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Resoconto Stenografico

XIX LEGISLATURA
Resoconto Sommario dell'Assemblea
Seduta n.374 di mercoledì 30 ottobre 2024
INDICE
(nominativi degli intervenuti in ordine alfabetico)

  • Missioni.
    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 80, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

  • Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano (A.C. 2038-A).
    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2038-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano.

    Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo delle Commissioni.

    (Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2038-A)

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

    Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.

    BENEDETTO DELLA VEDOVA

    BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Noi voteremo contro, non daremo la fiducia al Governo su questo provvedimento, su questo decreto Salva infrazioni, tra le tante ragioni, per una in più: mentre presentate un decreto Salva infrazioni, che va bene per uscire dalle infrazioni che l'Italia ha commesso rispetto al diritto europeo, contemporaneamente ne state preparando delle altre.

    Prendo una legge, la n. 172 del 2023, che abbiamo approvato qui alla Camera circa un anno fa. È la famosa legge sul divieto di carne coltivata, sul divieto del meat sounding. Per semplificare: il divieto di vendere le bistecche di soia. In quella occasione avevamo detto: guardate che questa legge, oltre ad ogni altra considerazione, porterà ad un'infrazione; è una legge che viola palesemente il diritto europeo. E abbiamo reiterato questa considerazione in un question time, cui Lollobrigida rispose, rispetto al meat sounding, ossia alla bistecca di soia, dicendo: “ma no, la Francia lo ha fatto”.
    Allora, perché votiamo “no”, oltre a tante altre considerazioni? Perché, purtroppo, questo Governo e questa maggioranza, sordi di fronte a qualsiasi considerazione di buon senso, hanno approvato una legge e oggi ci troviamo in una situazione per la quale avevamo denunciato che non era stata effettuata la procedura TRIS di comunicazione preventiva del testo; come avevamo previsto, la Corte di giustizia europea, relativamente al caso francese, ha dichiarato illegittimo il divieto del meat sounding, che aveva fatto anche la Francia e quindi ha detto che si possono produrre e commercializzare in Europa le bistecche di soia. Inoltre, la Commissione europea, rispetto alla carne coltivata, proprio la settimana scorsa, sulla procedura TRIS, con riferimento alla quale l'Ungheria di Orbán ha disciplinatamente seguito le norme europee, sottoponendo a tale procedura e al vaglio preventivo uno schema di disegno di legge che vietava o che avrebbe voluto vietare la carne coltivata, ha detto che quel divieto è ingiustificato in quanto potrebbe precludere la procedura di autorizzazione armonizzata per i nuovi alimenti a livello UE, che prevede una valutazione scientifica da parte di EFSA, l'Agenzia per la sicurezza alimentare europea, che, come sapete, sta, peraltro, a Parma.
    Quindi, oggi, noi sappiamo - e chiudo, Presidente - che è esattamente come avevamo detto; poi se la prendono, come sull'Albania, ma era tutto scritto. Se tu vai contro il diritto europeo, vai incontro a una procedura di infrazione. Quindi, è giusto chiudere quelle precedenti, ma non avrete mai la nostra fiducia, anche perché, nel frattempo, sulla legge n. 172 del 2023 state andando incontro a una nuova infrazione, che è ormai certificata dalla pronuncia della Corte di giustizia dell'Unione europea e dalla Commissione.
    La legge deve essere necessaria, utile ed efficace. Questa legge è dannosa, non è necessaria ed è inapplicabile; e finirà con il provocare altre procedure di infrazione. Quindi, visto che oggi cerchiamo di chiuderne alcune, la nostra sfiducia è anche perché voi, nel frattempo, state producendo leggi contrarie al diritto europeo, che finiranno sotto procedura di infrazione.

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pino Bicchielli. Ne ha facoltà.

    PINO BICCHIELLI

    PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signora Sottosegretaria, nell'analizzare il provvedimento oggetto di discussione, il cosiddetto decreto Infrazioni, vorrei fare prima un passo indietro, facendo un breve focus sul sistema delle procedure di infrazione.

    La procedura d'infrazione costituisce uno strumento indispensabile per garantire il rispetto e l'effettiva applicazione del diritto dell'Unione. La decisione relativa al suo avvio è una competenza esclusiva della Commissione europea. La violazione contestata può consistere nella mancata attuazione di una norma europea oppure in una disposizione o in una pratica amministrativa nazionale che risulti incompatibile con una norma europea.
    Quindi la procedura di infrazione è avviata nei confronti di uno Stato membro in quanto tale, senza che rilevi se l'autore della violazione sia un organo costituzionale, una giurisdizione, un ente territoriale o un soggetto di diritto privato controllato dallo Stato. Vi sono diverse fasi della procedura in cui si può aprire un confronto con la Commissione europea in caso di mancato adeguamento alle norme europee, e per uno Stato membro che condivide i principi di fondo dell'Unione l'obiettivo non può che essere la chiusura della procedura di infrazione, senza, però, danneggiare settori economici e sociali nazionali.
    Perché ho detto questo? Perché, signor Presidente, esiste sicuramente un livello giuridico nel rapporto con l'Europa, ma ne esiste anche un altro politico e valoriale, e troppo spesso questi due livelli si sovrappongono, si intersecano, creando confusione. L'errore di partenza, infatti, secondo noi è ritenere l'Unione europea qualcosa di altro e di sovraordinato a cui sottoporsi, ed è sicuramente sbagliato. L'Italia non solo è parte integrante dell'Unione, ma ne è anche un attore principale e questo non vuol dire avere il diritto e il potere di far chiudere un occhio su una procedura di infrazione come se fosse una multa occasionalmente presa, ma vuol dire essere in grado di portare, sul tavolo delle decisioni, le tematiche più rilevanti per il nostro Paese.
    Penso al tema della gestione del contenimento dei flussi migratori, alla ridefinizione delle relazioni con il continente africano e alla nuova centralità data al quadrante del Mediterraneo, e in particolare del Mediterraneo centrale, ossia quello delle rotte migratorie che trovano come primo approdo le coste italiane. C'è, dunque, un livello in cui si rappresentano le istanze e le peculiarità del territorio nazionale nel consesso europeo e c'è un livello in cui si adegua la normativa nazionale ai principi condivisi che si è contribuito a definire e affermare in sede europea.
    C'è poi il terreno del contenzioso, l'ambito in cui non vi è, evidentemente, condivisione delle valutazioni su un particolare contesto normativo e si discute per giungere a un accordo. In Italia, però, spesso le procedure di infrazione, che molte volte sono - lasciatemelo dire - degli automatismi burocratici, vengono utilizzate come spunto di polemica politica o, addirittura, come arma di propaganda, e basterebbe soffermarsi sul fatto che le procedure di infrazione si rivolgono al Paese e non al Governo o a una particolare parte politica. Questo dovrebbe indurre tutti a stare dalla stessa parte e spingere verso la chiusura e la risoluzione di eventuali controversie, soprattutto quando queste procedure possono pregiudicare le attività di un settore specifico e peculiare della nostra economia.
    Non comprendere che sia un dovere stare dalla stessa parte e lavorare all'unisono per trovare una soluzione va oltre la normale contrapposizione fra schieramenti, va contro i cittadini e va contro le imprese. Non esistono soluzioni semplici a problemi complessi, o meglio, se esistono, spesso sono soluzioni sbagliate. Solo attraverso il confronto attento e accurato è possibile risolvere questioni complicate come quelle che mettono in contrapposizione principi fondamentali, da un lato la concorrenza e dall'altro la difesa di attività produttive consolidate presenti sul territorio, attività che rappresentano ricchezza e che rappresentano lavoro.
    Tra le procedure interessate dal decreto rivestono una particolare rilevanza le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive, su cui si è discusso tantissimo durante il dibattito, in particolare, ma rilevanti sono anche quelle relative al diritto di avvalersi di un difensore nel procedimento penale e nel procedimento di esecuzione del mandato di arresto europeo, al diritto di informare un terzo al momento della privazione della libertà personale e al diritto delle persone private della libertà personale di comunicare con terzi e con le autorità consolari.
    E ancora, il corretto recepimento della direttiva sulle garanzie procedurali per i minori indagati o imputati nei procedimenti penali, quindi il completo recepimento della direttiva (UE) 2020/1057 relativamente al controllo su strada. Per quanto concerne, poi, l'efficace amministrazione della giustizia vi sono, in questo provvedimento, le questioni relative al trattamento previdenziale dei magistrati onorari e all'aumento della dotazione organica del Ministero della Giustizia finalizzato alla riduzione dei tempi di pagamento dei debiti commerciali e dei servizi di intercettazione nelle indagini penali.
    Sono sicuramente tematiche complesse, in cui vengono toccati i diritti e i doveri non solo delle istituzioni, ma, soprattutto, dei nostri cittadini. Non stiamo parlando di privilegi di una o dell'altra categoria, ma di diritti e di doveri, che poi sono le basi di una qualsiasi comunità. Signor Presidente, senza entrare nel merito delle diverse soluzioni - poi lo farà la mia collega in dichiarazione di voto -, le soluzioni individuate per la chiusura delle procedure di infrazione sono frutto non solo dell'interlocuzione tra il Governo e la Commissione, ma anche del lavoro parlamentare.
    E, quindi, non posso che esprimere condivisione a sostegno del lavoro svolto, e lo faccio a nome di tutto il gruppo di Noi Moderati. Pertanto, dichiaro il voto favorevole alla fiducia a nome dei deputati di Noi Moderati, auspicando, però, il più ampio consenso possibile dell'emiciclo, come dovrebbe essere se tutti avessimo un unico obiettivo, cioè quello del bene per il Paese.

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Visto che il collega Devis Dori ha fatto un intervento molto tecnico, cercherò di mantenere la linea su un aspetto un po' più politico. È l'ennesima fiducia. Noi come minoranza avevamo posto un ragionamento, ovviamente inascoltato, che sta creando dei precedenti pessimi per il nostro Paese, tale per cui la fiducia dovrebbe essere un qualcosa che viene chiesto nei momenti apicali della vita pubblica del nostro Paese, e invece sta diventando una sorta di “suburra”.

    Noi chiediamo la fiducia perché ci scocciamo o abbiamo fatto altro e ci riduciamo all'ultimo minuto per affrontare dei temi. Ma possiamo mai dire che il Governo non è in grado, non sta seguendo la vicenda dei balneari? Perdonatemi, noi stiamo discutendo - non solo questo Governo, il Governo precedente - e la soluzione che viene prospettata sarà un altro errore. L'idea che si sta creando nel sistema sociale e amministrativo del nostro Paese - e vado oltre la politica - è identificabile nella cosiddetta “cultura della palla in avanti”, tale per cui non affronto il problema, ma cerco di buttarlo addosso a chi verrà dopo di me, che è esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare uno Stato serio a tutti i livelli.
    Perché, Presidente, tramite la sua persona, dico al rappresentante del Governo presente in Aula: i problemi, se non si affrontano, ricadranno comunque sul Paese. Molto spesso ci lamentiamo: ma 30 anni fa ci avevano detto che andava bene (mi riferisco, ad esempio, all'abusivismo edilizio), ci hanno fatto fare i condoni durante il primo e il secondo Governo Berlusconi e adesso, invece, ci abbattono le case perché non erano in regola. Alla fine il conto qualcuno lo paga sempre.
    Questa idea che facciamo passare più tempo possibile per evitare di affrontare il problema sarà, come al solito, un disastro, che lascerà in mano a qualcuno il cerino sia dal punto di vista governativo sia dal punto di vista dei soggetti che poi sono i beneficiari o l'oggetto di un intervento di carattere amministrativo, politico e, ovviamente, normativo.
    Qui voglio spendere altre due parole, perché vorrei far comprendere una cosa: AVS non è contro i balneari, come qualcuno dice, AVS è per le regole.
    Si cerca di far riflettere su un fatto - non a caso molti hanno cominciato a protestare proprio contro questo Governo - che, in un Paese normale, un personaggio come - lo dico perché lui se ne vanta pubblicamente, non perché è un personaggio - Briatore, che paga poche migliaia di euro e che sembra adesso assieme alla ex socia Ministra - che è stimatissimo membro di questo Governo, perché se sei una persona che fa quell'attività imprenditoriale come la fa lo stimatissimo Ministro devi far parte per forza di un Governo, dato che sei un esempio talmente alto e immenso che non possiamo non averlo come rappresentante del Governo, soprattutto di un Governo di questo tipo, che in questi Ministri sicuramente ha figure di altissimo livello e di altissima qualità, vette mai raggiunte prima d'oggi -, ebbene questi, assieme, gestivano, gestiscono, gestiranno una struttura che fattura 10 milioni di euro a fronte di poche migliaia di euro pagati e loro stessi dicevano: mah, forse il canone è troppo basso.
    Il tema è che si è giocato con questa vicenda dei balneari, colpendo in alcuni casi quelli che effettivamente tenevano una piccola attività, casomai da decenni, e che volevano regolamentarla in modo corretto, rispetto a chi ha fatto grandi speculazioni sul nostro territorio, e per grandi speculazioni intendo dire l'occupazione militare di ogni pezzo di spiaggia. Adesso, uno può fare l'imprenditore e deve guadagnare - noi siamo a favore del profitto -, ma deve guadagnare seguendo le regole: se la tua attività economica è legata a una concessione da parte dello Stato, cioè ad un bene di tutti, ci sono delle regole molto stringenti.
    Quello che succederà con l'Unione europea lo sappiamo già: l'Unione europea, con riferimento a questa cosa che avete fatto, questo immenso decreto, probabilmente, vorrà ridiscuterlo e, addirittura, lo boccerà, ma è ovvio. È ovvio. Addirittura abbiamo casi di associazioni di balneari che avevano contestato l'allora soluzione che aveva proposto il Presidente Draghi.
    Voglio far presente per correttezza - visto che ci sta sempre qualcuno che dice: “noi non c'eravamo” - che col Presidente Draghi c'erano due dei soggetti che attualmente stanno al Governo con Fratelli d'Italia e avevano approvato quella soluzione e adesso hanno cambiato posizione. Noi abbiamo oramai il kamasutra della politica: ogni posizione va bene, basta che ci sto io. Ebbene, all'epoca avevano fortemente contestato la soluzione di Draghi, che aveva però fatto un lavoro, quantomeno dal punto di vista tecnico, in linea con delle possibilità concrete dell'Europa; è stato fatto ricorso contro l'ipotesi di Draghi, ma si è perso; adesso si cerca di trovare un'altra soluzione, che è, sostanzialmente: arriviamo fino al 2027. Questa è la soluzione. Però è una soluzione “acqua che non leva sete”, perché alla fine, comunque, sia i fruitori sia coloro che fanno esercizio di questa attività restano in una sorta di limbo. Qua voglio dire: la stessa determinazione che ha utilizzato il Governo per difendere, in alcuni casi, non riuscendoci o facendolo in modo sbagliato o affidandosi a persone che ne fanno soltanto un'attività speculativa, non l'ha mai utilizzata per il diritto sacrosanto dei cittadini ad avere spiagge pubbliche. Guardate, la vera rivoluzione è quella di avere equilibrio nella gestione e permettere ai cittadini di poter utilizzare quello che è un bene comune, che devono rispettare, ma che però, allo stesso tempo, dobbiamo loro garantire. C'è anche la falsa perimetrazione, con cui sono state considerate spiagge anche le rocce o i costoni e le scogliere: ovviamente per chi non vive il territorio o per chi cerca di mettere una pezza a colori le scogliere diventano spiagge con la sabbia.
    Noi quello che vi abbiamo detto e che continuiamo a dire è che la nostra non è una posizione ideologica: non si può invocare l'Europa solo quando serve ad avere denaro e poi diventa matrigna. Noi vogliamo avere tutti i soldi dall'Europa e non vogliamo rispettare delle regole che valgono in tutto il territorio europeo: questa è una caratteristica - perdonatemi - tipicamente di un certo modo di pensare di una certa destra e di un certo modo di governare; non a caso si piglia, ma non si dà. Questo è un grande errore che si fa nei confronti della natura e degli animali, non a caso anche nei confronti della fauna selvatica noi abbiamo delle infrazioni affrontate nel peggiore dei modi. Oggi il modello che ci propone questo Governo è: noi abbiamo ragione, ma poiché i tecnici dell'ISPRA non sono bravi, noi cambiamo l'ISPRA. Siamo a livelli fantasmagorici, come a dire: poiché - insomma, non è una novità - il giudice non ha detto quello che volevo sentire io, non è che io mi adeguo alla sentenza, ma cambio il giudice e rifaccio fare la sentenza.
    Qui noi continuiamo a dire una cosa: possiamo anche raccontarcelo altre 1.000 volte e andare in trasmissioni amiche a urlare che le cause del dissesto idrogeologico e dei problemi del nostro Paese sono le nutrie e 4 ambientalisti che le hanno difese negli ultimi decenni, ma il vero dato di fatto è che un'idea trumpiana, ossia l'uomo al centro di tutto che può devastare il pianeta, gli animali e tutta la vegetazione. è un'idea sbagliata che, come sulla questione dei balneari e per tante altre cose, ci si ritorcerà contro.
    Lo è anche il fatto che si cerca di fare deroghe su deroghe immaginando interventi sull'idea malsana della doppietta nel nostro Paese; noi abbiamo deciso, addirittura, che i cacciatori sono coloro che regolamentano, come se fossero pubblici ufficiali: sono loro a decidere a chi sparare e ci poi fanno resoconto.
    Guardate, anche questo è sbagliato, perché la terzietà - è questo il punto fondamentale, che vale su tutte le questioni e per questo sarà un fallimento questa norma - è l'elemento su cui si fonda l'unità di un Paese. Quando levi la terzietà - e dici: io comando tutto, il giudice lo decido io e le sentenze, in termini ovviamente virtuali, le decido io e cerco di cambiare il sistema pur di avere ragione, anche se ho torto -, quello diventa un sicuro fallimento, l'ennesimo, purtroppo, di un Governo che ancora una volta ha perso l'occasione per fare un confronto serio e serrato col Parlamento e si è rifugiato nell'ennesimo voto di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pastorella. Ne ha facoltà.

    GIULIA PASTORELLA

    GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. In occasioni precedenti mi sono già dilungata sulla strana noia di noi parlamentari, che dobbiamo ripetutamente confermare o, nel nostro caso, non confermare la fiducia su provvedimenti che di fiducia non avrebbero certo bisogno. Questo reiterare della richiesta del voto di fiducia è assolutamente insopportabile, ma c'è un'altra cosa che è insopportabile e che, però, è molto indicativa della maniera in cui questo Governo governa: non solo a colpi di fiducia, ma anche a colpi di salvataggi; abbiamo visto il “Salva casa”, il “Salva Milano” e, adesso, il “Salva infrazioni”. Ci sono tanti provvedimenti che abbiamo esaminato che avrebbero potuto avere lo stesso nome, come se questo Governo fosse sempre nell'affannosa ricerca di salvare qualcosa o dare l'impressione di salvare, perché poi abbiamo visto come il “Salva casa”, la casa non la salvava, al massimo permetteva qualche piccola miglioria, e sul “Salva Milano” stiamo ancora attendendo fiduciosi che si trovi una quadra.

    Il tema di tentare sempre di salvare e di reagire all'ultima emergenza, in questo caso, si applica particolarmente male, perché le infrazioni non sono un'emergenza nuova, né una novità. C'è da dire, per essere corretta, anche nei confronti di questo Governo, che non certo tutte sono colpa di questo Governo: le 69 infrazioni che ci trasciniamo, ce le trasciniamo da anni e sono anche colpa dei Governi precedenti. Non condivido, tuttavia, l'idea di dover ricorrere a un “Salva infrazioni” per fare una cosa che dovrebbe essere banale. Prima un collega diceva: non dobbiamo immaginare sempre l'Europa come qualcosa di superiore all'Italia. Superiore all'Italia no, però il diritto dell'Unione europea è principe e prioritario rispetto al diritto nazionale.
    Il fatto che noi ci ritroviamo con una misura emergenziale e con un voto di fiducia a dover implementare banali norme europee, che andrebbero immediatamente trasposte - il mancato recepimento è solo per 19 casi su 69 e il 50 per cento è per violazione del diritto dell'Unione europea, quindi siamo su un altro pianeta -, il fatto che siamo a questo punto e che dobbiamo di corsa approvare un “Salva infrazioni” è molto indicativo. È indicativo anche che 22 di queste 69 tocchino il tema ambientale, ambiente in senso lato. Ce ne sono anche di interessanti - invito chi ci sta seguendo e tutti i colleghi ad andare a leggersi le materie di queste 69 infrazioni -, si trovano aspetti molto interessanti quali, per esempio, la protezione dei lavoratori; ecco, con tutto quello che ci diciamo in quest'Aula, tutto il tempo, sulla protezione dei lavoratori, sulla sicurezza e sul mondo del lavoro, osiamo non recepire una norma di tale importanza? Quindi, la domanda è: perché arriviamo sempre in ritardo? Forse prevenire sarebbe meglio che curare.
    E credo che il caso della carne coltivata, notizia di poche ore fa, possa essere un ottimo esempio. Si sapeva esattamente cosa sarebbe successo, lo abbiamo detto in quest'Aula e abbiamo provato a farvi notare che saremmo immediatamente incorsi in una procedura di infrazione. Adesso che la Corte UE si è pronunciata e che è successo quello che sapevamo sarebbe successo, probabilmente dovremmo anche lì correre al riparo e, non so, fare un “salva carne coltivata”, “un salva carne” o “salva qualcosa”. Quindi, questo per noi non è un atteggiamento degno di fiducia e per questo non voteremo la fiducia. Andiamo rapidamente, però, a vedere alcune delle norme contenute in questo in questo Salva infrazioni: sono norme, per la maggior parte, frutto di un negoziato.
    La Presidente Meloni stessa aveva detto, quando c'era ancora la Commissione precedente, quindi “von der Leyen 1”, che, proprio riguardo alle procedure di infrazione, sperava che la prossima Commissione avrebbe avuto un approccio più ragionevole. Benché io sia convintamente europeista, credo che la Commissione, in certi casi, abbia avuto un approccio fin troppo ragionevole e fin troppo permissivo rispetto al comportamento dell'Italia. Ovviamente, mi riferisco all'articolo 1 di questo decreto, che riguarda la questione dei balneari, su cui l'Italia ha tirato la corda - ripeto, non solo questo Governo, ma anche i Governi passati - oltre ogni limite di decenza e sta continuando a tirare la corda.
    La maggioranza si è addirittura spaccata su un tema che pure doveva vederla compatta, perché la difesa di questa categoria sembra essere, insieme a quella dei tassisti, forse il principale collante di questa maggioranza. Eppure, anche su questo siete riusciti a dividervi. Noi non siamo i cattivi che vogliono distruggere l'economia di questo Paese e distruggere l'economia delle nostre spiagge; siamo consapevoli della ricchezza che questa porta e anche degli investimenti che sono stati fatti, perché non sono tutti cattivi.
    Ma che questa piccola categoria possa tenere in scacco non solo il Paese, ma il nostro rapporto con la Commissione europea, che è costantemente portata a dover rivedere le nostre proposte e le nostre proroghe continue da decenni, se non peggio, è un fatto che non si spiega. Non si spiega anche perché la direttiva Bolkestein, che viene vista come fumo negli occhi da tante persone, e, in generale la concorrenza non è pensata per far male a qualcuno, ma per far bene ai consumatori.
    Noi dovremmo sempre, come deputati e come rappresentanti della Nazione, tenere a mente il bene degli utenti, dei consumatori, di quelle persone che in spiaggia ci vanno e che, magari, vorrebbero avere una scelta diversa, tipi di investimenti diversi o un'altra gestione rispetto a quella che da sempre c'è stata. Quindi, nel tentativo di trovare una mediazione, noi anche abbiamo proposto degli emendamenti, alcuni dei quali spero che saranno approvati in forma di ordini del giorno, ma quello che è chiaro è che questa categoria sta tenendo in scacco, ripeto, non solo il nostro Paese, ma una procedura di infrazione sul nostro Paese che non ha motivo di esistere e che altri Stati europei hanno risolto molto più rapidamente, pur avendo altrettanta costa e altrettanto turismo.
    Non si capisce perché, nel nostro caso, non riusciamo a trovare una quadra e non trova una quadra neanche la maggioranza che, ripeto, pure su questo tema doveva essere compatta. Faccio un'ultima parentesi, un pochino più tecnica. Tra le tante cose interessanti di questo Salva infrazioni, c'è un articolo su un recepimento di una normativa assai tecnica sulla questione dei data center. Mi piace fare un approfondimento perché sui data center questo Governo ha avuto un atteggiamento interessante: tanto è scettico circa gli investimenti internazionali, tanto invece ha aperto le braccia e accolto investimenti in questo comparto, da Microsoft a BlackRock, che stanno prevedendo di investire miliardi, in alcuni casi decine di miliardi, in questo comparto nel nostro Paese.
    Avevo proposto un emendamento, proprio su questo tema, al decreto Salva infrazioni, che però è stato bocciato. Questo emendamento proponeva banalmente di inquadrare i data center con un codice Ateco, perché nel decreto si richiedono degli adempimenti, ma non c'è un modo di individuare queste strutture e queste attività. Questo emendamento mi è stato bocciato e, poche ore dopo, il Ministro Urso ha annunciato che proporrà un codice Ateco per i data center. Anche qui, che bisogno c'era di bocciare qualcosa di assolutamente neutro e non politico, che permetteva un'implementazione migliore, e, quindi, evitare potenziali future infrazioni in un ambito così critico, su cui il Governo pure è d'accordo, per poi, poco tempo dopo, letteralmente poche ore dopo, dire: “sì, in realtà avevate ragione, quindi lo proporremo anche noi”?
    Non sto dicendo che il Ministro Urso debba consultare noi di Azione ogni volta che fa qualcosa, però un rapporto migliore con le opposizioni su alcuni dei temi su cui siamo d'accordo e su cui ci troviamo a convergere, su proposte di assoluto buon senso e non ideologiche, credo che aiuterebbe in questa discussione d'Aula, che, a furia di fiducie, sta creando una grossissima sfiducia tra maggioranza e opposizione, e a patirne le conseguenze saranno sicuramente i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Palma. Ne ha facoltà.

    VITO DE PALMA

    VITO DE PALMA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, onorevoli colleghe e colleghi, Forza Italia voterà questa fiducia; la voterà anche in relazione a quella che è stata una battaglia che il gruppo parlamentare di Forza Italia ha effettuato nelle Commissioni finanze e giustizia per apportare ulteriori modifiche e miglioramenti al provvedimento. Prima ascoltavo il dubbio da parte di alcuni gruppi dell'opposizione sul perché, ancora una volta, è posta la fiducia su un provvedimento del genere, facendo considerare lo stesso quasi un provvedimento di carattere ordinario.

    Voglio giusto leggere velocemente proprio le premesse del decreto-legge, ove vi è scritto: “Considerata la straordinaria necessità ed urgenza di prevenire l'apertura di nuove procedure di infrazione o l'aggravamento di quelle esistenti, ai sensi degli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, attraverso l'immediato adeguamento dell'ordinamento nazionale agli atti normativi dell'Unione europea e alle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea...”.
    Signor Presidente, cari colleghi, oggi Forza Italia vota a favore perché questo provvedimento fa quello che altri non hanno mai voluto fare, gettando sempre, come si usa dire in gergo calcistico, la palla in calcio d'angolo. Siamo soddisfatti del contenuto di questo provvedimento? Evidentemente no, sarei ipocrita se dicessi, vista la posizione politica di Forza Italia, che rappresenta totalmente quella che era la proposta di Forza Italia. Portiamo a casa un risultato parziale.
    Su alcuni temi c'è stata una forte pressione e un forte interesse da parte del gruppo di Forza Italia per migliorare il provvedimento, ma non ci siamo riusciti e abbiamo parzialmente trovato alcune soluzioni. Su altre tematiche auspichiamo che, anche nell'interlocuzione successiva presso la Commissione europea, si possa trovare soluzione a quello che è uno dei tanti temi, quello delle concessioni balneari, e, in particolar modo, a quello relativo agli indennizzi, sul quale Forza Italia ha fortemente richiesto, nelle numerose interlocuzioni avute con la Commissione europea, di riconoscere a tutte quelle famiglie, a quei lavoratori, a quei titolari di concessioni demaniali, il frutto del lavoro di tanti anni.
    Qualche cosa, ripeto, siamo riusciti a portare a casa, su altre tematiche la posizione è stata irremovibile e non potevamo andare ulteriormente. Quindi, si poteva rinviare ulteriormente? Evidentemente no. Ma questo provvedimento, e in particolar modo l'articolo 1, che cosa fa che altri Governi non hanno fatto? Per esempio, il provvedimento fissa ai comuni il termine del 30 giugno 2027 per concludere le gare delle concessioni e prevede che i nuovi gestori riconoscano ai titolari uscenti un corrispettivo economico pari agli investimenti non ammortizzati e un'equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi 5 anni. Lo dicevo in precedenza: ci soddisfa totalmente questo aspetto? Totalmente no, ma parzialmente riusciamo a portare a casa un risultato.
    I criteri precisi per il calcolo degli indennizzi - anche questo è un elemento che voglio sottoporre all'attenzione di quest'Aula - saranno stabiliti da un successivo decreto attuativo da approvare entro il 30 marzo 2025, la cui perizia sarà acquisita dall'ente concedente, il quale dovrà pubblicarla prima del bando di gara.
    Forza Italia ha anche presentato proposte in cui si prevedeva che l'indennizzo equivalesse all'intero valore aziendale degli stabilimenti. Ripeto, non è stato possibile approvarlo, in quanto l'orientamento della Commissione europea è quello di ritenere il valore aziendale un vantaggio improprio al concessionario uscente.
    Con alcuni emendamenti di Forza Italia, si è stabilito che costituiscono criterio preferenziale l'offerta di servizi specifici per l'accessibilità e la fruibilità dell'area demaniale da parte degli animali d'affezione, l'offerta di servizi specifici dedicati alle famiglie e l'offerta di servizi aggiuntivi per le persone con disabilità. Ecco perché diciamo che siamo parzialmente soddisfatti, perché questi temi non c'erano e noi li abbiamo inseriti. Favorita è anche la partecipazione alle gare delle microimprese, delle imprese giovanili e di quelle femminili. La norma contiene una clausola sociale, in quanto gli offerenti dovranno anche indicare il numero dei lavoratori del concessionario uscente che si impegnano a riassumere.
    Quanto agli indennizzi, il previsto decreto contiene alcuni margini di manovra in merito agli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati.
    Per quanto riguarda i bandi, questi dovranno essere pubblicati per almeno 30 giorni sull'albo pretorio del comune e, per quanto riguarda l'interesse regionale o nazionale, anche sulla Gazzetta Ufficiale. I bandi dovranno indicare la durata della concessione che potrà essere di minimo 5 anni e di massimo 20 anni. Il decreto, inoltre, dà la facoltà agli enti locali di imporre la demolizione delle strutture preesistenti. Tuttavia, con un emendamento - anche qui, di Forza Italia, in concorso con altri gruppi della maggioranza - sono stati fatti salvi i manufatti amovibili, che potranno restare installati anche fuori stagione, fino all'aggiudicazione della gara. È una notizia importante per chi ha investito nella propria attività.
    È, poi, fortemente voluta da Forza Italia la disposizione che esclude dalla direttiva Bolkestein migliaia di circoli sportivi, sorti sulle sponde dei fiumi, dei laghi e dei mari. Anche su questo, voglio fare chiarezza: non è stata regalata ai furbetti la possibilità di eludere la norma, è l'esatto contrario. È stata individuata, invece, la possibilità per chi svolge un'attività sportiva, un'attività sociale; essa riguarda 1.500 concessioni, un patrimonio inestimabile gestito dalle associazioni, dalle società sportive dilettantistiche, dalle federazioni sportive, dagli enti di promozione, anche paraolimpici, ossia un mondo che non può essere considerato commerciale. Questo patrimonio fa parte di una economia sociale ed è un mondo totalmente privo di scopo di lucro. In effetti, la disposizione chiarisce che lo scopo deve essere quello sportivo, e non l'attività sportiva quale subordinata e strumentale al primo. Il contenuto dell'articolo 1 di questo decreto-legge ha assorbito quasi la totalità dell'impegno delle Commissioni, perché il tema delle concessioni balneari era estremamente importante. Tuttavia, voglio rilevare che anche altri articoli presenti in questo decreto introducono significative migliorie al tessuto del patrimonio nazionale; l'articolo 4, che prevede l'aumento della dotazione organica dell'amministrazione giudiziaria di 250 unità; la disposizione per i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, che impone alle autorità pubbliche di saldare le fatture entro 30 giorni; l'articolo 11-bis, che stanzia risorse per il finanziamento dei richiami del personale volontario del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e - perché no? - l'articolo 14, che introduce misure finalizzate al miglioramento della qualità dell'aria, volte a superare tre procedure di infrazione, concernenti il superamento, da parte dell'Italia, dei valori limite di concentrazione di particelle atmosferiche inquinanti.
    Per questi motivi - e concludo -, Forza Italia voterà il voto di fiducia, voterà convintamente questo provvedimento e, al tempo stesso, auspica che la stessa Commissione europea possa riconoscere quei temi sui quali la nostra battaglia, decisa e determinata in Commissione, non è riuscita a completare quel provvedimento che, veramente, secondo noi potrebbe dare risposte concrete a tanti cittadini, a tante famiglie e a tanti operatori commerciali che attendono che, finalmente, si metta una parola di certezza rispetto alle tante incertezze di questi anni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.

    EMILIANO FENU

    EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Ancora una volta una fiducia, ancora una volta un decreto-legge, ma questa volta su argomenti e disposizioni che riguardano l'attuazione di obblighi derivanti dalla normativa europea e su procedure di infrazione e pre-infrazione. Anche in questo caso, è bene sempre ripeterlo, ci troviamo di fronte a una decretazione d'urgenza che era evitabile, visto che alcuni temi, come questi trattati, in realtà, potevano essere affrontati, nell'ambito sia del dibattito parlamentare e delle prerogative del Parlamento, sia della legge di delegazione europea, come solitamente si fa su temi di questo tipo.

    Anche perché ci sono temi e argomenti che si trascinano da qualche anno e su cui la maggioranza e la Presidente del Consiglio hanno fatto melina per due anni, con promesse, a volte anche irrealizzabili, nei confronti dei soggetti interessati a questi argomenti. Melina e promesse irrealizzabili, per poi arrivare a fare tutto l'esatto opposto rispetto alle promesse. L'atteggiamento sui decreti-legge è sempre il solito, l'atteggiamento, in generale, sulle promesse fatte è, ugualmente, sempre il solito. Ha anche un suo perché, nel senso che, in realtà, un attento osservatore può capire anche qual è la direzione che vuole prendere il Governo. Basta ascoltare le parole della Presidente del Consiglio Meloni e sappiamo, con una ragionevole certezza, che la Presidente del Consiglio Meloni farà tutto l'esatto contrario di quello che ha detto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa è una costante che può aiutare a orientare gli elettori in quella che sarà la condotta del Governo. Anche in questo caso, è stata promessa una cosa per anni e, poi, si è fatto l'esatto contrario. Quindi, anche noi, sul decreto Infrazioni, ci apprestiamo a non votare l'ennesima fiducia.
    Su questo provvedimento - ne hanno parlato i colleghi prima di me -, il tema che ha tenuto banco, anche perché è un tema fondamentale per l'Italia e per il nostro Paese, è quello delle concessioni balneari. Un tema dove, lo ricordo, a seguito della direttiva Bolkestein, che impone di assegnare concessioni demaniali e servizi pubblici tramite gare pubbliche, accessibili a chiunque - impone, di conseguenza, di mettere a gara le concessioni sulle spiagge -, ci siamo trovati di fronte alla necessità, insieme alla messa a gara delle concessioni, di risolvere alcune problematiche e dare alcune risposte, ad esempio, al problema dei canoni delle concessioni demaniali, che sono eccessivamente e vergognosamente bassi, a fronte di ricavi eccessivamente e vergognosamente elevati. Per dare qualche dato: canoni pagati dai concessionari per 115 milioni di euro, a fronte di ricavi per 31 miliardi. Quindi, questa era l'occasione per stabilire parametri per un canone che fosse congruo rispetto al valore del bene, ma che fosse congruo anche rispetto alla rendita e al frutto di quel bene. Era un'occasione, ma la si è persa.
    Era anche un'occasione per rispondere alle difficoltà, nelle quali si potrebbero trovare tante piccole imprese, tanti attuali concessionari che gestiscono le concessioni con le imprese familiari - lo si è detto, lo abbiamo detto tutti -, che danno lavoro, che hanno realizzato investimenti e per i quali era necessario prevedere tutele. Nulla di tutto questo è stato fatto in questo provvedimento.
    Si poteva evitare, ove possibile, una concentrazione - l'ennesima - della gestione di un bene pubblico nelle mani di poche grandi società, magari straniere, magari multinazionali, magari fondi di investimento americani. Quindi, c'era la possibilità di evitare di dare in mano la gestione delle spiagge a soggetti che non hanno scrupoli, non perché sono cattivi, ma semplicemente perché sono impersonali. I fondi di investimento sono impersonali. Quindi, si poteva evitare di dare in mano a questi soggetti le nostre coste.
    Lo si è evitato. Si poteva ragionare sul diritto degli italiani ad accedere gratuitamente e liberamente al mare, quindi a garantire le spiagge libere, che ancora esistono, e, senza aver messo nessun paletto, a questo punto anche queste possono essere oggetto di bando, e quindi possono finire in mano ai soggetti di cui sopra. Quindi queste erano le risposte che andavano date, queste le risposte che si è anche provato a dare nella scorsa legislatura con il decreto Concorrenza, durante il Governo Draghi, dove, accanto alla scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2023, che poteva essere anche prorogata, in caso di difficoltà tecniche, al 2024, però venivano fissati dei criteri per un disegno organico che prevedesse anche delle tutele nei confronti delle piccole imprese che già gestivano le concessioni balneari.
    Esisteva già una norma del genere e al Governo bastava procedere con i decreti attuativi. Invece, la necessità era diversa. La necessità era quella di fare melina, come ho detto prima, di fare promesse ai concessionari attuali fino alle elezioni europee. Dopo le elezioni europee, probabilmente in cambio della nomina del Commissario Fitto, ci si è dimenticati di tutto questo e si è fatto l'esatto contrario, proprio come ho detto prima, in quella che è la linea costante del Governo Meloni.
    Però, per dare un'idea di come si è fatto l'esatto contrario, basta leggere la risposta che la Presidente del Consiglio inviò a novembre del 2022 al presidente del Sib-Confcommercio, che sollecitava - in questo caso non eravamo d'accordo - a negoziare la non applicazione della direttiva Bolkestein. Giorgia Meloni recitava, nel vero senso della parola, questo: “Il nostro Governo difenderà le imprese balneari italiane e le famiglie che lavorano nel settore. L'Italia non può permettere che le proprie coste e spiagge finiscano in mano chissà a chi, con il rischio di distruggere un tessuto economico sano e di mettere in pericolo anche l'integrità dell'ambiente”.
    Basta leggere questa lettera e rileggerla con il senso esattamente opposto. Quindi, il Governo non ha difeso le imprese balneari italiane e le famiglie che lavorano nel settore, l'Italia ha permesso che le proprie coste e spiagge finiscano in mano a chissà chi, con il rischio di distruggere un tessuto economico sano e di mettere in pericolo anche l'integrità dell'ambiente. È la stessa lettera, ma letta al contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è un modo per interpretare la linea di questo Governo. Anche questo può aiutare i cittadini a orientarsi, ma non è l'unico esempio.
    Purtroppo, gli esempi si sprecano, però tralascio il fatto che ormai appare evidente l'infatuazione della Presidente del Consiglio per le grandi società straniere, per i loro rappresentanti, per i grandi fondi stranieri, per tutti quei soggetti che hanno caratteristiche e obiettivi che sono esattamente opposti e contrastanti rispetto alle piccole imprese che si dice di voler difendere. È ovvio che in un'economia di mercato senza regole il rapporto tra grandi imprese, grandi multinazionali, fondi di investimento e micro imprese italiane è mors tua vita mea, questo è il rapporto che esiste. Tralascio anche le considerazioni su questa singolare difesa dell'italianità che porta avanti questo Governo e che sembra una difesa dell'italianità finalizzata alla vendita dell'italianità, un po' come il commerciante che difende la merce che poi deve vendere, non come il commerciante che difende il suo patrimonio. È questa la differenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
    Però, ripeto, con il fatto di fare sempre il contrario di ciò che si è detto ormai si rischia di fare degli elenchi che non sono mai esaustivi. Però ci provo comunque, qualcuno lo dico lo stesso. Quindi, si promette a più riprese di tassare i mega guadagni dalle banche per abbattere le rate dei mutui, invece le rate dei mutui restano belle alte e i profitti delle banche non vengono tassati. Si promettono le pensioni minime a mille euro, invece le pensioni minime aumentano di soli 3 euro (da 614 a 617 euro), ma diminuiscono in termini reali, e quindi di capacità di spesa dei pensionati, a causa dell'inflazione, in ordine alla quale non si è fatto niente per impedirla, per limitarla.
    La Presidente Meloni promette di eliminare le accise, invece le aumenta. Si annunciano aumenti della spesa per la sanità, e poi, lo avete scritto voi, la spesa sulla sanità scenderà dal 6,3 al 6,2 per cento del PIL. Si promette di tutelare la casa e il settore dell'edilizia, e, invece, vengono aumentate le tasse sulla casa e vengono eliminate o ridotte tutte le agevolazioni per i lavori edili, inclusi quelli che esistevano da 20 anni, e così via, ce ne sono tanti altri di esempi.
    Quindi, concludo Presidente: abbiamo cercato di comportarci diversamente rispetto alla Presidente del Consiglio Meloni e di essere coerenti con quello che abbiamo sempre detto, pensato e fatto. Il Governo, in questo caso, ci chiede l'ennesima fiducia; noi, per l'ennesima volta, voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morrone. Ne ha facoltà.

    JACOPO MORRONE

    JACOPO MORRONE (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, oggi si dibatte la conversione in legge del decreto-legge che ha per oggetto alcune disposizioni urgenti per obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano, che permetterà di facilitare le conclusioni di diversi casi di infrazione: per alcuni, con l'immediata archiviazione, rispettando i tempi tecnici della Commissione europea; per altri, le norme adottate dal Governo risultano essere uno strumento idoneo per raggiungere in tempi utili l'archiviazione.

    L'approvazione di questo provvedimento consentirà di dare risposte in modo veloce ad alcuni procedimenti di infrazione aperti dall'Unione europea nei confronti del nostro Paese e di ridurre il numero di procedure di infrazione pendenti, che risalgono anche ad anni passati, in modo da poter raggiungere il minimo storico.
    Vorrei comunque evidenziare che si formano situazioni di incoerenza tra le disposizioni europee e la normativa nazionale. Non è solo dovuto alla loro applicazione, ma alla fase dell'elaborazione delle norme, che spesso risultano non tagliate sulla misura del Paese o di difficile applicazione. Dobbiamo, infatti, valutare che non sempre, quando viene aperta una procedura di infrazione, si tratta di negligenza, ma è possibile che vi si possa incorrere perché sono cambiate le condizioni e, di conseguenza, un Paese deve far valere i propri legittimi interessi rispetto a un quadro normativo teorico che diventa così inapplicabile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
    Questo Governo sta sanando infrazioni, superando ritardi accumulati nel corso di altre legislature, e sta guadagnando sempre più autorevolezza e credito in Europa, proprio perché non teme di porre l'interesse degli italiani prima di quello dell'Europa. Ciò vuol dire anche che consideriamo rilevante rispettare direttive e regolamenti europei, in un rapporto di correttezza dei rapporti istituzionali con l'Unione europea, risolvendo le problematiche ancora aperte, ma chiedendo altrettanta attenzione e rispetto per le nostre caratteristiche peculiari e per le necessità del nostro Paese.
    Veniamo da un periodo lungo di Governi riluttanti a far valere in Europa gli interessi nazionali del nostro Paese. Ciò ha significato un grande fraintendimento, e cioè che qualunque decisione assunta a Bruxelles o a Strasburgo fosse automaticamente un bene per l'Italia, per la sua crescita e per il suo futuro. Penso, per esempio, alle politiche migratorie. Oggi le politiche migratorie del Governo italiano sono state assunte come modello dalle politiche migratorie dell'Unione europea, dopo anni di fallimentare assenza su questo problema cruciale.
    Si è instaurato in Italia una sorta di dualismo dogmatico, per cui è europeista autentico solo chi nelle sedi negoziali non si contrappone o, comunque, non lo fa con la determinazione necessaria, alle misure che sono in contraddizione con le esigenze e le tipicità del nostro Paese e dei suoi abitanti. Al contrario, si può essere europeisti mantenendo la libertà, mantenendo la sovranità, riorientando le politiche europee in modo che non trascendano le proprie competenze (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e che producano regolamentazioni che tengano conto degli interessi di alcuni Stati membri più che di altri.
    Si può essere europeisti, Presidente, anche non aderendo supinamente ad ogni norma dell'Unione europea. Si può essere europeisti anche agendo con risolutezza perché le decisioni assunte a livello europeo non vadano in senso opposto alle necessità del nostro Paese. C'è molto da riflettere, infatti, sui motivi che hanno ingenerato, in certi casi, ritardi e inadempienze, e che hanno poi dato origine a procedure di infrazione o di precontenzioso da parte della Commissione europea.
    Il fatto è che le norme o le direttive UE, una volta adottate in quei casi, si sono poi manifestate di difficile attuazione rispetto al nostro ordinamento e alle specificità del sistema Paese. È vero, tuttavia, che, se oggi c'è un Governo che mette in primo piano l'interesse nazionale e intende negoziare per ottenere attenzione, condivisione ed eventuali modifiche in sede di contrattazione, lo stesso Governo si pone altrettanto positivamente di fronte alla necessità di adeguarsi alle normative europee in vigore, come intende fare con questo decreto, che, ripeto, punta ad agevolare la chiusura di ben 15 procedure di infrazione e un caso pilota UE.
    Come ho già evidenziato, con la prospettiva di chiusura delle 15 procedure d'infrazione qui rappresentate, si va a risolvere una parte del carico che abbiamo ereditato. Mantenendo un numero limitato di infrazioni, come in questi due anni di Governo, è evidente che ritaglieremo un posizionamento per l'Italia sotto la media europea.
    È con questo spirito, che il gruppo Lega voterà, quindi, convintamente, a favore del provvedimento, come sarà annunciato anche in dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefanazzi. Ne ha facoltà.

    CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI

    CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Iniziamo con una citazione, vediamo se qualche collega se la ricorda: “Spiagge e mercati italiani non sono in svendita, si rassegnino i burocrati di Bruxelles e i loro complici: la Lega non ha mai permesso e non permetterà che il nostro lavoro e le nostre tradizioni vengano cancellati”. Queste sono le parole con cui, il 9 novembre 2021, il Ministro Matteo Salvini, su una piattaforma che, allora, si chiamava ancora Twitter, disse, tuonando contro la burocrazia di Bruxelles. Da allora, sono cambiate molte cose. Tante novità si sono palesate e, tra le tante novità, con riferimento proprio al tema dei balneari e, più in generale, per il nostro povero Paese, una delle peggiori novità è sicuramente che lo stesso Salvini è tornato a fare il Ministro della Repubblica e la destra è tornata al Governo.

    La storia dei balneari è emblematica della incapacità di gestione da parte di questo Esecutivo e della pervicacia con cui vi ostinate a mentire agli italiani per malafede e, direi, anche per ignoranza. Sarebbe troppo lungo e anche inutile, a questo punto, elencare le promesse fatte ai balneari, non solo quelle di Salvini, evidentemente, ma anche quelle direttamente di Giorgia Meloni o della Ministra Santanche'. Una lista infinita di bugie mirabolanti, utili - bisogna dirlo - per vincere le elezioni e presentarvi, per tutta la campagna elettorale, come patrioti pronti a immolarsi, senza se e senza ma, per salvare la nostra Italia dai malefici burocrati di Bruxelles. Poi è arrivata la vittoria alle elezioni, che per voi ha significato un incidente frontale con la realtà. In questi due anni, abbiamo avuto decine e decine di esempi di marcia indietro e per i balneari la storia è del tutto simile. Però, prima di nascondervi, come state facendo in queste ore, le avete provate proprio tutte.
    Il primo tentativo degno di un personaggio di Alberto Sordi o di Checco Zalone è aver provato a far credere alla Commissione europea che in Italia ci fossero 11.000 chilometri di coste balneabili. Da un giorno all'altro, avete tirato fuori circa 3.000 nuovi chilometri di costa, una magia di fronte alla quale il mago Silvan, credo, si inchinerebbe. Ovviamente, per arrivare a questa cifra, avete tirato dentro qualsiasi cosa: tratti di costa rocciosa, porti, arenili, eccetera. Però la cosa che stupisce di più è che pensavate che Bruxelles se la sarebbe bevuta. Infatti, Bruxelles non se l'è bevuta, come non se l'è bevuta, peraltro, il Consiglio di Stato, che vi ha sbattuto la porta in faccia per più volte, a onor del vero, negli scorsi mesi, nel nome di quel rispetto delle leggi e delle fonti del diritto che vi crea una fastidiosissima allergia.
    E allora che avete fatto, come spesso vi è successo in questi due anni? Avete rinculato e vi siete affidati al vostro personale Mr. Wolf, il Ministro Raffaele Fitto, l'uomo tuttofare con i contatti buoni a Bruxelles. Solo che vi deve essere sfuggito che il Ministro Fitto aveva in corso una partita personale con la Commissione, una partita che esigeva - come spesso è accaduto nella storia del Ministro - che lui fosse più realista del re. Ed ecco che la negoziazione a lui affidata ha portato al risultato che stiamo esaminando oggi, ossia un provvedimento che è un compromesso lontanissimo dalle vostre promesse: prelazioni, proroghe trentennali, valorizzazione degli investimenti. Tutto si è infranto contro la durezza della realtà e la volontà del Ministro Fitto e della Presidente Meloni di non incomodare più di tanto la Commissione europea.
    Poco male, ci sarebbe da dire, fatti vostri, se non fosse che il vostro negoziato all'assoluto ribasso, il vostro chinare il capo senza dignità alla Commissione europea ha fatto perdere al Paese un'opportunità storica. Andiamo per ordine sparso.
    La maggioranza dei comuni costieri italiani non ha il Piano coste. Abbiamo provato a farvi capire che, se si immagina che, dal 2027, si faranno finalmente le gare per le concessioni, occorre che, per quella data, tutti i comuni siano pronti e siano in grado di determinare, con scelte politico-amministrative, l'assetto delle proprie coste, definendo un equilibrio virtuoso fra attività di impresa e libertà per ogni cittadino di godere il mare senza pagare, individuando tratti di costa da proteggere, censendo e definendo strategie finanziarie da finanziare, per affrontare l'erosione, offrendo ai comuni la possibilità di valorizzare - intascandone parte del gettito - le proprie spiagge.
    Non ci avete nemmeno pensato. Avete persino rigettato gli emendamenti minimi proposti per far sì che l'accesso al mare, attraverso le concessioni, fosse realmente consentito a tutti i cittadini. Avete detto di “no”, probabilmente perché l'idea di sfruttamento delle spiagge che avete in mente non vi consente di comprendere che, in questo Paese, ci sono centinaia di chilometri di costa, preda di infinite concessioni e, di fatto, inaccessibili ai cittadini che vogliono godersi il mare liberamente.
    La foga di allinearvi con i Diktat della Commissione, foga che - per inciso - non vi ha nemmeno consentito di intavolare un negoziato vero, come quello che, per esempio, Portogallo, Francia e Spagna hanno fatto sulle loro concessioni balneari, ha poi portato ad affrontare il tema dei concessionari uscenti in maniera a dir poco fallimentare.
    Alla base di questo disastro, c'è un dato allarmante, ma ormai è una costante del vostro agire politico: la totale ignoranza del sistema di impresa nel nostro Paese e - ancora più grave - l'assoluta incapacità di comprendere come l'attività di impresa sia diversa fra Nord e Sud del Paese.
    Se anziché un bacino di voti da conquistare a qualunque costo aveste visto gli imprenditori balneari come una componente fondamentale del PIL del Paese, probabilmente avreste riflettuto meglio, prima di aprire le porte a una fase storica in cui soprattutto le piccole imprese, spesso a carattere familiare, che animano il mondo balneare saranno spazzate via con tanti saluti e una pacca sulla spalla. E se non fosse una tragedia, verrebbe da ridere, immaginandovi mentre, con aria grave, direte a questi malcapitati “lo vuole Bruxelles”.
    Avete ridotto il calcolo dell'indennizzo per i concessionari uscenti agli ultimi cinque anni, che poi, a ben vedere, sono soltanto tre, tre e mezzo, visto che, nello stesso periodo, come penso vi ricordiate, il COVID ha paralizzato questo Paese. Avete completamente ignorato che le modalità di questo calcolo, che non prevede la valorizzazione dei beni materiali, sono assolutamente inidonee a fotografare la realtà di quasi tutte le concessioni del Sud Italia; mentre cianciate di credito d'imposta come panacea dei mali dell'impresa di questo Paese, una buona volta vi volete rendere conto che fare impresa al Sud è diverso che farlo al Nord, che l'accesso al credito, impossibile da Roma in giù, di fatto, ha impedito a centinaia di imprenditori di fare altro che ordinarie manutenzioni dei propri lidi balneari negli ultimi anni? Vi volete rendere conto che, mentre nascondevate la testa sotto la sabbia e prendevate in giro il Paese, avete impedito che le misure di sostegno alle imprese a valere sui fondi comunitari potessero essere utilizzate in assenza di una prospettiva pluriennale di mantenimento della concessione? Migliaia di piccoli e piccolissimi imprenditori balneari, da Nord a Sud dell'Italia, soggetti che con fatica avevano effettuato una transizione verso forme di impresa vere, strutturate, con questo provvedimento sono lasciate al loro destino. L'indennizzo inadeguato a riconoscere gli investimenti fatti dalle imprese sarà lo scoglio sufficientemente alto per impedire ad altre aziende a conduzione familiare e alle imprese piccole e medio-piccole di partecipare alle gare. E sapete a favore di chi? Dei gruppi finanziari che non vedono l'ora di mettere le mani sulle concessioni. Da anni, le procure di mezza Italia lanciano allarmi sul rischio che la criminalità penetri nel settore. Complimenti, ci siete riusciti. Da veri patrioti, avete consentito alla finanza internazionale, anche a quella che scherma proventi illeciti, di fare comodi shopping nel settore, con tanti saluti al made in Italy tanto caro a voi.
    Il PD aveva proposto una norma anticoncentrazione, sia per limitare il numero di concessioni accumulabili, sia con piccoli ma decisivi favori per avvantaggiare le imprese di minori dimensioni, le imprese giovanili, quelle con finalità turistico-ricettive. Questa proposta, come tantissime altre, è stata spazzata via. Ne ricordo solo alcune a titolo esemplificativo, perché rimanga a verbale: gli emendamenti per estendere la base di calcolo degli indennizzi, che - come ho già detto - saranno ridicoli; le proposte per innalzare la durata minima delle prossime concessioni, che, allo stato, resta ferma a cinque anni, un periodo insufficiente per ammortizzare gli investimenti e che si tradurrà in zero investimenti; la proposta per cambiare le regole sulle opere inamovibili, ferme al 1949, che costituiranno un'ulteriore beffa per i concessionari uscenti, visto che, eventualmente, potranno essere obbligati, su richiesta del subentrante, a rimuoverle a loro spese; gli emendamenti sui pertinenziali, che sono cosa completamente diversa dei balneari per costi di gestione e regime di tassazione, ma vengono ingiustamente trattati allo stesso modo; e infine, come ricordato, la questione delle spiagge libere, che non trova nemmeno uno straccio di tutela nel vostro testo.
    L'ultimo capitolo di questa storia allucinante lo avete scritto proprio nelle settimane di esame in Commissione. Un esame per modo di dire, perché assomiglia sempre di più a quella messinscena che ci proponete dall'inizio di questa legislatura. Ci fate ancora presentare gli emendamenti, perché lo prevedono i Regolamenti parlamentari, ma, se fosse per voi, potremmo anche evitare questo passaggio, che ormai diventa ogni volta più umiliante per tutti, per noi e per voi.
    Questa volta abbiamo visto persino i colleghi della maggioranza agitarsi in Commissione, chiedendo accantonamenti su accantonamenti per rimandare il giorno del giudizio. Quel giorno è arrivato finalmente e ha la forma di un bel calcio nel sedere al nostro, ma anche al vostro, lavoro. Ecco perché si può accettare che nel nostro lavoro non si abbia rispetto, ma le proposte che noi portiamo in quest'Aula e nelle Commissioni vengono da fuori, dal mondo reale, dalle persone, dalle imprese, che ci implorano di ascoltare i loro bisogni. Sono loro che state calpestando quando ci impedite di svolgere qui dentro il nostro lavoro.

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Concluda.

    CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI

    CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Mi permetto di fare un appello ai pochi colleghi della maggioranza presenti, che escono tremendamente sconfitti da questa partita. È la centesima volta che vi fate prendere per i fondelli dal Governo ed è la centesima volta che il Governo vi mette a tacere con la fiducia. Ricordatevi che siete parte integrante dell'unico organo costituzionale depositario della volontà popolare.

    Non è mai troppo tardi per un sussulto di dignità e non è mai troppo tardi per testimoniare la vostra esistenza in vita. Per chiudere, Presidente, con questo provvedimento si compie il disastro fatto dalla destra italiana sulle questioni balneari.

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Concluda.

    CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI

    CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Dalle promesse ai tristi risultati c'è proprio passato il mare, ma sotto forma di uno tsunami, che si abbatterà sul lavoro e sul sacrificio di 7.000 imprese e di 60.000 lavoratori circa. Il Partito Democratico sarà ovviamente e ostinatamente dall'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Filini. Ne ha facoltà.

    FRANCESCO FILINI

    FRANCESCO FILINI (FDI). Grazie, Presidente. Oggi ci apprestiamo a confermare la fiducia al Governo Meloni su un provvedimento che testimonia, ancora una volta, il grande senso di responsabilità che caratterizza l'azione di questo Esecutivo. Lo scopo del decreto, infatti, è quello di conformare l'ordinamento nazionale ai principi cardine dell'Unione europea e di facilitare, grazie alle novità introdotte, la chiusura di 16 procedure di infrazione e di un caso di pre-infrazione, consentendo all'Italia di raggiungere il numero minimo storico di procedure pendenti.

    Il provvedimento interviene su diversi ambiti essenziali: la tutela della concorrenza, il lavoro, la sicurezza pubblica, il diritto all'informazione, la giustizia. Si inquadra nell'intensa attività normativa messa in campo in questi 2 anni di Governo di centrodestra per garantire la tempestiva attuazione degli obblighi derivanti dall'ordinamento europeo. Un impegno che, unito al dialogo con la Commissione europea, ha portato a risultati concreti.
    Abbiamo più volte ricordato che questo Governo ha ereditato tantissime criticità del sistema Paese. Non solo il debito pubblico, il ritardo infrastrutturale e la mancanza di una strategia a lungo termine; tra le tante criticità ereditate, c'è indubbiamente anche quella delle procedure di infrazione pendenti a carico dell'Italia. A ottobre 2022 erano 82, di cui 57 per violazione del diritto dell'Unione e 25 per mancato recepimento delle direttive. A due anni dall'insediamento del Governo Meloni, le procedure di infrazione a carico del nostro Paese sono scese a 69, di cui 50 per violazione del diritto dell'Unione e 19 per il mancato recepimento di direttive.
    Cercare di chiudere le procedure di infrazione non è un semplice esercizio burocratico, non è qualcosa che si fa solo per compiacere l'Unione europea o, magari, per dire che abbiamo fatto bene i compiti a casa. Chiudere le procedure di infrazione significa dare beneficio ai cittadini, significa alleggerire il peso finanziario delle sanzioni, ovvero meno tasse e meno oneri per il futuro. In soli 2 anni abbiamo già chiuso alcuni contenziosi. Con questo provvedimento ne chiuderemo tanti altri, permettendo al nostro Paese di allinearsi ai principali partner dell'Unione europea per numero di procedimenti pendenti.
    Ho sentito dalla sinistra sollevare a gran voce il tema delle concessioni balneari. Credo che chi ha causato questa situazione, chi ha demonizzato un'intera categoria, dicendole di tutto (evasori, parassiti, privilegiati e chi più ne ha più ne metta), chi ha messo all'indice le aziende del settore, chi ci ha accusato per anni di difendere una lobby, dovrebbe quanto meno avere la decenza di rimanere in silenzio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
    Questo Governo si è trovato di fronte all'ennesima situazione irrisolta, che si protraeva da anni. Purtroppo, negli ultimi mesi, una serie di sentenze di vario livello hanno di fatto portato un numero crescente di amministrazioni locali a disapplicare la normativa vigente e a dare il via alle procedure di evidenza pubblica, senza criteri condivisi e, in molti casi, senza alcuna minima tutela per gli operatori uscenti. Il Governo ha quindi ritenuto di dover intervenire, da un lato, per avviare il percorso di una chiusura della procedura di infrazione, ma, ancor di più, per dare un quadro giuridico unitario alle procedure di evidenza pubblica, a beneficio degli enti concedenti e degli operatori, ottenendo dalla Commissione europea, che aveva chiuso un accordo con il precedente Governo che ci avrebbe voluto già a gara l'anno scorso, un'estensione, fino al 30 settembre 2027, della validità delle concessioni, prevedendo altresì la possibilità di un'ulteriore estensione, per giustificati motivi, non oltre il 31 marzo 2028.
    Con questo provvedimento vengono, inoltre, stabiliti i criteri di indennizzo per i concessionari uscenti, che dovranno poi essere ulteriormente definiti in un decreto ministeriale da emanarsi entro marzo 2025, fase nella quale, a livello tecnico, siamo certi si potrà operare per una definizione che tenga nel massimo conto possibile il valore di quanto è stato costruito per anni dalle nostre imprese balneari. Sono stati poi approvati dalle Commissioni finanze e giustizia una serie di emendamenti. Vengono esclusi dall'applicazione della normativa circa 1.500 circoli sportivi, che svolgono le attività in via stabile e principale e che perseguono esclusivamente finalità sociali e ricreative.
    Viene prevista la facoltà per i titolari di concessioni demaniali marittime di mantenere installati i manufatti amovibili anche fuori stagione fino all'aggiudicazione della gara. Viene valorizzata, infine, nell'ambito dei criteri dell'aggiudicazione delle gare, l'offerta di servizi specifici per l'accessibilità dell'area demaniale agli animali domestici e di servizi specifici per le famiglie e per le persone con disabilità. Il punto di equilibrio raggiunto con questa normativa consente di coniugare la necessità di aprire il mercato delle concessioni con l'opportunità di tutelare le aspettative dei concessionari attuali.
    Concludo con una riflessione, Presidente, sull'atteggiamento della sinistra proprio rispetto alla difesa degli interessi dei cittadini italiani. Mentre questo Esecutivo è impegnato per ridurre il più possibile le procedure di infrazione pendenti per l'Italia, come dimostra il provvedimento che stiamo per votare, il Partito Democratico, il MoVimento 5 Stelle e la sinistra, tramite i propri rappresentanti in Europa, hanno presentato un'interrogazione scritta per chiedere alla UE di avviare una procedura di infrazione contro l'Italia per l'accordo Italia-Albania. Hanno chiesto, quindi, alla UE di sanzionare i cittadini italiani perché non condividono un provvedimento approvato dalla maggioranza del Parlamento italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che è espressione della volontà popolare.
    Questo è il vero volto della sinistra italiana. È nel suo DNA il fatto di anteporre l'interesse di parte rispetto all'interesse nazionale, ed è proprio per questo motivo che i cittadini italiani probabilmente continuano a preferire chi ha sempre messo avanti a tutto l'interesse nazionale, come sta facendo egregiamente il Governo di Giorgia Meloni, a cui Fratelli d'Italia conferma con orgoglio la sua fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
    Ieri - concludo, Presidente - durante una conferenza stampa, qui, alla Camera dei deputati, i partiti di +Europa, PD e MoVimento 5 Stelle hanno tirato in ballo nuovamente la possibile apertura di una procedura di infrazione, da parte dell'Unione europea, per spingere il Governo ad abrogare la legge che vieta la carne coltivata e il meat sounding, una legge che vede d'accordo la maggioranza degli italiani.
    Come al solito, quindi, l'opposizione dimostra di fare gli interessi di tutti tranne che dei cittadini di questa Nazione, che non si fa problemi a sacrificare in nome dell'ideologia e delle logiche di partito.
    Presidente, credo che da questa opposizione non abbiamo nulla - nulla! - da imparare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Per questo motivo confermo il convinto voto di Fratelli d'Italia alla questione di fiducia posta, al Governo e a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

    Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 13,30, sospendo la seduta fino a tale ora.

    (Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2038-A)

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

    Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia. Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.
    La chiama avrà quindi inizio dalla deputata Buonguerrieri.
    Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.
    (Segue la chiama).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
    Presenti: …………………. 303
    Votanti: ………………….. 299
    Astenuti: …………………… 4
    Maggioranza: …………..... 150
    Hanno risposto sì: ………... 193
    Hanno risposto no: ………. 106
    La Camera approva.
    Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
    Hanno risposto sì:
    Almici Cristina
    Amich Enzo
    Amorese Alessandro
    Andreuzza Giorgia
    Antoniozzi Alfredo
    Arruzzolo Giovanni
    Bagnasco Roberto
    Baldelli Antonio
    Barabotti Andrea
    Battilocchio Alessandro
    Battistoni Francesco
    Bellomo Davide
    Benvenuti Gostoli Stefano Maria
    Benvenuto Alessandro Manuel
    Bergamini Davide
    Bicchielli Pino
    Billi Simone
    Bisa Ingrid
    Bof Gianangelo
    Bordonali Simona
    Boscaini Maria Paola
    Buonguerrieri Alice
    Caiata Salvatore
    Calderone Tommaso Antonino
    Calovini Giangiacomo
    Candiani Stefano
    Cangiano Gerolamo
    Cannata Giovanni Luca
    Cannizzaro Francesco
    Caparvi Virginio
    Cappellacci Ugo
    Caramanna Gianluca
    Caretta Maria Cristina
    Carloni Mirco
    Caroppo Andrea
    Casasco Maurizio
    Castiglione Giuseppe
    Cattaneo Alessandro
    Cattoi Vanessa
    Cavandoli Laura
    Cavo Ilaria
    Centemero Giulio
    Cerreto Marco
    Chiesa Paola Maria
    Ciancitto Francesco Maria Salvatore
    Ciocchetti Luciano
    Coin Dimitri
    Colombo Beatriz
    Colosimo Chiara
    Comaroli Silvana Andreina
    Comba Fabrizio
    Congedo Saverio
    Coppo Marcello
    Costa Enrico
    Dalla Chiesa Rita
    Dara Andrea
    D'Attis Mauro
    De Bertoldi Andrea
    De Corato Riccardo
    De Monte Isabella
    De Palma Vito
    Deidda Salvatore
    Delmastro Delle Vedove Andrea
    Di Maggio Grazia
    Di Mattina Salvatore Marcello
    Dondi Daniela
    Donzelli Giovanni
    Ferrante Tullio
    Ferro Wanda
    Filini Francesco
    Formentini Paolo
    Foti Tommaso
    Frassinetti Paola
    Frassini Rebecca
    Frijia Maria Grazia
    Gardini Elisabetta
    Gatta Giandiego
    Gava Vannia
    Giaccone Andrea
    Giagoni Dario
    Giglio Vigna Alessandro
    Giordano Antonio
    Giorgianni Carmen Letizia
    Giovine Silvio
    Iaia Dario
    Iezzi Igor
    Kelany Sara
    La Porta Chiara
    La Salandra Giandonato
    Lampis Gianni
    Latini Giorgia
    Lazzarini Arianna
    Leo Maurizio
    Loizzo Simona
    Longi Eliana
    Loperfido Emanuele
    Lovecchio Giorgio
    Lucaselli Ylenja
    Lupi Maurizio
    Maccanti Elena
    Maccari Carlo
    Maerna Novo Umberto
    Maiorano Giovanni
    Malagola Lorenzo
    Malaguti Mauro
    Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
    Marrocco Patrizia
    Mascaretti Andrea
    Maschio Ciro
    Matera Mariangela
    Matone Simonetta
    Matteoni Nicole
    Mattia Aldo
    Maullu Stefano Giovanni
    Mazzetti Erica
    Messina Manlio
    Michelotti Francesco
    Miele Giovanna
    Milani Massimo
    Molinari Riccardo
    Mollicone Federico
    Montaruli Augusta
    Montemagni Elisa
    Morgante Maddalena
    Morrone Jacopo
    Mura Francesco
    Nevi Raffaele
    Nisini Tiziana
    Orsini Andrea
    Osnato Marco
    Ottaviani Nicola
    Padovani Marco
    Pagano Nazario
    Palombi Alessandro
    Panizzut Massimiliano
    Pella Roberto
    Pellicini Andrea
    Perissa Marco
    Pierro Attilio
    Pietrella Fabio
    Pisano Calogero
    Pittalis Pietro
    Pizzimenti Graziano
    Polo Barbara
    Pozzolo Emanuele
    Pretto Erik Umberto
    Prisco Emanuele
    Pulciani Paolo
    Raimondo Carmine Fabio
    Ravetto Laura
    Rixi Edoardo
    Rizzetto Walter
    Roccella Eugenia
    Romano Francesco Saverio
    Roscani Fabio
    Rossi Angelo
    Rossi Fabrizio
    Rosso Matteo
    Rotelli Mauro
    Rotondi Gianfranco
    Rubano Francesco Maria
    Ruspandini Massimo
    Russo Gaetana
    Russo Paolo Emilio
    Saccani Jotti Gloria
    Sala Fabrizio
    Sasso Rossano
    Sbardella Luca
    Schiano Di Visconti Michele
    Schifone Marta
    Semenzato Martina
    Silvestri Rachele
    Siracusano Matilde
    Sorte Alessandro
    Squeri Luca
    Stefani Alberto
    Sudano Valeria
    Tassinari Rosaria
    Tenerini Chiara
    Testa Guerino
    Trancassini Paolo
    Tremaglia Andrea
    Tremonti Giulio
    Urzi' Alessandro
    Varchi Maria Carolina
    Vietri Imma
    Vinci Gianluca
    Volpi Andrea
    Ziello Edoardo
    Zinzi Gianpiero
    Zoffili Eugenio
    Zucconi Riccardo
    Zurzolo Immacolata
    Hanno risposto no:
    Aiello Davide
    Alifano Enrica
    Amato Gaetano
    Amendola Vincenzo
    Appendino Chiara
    Ascani Anna
    Auriemma Carmela
    Barbagallo Anthony Emanuele
    Barzotti Valentina
    Berruto Mauro
    Boldrini Laura
    Bonafe' Simona
    Borrelli Francesco Emilio
    Braga Chiara
    Cafiero De Raho Federico
    Cantone Luciano
    Cappelletti Enrico
    Caramiello Alessandro
    Carmina Ida
    Carotenuto Dario
    Caso Antonio
    Casu Andrea
    Ciani Paolo
    Colucci Alfonso
    Conte Giuseppe
    Cuperlo Gianni
    Curti Augusto
    D'Alessio Antonio
    De Luca Piero
    De Maria Andrea
    Del Barba Mauro
    Dell'Olio Gianmauro
    Di Biase Michela
    Donno Leonardo
    Dori Devis
    D'Orso Valentina
    Evi Eleonora
    Fede Giorgio
    Fenu Emiliano
    Ferrara Antonio
    Ferrari Sara
    Fontana Ilaria
    Forattini Antonella
    Fornaro Federico
    Fossi Emiliano
    Gadda Maria Chiara
    Ghio Valentina
    Ghirra Francesca
    Giachetti Roberto
    Gianassi Federico
    Girelli Gian Antonio
    Giuliano Carla
    Gnassi Andrea
    Graziano Stefano
    Grimaldi Marco
    Gubitosa Michele
    Guerini Lorenzo
    Guerra Maria Cecilia
    Iacono Giovanna
    Iaria Antonino
    L'Abbate Patty
    Lacarra Marco
    Lomuti Arnaldo
    Magi Riccardo
    Malavasi Ilenia
    Manzi Irene
    Mari Francesco
    Marino Maria Stefania
    Mauri Matteo
    Merola Virginio
    Morassut Roberto
    Morfino Daniela
    Orfini Matteo
    Orrico Anna Laura
    Pagano Ubaldo
    Pastorino Luca
    Pavanelli Emma
    Pellegrini Marco
    Penza Pasqualino
    Piccolotti Elisabetta
    Prestipino Patrizia
    Provenzano Giuseppe
    Quartapelle Procopio Lia
    Quartini Andrea
    Ricciardi Marianna
    Ricciardi Toni
    Roggiani Silvia
    Romeo Nadia
    Rossi Andrea
    Santillo Agostino
    Sarracino Marco
    Scarpa Rachele
    Scutella' Elisa
    Serracchiani Debora
    Silvestri Francesco
    Simiani Marco
    Sottanelli Giulio Cesare
    Speranza Roberto
    Stefanazzi Claudio Michele
    Stumpo Nicola
    Tabacci Bruno
    Torto Daniela
    Tucci Riccardo
    Vaccari Stefano
    Zanella Luana
    Zaratti Filiberto
    Si sono astenuti:
    Gebhard Renate
    Manes Franco
    Schullian Manfred
    Steger Dieter
    Sono in missione:
    Albano Lucia
    Bagnai Alberto
    Barelli Paolo
    Bellucci Maria Teresa
    Bignami Galeazzo
    Bitonci Massimo
    Brambilla Michela Vittoria
    Cecchetti Fabrizio
    Cesa Lorenzo
    Cirielli Edmondo
    Colucci Alessandro
    Della Vedova Benedetto
    Faraone Davide
    Fitto Raffaele
    Freni Federico
    Giorgetti Giancarlo
    Gribaudo Chiara
    Grippo Valentina
    Gusmeroli Alberto Luigi
    Lollobrigida Francesco
    Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo
    Meloni Giorgia
    Minardo Antonino
    Molteni Nicola
    Mule' Giorgio
    Nordio Carlo
    Patriarca Annarita
    Pichetto Fratin Gilberto
    Polidori Catia
    Rampelli Fabio
    Richetti Matteo
    Scerra Filippo
    Sportiello Gilda
    Tajani Antonio

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà al termine della riunione del Parlamento in seduta comune e comunque non prima delle ore 18,40.

    Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

  • Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro della Giustizia, la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali e la Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità.

    Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

    (Iniziative urgenti per rafforzare la sicurezza delle banche dati pubbliche contenenti dati sensibili, in relazione a recenti attacchi informatici – n. 3-01520)

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Faraone ed altri n. 3-01520 (Vedi l'allegato A).

    La deputata Gadda ha facoltà di illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmataria.

    MARIA CHIARA GADDA

    MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Signor Presidente, signor Ministro, questo è diventato un Paese in cui un ex bancario può fare spionaggio sui conti dei cittadini italiani, dove l'inchiesta milanese ha portato a imprenditori arrestati (60 persone coinvolte); soprattutto sono stati 52.000 gli accessi alla banca dati delle Forze dell'ordine e 800.000 i fascicoli utilizzati tra i quali - dobbiamo dirlo - purtroppo sono finiti quelli del Presidente della Repubblica, del Presidente del Senato, dell'ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Voi sentite la necessità di intervenire? Sta funzionando l'Agenzia per la cybersicurezza? Sta funzionando l'autorità delegata per la cybersicurezza nazionale oppure dobbiamo pensare che questi siano soltanto casi isolati? Quali sono gli strumenti, quali sono le iniziative che il Governo Meloni sta mettendo in campo?

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.

    LUCA CIRIANI

    LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, fin dall'avvio della propria attività, questo Governo ha ritenuto prioritario il rafforzamento della tutela cyber delle istituzioni. La scarsa sicurezza della rete informatica era questione emersa già con un'evidenza prima della formazione dell'attuale Esecutivo; peraltro, dall'imputazione dell'indagine in corso a Milano si ricavano quali anni di consumazione dei reati ipotizzati anche il 2021 e il 2022. Per la parte di competenza dell'attuale Esecutivo sottolineo il lavoro in atto di copertura della pianta organica dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), cui si è presto affiancato il rafforzamento dell'intero ordinamento cyber, combinato con l'approvazione, nel giugno 2024, della legge n. 90.

    Mi soffermo - naturalmente molto brevemente - sui cardini di tale riforma. Si è proceduto all'ampliamento dei soggetti della pubblica amministrazione centrale, regionale e locale tenuti alla notifica degli incidenti informatici. Con questo è stato di fatto anticipato il decreto legislativo NIS 2, rendendo possibile l'immediata attribuzione alle stesse amministrazioni, sulla base dei progetti di sicurezza informatica, di risorse del PNRR; ne hanno beneficiato 83 amministrazioni.
    Per i soggetti nel perimetro è stato previsto un rafforzamento delle misure organizzative di sicurezza informatica, con l'obbligo di nominare un referente per la sicurezza informatica per una più spedita interlocuzione con l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Nel presupposto che ogni incidente informatico è un reato, sono state introdotte norme di raccordo tra attività investigativa e quella di ripristino dei sistemi e servizi digitali impattati al duplice scopo di non interferire con le indagini e di non frenare le attività di ripristino, se non in presenza di motivate ed espresse esigenze di giustizia.
    L'approvvigionamento di beni e servizi informatici nei contesti di interesse strategico o attinenti alla sicurezza nazionale deve corrispondere a elementi essenziali di cybersicurezza per rafforzare l'indipendenza tecnologica del Paese e minimizzare i rischi legati alla catena di approvvigionamento. Sono aumentate le sanzioni per i reati informatici più gravi, soprattutto nei casi in cui ad essere impattati siano i sistemi strategici nazionali. È stato ridisegnato il reato di estorsione, adattandolo alle dinamiche dei programmi informatici dannosi che infettano dispositivi digitali, per poi chiedere un riscatto, il cosiddetto ransomware.
    In relazione all'intreccio tra sicurezza informatica e sicurezza economico-finanziaria, è stata prevista una configurazione del nucleo per la cybersicurezza a cui partecipano il procuratore nazionale antimafia e il governatore della Banca d'Italia. Nella giornata di ieri, tale nucleo si è riunito, come avviene periodicamente, nella sede dell'Agenzia proprio sulla questione degli strumenti di prevenzione e contrasto al ransomware, con la presidenza del prefetto Bruno Frattasi.
    Sulla consistenza complessiva delle risorse finora destinate alla sicurezza cyber, rinvio, per stare nei tempi, alla risposta che a breve fornirà il Ministro Nordio.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di replicare.

    MARIA CHIARA GADDA

    MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Ministro, non le avevamo chiesto una risposta burocratica, perché sono i dati, sono i fatti a delineare che quanto è successo è gravissimo. Si tratta di migliaia di dati che sono messi di fronte all'opinione pubblica, ma soprattutto, come dice la nota del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Varese, quanto acquisito è vastissimo; il materiale è ingente, soverchiante per mole e contenuti, una miniera d'oro - perché qui c'è anche un tema legato al ricatto e alla morbosità - e anche strumento, appunto, di ricatto politico.

    Noi le abbiamo chiesto, ma lei non ha risposto su questo; lei ha parlato di assunzioni, ma le assunzioni, che sono state fatte funzionano o no? Il nostro sistema, le nostre banche dati sono protette? I cittadini, le imprese, le più alte cariche dello Stato possono sentirsi sereni rispetto alla sicurezza dei dati che sono sensibili per un Paese, oppure no?
    Lei non ha risposto su questo. Voi avete nominato a capo dell'Agenzia per la cybersicurezza una persona capace, che però ha passato il suo tempo a mettere le magliette di un partito politico, di Fratelli d'Italia. Abbiamo un Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che si occupa delle questioni interne di partito e, nel frattempo, le persone vengono intercettate e minacciate. Questo è un Paese che non può all'esterno avere una credibilità e non credo possa trovare neanche la credibilità dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

    (Chiarimenti in ordine alla modifica delle tariffe di accesso alle zone a traffico limitato, anche in vista del Giubileo della Chiesa cattolica - n. 3-01521)

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il deputato Perissa ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Foti e altri n. 3-01521 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

    MARCO PERISSA

    MARCO PERISSA (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno, Ministro. Signori del Governo, Roma è una città complessa - si dice -, ultimamente anche po' bizzarra, e così capita che una mattina di qualche settimana fa ci si sveglia con un'ordinanza del sindaco che triplica i prezzi d'accesso all'interno della ZTL, per l'anno del Giubileo, per i pullman turistici.

    Noi riteniamo che, secondo la legge nazionale, spettava a un decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti definire quali comuni potessero applicare questo tipo di provvedimento e secondo quali parametri. Lo dice anche lo stesso Gualtieri nell'ordinanza e noi siamo qui per avere chiarimenti sulla legittimità di questo intervento.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

    LUCA CIRIANI

    LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, confermo, in premessa che, all'esito delle modifiche apportate all'articolo 7, comma 9, del codice della strada, risulta demandata a un decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti la disciplina di armonizzazione delle procedure per l'accesso all'interno delle zone a traffico limitato, con la individuazione dei massimali tariffari, delle modalità di riscossione e delle categorie dei veicoli esentati.

    In attuazione di tale previsione, è stato definito uno schema di decreto che sarà a breve sottoposto alla Conferenza unificata per la prevista intesa.
    Secondo quanto chiarito dalla circolare di agosto 2022, nelle more dell'emanazione del suddetto decreto, non è possibile modificare le tariffe già stabilite dalle amministrazioni comunali per gli accessi alle ZTL.
    Per quanto invece attiene al caso evidenziato dagli onorevoli interroganti, ci troviamo di fronte a un'ordinanza emessa dal commissario straordinario di Governo per il Giubileo, al quale è riconosciuta dalla legislazione vigente la possibilità di derogare alle norme ordinarie al fine di garantire la realizzazione degli interventi funzionali alla celebrazione del Giubileo e l'attuazione della misura PNRR chiamata Caput mundi.
    L'ordinanza n. 33 del 26 settembre scorso, oggetto di una specifica informativa alla cabina di coordinamento, stabilisce una rimodulazione del costo unitario dei permessi giornalieri per i bus turistici a partire dal 24 settembre 2024 fino al 5 gennaio 2026, con una riduzione del costo dei permessi per il raggiungimento delle postazioni di sosta nella ZTL bus A e un aumento degli importi dei permessi per l'accesso e la circolazione nella ZTL bus B.
    La temporanea rimodulazione del sistema tariffario è stata immaginata non come una misura di natura economica, bensì come uno strumento deterrente rispetto all'attuale configurazione dei flussi degli autobus. La finalità è infatti quella di disincentivare l'utilizzo da parte di bus turistici delle aree centrali a favore di quelle dislocate nelle aree periferiche.
    Nel ribadire, pertanto, la natura emergenziale della misura, si evidenzia che la base giuridica per l'adozione della medesima è stata individuata dal commissario straordinario nella interpretazione funzionale e sistematica dei poteri commissariali. Le misure derogatorie sono state delimitate a quanto ritenuto necessario per sostenere l'esponenziale aumento di pellegrini, previsto in occasione delle prossime celebrazioni giubilari e per garantire che le stesse si svolgano in sicurezza.
    Concludo dicendo che si evidenzia, a questo proposito, che il potere derogatorio del commissario è stato limitato esclusivamente alla rimodulazione delle tariffe e non interviene sul regime sanzionatorio.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il deputato Ciocchetti ha facoltà di replicare, per due minuti.

    LUCIANO CIOCCHETTI

    LUCIANO CIOCCHETTI (FDI). Signor Ministro, credo ci sia un problema di interpretazione nel merito dei poteri del commissario, riferito specificatamente a questo argomento, proprio perché una legge dello Stato, il decreto legislativo n. 285 del 1992 (il codice della strada), stabilisce - come lei ha richiamato nella risposta - la definizione che un intervento e un decreto, da approvare in Conferenza unificata, vada definito con una condivisione complessiva e un esame specifico.

    Aumentare di tre volte la tariffazione con un'ordinanza commissariale, senza aver realizzato, all'interno del Piano bus A, che lei ha richiamato nella risposta, nessun parcheggio collegato con le linee metropolitane, credo che non risponda esattamente all'esigenza che, in qualche modo, è stata richiamata anche dalla risposta di oggi, che crea una penalizzazione fortissima agli operatori turistici e alla possibilità di godere di questa città in maniera concreta e operativa.

    (Iniziative normative volte al rafforzamento dei poteri di controllo del pubblico ministero in ordine all'attività di intercettazione di comunicazioni svolta dalla Polizia giudiziaria, con particolare riguardo al contenuto rilevante ai fini delle indagini - n. 3-01522)

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il deputato Calderone ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-01522 (Vedi l'allegato A).

    TOMMASO ANTONINO CALDERONE

    TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Signor Ministro, la disciplina delle intercettazioni cosiddette non rilevanti, a nostro parere, merita un riordino legislativo. Avviene sovente, purtroppo, che una conversazione, ritenuta prima facie non rilevante da parte della polizia giudiziaria, diviene, nelle successive fasi procedimentali, non solo importante, ma addirittura decisiva. La difesa può soltanto intervenire nelle successive fasi del giudizio, quando magari l'indagato, il cittadino, è stato arrestato.

    Riteniamo che un controllo giurisdizionale sull'attività della polizia giudiziaria in riferimento alle intercettazioni non rilevanti non sia più procrastinabile. La informiamo - e concludo - che il mio partito, Forza Italia, ha già depositato una proposta di legge finalizzata a disciplinare il riordino delle conversazioni definite non rilevanti in prima battuta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

    CARLO NORDIO

    CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Grazie collega. Intanto vi ringrazio, perché è una questione sempre cruciale.

    Come sapete, la disciplina del codice di procedura penale, sin dall'inizio, prevedeva - in realtà, prevede ancora - che le intercettazioni vengano raccolte e trascritte dalla Polizia giudiziaria, ma che poi vengano esaminate, nella forma della perizia e, quindi, nel contraddittorio delle parti, davanti al giudice delle indagini preliminari. Tutto questo, però, attraverso una interpretazione giurisprudenziale troppo estensiva o troppo restrittiva - a seconda che la si guardi - non è mai stato applicato, tant'è vero che gli stessi brogliacci della Polizia sono finiti sui giornali ancora prima di essere presentati alle parti, molto spesso ricchi di equivoci, anche perché la trascrizione era stata fatta, magari, da appartenenti alla Polizia giudiziaria, che avevano difficoltà nel comprendere quello che le persone si stavano dicendo fra di loro.
    Detto questo, credo che, con la legge n. 137 del 2023, abbiamo posto rigorosi limiti all'attività di trascrizione e, quindi, di documentazione dell'attività captativa. In considerazione della rilevanza proprio del contenuto delle intercettazioni, con la legge n. 114 del 2024, abbiamo potenziato il controllo e la vigilanza preventiva da parte del PM e dei giudici dell'udienza stralcio.
    Quindi, in conclusione, oggi, la Polizia giudiziaria deve redigere una specifica normativa, riferendo al pubblico ministero il contenuto delle conversazioni e l'identità dei soggetti captati; poi il pubblico ministero è tenuto al controllo e alla vigilanza dell'operato della Polizia giudiziaria; infine, il giudice dell'udienza stralcio, a sua volta, opera il prescritto controllo giurisdizionale di garanzia.
    Come diceva Platone, però, è meglio, forse, avere una legge fatta male e un giudice intelligente, piuttosto che il contrario. Noi pensiamo che la legge, in questo punto, sia sufficiente e sia fatta bene. Speriamo anche che venga applicata con tutto il rigore e la razionalità necessari.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il deputato Calderone ha facoltà di replicare, per due minuti.

    TOMMASO ANTONINO CALDERONE

    TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la ringrazio per la sua risposta, credo, però, che la tematica sia assolutamente diversa.

    La Polizia giudiziaria porta a conoscenza del pubblico ministero esclusivamente le conversazioni che ritiene rilevanti; le non rilevanti rimangono nei cantinati delle procure. La difesa ne può venire a conoscenza soltanto attivando il procedimento di cui all'articolo 268, primo comma, cioè dopo, magari, che l'imputato è stato arrestato. Questo è un fatto che inorridisce e suscita sconforto nel giurista: 62 milioni di cittadini italiani rimettono il proprio destino nelle mani di un agente o ufficiale di Polizia giudiziaria, che deve verificare e fare la selezione se è rilevante o non rilevante. La difesa può intervenire mesi, anni dopo, magari successivamente all'arresto del cittadino indagato.
    È necessario, anzi, è improcrastinabile un controllo giurisdizionale sulle intercettazioni non rilevanti. Il pubblico ministero o il giudice deve verificare se le non rilevanti siano tali prima dell'esercizio dell'azione penale, prima dell'emissione dell'avviso, di cui all'articolo 415-bis, e, soprattutto, prima dell'esecuzione di una misura che restringe la libertà personale dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

    (Iniziative normative per contrastare l'accesso illegale alle banche dati e la violazione del diritto alla riservatezza - n. 3-01523)

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01523 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

    ILARIA CAVO

    ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, parliamo di dossieraggio, la raccolta di informazioni riservate fatta su commissione a fini ricattatori.

    Nel 2022, il Ministro Crosetto ha presentato un esposto per la pubblicazione sul quotidiano Domani di informazioni strettamente personali e indebitamente sottratte. Nel 2024, la procura di Perugia ha avviato un'indagine: 16 i soggetti coinvolti per aver avuto accesso a informazioni riservate su personaggi politici e imprenditori. I dati sono chiari: 230.000 accessi illegali a banche dati in meno di 4 anni.
    Adesso abbiamo il caso di Milano, con altre 4 persone coinvolte, accessi a banche dati, come SDI, INPS, Agenzia delle entrate e Sistema informativo valutario. Abbiamo in vigore una nuova legge sul rafforzamento della cybersicurezza e la tutela da reati informatici. Le chiediamo, però, quali ulteriori iniziative intenda assumere per contrastare l'accesso illegale alle banche dati e la violazione della riservatezza e della privacy dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

    CARLO NORDIO

    CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Grazie alla collega. Preliminarmente, sulle specifiche vicende dei cosiddetti “dossieraggi”, rappresento che i due procedimenti penali - uno presso la procura di Perugia e l'altro presso la procura di Milano - sono, ovviamente, coperti dal segreto istruttorio. Questo non impedisce, tuttavia, di esprimere la mia più profonda preoccupazione per ciò che è accaduto e sta accadendo, che è inaccettabile ed è inquietante e che costituisce un serio e concreto pericolo per la nostra stessa democrazia.

    Il collega Ciriani ha appena riferito quanto ha operato il Governo per l'adeguamento del quadro normativo. Le notevoli novità introdotte dalla legge n. 90 del 2024 conoscono ora un attento lavoro di applicazione delle prescrizioni e sono di affiancamento delle amministrazioni maggiormente interessate, di sensibilizzazione, in senso lato, alla necessità che tutti si dotino di dispositivi anti-intrusione e, soprattutto, i soggetti inseriti nel nuovo perimetro di sicurezza informativa.
    L'Agenzia per la cybersicurezza nazionale sta promuovendo una serie di incontri sul territorio nazionale volti proprio ad aumentare la consapevolezza del rischio dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni e ad adottare i dispositivi e le prassi di tutela. Ricordo, tra gli altri, i recenti incontri a Roma e a Milano con i responsabili delle ASL e delle aziende ospedaliere delle regioni Lazio e Lombardia, finalizzati in particolare a porre al riparo dagli attacchi cyber i dati sanitari dei pazienti.
    Per il potenziamento delle reti - ora vado alle cifre - dei servizi e dei sistemi cyber della pubblica amministrazione, centrale e anche regionale, l'ACN ha disposto finanziamenti complessivi per oltre 715 milioni di euro. Tali risorse hanno riguardato gli esercizi finanziari dal 2022 al 2024 e interesseranno anche i successivi esercizi 2025 e 2026 sui fondi PNRR, per un totale di 376 milioni, e sui fondi della Strategia nazionale cyber per 339 milioni. Questi progetti, ammessi al finanziamento, sono stati quelli che hanno superato la valutazione di una commissione costituita dall'ACN e saranno sottoposti ad azione di monitoraggio della medesima Agenzia. I progetti di potenziamento delle difese cyber delle pubbliche amministrazioni, di cui 113 pubbliche amministrazioni locali e 54 pubbliche amministrazioni centrali, sono, quindi, rivolti al potenziamento delle difese perimetrali e alla costituzione del Security Operation Center (SOC) per il monitoraggio della minaccia, oltre che ad azioni di potenziamento della consapevolezza in ambito cybersecurity per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il deputato Romano ha facoltà di replicare, per due minuti.

    FRANCESCO SAVERIO ROMANO

    FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, prendiamo atto con soddisfazione delle sue dichiarazioni, anche se vogliamo sottolineare due aspetti. Un aspetto riguarda la messa in sicurezza delle banche dati del nostro Paese, che riguardano la privacy di tutti i cittadini, non soltanto dello SDI e dell'Agenzia delle entrate, ma anche le banche dati sanitarie; quindi, strumenti di supporto al controllo con norme rigide, che facciano sì che i responsabili vengano fuori immediatamente nel momento in cui tali norme siano violate.

    Allo stesso tempo, nei prossimi giorni, presenteremo una proposta di legge che va in quella direzione affinché il cosiddetto reato di “dossieraggio” venga tipizzato e, rispetto a questa tipizzazione, ci siano pene severissime. Quando si utilizzano strumenti come quelli del web, quando si utilizza, ancora di più, l'intelligenza artificiale che, utilizzando quei dati, può modificarli, anche illegalmente, e venderli a fini ricattatori, si compie un reato efferato nei confronti della persona e della sua privacy che va punito in maniera esemplare. Presenteremo una proposta di legge e spero che questa incontri anche la sua condivisione.

    (Intendimenti in ordine ad una revisione delle politiche del Governo in materia di intercettazioni e iniziative volte a potenziare le infrastrutture informatiche del Ministero in relazione ad attacchi esterni – n. 3-01524)

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. La deputata Scutella' ha facoltà di illustrare, per un minuto. l'interrogazione D'Orso ed altri n. 3-01524 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

    ELISA SCUTELLA'

    ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Buonasera, signor Ministro. Signor Ministro, apprendiamo da fonti giornalistiche alcuni dati sconcertanti. È stato arrestato un hacker di 24 anni, quindi un ragazzo, per aver violato più volte il sistema informatico del Ministero della Giustizia e a questo si aggiunge anche l'inchiesta condotta dalla DDA di Milano, che riguarda accessi illegali che sono stati fatti nei confronti di database di importanti archivi di Stato.

    Con questa premessa, io le chiedo, molto semplicemente, lei che intenzioni ha? Vuole continuare con questo atteggiamento negazionista nei confronti di intercettazioni, trojan e sequestro di smartphone oppure vuole fare il Ministro della Giustizia e provvedere a rinforzare e rafforzare questi sistemi informatici ed anche ad assumere personale specializzato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

    CARLO NORDIO

    CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole, credo che siano due questioni completamente diverse. Le riforme, che abbiamo fatto e stiamo facendo sul trojan e sulla invasività delle intercettazioni, sono volte a coniugare l'articolo 15, che riguarda la riservatezza delle comunicazioni, con la necessità di combattere la delinquenza, soprattutto quella criminalizzata.

    Nel riaffermare, ancora una volta, che tutte queste riforme non riguardano la criminalità organizzata, non riguardano il terrorismo, non riguardano la mafia, la 'ndrangheta e la camorra, aggiungo che anzi il nostro proposito - proprio perché sappiamo che queste criminalità organizzate oggi comunicano attraverso sistemi che noi non siamo in grado di intercettare, non sono quelli tradizionali; lo dissi una volta: la mafia non parla attraverso i telefonini e di questo oggi ne abbiamo la riprova, ma parla attraverso dei sistemi ultrasofisticati che noi non siamo in grado di intercettare o che saremmo in grado di intercettare a prezzi altissimi -, quindi la proposta era di trasferire quelle risorse, che vengono impiegate per intercettazioni, magari lunghe e costose per reati minori che spesso si rivelano inutili, per indirizzarle al fine di intercettare questi sistemi che hanno oggi i membri della criminalità organizzata per parlare tra di loro.
    Il secondo problema - quello che lei giustamente ricorda - è quello dell'hackeraggio. Questo è un sistema che, purtroppo, ha colpito e sta colpendo il mondo intero. Avrà visto che è stato intercettato il Cremlino, è stato hackerato praticamente tutto il sistema non dico europeo, ma di moltissimi Stati, proprio perché la tecnologia avanza a larghi passi e più velocemente di quanto non avanzi la normazione da parte degli Stati. Ed è un problema che noi cerchiamo adesso di risolvere - su questo ha la mia assicurazione più completa - sia a livello normativo, sia a livello tecnologico. Noi abbiamo già istituito, l'abbiamo detto prima, tutta una serie di agenzie e stiamo investendo tutta una serie di cifre molto importanti per realizzare questa sicurezza, nella consapevolezza - ripeto ancora una volta - che tutto il mondo si è trovato impreparato di fronte a questa aggressione dell'hackeraggio, proprio perché i malintenzionati, un po' in tutti i settori, agiscono e intervengono sempre prima che lo Stato si munisca della normazione necessaria e sufficiente per controllarli. Poi arriverà un momento - e per noi è un momento molto vicino - in cui riusciremo a controllarli del tutto.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. La deputata D'Orso ha facoltà di replicare, per due minuti.

    VALENTINA D'ORSO

    VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. No, non possiamo ritenerci soddisfatti, signor Ministro, perché dalle sue parole non ci possiamo sentire rassicurati, anzi devo dire che ci sembra una resa totale rispetto a questi fenomeni. Noi, invece, avremmo voluto sentire risposte concrete su cosa il suo Ministero e il Governo intero stanno effettivamente facendo, perché io ricordo a me stessa che, nella legge n. 90 del 2024, la cosiddetta legge sulla cybersicurezza che voi avete anche citato oggi, non c'era allocato un euro di risorse. E quindi io mi chiedo: la cybersicurezza ha un costo, lo avete compreso? Ve lo abbiamo detto decine di volte durante l'esame di quella legge, ma siete stati sordi e, forse, queste sono le conseguenze.

    Tuttavia, il profilo che mi preme evidenziare di più è questo: il paradosso che si sta consumando per colpa vostra nel nostro Paese. Qual è questo paradosso? Un paradosso per cui un Governo, invece di rafforzare gli strumenti investigativi in mano alla magistratura per combattere la criminalità anche informatica, quali intercettazioni, trojan e sequestro di smartphone, fa il contrario: mentre la criminalità incrementa ed affina l'utilizzo di questi strumenti e se ne serve per compiere i reati e le attività illecite più disparate, abbiamo un Governo che, con le iniziative legislative che propone e avalla, sottrae quegli strumenti alla magistratura, la quale, invece, come li utilizza? Li utilizza per perseguire e scoprire i delinquenti e difendere i cittadini. È come se il Governo schierasse un esercito di fanti con la spada sguainata davanti a droni che bombardano dall'alto: una battaglia persa in partenza. Abbiamo, quindi, un Governo che oggi è inerme e attendista innanzi a chi fa, dei nostri dati personali, carne da macello, e invece si preoccupa - perché l'abbiamo sentito anche fino a poco fa - ed è zelante quando si tratta di fare cosa? Di proteggere colletti bianchi e politici dall'attività della magistratura: l'ennesima contraddizione e l'ennesima vergogna di un Governo che fa la guerra ai magistrati, invece di fare la guerra ai criminali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    (Iniziative volte a prevedere una disciplina a tutela della categoria dei cosiddetti rider, con particolare riferimento a parametri minimi di sicurezza in caso di emergenze meteorologiche - n. 3-01525)

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il deputato D'Alessio ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Onori ed altri n. 3-01525 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

    ANTONIO D'ALESSIO

    ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Nei giorni scorsi, l'Emilia-Romagna è stata colpita da una violenta alluvione, che ha coinvolto soprattutto l'area metropolitana di Bologna. I rider, ossia quei lavoratori che effettuano consegne a domicilio spostandosi prevalentemente con cicli e ciclomotori solitamente per conto di piattaforme e applicativi web di consegna, continuavano a trasportare cibo da una parte all'altra della città e quelle immagini hanno colpito un po' tutti. In effetti, le piattaforme hanno incentivato i rider a svolgere le consegne, perché quei ragazzi, se non avessero effettuato le consegne stesse, non solo avrebbero perso il compenso, ma sarebbero stati anche svantaggiati dall'algoritmo che ripartisce le consegne in futuro tra i lavoratori.

    Ora, i rider sono molto importanti nella nostra quotidianità, ma sono una parte debole e vulnerabile, con riferimento alla quale il sistema non ha ancora prestato un'attenzione proporzionata alla loro salute e sicurezza. E allora chiediamo al Ministro se non intenda in tale contesto, nell'ambito dell'Osservatorio permanente, giungere a una definizione uniforme di parametri minimi di sicurezza da applicare in caso di emergenze meteorologiche.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

    MARINA ELVIRA CALDERONE

    MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per il quesito inerente al lavoro su piattaforme digitali. Al riguardo voglio sottolineare che c'è grande attenzione da parte del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali in ordine al riconoscimento e all'ampliamento delle tutele per i cosiddetti rider.

    Segnalo, infatti, che il Ministero ha seguito in sede europea il negoziato che ha condotto, lo scorso 14 ottobre, all'adozione, da parte del Consiglio dell'Unione europea, della direttiva relativa al miglioramento delle condizioni di lavoro mediante piattaforme digitali, attualmente in attesa di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.
    La soluzione raggiunta in ambito europeo costituisce un importante passaggio verso l'assicurazione di adeguate tutele e condizioni di lavoro a tutti coloro che lavorano su piattaforma, a prescindere dalla qualificazione di dipendenti o di autonomi, al fine di riconoscere anche a questa categoria di lavoratori la possibilità di accedere ad ammortizzatori sociali o ad altre forme di sostegno al reddito in caso di perdita involontaria dell'occupazione.
    Oltre alla citata disciplina comunitaria, richiamo il decreto legislativo n. 81 del 2015 che fissa norme specifiche a tutela del lavoro svolto mediante piattaforme digitali, più specificamente dell'attività lavorativa dei ciclofattorini. Con puntuale riferimento a questo quesito, rammento che l'attività dei rider può essere riconducibile alla nozione generale di etero-organizzazione, di cui all'articolo 2 del decreto n. 81 del 2015, o a quella di lavoro autonomo. In particolare, il Capo V del decreto determina i livelli minimi di tutela per i lavoratori autonomi che svolgono attività di consegna di beni per conto altrui in ambito urbano e con l'ausilio di velocipedi o veicoli a motore attraverso piattaforme anche digitali, stabilendo che a questa categoria di lavoratori debba essere garantita un'indennità integrativa non inferiore al 10 per cento per il lavoro svolto di notte e durante le festività, in condizioni meteorologiche sfavorevoli.
    Resta fermo che, in caso di condizioni meteorologiche particolarmente avverse, il datore di lavoro è tenuto al rispetto delle prescrizioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, di cui al decreto n. 81 del 2008. Inoltre, è bene precisare che, a norma dell'articolo 47-quinquies del decreto, ai lavoratori si applicano le dovute tutele antidiscriminatorie e risultano espressamente vietate l'esclusione della piattaforma e le riduzioni delle occasioni di lavoro ascrivibili alla mancata accettazione della prestazione.
    In aggiunta, resta ferma per questa categoria di lavoratori la doverosa estensione della tutela in materia di salute e sicurezza, prevista espressamente dal decreto n. 81 del 2015, ai sensi del quale il committente che utilizzi la piattaforma anche digitale è tenuto, nei confronti dei lavoratori, a propria cura e spese, al rispetto del testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
    Rispetto ai fatti segnalati, confermo la massima attenzione degli organi ispettivi, ribadendo il massimo impegno del Governo sul tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, che rappresenta una priorità imprescindibile, e confermo la nostra massima attenzione all'implementazione dei parametri e delle fattispecie di cui alla direttiva Piattaforme.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. La deputata Onori ha facoltà di replicare, per due minuti.

    FEDERICA ONORI

    FEDERICA ONORI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministra. Siamo lieti di ascoltare che il Governo presta, ha intenzione di prestare la massima attenzione a questo problema molto grave, che è un problema di sicurezza sul lavoro. Ciò nonostante, le sue parole non ci sono sembrate sufficientemente concrete.

    È vero, c'è una direttiva europea - che noi cercheremo di recepire, io spero e immagino, nel più breve tempo possibile, abbiamo due anni per farlo -, ma questa direttiva non tratta specificatamente il tema della prestazione di lavoro in caso di maltempo, alluvione, cataclisma naturale, eccetera.
    È vero che il decreto n. 81 del 2015 dice che, in caso di maltempo, si debba al lavoratore non meno del 10 per cento in più per la sua prestazione lavorativa. Qui non parliamo di maltempo, qui parliamo di allerta meteo, parliamo di nubifragio, parliamo di sottopassi allagati, parliamo di strade invase da fango e acqua e gli unici che si trovavano in città, all'aperto, nonostante, appunto, l'appello del sindaco Matteo Lepore, parliamo della Città metropolitana di Bologna, a non uscire di casa, erano i rider, i ciclofattorini che dovevano consegnare pizze e sushi a chi, evidentemente, di sabato sera non poteva farne a meno.
    No, le sue parole non sono sufficientemente concrete. Noi pensiamo che il Governo debba prendersi la responsabilità e debba prendere in mano questa situazione perché, evidentemente, la norma vigente non è sufficientemente chiara, se solo una piattaforma su tutte quelle in servizio non ha permesso la prenotazione di cibo a domicilio. Evidentemente, la norma permette ancora a piattaforme che non osservano criteri di sicurezza per i lavoratori sufficientemente adeguati di portare sushi e pizza quando c'è un'alluvione fuori, e questo, onestamente, non è possibile (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

    (Iniziative per contrastare il fenomeno dei bassi salari con particolare riferimento ai lavoratori delle aziende appaltatrici, anche in relazione alla vicenda dei lavoratori di una ditta in appalto per il marchio Ferrero – n. 3-01526)

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il deputato Grimaldi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01526 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

    MARCO GRIMALDI

    MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Ministra, lei sa che l'ovetto Kinder ha compiuto 50 anni, ma c'è qualcuno che non festeggia. Sono le addette al confezionamento proprio dei Kinder Sorpresa, dei Mon Chéri, ma anche dei cioccolatini Raffaello. Lei sa quanto costa questa scatola (Il deputato Grimaldi mostra una scatola)? Glielo dico io: 9,50 euro; molto più del salario di quelle addette; sono tre ore e mezzo in più, perché guadagnano 6 euro. E sa perché? Perché sono lavoratrici in appalto che invece di prendere il contratto alimentare dell'industria alimentare prendono quello dei multiservizi, quindi meno salari e meno diritti e part time involontari.

    Lei è contro il salario minimo legale, ma sa benissimo che il cuneo fiscale per i lavoratori poveri non serve a niente. Allora, le chiediamo qual è la soluzione per contrastare il lavoro povero in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

    MARINA ELVIRA CALDERONE

    MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per aver affrontato il tema del trattamento economico dei lavoratori impiegati in appalto. Con riferimento alla società Ferrero di Alba, l'Ispettorato territoriale del lavoro, pur non segnalando recenti evidenze ispettive, ha fatto presente che il tema delle società contoterziste dedite al confezionamento dei prodotti alimentari nella provincia di Cuneo ha radici risalenti e che la necessità di offrire ai dipendenti delle società cooperative in questione un equo trattamento retributivo aveva determinato l'elaborazione di un accordo collettivo siglato dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative, che negli anni è stato rinnovato.

    Ciò detto, si rappresenta che il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali è costantemente impegnato a mettere in atto le misure tese a migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori e reprimere le irregolarità. Con il decreto-legge n. 19 del 2024 il Governo, per contrastare il fenomeno dell'interposizione illecita di manodopera, ha introdotto alcune misure che tendono a sanzionare condotte illecite poste in essere dai datori di lavoro.
    È stato reintrodotto, infatti, il reato penale di somministrazione illecita di manodopera, che punisce il somministratore e l'utilizzatore. L'apparato sanzionatorio in tema di esternalizzazione illecita e fraudolenta prevede altresì delle circostanze aggravanti e dei limiti entro i quali determinare le sanzioni che vanno applicate.
    Sempre con il decreto-legge n. 19 del 2024 è stato inoltre previsto che al personale impiegato nell'appalto di opere o di servizi e nell'eventuale subappalto vada riconosciuto un trattamento economico e normativo complessivamente non inferiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale e territoriale stipulato dalle associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale applicato nel settore e per la zona strettamente connessi con l'attività oggetto dell'appalto e del subappalto.
    Questo principio di equivalenza dei trattamenti normativi e retributivi è stato di recente rafforzato anche negli appalti del settore pubblico con il correttivo al decreto legislativo n. 36 del 2023 (il codice dei contratti pubblici) che interviene, con riguardo all'articolo 11, inserendo il nuovo allegato I.01 rubricato: Contratti collettivi.
    Questo allegato disciplina i criteri e le modalità per l'individuazione nei bandi e negli inviti del contratto collettivo applicabile al personale impiegato nelle attività oggetto di appalti pubblici e concessioni, nonché per la presentazione e verifica delle dichiarazioni di equivalenza delle tutele. L'allegato prevede che, con decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, saranno definiti i criteri per la determinazione delle modalità di attestazione dell'equivalenza delle tutele. Preciso che questi criteri rappresenteranno la base per la valutazione, anche ai fini ispettivi, dell'equivalenza dei contratti applicati negli appalti privati.
    In merito ai fatti segnalati dagli onorevoli interroganti, confermo la massima attenzione del Ministero, rilevando che è volontà del Governo continuare nella direzione tracciata, valorizzando e rafforzando altresì la contrattazione collettiva, al fine di garantire trattamenti retributivi equi e dignitosi.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il deputato Grimaldi ha facoltà di replicare, per due minuti.

    MARCO GRIMALDI

    MARCO GRIMALDI (AVS). Ministra, non siamo soddisfatti, anche perché per più di tre milioni di italiani a fine stipendio manca ancora troppo mese, perché il 90 per cento dei prodotti a marchio Ferrero viene confezionato, appunto, in appalto, da ditte esterne. Sa perché? Per cosa, se non per abbattere il costo della manodopera? E quindi non si può demandare il tutto alla lotta e ai controlli della magistratura.

    La Ferrero, come lei sa, è un colosso dell'industria dolciaria mondiale, e ha registrato 17 miliardi di ricavi solo lo scorso anno. Il patron Ferrero è uno degli uomini più ricchi d'Italia, anzi, uno fra i più ricchi del mondo. Allora, glielo chiediamo così. Ma se persino gli imprenditori, quelli più conosciuti, quelli più ricchi, che ce l'hanno fatta, sono quelli che fanno lavoro povero, allora servono le leggi. Glielo diciamo così! L'outsourcing dilaga in tutto il mondo del lavoro e voi avete dato un'ultima spinta con il 100 per cento dei lavoratori somministrati.
    Si rende conto quanta precarietà, salari da fame, sfruttamento e caporalato derivano dall'esternalizzazione, che siano appalti o ex interinali? Lo sa che, per ottenere lo stesso salario, un lavoratore della logistica, che fa il multiservizi, deve fare continui straordinari, deve portare sopra le proprie spalle magari un frigorifero alla nona o alla decima ora di lavoro, a proposito di morti sul lavoro? Il Governo ha bocciato il salario minimo legale, ma ha aperto al Far West delle somministrazioni. Come pensa di aiutare questi lavoratori? Perché non si torna a imporre, per legge, la parità di trattamento economico tra i dipendenti della ditta appaltante e quelli della ditta appaltatrice? Perché le esternalizzazioni non tornano a rispondere a una logica diversa, di specializzazione, invece di venire usate per pagare meno i lavoratori? Perché non impediamo agli imprenditori di scegliere il contratto multiservizi al posto della logistica, della grande distribuzione o nell'industria alimentare? Ho finito.
    La verità è che volete un esercito di lavoratori usa e getta, mentre noi vorremmo un Parlamento che dice basta lavoro povero in un'Italia ricca, in un Paese ricco di imprenditori ricchi che non pagano il giusto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

    (Chiarimenti in ordine a dichiarazioni relative ad asseriti obblighi per i medici derivanti dalla recente normativa in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero – n. 3-01527)

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01527 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

    RICCARDO MAGI

    RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. In una recente intervista televisiva, lei, Ministra Roccella, ha affermato, commentando la legge sul cosiddetto reato universale per la gestazione per altri, che i medici sarebbero tenuti a segnalare alle procure i casi di sospetta violazione della suddetta legge.

    A nostro avviso, si tratta di dichiarazioni gravissime, inconsistenti da un punto di vista giuridico, che, tra l'altro, la comunità dei medici ha prontamente respinto. Ecco, oggi lei ha l'opportunità di rettificare queste affermazioni a beneficio del Parlamento e anche del Paese che l'ascolta.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. La Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

    EUGENIA ROCCELLA

    EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Grazie, Presidente. Rassicuro l'onorevole Magi. Noi conosciamo bene le procedure e le norme che riguardano quella che, nell'interrogazione, è stata definita gravidanza per altri e che invece altri, con maggior trasparenza sulla transazione economica, definiscono utero in affitto. Conosciamo il giro vertiginoso di denaro che c'è dietro il mercato della maternità, la disumanità dei contratti per le gestanti, la venatura razzista dei cataloghi, dove si può scegliere il colore della pelle e dove gli ovociti delle donne di colore costano molto meno di quelli delle donne bianche.

    Forse, è l'interrogante a non conoscere bene la normativa che né questo Governo né questo Parlamento hanno introdotto e che da 20 anni punisce penalmente in Italia non soltanto la realizzazione, ma la promozione e l'organizzazione di una pratica che per la Corte costituzionale mina nel profondo le relazioni umane e che per la Corte di cassazione riduce il corpo della donna a incubatrice meccanica, assecondando un'inaccettabile mercificazione del corpo; una pratica - cito sempre la Cassazione - che offende in modo intollerabile la dignità delle donne, anche in assenza di una condizione di bisogno della stessa e a prescindere dal concreto accertamento dell'autonoma e incondizionata formazione del suo processo decisionale.
    Di questo divieto, che fin qui è stato troppo spesso aggirato, la legge Varchi garantisce semplicemente una maggiore effettività. Devo però deludere l'onorevole Magi: non ho mai istigato nessuno a denunciare, né i medici, né altri; del resto, da libertaria, non ho mai denunciato nessuno, mi sono semmai autodenunciata, perché penso che, se una legge non piace, si fa una battaglia per cambiarla o si fa disobbedienza civile, assumendosene le conseguenze, non si cerca di eluderla, di aggirarla.
    Semplicemente interpellata al volo, a margine di un evento che riguardava altro tema, ho detto un'ovvietà: che i pubblici ufficiali - e i medici, come è noto, possono essere fra questi - segnalano eventuali violazioni delle leggi. Non me ne vorrà l'onorevole Magi se, in pochi secondi, non ho avuto modo di esplicitare un'altra ovvietà, che però in altre occasioni ho spiegato, cioè che a ogni professione corrispondono regole specifiche e a maggior ragione questo vale per un medico, per la particolarità e la delicatezza del rapporto di cura. Non a caso per i medici il codice penale prescrive sia la segnalazione della notizia di reato, sia un'eccezione nel caso in cui il paziente possa avere conseguenze penali: è un dilemma che i medici affrontano da sempre; a nessuno, però, verrebbe in mente di parlare di delazione, quando i medici esercitano questa responsabilità di fronte, per esempio, a sospetti casi di violenza, di abuso su minori, di incidenti sul lavoro o, ancora, di obbligo vaccinale o di traffico di organi - riguardo a quest'ultimo, suggerisco all'interrogante di leggere, fra l'altro, il parere vecchio, antico, del comitato di bioetica e, in particolare, la postilla sui medici firmata, tra gli altri, dal professor d'Avack e dal professor Garattini.
    La verità, che il quesito di oggi conferma, è che l'utero in affitto da alcuni non è percepito come un reato e nemmeno come un disvalore. Mi fa piacere, però, informare l'onorevole Magi che la nostra legge è stata salutata, invece, con entusiasmo, per esempio, dalle reti internazionali del femminismo abolizionista che ritengono, come la Cassazione e come la Consulta, che la maternità surrogata sia un orrore e, quindi, che la nostra legge sia un atto di grande civiltà.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di replicare, per due minuti.

    RICCARDO MAGI

    RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra Roccella, che ha definito come ovvietà quello che non è affatto ovvio. Non era ovvio quello che lei ha detto oggi, nel momento in cui ha fatto quell'affermazione solamente alcuni giorni fa. Tutti noi sappiamo che la legge, la Costituzione italiana e il codice deontologico dei medici indica il dovere di curare come prevalente su qualsiasi altro obbligo. Le sue parole, Ministra Roccella, in realtà hanno espresso una inquietante concezione del ruolo del medico. Il problema è esattamente nella norma che avete realizzato: lei si rivolge a me, alla mia formazione politica, che fa esattamente quello che lei ha descritto si dovrebbe fare, cioè tentare di cambiare la normativa in Italia, affermando finalmente una legge che preveda e regolamenti la gestazione per altri in forma solidale. Lei ha descritto la gestazione per altri con parole insultanti nei confronti delle donne che scelgono liberamente di portare avanti quelle gravidanze, così come dei nati, dei figli e delle figlie, così come delle famiglie che diventano genitori di quei nati e lo ha fatto dando questa rappresentazione. Questo, però, non cancella la concezione inquietante che lei ha espresso: avete bisogno che i medici diventino una sorta di polizia surrogata. La domanda che ci viene da porre è: a quando la proposta di introduzione di una polizia morale?

    La verità è che avete prodotto una norma inapplicabile, discriminatoria e che è in contrasto con il diritto dell'Unione europea. Quando quella legge sarà disapplicata o sarà ritenuta formalmente illegittima, già ascoltiamo le vostre affermazioni: sarà colpa della magistratura politicizzata.
    Vede, Ministra, e concludo, c'è un filo conduttore tra la norma che introduce un cosiddetto reato universale - lo sappiamo benissimo e lo sa anche lei che non è universale, perché in altri Paesi non è riconosciuto come reato, quindi non può esserlo -, quella sui centri di detenzione in Albania, la norma contro la carne coltivata e persino l'altra ancora contro la canapa a basso contenuto di THC ed è l'insofferenza verso il diritto europeo, verso quell'ordinamento che, per fortuna, ancora c'è e dovete rispettare anche voi, come Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Ricordo a tutti il rispetto dei tempi.

    (Elementi e iniziative in merito all'assegnazione dei fondi stanziati per il cosiddetto reddito di libertà e per le politiche di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne - n. 3-01528)

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. La deputata Forattini ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Ferrari ed altri n. 3-01528 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

    ANTONELLA FORATTINI

    ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signora Ministra, i cinque femminicidi nell'ultima settimana, oltre 90 nel 2024, dovrebbero portare tutte le forze politiche ad agire celermente. Con il bilancio del 2023 tutte le opposizioni hanno voluto destinare 40 milioni di euro di propria competenza al contrasto alla violenza sulle donne, ripartiti sulla prevenzione, sulla formazione e sull'assistenza. Abbiamo scelto anche di incrementare il Fondo del reddito di libertà: 10 milioni per gli anni dal 2024 al 2026, che scenderanno a 6 milioni nel 2027.

    Ebbene, Ministra, l'INPS non ha ricevuto questo riparto per aiutare le donne ad uscire dalla violenza e ad oggi non abbiamo contezza, purtroppo, di quanto dei 40 milioni sia arrivato alle regioni, in quali tempi e come siano soprattutto stati suddivisi nei diversi obiettivi di prevenzione e assistenza. Ministra, la trasparenza è fondamentale per evitare rimpalli di responsabilità che finiscono, come sempre, per danneggiare sempre e solo le donne.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. La Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

    EUGENIA ROCCELLA

    EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Il nostro Governo tiene molto al reddito di libertà, tant'è vero che lo abbiamo reso strutturale, cosa che finora non era stata fatta, sottraendolo all'incognita annuale dei rinnovi. Questa decisione si inserisce in un quadro di grande attenzione al tema della violenza che fin dal primo giorno è stato per noi una priorità: abbiamo, fin da subito, incrementato - fino a quasi raddoppiarla - la dotazione finanziaria a sostegno del Piano antiviolenza, quindi dei centri antiviolenza e delle case rifugio; abbiamo favorito l'accesso delle vittime all'assegno di inclusione, che è anche cumulabile con il reddito di libertà; abbiamo varato una nuova legge, approvata all'unanimità; infine, la nuova manovra stanzia altri 3 milioni strutturali per l'orientamento e la formazione professionale delle donne vittime di violenza. Abbiamo apprezzato il fatto che l'opposizione abbia contribuito, nella scorsa legge di bilancio, a implementare le risorse destinate a combattere questa piaga.

    Proprio le positive innovazioni, introdotte nella disciplina del reddito di libertà, oltre alla presenza di un numero consistente di domande pregresse, oltre un terzo delle quali risalenti al 2022, hanno comportato un'istruttoria molto complessa, che è oggi in dirittura d'arrivo. Segnalo che l'impianto del decreto, concordato informalmente a livello tecnico già a giugno, nell'imminenza della seduta della Conferenza unificata, che avrebbe dovuto esprimersi, è stato oggetto di ripensamento da parte delle stesse regioni: ciò ha comportato una revisione e, quindi, un allungamento dell'iter con il necessario assenso delle regioni, dell'ANCI e il concerto da parte dei Ministri del Lavoro e dell'Economia. Questa ulteriore istruttoria, però, è stata conclusa e il decreto sarà ufficializzato con il passaggio nella prossima Conferenza unificata.
    Vorrei in ogni caso ricordare che nella passata legislatura il provvedimento di assegnazione, pur non dovendo farsi carico di alcune innovazione legislativa, ha ripartito non solo le risorse stanziate per il 2022, ma anche quelle del 2021, per cui il provvedimento di riparto è arrivato nell'esercizio finanziario successivo. Per quanto riguarda l'emanazione delle linee guida per la formazione degli operatori, prescritta dalla nuova legge, il comitato tecnico-scientifico dell'Osservatorio antiviolenza ha concluso l'elaborazione di un Libro bianco, che sarà presentato, a breve, in occasione del 25 novembre.
    Quanto, infine, alla decontribuzione per chi assume le vittime di violenza, che ad oggi ha interessato poche donne, agli stanziamenti per la rete dei centri antiviolenza e ai progetti rivolti agli uomini maltrattanti i provvedimenti di competenza del mio Ministero saranno a breve sottoposti in sede tecnica al coordinamento regionale per il passaggio in Conferenza Stato-regioni, con una tempistica in linea con quella delle precedenti annualità.
    Approfitto, infine, per comunicare che, anche per quest'anno, si prevede di integrare le risorse specificamente dedicate alla violenza con ulteriori fondi del Dipartimento Pari opportunità, che abbiamo voluto destinare all'empowerment delle donne vittime di violenza.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. La deputata Ferrari ha facoltà di replicare, per due minuti.

    SARA FERRARI

    SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Ministra. Come ha detto lei, siamo a un anno dall'approvazione dell'ultima legge per il contrasto alla violenza in quest'Aula: l'abbiamo condivisa tutte e tutti, nell'elaborazione e nel testo finale, perché tutte e tutti siamo convinti che ci voglia un impegno comune nel contrasto a una piaga sociale che attanaglia troppe donne nel nostro Paese, con forme di violenza quotidiana, domestica e nelle relazioni affettive, spesso invisibile, accettata, troppo spesso ignorata e normalizzata, che fa parlare di sé solo quando, purtroppo, causa la morte delle vittime.

    Ministra, siamo talmente convinte e convinti che si tratti di un problema prioritario che abbiamo scelto, come detto, che nel 2024 fossero dedicati 40 milioni di euro del tesoretto delle opposizioni al contrasto alla violenza. Infatti, siamo convinti che ci voglia un cambio di passo e questo vuol dire organizzare meglio la gestione e la prevenzione e questo si fa anche con i soldi; viceversa, quella norma, lei l'aveva lasciata senza finanziamento.
    Ora, con questa risposta che ci ha appena dato e che suona come una pubblicità progresso, siamo felici di sapere che alcune di quelle risorse sono arrivate a destinazione (sempre e comunque in ritardo), ma il reddito di libertà ancora oggi non è stato distribuito: in quel riparto, infatti, ancora non c'è. Ci ha detto che era in dirittura di arrivo in agosto e oggi ce lo ripete.
    Ma servono anche i regolamenti attuativi della legge sui dati e sulle statistiche, perché solo quando verrà conosciuto in tutte le sue specifiche caratteristiche questo fenomeno potrà avere risposte, servizi e strumenti che siano adeguati e appropriati: per questo serve trasparenza. I CAV devono lavorare con certezza di finanziamento, non con operatori su base volontaria. Il reddito di libertà, come tutte queste altre misure, deve arrivare in tempo e la formazione degli operatori deve essere obbligatoria e garantita: la formazione, soprattutto, della magistratura, che deve saper assegnare le misure cautelari quando necessario e non sono accettabili sentenze che negano la violenza. Dobbiamo verificare il funzionamento degli strumenti, come il braccialetto...

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

    SARA FERRARI

    SARA FERRARI (PD-IDP)....e assicurare questi fondi anche ai centri per gli uomini maltrattanti, perché molte donne sono costrette a rientrare con i loro aguzzini. Concludo, Ministra; lei ci ha lasciati l'anno scorso con la promessa che avremmo lavorato sulla prevenzione primaria; siamo in attesa che le nostre proposte di legge sull'educazione all'affettività, che è prevenzione primaria, possano andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    (Iniziative di competenza volte a salvaguardare l'istituto dell'assegno unico e universale in relazione alle contestazioni della Commissione europea - n. 3-01529)

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. La deputata Ravetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01529 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

    LAURA RAVETTO

    LAURA RAVETTO (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, il 25 luglio scorso, la Commissione europea ha deferito l'Italia innanzi alla Corte di giustizia in relazione all'assegno unico per i figli a carico. Incredibilmente la Commissione taccia come discriminatorio l'assegno, a meno che non si elimini il requisito della residenza, che è previsto in due anni ancorché non consecutivi, oppure il requisito della semestralità per il rapporto di lavoro e, addirittura, chiede che venga riconosciuto per i figli residenti all'estero. È chiaro che queste richieste renderebbero di difficile sostenibilità l'assegno. Le chiediamo, quindi, di darci contezza dello stato della procedura e degli elementi difensivi che porteremo innanzi alla Corte.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. La Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

    EUGENIA ROCCELLA

    EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'onorevole Ravetto e gli interroganti per aver posto questo importante tema.

    La presentazione del testo della nuova legge di bilancio ha fatto giustizia - semmai ce ne fosse stato bisogno - delle false notizie che si sono rincorse nella tarda estate e alle quali, purtroppo, l'opposizione si è prestata come amplificatore. È stato detto infatti che il Governo avrebbe intaccato l'assegno unico e ne avrebbe messo in dubbio l'universalità; addirittura, secondo qualche titolo, che lo avrebbe cancellato. Come evidente e come sarebbe stato logico intuire visto che il nostro Governo fin dal primo giorno ha potenziato l'assegno unico, portando la spesa annuale da 16 a 20 miliardi di euro e correggendone alcune storture, nessuna delle false profezie si è avverata. Al contrario, anche nella nuova legge di bilancio, è stato previsto un ulteriore investimento di oltre un miliardo e mezzo per le famiglie e la natalità.
    Ciò che stupisce è che, a fronte di tanta solerzia nel rilanciare pericoli inesistenti, la sinistra, che pure era al Governo quando la misura è stata votata all'unanimità, non abbia ritenuto di affiancare il Governo e la maggioranza nella difesa dall'unica vera minaccia che incombe sull'assegno unico e che gli interroganti hanno citato: la procedura di infrazione europea, giunta ormai alla fase del procedimento di fronte alla Corte di giustizia, che avanza nei confronti di questa norma contestazioni che rischierebbero di far saltare i conti dello Stato.
    Come ricordato dagli interroganti, si richiede l'eliminazione del requisito della residenza - ad oggi fissato in due anni - e anche del requisito alternativo della durata minima di sei mesi del contratto di lavoro in Italia; inoltre, si pretenderebbe l'accesso all'assegno unico anche per chi ha figli residenti all'estero. Tutto ciò, in nome dell'assunto di fondo che si tratterebbe di una mera misura di sostegno al reddito e non di un intervento con ricadute demografiche e con il rischio potenziale, per una serie di possibili implicazioni procedurali e giudiziarie, di vedere ampliare a dismisura la platea degli aventi diritto. Il nostro Governo, senza poter contare sul sostegno dell'opposizione, che nel migliore dei casi ha taciuto e quando ha esternato lo ha fatto a favore delle contestazioni europee (quindi, non a difesa della misura), ha condotto un'intensa interlocuzione con le strutture europee, che fin qui però non ha dato esito positivo. Continueremo in questa nuova fase del procedimento a difendere l'assegno unico con la stessa determinazione con cui lo abbiamo potenziato e corretto, continuando a confidare in un sussulto di patriottismo e coerenza da parte delle forze politiche che erano azionisti di maggioranza quando la norma è stata scritta e che oggi, invece, si voltano incredibilmente dall'altra parte (Applausi).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. La deputata Ravetto ha facoltà di replicare, per due minuti.

    LAURA RAVETTO

    LAURA RAVETTO (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, gli scopi del question time, in realtà, erano due e lei ha assolto ad entrambi. Il primo scopo era avere informazioni sulla procedura e gli elementi difensivi, e la ringraziamo per la battaglia che sta portando avanti. Sta portando avanti la battaglia per un istituto che, effettivamente, questo Governo ha molto potenziato e finanziato, perché è stato dato un aumento al 92 per cento delle famiglie che lo percepiscono di 719 euro all'anno ed è stato anche reso strutturale per le famiglie numerose e per le famiglie con figli con disabilità. Ministro, Presidente, anche noi ci stupiamo del fatto che, nonostante questo istituto fu scritto da un Ministro dell'opposizione, l'opposizione non abbia dato adeguato supporto a questa battaglia; ci stupiamo anche relativamente, perché è la stessa opposizione che, recentemente, ha addirittura sollecitato l'Europa contro il nostro Paese, sollecitando una procedura di infrazione su altra materia.

    L'altro scopo era di aprire un dibattito. Siamo in diretta televisiva e vogliamo che gli italiani abbiano contezza del fatto che c'è una Commissione che chiederebbe che questo istituto sia riconosciuto a chiunque abbia lavorato anche solo un giorno sul nostro territorio e abbia figli residenti all'estero che, come ha precisato, l'INPS non fanno parte del nucleo familiare sul nostro territorio; tutto ciò, a rischio di minare la sostenibilità delle casse dello Stato. Ecco, vogliamo che gli italiani sappiano che, da una parte, ci sono un Governo e una maggioranza che mettono al centro la natalità e la famiglia, e continueranno a farlo anche nella finanziaria che arriverà con il bonus nuovi nati e, dall'altra, una Commissione cieca e sorda che, dietro il paravento della lotta alle discriminazioni, in realtà, sta discriminando le famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

    Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 18,40.

  • Missioni.
    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 75, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

  • Modifica nella denominazione di un gruppo parlamentare.
    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del gruppo parlamentare Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, con lettera pervenuta in data odierna, ha reso noto che il gruppo ha modificato, a decorrere dalla data odierna, la propria denominazione in “Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare”.

  • Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.
    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, la deputata Maria Rosaria Carfagna, già iscritta al gruppo parlamentare Misto, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare.

    La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

  • Preavviso di votazioni elettroniche (ore 18,41). (ore 18,41)
    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Poiché, nel corso della seduta, potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti, previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

  • Sull'ordine dei lavori.
    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

    ANNA LAURA ORRICO

    ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere un'informativa urgente alla Ministra Calderone sul perché i lavoratori di Abramo Customer Care non ricevono la cassa integrazione da tre mesi e sul perché il decreto, che doveva essere emanato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, di fatto non è stato emanato. Chiediamo anche come mai il tavolo di crisi sulla vertenza Abramo, che giace tra il Ministero del Lavoro e il Ministero del made in Italy, in un anno non sia mai stato convocato, se non tra qualche giorno, il 5 novembre, quando ormai sarà troppo tardi per i lavoratori dell'Abramo Customer Care e se non nel mese di febbraio scorso per annunciare in maniera roboante la soluzione immaginifica proposta dal presidente della regione, Roberto Occhiuto.

    Ci sono mille lavoratori, distribuiti nella maggior parte in Calabria, ma anche in Sicilia, di Abramo Customer Care, che non conoscono quale sarà il loro destino a partire dal 1° novembre, per due ragioni: la prima è che TIM cesserà tutte le commesse ad Abramo Customer Care domani, 31 ottobre; la seconda ragione è che il 7 novembre scade la proroga di tre mesi dell'amministrazione straordinaria. Dunque, sono tante le domande che ci poniamo e che vorremmo porre alla Ministra Calderone e al Ministro Urso. Si tratta di domande che sono rimaste tutte senza una risposta. Innanzitutto, vorremmo sapere perché il Governo italiano si è disinteressato della vertenza Abramo Customer Care, abbandonando mille famiglie.
    La seconda domanda è perché i Ministeri competenti non abbiano attivato una moral suasion nei confronti di TIM, affinché mantenesse le commesse in Abramo Customer Care o, comunque, qualora le volesse spostare, perché non le vuole spostare, garantendo l'applicazione della clausola sociale che consentirebbe ai lavoratori di continuare a lavorare, dopo quasi vent'anni di onorato servizio, all'interno di questa azienda. La sola risposta che abbiamo al momento è il silenzio assordante. Nessuna trasparenza per i lavoratori sul loro destino. Si tratta di una storia costellata di errori, probabilmente anche commessi dai commissari straordinari, su una vertenza di caratura nazionale, perché parliamo di mille lavoratori che cesseranno la loro attività e di mille famiglie che finiranno sul lastrico. Si tratta di una vertenza nazionale che è stata regionalizzata, probabilmente per non rovinare quella patina con la quale il nostro presidente di regione, Roberto Occhiuto, continua a dipingere la Calabria come la terra delle meraviglie, quando non è così, tra bonifiche di rifiuti che rischiano di essere fatte in Calabria, come il SIN di Crotone, i tirocinanti, appesi ancora a un ineluttabile destino, e i lavoratori Abramo. In una regione dove il 50 per cento della popolazione - ce lo dicono i recenti dati Istat - è a rischio povertà, non ci possiamo permettere di perdere neppure un posto di lavoro, figuriamoci mille posti di lavoro. Allora, l'accorato appello affinché finalmente il Governo si interessi della vertenza Abramo. Dobbiamo dare delle risposte, la politica deve dare delle risposte, altrimenti sarà inutile continuare ad arrovellarci sul perché i cittadini non vanno a votare, perché scarseggia la fiducia nelle istituzioni e perché territori come la Calabria continuano a essere in mano alla 'ndrangheta, alla criminalità organizzata, alla corruzione, alle clientele e alla mancanza di assoluta speranza per una generazione che continua a fuggire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.

    FRANCESCO MARI

    FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Ci uniamo alla richiesta di un'informativa della Ministra del Lavoro sulla vicenda di Abramo Customer Care. Lo facciamo perché, come altri gruppi, abbiamo presentato interrogazioni parlamentari a tale proposito e, come altri, non abbiamo avuto alcuna risposta. Questo silenzio da parte del Governo è la conferma addirittura di qualcosa di più di una disattenzione su questa vicenda. Come diceva la collega prima, molto probabilmente i lavoratori di Abramo sono stati abbandonati da questo Governo, nonostante siamo di fronte a una vertenza significativa per quel territorio calabrese. È significativa per quello che ha rappresentato questa esperienza produttiva, collegata a TIM, ma è significativa soprattutto per il numero di lavoratori coinvolti, gran parte in Calabria, ma anche, se pure in misura minore, in altre regioni.

    Come è stato detto, il 7 novembre scade la proroga dell'amministrazione straordinaria e non ci sono segnali di nessun tipo. Siamo di fronte a una vicenda preoccupante, perché abbiamo anche una cassa integrazione che, benché registrata, non è stata pagata ai lavoratori. Quindi, queste lavoratrici e questi lavoratori vivono in questi giorni una sensazione drammatica di abbandono da parte delle istituzioni complessivamente, ma dal Governo centrale in modo particolare, nonostante siano state numerose, numerosissime, infinite le prove e i tentativi da parte delle organizzazioni sindacali di interloquire con il Governo. A questo punto, visto che anche alle interrogazioni non c'è risposta, diventa inevitabile, ineludibile, la presenza del Governo in Aula per affrontare questo tema e avere le risposte che servono a noi, ma soprattutto servono alle lavoratrici e ai lavoratori di Abramo Customer Care (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

    NICOLA STUMPO

    NICOLA STUMPO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Innanzitutto, intervengo per associarci alla richiesta dell'onorevole Orrico per una informativa urgente, per una questione che sta diventando sempre più ingestibile nella città di Crotone. Mille posti di lavoro sono un'enormità in genere, ma nella città di Crotone, che ha un tasso di disoccupazione altissimo, lo sono ancora di più.

    Sul tema chiediamo massima urgenza, sebbene un costume pessimo venga avanti: oggi, dai giornali locali, emerge che il giorno 5 ci sarà un'ennesima riunione di un ennesimo tavolo che dovrebbe dare una risposta, di cui nessuno, però, può avere alcuna informazione. Per questo noi chiediamo non solo che l'informativa sia fatta, ma che sia calendarizzata nel minor tempo possibile in modo che il Parlamento sia informato, innanzitutto se è vera l'esistenza di questo tavolo e cosa in questo tavolo si va a proporre per risolvere il problema di mille famiglie (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Riferirò al Presidente della richiesta d'informativa giunta dai gruppi.

  • Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2038-A.
    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 2038-A.

    Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

    (Esame degli ordini del giorno - A.C. 2038-A)

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

    Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

    MATILDE SIRACUSANO

    MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/1 Cappelletti, espunte le premesse, il parere è favorevole all'impegno. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/2 Matera il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/3 Squeri il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

    Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/4 Battilocchio il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/5 Pastorella il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, l'adozione di misure specifiche, anche di carattere normativo, per l'individuazione di uno specifico codice Ateco riferito ai criteri di elaborazione dati, al fine di addivenire ad una disciplina di carattere generale degli stessi, nel rispetto dei principi costituzionali dell'ordinamento dell'Unione europea e del diritto internazionale”. Inoltre, occorre espungere le ultime tre premesse.
    Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/6 Bonelli il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/7 Zanella il parere è favorevole con la seguente riformulazione: premettere all'alinea dell'impegno e alle lettere a) e b) “a valutare l'opportunità di”; alla lettera c) “a valutare l'opportunità di verificare, al fine di evitare duplicazioni di procedure, come stabilito dall'articolo 36, che il Ministero della Salute” e poi a seguire l'impegno resta favorevole; da premettere alle lettere d) ed e) sempre “a valutare l'opportunità di (…) compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”; alla lettera f) “a valutare l'opportunità di modificare l'allegato 3, in materia di requisiti per gli stabilimenti e per la cura e la sistemazione degli animali, al fine di prevedere che i cani e i primati non umani (…)”. Preciso anche che occorre espungere le premesse.
    Sugli ordini del giorno n. 9/2038-A/8 Dori, n. 9/2038-A/9 Borrelli e n. 9/2038-A/10 Bonafe' il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/11Andreuzza il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/12 Simiani il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/13 De Palma il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/14 Scerra, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad utilizzare, al fine di assicurare l'adeguamento periodico dell'ordinamento nazionale a quello dell'Unione europea, tutti gli strumenti previsti dalla legge n. 234 del 2012”.
    Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/15 Scutella' il parere è contrario.
    Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/16 Bruno il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad utilizzare, al fine di assicurare l'adeguamento periodico dell'ordinamento nazionale a quello dell'Unione europea, tutti gli strumenti previsti dalla legge n. 234 del 2012 e a sostenere, nell'ambito delle procedure di collegamento tra il Governo e il Parlamento in materia di formazione e attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea, per quanto di competenza, il dialogo politico e il coinvolgimento diretto del Parlamento”.
    Sugli ordini del giorno n. 9/2038-A/17 Alifano, n. 9/2038-A/18 Caramiello, n. 9/2038-A/19 Sergio Costa e n. 9/2038-A/20 Cherchi il parere è contrario.
    Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/21 Ilaria Fontana, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di assumere ulteriori iniziative che possano consentire il finanziamento di progetti proposti dai comuni capoluogo di provincia e dalle città metropolitane interessati dal superamento dei valori limite di qualità dell'aria e ambiente previsti dal decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155, anche finalizzati all'incremento degli spazi verdi urbani e periurbani e alla piantumazione di nuovi alberi”.
    Sugli ordini del giorno n. 9/2038-A/22 Iaria e n. 9/2038-A/23 Caso il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/24 L'Abbate, espunte la terza e la quinta premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, le opportune iniziative volte a introdurre un credito di imposta per le imprese di commercio alimentare al dettaglio, destinato alla sostituzione di impianti di refrigerazione a gas fluorurati con apparecchiature aventi minore impatto climatico”.
    Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/25 Della Vedova il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/2038-A/26 Sarracino è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/27 Faraone il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “al fine di valutare l'opportunità di adottare eventuali iniziative legislative”. Sugli ordini del giorno n. 9/2038-A/28 Del Barba e n. 9/2038-A/29 Gadda il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/30 Testa il parere è favorevole con la seguente riformulazione: inserire dopo le parole “nel corso della legislatura” le parole “qualora ne ricorrano le condizioni”.
    Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/31 Gnassi il parere è favorevole, per quanto riguarda l'impegno, fino alle parole “Unione europea” e occorre comunque espungere la terza premessa. L'ordine del giorno n. 9/2038-A/32 Piccolotti, espunte le premesse, è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/33 Congedo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: inserire dopo le parole “nel corso delle legislature” le parole “qualora ne ricorrano le condizioni”. Sugli ordini del giorno n. 9/2038-A/34 Madia, n. 9/2038-A/35 D'Alfonso e n. 9/2038-A/36 Toni Ricciardi il parere è contrario.
    Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/37 Loperfido il parere è favorevole.
    Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/38 Zucconi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di assumere specifiche iniziative finalizzate ad assicurare un'uniforme applicazione della nuova disciplina contenuta nell'articolo 1 del decreto in esame da parte degli enti concedenti”. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/39 De Luca il parere è contrario.
    Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/40 Ciocchetti vi è l'invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/41 Stefanazzi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/42 Colombo vi è l'invito al ritiro.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Si dà atto che, in merito agli ordini del giorno n. 9/2038-A/1 Cappelletti, n. 9/2038-A/2 Matera, n. 9/2038-A/3 Squeri, n. 9/2038-A/4 Battilocchio e n. 9/2038-A/5 Pastorella sono accolte le relative riformulazioni.

    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/6 Bonelli.
    Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/6 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
    Si dà atto che, in merito all'ordine del giorno n. 9/2038-A/7 Zanella, è accolta la relativa riformulazione.
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/8 Dori.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

    DEVIS DORI

    DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno abbiamo posto il tema, assolutamente fondamentale, degli allevamenti intensivi. Non mi stupisce il parere contrario sul termine “abbandono del sistema degli allevamenti intensivi”, che per noi è assolutamente fondamentale, però almeno speravo in una riformulazione, un superamento graduale, invece nemmeno questo, neanche una riformulazione da parte del Governo. Evidentemente, si vuole mantenere totalmente questo sistema degli allevamenti intensivi, che pone però un problema sia di benessere animale, ma soprattutto - come indicato nelle premesse di quest'ordine del giorno - un tema relativo alla qualità dell'aria, perché sappiamo che gli allevamenti intensivi, in particolare, con l'emissione di ammoniaca, sono la principale causa di produzione di particolato, quindi PM 2.5 e PM 10, nella nostra atmosfera.

    Pertanto, davvero io inviterei, in particolare qualche membro del Governo, a farsi un tour, una passeggiata, una lunga passeggiata in Pianura Padana, in particolare nella bassa Lombardia, a Pavia, Cremona, Mantova, dove davvero c'è un'alta densità di allevamenti intensivi, così come anche in Emilia. Anzi, sconsiglio questa passeggiata tra gli allevamenti intensivi respirando a pieni polmoni, perché sicuramente ne andrebbe della vostra salute.
    Certo, non è questo il modo per affrontare il tema della qualità dell'aria; non è questo il modo per pensare di chiudere procedure di infrazione che riguardano il tema della qualità dell'aria. Siamo davvero completamente nella direzione opposta e invito nuovamente il Governo, al di là di questo parere contrario, ad approfondire il tema, anche dal punto di vista scientifico, rispetto agli effetti degli allevamenti intensivi, non solo sul benessere animale, ma sulla salute dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. L'onorevole Caramiello vuole sottoscrivere. Anche gli onorevoli Carotenuto, Quartini e Aiello. Faccio l'appello, va bene, colleghi: anche gli onorevoli Pellegrini, Barzotti, Cherchi, Prestipino ed Evi. Mi mettete alla prova se mi ricordo i nomi.

    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/8 Dori, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/9 Borrelli.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, ci occupiamo di una delle infrazioni riguardanti la fauna selvatica. Vorrei spiegare a tutti i colleghi che amare ed essere amici degli animali non significa soltanto tenere in considerazione i cosiddetti animali domestici, che sono i gatti e i cani, qualche volta gli uccelli. Lo dico perché noto da parte di questo Governo che, tranne qualche tentativo di norme rispetto agli animali domestici, c'è una posizione assolutamente retriva nei confronti della fauna selvatica.

    In questo caso stiamo cercando solo di dare un contributo e di aiutare il Governo a uscire fuori dalle infrazioni. Soprattutto, ci riferiamo alla richiesta che ha fatto la Commissione europea alle autorità italiane per chiedere notizie rispetto ai piani di abbattimento delle specie di fauna selvatica.
    Tra l'altro, questo Governo ha una particolare idiosincrasia anche nei confronti del ricorso a metodi ecologici e, addirittura, ha ridotto in modo considerevole…

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Si rivolge a me, Presidente?

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. No, sto scampanellando ai colleghi perché non si riesce neanche a sentire quello che dice. Prego, collega Borrelli.

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Mi ascolterà casomai qualche persona, al di fuori dell'Aula, che ci tiene agli animali. Allora, controllo scientifico dell'ISPRA: il Governo, se c'è un comitato scientifico che non è d'accordo con le sue posizioni, non è che modifica in modo scientifico le sue posizioni, ma elimina, cambia il comitato scientifico. Siamo ad una nuova rivoluzione: la scienza piegata alla politica. Tra l'altro, vi è una novità incredibile: quella di equiparare, di fatto, l'attività di controllo della fauna selvatica all'attività venatoria, in quanto ovviamente esercitata dai cacciatori, ovvero privati cittadini, per svolgere un'attività che per natura deve essere esercitata dallo Stato e dalle sue articolazioni amministrative.

    Quello che stiamo cercando di far comprendere al Governo è che un tecnico dell'ISPRA, un veterinario non sono la stessa cosa di un cacciatore. Non sono la stessa cosa. Sparare agli animali non significa voler loro bene. Sparare alla fauna selvatica senza alcun controllo scientifico non significa fare il bene non soltanto degli animali ovviamente, ma anche dell'ecosistema in cui viviamo.
    Noi ragioniamo solo ed esclusivamente in questa visione trumpista del Governo, con l'uomo al centro di tutto, che deve dominare la natura e gli animali. Stiamo vedendo quello che sta succedendo e noi non smetteremo di cercare di farvi comprendere che, in una visione generale, tener conto delle richieste fatte in modo ragionevole da parte dell'Unione europea è una scelta non solo di buon senso, ma anche di prospettiva, per i nostri figli e i nostri nipoti.
    A noi, ovviamente, non può che dispiacere questa posizione così dura, così rigida, anche così spietata nei confronti della fauna selvatica e degli animali, ma noi lo continueremo a dire: anche quando avete portato avanti le azioni nei confronti degli orsi, la possibilità di sparare ai cervi, ogni occasione è buona per ammazzare degli animali e questa visione per noi è esattamente il contrario. Noi abbiamo esattamente una visione contraria a questo. Noi non dobbiamo dominare, ma vivere in equilibrio con la natura e con gli animali, cercando di ammazzarne il minor numero possibile.
    Per questo, abbiamo presentato quest'ordine del giorno che va, tra l'altro, a cercare di dare un aiuto e un contributo al Governo per rientrare dalle infrazioni, ma probabilmente una bella doppietta vale più di far risparmiare agli italiani un'infrazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. L'onorevole Cherchi sottoscrive.

    Ha chiesto di parlare l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.

    PATRIZIA PRESTIPINO

    PATRIZIA PRESTIPINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Volevo sottoscrivere, nel mio caso a titolo personale, l'ordine del giorno del collega e spiegare perché. Ha ragione, ha detto parole di assoluto buon senso: noi non possiamo essere dominatori, siamo coabitanti in questo pianeta. Quest'ordine del giorno va nella direzione di revisionare un emendamento che entrò nella legge di bilancio del 2022, subito ribattezzato legge Far west. Abbiamo delegato il contenimento della fauna selvatica ai cacciatori - questo è stato fatto - invece che all'ISPRA, che è stata ridotta, nelle sue funzioni, al lumicino. Abbiamo fatto qualcosa che va contro il benessere del pianeta, va contro il benessere animale e va anche contro ogni regola di buon senso e di vivere civile.

    Concludo dicendo che in Abruzzo il contenimento dei cervi è stato impugnato dal Consiglio di Stato. La LAV e tante altre associazioni hanno vinto da questo punto di vista. Perché continuiamo a incaponirci in questa battaglia cruenta e assolutamente dannosa per il pianeta e per l'essere umano? Sono animali senzienti? Sono entrati in Costituzione nel 2022? Trattiamolo come tali, perché soffrono come gli esseri umani.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.

    ELEONORA EVI

    ELEONORA EVI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anch'io, se il collega è d'accordo, vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno, che trovo assolutamente condivisibile, anche perché voglio attirare l'attenzione dei colleghi su un fatto: la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione sulla modifica, che è stata fatta tramite la legge di bilancio del 2022, come è stato richiamato, alla legge n. 157, consentendo di sparare, di uccidere, quindi, tutte le specie di fauna selvatica, in tutti i periodi dell'anno e ovunque, in tutti i luoghi del nostro territorio, anche le aree protette e le aree urbane.

    È su questo che la Commissione europea ci chiede conto. Ma qual è l'azione di risoluzione che vuole mettere in campo questo Governo per cercare di toglierci dall'infrazione? Inserire una frase che richiama blandamente al rispetto delle normative europee, la direttiva Habitat e Uccelli. Francamente, colleghi, non mi capacito di come un intervento di questo genere possa tirarci fuori dall'infrazione! Verrà rispedito al mittente molto probabilmente.
    Ve lo diciamo oggi e ve lo ripeteremo quando questa cosa accadrà nuovamente, perché non è aggiungendo un blando richiamo al rispetto della normativa europea che risolveremo l'infrazione in corso. È francamente surreale e trovo anche piuttosto sfacciata un'azione di questo tipo che oserei anche a definire quasi un insulto non soltanto alle istituzioni europee, ma anche a noi, come Parlamento, e soprattutto ai cittadini italiani.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. L'onorevole Raffa vuole sottoscrivere.

    Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.

    ALESSANDRO CARAMIELLO

    ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Borrelli e per associarmi a ciò che hanno detto i miei colleghi. Nella prima legge di bilancio è stata effettuata una modifica alla legge che regola la caccia dal famoso emendamento Foti che praticamente ha generato procedure di infrazione nei confronti dell'Italia; ha fatto sì che anche in Abruzzo ci fosse la possibilità di uccidere 469 cervi e, solo grazie a un tribunale amministrativo, abbiamo bloccato questa barbarie. Quindi, mi associo e spero che questo Parlamento voti a favore di quest'ordine del giorno per difendere la fauna selvatica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/9 Borrelli, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    La collega Torto vuole sottoscrivere l'ordine del giorno.
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/10 Bonafe', su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.

    SIMONA BONAFE'

    SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Devo dire che sono molto perplessa su questo parere contrario che è stato dato all'ordine del giorno, perché, per anni, le forze di questa maggioranza hanno promesso che avrebbero fermato il recepimento della direttiva Bolkestein, prendendo in giro anche le imprese e i lavoratori, in particolar modo degli stabilimenti balneari, e hanno messo in campo un'ulteriore proroga delle gare, guarda caso fino al 2027, facendo, però, un lavoro a metà, un lavoro incompleto, perché non sono state stabilite o, meglio, sono state stabilite procedure di affidamento delle concessioni così indefinite che, alla fine, produrranno solo un caos, che si scaricherà sugli enti locali che dovranno gestire queste gare e che produrranno ricorsi e controricorsi, senza alcuna visione complessiva per sostenere un settore fondamentale, come quello del turismo balneare, e senza la minima tutela per le piccole e medie imprese locali. Noi confidavamo, con quest'ordine del giorno, in un'ultima possibilità e, cioè, che, fra una festa di Pontida e un post, il Ministro Salvini, nello stabilire con il prossimo decreto ministeriale i criteri per l'equa remunerazione degli investimenti dei concessionari uscenti, potesse tenere in considerazione anche il valore reddituale di impresa, così come è stato già fatto da una delibera della regione Toscana che, alla faccia dell'autonomia differenziata, il Governo ha pensato bene di impugnare. Noi confidavamo almeno in questa ultima possibilità, ma è evidente che ci stavamo sbagliando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/10 Bonafe', con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
    Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/11 Andreuzza il parere è favorevole. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/12 Simiani, su cui c'è parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.

    MARCO SIMIANI

    MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Credo che, arrivati a questo punto, prima di entrare nel merito dell'ordine del giorno, si debbano dire alcune cose riguardanti questo provvedimento. La coerenza, in questo percorso ormai di tanti anni che riguarda le concessioni balneari e tutto quello che è intorno a questo problema, è stato, da parte vostra, assolutamente sconfessato. Avete scontentato tutti con questo decreto - cittadini, associazioni di categoria, imprenditori, tutti - e credo che oggi sia arrivato il momento di dire espressamente che voi avete fallito su questo provvedimento e, soprattutto, su questa problematica, perché avete ingannato molte persone. Credo sia giusto oggi dirlo.

    C'è poi un altro aspetto che, secondo me, non va posto in secondo piano. In campagna elettorale Ministri e deputati, ma, soprattutto, lo stesso Fitto, che ha fatto questo provvedimento non solo “di Fitto”, ma anche “di fretta”, logicamente impegnato in altri contesti, hanno voluto dimostrare che, sacrificando tutte le categorie, sacrificando anche il rapporto con le associazioni ambientaliste e, soprattutto, imprenditoriali, hanno messo in difficoltà tutto il settore, compreso quello che riguarda anche gli approdi e i porti turistici. Questo è un tema molto importante, che avete lasciato fuori. Draghi lo aveva inserito all'interno della legge, voi lo avete tolto. Se voi non inserirete in questo provvedimento o in altri provvedimenti la deroga fino al 2027, quando questo provvedimento entrerà in vigore ci troveremo nella difficoltà per cui quella parte di concessioni sarà completamente libera da qualsiasi tutela da parte degli enti locali. Quello dei porti e degli approdi turistici è un tema importante, in cui ci sono molte speculazioni. Ecco perché io vi dico di stare molto attenti a votare contro quest'ordine del giorno. Ci sono approdi turistici in Italia, per esempio il porto di Talamone, con riferimento ai quali oggi, invece di andare in deroga, già si sta pensando di mettere a gara, di mettere a bando alcune concessioni, non riconoscendo ai natanti, ai piccoli natanti attraverso regolamenti comunitari, ma un unico gestore, che, di fatto, fa diventare quel porto un condominio, senza dare la possibilità a chi fino a quel giorno, dopo tanti anni, ha fatto la propria parte, in questo caso, di confermare o, comunque, attraverso anche una possibile partecipazione diffusa, di gestire quel proprio posto. Ecco perché ritengo questo veramente assurdo. Nella discussione in Commissione, abbiamo visto che sono stati sottoscritti emendamenti su questo tema da parte della maggioranza. Ad esempio, l'onorevole Bergamini ha detto chiaramente che bisognava inserire all'interno della norma anche i porti turistici e gli approdi. Ecco perché io vi invito a votare e anche a tener conto di questo aspetto nei futuri provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/12 Simiani, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
    Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/13 De Palma il parere è favorevole. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/14 Scerra, parere favorevole con riformulazione: accoglie? No, lo votiamo.
    Passiamo, dunque, ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/14 Scerra, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/15 Scutella', su cui c'è parere contrario.
    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/15 Scutella', con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/16 Bruno, parere favorevole con riformulazione: accoglie? Sì. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/17 Alifano, parere contrario. Ha chiesto di parlare la collega Alifano. Ne ha facoltà.

    ENRICA ALIFANO

    ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, signora Presidente. Siamo ancora in tema di concessioni balneari. Effettivamente questo decreto, come è stato detto prima di me dal collega che mi ha preceduto, ha finito con lo scontentare praticamente tutti, e si va di proroga in proroga. Io voglio sottolineare alcuni punti. Il turismo balneare, penso sia notorio, è tema caro agli italiani: noi siamo una penisola protesa nel mare e la stagione estiva significa “mare” per gli italiani. Noi che cosa chiediamo con quest'ordine del giorno? Chiediamo che venga data attenzione all'utenza, proprio ai cittadini che usufruiscono delle spiagge, ai cittadini che si recano sulle stesse. E che cosa chiediamo?

    Chiediamo che il Governo dia indirizzi proprio in questa materia - cosa possibile, tra l'altro - per stabilire un tetto massimo ai corrispettivi che devono essere richiesti dai concessionari dei servizi balneari. Ed è una cosa che penso possa essere ampiamente discussa in quest'Aula. Noi siamo in tema di concessioni, una materia che riguarda un bene che appartiene al pubblico, un bene demaniale. Le spiagge sono un bene demaniale, un bene che appartiene alla collettività. E comunque vi deve essere un controllo da parte del pubblico potere sul corretto esercizio dello strumento concessorio. Mi viene in mente anche quanto succede per le concessioni autostradali: orbene, il pedaggio autostradale non è a piena discrezionalità del gestore, ma vi è un intervento normativo che ne disciplina l'esercizio e anche, ovviamente, il tetto. Vi è la norma che lo prevede e vi è anche l'intervento del CIPE. Del resto, sempre in tema di concessioni balneari, vi è un decreto-legge, il n. 400 del 1993, che disciplina le modalità di esazione del canone e che disciplina, per esempio, anche l'accesso alle spiagge da parte dei disabili. Quindi, una norma può, per l'appunto, entrare anche in modo compiuto per disciplinare le concessioni balneari.
    Dunque penso, anzi spero, che il Governo possa cambiare sentimento su quest'ordine del giorno e possa dare attenzione alle collettività, all'utenza. Noi tutti sappiamo come i prezzi dei servizi balneari abbiano subìto un'impennata stratosferica negli ultimi tempi. Addirittura alcuni concessionari di stabilimenti balneari prescrivono di non portare il cibo sulla spiaggia. E noi dobbiamo pensare ai cittadini, dobbiamo dare attenzione alla loro voce. E quindi chiedo, ancora una volta, che venga cambiato sentimento su quest'ordine del giorno e che, comunque, l'Aula possa votarlo in modo favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. I colleghi Caso e Dell'Olio lo sottoscrivono, così come i colleghi Carotenuto, Fenu, Auriemma, Fede, Pellegrini, Mari, tutto il gruppo AVS. E anche il collega Lomuti.

    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/17 Alifano, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/18 Caramiello, su cui c'è parere contrario.
    Ha chiesto di parlare il collega Caramiello. Ne ha facoltà.

    ALESSANDRO CARAMIELLO

    ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Presidente, non avevo dubbi sul parere contrario a quest'ordine del giorno, perché, se avesse ricevuto un parere favorevole o con riformulazione, ciò avrebbe significato smentire il capogruppo di Fratelli d'Italia, Foti. Infatti, come dicevo prima, a causa della modifica dell'articolo 19 della legge n. 157 del 1992, con un emendamento ordinamentale inizialmente bocciato dagli uffici della Camera e poi passato in legge di bilancio, per il nostro Paese si sono aperte due procedure di infrazione, mi riferisco alla direttiva Habitat e alla direttiva Uccelli. Quindi, l'obiettivo era far capire e di intervenire, perché questo potrà generare ulteriori tasse verso i cittadini italiani, dopo una scelta scellerata del capogruppo di Fratelli d'Italia e del partito di maggioranza. Quindi, io chiedo un sussulto in quest'Aula, affinché si dia un voto favorevole a quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. L'onorevole Evi lo sottoscrive.

    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/18 Caramiello, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/19 Sergio Costa, cu cui c'è parere contrario. Lo sottoscrivono l'onorevole Cherchi e l'onorevole Torto.
    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/19 Sergio Costa, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/20 Cherchi, su cui c'è il parere contrario.
    Ha chiesto di parlare la collega Cherchi. Ne ha facoltà.

    SUSANNA CHERCHI

    SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, colleghe, oggi ci troviamo a discutere di una legge che danneggia le aziende del nostro Paese. Mi riferisco alla legge n. 172 del 2023, che, all'articolo 3, vieta, in modo delirante e surreale, di utilizzare i termini hamburger o cotolette per quei prodotti contenenti proteine vegetali. Sono numerosissime le segnalazioni che ci sono arrivate da parte delle imprese del settore delle proteine vegetali, le quali si trovano, purtroppo, in una grave situazione di incertezza a causa di questa legge, in quanto questo divieto non è pienamente operativo, in assenza dei decreti attuativi.

    Non so se, però, ci rendiamo conto che, a causa di questa legge, le imprese italiane dovranno spendere soldi per riprogettare le etichette e smaltire il materiale promozionale esistente. Ma non solo. Immaginate la potenziale confusione nei consumatori, che non potranno più disporre delle informazioni essenziali per scegliere cosa comprare.
    Il mercato delle proteine vegetali in Italia è in forte crescita, così come lo è quello della canapa industriale. Ma anche in questo caso il Governo, con l'articolo 18 del decreto-legge Sicurezza, vuole bloccare un intero settore, vietando la produzione, il trasporto e la commercializzazione delle infiorescenze di canapa industriale. Ma, scusate un attimo, non era questo il Governo che millantava di sostenere le imprese del nostro Paese? Ricordo le parole stentoree della Premier: lo Stato non sia da ostacolo, ma alleato per chi vuole produrre. E ancora, in Confindustria: le porte di questo Governo saranno sempre aperte per chi vuole offrire spunti e soluzioni concrete ai problemi che abbiamo; vogliamo rispettare gli impegni presi con gli italiani e nessuno come chi fa impresa sa quanto è importante il rispetto della parola data.
    Vi ricordo di nuovo le parole della Premier: lo Stato non sia da ostacolo, ma alleato per chi vuole produrre. E menomale che questo Stato non vuole essere d'ostacolo per chi vuole fare impresa! Ma insomma, cos'è che sta facendo? Con queste leggi inutili, state dimostrando il contrario. Che senso ha vietare questo meat sounding, mettendo in ginocchio chi vuol fare impresa e vietare di chiamare hamburger gli hamburger di origine vegetale? Ma perché non aiutate gli imprenditori? Andate loro un po' incontro! Siete sempre contro tutti, ma sono brave persone, che cercano di sopravvivere, in questa livida palude in cui ci avete gettato, senza avere un briciolo di compassione per chi non ha i soldi per andare avanti.
    Inoltre, non dimentichiamoci della sentenza del 2024 della Corte di giustizia dell'Unione europea, che si è espressa per l'analoga norma dello Stato francese: uno Stato membro non può vietare l'uso dei termini tradizionalmente associati ai prodotti di origine animale per designare un prodotto contenente proteine vegetali. Evitiamo danni inutili. Sempre la stessa storia: andare contro le imprese, contro le persone che vogliono lavorare. Evitiamo questi danni alle nostre imprese a causa di una norma inapplicabile e in contrasto assoluto con il diritto dell'Unione europea. Aiutate questi lavoratori, non massacrateli come sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

    FILIBERTO ZARATTI

    FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Volevo intervenire sull'ordine dei lavori perché le agenzie, in questi minuti, stanno battendo la notizia che le vittime dell'alluvione nella regione di Valencia sono arrivate a 92 e ci sono ancora decine e decine di dispersi. È accaduto in modo drammatico quello che, più volte, abbiamo visto già nel nostro Paese, non da ultimo nella regione Emilia-Romagna.

    Penso che un gesto di solidarietà, se mi posso permettere di fare questa proposta, da parte di questa Camera, un momento di raccoglimento per le vittime di questo nostro popolo fratello, il popolo spagnolo, sarebbe un gesto importante, un gesto di solidarietà; e anche un impegno, diciamo così, non soltanto ad aiutare le popolazioni della zona di Valencia, che ha bisogno del sostegno probabilmente di tutti i Paesi partner d'Europa, ma anche ad affrontare seriamente il problema dei cambiamenti climatici e delle catastrofi ambientali che ne sono conseguenza (Applausi).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Sì, onorevole Zaratti, naturalmente sono d'accordo con la sua proposta. Siamo in votazione, quindi chiuderei la votazione dell'ordine del giorno, che era aperta, e poi, come lei ha giustamente suggerito, faremo un momento di raccoglimento per la vicenda spagnola che lei ha ben descritto.

    Passiamo ora ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/20 Cherchi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

  • In ricordo delle vittime della recente alluvione che ha colpito la regione di Valencia in Spagna.
    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. (L'intera Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi). A questo punto, colleghi, vi invito ad osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell'alluvione disastrosa che ha colpito la regione di Valencia, in Spagna (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

  • Si riprende la discussione.

    (Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2038-A)

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. A questo punto, passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/21 Ilaria Fontana, su cui il parere è favorevole, previa riformulazione. Va bene, collega? Bene, accetta.

    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/22 Iaria, su cui c'è parere contrario.
    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/22 Iaria, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/23 Caso, su cui vi è il parere contrario del Governo.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.

    ANTONIO CASO

    ANTONIO CASO (M5S). Grazie, signora Presidente. Anche quest'ordine del giorno riguarda un tema che ha assunto un ruolo centrale in questo provvedimento sia nella discussione parlamentare, ma anche in quella pubblica: parliamo delle concessioni demaniali marittime. Penso che, arrivati a questo punto, possiamo affermare con molta tranquillità che sulla questione balneari - chiamiamola così -, il Governo Meloni, questo Governo, di fatto, ha combinato solo disastri, mettendo nel totale caos, in realtà, sia il settore dei balneari sia anche i comuni e gli enti locali. Insomma, ha scontentato praticamente tutti.

    Eppure, la normativa comunitaria - stiamo parlando della ormai nota e famosa Bolkestein - era ed è chiara, così come sono chiare la sentenza della Corte di giustizia europea, così come quella del Consiglio di Stato. È chiaro che le proroghe automatiche sono illegittime e le concessioni demaniali devono andare in gara.
    Ebbene, su questo il Governo precedente, il Governo Draghi, era intervenuto per rispondere alla richiesta di infrazione, stabilendo - ricordiamolo - la scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2023. In realtà, nella legge delega si era andati anche a disegnare una serie di criteri per un disegno complessivo e organico delle regole che andavano a conciliare anche il giusto diritto a fare impresa con l'altrettanto sacrosanto diritto all'accesso al mare. Ebbene, il Governo Meloni doveva fare solo una cosa: i decreti attuativi.
    Non è stato così, ma, pur di non rimangiarsi tutto in un botto una delle tante - diciamolo - irrealizzabili promesse che questo Governo aveva fatto in campagna elettorale, nel decreto Milleproroghe del 2023 si prova a perdere tempo. Si avvia questa fantomatica mappatura delle coste, con l'intento, o meglio, il finto intento, perché a loro era sicuramente chiaro, di dimostrare che per le spiagge non sussistesse la scarsità di risorse, quindi non andavano messe a gara. Lo sapevano benissimo che si trattava di fuffa, ed è stato poi palese, ma lo si faceva chiaramente per tenere buona la categoria dei balneari almeno fino alle elezioni europee. Questo era. Poi l'abbiamo vista la mappatura; era palesemente una fuffa, non sto qui a spiegare il perché, già l'ho abbondantemente ribadito in discussione generale, quindi, ovviamente, la Commissione europea, anche grazie all'intervento di varie associazioni, come Mare Libero, ha rispedito al mittente questa ridicola mappatura e, a novembre 2023, inviava, poi, una nuova missiva al Governo italiano. Nel 2024 però, ci sono state poi le elezioni europee, si era in campagna elettorale, quindi diciamo che sia in Italia sia a Bruxelles un po' tutti si erano dimenticati di questo e si è andati avanti.
    Intanto, però, arrivano altre sentenze del TAR e del Consiglio di Stato che confermano quel che era ormai già chiaro, ovvero l'illegittimità delle proroghe e, quindi, ancora comuni e regioni procedono in ordine sparso. Insomma, il Governo Meloni non ha fatto altro che generare caos totale.
    Ma c'è un altro tema che assolutamente scompare in questo provvedimento e che, quindi, cerchiamo di portare all'interno di quest'ordine del giorno, che è quello del sacrosanto diritto al mare, ovvero di non vedere il demanio marittimo solo come un qualcosa su cui lucrare.
    Quindi, avevamo proposto negli emendamenti - e lo riproponiamo ora in quest'ordine del giorno - di introdurre un concetto di adeguato equilibrio tra le aree demaniali date in concessione e quelle libere e libere attrezzate; avevamo proposto di garantire varchi liberi per arrivare alla battigia; avevamo proposto di tenere conto dell'impatto ambientale nei materiali usati. Insomma, con i prezzi che ci sono, con i prezzi che hanno arricchito una categoria, ricordo…

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Concluda.

    ANTONIO CASO

    ANTONIO CASO (M5S). …30.000.000.000 di euro contro i 100.000.000 che incassava lo Stato, avevamo chiesto tutta una serie di cose che sono state bocciate, e, ovviamente, ora si arriva con un parere contrario.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Grazie, onorevole, concluda.

    ANTONIO CASO

    ANTONIO CASO (M5S). Ma noi siamo qui a ribadire che non è questa la strada (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Faccio presente che i deputati Carotenuto e Dell'Olio sottoscrivono l'ordine del giorno in questione.

    Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.

    CARMELA AURIEMMA

    CARMELA AURIEMMA (M5S). Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Grazie, collega, mi ha fatto un grande piacere.

    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/23 Caso, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/24 L'Abbate, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Va bene? Perfetto.
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/25 Della Vedova, su cui il parere del Governo è contrario. Il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra lo sottoscrive.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

    BENEDETTO DELLA VEDOVA

    BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, signora Presidente. Noi ci stiamo occupando delle infrazioni passate.

    Noi con quest'ordine del giorno, a firma Della Vedova, Magi, Evi e Caramiello - e ringrazio i colleghi di AVS che lo hanno sottoscritto - cerchiamo di anticipare i tempi, preoccupandoci delle infrazioni future. Nella legge n. 172 del 2023, quella sulla cosiddetta carne coltivata e il meat sounding, noi avevamo segnalato per tempo, all'Aula e soprattutto al Ministro Lollobrigida, che quella normativa andava direttamente in contrasto con la normativa europea per ragioni chiarissime che non sto a riprendere. C'era stato detto, naturalmente, che non era così.
    Però, più di recente, c'è stata una sentenza della Corte di giustizia europea, la sentenza C-438/23, che ha sconfessato il Ministro Lollobrigida e ha dato ragione a noi. Questa sentenza riguarda una legge francese - ricordo che ci era stato detto: “Lo fanno anche i francesi” - sul meat sounding, cioè, sulla cotoletta di soia, per capirci. Lollobrigida ci aveva detto in un question time: per quanto riguarda l'evento sopravvenuto, mi riferivo alla pronuncia di una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea nei confronti di analoga disposizione di legge adottata in Francia, che vedrà il pronunciamento della Corte entro pochi mesi.
    Ministro Lollobrigida, c'è stato ed è negativo: le discipline come quella francese e quella italiana sul meat sounding sono illegali per il diritto europeo. Quindi, cancelliamole prima di andare incontro a una nuova infrazione. Sul tema della carne coltivata, gli ungheresi, che sono ungheresi, e quindi l'Ungheria di Orbán, hanno fatto quello che noi non abbiamo fatto, la procedura TRIS, cioè hanno presentato la bozza alla Commissione. Hanno ricevuto la risposta, è una legge che copia il divieto italiano sulla carne coltivata. La Commissione, nella procedura TRIS, ha bocciato quel testo. Quindi, verrà bocciato anche il testo italiano, quando arriverà alla Corte di giustizia.
    Quindi, bisogna evitare che questa legge manifesto, voluta da Lollobrigida e sponsorizzata in modo molto energico da Coldiretti, vada incontro a una procedura di infrazione. Adesso che abbiamo tutti gli elementi sulla carta - non è solo il giudizio che si poteva dare tranquillamente leggendo le norme -, quella legge andrà incontro certamente a una procedura di infrazione. Invito i colleghi a votare quest'ordine del giorno che impegna il Governo a ritirarla il prima possibile, cioè, prima che scattino le infrazioni. A meno che, e chiudo, anche attraverso questo si voglia affermare, come qualcuno della maggioranza ha detto, sovvertendo l'ordine attuale, che il diritto europeo non può essere sovraordinato a quello nazionale, nemmeno dove i Trattati lo prevedano. Quindi, se non si vuole questo, invito l'Aula a votare a favore di quest'ordine del giorno, impegnando il Governo in anticipo a evitare un'infrazione, anziché poi porvi rimedio successivamente, dopo che i contribuenti italiani siano stati sollecitati.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.

    ELEONORA EVI

    ELEONORA EVI (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Sono molto d'accordo con il collega Della Vedova. Invece di chiudere procedure di infrazione qui ne apriamo di nuove. Vietare per legge la carne coltivata e vietare per legge di chiamare “burger” un burger di soia o polpette o cotolette e via dicendo per i prodotti di origine vegetale, non si può fare, non lo potevate fare. Ormai la violazione è chiara per entrambi questi assurdi divieti: da un lato, c'è la sentenza della Corte di giustizia sul meat sounding e, dall'altro, il parere della Commissione europea che ha bocciato il divieto sulla carne coltivata introdotto dall'Ungheria. Ve lo avevamo detto l'anno scorso e, quindi, lo ribadiamo oggi: la legge n. 172 del 2023 va cancellata. Avete detto di vietare la carne coltivata per applicare il principio di precauzione, ma è una farsa perché lo avete usato in modo del tutto strumentale, perché, per applicarlo, cari colleghi, prima ci deve essere stata una valutazione scientifica che evidenzi i dubbi, che permangano delle incertezze, che devono, però, essere sostanziate. Ma se questa analisi scientifica non è ancora stata fatta da parte degli organismi preposti che abbiamo a livello europeo, come l'EFSA, e che voi, quindi, state qui svuotando e di cui vi fate beffa, applicare il principio di precauzione a priori non ha alcun senso logico oltre che nessun fondamento giuridico. Inoltre, se pensate che carne coltivata e burger vegetali mettano in crisi il settore dell'agricoltura e dell'agroalimentare italiano, cari colleghi, vi do una notizia: il settore è già in crisi da anni, ma per diversi motivi, per altri motivi, visto il numero di aziende che chiudono i battenti e il numero di posti di lavoro che crolla drammaticamente anno dopo anno. Quindi, non sarà così, non è certo per la carne coltivata e per i burger vegetali che il settore della carne crollerà. Nelle previsioni più ottimistiche, e chiudo, la carne coltivata resterà un settore marginale del mercato della carne. Quello che invece state facendo è affossare ricerca e imprenditoria italiane, queste, sì, 100 per cento made in Italy. E poi, in questo modo, anche questa volta, portate avanti la vostra crociata contro l'innovazione e contro la transizione ecologica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/25 Della Vedova, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/26 Sarracino, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il proponente ha accettato l'accoglimento come raccomandazione. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/27 Faraone, sul quale il Governo ha espresso parevole favorevole, previa riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda, ne ha facoltà.

    MARIA CHIARA GADDA

    MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Chiedo la cortesia di ripetere la riformulazione perché non l'abbiamo sentita bene.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Sottosegretaria, mi ripeta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2038-A/27 Faraone.

    LUCIA ALBANO

    LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. La riformulazione è la seguente: “Al fine di valutare l'opportunità di adottare eventuali iniziative legislative”. Questo come premessa all'impegno.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Collega Gadda, accoglie la riformulazione?

    MARIA CHIARA GADDA

    MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Come riformulazione di tutto l'impegno? Non riesco a comprendere che riformulazione è.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. No, credo sia una premessa all'impegno, però, Sottosegretaria, lo chiarisca lei.

    LUCIA ALBANO

    LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Si premette all'impegno: “Al fine di valutare l'opportunità di adottare eventuali iniziative legislative”, e poi segue l'impegno.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Prendo atto che il proponente accoglie la riformulazione.

    Passiamo, dunque, all'ordine del giorno n. 9/2038-A/28 Del Barba, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/28 Del Barba, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/29 Gadda, su cui vi è un parere contrario. Ha chiesto di parlare la collega Gadda. Ne ha facoltà.

    MARIA CHIARA GADDA

    MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Chiederei alla Sottosegretaria di riconsiderare il parere su quest'ordine del giorno perché ha il medesimo punto di caduta, la medesima finalità, dell'ordine del giorno n. 9/2038-A/33 Congedo e Testa, a cui è stato dato parere favorevole con riformulazione. In sintesi, si pone una questione: noi abbiamo proposto una soluzione, cioè, quella della proroga rispetto alla messa a gara delle concessioni demaniali che riguardano attività di enti del Terzo settore e enti non commerciali, che è, appunto, la stessa finalità dell'ordine del giorno n. 9/2038-A/33.

    Una proroga che è proprio volta a valutare e ad aprire una interlocuzione con l'Unione europea, proprio perché gli enti del Terzo settore, nelle loro diverse forme, prestano dei servizi pubblici e attività di interesse generale a favore della comunità. Quindi, chiedo di accantonare o, quantomeno, riformulare l'ordine del giorno come l'ordine del giorno n. 9/2038-A/33. Ovviamente, il nostro ordine del giorno pone, in aggiunta all'ordine del giorno n. 9/2038-A/33, un'altra questione. La proroga ha lo stesso punto di caduta, cioè la necessità di aprire un'interlocuzione con l'Unione europea proprio per far comprendere che gli enti del Terzo settore e le attività non commerciali svolgono un'attività che è diversa dagli enti profit. Quindi, sarebbe impensabile mettere a gara le bocciofile o i centri anziani allo stesso modo di attività profit.
    Mentre, per quanto riguarda i canoni, anche su questo mi permetto di suggerire, anzi di chiedere alla Sottosegretaria di fare la riformulazione classica “compatibilmente con le risorse di finanza pubblica” perché, ovviamente, nel momento in cui si svolgono attività di interesse generale a favore della collettività, come già stabilito in altre norme di favore che sono anche previste dal decreto legislativo n. 117 del 2017, esistono numerosissime norme di favore dettate dal fatto che gli enti del Terzo settore svolgono un'attività importante per i cittadini e per le comunità, talvolta anche in termini sostitutivi e non, purtroppo, sussidiari dello Stato.
    Quindi, chiederei davvero una riconsiderazione perché è un parere contrario secco, ecco, probabilmente nasconde una non comprensione della finalità del testo, che è la medesima dell'ordine del giorno n. 9/2038-A/33.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Sottosegretaria, intende intervenire? Ne ha facoltà.

    LUCIA ALBANO

    LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, grazie, Presidente. Lo accantoniamo.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Allora l'ordine del giorno n. 9/2038-A/29 Gadda è accantonato.

    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/30 Testa. Il parere è favorevole con riformulazione: va bene.
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/31 Gnassi. Il parere è favorevole con riformulazione.
    Ha chiesto di intervenire l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà. Mi dice, se accoglie, collega?

    ANDREA GNASSI

    ANDREA GNASSI (PD-IDP). Sì, diciamo che accolgo con un condizionale. In realtà, quest'ordine del giorno tocca uno dei punti su cui abbiamo discusso, in relazione all'applicazione della direttiva Bolkestein, ed è forse l'unico sussulto di merito, e anche un po' di dignità, che il Governo ha prodotto, affiancato anche dalle nostre considerazioni, nel rapporto con l'Europa. Nell'articolo 1 del provvedimento Salva infrazioni si introduce una deroga alla disciplina Bolkestein per tutti gli enti di promozione sportiva e le associazioni dilettantistiche iscritte nei registri del CONI, e così via.

    Il nostro è un Paese a mollo nell'acqua e, quindi, ce ne sono centinaia, migliaia di enti no profit di questo tipo. Federazioni legate alla vela, gli enti locali promuovono attività motorie, sportive e ricreative con una serie di questi enti. La riformulazione, da quello che ho capito, è così: il Governo accetta quest'ordine del giorno, ma nella riformulazione, invece, si vuole togliere una parte, che possiamo anche togliere per vedere accolto l'ordine del giorno, ma che voglio rimarcare, e finisco, perché segna un punto politico molto importante. Se facciamo una deroga alle associazioni sportive no profit, alle attività economiche come tali riconosciute non economiche dal diritto europeo, noi, come Partito Democratico, impegneremo con atti puntuali il Governo, affinché controlli, monitori e verifichi che tali attività siano effettivamente no profit. Perché qualche maliziosa ricostruzione, che abbiamo letto anche sulla stampa in questi giorni, ha fatto riferimento anche a questa deroga come un provvedimento salva-privilegio, salva-furbetti. Noi andremo a indagare quali sono le attività degli enti per i quali applichiamo una deroga. Perché se ci fossero - Presidente, il Tevere nasce in Romagna e arriva a Roma - degli enti, ad esempio sul Tevere, come, maliziosamente, qualche giornalista ha scritto, che persino non ammettessero nel proprio circolo le donne e questi enti fossero soggetti alla deroga, è evidente che un criterio di questo tipo non è accettabile. Così come non è accettabile che enti che svolgono funzioni altamente profit rientrino in questa disciplina.
    Quindi, bene sulle associazioni sportive, ma che non sia questo un provvedimento giusto nel merito, che riguarda migliaia di enti, ma che poi apra la strada a furbetti e privilegi di enti che fanno pagare altissime quote di iscrizione, che non ammettono le donne e che magari lucrano sulle attività che promuovono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/31 Gnassi, come riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 16).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/32 Piccolotti. È accolto come raccomandazione, se riformulato. La deputata Piccolotti non accoglie e chiede di parlare. Ne ha facoltà.

    ELISABETTA PICCOLOTTI

    ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Non posso accogliere quest'ordine del giorno come raccomandazione, per giunta solamente per la parte degli impegni, perché sarebbe davvero deludente per migliaia e migliaia di docenti precari della scuola italiana che si aspettano che il Governo proceda alle immissioni in ruolo, in particolare in tutti i posti vacanti e disponibili, utilizzando le graduatorie dei concorsi fatti nel 2020, nel 2022 e nel 2023.

    È pazzesco perché c'è una sentenza che condanna l'Italia per l'abuso di contratti precari e per un trattamento penalizzante dei docenti precari. Ed è pazzesco anche perché, nonostante questa indicazione dell'Unione europea, il Governo ha appena annunciato in finanziaria il taglio di oltre 5.000 posti sull'organico dell'autonomia. Potevano essere 5.000 assunzioni, invece diventano 5.000 posti in meno, in una situazione in cui abbiamo oltre 38.000 precari sulle materie e 102.000 precari sul sostegno.

    ELISABETTA PICCOLOTTI

    ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Aggiungo anche che abbiamo, purtroppo, tantissime classi pollaio con 26, 27, 28 ragazzi per classe. Classi in cui è difficile fare didattica, in cui è impossibile fare la didattica personalizzata, di cui, con un tono ormai menzognero, così dobbiamo definirlo, parla continuamente il Ministro Valditara. Ecco, allora, che, di fronte a questo disastro, il Governo non possa prendersi nemmeno l'impegno preciso, con una votazione, di procedere alle assunzioni che servono sui posti vacanti e disponibili, quindi non all'assunzione di tutti, è davvero assurdo. E che ci sia stato chiesto di permettere che venga accolto come raccomandazione, cioè sostanzialmente che venga svuotato di ogni efficacia, lo consideriamo persino offensivo. Per cui, Presidente, chiedo di metterlo al voto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/32 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/33 Congedo. Il parere è favorevole, previa riformulazione. Onorevole Congedo, accetta?

    SAVERIO CONGEDO

    SAVERIO CONGEDO (FDI). Accetto.

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Passiamo dunque all'ordine del giorno n. 9/2038-A/34 Madia, con il parere contrario del Governo.

    Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/34 Madia, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/35 D'Alfonso, con il parere contrario.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà.

    LUCIANO D'ALFONSO

    LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Presidente, grazie. Vorrei dare un contributo per conservare lo spirito laico di ingresso nel merito, di cui abbiamo bisogno per definire l'istruttoria di questo provvedimento. Ricordiamoci che dovremo attivare procedure di gara, che non sono francobolli.

    Le procedure di gara si devono fare, lo sapevamo dall'inizio e lo sanno tutti coloro i quali hanno una qualche idea, anche da infarinatura, sull'Europa e sul suo ordinamento, perché è retto su una coppia di istituti: la libertà di stabilimento, che genera competizione, e poi l'altro istituto è la coesione, la convergenza. Poiché si devono fare le gare, che non sono francobolli, noi dobbiamo sapere che servono i bandi di gara, che non sono francobolli; servono gli ambiti territoriali ottimali, che non sono francobolli; servono le commissioni appropriate per competenza; serve stabilire quali sono i disciplinari, senza trascurare nulla del valore della realtà preesistente.
    Sono in un'Assemblea parlamentare dove ciascuno porta la sua grande esperienza, anche i contatti con gli interessi corporati valgono. Un Ministro della Repubblica del passato, Ornaghi, docente di scienza della politica, ha scritto un libro sugli interessi corporati che fanno la democrazia. Tenete conto che c'è una sentenza del Consiglio di Stato a sezioni riunite, relatore Patroni Griffi, che indicava la strada nel 2021: fate le gare. Si può anche evitare di trascurare il valore delle gestioni pregresse, si può esaltare ciò che c'è stato in precedenza. “Fate le gare”, pagina 47 della sentenza Patroni Griffi.
    Che cos'è che chiedo attraverso quest'atto di indirizzo? Serve l'atto di indirizzo quando si fanno gli atti complessi della pubblica amministrazione? C'è un manuale di Giuliano Amato sugli atti complessi della pubblica amministrazione che richiedono gli atti di indirizzo. Che cos'è che chiedo qui? Sappiate che gli enti concedenti non sono ovunque i comuni. Sono anche le articolazioni dell'Agenzia del demanio dello Stato, e non perché ritenga il demanio dello Stato salvifico, c'è una procedura del demanio dello Stato che conta 114 anni di istruttoria.
    Chioggia, le terre da definirsi per Chioggia da parte di coloro i quali hanno occupato, a seguito di concessione, le terre di Chioggia. Allora, si chiede con questo atto di indirizzo: rendete possibile l'aiuto da parte delle regioni nei confronti di comuni, demanio e anche da parte - consentitemi - di quelle strutture dello Stato che possono aiutare le autorità di sistema, le Autorità portuali, perché vedrete come non sarà un francobollo attivare le procedure. Siamo capitati in una trappola, tra le promesse di proroghe, lo sfiancamento economico e finanziario di chi conduce quelle attività e oggi la nullità di certezza di riferimenti normativi.
    Attenzione che anche sul PNRR tutto era semplice, poi abbiamo dovuto fare un bombardamento di emendamenti. Sembravamo assessori di un consiglio comunale, ogni 2 mesi a fare emendamenti. Allora, la norma deve essere prefigurata, generale, astratta, per incanalare le procedure amministrative. Spero che vogliate rivedere il vostro parere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/35 D'Alfonso, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/36 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
    Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/37 Loperfido il parere è favorevole, possiamo andare avanti.
    Sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/38 Zucconi il parere è favorevole, previa riformulazione: è accettata.
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2038-A/39 De Luca, su cui c'è il parere contrario del Governo.
    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/39 De Luca, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2038-A/41 Stefanazzi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
    Passiamo all'unico accantonato, l'ordine del giorno n. 9/2038-A/29 Gadda.
    Governo, prego.

    LUCIA ALBANO

    LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. È possibile riformularlo come segue: “espunte le premesse, parere favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2038-A/33 Congedo”.

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Onorevole Gadda, accetta? Accetta.

    È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
    Secondo le intese intercorse tra i gruppi, procederemo alle dichiarazioni di voto finale e alla votazione finale.

    (Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2038-A)

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

    Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetto Della Vedova: non interviene più.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.

    MAURO DEL BARBA

    MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, è bene che il Parlamento stia lavorando per superare e annullare le procedure di infrazione, ma, e come sempre c'è un ma con questa maggioranza…

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Abbia pazienza, onorevole Del Barba. Se qualche collega intende uscire, lo fa magari in silenzio, gli sarei particolarmente grato. Penso che possa proseguire.

    MAURO DEL BARBA

    MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, recupererò questi 30 secondi, se necessario. Dicevo, molto bene lavorare per superare e annullare le procedure di infrazione, ma occorrerebbe farlo seguendo le consuetudini e, magari, anche lasciando parlare.

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Colleghi, vi prego. Siamo tutti stanchi.

    MAURO DEL BARBA

    MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Ho ascoltato anche le dichiarazioni di voto sulla fiducia di questa maggioranza, che diceva, addirittura, quanto fosse opportuno conformare la legislazione italiana alla volontà europea, con una nota di europeismo che non avrei mai pensato di trovare. Ma, soprattutto, la maggioranza aggiungeva che chiudere una procedura di infrazione significa dare beneficio ai cittadini, meno tasse e meno oneri. Allora, proprio in questo dibattito, se chiuderla significa dare quel beneficio, bisognerebbe iniziare ad ascoltarsi per evitare di aprirne di nuove.

    Mi riferisco alla discussione avuta sugli ordini del giorno, che vi hanno chiaramente indicato come stiamo rischiando di aprirne di nuove, sia laddove non abbiamo ottemperato attraverso la procedura TRIS, sia sulla questione del meat sounding. Sarebbe bene che questa maggioranza allora imparasse la lezione. Ma non è questa l'unica nota dolente, Presidente, colleghi. È che lo abbiamo fatto attraverso l'ennesimo decreto-legge, laddove sarebbe stato più opportuno seguire la consuetudine, farlo attraverso una legge di delegazione europea.
    Oltretutto, questo decreto-legge, che dovrebbe presupporre la necessità e urgenza, segue un periodo di totale inazione di questa maggioranza, che non ne giustifica l'utilizzo. Perché allora siamo arrivati a questo punto? Sicuramente per la seconda nota dolente, che è quella che ha monopolizzato il provvedimento: per la vicenda dei balneari. Questo perché la procedura di infrazione più rilevante che questo provvedimento vuole andare a sanare riguarda i balneari.
    Si tratta di 7.000 imprese, di 70.000 lavoratori, ma forse per voi erano 77.000 punti voto, che contando famiglie, fornitori, astanti, passanti, potrebbero cubare all'incirca 200.000 voti. È stata questa per voi la vicenda dei balneari, non è una procedura di infrazione, è una promessa elettorale tradita, l'ennesima promessa elettorale tradita e perché voi lo abbiate fatto, di tradire questa promessa elettorale, non è un mistero “fitto fitto” per nessuno. Voglio ricordare che proprio qui in aula, il 17 febbraio 2022, l'onorevole Meloni, con una splendida giacca verde e la mascherina interveniva contro quello che allora il Governo Draghi stava facendo, interveniva chiedendo al Governo Draghi di mettere sul tavolo la sua autorevolezza per sventare questo furto ai danni delle imprese italiane, per dimostrare che non era affatto un atto dovuto.
    Ma non si è trattato solo dell'onorevole Meloni nel febbraio del 2022, abbiamo perso degli anni perché la Presidente Meloni, fino alla vigilia delle elezioni europee, ha inteso seguire questa linea, salvo poi cambiare radicalmente posizione. Voi non avete fatto nient'altro che procrastinare, usare l'Unione europea come capro espiatorio, senza alcuna visione, creando incertezza sul mercato, sia tra gli attuali concessionari, sia tra i possibili investitori e causando, come fate sempre, il blocco degli investimenti. E perché dico “come fate sempre”? Ma perché è la stessa tecnica che avete usato e state usando come nel caso delle concessioni idroelettriche, solo che lì non avete nemmeno l'alibi della procedura di infrazione, che non c'è, ma anche lì non siete risolutivi, volete procrastinare, fingere di rispettare quello che l'Europa chiede e che, per la verità, non sta più chiedendo, fingere di voler fare le gare che le vostre regioni poi non indicono o indicono a singhiozzo, presentare anche oggi ordini del giorno che in realtà chiedono di dare la possibilità dei rinnovi - come abbiamo detto con insistenza - chiedere di ritirarli, ottenere di fatto delle proroghe che sono esattamente le situazioni che danneggiano tutti quanti, i concessionari uscenti come i possibili concessionari entranti, ma danneggiano soprattutto i cittadini, perché impediscono di fare gli investimenti che sarebbero necessari in entrambi i settori citati.
    Allora, voi avete procrastinato per arrivare alle elezioni europee, andando a chiedere i voti in campagna elettorale sulle spiagge e poi, all'indomani delle elezioni europee, avete barattato questi voti con la posizione del Commissario Fitto, un baratto; è questo il vostro modo di intendere il mercato e le procedure di infrazione. Oggi voi avete problemi con gli elettori, che avete preso in giro, avete problemi con l'Europa, che quando vi fa comodo è il capro espiatorio a cui dare la colpa, quando invece vi fa comodo in un altro modo ne diventate soggetti fondatori e, quindi, reclamate posizioni che vi spettano di diritto; ma soprattutto avete problemi con il mercato, non sapete capire che una giusta regolazione del mercato sarebbe anche lo strumento per perseguire le vostre politiche, non siete in grado di farlo e in questo modo spiazzate anche il mercato, appunto perché voi preferite il baratto, come è già stato detto. Non avete usato questo tempo per preparare ciò che oggi andiamo a sancire, cioè per preparare le gare, non l'avete usato, avreste potuto lavorare per evitare i caos amministrativi che anche illustri colleghi vi richiamavano con la discussione sugli ordini del giorno. Molti comuni oggi non hanno un Piano coste, un Piano arenili, mentre si poteva lavorare in tal senso, ma è chiaro, voi eravate impegnati a smentire che saremmo arrivati a questo punto. Non avete lavorato per distinguere tra le fattispecie, come vi abbiamo chiesto anche oggi con numerosi ordini del giorno, non avete lavorato per tutelare il diritto al mare dei cittadini, non avete lavorato per differenziare sul Terzo settore.
    Non avete lavorato per fare emergere da queste gare la disponibilità di maggiori e migliori servizi pubblici, distinguendo tra chi li avrebbe erogati e chi no. Ecco, il Parlamento ha avuto un piccolo spazio residuale, piccolissimo come sempre, che ha consentito di migliorare quantomeno per i casi di persone con disabilità e di mettere delle clausole sociali, l'unica nota positiva che possiamo ricordare del lavoro di questi giorni.
    Ma il capolavoro lo avete fatto sul valore commerciale non considerato. Si andrà a indennizzo con il valore degli investimenti non ammortizzati, ma perché non avete messo mano ai decreti attuativi della legge n. 118 che vi avrebbe dato molto più spazio di azione e avrebbe risarcito, come dovuto e come è giusto, i concessionari uscenti? Con quel provvedimento, con il Governo Draghi avevamo immaginato delle misure risarcitorie molto più corrette e anche oggi avete rifiutato addirittura gli ordini del giorno che vi invitavano ad andare in quella direzione. Ma non basta, anche in questo caso voi mettete le mani nelle tasche di queste persone. Non paghi di aver abbassato la possibilità di indennizzo, siccome le gare consentono di andare oltre questa cifra, purtroppo non com'era nel decreto Draghi, ma col vostro decreto è lo Stato che si incamera questo surplus.
    Voi allora avete un nuovo motto, siete quelli che preferiscono procrastinare invece che curare, procrastinare, non curare e, se è possibile, tassare. Questo è il vostro slogan, perché a voi curare non piace, voi preferite che ci siano i problemi per fare le promesse, per fare le campagne elettorali, per poi discostarvi dalle promesse e ricominciare le campagne elettorali. No, a voi curare non piace, perché chi cura per antonomasia, cioè i medici, fa il giuramento di Ippocrate, voi qui invece avete semplicemente delle parabole ipocrite, questo sì, ma in questo modo non fate altro che allontanare gli elettori che avete ingannato. Procrastinare per voi è meglio che curare ed è chiaro il perché lo fate. Allora, noi mettiamo in infrazione il vostro modo di procedere, che è un modo di procedere che ha esautorato il Parlamento, è un modo di procedere che inganna i concittadini, è un modo di procedere che deprime il mercato. Per questo diciamo il nostro “no” (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Devis Dori. Ne ha facoltà.

    DEVIS DORI

    DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Questa legislatura, com'è noto, ha avuto inizio nell'ottobre 2022, quindi il suo termine naturale dovrebbe essere nel settembre 2027. Poi, giorno più, giorno meno, per semplificare, facciamo 30 settembre 2027. Perché questa apparente digressione? Perché questa data, 30 settembre 2027, la ritroviamo incredibilmente - ma sarà certamente una fortuita coincidenza per il Governo - anche nel più controverso degli articoli di questo decreto-legge, l'articolo 1 sulle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, col quale il Governo ha disposto una nuova proroga delle concessioni demaniali, senza gara, fino proprio al 30 settembre 2027, quindi esattamente fino alla fine di questa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Quindi, viene da chiedersi, chi ha definito quella data? Magari l'ha suggerita la Ministra Santanche', nel contesto del Consiglio dei ministri (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? Oppure qualcun altro ha voluto tranquillizzare altri rispetto al fatto che gli attuali privilegi, finché ci sarà questo Governo, possono dormire sonni tranquilli, magari in spiaggia, al chiaro di luna, attendendo l'alba, con una chitarra in mano, certo non in una spiaggia libera, meglio magari su una sdraietta griffata Twiga (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    Il Governo, sostanzialmente, lancia un messaggio chiaro: “tranquilli, tranquilli tutti, finché ci siamo noi potrete godere del demanio marittimo a prezzi stracciati”. Tutto questo in spregio, però, alla normativa europea e non solo. Del resto, questo provvedimento avrebbe dovuto chiudere delle procedure di infrazione o l'aggravamento di quelle esistenti, invece ci troviamo addirittura in una situazione peggiorata e l'articolo 1 - lo ribadisco - dispone la proroga al 30 settembre 2027 delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per l'esercizio delle attività turistico-ricreative e sportive.
    Eppure, la Commissione europea aveva già condannato, richiamato l'Italia sul fatto che, mantenendo queste proroghe indiscriminate, ex lege, delle concessioni balneari, si trova praticamente in una procedura di violazione dell'obbligo di cui all'articolo 12 della direttiva Bolkestein, che prevede, invece, l'applicazione di procedure di selezione - ripeto, procedure di selezione - qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali. Invece, abbiamo concessioni abnormi, una sorta di diritto di proprietà, ma da parte di privati nei confronti di beni pubblici, e questo è estremamente grave.
    Se dovessimo tornare alla vicenda della concessione demaniale del Twiga, di Forte dei Marmi, ricordiamo come nel 2005 essa veniva pagata allo Stato 4.322 euro. Negli anni successivi, Briatore e Santanche' sono subentrati nella gestione della spiaggia e hanno pagato alla società Gardenia 300.000 euro l'anno per l'affitto delle attività balneari turistiche. Ecco, nell'ottobre del 2018, Briatore ha acquistato, per la cifra di 3.900.000 euro, dalla società Gardenia, il ramo d'azienda afferente proprio all'esercizio di attività di discoteca e stabilimento balneare, con i connessi bar e punti ristoro, a cui fa capo la concessione demaniale, che oggi viene pagata allo Stato 20.000 euro l'anno, a fronte di un fatturato di circa 10 milioni di euro l'anno. Effettivamente - bisogna almeno riconoscere la sincerità - nello scorso marzo, intervistato da Gian Antonio Stella, Flavio Briatore ha ammesso (sue testuali parole): “Al demanio abbiamo sempre pagato poco o niente”. Ecco, lo Stato, infatti, dalle concessioni demaniali marittime incassa solo 110 milioni di euro e, con il riadeguamento dei canoni, in realtà, potrebbe incassarne almeno 4 volte di più. Da questo punto di vista, il decreto-legge in oggetto non è censurabile solo per quanto riguarda l'articolo 1, sulle concessioni demaniali, ma ci sono almeno altri due punti particolarmente gravi: l'articolo 13 e l'articolo 14.
    L'articolo 13 doveva andare a chiudere procedure relative alla violazione della direttiva Habitat e della direttiva Uccelli, ma, in realtà, l'articolo 13 di questo decreto-legge si limita ad aggiungere all'articolo 19-ter della legge n. 157 del 1992 un comma, il 5-bis, nel quale si limita a invocare, evocare il rispetto della disciplina di recepimento delle direttive la cui violazione poi ha determinato proprio una procedura di infrazione. Però, la soluzione individuata dal Governo in questo articolo 13 è totalmente inefficace, inidonea a consentire l'archiviazione di questa procedura europea. In realtà, a dire il vero, a nostro parere, per poter chiudere veramente queste criticità sarebbe necessario abrogare quelle modifiche che la maggioranza di Governo aveva introdotto, con un emendamento, nella legge di bilancio di due anni fa, che modificava la legge n. 157 del 1992. La modifica introdotta due anni fa, con la legge di bilancio, quindi nel 2022, ha infatti eliminato ogni misura di prevenzione a garanzia del rispetto del principio di tutela della fauna selvatica, consentendo di esercitare questa attività nei confronti di tutte le specie di fauna selvatica, anche nelle aree protette e nei periodi di divieto. Quindi, le disposizioni introdotte nell'articolo 13 sono totalmente insufficienti e sostanzialmente non vanno a tutelare quelle aree, come le aree umide, che, invece, conservano al loro interno diversità biologica, forniscono acqua e produttività primaria, da cui diverse specie di piante e animali dipendono per la sopravvivenza. Quindi, queste aree umide sostengono alte concentrazioni di specie di uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, pesci e invertebrati.
    Per poi arrivare all'articolo 14, che si occupa sostanzialmente - o si sarebbe dovuto occupare - del tema della qualità dell'aria, ma non si va a toccare un punto fondamentale, a nostro parere; abbiamo visto anche il parere contrario e il voto contrario qui in Aula a un nostro ordine del giorno, che si occupava degli allevamenti intensivi e dell'effetto degli stessi allevamenti intensivi sulla qualità dell'aria. Sappiamo che l'emissione di ammoniaca nell'atmosfera va a produrre come effetto il particolato, in particolare il PM 2.5 e il PM 10. Quindi, noi sappiamo, purtroppo, l'effetto di ciò sulla salute, non solo sul benessere animale degli allevamenti intensivi, ma anche sulla qualità dell'aria e sulla salute dei cittadini. Quindi l'Italia, alla fine, resta, a oggi, il primo Paese in Europa per morti attribuibili all'inquinamento atmosferico, con circa 80.000 decessi prematuri l'anno.
    Dunque, noi crediamo davvero che le misure introdotte siano totalmente insufficienti. Tra l'altro, su questo tema, è già da molto, da decenni che l'Italia chiaramente è in una situazione estremamente critica. Noi, invece, riteniamo che si debbano perseguire gli obiettivi del Green Deal, del ripristino della natura attraverso anche un migliore impiego delle risorse pubbliche, ad esempio trasformando quei sussidi ambientalmente dannosi in favorevoli, con l'elaborazione anche di un Piano di azione nazionale per il miglioramento della qualità dell'aria, garantendo l'applicazione delle linee guida elaborate dall'OMS per una migliore qualità dell'aria.
    Pertanto, a nostro parere, non ci siamo proprio con questo decreto-legge. Ovviamente, voteremo convintamente contro questo decreto-legge, per i motivi, in particolare, come dicevo, sulle concessioni demaniali, sulla qualità dell'aria e rispetto alla fauna selvatica. Diciamo che - come ho già detto ieri in discussione generale - almeno un elemento lo condividiamo rispetto a questo decreto-legge, che è la denominazione, laddove si parla di Salva infrazioni, nel senso che, a dire il vero, a nostro parere, fa salve le infrazioni, nel senso che le mantiene vive, non le risolve. Quindi, in questo senso, sì: è davvero un Salva infrazioni (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
    Ecco, è questa però un'occasione persa, non per voi, non per noi, ma per l'intero Paese, perché qui davvero si vanno a sprecare risorse, risorse perse perché ci saranno poi nuove sanzioni. Però, ovviamente, queste sono scelte, sono scelte politiche e, da questo punto di vista, la scelta che si è trovato di fronte il Governo era: o il Twiga o le pensioni; e voi avete scelto il Twiga (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.

    GIULIO CESARE SOTTANELLI

    GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, anche questo decreto-legge arriva con l'ennesima richiesta di fiducia da parte del Governo. Più di 70 richieste di fiducia in due anni: è la percentuale in assoluto più alta che la storia repubblicana abbia mai avuto. Quindi, abbiamo ancora una volta l'impossibilità di dare un contributo qui in Aula e sono sicuro che questo provvedimento arriverà al Senato e anche lì, essendo un provvedimento chiuso, immagino che ci sarà, ancora una volta, l'ennesima fiducia. Quindi, laddove si può, come in questo caso, anche con leggi ordinarie di delegazione europea superare queste infrazioni, andiamo a ricorrere ai soliti decreti-legge con le solite fiducie, svilendo sempre più il ruolo del Parlamento. Complimenti, andate avanti così, che certamente avremo un modo di governare come, purtroppo, è accaduto anche in passato, di cui la stessa Presidente del Consiglio, alcune volte, si è fortemente lamentata.

    È giusto eliminare le infrazioni. Io dico che è meglio non farle le infrazioni e, in questi due anni, il Governo sta contribuendo ulteriormente, con la propria azione, a fare le infrazioni. Quindi, è giusto che si venga in Aula a eliminare queste infrazioni, ma noi non condividiamo né il modo, che ho appena detto, ma neanche i contenuti, che, secondo noi, sono sbagliati.
    Presidente, questa mattina abbiamo votato contro la fiducia al Governo, perché il Governo continua a fare l'esatto contrario di quello che ha promesso in campagna elettorale. Prendiamo, ad esempio, quello che è successo la settimana scorsa con l'approvazione, in Consiglio dei ministri, della legge di bilancio. Avevate promesso la revisione, l'azzeramento della legge Fornero e, invece, in questi due anni, avete peggiorato la legge Fornero; avevate detto che avreste portato le pensioni minime a 1.000 euro e avete dato 3 euro - il caffè - al mese di aumento per due pensionati, che è sotto all'inflazione; avevate detto che avreste azzerato le accise sui carburanti e, invece, si sente che, molto probabilmente, verranno aumentate sul diesel.
    Ma, signor Sottosegretario, abbiamo proprio fatto l'en plein quando abbiamo visto che abbiamo quasi azzerato il fondo che il Governo Monti aveva destinato all'automotive. Da 4 anni il nostro leader, Carlo Calenda, dice che stiamo andando incontro a una crisi epocale nel settore dell'automotive, che Stellantis stava delocalizzando tutto. Non se ne sono accorti, nessuno, i sindacati per primi, come le altre forze politiche mentre sono 4 anni che noi lo andavamo dicendo. E che cosa fa questo Governo? Anziché prevedere misure specifiche, che noi abbiamo proposto prima alle opposizioni - abbiamo fatto un documento unico di azioni da perseguire per combattere quella che sarà nei prossimi mesi una grande crisi nel settore dell'automotive -, il Governo azzera quasi il fondo di 4.600.000.000 che, invece, servivano per creare quelle azioni per tutelare il mondo produttivo. In Abruzzo abbiamo la Sevel, che ha ridotto i turni, che ha aumentato la cassa integrazione e, quindi, c'è una forte preoccupazione, così come in altri posti d'Italia.
    E, allora, anziché prendere le proposte che noi abbiamo fatto, si va tagliare - questo è il modo di governare - e si va avanti, invece, con i bonus. Siamo tornati ancora ad alimentare i bonus a pioggia, perché, oggettivamente, ci si preoccupa di mantenere il consenso e non si preoccupa, invece, il Governo di fare quelle riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno, a partire dalla sanità, a partire dalle azioni di tutela del sistema produttivo - quelle incentivazioni che mancano -, a partire dalla scuola. Con i bonus stiamo andando nella direzione del “vogliamoci bene”, del tirare a campare e, purtroppo, stiamo arrivando alla fine di questo Governo, quando dovremo andare a richiamare un commissario, come Monti, per sistemare i conti, perché lì arriveremo, signor Sottosegretario. Lei mi guarda in questo modo, ma state portando l'Italia - e ce ne accorgeremo nel 2025, a partire dall'automotive - sull'orlo del baratro. Saremo qui e ce lo ricorderemo.
    Veniamo al provvedimento. Partendo dall'articolo 1, continuate a non smentirvi. La Lega e Fratelli d'Italia, negli ultimi anni, avevano sempre detto e dichiarato, in particolar modo durante le campagne elettorali, nei vari comuni, nelle regioni, per le politiche, per le europee, che, se foste andati al Governo voi, la Bolkestein non sarebbe stata applicata e, invece, oggi siamo qui a scrivere le regole che dovranno applicare i comuni per applicare la Bolkestein. Anche qui, avete illuso un mondo, quello produttivo, quello specializzato nella gestione delle concessioni per ospitare, per dare il servizio di balneazione ai nostri turisti, ai nostri cittadini e, ancora una volta, avete preso, purtroppo, in giro gli italiani.
    Ricordo che il 6 maggio 2020, in pieno COVID, la Meloni dichiarava che l'allora Governo doveva dare indicazioni ai comuni per prorogare le concessioni al 2033 e agire in sede di Unione europea per escludere i balneari dalla Bolkestein. Diceva: “Ora o mai più (..). Difendiamo le nostre imprese balneari”.
    Abbiamo il bravo commissario Fitto: oggi ci aspettavamo, con riferimento a queste cose che la Meloni aveva dichiarato, che si riuscisse a superare quello che aveva detto. Quindi, due sono le cose: o si facevano dichiarazioni senza sapere, quindi ignorando quale fosse la procedura, oppure si facevano dichiarazioni per illudere, per carpire la buona fede dei cittadini, raccogliere i voti in campagna elettorale, per poi fare una proroga al 2027, poi ci arriviamo.
    Che cosa diceva invece Salvini il 17 marzo 2021? Che la direttiva Bolkestein andava superata, archiviata, cancellata. Oggi, da Vicepremier, Salvini applica la Bolkestein per i balneari.
    Questo modo di fare politica allontana sempre di più i cittadini: poi ci accorgiamo che vanno a votare sempre meno, perché vengono delusi da queste affermazioni, vengono presi in giro. Noi pensiamo che i cittadini debbano essere rispettati, bisogna dire la verità, sempre, in particolar modo in campagna elettorale. Questo è mancato.
    Per quanto riguarda la proroga a settembre 2027, lo ha detto prima un collega, perché a settembre 2027? Non potevamo fare settembre 2026? Al 2027, con la possibilità di arrivare a marzo 2028, perché la dobbiamo riusare come strumento di campagna elettorale per ingannare per l'ennesima volta i cittadini, perché questo è (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). Con un anno si potevano tranquillamente creare le condizioni nei vari comuni per fare nel 2026 le gare.
    Perché, oltre alla fiducia, votiamo contro questo provvedimento nello specifico? Perché, signor Sottosegretario, non ci sono certezze. Se l'attuale concessionario non rimane aggiudicatario della sua concessione e un altro vince quella concessione, nel decreto non è specificato che, nel passaggio della concessione, contestualmente, deve essere pagato l'indennizzo.
    Lasciando questo spazio libero ai bandi dei comuni, in prossimità delle stagioni estive, ci saranno contenziosi per cui i comuni dovranno correre a mettere gli avvocati o eventuali oneri e alcune concessioni non saranno aperte, perché non lo abbiamo regolamentato; andava precisato. Noi avevamo presentato un emendamento in tal senso. Così come avevamo detto che era necessario mettere un limite di massimo due concessioni sulla stessa partita IVA, perché dobbiamo anche tutelare le imprese familiari che fino ad oggi hanno avuto la possibilità di gestire. Avevamo presentato tanti altri emendamenti per dare sicurezza e garanzia a questo mondo…

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Concluda.

    GIULIO CESARE SOTTANELLI

    GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Concludo. La collega Pastorella, per cercare di limitare ulteriori infrazioni, aveva presentato i data center con l'inserimento di un codice Ateco. Purtroppo, anche questo ci è stato bocciato, puntualmente. Per tutti questi motivi Azione voterà contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavo. Ne ha facoltà.

    ILARIA CAVO

    ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Nell'esprimere il parere favorevole da parte del gruppo di Noi Moderati al provvedimento in esame, consegno il testo della dichiarazione di voto (Applausi).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sala. Ne ha facoltà.

    FABRIZIO SALA

    FABRIZIO SALA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Nell'esprimere il parere favorevole del gruppo di Forza Italia al presente provvedimento, le chiedo di poter consegnare la dichiarazione di voto (Applausi).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ovviamente acconsento.

    Ha chiesto di parlare la deputata Scutella'. Ne ha facoltà.

    ELISA SCUTELLA'

    ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Per la gioia dei colleghi, io non depositerò e interverrò in dichiarazione di voto. Sono contenta che siate d'accordo con me, non lo metto in dubbio.

    Presidente, onorevoli colleghi, noi oggi arriviamo all'approvazione definitiva di un provvedimento che è stato contrassegnato da un iter abbastanza farraginoso, un iter contrassegnato da violazioni anche della Carta costituzionale che ho già denunciato in precedenza in quest'Aula e che, ovviamente, riporterò anche questa sera.
    Di cosa stiamo parlando, però? Stiamo parlando di un provvedimento che riguarda disposizioni che dovrebbero andare ad attuare gli obblighi che derivano dall'Unione europea, di procedure di infrazione e pre-infrazione. Ora, l'iter non è una novità per questo Parlamento ed è caratterizzato dal modus operandi - che è sempre lo stesso - di questo Governo, cioè la decretazione d'urgenza. Con questa decretazione d'urgenza voi state praticamente bloccando le nostre prerogative e i nostri diritti di parlamentari di poterci esprimere, parlare e confrontare. Questo, voi, non lo consentite, e non è una novità. Ma, a parte voler utilizzare sempre e comunque questa decretazione d'urgenza, io qui vedo anche un'aggravante, caro signor Presidente, ed è il fatto che noi abbiamo strumenti ordinari per affrontare i temi europei: parlo della legge di delegazione europea e della legge europea, che, ad oggi, 30 ottobre 2024, almeno in questo ramo del Parlamento non è dato sapere che fine abbiano fatto, perché non ne abbiamo alcuna notizia. Ora, non solo noi abbiamo una legge di delegazione europea e una legge europea, ma avviso i colleghi che, grazie al MoVimento 5 Stelle, è stata data possibilità, nel 2021, di presentare ben due leggi di delegazione europea, non solo una. Ma questo Governo che fa? Non ne fa presentare neanche una. E questo cosa comporta? Non è un dispetto che voi fate a noi, opposizione, voi lo state facendo nei confronti dei cittadini italiani e dell'Italia, che tanto proclamate Patria, e parlate di patriottismo, di italiani, della nostra Nazione che deve andare avanti. Qua neanche si può discutere dei temi europei. Noi siamo uno Stato membro, ve lo ricordo, tra l'altro, siamo Stato membro fondatore, ed è giusto, corretto e sacrosanto che qui vengano discussi temi europei. Si deve capire perché l'Italia accetta un qualcosa o non lo accetta, perché l'Italia va in procedura di infrazione. Ma voi, ovviamente, ponete davanti a questo un veto, una decretazione d'urgenza, anche laddove l'urgenza non c'è. Io personalmente non vedo alcuna urgenza. L'unica urgenza che vedo, Presidente, se devo essere sincera, chiara e schietta, è quella di mandare a casa questo Governo. L'unica urgenza che c'è in questo momento, ripeto, è mandare a casa questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
    Ora, un altro punto molto importante è una questione che alimenta proprio l'agire di questo Governo, ossia la voluta assenza di confronto. Cosa comporta? Che ha portato l'Italia a un peggioramento dello stato del contenzioso pendente nei riguardi dell'Europa. Infatti, oggi abbiamo ben 72 procedure d'infrazione. Quindi, ci facciamo notare in Europa non per qualcosa di positivo, ma per l'alto ed elevato numero di procedure di infrazione: di queste 72 procedure, 53 sono per violazioni del diritto dell'Unione e 19 per mancato recepimento di direttive europee entro i termini previsti. Lo so, eravamo troppo occupati a cambiare i ministri e a litigare, quindi non abbiamo avuto il tempo di fare altro, o meglio, non avete avuto il tempo di fare altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
    Per non parlare poi delle concessioni balneari, signor Presidente. Anche qui, abbiamo assistito alla spaccatura della maggioranza, all'ennesimo teatrino e litigio, dove la stessa maggioranza aveva presentato tutta una serie di emendamenti che erano in netta antitesi con il senso stesso della riforma concordata con la Commissione europea, salvo poi arrivare a una data, che è stata anche menzionata prima dai colleghi, il 2027, che forse è una data, non lo so, che è un po' come un sogno premonitore, qualcuno che ti sta dicendo: nel 2027 noi torneremo a fare campagna elettorale su questo e speriamo di prenderci i nostri voti. Però, ripeto e sottolineo che chi poi fa le spese di queste vostre scelte, sono sempre i cittadini italiani.
    In più, come se non bastasse, parliamo anche del settore ambientale. Qui il problema è che, mentre nel Governo e nella maggioranza continuano a litigare per queste procedure, l'Italia continua a pagare milioni e milioni di euro di sanzioni, come per il settore ambientale, dove, dai dati del Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, dal 2012 ad oggi, sono stati già pagati un miliardo e 143 milioni di euro, di cui più del 70 per cento proprio per infrazioni in materia ambientale. Allora, Presidente, mi avvio alla conclusione e riprendo un po' l'interrogativo che ho posto inizialmente. Innanzitutto non capisco perché questa urgenza - ripeto - quando urgenza non c'è, e poi noi abbiamo gli strumenti ordinari per affrontare il tema; e poi perché non si vogliono portare in quest'Aula i temi europei, perché non si vuol far decidere a noi - ve lo ricordo -, che siamo i rappresentanti dei cittadini italiani, i temi dell'Europa? Perché non possiamo decidere e parlare su cosa vogliamo dall'Europa? E poi qualcuno, cioè la nostra Premier, dice di andare in Europa a battere i pugni. A me non risulta, visto che qui abbiamo solamente procedure d'infrazione. Vuol dire che lì non ci ha rispettato proprio nessuno, vuol dire che il nostro Paese è sempre in procedura di infrazione, questi sono risultati. Tra l'altro, non ci fate neanche discutere dei temi.
    Quindi, Presidente, con tutte le premesse che ho fatto finora, ovviamente non posso far altro che annunciare il voto contrario del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellomo. Ne ha facoltà. Onorevole Bellomo? Non ho molte alternative che dichiararlo decaduto, ovviamente. Va bene, allora andiamo oltre.

    Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà.

    ANDREA GNASSI

    ANDREA GNASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi verrebbe da dire, come di rito e consuetudine, onorevoli colleghi e colleghe; ma siccome ce ne sono talmente pochi, Presidente, almeno che l'intervento del Partito Democratico sul decreto Salva Infrazioni rimanga agli atti, perché poi, magari, anche nell'azione politica che il Partito Democratico, il nostro gruppo, farà, daremo conto a comuni, regioni, territori e imprese della sostanza del merito e dell'attenzione che il Governo e la maggioranza hanno dedicato al punto centrale di questo decreto, che è l'applicazione della direttiva Bolkestein.

    Avete detto bugie, fatto emergere illusioni, avete fatto credere o avete illuso tanti operatori e tanti comuni che si potesse uscire dalla Bolkestein. Oggi arriviamo a questo decreto che, sostanzialmente, per una serie di provvedimenti, seppur nella decretazione d'urgenza, seppur con la fiducia, prevede una serie di modifiche che ci vedono sostanzialmente d'accordo, ma il punto politico è la Bolkestein, e l'attenzione che quest'Aula dedica a questo tema così importante è la fotografia della sostanza di quanto il Governo dedichi attenzione e merito a questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non c'è il Governo, non c'è un Ministro che sia, visto che la Bolkestein attiene alle dimensioni tematiche dell'ambiente, del Paese nostro marino, un Paese bagnato da mari, solcato da venti, paesaggi naturali e, ovviamente, un decreto che, con la Bolkestein, parla di turismo. L'assenza dell'ancora - forse - Ministro Santanche' nel dibattito sulla Bolkestein è di per sé emblematica.
    Prendiamo ad esempio solo quest'ultima dimensione, quella del turismo rispetto alla tematica della Bolkestein. Forse si sarebbe proprio dovuto partire da qui, almeno considerando la dimensione del turismo. Forse il Governo avrebbe dovuto mettere in campo, in questi anni, un pensiero strategico sul turismo, sul turismo balneare inteso come insieme di destinazioni turistiche costiere. Il turismo balneare è semplicemente la macro destinazione più importante del turismo italiano, pesa per il 32 per cento delle presenze turistiche in Italia, fa 143 milioni di presenze, su un totale di 446 milioni. Il contributo al PIL del turismo balneare al turismo è intorno al 27 per cento, e se il PIL turistico è vicino ai 105 miliardi, quello balneare è intorno ai 30. Una annotazione di merito, magari, casomai ci ascoltasse il “forse Ministro” al Turismo. Oltre la metà della capacità ricettiva riguardo al turismo in generale in Europa si trova, in Europa, in regioni sulla linea di costa. Si potrebbe continuare citando i dati sull'occupazione, sulle presenze, sul contributo al PIL del turismo in Spagna, Grecia, Francia, così tanto per dire di che asset strategico è il turismo e il turismo balneare.
    Il Governo avrebbe potuto chiedersi se agire su un piano e con proposte che guardavano al medio-lungo periodo, per costruire una prospettiva, un modello di sviluppo del turismo balneare sostenibile e credibile, se non altro perché sarebbe stato più competitivo con gli altri Paesi europei. Niente di tutto ciò. Sulla Bolkestein avete preferito sempre e siete andati avanti di illusioni, bugie, proroghe alle concessioni: tutte sempre dichiarate in contrasto, le proroghe, con l'ordinamento comunitario da tutti gli interventi giurisprudenziali.
    È vero, la tematica ha attraversato molti e diversi Governi, ma qui c'è un punto politico: la vostra maggioranza, questo Governo, la destra in generale, i vostri partiti hanno sposato un'operazione sempre di natura propagandistica a fini puramente elettorali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), promettendo agli operatori del settore la fuoriuscita dalla direttiva Servizi, che avrebbe evitato l'esperimento delle gare.
    Avete sconfessato l'accordo con l'Europa stabilito nel 2021 con il Governo Draghi con la legge sulla concorrenza: procedure di evidenza pubblica, sì, e diritto dell'Italia a disciplinare con una sua legge quadro seria le stesse procedure di gara. Lo hanno fatto tutti gli altri Paesi europei, noi no. Non avete voluto dare seguito né all'accordo né alla legge sulla concorrenza del 2021, che dava appunto delega al Governo per l'emanazione di criteri omogenei, rigorosi, stabiliti e resi seri grazie al confronto con gli enti concedenti le concessioni: i comuni, le regioni, gli operatori e tutti gli stakeholder del settore.
    Avete illuso e perso tempo. “Ne usciremo dalla Bolkestein”, “mai nelle mani dei burocrati di Bruxelles”: ma qui le citazioni - tanto la politica è fatta molte volte di parole a vuoto - è meglio terminarle. Avete affidato, non si sa a chi, probabilmente a Fitto, un'ultima tardiva negoziazione, che ha portato a un decreto con criteri che ha criticità così evidenti che tra non molto ci dovrete tornare sopra, creerà contenziosi e procedure impossibili. Questo perché, come diceva il collega D'Alfonso, le procedure per l'affidamento delle concessioni non sono semplicemente francobolli da appiccicare a un'eventuale domanda. Non avete fatto l'interesse del Paese, non avete dato prospettive.
    Fitto, si diceva, che magari ha negoziato per lui e non per l'Italia, che sulle concessioni ha fatto come con le politiche di sviluppo per il Sud. Sì, perché il nostro Mezzogiorno si ritrova con politiche per lo sviluppo che hanno un quarto degli incentivi per le imprese, con cancellazione di ogni sgravio contributivo; esattamente come il nostro turismo balneare, che navigherà per 3 anni nel caos, per poi, dato i criteri che non avete messo nelle gare, trovare magari la grande finanza estera e internazionale al posto delle piccole e medie imprese diffuse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Occorrevano criteri seri e rigorosi, che tenessero conto delle specificità delle coste italiane e delle diversità dei territori; criteri omogenei, ma frutto di un confronto serio con il resto del Paese, con le regioni e con i comuni.
    Perché le gare sulle procedure per le concessioni riguardano - lo dico al Ministro competente, che, ovviamente, non sappiamo qual è, sicuramente non quello al turismo - ciò che ci può e poteva essere sotto la linea del demanio, ma sono infatti gli stessi comuni che sviluppano i piani dell'arenile, cioè le funzioni sotto la linea del demanio. Questi piani dell'arenile i comuni avrebbero dovuto farli coerentemente con i criteri della Bolkestein, ma non li avete neanche chiamati al confronto per mettere, ad esempio, la pianificazione territoriale e urbanistica prospiciente le spiagge in relazione con i criteri per le nuove concessioni.
    Si chiama “amministrare”, si chiama “guardare”, si chiama “approfondire”, si chiama “investire sull'autonomia appropriata”, non “differenziata”, coinvolgendo gli enti come i comuni, che fanno progettazione di lungomare e progetti di sistema per la depurazione e per la lotta al dissesto idrogeologico, con un indirizzo volto, nella maggior parte dei casi, alla riqualificazione ambientale sostenibile. Niente di tutto ciò. Per la disciplina italiana attuativa della Bolkestein si sarebbe dovuto coinvolgere, insomma, un intero sistema Paese, dalla ricerca all'associazionismo impegnato sulla frontiera dei temi ambientali.
    Non so se vi può dire qualcosa o se può dire qualcosa al Governo, al di là del dovuto minuto di silenzio per le vittime ora in Spagna, il climate change. Climate change: i territori e i sindaci ne sanno qualcosa, sia in termini di ingressione marina ed erosione che in termini di piano di salvaguardia della balneazione Parliamo di spiagge, coste e mari, nonché di concessioni balneari per usufruire di spiagge, coste e mari stessi. Ma quale, se non questa, sarebbe stata l'occasione per definire un pensiero, una visione del sistema Italia sui suoi mari? Basta prendere il report Mare Monstrum o leggere le procedure di infrazione europea per gli scarichi a mare di acque reflue inquinate. Paghiamo centinaia di milioni di euro e non vi è una risorsa che sia una per la depurazione, anche dove ci sono concessioni e balneazione.
    Insomma, si poteva e si doveva fare meglio. Si doveva fare una legge quadro sulle concessioni, costruendo criteri, ascoltando gli stakeholder e coinvolgendo il Paese. Oggi nell'articolo 1 del decreto-legge Salva infrazioni, cioè quello della Bolkestein, non c'è nulla, non c'è nulla sui criteri, che non individuano gli adeguati ed equi indennizzi che il concessionario uscente dovrà avere magari dal subentrante.
    Avete sbandierato polemiche a vanvera. Ricordo quelle della Ministra Santanche', che ha fatto parlare The Sun, Bild, Frankfurter Allgemeine Zeitung per le sue improvvide dichiarazioni rispetto alle spiagge libere in mano a tossici e degrado (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Bild ha intitolato con le parole del Ministro sulle spiagge italiane. Sempre la Ministra diceva: non permetteremo mai agli stranieri di invadere le nostre spiagge, voglio mangiare gli spaghetti alle vongole.
    Peccato che non avete accettato le proposte emendative del Partito Democratico sul numero massimo di concessioni a cui poter partecipare e in aggiudicazione. Questo aprirà e spalancherà le porte ai grandi gruppi, certo finanziari, anche stranieri, alla faccia del tessuto articolato delle piccole e medie imprese. Non si tratta di mantenere e di difendere uno status quo che doveva entrare nelle regole del mercato e nella concorrenza.

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Concluda.

    ANDREA GNASSI

    ANDREA GNASSI (PD-IDP). Finisco, Presidente. Si tratta solo che, quando cambi un modello dopo 70 anni, devi capire in che direzione vai. Noi non lo sappiamo, i grandi gruppi internazionali si appresteranno a vincere le gare nelle spiagge italiane. Questo è il Governo dei patrioti e questo è quello che farà sul turismo balneare. Per tutto un insieme di ragioni, Presidente, al netto degli altri provvedimenti contenuti nel decreto Salva infrazioni, alla luce del grande tema politico che è quello della Bolkestein, noi, il nostro gruppo del Partito Democratico esprimerà un voto contrario.

    Lo esprimerà sapendo che ci dovremo tornare sopra e sapendo che dovremo dare una mano, non tanto al Governo, ma al Paese, per fare il decreto attuativo che entro marzo dovrà essere fatto per definire l'attuazione dei criteri.

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Concluda.

    ANDREA GNASSI

    ANDREA GNASSI (PD-IDP). Avete lasciato il Paese allo sbando, avete lasciato il turismo del Paese allo sbando. Non ci fermeremo alla denuncia, lavoreremo nel merito e chiameremo regioni e comuni a costruire i pezzi dei decreti attuativi, cosa che voi non avete fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Dondi. Ne ha facoltà.

    DANIELA DONDI

    DANIELA DONDI (FDI). Presidente, Sottosegretario Albano, il presente decreto-legge, in attuazione dell'articolo 37 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, è diretto, come ben sappiamo, ad agevolare la chiusura di ben 16 procedure di infrazione, un caso di pre-infrazione, nonché dare attuazione alla direttiva europea in materia di obblighi di pubblicità dei centri dati. La necessità di adottare il presente provvedimento è dettata, quindi, dalla straordinaria necessità e urgenza di introdurre disposizioni per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano.

    Giova ricordare a quest'Aula che, al momento dell'insediamento del Governo Meloni, il numero di procedure di infrazione pendenti era di 83 unità, a fronte di una media europea di 73. Da allora ne sono state chiuse 11, mentre altre 10 sono state aperte in relazione a situazioni di non conformità risalenti nel tempo, per cui diversamente da quanto in quest'Aula è stato detto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Una tipologia di provvedimento a cui da tempo l'Italia, prima di questo Governo, non faceva ricorso per prevenire e agevolare la chiusura sistematica di casi di infrazione.
    Complessivamente, pertanto, l'approvazione del testo permetterà all'Italia una significativa riduzione del numero di procedure di infrazione pendenti, che consentirà, così, di raggiungere il numero minimo storico e allinearsi alla media europea. La credibilità dell'Italia in Europa passa anche dall'avere poche procedure di infrazione pendenti a proprio carico. Questo è un provvedimento contenente modifiche indubbiamente importanti, non solo la Bolkestein, ma anche diverse misure in materia di giustizia, quali i magistrati onorari, diritti di difesa, minori sottoposti a privazione della libertà, oltre a integrazione dei contratti a termine e indennità risarcitorie per quanto concerne il lavoro. In particolare, l'articolo 3 reca modifiche al codice di procedura penale, volte ad adeguare la normativa vigente alla prescrizione della direttiva (UE) 2013/48 per quanto concerne il diritto di avvalersi di un difensore in taluni atti di indagine e il diritto di informare una persona di fiducia, anziché un familiare, nei casi di privazione di libertà personale, arresto o fermo all'estero. Si tratta di un rafforzamento, quindi, del diritto di difesa e delle garanzie procedurali che ritroviamo anche nell'articolo 5 sulla giustizia minorile. La Commissione europea ha contestato la presenza di lacune rispetto il recepimento della direttiva (UE) 2016/800 sulle garanzie per i minori coinvolti in un procedimento penale. Per questo siamo intervenuti rafforzando la normativa, al fine di far comprendere al minore il corretto svolgimento del procedimento, i suoi diritti a un equo processo, con l'obiettivo di evitare casi di recidiva e favorendo il più possibile il reinserimento sociale. Insomma, come dicevo, importanti passi in avanti sul tema delle garanzie difensive e dei diritti di chi è sottoposto a determinati provvedimenti dell'autorità giudiziaria in un diverso Stato europeo. Questo grazie all'attenzione del Governo Meloni, che sta riuscendo a chiudere delle procedure di infrazione aperte a causa del mancato recepimento di direttive relative a quei diritti a cui l'opposizione si professa tanto a tutela, risalenti a Governi non certo di centrodestra. Questo è bene ricordarlo agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
    Signor Presidente, i dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche, e i dati ci dicono che queste infrazioni non sono aperte né da ieri, né da ieri l'altro, ma dall'anno 2020, 2015 e addirittura 2014. Allora, parlare di assenza di urgenza, come ho sentito più volte enunciare in quest'Aula da parte dell'opposizione, quando ci sono delle procedure aperte da 10, 9 e 4 anni, sulle quali i precedenti Governi non hanno saputo intervenire, non è corretto per chi ci sta ascoltando (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quello che è corretto è raccontare agli italiani che, grazie al Governo Meloni, si decide di prendere in mano delle situazioni complesse, andando a sanare e a riportare nella legalità almeno 16 procedure di infrazione. Il provvedimento che oggi stiamo per votare è il risultato anche del costruttivo e costante confronto con la Commissione europea e questo è bene evidenziarlo. Oggi in quest'Aula si è quasi parlato esclusivamente di Bolkestein, ma vorrei ricordare che la collaborazione tra Roma e Bruxelles ha consentito di trovare un punto di equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l'opportunità di tutelare le legittime aspettative degli attuali concessionari, permettendo di concludere un'annosa e complessa questione di particolare rilievo per il nostro Paese. È un provvedimento importante - e concludo, Presidente - per salvare la nostra Nazione ed evitare di incorrere in pesanti sanzioni pecuniarie a carico del bilancio statale. Vorrei precisare all'opposizione che, anziché criticare l'urgenza del nostro intervento, sarebbe meglio riflettere sul perché, durante i loro Governi, queste procedure di infrazione sono rimaste aperte per anni. È facile fare opposizione a parole, ma ben più difficile è risolvere concretamente i problemi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), come sta facendo il Governo di Giorgia Meloni. Per questo annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia a questo importante provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Prima di chiudere, considerando che il collega Bellomo deve solo consegnare la relazione, gli cedo un attimo la parola. Prego, onorevole Bellomo.

    DAVIDE BELLOMO

    DAVIDE BELLOMO (LEGA). Grazie, Presidente. Preannunciando il voto favorevole del mio partito, consegno il discorso (Applausi).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

    (Coordinamento formale - A.C. 2038-A)

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

    (Così rimane stabilito).

    (Votazione finale ed approvazione - A.C. 2038-A)

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

    Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2038-A: "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano".
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 23) (Applausi).

  • Interventi di fine seduta.
    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zurzolo. Ne ha facoltà.

    IMMACOLATA ZURZOLO

    IMMACOLATA ZURZOLO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la tragica, prematura scomparsa della giovane Matilde Lorenzi, diciannovenne promessa dello sci azzurro, ha suscitato un ampio e sincero moto di commozione. Diffusasi la notizia dell'incidente, lunedì, abbiamo tutti confidato che l'atleta del gruppo sportivo dell'esercito potesse superare la situazione da subito definita critica; non è stato così, purtroppo. Il politrauma conseguente alla caduta in allenamento sul ghiacciaio della Val Senales, dove si stava preparando al ritorno in Coppa Europa, ha spento per sempre il suo sorriso. Matilde, con la sorella Lucrezia di sei anni più grande e anche lei sciatrice, è stata - e fa davvero effetto dover usare un verbo al passato - protagonista di una bella e intensa storia umana e sportiva. Una storia iniziata in Val Sangone e nello sci club valligiano. Lei e la sua famiglia residenti a Valgioie, è passata per le piste del Sestriere e coronatasi con l'ingresso nei circuiti dello sci che conta.

    Una storia umana e sportiva che è anche - e prima di tutto direi - quella di una famiglia che ha voluto e saputo accompagnare i sogni e i talenti di due ragazze solari e pieni di volontà. Domani mattina, a Giaveno, nella Collegiata di San Lorenzo, si terranno le esequie e si darà l'ultimo saluto a Matilde. Giustamente, i sindaci di Giaveno e Valgioie hanno decretato il lutto cittadino. Come rappresentante di quei territori alla Camera, ritengo esprimere in quest'Aula e di dar voce al cordoglio che sono certa essere sentimento condiviso.
    Intervengo anche per evidenziare come la famiglia, con una profonda sensibilità che non può non essere sottolineata, abbia espresso la volontà di fare sì che, anche attraverso una raccolta fondi in memoria di Matilde, una simile tragedia generi almeno qualcosa di profondamente utile, un progetto, affinché questi incidenti non siano più mortali. Ci sappiano, loro, fattivamente vicino anche su questo.
    A tutta la famiglia, alla mamma Elena, al papà Adolfo, ai fratelli Matteo, Lucrezia e Giosuè e alla nonna Rosina le più sincere e sentite condoglianze e la vicinanza in questo momento di immenso dolore (Prolungati applausi).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Anche la Presidenza si associa al cordoglio per la scomparsa di Matilde Lorenzi. Siamo vicini alla sua famiglia.

    Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Mauro Berruto. Ne ha facoltà.

    MAURO BERRUTO

    MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo anche io per associarmi, a titolo personale e soprattutto a nome del Partito Democratico, alla commemorazione che la collega Zurzolo ha fatto di Matilde Lorenzi, in quanto proveniente da quelle stesse terre, dalla città metropolitana di Torino.

    Non ci sono molte parole utili per esprimere un sentimento, quando una ragazza di 19 anni, che sta rincorrendo il suo sogno, se ne va in questa maniera. Quindi, anche noi, con il dipartimento sport del Partito Democratico e il nostro partito, siamo vicini a questa atleta, all'Esercito, di cui questa atleta faceva parte, e naturalmente alla famiglia e condividiamo sia la disponibilità a essere presenti per il lutto cittadino, che è stato indetto dal sindaco di Valgioie, e soprattutto per fare qualche cosa che possa ricordare in futuro questa tragedia e la figura di Matilde (Applausi).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

    IDA CARMINA

    IDA CARMINA (M5S). A nome di tutto il MoVimento 5 Stelle, esprimo le più sincere condoglianze alla famiglia della campionessa italiana Matilde Lorenzi, prematuramente strappata alla vita, ai suoi sogni, alle speranze, agli ideali di una giovane sportiva (faceva parte anche dall'Esercito), perché questi drammi davvero colpiscono infinitamente tutti noi. È sicuramente una giovane da additare ad esempio che vivrà per sempre fra le stelle (Applausi).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare su un altro argomento la deputata Ascari. Ne ha facoltà.

    STEFANIA ASCARI

    STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Il Parlamento israeliano ha approvato due leggi spietate per rendere illegale a Gerusalemme Est, Gaza e Cisgiordania la presenza e il lavoro di UNRWA, l'Agenzia delle Nazioni Unite che, da oltre 75 anni, dà assistenza umanitaria alla popolazione palestinese rifugiata (parliamo di oltre 2 milioni di persone).

    Prima che il criminale di guerra e contro l'umanità, Netanyahu, devastasse Gaza, nella Striscia l'UNRWA forniva istruzione a quasi 300.000 studenti, gestiva 180 scuole, gestiva gli ospedali e le strutture sanitarie. Ha salvato oltre 640.000 bambini dalla poliomielite, grazie al vaccino, bambini che altrimenti sarebbero morti, e, durante questo anno di massacri, l'UNRWA ha consegnato cibo e aiuti umanitari alla popolazione palestinese.
    Impedire all'UNRWA di lavorare significa condannare a morte la popolazione palestinese. E voi del Governo cosa fate? Dite di comprendere le ragioni di Israele, mentre tutto il mondo sta condannando questa decisione criminale. Tutto questo è aberrante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Basta prenderci in giro! Questi atti compiuti da Israele non hanno nulla a che vedere con la lotta al terrorismo, anzi lo alimentano, il terrorismo. Sono crimini di guerra e contro l'umanità, con lo scopo di annientare e di cacciare la popolazione palestinese dalla propria terra. O ritenete che bruciare vivi i bambini, sparargli in testa, affamarli e lasciarli morire di sete sia lotta al terrorismo? Cos'altro deve ancora succedere, perché questi criminali si fermino? Come hanno scritto 99 medici e infermieri americani che hanno lavorato a Gaza nell'ultimo anno, le vittime nella Striscia non sarebbero 42.000, bensì oltre 119.000, soprattutto donne e bambini, il che significa che Israele non sta compiendo un genocidio, l'ha già compiuto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
    Vi faccio l'ennesimo appello: sia ritrovata un po' di umanità, ritorniamo ad essere umani. Questo silenzio vi rende complici di questi terroristi di Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.

    DARIO CAROTENUTO

    DARIO CAROTENUTO (M5S). Presidente, con l'alibi della lotta al terrorismo, si fanno cose agghiaccianti, come giustificare quello che sta succedendo in Palestina. Ma, tra le cose che condanniamo - anche il nostro Paese oggi lo ha condannato all'Assemblea dell'ONU - c'è l'embargo a Cuba. Ebbene, oggi, la votazione ha riscontrato 187 voti favorevoli, 2 contrari e 1 astensione; 2 contrari, Stati Uniti e Israele. Con questo embargo si condanna una Nazione, che, tra l'altro, è amica del nostro Paese. Attualmente, in Calabria ci sono centinaia di medici e infermieri cubani, che danno una mano alla disastrata, ahinoi, sanità calabrese, ma anche, durante il COVID, ricordiamo l'apporto che ci ha dato Cuba, il grande aiuto che ci ha fornito, in un periodo veramente di crisi nera dal punto di vista sanitario.

    Penso che abbiamo l'obbligo di sottoscrivere l'appello a depennare Cuba dai Paesi amici del terrorismo, soprattutto adesso che, all'avvicinarsi delle elezioni americane, c'è il rischio che, con la Presidenza Trump, queste sanzioni possano addirittura peggiorare. Quindi, annuncio che chiederò a tutti i parlamentari di quest'Aula di sottoscrivere quest'appello (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  • Ordine del giorno della prossima seduta.
    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

    Lunedì 4 novembre 2024 - Ore 15:
    1. Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
    S. 1230 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti atti internazionali: a) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo in merito all'approntamento congiunto e/o al cofinanziamento di progetti nei Paesi destinatari della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, fatto a Monaco il 17 febbraio 2024; b) Accordo di garanzia (Progetto di ripristino emergenziale di centrali idroelettriche) tra il Governo dell'Ucraina, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e il Governo della Repubblica italiana, con Allegati, fatto a Monaco il 17 febbraio 2024; c) Accordo di supporto al progetto e cessione tra la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e il Governo della Repubblica italiana, con riferimento al progetto di ripristino emergenziale delle centrali idroelettriche, con Allegati, fatto a Monaco il 17 febbraio 2024; d) Dichiarazione di adesione tra la Società per azioni "Ukrhydroenergo", il Governo della Repubblica italiana e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo concernente il progetto di ripristino emergenziale delle centrali idroelettriche, fatto a Monaco il 17 febbraio 2024 (Approvato dal Senato). (C. 2099)
    Relatore: CAIATA.
    S. 1042 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di sede tra la Repubblica italiana e il Tribunale unificato dei brevetti, fatto a Roma il 26 gennaio 2024 (Approvato dal Senato). (C. 1849)
    Relatore: BILLI.
    S. 1127 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica popolare cinese per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatto a Roma il 23 marzo 2019 (Approvato dal Senato). (C. 2030)
    Relatore: DI GIUSEPPE.
    2. Discussione sulle linee generali delle mozioni Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346 e Bonelli ed altri n. 1-00351 in materia di politiche per il clima e impegni per la 29^ Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Cop29).

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