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Resoconto Stenografico
XIX LEGISLATURA
Resoconto Sommario dell'Assemblea
Seduta n.407 di venerdì 10 gennaio 2025
INDICE
(nominativi degli intervenuti in ordine alfabetico)
- Missioni. PRESIDENTE (ASCANI Anna)
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 80, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
- Svolgimento di una interpellanza urgente. PRESIDENTE (ASCANI Anna)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza urgente.
(Chiarimenti in ordine ai fatti occorsi nei confronti di studenti di Azione universitaria in occasione della campagna elettorale per le elezioni studentesche presso l'Università di Trento, nonché iniziative di competenza, anche normative, volte ad assicurare la più ampia partecipazione democratica in occasione delle consultazioni studentesche - n. 2-00482)
PRESIDENTE (ASCANI Anna)ALESSANDRO URZI'PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente all'ordine del giorno Urzi' ed altri n. 2-00482 (Vedi l'allegato A).
Chiedo al deputato Urzi' se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.PRESIDENTE (ASCANI Anna)ALESSANDRO URZI' (FDI). Grazie, Presidente. Sarò estremamente breve nell'illustrazione, anche perché sono in attesa di avere i riscontri da parte del Governo, per poi concludere con alcune osservazioni. I fatti sono quelli del 15 novembre 2024, si sono svolti lungo 6 ore, quando si è consumata, davanti al dipartimento di sociologia dell'Università di Trento, luogo dove peraltro nacquero le Brigate rosse di Renato Curcio e Mara Cagol, quella che noi abbiamo definito la sconfitta della democrazia e dei valori della libertà di espressione.
Sei lunghe ore nel corso delle quali è stato sostanzialmente impedito l'accesso alla facoltà di sociologia a un gruppo di Azione universitaria, che era stato autorizzato a svolgere delle attività di supporto alla campagna elettorale interna all'ateneo, da parte di un gruppo di ragazzi dichiaratamente di estrema sinistra, molti con riferimenti chiari, certi e accertati con i centri sociali, che hanno creato una barriera fisica proprio all'ingresso dell'Università, che ha impedito - ribadisco, per 6 lunghe ore - l'accesso per attività che erano state preventivamente autorizzate da parte del rettore.
Erano attività di campagna elettorale, peraltro negli ultimi giorni possibili per l'esercizio di queste iniziative. Nel corso di questo presidio, oltre ad essere stato impedito fisicamente l'accesso, vi è stata anche una sorta di forzatura nel respingere le richieste di poter svolgere nella piena legalità le proprie iniziative e il materiale elettorale è stato ampiamente disperso lungo la pubblica via. Il tutto si è svolto senza che deflagrasse la violenza fisica solo ed esclusivamente, Presidente, per la responsabilità dei ragazzi di Azione universitaria, che hanno rivendicato i loro diritti esclusivamente verbalmente, ribadendo il loro diritto, dichiarandolo in modo pubblico, ma senza che questo sfociasse in forzature del picchetto che era stato costituito.
Poste queste premesse, Presidente, considerato il fatto che in quelle 6 lunghe ore c'è stato un intervento del rettore, ma solamente dopo un po' di tempo e a seguito, peraltro, di richiami molto espliciti al dovere di assumere alcune responsabilità, ma l'intervento si è risolto esclusivamente in una fase dialettica, che non ha prodotto alcun risultato, l'intervento delle Forze di Polizia non si è svolto. C'è stato un controllo della situazione da parte delle abbondanti Forze di Polizia accorse, ma perché i fatti si stavano svolgendo proprio all'interno dell'ateneo, all'ingresso dell'ateneo, e la richiesta di intervento della forza pubblica non c'è stata.
Quindi c'è stata una vigilanza affinché nessuno si facesse male in quella circostanza, ma non altro. Quindi, poste queste premesse, Presidente, si chiede quali iniziative, per quanto di competenza, intendano intraprendere i Ministeri interpellati, che sono quelli dell'Università e dell'Interno, al fine di chiarire se e in capo a chi, eventualmente, sia ascrivibile la responsabilità di non avere richiesto o attivato l'intervento della forza pubblica per garantire il libero accesso al dipartimento di sociologia dell'Università di Trento e sulla pubblica via, venerdì 15 novembre 2024, di fatto consentendo di trasmettere il messaggio per cui vince il sopruso e la prevaricazione in un luogo di alta formazione culturale; se e quali iniziative, per quanto di competenza, anche di carattere normativo, intenda intraprendere per garantire, attraverso l'adeguato sostegno degli organi di governo degli atenei agli studenti, il diritto all'accesso libero alle università e l'agibilità politica a tutte le associazioni riconosciute in occasione delle consultazioni studentesche. Grazie, Presidente, e ringrazio anche la Sottosegretaria Siracusano della sua presenza oggi.MATILDE SIRACUSANOPRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato, Matilde Siracusano, ha facoltà di rispondere.
PRESIDENTE (ASCANI Anna)MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Urzi' e anche i colleghi di Fratelli d'Italia che consentono, attraverso quest'atto di sindacato ispettivo, di approfondire i fatti avvenuti lo scorso 15 novembre all'esterno del palazzo di sociologia presso l'Università di Trento. Ci tengo a fare una doverosa premessa: per il Ministero dell'Università e della ricerca, come più volte sottolineato dal Ministro Bernini, il confronto deve essere ampio, tutte le opinioni meritano ascolto.
Il Ministro Bernini lo ha dimostrato non soltanto attraverso le dichiarazioni, ma anche attraverso i fatti, esponendosi direttamente e in prima persona al confronto, anche in passato, con i manifestanti, per cui questo deve essere assolutamente chiaro. L'università è il più ampio luogo dove il confronto deve essere sempre promosso, ma c'è un limite invalicabile, e lo dico con chiarezza: questo limite è la violenza, che non può essere mai tollerata, né giustificata, né minimizzata. Mi riferisco non soltanto alla violenza fisica, ma anche alla violenza verbale.
Tutto ciò premesso, il Ministero dell'Università e della ricerca, nel rispetto dell'autonomia universitaria, dell'università, che non consente un potere di intervento diretto presso gli atenei e né, appunto, ha competenze dirette in materia di ordine pubblico, ha richiesto al rettore dell'Università di Trento e al Ministro dell'Interno una descrizione dettagliata di quanto è accaduto e delle azioni intraprese in merito a questi episodi.
In base agli elementi forniti dal Ministero dell'Interno, si riferisce che, nella giornata del 15 novembre 2024, l'attività di propaganda e volantinaggio dell'associazione studentesca Azione universitaria è stata impedita, all'altezza dell'atrio di accesso della facoltà citata, da un gruppo composto da circa 50 studenti universitari. Nel corso dell'estemporanea iniziativa, tale gruppo inneggiava una serie di slogan politicamente orientati contro l'attuale maggioranza di Governo, strappando, al contempo, alcuni volantini.
L'università, nella nota di riscontro, ha precisato che, come previsto dal regolamento generale di ateneo, al fine di favorire un'estesa partecipazione al voto nel corso delle elezioni studentesche, l'istituzione si è impegnata a dare la più ampia comunicazione al corpo studentesco e a favorire il confronto dei candidati e delle candidate nel corso della campagna elettorale.
In particolare, come riferito dall'università, l'attività di promozione di Azione universitaria, richiesta per venerdì 15 novembre 2024, presso il dipartimento di sociologia e ricerca sociale, era stata preventivamente e regolarmente autorizzata dal direttore del dipartimento. Inoltre, l'ateneo precisa di essersi prontamente attivato per tentare una mediazione tra le parti contrapposte sin dall'emergere delle prime tensioni tra manifestanti e studenti al fine di consentire lo svolgimento dell'attività di campagna elettorale da parte di Azione universitaria. È stato dapprima avvisato il direttore del dipartimento di sociologia che, trovandosi fuori sede, è rientrato tempestivamente per monitorare gli accadimenti.
In relazione ai fatti, sono pervenute al Ministero due relazioni. Nella nota dell'università di Trento si legge che dallo stesso rettore è stata avvertita la DIGOS, già presente sul posto per controllare la situazione ed essere pronta ad agire qualora l'ordine pubblico fosse stato messo in pericolo. Nella relazione del Ministero dell'Interno, invece, si precisa come sia stata la referente locale di Azione universitaria a richiedere l'intervento delle Forze dell'ordine al fine di guadagnare l'ingresso, insieme ai suoi delegati, per poter esercitare il proprio diritto di effettuare la campagna elettorale all'interno degli spazi universitari.
Nella nota del rettore si riferisce, inoltre, che, dopo alcuni tentativi di dialogo svolti dal direttore del dipartimento con i contestatori, che non hanno però stemperato le tensioni, un gruppo di manifestanti avrebbe negato l'accesso al palazzo agli studenti di Azione universitaria e che lo stesso rettore sarebbe quindi intervenuto per tentare personalmente una mediazione al fine di consentire lo svolgimento dell'attività di promozione autorizzata. Nonostante ciò, la situazione sarebbe giunta in un punto di stallo senza arrivare a una soluzione. L'università riferisce, pertanto, di aver convenuto, di concerto con la DIGOS e con il direttore del dipartimento, che non ci fossero né le condizioni di sicurezza per fare entrare nel palazzo di sociologia gli studenti di Azione universitaria né i presupposti pratici perché la legittima attività di campagna elettorale potesse svolgersi regolarmente. Per salvaguardare l'ordine pubblico è stato necessario sospendere l'attività di promozione elettorale di Azione universitaria.
Nonostante gli episodi descritti, l'università di Trento assicura che il diritto di accesso e l'agibilità politica all'interno dell'università sono stati comunque garantiti ad Azione universitaria, anche se successivamente.
A causa dei disordini, è stato pertanto necessario differire a lunedì 18 novembre 2024, ovvero il giorno lavorativo successivo rispetto alla data prevista, l'attività di campagna elettorale dell'associazione, che poi si è potuta svolgere, come previsto, nel palazzo di sociologia, in un clima più sereno e sicuro.
In conclusione, come risulta dagli elementi di competenza forniti sia dall'università sia dal Ministero dell'Interno, il Ministro Bernini deve constatare, con grande rammarico, che un'attività politica legittimamente autorizzata non si è potuta svolgere nei tempi previsti. Tuttavia, al fine di contemperare al meglio gli interessi in gioco, l'attività di propaganda elettorale è stata posticipata al giorno successivo rispetto a quello previsto, garantendo al contempo le libertà costituzionali e la tutela della sicurezza e dell'incolumità fisica delle studentesse e degli studenti e di tutto il personale universitario.
Le tensioni sono state quindi risolte nei giorni immediatamente successivi ai fatti descritti e le elezioni studentesche indette per il 19 e 20 novembre 2024 si sono svolte - assicura l'università - nella più completa tranquillità e con grande partecipazione.
In conclusione, si ribadisce l'impegno del Ministero dell'Università e della ricerca nel garantire il diritto allo studio nelle nostre università, consentendo a tutti gli studenti di frequentare le lezioni e di entrare nelle aule in totale sicurezza, sostenendo al contempo la libera manifestazione del pensiero e l'esercizio di tutte le altre libertà e diritti tutelati dalla nostra Carta costituzionale.
Quanto alle iniziative da intraprendere, l'università è e rimane, per sua natura, il luogo deputato a consentire il più alto livello di manifestazione del pensiero, come ho già affermato in premessa, e, sulla base della propria autonomia, sancita dall'ordinamento, l'istituzione ha per prima la responsabilità di risolvere ogni contrapposizione ideologica che nasca al suo interno.
L'intervento delle Forze dell'ordine viene ritenuto l'extrema ratio; è un'evenienza che da tempo risalente è sempre concertata con il rettore, al quale spetta in prima istanza individuare i tempi e i modi della risoluzione del conflitto. Solo se necessario e qualora questi interventi risultassero vani, allora la forza pubblica deve essere pronta a intervenire.
Evidenziato ciò, come il Ministro Bernini ha avuto modo di chiarire in precedenti interventi svolti in quest'Aula, si continuerà a procedere con forme di collaborazione tra MUR, CRUI e Ministero dell'Interno al fine di prevenire tempestivamente situazioni di violenza e garantire sempre, nel pieno rispetto dell'autonomia universitaria, l'esercizio delle libertà democratiche costituzionalmente garantite.ALESSANDRO URZI'PRESIDENTE. Il deputato Urzì ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
PRESIDENTE (ASCANI Anna)ALESSANDRO URZI' (FDI). La ringrazio, Presidente, voglio ringraziare in modo particolare, attraverso il Sottosegretario Siracusano, anche il Ministro Bernini di questa risposta che tratteggia un quadro estremamente chiaro dell'accaduto, richiamando le istituzioni allo svolgimento delle proprie funzioni nel rispetto dei principi fondamentali su cui si regge la nostra libertà repubblicana.
Ho annotato, Presidente, come le sia stato segnalato il fatto che l'autonomia, fondamentalmente in capo al rettore, è inviolabile anche da parte dello stesso Ministero che deve richiamare all'obbligo del rispetto dei principi fondamentali. Ecco, su questo forse rimane, come dire, una nostra vena di malinconia rispetto al fatto che la situazione, probabilmente, avrebbe potuto essere gestita, trattandosi di un gruppo non eccessivamente numeroso di persone; è stato indicato in una cinquantina di aderenti a questo picchetto. Mi permetto di contraddire, però, in questo caso il rettore: non tutti studenti, molti fuori corso, figli di famiglie importanti e ben agiate di Trento; molti, invece, sono riconosciuti come elementi che sistematicamente partecipano a situazioni di conflitto sul territorio e che si riconducono a centri sociali occupati presenti nel territorio trentino.
Io vorrei, Presidente, per chiudere - non per far la chiosa, assolutamente - rappresentare un po' la trama di questo film in alcuni punti fondamentali. Innanzitutto, vorrei ricordare che il tutto si è svolto in sei ore: sei ore sono un tempo infinito, se stiamo a contarle una dopo l'altra, minuto dopo minuto; sei ore nel corso delle quali i ragazzi di Azione universitaria hanno semplicemente salito gli scalini per tentare di accedere e fisicamente venivano respinti e fisicamente veniva stralciato il materiale che avevano in mano. I ragazzi di Azione universitaria avevano tutti le mani dietro le spalle, dietro la schiena, intendo dire.
L'altra immagine di questo film, il teatro di quello che io ritengo comunque un orrore democratico, riguarda la facoltà di sociologia di Trento, come ho richiamato in precedenza, luogo simbolico in cui sono nate le Brigate rosse, in cui Renato Curcio e Mara Cagol hanno avviato l'azione di reclutamento delle frange più estreme che poi si sono evolute e si sono articolate nella forma drammatica che il nostro Paese ha conosciuto.
Non voglio fare paragoni - per carità di Dio - fra questi tempi e quelli, però la simbolicità del luogo impone probabilmente un'attenzione del tutto particolare da parte di chi voglia presidiare i valori democratici e penso al governo dell'università di Trento e del dipartimento di sociologia.
L'altro frame è quello relativo all'episodio da cui è generato tutto questo, cioè le elezioni universitarie, cioè il momento più alto di confronto democratico, di rappresentazione delle proprie idee.
Ci lamentiamo dello scarso invito alla partecipazione, all'impegno civico da parte soprattutto delle giovani generazioni, ma ci sono ancora giovani che credono nel valore del confronto, che hanno idee, che le vogliono esporre e che vogliono convincere altri giovani. Quando si nega il diritto all'esercizio delle proprie funzioni democratiche, si incide profondamente su uno dei doveri fondamentali della nostra generazione, che è quello, invece, di invitare alla partecipazione, affinché ciascuno si rimbocchi le maniche e faccia qualcosa di suo, di importante.
Un altro frame di questo film, Presidente, sono gli spettatori. Lo spettatore è uno in modo particolare, lo spettatore è il rettore. È vero che c'è stata una partecipazione a un tentativo di accordo, che prevedeva, peraltro, semplicemente il diritto per alcuni giovani di entrare nella loro università, dove effettivamente frequentano ed effettivamente studiano. Abbiamo potuto prendere atto, dalla nota del rettore che il Ministero ci comunica, come si è semplicemente preso atto che la dialettica non ha portato ad alcun risultato. Prendo atto che alcuni dei ruoli fondamentali in questa sceneggiatura di film sono rimasti sostanzialmente nel ruolo di spettatori.
I protagonisti, invece, sono stati i violenti. La violenza - ringrazio il Sottosegretario Siracusano per averlo richiamato nella sua relazione - non è solamente quella fisica, che pure in maniera lieve c'è stata, perché spintonare significa esercitare comunque un contatto fisico, ma la violenza è anche quella verbale, quando si insultano le istituzioni, il Governo della Repubblica, le istituzioni democratiche, quando si ritiene di poter offendere un'organizzazione che è legittimata e autorizzata. Anche questa è violenza.
Fra le dichiarazioni di alto livello culturale esposte per giustificare il mancato ingresso dei ragazzi di Azione universitaria, mi hanno molto colpito quelle che dicevano: loro non hanno diritto di parola, loro non hanno diritto di entrare, loro non hanno diritto di svolgere le attività all'università. Perché? Perché loro non ne hanno diritto. Credo che tutto questo debba risvegliare molte coscienze. Certo, i fatti di Trento, fortunatamente, non possono essere paragonabili a fatti di altre Università dove il limite della violenza fisica è stato pure superato, ma non deve essere ritenuto che l'esercizio di una negazione del diritto altrui possa essere comunque ritenuto, per lievità dei fatti, ammissibile.
Quindi, ancora una volta, Presidente, mi dichiaro soddisfatto della risposta data dal Ministro Bernini e comunicataci dalla gentilissima Sottosegretaria Siracusano, perché rappresentano perfettamente lo spirito - se mi posso permettere - in cui agisce questo Governo e questa maggioranza. Ma sempre in questa sceneggiatura, Presidente, ci sono anche gli attori non protagonisti. Gli attori non protagonisti questa volta sono stati, per paradosso, proprio i ragazzi di Azione universitaria: non protagonisti perché hanno tenuto le mani dietro la schiena, perché non hanno esercitato, come pure probabilmente sarebbe stato loro diritto esercitare, la richiesta di accedere all'Università comunque e in ogni modo.
Hanno semplicemente fatto una telefonata alle Forze di Polizia, che sono intervenute per vigilare che la situazione non deflagrasse. Hanno semplicemente rivendicato le loro ragioni al rettore, non hanno fatto nulla, sono rimasti non protagonisti, e credo che meritino un premio, un Oscar, per essere stati in questa sceneggiatura drammatica attori non protagonisti. Pensiamo se lo fossero stati!
Ora, Presidente, credo che l'Italia tutta abbia il diritto, forse anche il dovere, di non rimanere - di non rimanere - equidistante fra le opposte posizioni del bene e del male. Il bene è semplicemente la nostra Costituzione, il diritto di parola, il diritto di movimento, il diritto di praticabilità e agibilità politica, il diritto di essere se stessi nei limiti posti dalle leggi e dalla morale, mi permetto di dire anche dalla morale. Concludo, Presidente: questo limite è stato superato e noi abbiamo bisogno di schierarci dalla parte delle ragioni e non dalla parte delle forzature e del sopruso.
Lo facciamo, lo rivendichiamo perché, Presidente, la legalità deve essere considerata per come è, come è nelle coscienze di ciascuno di noi, un valore assoluto, che va, però, difeso ogni giorno, come tutti questi episodi dimostrano, probabilmente anche forzando quelle situazioni nelle quali questo diritto all'espressione non viene garantito, e non rimanendo semplicemente spettatori.PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza urgente all'ordine del giorno.
- Ordine del giorno della prossima seduta. PRESIDENTE (ASCANI Anna)
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Martedì 14 gennaio 2025 - Ore 9,30:
1. Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
(ore 16)
2. Esame e votazione della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2024, n. 208, recante misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. (C. 2184)
3. Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale:
Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare. (C. 1917)
e delle abbinate proposte di legge costituzionali: ENRICO COSTA; GIACHETTI; CALDERONE ed altri; MORRONE ed altri.
(C. 23-434-806-824)
Relatori: NAZARIO PAGANO, MICHELOTTI e BORDONALI.
4. Seguito della discussione delle mozioni Quartini ed altri n. 1-00369, Grimaldi ed altri n. 1-00373 e Furfaro ed altri n. 1-00383 concernenti iniziative in materia di legalizzazione della cannabis per finalità di carattere terapeutico e ricreativo.
5. Seguito della discussione delle mozioni Fratoianni ed altri n. 1-00370, Riccardo Ricciardi ed altri n. 1-00375 e Faraone ed altri n. 1-00381 concernenti iniziative in merito al conflitto in corso a Gaza e agli obblighi di cooperazione e assistenza giudiziaria nei confronti della Corte penale internazionale.
6. Seguito della discussione delle mozioni Braga ed altri n. 1-00374, Pavanelli ed altri n. 1-00376, Ghirra ed altri 1-00378 e Faraone ed altri n. 1-00380 in materia di politiche industriali.