scaricare l'acqua in mare proprio da chi oggi predica la regimazione a monte e il riutilizzo delle risorse idriche. Per non parlare poi di Campi Bisenzio e di Prato: sorvoliamo. Mentre il presidente Giani si tuffava nell'Arno, il territorio restava esposto.
Signor Presidente, serve concretezza e non soltanto sceneggiate. Fratelli d'Italia è pronta a fare quello che la sinistra non ha mai fatto: trasformare i fondi in opere e le promesse in sicurezza.
Altresì, questo decreto introduce diverse novità molto significative. In primo luogo, viene prorogata, fino al 31 maggio 2026, la funzione del commissario per la ricostruzione, che potrà ora contare su strumenti più efficaci, tra cui la possibilità di avviare un piano speciale di ricostruzione e uno straordinario per la riduzione del rischio idrogeologico, articolato in due stralci di sei anni. Misure, quest'ultime, che mirano non solo a ricostruire, ma a mettere in sicurezza una volta per tutte i territori. L'istituzione di un programma straordinario di interventi contro il dissesto idrogeologico, con un fondo dedicato da un miliardo per il periodo 2027-2038, è sicuramente un passo molto, molto concreto. Viene poi ampliata la cabina di coordinamento, rafforzando il ruolo degli enti locali e rendendo più aderente alle realtà specifiche ogni tipo di intervento. Sono previste contabilità speciali intestate ai presidenti delle regioni, per velocizzare la gestione delle risorse in deroga ai limiti precedenti.
Questo significa soprattutto snellimento delle procedure, più rapidità d'azione, ma meno burocrazia. Il decreto, inoltre, affronta anche il tema della ricostruzione privata, introducendo nuove forme di contributo, ampliando la platea dei beneficiari, consentendo l'erogazione di acconti. Inoltre, si riconosce il credito d'imposta per i finanziamenti agevolati e l'esenzione dall'IMU per gli immobili distrutti o inagibili fino al 31 dicembre 2026.
Ringrazio, quindi, il Governo Meloni e il Ministro Musumeci per aver dimostrato, ancora una volta, non solo attenzione concreta verso i territori colpiti, ma, soprattutto, un alto senso dello Stato. Con questo provvedimento si compie un passo deciso verso una prevenzione strutturale, una ricostruzione vera, tangibile, che non lascia nessuno indietro. Il decreto prevede, inoltre, misure di grande impatto: una maggiore attenzione ai casi complessi, l'ampliamento del perimetro dei potenziali beneficiari...FABRIZIO ROSSIPRESIDENTE. Colleghi… aspetti un attimo, deputato Rossi. Abbiamo fatto finta di niente, nella speranza che poi l'autodisciplina prevalesse, ma non c'è stato verso. Quindi, sono costretto a richiamare l'Aula al silenzio per dare modo al deputato Fabrizio Rossi di proseguire la sua dichiarazione di voto. Prego.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)FABRIZIO ROSSI (FDI)....la riapertura dei termini, la possibilità di erogare uno o più acconti con un saldo finale, riducendo in modo concreto il peso economico sulle spalle dei cittadini e delle imprese. Si tratta di risposte attese e dovute, che oggi sono realtà. E per rafforzare ulteriormente l'azione amministrativa è prevista l'estensione della proroga, dal 31 dicembre 2025 al 31 dicembre 2027, delle facoltà assunzionali a tempo determinato, con l'obiettivo di completare finalmente il reclutamento delle 250 unità previste dal decreto-legge n. 61 del 2025, a fronte delle sole 106 finora assunte. Un atto di grande responsabilità, che dimostra come questa maggioranza non si limiti agli annunci, ma costruisca soluzioni.
Questo decreto - e concludo, Presidente - non è solo un testo normativo: è un impegno morale verso chi ha perso la casa, l'attività e la serenità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È un atto di responsabilità verso il futuro dei cittadini, di tutti gli italiani; un atto di responsabilità verso i nostri territori. E quindi, per tutte queste motivazioni, con convinzione, con orgoglio e - ripeto - con grande responsabilità, annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2482)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2482: S. 1479 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 maggio 2025, n. 65, recante ulteriori disposizioni urgenti per affrontare gli straordinari eventi alluvionali verificatisi nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche e gli effetti del fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei, nonché disposizioni di carattere finanziario in materia di protezione civile" (Approvato dal Senato).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 125) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare). - Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1054 – “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane” (Approvato dal Senato) (A.C. 2126-A) e delle abbinate proposte di legge: Girelli ed altri; Tassinari ed altri (A.C. 699-1059) (ore 18,35). (ore 18,35) PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2126-A: “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane” e delle abbinate proposte di legge nn. 699-1059.
Ricordo che, nella seduta del 25 giugno, è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo 1.01 Faraone.(Articolo 2 - A.C. 2126-A e abbinate)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)SILVIA ROGGIANIPRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 2.7 Roggiani e 2.8 Auriemma.
Ha chiesto di parlare la deputata Roggiani. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi scusi, ma non avevo compreso se avesse chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti sull'articolo 2 o sull'emendamento 2.7 Roggiani.
Per prima cosa, anche qui in Aula, come abbiamo fatto in Commissione, voglio ringraziare sinceramente il Ministro Calderoli, perché non siamo abituati alla presenza di Ministri ai lavori di Commissione e anche ai lavori d'Aula sul provvedimento. E, quindi, nonostante interverremo per spiegare la nostra contrarietà su larga parte del provvedimento, di questo credo che gli vada dato atto e gliene voglio dare atto.
Poi, andiamo a vedere, invece, il merito. Sul merito, in questo caso specifico, cioè l'emendamento che sto illustrando, come del resto tutto l'articolo 2, riguarda i criteri secondo cui noi decidiamo, con questo provvedimento, di sostenere o non sostenere alcuni comuni, i comuni montani. Noi crediamo che la scelta di identificare il solo criterio altimetrico come il criterio per decidere se sostenere o non sostenere un comune montano non sia un criterio esaustivo. Pensiamo che al centro della nostra attività, al centro anche del nostro sostegno, debba esserci il tema che vogliamo affrontare. Noi vogliamo affrontare il fatto che ci sono tantissimi cittadine e cittadini che spopolano i territori montani, che vuol dire non solo i comuni in alta montagna, ma vuol dire anche i comuni in fondovalle, vuol dire i comuni che non sono propriamente montani, ma sono sul limitare dell'essere comuni montani secondo il vostro calcolo altimetrico e che, però, non hanno i servizi: non hanno i servizi territoriali di sanità, non hanno i servizi di trasporto pubblico locale, non hanno luoghi di lavoro e di studio che possano consentire a loro e a chi nasce lì di decidere di restare a vivere in quei luoghi.
Quindi, per noi è un tema del diritto di restare. E il diritto di restare non riguarda solo sopra una certa altezza. Il diritto di restare riguarda tutti quei comuni che sono, purtroppo, coinvolti in un fenomeno, che è il fenomeno dello spopolamento, che è conseguenza della mancanza dei servizi. Quindi, con questo emendamento, noi vi invitiamo a rivedere i criteri e a non utilizzare solo il criterio altimetrico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).GIOVANNA IACONOPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.7 Roggiani e 2.8 Auriemma, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 126).
Passiamo all'emendamento 2.12 Raffa. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.12 Raffa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 127).
Passiamo all'emendamento 2.14 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.14 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 128).
Passiamo all'emendamento 2.15 Penza. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.15 Penza, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 129).
Passiamo all'emendamento 2.16 Auriemma. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.16 Auriemma, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 130).
Passiamo all'emendamento 2.17 Alfonso Colucci. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.17 Alfonso Colucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 131).
Passiamo all'emendamento 2.18 Girelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.18 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 132).
Passiamo all'emendamento 2.20 Marino.
Ha chiesto di parlare la deputata Iacono. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)GIOVANNA IACONO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Intervengo su questo emendamento, a prima firma della collega Marino, con il quale intendiamo proporre al provvedimento in esame una modifica sostanziale e, quindi, l'individuazione, all'interno della classificazione delle zone montane, di ulteriori criteri che definiscano le zone montane costituite dai comuni montani insulari in relazione alla loro collocazione geografica all'interno delle isole, maggiori e minori, del nostro Paese.
Si tratta di realtà che hanno una duplice condizione strutturale di svantaggio. Quella propria delle aree interne e montane, causa di fragilità ambientale, di desertificazione, di spopolamento, ma anche di difficoltà nell'accesso ai basilari servizi, alla sanità, all'istruzione e ai trasporti. E quella propria dell'insularità, che aggrava ulteriormente l'isolamento geografico e comporta un aggravio di costi, sia per i cittadini che per gli operatori economici, impattando negativamente sulla vita, sul benessere e sulla competitività di quei territori.
La nostra Costituzione, all'articolo 119, già riconosce le peculiarità delle isole e promuove, appunto, delle misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità. Ma quel principio rischia di restare inattuato se non viene tradotto in provvedimenti concreti, come dovrebbe fare questa norma. Individuare ulteriori criteri che definiscano le aree montane e insulari è un atto di giustizia e di equità, territoriale e sociale. Significa prendere coscienza del fatto che un'area montana su un'isola rimane un'area montana, ma con dei problemi ancora più complessi che richiedono degli strumenti specifici: per la mobilità, per l'accesso ai servizi essenziali, per la digitalizzazione, per il sostegno alle imprese e all'economia ma anche, e soprattutto, per frenare l'emorragia, la fuga dei giovani e lo spopolamento. Fenomeno che sta interessando tantissimo diverse aree interne e montane del Paese, ma anche la mia terra, la mia Sicilia, dove, soprattutto le nuove generazioni, stanno portando avanti una battaglia per il loro diritto a restare. Battaglia che noi stiamo sostenendo e che dovrebbe essere sostenuta da tutte e tutti. Si tratta, quindi - e concludo -, di valorizzare aree importanti del nostro Paese che oggi rischiano, ancor di più, la marginalità e l'isolamento a causa proprio della loro posizione geografica, e si tratta di tutelare la coesione nazionale, colmando quindi le disuguaglianze, e riducendo quei divari territoriali, sociali ed economici, esistenti nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).ANTONINO IARIAPRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.20 Marino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 133).
Passiamo all'emendamento 2.22 Marino. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.22 Marino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 134).
Passiamo all'emendamento 2.24 Iaria. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Nella discussione di questo disegno di legge abbiamo portato tutta una serie di considerazioni che riguardavano la possibilità di facilitare, in maniera diversa, l'eventuale fusione di comuni montani, comuni piccoli montani, che, magari attraverso una fusione un po' più semplice, con incentivi corretti e con una possibilità di creare un ente amministrativo un po' più forte, potente e coeso che possa risolvere i problemi, potesse essere anche una soluzione allo spopolamento e all'aumento dei servizi nei comuni montani.
Questo emendamento chiede semplicemente di fare in modo che, in caso ci fosse una fusione tra un comune montano e altri comuni che adesso non vengono considerati montani, le prerogative legate agli incentivi, alle detrazioni fiscali o alle agevolazioni del comune montano, si spostino anche sull'eventuale fusione di comuni.
Devo dire che questa discussione l'abbiamo fatta prima che in questi giorni venisse fuori quella voglia del Governo di definanziare le aree interne e, quindi, anche le aree montane. Quindi, da questo punto di vista, secondo noi il tema delle aree montane, tema anche di questo disegno di legge, è già depotenziato in partenza, perché da una parte si affronta, in maniera, non dico superficiale, ma con poco coraggio, dall'altra sappiamo già che il Governo ha deciso di definanziare le aree interne e, tra le aree interne, ci sono anche le aree montane. Quindi, qualunque tipo di proposta che stiamo facendo sicuramente la trovo interessante, però il tema è che senza soldi tutte queste cose rimarranno soltanto lacrime nella pioggia o peggio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).ANDREA DE MARIAPRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.24 Iaria, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 135).
Passiamo all'emendamento 2.26 Roggiani. Ha chiesto di parlare il deputato De Maria. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi con questo emendamento poniamo un tema di coinvolgimento del Parlamento rispetto ai decreti attuativi che devono essere messi, in particolare delle Commissioni competenti per materia e della Commissione parlamentare per le questioni regionali, rispetto alla nuova definizione dei comuni montani.
Anche noi siamo molto convinti di un forte investimento sui comuni della montagna, sui territori montani e chi vi parla è stato per diversi anni amministratore di un territorio montano della provincia di Bologna. Però dobbiamo farlo davvero questo lavoro, e questo richiede diversi elementi. Certamente c'è un tema di disponibilità finanziaria - veniva ricordato anche ora dall'intervento del collega Iaria - però noi, in questo caso, ci concentriamo, con questo emendamento, sulla necessità di un pieno coinvolgimento del Parlamento. Se davvero vogliamo che la nostra filiera istituzionale lavori per i comuni della montagna dobbiamo metterla tutta in campo e dobbiamo consentire al Parlamento di svolgere, fino in fondo, la sua funzione. Su un punto così delicato, come la nuova classificazione dei comuni montani, è importante che ci sia il pieno coinvolgimento del Parlamento e a questo mira questo nostro emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).DANIELA RUFFINOPRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.26 Roggiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 136).
Passiamo all'emendamento 2.27 Sarracino. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.27 Sarracino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 137).
Passiamo all'emendamento 2.29 Roggiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.29 Roggiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 138).
Passiamo all'emendamento 2.30 Iaria. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.30 Iaria, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 139).
Passiamo all'emendamento 2.31Vaccari. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.31 Vaccari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 140).
Passiamo agli identici emendamenti 2.32 Faraone, 2.33 Ruffino e 2.34 Roggiani.
Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Soltanto per inquadrare questo emendamento. Intanto per ricordare che i comuni italiani montani sono 3.500 e che, dal 1971 a circa dieci anni fa, sono stati organizzati in comunità montane che garantivano, allo stesso tempo, servizi associati tra i comuni, investimenti, progetti per lo sviluppo socio-economico dei territori, la bonifica e la protezione del territorio attraverso fondi statali e regionali, che si accompagnavano proprio alle competenze che venivano affidate alle comunità montane dai comuni direttamente e dalle regioni. Purtroppo, questo sistema è stato smontato nella maggior parte delle regioni, che, in particolare nell'Appennino, poi, non hanno previsto una forma organizzativa sovracomunale nelle zone montane.
Quindi la nostra proposta emendativa mira a ricostruire un tessuto istituzionale forte e soprattutto in grado di favorire il lavoro tra i comuni montani, per garantire quell'agognato sviluppo dei territori, nell'ottica di una dimensione di valle, di territorio e, soprattutto, per la crescita e l'erogazione dei servizi e la garanzia dei diritti di cittadinanza. Per questo avremmo aspirato a un parere favorevole.TONI RICCIARDIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministro Calderoli, sembra uno strano gioco del destino, ma noi ci troviamo a discutere di un provvedimento che, è vero che ci arriva dal Senato, ma che è così delicato proprio perché, qualche giorno fa, voi avete decretato ufficialmente la morte delle aree interne. Io l'ho riletto almeno 15 volte e non credevo a quello che stavo leggendo. A pagina 46 del Piano strategico nazionale delle aree interne, voi a un certo punto scrivete e controfirmate: “Queste Aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza” e sostanzialmente dobbiamo immaginare come accompagnarle verso l'estinzione. Allora, io credo che, quando la politica abbandona il principio di cambiare e risolvere quello che sembra irreversibile, ha fallito. Ma ha fallito tutta, senza distinzione di parte. E questo emendamento parla esattamente - come poc'anzi è già stato ricordato dalla collega Ruffino - di come classificare e cambiare la classificazione di questi comuni, di questi territori, affinché si possa aprire una piccolissima faglia di speranza.
Ministro Calderoli, io non vorrei che lei - che è, come dire, costituzionalmente attivo nel cercare di modificare le norme di questo Paese - con questo articolo ci ponesse nuovamente dinanzi alla condizione nella quale ci siamo trovati con l'autonomia differenziata: immaginare di fare operazioni che vanno implicitamente sottotraccia ad avvantaggiare alcuni territori rispetto ad altri, a creare comuni di serie A e comuni di serie B, nonostante le difficoltà che li accomunano.
Immaginare il solo criterio socio-economico è un grande bluff, è un grande danno che voi commettete per una grossa fetta di questo Paese, perché, a fianco ai parametri socioeconomici, noi vi chiediamo di inserire i parametri del disagio demografico. Ma è mai possibile che, in questo Paese, una scienza inesatta come la medicina, che è la demografia, non venga mai utilizzata e vista come una scienza? E ancora, vi stiamo chiedendo di inserire tutti quei parametri del disagio: la distanza dal comune capoluogo, la distanza dai servizi principali, le condizioni di qualità della vita di questi luoghi. Io capisco che avete smontato e volete smontare la strategia delle aree interne di Fabrizio Barca, però, quando dei parametri sono oggettivi e dei criteri sono riconosciuti e riconoscibili per tutti, uguali da Nord a Sud, probabilmente noi stiamo offrendo una soluzione.
E allora, Ministro Calderoli, io faccio appello per l'ultima volta affinché si possa immaginare di non continuare a sminuire il ruolo e la funzione delle assemblee legislative. Le è stato già ricordato durante i fatti dell'autonomia differenziata, noi oggi qui assistiamo al costante e continuo svuotamento della funzione legislativo-assembleare, perché stabilire i parametri di definizione nei comuni montani è patrimonio di tutte e tutti, non è una questione di parte. E allora, se voi acconsentite a un articolo che conserva solo i parametri socioeconomici, io vi garantisco, noi vi garantiamo che state compiendo l'ennesimo sfregio a quelle piccole comunità che sono l'architrave costituente di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).ANTONINO IARIAPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.32 Faraone, 2.33 Ruffino e 2.34 Roggiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 141).
Passiamo all'emendamento 2.37 Raffa. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.37 Raffa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 142).
Passiamo all'emendamento 2.38 Iaria. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Mi riallaccio al tema dei parametri socioeconomici. Qui noi diamo una serie di indicazioni dei parametri socioeconomici da considerare nei comuni montani, proprio per la specificità dei comuni montani stessi. E quindi, quando parliamo di difficoltà di accesso ai servizi pubblici essenziali, di difficoltà dei collegamenti stradali e ferroviari e anche di tutta una serie di temi legati al reddito pro capite e alla densità commerciale, noi pensiamo di fare una specifica corretta nell'articolo 2, che possa aiutare a definire meglio come agire e parlare dei comuni montani stessi. È chiaro che questo tipo di problematiche, se inserite in maniera così diretta e chiara nella legge, nell'emendamento, presuppongono il fatto che questi servizi, poi, debbano anche essere finanziati. Ed è questo forse il problema: considerare in maniera generica i parametri socioeconomici, perché possiamo anche scegliere dei parametri socioeconomici che poi non hanno, come dire, una necessità di finanziamento e si può dire che sono più importanti di altri.
Continuo a dire che noi parliamo sempre di questo argomento, della possibilità di finanziare questo tipo di incentivi o di opere legate ai comuni montani, ma, se il Governo ha già deciso che ci saranno delle aree che devono estinguersi, io trovo che questa discussione sia stucchevole. Io penso che ci sia solo una cosa che dovrebbe andare verso l'estinzione: magari la vostra propaganda retorica nel fare leggi che non servono a nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).FEDERICO FORNAROPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.38 Iaria, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 143).
Passiamo all'emendamento 2.40 Sarracino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente, aggiungo la firma e brevemente espongo le ragioni di questo emendamento, che ha come obiettivo quello di dare un ruolo al Parlamento e alle Commissioni competenti, perché prevede che lo schema del decreto sia trasmesso alle Camere per l'espressione del parere, fissando peraltro - e mi rivolgo, per il suo tramite, al Governo - un tempo entro cui rispondere, cioè 30 giorni.
Non è una tattica dilatoria, però oggettivamente l'individuazione di questo elenco è il cuore di questo provvedimento e può porre questioni che le Commissioni competenti sarebbero in grado di sciogliere meglio che non - lo dico con grande trasparenza - semplicemente i tecnici. Quindi, visto che siamo in una fase in cui mi pare ci sia un'apertura del Governo a riflettere, in vista del terzo passaggio al Senato, chiedo davvero un supplemento di riflessione su questo emendamento da parte della relatrice e del Governo, perché credo sia interesse di tutti, non soltanto dell'opposizione, poter avere la possibilità di affrontare le questioni legate all'elenco nell'ambito delle Commissioni parlamentari competenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).GIAN ANTONIO GIRELLIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.40 Sarracino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 144).
Passiamo all'emendamento 2.41 Ferrari. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.41 Ferrari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 145).
Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 146).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 2.01 Grimaldi, 2.02 Faraone, 2.03 Ruffino e 2.04 Girelli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo articolo aggiuntivo chiaramente vuole affrontare uno dei punti deboli, o meglio, mancanti in questo provvedimento, che è quello del governo dei territori montani, perché tra gli aspetti fortemente negativi, oltre a quello chiaramente di un non finanziamento della legge stessa, vi è anche quello di non riconoscere ai territori montani la possibilità di autogovernarsi e autodeterminarsi in alcune scelte. Perché è stato ricordato prima, in commento di un altro emendamento, che nel corso della storia, dal 1971 in poi, quando furono previste e costituite le comunità montane, poi, di fatto, è intervenuta una legislazione poco attenta ai territori montani - non ho problemi a dirlo -, che ne ha previsto lo smantellamento, o meglio, il consegnare alle regioni la possibilità di mantenerli o meno, con un quadro nazionale molto frammentato e molto diverso.
Sono lombardo, è stata fatta una scelta in quella realtà di mantenere in vita le comunità montane; in altre regioni questo non è avvenuto. Nel tempo, però, anche in territori e in regioni dove sono state mantenute hanno perso di efficacia e, soprattutto, di potestà decisionale e di programmazione. Con questo articolo chiediamo che venga istituita la comunità di comuni montani, assorbendo le comunità montane resistenti, le unioni dei comuni che, nel frattempo, qua e là si sono costituite, con lo specifico compito di dare a questi enti innanzitutto indipendenza statutaria, ma anche il compito di prediligere dei programmi di sviluppo tesi a cogliere tutte le criticità molto diverse dei territori montani nel territorio italiano, a seconda delle situazioni, per poter poi prevedere una serie di progetti tesi a intervenire su queste criticità e cercare di interrompere quel progressivo abbandono delle terre montane e anche quel progressivo degrado che caratterizza la montagna italiana.
Ora, sono convinto che dire di no a questo articolo aggiuntivo sia semplicemente non avere piena consapevolezza di che cosa sia l'autonomia, perché io sono convinto che la vera autonomia sia quella che ha degli indirizzi nazionali che valgono per tutta la Nazione e che poi valorizza i livelli territoriali, che sanno meglio conoscere i propri problemi e meglio individuare le azioni su cui indirizzare le risorse, che vengono anche loro concesse in libertà di indirizzo.
Noi viviamo questa contraddizione, dove si riempiono molte volte i dibattiti di autonomia e poi, quando arriviamo al dunque, la confondiamo, pensando che un centralismo regionale, che si sovrappone a una mancanza di regia nazionale, sia la soluzione. Questo articolo, e ci tengo a precisarlo e dirlo soprattutto agli amministratori dei territori montani, a chi vive nel territorio montano, è proprio la volontà di dare loro la responsabilità di esercitare il governo dei loro territori; certo, non come forma di frammentazione, ma come forma di costruzione dal basso, secondo un'idea di Nazione che nasce dalla prima esperienza aggregativa, che è quella dei comuni, che ha una storia antica. Comune significa, dal punto di vista etimologico, munus, dono. Non dimentichiamolo mai. Credo che il “no” a questo articolo aggiuntivo sia uno schiaffo alla vera autonomia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).FILIBERTO ZARATTIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Anche per noi questo è un emendamento particolarmente importante, che coglie uno dei punti fondamentali che riguardano la gestione della montagna. Dal 1971 in poi si sono occupati del coordinamento delle attività dei comuni montani gli organismi che tutti quanti conosciamo, che sono le comunità montane. Da quella data circa, le comunità montane sono state anche oggetto di finanziamenti pubblici, di carattere regionale e statale, e hanno svolto una funzione, a mio parere, molto importante, per quanto riguarda non soltanto le attività legate alla tutela dell'ambiente, e dell'ambiente montano in modo particolare, ma anche una funzione che non era comunque ritenuta tra le principali o prioritarie, quella del coordinamento tra diversi piccoli comuni montani per le attività di servizi d'area vasta.
Una funzione, credo, assolutamente importante. Quindi i 3.500 comuni che sono stati oggetto dell'intervento delle comunità montane ne hanno tratto un beneficio importante. Le comunità montane sono sostanzialmente finite circa 10 anni fa, quando praticamente quasi tutte le regioni le hanno dismesse, e, in modo particolare, le comunità montane e i comuni montani dell'Appennino si sono trovati, dal nostro punto di vista, in una situazione di grande difficoltà. Questo articolo aggiuntivo tende a cercare di ricostruire quel tessuto istituzionale forte, in grado di favorire il lavoro tra comuni, che possa permettere una visione più ampia dell'interesse del singolo comune montano e che guardi a un'area un po' più larga, più vasta, per quei servizi che sono necessari per tutte quelle comunità che sono confinanti.
Questo è uno strumento fondamentale, quello dell'assetto istituzionale, per non determinare quell'elemento di inutilità e abbandono delle zone montane che, in altro provvedimento, il Governo vuole mettere in campo e al quale vuole destinare le nostre aree montane. Invece è necessario un rafforzamento dal punto di vista, prima di tutto, programmatico, che possono esercitare questi enti, seppur riformati. Quindi noi pensiamo che un elemento essenziale per il rilancio della montagna sia proprio quello di istituire le comunità dei comuni montani e rimettere in campo anche un processo di finanziamento di queste comunità, un finanziamento pubblico delle regioni, un finanziamento pubblico statale.
Perché bisogna dire che con la fine delle comunità montane non è che le regioni abbiano continuato a investire quei soldi nei comuni montani, non è accaduto questo. C'è stato un taglio verticale di quei fondi, che non sono più arrivati nelle zone montane. Quindi pensiamo che questa sia la precondizione per immaginare un progetto di sviluppo delle nostre montagne e un progetto di sviluppo per quelle comunità che vivono in quelle località e che vogliono prosperare, che vogliono vivere.
Per esempio, la comunità dei comuni montani si potrebbe occupare dell'informatizzazione del territorio, della banda larga in questi comuni, per permettere il lavoro a distanza; attività importanti che potrebbero permettere a tante persone di risiedere in queste realtà lontane e continuare a svolgere il proprio lavoro. Quindi pensiamo che questo sia un punto fondamentale. Ci torneremo anche nella prossima discussione che faremo alla Camera (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 2.01 Grimaldi, 2.02 Faraone, 2.03 Ruffino e 2.04. Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 147).(Articolo 3 - A.C. 2126-A e abbinate)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)GIAN ANTONIO GIRELLIPRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.2 Girelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento è la continuazione di quello precedente, perché, appunto, ho rivendicato l'autonomia dei territori montani. Con questo chiediamo che la Strategia per la montagna italiana venga definita “Strategia nazionale per la montagna italiana”. Non è una contraddizione, è proprio la sintesi del concetto di autonomia: se non si entra nella logica che la montagna italiana è un patrimonio nazionale e ha bisogno di una strategia, di una lettura nazionale, che poi consegni ai territori, nella loro specificità, l'attuazione delle azioni da mettere in campo, si rischia di aumentare la frammentazione, il non governo della montagna di questo Paese.
Non è un fatto solo lessicale, è un fatto sostanziale, che deve essere fortemente compreso come assunzione di responsabilità del Parlamento nel momento in cui decide di legiferare, ancora una volta, sulla montagna. Deve farlo in un contesto rispettoso della Carta costituzionale, che parla di montagna, e obbliga la Nazione a tenerne conto nel suo agire. Sembra una cosa di poco conto, è una cosa invece sostanziale, che poi trova concretezza in molte azioni che - mi auguro - daranno seguito a questo non provvedimento sulla montagna.
Invito davvero il Governo a riflettere, perché su questo si sono espressi anche organismi di rappresentanza dei comuni; su questo c'è un dibattito culturale non banale in atto; su questo - io credo - ci sia l'idea stessa di montagna, che non è il parco verde da andare a visitare nei momenti di ferie o il fine settimana, ma il luogo dove donne e uomini vivono, fanno il loro progetto di vita, coltivano le loro speranze e che devono sentirsi sempre parte di una Nazione e di una patria che tiene in considerazione la loro specificità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).STEFANO VACCARIPRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 148).
Passiamo all'emendamento 3.5 Zaratti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 149).
Passiamo all'emendamento 3.9 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.9 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 150).
Passiamo all'emendamento 3.10 Girelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.10 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 151).
Passiamo all'emendamento 3.11 Marino. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.11 Marino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 152).
Passiamo all'emendamento 3.12 Bonelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.12 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 153).
Passiamo all'emendamento 3.14 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.14 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 154).
Passiamo all'emendamento 3.1000 Vaccari, su cui c'è il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Vaccari. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per sottolineare l'importanza di questo emendamento, che abbiamo presentato anche in Commissione e che ci fu bocciato, poi ripreso, dal Comitato dei nove, con un ravvedimento operoso importante, che apprezziamo e del quale voglio ringraziare il Ministro Calderoli e la relatrice, perché è un emendamento che prevede la consultazione delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e delle organizzazioni del partenariato sociale ed economico ai fini della predisposizione del decreto che andrà a definire la Strategia per la montagna italiana.
Quindi, non cambieranno, ovviamente, il nostro voto e il nostro giudizio su questo provvedimento, però riteniamo che, attraverso l'approvazione di questo emendamento, si potrà dare, a nostro avviso, un contributo importante alla costruzione della Strategia per la montagna italiana. E lo si farà, finalmente, attraverso il confronto con i diversi portatori di interesse che quei territori abitano e rappresentano. Ci si augura che, attraverso quel confronto, vengano anche superate le diverse criticità e rafforzate le diverse debolezze che non solo noi e le altre opposizioni abbiamo evidenziato, ma anche tanti soggetti che sono stati auditi nei vari passaggi, sia al Senato che alla Camera, come UNCEM, in particolare, aveva evidenziato.
Anche perché, per affrontare la crisi climatica, demografica, energetica, ambientale, economica dei territori montani, almeno si provi a partire da un confronto e un dialogo ampio con i paesi, le comunità, le geografie, con i loro portatori di interesse. Un confronto serio, non demagogico o ideologico come, a tratti, è sembrato anche nei passaggi parlamentari su questo provvedimento; un confronto sul futuro dei comuni montani e delle aree interne, dove, sappiamo, si muore di più e si nasce di meno, provando a far lavorare assieme i vari livelli istituzionali, i comuni in particolare, anche con i livelli sovraordinati, nella grande tradizione unitaria, imitata anche in Europa, dei consorzi di valle o delle comunità montane, che anche altri interventi hanno ripreso.
Quindi apprezziamo questo ravvedimento operoso, perché siamo convinti che questa azione di confronto possa contribuire a definire meglio e con più confronto anche la Strategia per la montagna italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1000 Vaccari, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 155).
L'emendamento 3.16 Vaccari è assorbito dall'approvazione dell'emendamento 3.1000 Vaccari che si è appena celebrata.
Passiamo all'emendamento 3.17 Ferrari. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.17 Ferrari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Mentre i colleghi votano, io vorrei ricordare, per una questione organizzativa soprattutto, che è necessario stare nelle proprie postazioni, perché se questa abitudine si diffonde diventa impossibile capire chi sta votando e chi non sta votando in presenza di luci accese nelle varie postazioni dei singoli deputati. Quindi, non è un sofismo, è una necessità.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 156).
Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 157).(Articolo 4 - A.C. 2126-A e abbinate)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)MARCO SARRACINOPRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 4.2 Ruffino e 4.4 Grimaldi.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.2 Ruffino e 4.4 Grimaldi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 158).
Passiamo all'emendamento 4.6 Vaccari. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.6 Vaccari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 159).
Passiamo all'emendamento 4.9 Vaccari. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.9 Vaccari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 160).
Passiamo agli identici emendamenti 4.14 Ruffino e 4.15 Vaccari. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.14 Ruffino e 4.15 Vaccari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 161).
Passiamo all'emendamento 4.16 Marino. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.16 Marino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 162).
Passiamo all'emendamento 4.17 Sarracino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarracino. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)MARCO SARRACINO (PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Molto velocemente per raccontare un paradosso al Ministro Calderoli che riguarda questo emendamento. Noi racconteremo che la Lega voterà contro il finanziamento del Fondo per lo sviluppo delle montagne perché le risorse serviranno per il Ponte sullo Stretto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). C'è un capovolgimento della realtà evidentemente, non so come lo racconterete ai vostri elettori. Non ci sono i soldi per i salari, non ci sono i soldi per la sanità, non ci sono i soldi per i trasporti delle zone montane, ci sono i soldi per il Ponte sullo Stretto, è un grande paradosso di una Lega che ormai ha un po' smarrito la sua identità (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Ministro, lei sta votando, diciamo, contro, sta prendendo una posizione che noi riteniamo davvero incredibile, anche perché questo Fondo serviva anche a contrastare quello che è stato già un elemento di discussione negli interventi precedenti del collega Ricciardi, cioè quel Fondo serve anche un po' a contrastare lo spopolamento. Ma noi sappiamo, caro Presidente, che anche sul tema dello spopolamento nelle aree interne, nelle zone montane del nostro Paese, questa non è una priorità del Governo, anzi è quasi un'agevolazione che il Governo vuole fare nei confronti di uno spopolamento che, ormai, ha toccato per loro tratti irreversibili.
Noi non sappiamo, Presidente, il Ministro Calderoli cosa pensa delle dichiarazioni del Ministro Foti, non sappiamo, Presidente, il Ministro Calderoli cosa pensa del Piano strategico per lo sviluppo nazionale delle aree interne, magari se si alza e ci dice quello che ne pensa e riguarda anche questo emendamento ci fa una cortesia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).FILIBERTO ZARATTIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.17 Sarracino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 163).
Passiamo all'emendamento 4.18 Sarracino. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.18 Sarracino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 164).
Passiamo all'emendamento 4.19 Zaratti. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Credo che si usa spesso in quest'Aula una parola che a me piace poco, che è “buonsenso”, spesso si dice: questo è un emendamento di buonsenso. Ecco, a me non piace quest'affermazione, però in questo caso dico che nello scrivere delle leggi ci vorrebbe quantomeno un pizzico di buonsenso, perché se noi facciamo una legge sulla montagna e non ci mettiamo un euro è del tutto evidente che non riusciamo assolutamente ad affrontare nessuno dei problemi della nostra montagna. È una cosa lapalissiana, però questo Governo, questa maggioranza ci hanno un po' abituato a questi provvedimenti senza una lira. Tutti i provvedimenti che arrivano alla Camera non hanno alcun esborso, sono sempre a costo zero, perché altrimenti Giorgetti ci dice che non si può fare. Perché non si può fare? Perché si sta costruendo, come si diceva una volta, il castelletto per comprare qualche altra decina di F-35, questo Piano di riarmo drammatico che il Paese dovrà affrontare, che necessita di succhiare le risorse da tutte le parti ed è per questa ragione che anche la legge sulla montagna non ha un euro, non prevede alcun impegno finanziario.
Noi prevediamo e chiediamo di stanziare 300 milioni di euro per le montagne, per fare in modo che questi luoghi non siano destinati a quella morte lenta e inevitabile di cui parla il Ministro Foti, per far sì che queste terre, le persone che le abitano abbiano una speranza per il futuro, perché sia permesso loro di godere dei diritti che sono previsti dall'articolo 3 della Costituzione, che i cittadini sono tutti quanti uguali, anche quelli che vivono in montagna. Anche quelli che vivono nelle zone montane hanno gli stessi diritti di tutti i cittadini italiani.
Per fare questo è necessario metterci del danaro, è necessario mettere delle risorse che possano essere investite. Per questo noi abbiamo fatto questo emendamento e vi diciamo anche dove prendere questi soldi, dai sussidi dannosi per l'ambiente, dal SAD, quei soldi che incredibilmente l'Italia, pur trattandosi di sussidi dannosi per l'ambiente, continua a mettere costantemente nel bilancio. Miliardi di euro che noi spendiamo non per favorire l'ambiente, non per favorire la salute delle persone, non per favorire chi ne ha bisogno, ma per continuare a fare danni all'ambiente. Questa è la realtà, ed è per questo che noi vi chiediamo almeno un briciolo di questi soldi che voi spendete per danneggiare l'ambiente: una volta tanto spendeteli per fare del bene all'ambiente e alle persone che le abitano (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).VANESSA CATTOIPRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.19 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 165).
Passiamo all'emendamento 4.20 Ferrari. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.20 Ferrari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 166).
Passiamo all'emendamento 4.21 Ferrari. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.21 Ferrari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 167).
Passiamo all'emendamento 4.23 Grimaldi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.23 Grimaldi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 168).
Passiamo all'emendamento 4.24 Vaccari. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.24 Vaccari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 169).
Passiamo al subemendamento 0.4.200.1 Boschi. Relatrice Cattoi, per il parere, prego, a lei la parola.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)VANESSA CATTOI, Relatrice. Grazie, Presidente. Allora, si è riunito il Comitato dei nove. Do lettura della riformulazione del subemendamento: “all'emendamento 4.200 della Commissione, aggiungere infine le parole: “tenendo conto altresì della loro eventuale appartenenza alle province di cui all'articolo 1, comma 3, secondo periodo, della legge 7 aprile 2014, n. 56”.
ROBERTO CALDEROLIPRESIDENTE. Il Governo?
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ROBERTO CALDEROLI, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie. Parere conforme.
PRESIDENTE. Viene accettata questa proposta di riformulazione? Ritengo di sì. Il deputato Fornaro lo sottoscrive e la deputata Gadda ha accettato la riformulazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.4.200.1 Boschi, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 170).
Passiamo all'emendamento 4.200 della Commissione.
Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200 della Commissione, nel testo subemendato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 171).
Avverto che l'emendamento 4.25 Raffa è precluso, perché assorbito dall'emendamento 4.200 della Commissione.
Passiamo all'emendamento 4.28 Iaria.
Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.28 Iaria, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 172).
Passiamo all'emendamento 4.29 Ferrari.
Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.29 Ferrari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 173).
Passiamo all'emendamento 4.30 Simiani.
Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.30 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 174).
Passiamo, a questo punto, all'articolo 4.
Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 175).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 4.01 Grimaldi, 4.03 Ruffino e 4.04 Girelli.
Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 4.01 Grimaldi, 4.03 Ruffino e 4.04 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 176).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 4.05 Grimaldi.
Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.05 Grimaldi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 177).(Articolo 5 - A.C. 2126-A e abbinate)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.2 Iaria. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Iaria, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 178).
Passiamo all'articolo 5. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 179).(Articolo 6 - A.C. 2126-A e abbinate)
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ANDREA QUARTINIPRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 6.1 Faraone.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Faraone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 180).
Passiamo all'emendamento 6.4 Quartini, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Il tema che stiamo affrontando riguarda la necessita di trovare un argine allo spopolamento delle aree interne, delle zone montane. Mi sembra che, nell'impostazione governativa rispetto alla sanità delle aree montane, si continui con la solita strategia di premiare il privato e non il Servizio sanitario nazionale pubblico. Infatti, l'articolo 6, di fatto, attribuisce punteggi aggiuntivi nei concorsi, realizza l'ipotesi di crediti di imposta, locazione o acquisto di immobili in maniera favorevole - nell'articolo, si parla di 20 milioni nel contesto dell'articolo -, autorizza emolumenti aggiuntivi per il personale sanitario, fino a 20 milioni, dando anche alle regioni questa possibilità.
Però, vedete, quello che assolutamente non torna è che tutta questa operazione incentivante non va solo a vantaggio del Servizio sanitario nazionale pubblico, non va solo a vantaggio dei dipendenti del Servizio sanitario nazionale pubblico, non va solo a vantaggio dei medici di famiglia convenzionati, ma va anche a vantaggio dei privati puri.
Guardate, riconoscere punteggi aggiuntivi paritari per chi lavora nel privato e per chi lavora nel pubblico è già ai limiti della costituzionalità. Infatti, chi lavora nel pubblico è sottoposto, in maniera molto rigida, a selezioni concorsuali, mentre, chi lavora nel privato non va incontro ad alcun tipo di selezione.
Allora, riconoscere un punteggio aggiuntivo per i concorsi pubblici, dopo tre anni che lavori in quel servizio, se è un servizio pubblico, hai fatto un concorso, se sei nel privato, puoi essere anche figlio di qualcuno, non è necessario che hai una qualità particolare, perché nessuno ha fatto una selezione. Già questo inserisce un contesto di disuguaglianza rispetto a questo tema. Non solo. C'è una sorta di malafede, perché il riconoscimento è solo ed esclusivamente nel contesto dei concorsi pubblici; sugli altri benefici, non ci sono riconoscimenti.
Il privato, peraltro, per conto proprio, può incentivare l'arrivo di nuovo personale nelle aree disagiate, attraverso sistemi di emolumenti specifici. Ecco, in questo emendamento si chiede che venga tolto dall'articolato le parole “pubbliche o private accreditate”, con la sola possibilità di intervenire sul sistema sanitario nazionale, cioè su chi lavora nel Servizio sanitario nazionale.
Guardate, se facciamo questo tipo di operazione, riusciamo anche a riqualificare sul serio quel sistema, perché le prestazioni, i LEA dovrebbero, anzi, devono essere garantiti dal Servizio sanitario nazionale e non dobbiamo spingere, sulla sanità, verso il privato.
Questo, ovviamente - e concludo Presidente -, spiega il motivo per cui anche sull'emendamento precedente ci siamo opposti, votando contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).GIAN ANTONIO GIRELLIPRESIDENTE. Intanto, c'è una richiesta di sottoscrizione - immagino sarà accolta - da parte della collega L'Abbate.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.4 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 181).
Passiamo all'emendamento 6.5 Marianna Ricciardi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.5 Marianna Ricciardi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 182).
Passiamo all'emendamento 6.6 Quartini. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.6 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 183).
Passiamo all'emendamento 6.7 Girelli. Ha chiesto di parlare il deputato Girelli. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo emendamento si intende affrontare due questioni. La principale è la necessità di rivedere i criteri del numero dei medici specialisti…
GIAN ANTONIO GIRELLIPRESIDENTE. Colleghi.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). L'attenzione sulla montagna italiana è sempre molto alta in quest'Aula. Dicevo, il numero dei medici specialisti sui territori. È chiaro che, se noi andiamo a distribuirli sempre e solo in base al numero degli abitanti, noi rischiamo di penalizzare in maniera pesante i territori montani, che hanno una caratteristica, ossia essere con un numero di abitanti non particolarmente elevato, ma soprattutto distribuiti su aree particolarmente vaste. Se ci si aggiunge anche il fatto dell'età media piuttosto elevata, noi possiamo ben comprendere cosa voglia dire, nel momento in cui una persona ha bisogno di una prestazione specialistica, il disagio che deve affrontare.
Certamente non mi sfugge la carenza di personale soprattutto in particolari settori, ma non mi sfugge nemmeno che non approntare un servizio adeguato, che più che territoriale mi piacerebbe definire di prossimità, ci costringe poi ad affrontare le patologie in una fase più acuta, se non intercettate immediatamente e se non seguite in maniera costante nel loro percorso di cura. Sotteso questo, ovviamente, vi è poi la necessità di un forte investimento - ma se ne parlerà più avanti - in telemedicina, nella digitalizzazione e in tutte le opportunità che ormai la ricerca, la scienza e la tecnologia ci consegnano.
Ma deve partire da una considerazione diversa, che tenga conto della specificità montana. Così come chiediamo, in questo caso, che l'avere lavorato e avere prestato il proprio servizio in territori di questo genere abbia una considerazione in più, proprio per aumentare l'attrattività della scelta di lavorare in montagna come percorso e di consolidare un'esperienza e una professionalità in territori sì svantaggiati e che probabilmente costringono a qualche modello di vita diverso da quello che magari ci si poteva immaginare, ma che può consegnare una qualche soddisfazione dal punto di vista professionale.
Penso che, se si vuole fare davvero della politica per la montagna, o riusciamo a restituire a chi ci vive una qualità dei servizi il più possibile simile a chi vive nelle città, oppure non possiamo pensare che ci siano persone che semplicemente prendano atto di essere sfortunate e debbano magari diventare i custodi di un patrimonio che è veramente di tutti, ma che non viene assunto come responsabilità di tutti nel garantire a chi lì vive pari diritti. Riflettiamoci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).ANDREA QUARTINIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Quartini. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ANDREA QUARTINI (M5S). Giusto per giustificare il voto negativo rispetto a questo emendamento. Di nuovo qui si va a parlare di privato accreditato, neanche di privato accreditato convenzionato. Quindi, chiaramente, per un discorso di coerenza anche interna, annuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
DANIELA RUFFINOPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.7. Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 184).
Passiamo agli identici emendamenti 6.9 Ruffino e 6.10 Faraone. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Parlo sia per il 6.9 e poi per il successivo il 6.12. Si parla di sanità in montagna, una sanità sicuramente più difficile e più complessa. La nostra proposta dice e narra che l'attività prestata per almeno 3 anni dai medici nelle strutture sanitarie e sociosanitarie è riconosciuta ai fini dell'accesso preferenziale a parità di condizioni alla posizione di direttore sanitario, e poi l'istituzione di un fondo dedicato alle risorse necessarie per l'erogazione della premialità.
Perché questo? Sappiamo quanto sia difficile avere medici di base, ancora di più pediatri, nelle zone montane più impervie. Devo dire che tutto questo genera poi problemi, ad esempio, come quelli per gli anziani, legati alla cronicità, che puntualmente arrivano nel pronto soccorso, sono tutti accessi impropri. Se si riuscisse a costruire una rete sanitaria anche leggera, perché oggi devo dire che purtroppo è pressoché inesistente, il servizio sarebbe assolutamente importante.
Faccio ancora notare il tema delle distanze, spesso lunghissime, per arrivare al primo servizio. C'è forse uno spiraglio legato agli ospedali di comunità e alle case di comunità, ma devo dire che ad oggi non se ne intravede ancora la realizzazione. Anche qui occorrerà confrontarsi con il problema della carenza dei medici (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).FILIBERTO ZARATTIPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.9 Ruffino e 6.10 Faraone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 185).
Passiamo agli identici emendamenti 6.12 Ruffino, 6.13 Faraone, 6.14 Grimaldi e 6.15 Girelli. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Volevo intervenire su questo emendamento, che è stato presentato da più deputati e deputate, perché coglie un punto fondamentale, che è quello della possibilità delle persone che vivono in montagna di poter avere qualcosa che magari a molti di noi sembra banale, ma che in quei territori, in quei comuni, è assolutamente straordinario, cioè un medico di base. Avere un medico nelle zone montane è assolutamente un fatto, come dicevo, straordinario.
È vero, e devo ammettere che anche nel resto del Paese sta diventando così, che coloro che scelgono di fare i medici di base sono più rari e ovviamente ci troviamo di fronte a casi incredibili. Qualche giorno fa mi è stato segnalato un caso in un quartiere molto popoloso di Roma, dove un medico è andato in pensione con 1.500 pazienti e sono mesi che non si riesce a trovare un sostituto.
Ma tornando alla questione della montagna, penso che una delle ragioni per cui si possono convincere delle persone a continuare una certa attività economica e a continuare a manutenere il territorio montano, che è una delle questioni fondamentali che riguardano la nostra ricchezza collettiva, sia proprio il fatto che ci possano essere dei medici che accettano l'incarico in quei luoghi. È evidente che operare in quei luoghi comporta una serie di difficoltà e di spese che sono assolutamente maggiori di qualunque altro collega che svolga la stessa funzione in comuni metropolitani.
Quindi è necessario che vengano stanziate delle risorse, una premialità economica per quei medici che accettano un incarico nelle zone disagiate e delle nostre montagne. Io credo che questa sia una funzione specifica che vada assegnata alle regioni, che sono competenti, tra l'altro, dal punto di vista costituzionale, in materia sanitaria e che non possono far finta che le montagne non esistano, e non possono continuare a far finta che coloro che vivono nelle montagne non possono godere di questo diritto fondamentale, che è il diritto alla salute.
Quindi è necessario che vengano messe in campo queste risorse e questo emendamento va in questa direzione: quella di dire, appunto, che i medici di medicina generale che esercitano in questi luoghi possono avere una premialità che le regioni devono mettere in campo. Credo che dobbiamo tutelare, in primo luogo, la salute, nelle zone montane come altrove. Questo significherebbe che le zone montane continuerebbero, probabilmente, ad essere più popolate e più abitate di quanto non sono oggi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).CARMEN DI LAUROPRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.12 Ruffino, 6.13 Faraone, 6.14 Grimaldi e 6.15 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 186).
Passiamo all'emendamento 6.18 Girelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.18 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 187).
Passiamo all'emendamento 6.16 Girelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.16 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 188).
Passiamo all'emendamento 6.17 Girelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.17 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 189).
Passiamo all'emendamento 6.19 Quartini. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.19 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 190).
Passiamo all'emendamento 6.21 Quartini.
Ha chiesto di parlare la deputata Di Lauro. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. Io vorrei parlare ora, in questo momento, di un esempio reale, di un esempio concreto della vita che vivono tutti i giorni i cittadini, e mi voglio riferire in questo caso al mio territorio. Voglio parlare del caso del comune di Vico Equense, in provincia di Napoli, un comune che si estende per circa 30 chilometri e va dal mare alla montagna, fino all'altezza di 1.400 metri. Stiamo parlando però di un comune sofferente, un comune dove è stato chiuso il pronto soccorso, dove l'ospedale è stato smantellato, dove c'è scarsità di personale, dove anche un solo pensionamento di un medico di medicina di base getta nella disperazione un'intera comunità, manda in difficoltà un'intera comunità. La popolazione manifesta continuamente per il diritto alla sanità pubblica, per il diritto alla salute, manifesta ormai da anni, ma in questi anni poco e niente è cambiato.
Un comune come questo deve godere delle agevolazioni previste per i comuni montani, anche perché sicuramente non è l'unico comune in Italia ad avere queste particolari caratteristiche geomorfologiche. Con questo emendamento noi vogliamo prevedere degli incentivi, delle agevolazioni a quei medici che scelgono di esercitare la propria professione in territori come questi. Prevediamo 90 milioni per una misura del genere; 90 milioni di euro che finalmente andrebbero ai cittadini, che finalmente andrebbero alla tutela sacrosanta della sanità pubblica, per tutti quei territori, per tutta l'Italia. Davvero, ormai, in tutta l'Italia assistiamo a un disastro quotidiano per quanto riguarda la tutela di questo diritto, ma, in queste zone in particolare, abbiamo una necessità ulteriore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).ANDREA QUARTINIPRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.21 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 191).
Passiamo all'emendamento 6.22 Quartini. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.22 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 192).
Passiamo all'emendamento 6.23 Di Lauro. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.23 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 193).
Passiamo all'emendamento 6.24 Sportiello.
Ha chiesto di parlare il deputato Quartini. Ne ha facoltà.PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Io vorrei porre l'attenzione sul fatto che, spesso, le nostre aree interne, le nostre zone montane, sono sprovviste di servizi di base. Come si fa a pensare che si ripopolino se noi non andiamo a implementare questi servizi di base?
In questo emendamento, quello che si chiede è che vengano garantiti i consultori familiari. Il consultorio familiare è un punto centrale nella possibilità di assistere famiglie, donne, fare contraccezione, la neuropsichiatria infantile, lo psicologo di base. Tutto ciò dovrebbe essere garantito attraverso un sistema di consultori che funzioni sul serio e che dipenda dal Servizio sanitario nazionale.
Per questo, noi chiediamo che si possa decidere di aprire un consultorio anche al di sotto di quella che dovrebbe essere la dotazione ideale standard rispetto ai consultori; che si possa aprire un consultorio anche in contesti dove ci sono meno di 20.000 abitanti.
Io credo che non approvare gli emendamenti che vi stiamo proponendo vanifichi qualunque tipo di azione che vada ad incentivare. Allora, se volete mettere una bandierina e basta, continuate così, altrimenti approvate questi emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.24 Sportiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 194).
Se non ci sono interventi, io arriverei all'articolo 6. Sono solo tre voti, perché, altrimenti, dobbiamo chiudere. Proviamo.
Passiamo all'emendamento 6.25 Di Lauro. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.25 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 195).
Passiamo all'emendamento 6.26 Marino. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.26 Marino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 196).
Passiamo all'emendamento 6.27 Curti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.27 Curti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 197).
Passiamo all'articolo 6. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 198).
Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 9,30. - Interventi di fine seduta. PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ENZO AMICH
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Amich. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ENZO AMICH (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi…
ENZO AMICHPRESIDENTE. Aspetti un attimo, aspettiamo un secondo che si faccia silenzio. Colleghi, mi raccomando, cercate di uscire dall'Aula senza soffermarvi nell'emiciclo a conversare perché ci sono gli interventi di fine seduta. Prego, onorevole.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)ENZO AMICH (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il 2 luglio di 85 anni fa avveniva la più grande tragedia nella storia dell'emigrazione italiana. Quel giorno, alle 6,58, al largo delle coste irlandesi un siluro tedesco colpì l'Arandora Star, una nave che trasportava 712 italiani internati dal Regno Unito e destinati alla deportazione, molti dei quali avevano lasciato il proprio Paese decenni prima in cerca di un futuro migliore, futuro migliore che non troveranno, bensì troveranno la morte ben oltre 440 persone fra quelle affondando in meno di 40 minuti con il piroscafo: donne e uomini che pagarono con la morte la colpa di essere italiani, italiani che erano originari un po' da tutta Italia, tendenzialmente il Nord Italia -molti del Piemonte, molti dell'Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto - ma anche Sicilia. Bardi e Bedonia, comuni in provincia di Parma, contano il maggior numero di vittime, dove oggi anche il nostro Ministro Foti ha voluto portare un ricordo e un pensiero, e lo ringrazio veramente di cuore.
Questa data oggi viene ricordata dai familiari sparsi in tutto il mondo e in quei comuni dove erano residenti le vittime grazie alla sensibilità di molti amministratori ma grazie, soprattutto, anche al lavoro straordinario del Comitato pro vittime Arandora Star che da anni, con costanza e impegno, mantiene viva la memoria di questa tragedia per salvarla da un assurdo e ingiustificabile oblio.
La doverosa proposta di legge finalizzata a introdurre una Giornata nazionale per ricordare le vittime dell'affondamento del piroscafo Arandora Star - preservando così il ricordo di questa tragedia troppo spesso dimenticata - è evidenziata anche dal fatto che questa iniziativa legislativa ha raccolto il supporto di molti colleghi provenienti sia dai ranghi della maggioranza sia dall'opposizione, e colgo anche l'occasione per ringraziare i colleghi della III Commissione affari esteri e comunitari.
Spetta a noi, qui in quest'Aula, garantire che non venga mai dimenticata promuovendo un messaggio di pace e amicizia tra i popoli. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito queste vittime innocenti e ha auspicato che il loro ricordo sia mantenuto. Lo dico e lo sottolineo proprio in un periodo storico segnato da conflitti sparsi in tutto il mondo: ricordare queste vittime innocenti non solo onora la loro memoria, ma serve anche a lanciare uno dei moniti più severi contro la guerra stessa.
Concludo, signor Presidente, chiedendo un impegno collettivo dentro queste mura ma anche al di fuori affinché il sacrificio di questi italiani diventi il fondamento di una memoria collettiva condivisa, un patrimonio nazionale che unisca le generazioni presenti e future nel riconoscere il valore di quelle vite spezzate per costruire una consapevolezza comune che dia senso alla nostra storia e rafforzi l'identità della nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).LAURA CAVANDOLIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Cavandoli. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Era 85 anni fa, il 2 luglio 1940: il piroscafo Arandora Star, ex nave da crociera che si è trasformata prima in galera e poi è stata affondata, ha avuto una tragica sorte perché era realizzata per solcare le acque europee, il mare europeo, era arrivata anche a Venezia. Era una nave di lusso ma montava due cannoni, due piccoli cannoni davanti - erano forse un po' di bellezza -, ma questi cannoni trassero in inganno il capitano tedesco del sommergibile U-47 che, con un solo siluro, sparò e colpì questo piroscafo che però aveva, nel suo carico, 1.500 persone. Fra queste c'erano più di 800 italiani, 446 morirono.
Oggi qui stiamo approvando il disegno di legge sulla montagna, ecco la montagna parmense, la montagna della mia provincia è stata fortemente colpita: 48 furono i morti di Bardi, molti di Borgotaro, il più giovane dei morti aveva 16 anni ed era di Bedonia. Erano persone che erano uscite dall'Italia ben prima della guerra, ben prima e avevano per noi, per la nostra montagna, l'Inghilterra, Londra, un po' anche l'Irlanda, erano una meta caratteristica, dove andavano a lavorare. Tuttora abbiamo molti “oriundi” che tornano nella nostra provincia, nella nostra montagna d'inverno. E quindi oggi ricordiamo tutti insieme questa tragedia che - possiamo dirlo - è stata una tragedia dimenticata, seppure è stato l'evento più tragico nella storia della comunità italiana in Gran Bretagna. Dobbiamo ringraziare una studiosa che ha colto dopo sessant'anni il messaggio di un rappresentante del Governo inglese che ha ammesso qualche responsabilità della Gran Bretagna, perché questa nave era senza scorta e, anche se aveva prigionieri civili a bordo non mostrava le insegne della Croce Rossa. Quindi, sembrava veramente un bersaglio militare. E quindi ringraziamo la studiosa Maria Serena Balestracci che, con “Arandora Star: una tragedia dimenticata” ha riportato alla ribalta questa tragedia; questa tragedia che è anche stata richiamata dalla regione Emilia-Romagna perché oggi si celebra la Giornata degli emiliano-romagnoli nel mondo. Ringrazio il collega Amich per aver presentato una proposta di legge che vuole ricordare l'Arandora Star con una giornata dedicata (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).SUSANNA CHERCHIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Susanna Cherchi. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Presidente. Il mio intervento lo intitolo: “Figli di un Dio minore”. Al di là degli animali ancora utilizzati nei circhi, al di là delle “botticelle” che ancora girano con la carrozza che pesa quasi mille chili con i turisti a bordo, al di là delle sagre, delle feste di paese dove queste creature vengono utilizzate per il divertimento del pubblico noncuranti della loro immane, ma silenziosa sofferenza, sono qui per elencare brevemente i casi più eclatanti che hanno indignato e sconvolto l'opinione pubblica: Angelo, il cagnolino barbaramente ucciso, torturato da un gruppo di aguzzini che hanno voluto immortalare la scena efferata con cui sono stati capaci di uccidere questo animale; Leone, gattino scuoiato vivo ad Angri; la capretta uccisa a calci da undici delinquenti ad Anagni, presa come un pallone per giocare appunto a palla; Aron, pitbull morto bruciato vivo perché il suo proprietario si era scocciato di lui; nel luglio 2024 un gattino viene lanciato da un ponte e gli amici del delinquente filmano le immagini e le postano divertiti, inconsapevoli dell'orrore di cui si stanno macchiando; Pasqualino, gatto bruciato con l'acido a Serino; lo yorkshire gettato nella pentola di acqua bollente da un fidanzato geloso, che ha procurato gravi ustioni e un indicibile dolore; il gatto Filippo, lanciato dalla finestra a Monte Mario e successivamente restituito al proprietario in quanto il giudice nega il suo sequestro; e poi la Città del Vaticano, proteste contro la tauromachia.
Il vento però sta cambiando, per fortuna la gente sta aumentando la sensibilità nei confronti degli animali e stanno nascendo molte associazioni in aiuto dei più deboli. Gli italiani sono stanchi di vedere la sofferenza che rimane spesso impunità, a cui non viene data la giusta importanza. Dobbiamo assistere impotenti…SUSANNA CHERCHIPRESIDENTE. Concluda.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)SUSANNA CHERCHI (M5S). …a questi orrori per fini meramente economici dello sfruttamento di queste creature? Basta business sulla loro pelle, basta, e naturalmente è un problema che riguarda tutto il Nord, tutta l'Italia, non soltanto il Nord e il Sud…
SUSANNA CHERCHIPRESIDENTE. La ringrazio.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)SUSANNA CHERCHI (M5S). Prego? Ah, devo chiudere…
SUSANNA CHERCHIPRESIDENTE. Scusi, ha esaurito il tempo.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)SUSANNA CHERCHI (M5S). Rivolgo un pensiero ai cani a catena che ancora sono presenti nelle campagne della mia regione e voglio dire soltanto un'altra cosa: se le persone avessero il cuore di un cane, il male non esisterebbe (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
RICCARDO TUCCIPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tucci. Ne ha facoltà. Ha un minuto e mezzo.
PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)RICCARDO TUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Cerco di essere più veloce, allora. Guardi, Presidente, intervengo stasera per chiedere, attraverso di lei, un sollecito al Ministro Giorgetti per l'emanazione dei decreti attuativi in merito agli emendamenti approvati in legge di bilancio. Vede, Presidente, durante la legge di bilancio del 2024 è stato approvato un mio emendamento in merito alle infrastrutture calabresi, per soli 2 milioni e mezzo di euro; non sono una grandissima cifra, ma era il 15 dicembre 2024. Questo emendamento diceva chiaramente che, entro 60 giorni, i Ministeri coinvolti avrebbero dovuto emettere i decreti attuativi. Sono passati quasi 7 mesi, siamo arrivati quasi a metà luglio e dei decreti attuativi ancora non se ne vede l'ombra. Non è possibile che si arrivi a questo punto. Non è possibile che debba stare qui a supplicare il Ministro Giorgetti di svegliarsi, di emettere quello che è un suo obbligo, perché il Parlamento sovrano lo ha approvato e lui ancora non si è fatto sentire. Io ho depositato il 25 giugno anche un'interrogazione, quindi sono arrivato oltre ogni limite: interrogazioni, interventi in Aula, solo per chiedere al Ministro Giorgetti di emanare quello che è un diritto di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
E vede, Presidente - e concludo -, questa cosa non riguarda solo Riccardo Tucci, non riguarda solo il MoVimento 5 Stelle, ma so per certo che tutti i colleghi che si sono visti approvare gli emendamenti durante la legge bilancio ancora aspettano il Ministro Giorgetti. È un qualcosa che non si può più sentire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).SALVATORE DEIDDAPRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Salvatore Deidda. Ne ha facoltà per due minuti.
SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Oggi voglio ricordare, anche come gruppo di Fratelli d'Italia, che 32 anni fa, purtroppo, in Somalia, a Mogadiscio, tre nostri militari caddero in un agguato - Andrea Millevoi, Stefano Paolicchi, Pasquale Baccaro - e tanti altri militari sono stati feriti, tra cui Gianfranco Paglia che porta tuttora nel proprio corpo i segni di quell'infame agguato.
Nonostante tutto - io gli faccio i complimenti - noi lo vediamo sempre in ogni parata militare, in ogni manifestazione: è sempre lì con i suoi paracadutisti; è sempre lì, vicino ai giovani per insegnargli il significato di appartenere alle Forze armate italiane. E quando qualcuno in quest'Aula, o anche altrove, li cita e dice che sono morti invano, che quei feriti sono stati feriti invano, vorrei che parlassero con i ragazzini africani, con i ragazzini afgani, con i ragazzini libanesi, e sentissero dalle loro parole che quando i militari vanno nelle missioni internazionali, anche dove purtroppo sono stati colpiti, dove sono caduti, lo fanno con l'amore per la pace, lo fanno per il sacrificio, per donare a quelle generazioni un futuro dignitoso e di pace; non lo fanno per fare la guerra, lo fanno per donare una pace che, purtroppo, viene negata da terroristi, viene negata da chi vuole limitare la libertà altrui. Qualcuno forse dice che lo fanno per motivi economici. I militari sono dei professionisti che sacrificano la propria vita e quella delle proprie famiglie per il bene della nostra Patria e per donarci una serenità che, in altri luoghi e in altre terre, purtroppo non è permessa.
Ecco, a tutti quei nostri caduti, a quelli della Somalia, a quelli dell'Afghanistan, a quelli del Libano, nelle missioni internazionali, va sempre il nostro doveroso ringraziamento e anche lo sprone, come classe politica, quando parliamo di finanziamenti alla Difesa, per garantirgli sicurezza, equipaggiamenti, ma anche uno stile di vita e un tenore di vita che meritano per il loro grande sacrificio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). - Ordine del giorno della prossima seduta. PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 3 luglio 2025 - Ore 9,30:
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1054 - Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane (Approvato dal Senato). (C. 2126-A)
e delle abbinate proposte di legge: GIRELLI ed altri; TASSINARI ed altri. (C. 699-1059)
Relatrice: CATTOI.
2. Seguito della discussione delle mozioni Boschi ed altri n. 1-00434, Pavanelli ed altri n. 1-00463, Richetti ed altri n. 1-00464 e Grimaldi ed altri n. 1-00469 concernenti iniziative volte a salvaguardare il sistema produttivo nazionale in relazione alla prospettata applicazione dei dazi da parte degli Stati Uniti d'America.
3. Seguito della discussione della proposta di legge:
BAGNAI ed altri: Modifiche all'articolo 132 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, concernenti l'acquisizione di dati relativi al traffico telefonico e telematico per esigenze di tutela della vita e dell'integrità fisica del soggetto interessato, nonché istituzione della Giornata nazionale dedicata alle persone scomparse. (C. 1074-A)
Relatrice: MATONE.