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Resoconto Stenografico

XIX LEGISLATURA
Resoconto Sommario dell'Assemblea
Seduta n.328 di giovedì 18 luglio 2024
INDICE
(nominativi degli intervenuti in ordine alfabetico)

  • Missioni.
    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 86, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

  • Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,46). (ore 14,46)
    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

  • Nomina dei componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto”.
    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Comunico che ho chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto” i deputati Stefania Ascari, Deborah Bergamini, Beatriz Colombo, Christian Di Sanzo, Devis Dori, Chiara La Porta, Maria Anna Madia, Ilenia Malavasi, Simonetta Matone, Erica Mazzetti, Francesco Michelotti, Elisa Montemagni, Federica Onori, Alessandro Palombi e Andrea Quartini.

    Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della stessa Commissione i senatori Susanna Donatella Campione, Silvio Franceschelli, Mariastella Gelmini, Antonio Guidi, Ettore Licheri, Paolo Marcheschi, Dario Parrini, Cinzia Pellegrino, Simona Petrucci, Manfredi Potenti, Stefania Pucciarelli, Salvatore Sallemi, Ivan Scalfarotto, Daniela Ternullo e Julia Unterberger.

  • Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica (A.C. 1896-A).
    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1896-A: Conversione in legge con modificazioni del decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica.

    Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione. Ricordo altresì che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, la votazione per appello nominale avrà luogo a partire dalle ore 16,15, previo svolgimento delle dichiarazioni di voto. Sempre secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, al termine della chiama, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24, si passerà all'esame degli ordini del giorno.
    Nella giornata di domani, venerdì 19 luglio, a partire dalle ore 9,30, avranno, invece, luogo l'eventuale seguito dell'esame degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e il voto finale.

    (Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1896-A)

    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

    Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Isabella De Monte. Ne ha facoltà.

    ISABELLA DE MONTE

    ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Membro del Governo, colleghi e colleghe, siamo all'ennesimo voto di fiducia. Questa settimana abbiamo anche raggiunto il record di due settimanali. Questo ormai è il sistema adottato da questo Governo. È stato stigmatizzato anche ieri, da diversi colleghi, da diversi gruppi ed è evidente che questo non può essere un sistema con cui una democrazia parlamentare può andare avanti. Con beneficio di inventario, lo dico, ma dovremmo essere, più o meno, ormai a 58 voti di fiducia per questo Governo, in questa legislatura.

    Quello che io contesto è veramente il fatto di non agire in maniera sistematica. Infatti, è vero che nel passato ci sono stati diversi Governi che hanno fatto ricorso a decreti-legge e alla posizione della fiducia, però, è anche vero che ci troviamo in presenza di un Governo politico, di un Governo che ha anche una sua stabilità di maggioranza. Quindi, se in un passato c'era una ragione, dettata dal fatto che vi fossero maggioranze eterogenee verso i cosiddetti Governi tecnici, ebbene oggi questo non può essere più giustificabile. E non lo è ancor più, quando noi trattiamo di temi delicati, quale quello della casa. Ci sarebbe davvero la necessità di un approccio di tipo organico; non possiamo avere provvedimenti che riguardano segmenti di settori così rilevanti. Non possiamo avere, quindi, un agire che prende singoli aspetti e, a mano a mano, li mette assieme, anche perché su questo bisognerebbe agire per facilitare davvero lo scopo preannunciato in questo decreto. Ossia, bisognava reagire davvero su più fronti.
    Anche se l'argomento riguarda prevalentemente le pregiudiziali, vorrei richiamare quanto affermato proprio in tema di giustificazione della necessità e dell'urgenza, perché qui è affermata in modo chiaro. I temi sono anche condivisibili, cioè semplificare le norme in materia di edilizia, far fronte al crescente fabbisogno abitativo e facilitare, rilanciare il mercato della compravendita, indubbiamente lo sono. Anche quella ambientale, di limitare il consumo del suolo, lo è. Però, proprio per questa ragione, per l'importanza delle finalità annunciate, poi vediamo che, in realtà, lo scopo realizzato è molto più piccolo di quanto sperato.
    Svolgo brevi considerazioni nel merito perché, in realtà, le faremo prevalentemente nella dichiarazione di voto finale, però ci sono alcuni aspetti che noi consideriamo condivisibili. Rimuovere gli ostacoli normativi che creano difficoltà nelle compravendite, in riferimento a quello dello stato legittimo; consideriamo anche valida l'idea di poter avere piccole e parziali difformità che possono essere sanate; meno l'approccio che è poi emerso in sede di Commissione di merito. Bene anche l'ampliamento delle opere di edilizia libera, come anche - come dicevo prima - l'aspetto ambientale, di limitare il consumo di suolo. Però, dobbiamo dire che, in sede di audizioni, sono emerse criticità e queste criticità sono state evidenziate soprattutto dalla parte pubblica - dall'ANCI, dall'Associazione dei piccoli comuni - che tutelano un interesse pubblico. I rappresentanti di tale associazione hanno evidenziato, ad esempio, il tema di dover metter mano al decreto n. 380 del 2001, che effettivamente avrebbe bisogno di una sua rivisitazione, chiamiamola manutenzione, ben più corposa. Poi, anche il fatto di avere una normativa statale e poi regionale crea un rischio di una sovrapposizione, che determina notevoli incertezze.
    L'aspetto che più mi preoccupa, però, è il fatto della destinazione d'uso, perché è vero che dobbiamo avere un certo bilanciamento: da un lato, favorire il riutilizzo di spazi, anche di centri urbani, quindi il recupero in favore di un maggiore utilizzo, e anche spendita di attività; dall'altro, però, rischiamo anche di entrare in quel meccanismo che rende i centri cittadini poco residenziali. Anche qui, sappiamo bene, purtroppo, i rischi, anche di degrado, per un centro cittadino spopolato, che può arrivare anche in questa situazione, quando tradizionalmente era un rischio delle periferie. Oggi, purtroppo, si sta affermando questo rischio anche nei centri, e lo vediamo anche nelle città medio-piccole.
    Vorrei ora passare al tema più generale della casa, perché è la ragione del nostro “no” alla fiducia, che qui annuncio, perché noi pensiamo a questo, devo dire leggendo anche i testi di vari ordini del giorno che vengono richiamati. Ecco, dobbiamo partire dal fatto che è un diritto sociale collocabile tra i diritti inviolabili dell'uomo, un diritto individuale assoluto, incomprimibile, che trova il suo fondamento addirittura nella Costituzione. Ci sono state sentenze della Corte costituzionale in tal senso, come diritto inviolabile della persona, con l'imposizione dell'adempimento dei doveri di solidarietà sociale, nell'articolo 47 della Costituzione, come diritto alla formazione e tutela dell'esistenza della famiglia, nell'articolo 25 della Dichiarazione dei diritti dell'uomo, nell'articolo 11 del Patto internazionale dei diritti economici, sociali e culturali. Insomma, in definitiva, ci sono davvero tutti gli elementi per pensare che, in questo settore, dobbiamo impegnarci un po' tutti ed è questa la ragione per la quale c'è l'esigenza di agire in maniera più strutturale, più complessiva, in maniera decisamente più organica. Ciò partendo anche da un dato che è quello della povertà, perché qualcuno pensava di averla cancellata con un colpo di spugna; in realtà, la povertà, purtroppo, esiste e abbiamo i dati dell'Istat che ce lo dicono: 963.000 famiglie in stato di povertà che vivono in affitto - il 45 per cento del totale. Sono dati che ci devono far riflettere.
    Qui parliamo di famiglie, parliamo di nuclei, parliamo anche di individui, parliamo di vita delle persone e, quindi, noi dobbiamo porci in quest'ottica, perché ovviamente non basta facilitare le compravendite - siamo favorevoli alla semplificazione, alla sburocratizzazione, a entrare in quest'ordine di idee - però il problema è decisamente più vasto.
    Quindi un altro elemento decisamente preoccupante è il fatto che il canone rappresenti il 36 per cento della spesa mensile delle famiglie; credo che questo sia un dato anche sottostimato perché, purtroppo, incide ben più di quanto si possa immaginare insieme alle spese, ovviamente, di gestione della casa e a quelle energetiche. Quindi non basta, chiaramente, il solo canone a individuare il costo complessivo di una casa.
    Dobbiamo entrare anche nell'idea che i problemi sono molto cambiati rispetto al passato: l'Italia è un Paese in cui la stragrande parte dei cittadini aveva ed ha una casa di proprietà, ma tutto questo sta cambiando, perché l'aumento del costo della vita induce di più all'affitto; purtroppo, non ci sono più i soldi per acquistare la casa, probabilmente non ci sono neanche più le garanzie personali per poter accedere alla casa. Quindi questo, chiaramente, è un elemento che rafforza questa esigenza di metter mano integralmente al settore. Aumentano le richieste di affitto e aumentano anche i canoni. Ma vi è anche un ulteriore aspetto che più volte ci è stato evidenziato - e non solo da soggetti quali Federalberghi e operatori professionali del turismo - ossia il fatto che, chiaramente, c'è una maggiore convenienza a usare spazi a scopo turistico-ricettivo per un fatto economico, da un lato, e di garanzie del pagamento, dall'altro. Questo sta creando una serie di problemi all'interno dei centri cittadini - soprattutto nelle città turistiche, ma non solo - sia per la disponibilità dei locali, sia anche per il fatto che iniziano a snaturare la caratteristica di questi centri cittadini.
    Abbiamo infine un ulteriore elemento, quello degli affitti degli universitari, che non è risolto. Aggiungo, per completare, che il sistema casa richiederebbe davvero quel piano, di cui tanto si è parlato, per un intervento di carattere straordinario dell'edilizia residenziale pubblica; richiederebbe un intervento anche in termini di garanzie che lo Stato - perché no - può dare in tema di affitti; richiederebbe, inoltre, un intervento in termini di garanzia del proprietario, perché oggi il freno principale è costituito dal recupero dell'alloggio dell'inquilino che non paga, cosa molto difficile che richiede tempo e diventa addirittura anti-economico.
    Insomma, quello della casa è un tema che dovremmo affrontare in maniera decisamente diversa, complessiva e più organica. Per questo pensiamo che, invece, questo decreto non dia un'adeguata risposta e non risolva nemmeno il problema della rigenerazione urbana, che ormai è urgente in svariate città. Per tutte queste ragioni, al di là del merito che tratteremo domani, il nostro voto riguardo alla fiducia sarà negativo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.

    PINO BICCHIELLI

    PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Sottosegretario Morelli, studiando il decreto oggetto di discussione oggi in quest'Aula mi è tornata alla mente una citazione illustre, tratta dai Promessi Sposi: “il buon senso c'era, ma se ne stava nascosto per paura del senso comune”. Ecco, vogliate perdonarmi se scomodo Manzoni, tuttavia credo che il buon senso sia uno dei criteri cardine su cui si fonda il provvedimento oggi in esame.

    Nel corso degli anni le normative in materia edilizia hanno subito modifiche e complicazioni che hanno prodotto lungaggini burocratiche e conseguenti situazioni paradossali e contraddittorie, e molto spesso le modifiche o la sovrapposizione di norme in materia sono state prodotte dall'urgenza di dare segnali per punire chi volutamente violava la legge, principio corretto e in linea con i dettati costituzionali, ma che, al contempo, ha complicato fino ai limiti dell'inverosimile l'apparato burocratico. Pensiamo solo al contesto, ad esempio, degli uffici del catasto, a quanti documenti e a quanto tempo occorre per regolarizzare anche piccole e piccolissime anomalie edilizie.
    Un problema che non coinvolge solo il cittadino, ma anche la stessa pubblica amministrazione, che si ritrova pratiche inevase accumulate da decenni, documenti diversamente interpretati a seconda degli enti coinvolti, situazioni farraginose che rischiano di rendere inefficiente l'intera macchina, ritardando le risposte anche alle pratiche più lineari. Ecco, signor Presidente, molto spesso l'affastellamento di normative e regolamentazioni in materia è stato dovuto anche dalla necessità di seguire il senso comune perdendo, appunto, il buon senso.
    Il decreto in oggetto ha come obiettivo principe quello di invertire la rotta, mettendo al centro la necessità di sburocratizzare, semplificare, rendere più efficiente la macchina amministrativa ed evitare danni economici a carico dei cittadini e del Paese, introducendo misure fondamentali per la regolarizzazione di situazioni di minore entità che molto spesso ostacolano la commerciabilità degli immobili o la concessione di mutui e affliggono una parte significativa del nostro patrimonio immobiliare determinandone, al contempo, uno svilimento di valore. Anche perché, signor Presidente, se il mercato immobiliare viene ulteriormente imbrigliato, sul piano normativo il risultato non è il rispetto della legalità, ma il completo appiattimento del settore, e considerando che secondo gli ultimi dati disponibili - quelli di Bankitalia del 2021 - il 53 per cento della ricchezza degli italiani poggia proprio sul mattone, va da sé che quella appena prospettata è una variabile che il nostro Paese non può permettersi di contemplare.
    Vanno in questa direzione le misure come la semplificazione del cambio di destinazione d'uso all'interno della stessa categoria funzionale, la modifica delle norme igienico-sanitarie per le abitazioni, il superamento del problema della doppia conformità edilizia per quanto riguarda le difformità parziali e sostanziali; inoltre, per quanto concerne le tolleranze costruttive, le differenze consentite dalla legge tra progetto autorizzato e realizzato sono portate fino al 6 per cento per mini appartamenti sotto i 60 metri quadrati, con percentuali minori per metrature superiori, che arrivano fino al 2 per cento per quelle superfici maggiori di 500 metri quadrati.
    Poi, relativamente alla rimozione degli abusi edilizi, viene prevista, in determinati casi di necessità, la possibilità di proroga fino a 240 giorni. È da sottolineare anche la possibilità dell'utilizzo delle somme derivanti dalle regolarizzazioni delle difformità urbanistiche per completare o demolire le opere pubbliche incompiute. Ecco, quella delle opere incompiute o non più agibili è una piaga diffusa a macchia di leopardo in tutto il Paese e che, in molti casi, deturpa città, paesi e località turistiche, oltre ad occupare inutilmente una porzione di suolo che potrebbe essere utilizzata diversamente.
    Signor Presidente, la concretezza, la concretezza delle azioni, la ragionevolezza delle normative, l'effettiva utilità e la ricaduta positiva dei provvedimenti adottati al fine di agevolare le attività dei cittadini rappresentano, per questa maggioranza, per questo Governo - come già abbiamo sottolineato più volte -, la vera filigrana su cui poggia e si dipana ogni nostra azione politica e amministrativa. Semplificare le procedure al fine di affrontare il bisogno abitativo, recuperare il patrimonio edilizio esistente, ridurre il consumo di suolo e rilanciare il mercato immobiliare sono gli obiettivi contenuti nel presente provvedimento e che vanno in questa direzione, anche in un'ottica di sostenibilità economica e ambientale.
    In virtù di ciò, vengono valorizzati gli immobili favorendo la ristrutturazione edilizia, l'efficienza energetica, la rigenerazione urbana e il riuso del suolo edificato.
    Noi Moderati siamo stati sin dall'inizio attenti al tema della casa, del mercato immobiliare, della semplificazione delle norme e delle agevolazioni da prevedere al fine di garantire soprattutto ai giovani la possibilità di permettersi una casa per mettere su famiglia. Semplificare nel rispetto della legalità al fine di rilanciare l'economia e l'intero sistema Paese: è questo quello che ci sta a cuore, è questo l'obiettivo che perseguiamo ogni giorno, in ogni attività e in ogni provvedimento portato avanti ed è proprio per questo che annuncio il voto favorevole sulla fiducia a nome del gruppo di Noi Moderati.

    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

    FILIBERTO ZARATTI

    FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, aveva ragione Alessandro Manzoni: il buonsenso c'era, ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune. Quel senso comune che dice che bisogna lasciar fare, quel senso comune che è insofferente alle regole, quel senso comune che dice che tutto si può aggiustare. Invece, il buonsenso se ne stava nascosto, quel buonsenso che ci dovrebbe dire che invece servono le regole, servono le regole che valgono sempre, quelle regole che danno certezza sia ai cittadini e alle cittadine, ma anche agli imprenditori, di ciò che si può fare e di ciò che non si può fare.

    Ecco, questo è il provvedimento che dice che si può fare tutto e il contrario di tutto, secondo la migliore tradizione della destra italiana, quella, appunto, di pensare di risolvere i problemi dei cittadini e delle cittadine, i problemi anche di cassa, attraverso sanatorie e condoni. Questa è la realtà. Più che Salva casa, sarebbe meglio chiamare questo decreto con il suo vero nome: Sfascia regole, perché è questo quello che sta accadendo.
    L'unica vera e riconoscibile caratteristica di necessità e urgenza riscontrabile in questo decreto è il desiderio di produrre un'ulteriore deregolamentazione delle regole edilizie e urbanistiche che governano il territorio italiano, per giunta senza l'acquisizione dell'intesa Stato-regioni. Proprio voi che sbandierate come un grande risultato ottenuto l'autonomia differenziata, non solo non applicate, in questo decreto, l'autonomia differenziata, ma neanche l'autonomia che c'era prima, perché l'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, dice che la materia di governo del territorio è attribuita alla competenza legislativa concorrente tra Stato e regioni. Quindi, non solo voi non rispettate le ulteriori competenze che pure volete regalare alle regioni, ma neanche quelle che c'erano prima.
    Dicevo, un provvedimento sfascia regole, un provvedimento che, di fatto, è l'ennesimo condono, l'ennesima sanatoria, nella nostra regione, spacciata come soluzione che aggiusta i piccoli problemi quotidiani delle piccole case, quelli della finestra, quelli del tramezzo interno. Tuttavia, io vorrei ricordare qui al Governo che il decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001, il testo unico dell'edilizia, le piccole difformità già consente di aggiustarle, non serviva la legge condono che avete fatto voi, non serviva un'ennesima sanatoria, bastava applicare quella legge, il testo unico dell'edilizia, che le piccole difformità già consente di sistemarle. Evidentemente, l'obiettivo era un altro. Intanto, evitare di affrontare il problema più importante nel nostro Paese, perché ci servirebbe, finalmente, un Governo che si occupa dell'emergenza abitativa, delle centinaia di migliaia di famiglie senza casa, ripeto, centinaia di migliaia di famiglie. La metà delle persone che vivono in povertà vivono in povertà alloggiativa, non hanno la possibilità di avere accesso a una casa. E, contemporaneamente a questo, ci sono 90.000 alloggi di edilizia economica e popolare inutilizzati, perché il Governo e lo Stato non intervengono a fare le necessarie manutenzioni e a completare queste case, che sono a metà della dell'opera ormai da anni, completamente abbandonate. Poi vi lamentate che ci sono le occupazioni, ma le occupazioni ci sono in quelle case che non vengono utilizzate da decenni, non in quelle che sono già state assegnate in graduatoria. Peraltro, ci sono decine di migliaia, centinaia di migliaia di persone che aspettano che le graduatorie vengano espletate: ma di questo vi volete preoccupare? O a voi non interessa niente? Non ve ne importa di queste centinaia, di questi milioni di persone, di uomini, donne e bambini, che non hanno accesso a un diritto fondamentale, sancito dalla Costituzione. Voi vi occupate di altro. E di cosa vi occupate? Vi occupate di fare l'ennesimo grande favore ai grandi costruttori di questo Paese, perché il combinato disposto della vostra proposta di agevolare il cambio di destinazione d'uso con quella di consentire l'abitabilità agli alloggi di 20 metri quadrati e altezza minima fissata a metri 2,40, consente prima di tutto una cosa - lo dico a lei, Sottosegretario, forse non ci avete pensato -, e cioè che milioni di metri cubi di valore, che per adesso non hanno valore, che hanno valore zero, le cantine, i lavatoi, i garage, che sono in gran parte proprietà dei costruttori, improvvisamente diventano un valore enorme. C'è qualcuno che, nel momento nel quale voi approverete questo provvedimento, nelle ville di Capri, nelle ville di Positano, nelle ville di Cortina brinderà con lo champagne, perché, grazie al vostro provvedimento, ha guadagnato, in un colpo solo, milioni e milioni di euro, decine di milioni di euro, perché quei costruttori potranno mettere in vendita lavatoi, garage e cantine come alloggi di 20 metri quadrati e con un'altezza minima di metri 2,40, cosa che finora non era possibile. È questo il risultato di quello che state facendo voi. Dovete avere il coraggio di assumervi le vostre responsabilità: quelle di essere l'ennesimo Governo schiavo dei poteri forti. Hai voglia, collega Foti, che ogni tanto alzi la voce contro i poteri forti, voi siete i servi dei poteri forti, siete voi che acconsentite, anche con questo provvedimento.
    Certo, voglio dare atto, Presidente, a una verità politica incontrovertibile. Questa verità politica è che il vero motore della maggioranza non è Fratelli d'Italia, è la Lega. Lo devo dire, devo fare un elogio al segretario Salvini, perché i più importanti provvedimenti che stanno cambiando la natura della nostra democrazia - dall'autonomia differenziata al Piano casa, al DDL che riguarda la sicurezza - sono espressione della volontà politica e del programma della Lega, cari amici e amiche di Fratelli d'Italia. Pur avendo il più gran numero di parlamentari, pure, in qualche modo, accollandovi tutte le responsabilità di questa maggioranza, così composita, state facendo i servi di Salvini. Complimenti, una volta che siete riusciti a prendere qualche voto per avere la maggioranza in Parlamento, adesso fate i servi di Salvini, davvero complimenti.
    Per non parlare del fatto, appunto come accennavo, che voi volete trasformare cantine, garage e lavatoi in alloggi dove le persone dovrebbero vivere. Ma io la domanda la rivolgo a lei, Presidente: lei manderebbe suo figlio a vivere un alloggio alto metri 2,40 e di 20 metri quadrati? 20 metri quadrati che devono contenere una cucina, un bagno, un letto, quasi sicuramente sotto il livello della strada. Ce lo manderebbe, lei, suo figlio o sua figlia a vivere in un alloggio simile? Io credo di no, come gran parte, credo, di tutti noi che siamo qui, non lo faremmo. E, allora, perché voi volete consentire questa possibilità? Perché non vi interessa niente della sorte di questi ragazzi e ragazze, i quali, grazie alle vostre politiche scellerate, non hanno neanche la possibilità di progettarsi un futuro, di pensare a costruirsi una famiglia?
    Voi siete anche i difensori della famiglia, mi pare, così almeno dite, ma poi, nei fatti, di queste famiglie voi ve ne dimenticate un po'. Ecco, questi ragazzi e ragazze che vogliono costruirsi una famiglia come fanno? Come fanno con gli stipendi più bassi d'Europa, quando lavorano? Come fanno quando non trovano lavoro come spesso, purtroppo, capita? E dove andranno a vivere? In questi alloggi di 20 metri quadrati sotto il livello della strada, in questi lavatoi recuperati, in questi garage che voi volete spacciare per abitazioni.
    Guardate, in questa nostra Assemblea si usa spesso una parola che a me non piace, devo dirlo: si usa spesso la parola vergogna e, devo dire, si abusa un po' di questo termine. Però, scusatemi, in questo caso, c'è da dire che davvero c'è da vergognarsi di un provvedimento come questo, non si dovrebbe avere il coraggio di portarla in Aula, in un'Aula parlamentare, per rispetto dei cittadini e delle cittadine, innanzitutto, per rispetto delle istituzioni, per rispetto della nostra Costituzione.
    Sono queste le ragioni per cui non daremo la fiducia al vostro Governo e queste sono le ragioni per cui continueremo a fare una lotta contro l'autonomia differenziata, contro il disegno di legge Sicurezza, contro questo Piano casa, per dare finalmente all'Italia un Governo che sappia rappresentare davvero gli interessi dei cittadini e delle cittadine (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.

    GIULIA PASTORELLA

    GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Sottosegretario, sono una neofita di quest'Aula: mai avrei pensato che fare il parlamentare fosse un lavoro ripetitivo, perché alla sessantaduesima fiducia ci siamo anche un po' stancati di domandarci, di chiedervi per quale motivo la dobbiate porre, per quale motivo, con una maggioranza in teoria ampia, in teoria coesa, vi troviate a ricorrere ancora una volta a questa esautorazione del Parlamento, a questa accelerazione dei tempi, a questa fretta che davvero non si capisce. Quindi lascerò per una volta da parte questa polemica - benché giusta - per concentrarmi sul messaggio.

    Voi chiedete la fiducia, la fiducia su che cosa? Credo che i nomi dei decreti, nomi che, poi, vengono diffusi alla stampa, siano indicativi di ciò su cui il Governo chiede la fiducia. Pensiamo al decreto Dignità, al decreto Sicurezza, al decreto Cybersicurezza; tutti provvedimenti con nomi roboanti che descrivevano, in teoria, quello che il Governo aveva in testa. Ebbene, voi avete in testa, apparentemente, di salvare la casa: peccato che, forse, la casa è una delle poche cose in questo Paese a non essere particolarmente in pericolo.
    Quello che andrebbe salvato, quelli che andrebbero salvati solo coloro che alla casa non hanno accesso, quelli che la casa non ce l'hanno, quelli che faticano a trovare persino che cosa voglia dire casa.
    Quindi, il decreto “Salva casa” salva la casa - per carità, bene fondamentale, il 70 per cento degli italiani è proprietario - ma, forse, il tema non è se aggiungere o meno una tenda da sole: il tema è se riusciamo a permettere alle persone che non ce l'hanno di acquisirla, se riusciamo a permettere a chi è in affitto di evitare di spendere la metà del proprio reddito in affitto e in bollette.
    Pensiamo agli studenti: è stata menzionata più volte l'idea di come si possa vivere in meno di 20 metri quadri. Io, personalmente, nei miei anni di studentessa a Londra e a Parigi, ho vissuto in un sottoscala, con zero finestre, solo la porta di uscita e topi, e in 9 metri quadrati a Parigi perché lì le regole sono così. Ovviamente, non mi augurerei per nulla al mondo che finissimo per avere regole così, però non mi sembra neanche che il problema principale di questo decreto sia il fatto che permetta alcune sanatorie, alcune regolarizzazioni, perché i proprietari sono tanti, la semplificazione è qualcosa che, in quanto partito liberale, auspichiamo sempre. Il problema è decisamente un altro. Il problema è che ci sono, per esempio, circa 750.000 alloggi di edilizia residenziale, di edilizia popolare e, apparentemente, ne servirebbe almeno un 50 per cento in più, stando alle stime più conservative.
    E, mi dispiace dirlo, ma noi pensiamo che occupare una parte di esse - attenzione, l'occupazione è una moda che va da sinistra a destra, perché non è solo il caso della collega Ilaria Salis, pensate a CasaPound, che è nata sull'idea di occupare -, forse, non sia la maniera di far fronte all'emergenza abitativa. Come non è la maniera di far fronte all'emergenza abitativa affrontare il tema degli affitti brevi, tema caldissimo in alcune città, semplicemente con un codice identificativo, cosa che ha proposto il vostro Governo e che, in effetti, non ha risolto assolutamente nulla.
    Pensate che l'emergenza abitativa è sentita come un tema talmente importante che proprio oggi la Presidente della Commissione europea, a cui vanno le mie congratulazioni, la neoeletta Presidente von der Leyen, ha proposto che ci sia un commissario europeo con questa delega specifica, con una delega all'abitazione, tanto l'emergenza è sentita proprio in tutta Europa; non è sentita solo nelle nostre grandi città. A proposito di grandi città, permettetemi come punto marginale, ma neanche tanto, la questione del cosiddetto “salva Milano”. Questo decreto, lo ripeto, aveva tanti punti, alcuni criticabili, alcuni meno, ma aveva la possibilità di evitare una perdita, secondo la stima di Scenari immobiliari, di circa 38 miliardi di investimenti, non solo a Milano, ma in tutto il Paese, e un blocco di introiti per il comune di Milano - faccio outing, sono milanese, quindi mi interessa particolarmente - che si stima attorno ai 100 milioni.
    Certo che non era la maniera migliore, sarebbe stato meglio che il Governo, forse, avesse preso un'iniziativa a monte, non avesse lasciato al Parlamento e alle dinamiche parlamentari di infilare in una norma che c'entra poco tutta l'annosissima questione della diatriba tra la procura e il comune di Milano, tuttavia c'era l'opportunità di farlo. Noi stessi abbiamo proposto un emendamento in questo senso, che verteva non solo nel risolvere la situazione esistente, ma dava anche regole chiare, evitando di rimandare - come, invece, faceva un emendamento della Lega - a un futuro tavolo di lavoro le nuove regole.
    Eppure, non si è riusciti a trovare una quadra e questo per me è davvero indicativo: su un tema su cui c'è la convergenza di interessi, io direi, di tutti quanti, maggioranza e opposizione, la maggioranza si è sgretolata, si è spaccata e adesso non solo i milanesi, ma tutti quelli che si trovano in questa situazione, hanno davanti un'incertezza. Sarà nel decreto Infrastrutture? Sarà dopo? Non si sa e, nel frattempo, tutto è bloccato.
    E attenzione, non è assolutamente una questione di essere con i costruttori; è una questione di essere con il Paese, è una questione che riguarda il fatto che sulla stratificazione normativa, in particolare in materia di edilizia, vi è da mettersi le mani nei capelli. Quindi, come facciamo a risolvere i problemi?
    Questo decreto “Salva casa” non salva tanto, non fa proposte laddove c'è bisogno di farne. Noi ne abbiamo fatte su tanti temi: per la questione dei mutui, che non è stata toccata assolutamente, per la questione degli studenti fuori sede, per gli alloggi popolari. I temi sulla casa sono molteplici, questo Salva casa è parziale, è un piccolo aiuto, che, però, assolutamente non va a toccare quello che c'è da fare. Quindi, senza noia, forse con eccessiva ripetizione, però, anche questa volta, noi voteremo “no” alla fiducia a questo Governo, perché non ci fidiamo, non crediamo che sappia davvero salvare la situazione della casa in Italia e la situazione dell'emergenza abitativa, che è davvero fondamentale e sta diventando un'emergenza sempre più forte (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cattaneo. Ne ha facoltà.

    ALESSANDRO CATTANEO

    ALESSANDRO CATTANEO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Oggi, in quest'Aula, affrontiamo il tema del voto di fiducia sul decreto Salva casa. Già dal nome vengono sottolineate l'importanza e la centralità di un elemento che per Forza Italia è sempre stato in cima alle priorità politiche: quello della casa. Forza Italia ha sempre inteso la casa, l'abitazione, non solo come un elemento, un fattore di natura economica, ma come il nucleo fondante delle comunità locali, dove le famiglie vivono, risiedono, costruiscono il loro futuro, insomma un elemento portante complessivo, in una visione ampia della nostra società.

    E, proprio per questo, Forza Italia ha difeso, come nessun altro partito nella storia recente, il tema della casa. Tutti ricordano quando il Presidente Berlusconi volle fortemente l'abolizione della tassa sulla prima casa: qualcuno prendeva in giro considerandola una promessa elettorale, ma sono passati anni e, per fortuna, la tassa sulla prima casa ancora non si paga, e non si paga perché il centrodestra ha difeso questo principio e Forza Italia è stata protagonista determinante nel difendere questo principio.
    Oppure, si è detto poco fa che non c'è niente da salvare. Ebbene, la casa spesso è aggredita anche da chi vorrebbe mettere le mani con nuove tassazioni. Si parla non di rado - esponenti della sinistra lo fanno - di patrimoniale, di revisione del catasto spesso portata avanti in maniera disorganizzata e sottesa come nuova tassazione. Finché ci sarà Forza Italia al Governo, tutto questo, con noi, non ci sarà mai, ma ci saranno provvedimenti come questi che cercano di dare risposte, userei il termine moderne.
    Noi ci rifacciamo a quell'adagio dell'Ottocento in Francia, che diceva che, se l'edilizia va, tutto va, in particolare va l'economia e tutto si tiene. Era il 1800 quando si diceva questo. Ancora oggi, crediamo che questo adagio sia vero, ma non possiamo andare avanti con gli strumenti, non dico dell'Ottocento, ma, purtroppo, oggi andiamo ancora avanti con gli strumenti, magari, del 1942, come la legge urbanistica. I nostri provvedimenti si innestano in una traiettoria che, da inizio legislatura, ci ha visto lavorare alacremente su questi temi. Da quanto attendevamo la revisione del codice appalti?
    È arrivata, l'abbiamo fatta con coraggio, togliendo burocrazia e, anche lì, la sinistra di questo Parlamento ci accusava delle peggiori nefandezze, di aprire le porte a truffatori e a corrotti. Niente di tutto questo. Oggi abbiamo bisogno, per nuove sfide nell'ambito dell'edilizia, non di regole vecchie, ma di nuove regole.
    Tutte vere le priorità citate: l'edilizia popolare, ancora c'è pressione abitativa molto forte nei comuni, sono stato sindaco e so cosa vuol dire non poter dare a tutti risposte sui temi abitativi.
    Ci sono gli studenti, che lamentano, che rivendicano, giustamente, la possibilità di avere affitti calmierati o, ancora, le giovani coppie, perché oggi, se vogliamo sostenere la natalità, come stiamo facendo, una giovane coppia deve avere la possibilità di guardare al futuro, anche acquistando una casa, magari in un contesto di housing sociale, dove riesce a far fronte, rispetto ai propri stipendi, al mutuo, alla casa da acquistare. Ancora, ci sono i lavoratori che devono pendolare sulle grandi città metropolitane, dove uno non si può permettere un'abitazione e, quindi, ogni giorno centinaia di migliaia di persone pendolano. Ancora, le nuove sfide: è stato accennato come le città turistiche vedano i centri storici trasformarsi a una velocità che non riusciamo a controllare.
    Ecco, per far fronte a tutte queste sfide, non servono gli strumenti vecchi, che ancora oggi ho sentito, in quest'Aula, portare avanti. Soprattutto, da forza liberale quale rappresentiamo, noi pensiamo che raramente la risposta sia più Stato, soldi pubblici; spesso la risposta è una sana partnership pubblico-privato. Si può fare con le regole che abbiamo oggi? Beh, signori, la risposta è no; lo dicono i fatti: quante aree urbane da rigenerare sono ancora lì, ferite aperte nelle grandi città? Perché non si riesce a fare? Perché gli imprenditori, spesso, non è che non abbiano regole dure, ma non sanno proprio quali sono le regole: inizi con un business plan con certe regole del gioco, poi basta che durante una bonifica trovi un indicatore di qualche frazione differente e il tuo piano di investimento sballa, scala.
    Abbiamo fatto delle regole, anche sul codice penale, molto severe - evviva - per il rispetto ambientale, ma la storia ci dice che abbiamo milioni di metri quadri nelle più belle città del nostro territorio completamente abbandonati. Possibile che non ci sia stato alcun imprenditore che sia stato in grado di metterci mano? Evidentemente, c'è un problema oggettivo di regole e noi, con questo provvedimento, con questa visione ampia e larga, mettiamo mano a questo tema.
    Lo ripeto: nuove sfide non vengono vinte con vecchi strumenti e solo con una facilitazione dell'intervento privato vinceremo queste sfide (fondi d'investimento, dialogo tra pubblico e privato), che è quello che a Milano, tra l'altro, è avvenuto, con amministrazioni - rivendichiamo - di centrodestra, che hanno pianificato la Milano che oggi tutti ammirano. In fondo, lì è stato fatto veramente ciò che dovremmo spiegare nelle scuole, cioè, a costo zero per la pubblica amministrazione, il privato ha fatto atterrare miliardi di euro di investimenti, a beneficio del PIL di tutti. Tra l'altro, la rigenerazione ha contagiato positivamente il contesto, anche da un punto di vista di vivibilità sociale. Andate a farvi un giro in via Melchiorre Gioia, a Milano, per vedere cosa c'era prima e cosa c'è oggi; andate a vedere i valori delle case della gente normale nelle vicinanze di quell'area quanto sono aumentati. Un'operazione win-win per tutti, a costo zero per lo Stato. Allora, vogliamo esportare questo modello? No. Succede poi che la procura apre un procedimento: qui ho massimo rispetto dell'equilibrio tra i poteri, però non posso non domandarmi se l'apertura di un fascicolo penale, che va a approfondire aspetti di regole amministrative, sia la strada più giusta per arrivare a mettere un punto fermo di verità. Noi rispettiamo, ovviamente, il lavoro delle procure, però non possiamo non sottolineare questa anomalia, perché così fermiamo tutti i lavori, e a Milano sono fermi. Noi abbiamo lavorato alacremente, con questo provvedimento, e voglio ringraziare la nostra relatrice, Erica Mazzetti, che ha lavorato fino all'ultimo, in particolare su questo tema, che poi non è solo il “Salva Milano”, perché ha avuto questo titolo in quanto la situazione di Milano, è evidente, è al collasso - e lo dico, per suo tramite, Presidente, anche al Sottosegretario qui presente e a tutti noi della maggioranza: dobbiamo trovare una soluzione; nei prossimi provvedimenti torneremo a occuparcene, insieme; a scrivere un provvedimento che possa dare certezze agli imprenditori - ma il tema di Milano è il tema di tutte le città e, soprattutto, di tutti i centri capoluogo, eccetera eccetera.
    Il fatto che serva la necessità di un piano attuativo, precedente all'esecuzione urbanistica degli atti, è figlio di una norma del 1942; l'espansione della città seguiva, nel dopoguerra, l'espansione del boom economico. Ora ci sono tutti altri temi, invece, da commisurare: siamo ancora qui che parliamo di demolizione e ricostruzione, ma la demolizione e la ricostruzione devono essere facilitate, signori, salvo casi conclamati in cui ci sono beni architettonici da preservare, ma in tutta Europa i volumi si conservano, si demolisce e si ricostruisce, perché è molto più efficace ed efficiente. Si salvaguarda di più, con nuovo abitato, anche l'ambiente, che è la grande sfida che abbiamo davanti. Anche sui cambi di destinazione d'uso è ovvio che un tempo c'erano aree industriali a ridosso nei centri città, mentre oggi non è che si possa immaginare una vocazione industriale nei centri città storici della nostra Italia. Dobbiamo facilitare tutto ciò. Ecco, con il DL Salva casa, iniziamo a fare tutto questo. Lo abbiamo fatto - è stato detto prima e non voglio ripetermi - su alcuni aspetti di dettaglio, che, in definitiva, cercano di risolvere quei problemi di burocrazia, di regole eccessive, che hanno limitato molto l'intervento sull'abitato, e speriamo che, con questo intervento, la classe media italiana riesca anche a porre mano ai propri edifici in maniera più semplice e più efficace.
    Nel giorno in cui nasce il nuovo Governo europeo, permettetemi, come Forza Italia, che aderisce ed è un perno del Partito Popolare Europeo, di fare i complimenti a Ursula von der Leyen, eletta proprio oggi, che ha parlato di Green Deal, amico però delle imprese. Oggi è stato detto che nei primi 100 giorni il Green Deal europeo dovrà essere - come dico io - riscritto. Ecco, riguardo alla direttiva Case green, l'avevamo migliorata molto, noi di Forza Italia, stando dentro alla maggioranza europea; ci dovremo mettere mano, tornare a occuparcene. Ecco, già da lì, in Europa, Forza Italia farà la sua parte, anche sui temi dell'edilizia, per avere un inquadramento che sia virtuoso e amico della casa, affinché si incentivino interventi, affinché non si diano direttive centralistiche che diventano quasi tasse occulte.
    Insomma, il tema è molto sentito: con il Governo di centrodestra, come Forza Italia, siamo contenti di avere decreti che si chiamano Salva casa; temiamo il giorno in cui dai Governi di centrosinistra, visti gli esponenti che mandano in Europa, possano arrivare decreti che abbiano il nome di “Espropria casa”, “Occupa casa”, visto che questo è un esercizio in cui alcuni esponenti in Europa si sono deliziati con profitto, per loro evidentemente.
    Noi sappiamo che questo è uno dei tasselli, che non è finita qui la sfida. Dobbiamo rivedere la legge urbanistica; dobbiamo fare una legge nazionale di rigenerazione urbana; dobbiamo andare avanti con le semplificazioni; dobbiamo incentivare il più possibile la partnership pubblico-privato. Quindi, abbiamo le idee chiare: questo è un provvedimento positivo, ma che si inserisce in una traiettoria di massimo impegno, in cui la casa è al centro della politica di questo Governo, perché, con questa centralità, va l'economia, si tiene la società, diamo una risposta vera e sentita ai bisogni degli italiani.
    Per questo, Forza Italia dichiara il voto favorevole alla questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

    PATTY L'ABBATE

    PATTY L'ABBATE (M5S). Onorevoli colleghi, membri del Governo, se sull'attività parlamentare di questi mesi dovessero girare una serie TV, il titolo sarebbe La casa di Giorgia, parafrasando La casa di carta, perché, in questo mese di luglio, la Presidente del Consiglio, con una grandinata di decreti, caduti dal cielo, ha voluto trasformare le due Camere in due dependance. Il ricorso ai decreti-legge, almeno nel recente passato, non è mai stato centellinato da alcun Governo, ma qui siamo arrivati all'ingorgo più brutale: il viavai di provvedimenti tra Camera e Senato supera clamorosamente quello delle auto sul grande raccordo anulare durante l'ora di punta. In questa girandola di decreti, il Parlamento viene, in qualche modo, neutralizzato e piegato a uso e consumo di Giorgia Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa neutralizzazione si formalizza, nel concreto, con il ricorso all'ennesima questione di fiducia, epilogo inesorabile di questa sbornia colossale da decreti-legge. Eppure - diciamolo, eppure - le norme urbanistiche sono una cosa seria e tante leggi sono nate dopo iter parlamentari molto complessi e ragionati - ripeto, ragionati - che hanno richiesto i loro tempi. Per Meloni, Salvini e gli altri Ministri, invece, tutto è urgente e straordinario. Eccoci, quindi, a ripetere la solita ridondante pappardella sulla questione di fiducia, che accompagna questo interminabile serpentone di decreti-legge fermi al casello prima della pausa estiva. Questo decreto, quindi, si scrive Salva casa, ma si legge: tutto è consentito.

    Attenzione, nel testo originario, uscito dal Consiglio dei ministri, c'erano tantissimi punti condivisibili: quando si trattava di semplificare la vita dei cittadini, impantanati nella selva burocratica che blocca ogni operazione di fronte a una lieve difformità, non si può che essere d'accordo. Tuttavia, è stato fatto questo? Purtroppo, tutta la prosopopea, anche carina di Salvini, infarcita di uno slogan che rimandava alla famiglia del Mulino Bianco, con i termini quali “finestrella”, “cameretta”, “paretina” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), si è infranta nel corso dell'iter parlamentare del decreto, che ha trasformato un allargamento delle maglie delle norme urbanistiche in una “tana libera tutti”.
    Tana libera tutti, sì, il superamento dell'esame di doppia conformità, anche per le variazioni essenziali. Se non si può etichettare come un vero e proprio condono, ma chi è? Il suo fratello gemello? La tutela degli immobili vincolati è di fatto annullata; si possono sanare nuove superfici o nuovi volumi anche senza autorizzazione paesaggistica. Ecco, a noi del paesaggio in Italia, visto che viviamo di turismo, non importa assolutamente nulla.
    Non solo: aumento consistente di cubature e modifiche sostanziali dei parametri urbanistici, violazione delle norme vigenti in edilizia antisismica - questo è pericoloso -, le variazioni essenziali, cosa sono? Che cosa sono diventate? Incluse dal Governo Meloni nella opzione di sanatoria, sono praticamente proprio sfacciate. Tutto questo, inoltre, avverrà - guardate, attenzione - col meccanismo del silenzio-assenso. Ma voi immaginate, quando si presenta una pratica di sanatoria in un comune che non risponde entro i 45 giorni, come abbiamo scritto, l'immobile è sanato, considerando che migliaia di comuni non hanno risorse economiche e umane per evadere centinaia di pratiche al giorno. Potenzialmente, quindi, può passare di tutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Avete consegnato le nostre città al far west urbanistico.
    Ecco, almeno pare che una cosa buona l'abbiate fatta: si è evitato di inserire nel testo l'emendamento “Salva Milano”, uno scempio giuridico che avrebbe reso il provvedimento ancora più indigeribile. Ma, colpo di scena: esce da una porta ed entra da un'altra porta, perché? Perché esponenti del Governo hanno già confermato che riapparirà nel DL Infrastrutture. Dobbiamo intenderci: le norme di riferimento non possono essere neutralizzate col solo fine di disinnescare le inchieste giudiziarie.
    Se costruttori e funzionari comunali hanno sbagliato, devono rispondere. Milano non può avere un regime urbanistico a sé stante, rispetto al resto del Paese, anche perché è una città affogata nel cemento. Questo decreto rappresenta una grande occasione mancata e non è purtroppo né il primo e non sarà nemmeno l'ultimo. I favori agli speculatori superano di gran lunga le semplificazioni che dovevano essere fatte per i cittadini. E, anche questa volta, il Governo Meloni ha difettato nel metodo su tutta la linea, finendo, infine, anche di inciampare sul merito.
    Isaac Newton diceva: “costruiamo troppi muri e non abbastanza ponti”. No, guardate, questo Governo cementifica; cementifica sia muri che ponti. Noi ce li abbiamo tutti e due, non ci sono questi problemi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
    La carbon footprint aumenta, l'impronta ecologica cresce a dismisura, il consumo del suolo continua. Altro che tutelare il suolo, tutelare la nostra terra, nulla: noi continuiamo a costruire, a costruire. Pertanto, per questi motivi che vi abbiamo detto, noi del MoVimento 5 Stelle voteremo fermamente contro la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montemagni. Ne ha facoltà.

    ELISA MONTEMAGNI

    ELISA MONTEMAGNI (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi, in questi giorni, in queste settimane abbiamo trattato questo decreto in Commissione con grande attenzione e abbiamo subito attacchi, sia nella sede proprio di Commissione che sui giornali. Sono attacchi spesso che lasciano un po' stupiti, da chi dice in maniera legittima - e sono anche d'accordo - che non dobbiamo consumare ulteriore suolo ma che altrettanto ci viene a dire che tutto quello che c'è già, che è vuoto e che è sfitto, deve rimanere così com'è. Quindi, non deve essere utilizzato: lì, lasciato a morire.

    Noi abbiamo la volontà, invece, come Governo - e questa è stata una forte spinta del Ministro Salvini - di andare a lavorare, a recuperare tutto quello che possiamo, per cercare di dare risposte ai nostri cittadini, non solo ai proprietari, ma anche a chi l'alloggio lo cerca, non occupando, come fa qualcuno ben noto alle cronache, ma lo cerca in maniera lecita e legittima e, a volte non lo trova, proprio perché ci sono troppi fondi, troppi appartamenti che non sono ad oggi utilizzabili per cavilli burocratici o per piccole difformità.
    Allora, arriviamo al punto che la sinistra, pur di attaccare il Governo e soprattutto pur di attaccare Salvini, ci viene a dire che i cittadini sono in malafede, perché hanno case con gli abusi, abusi grandissimi, insanabili, catastrofe. Allora, invece, noi riteniamo che quelli non siano grandi abusi, ma che siano piccole difformità, che possono essere sanate senza nuocere a nessuno e che, una volta che vengono sanate, produrranno un gran beneficio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), non solo per i proprietari, ma per le amministrazioni, che aspettano di sburocratizzare, di semplificare e di velocizzare, e anche per tutti quelli che cercano una casa.
    L'opposizione non si rende conto che il provvedimento è atteso da anni, non solo dalle persone, da chi è fuori di qui e magari è proprietario di un immobile, ci paga le tasse e non ne può usufruire, ma è interesse soprattutto delle amministrazioni; quelle amministrazioni che in questo caso non hanno colore politico perché si ritrovano tutte ad affrontare la stessa difficoltà, vedendo gli uffici tecnici con i tavoli pieni zeppi di pratiche che non riescono a smaltire per colpa della troppa burocrazia, delle normative regionali, che non sono omogenee, e anche di norme che sono obsolete rispetto ai tempi che corrono.
    Dunque, lo dico, e lo dico veramente in maniera chiara e ne vado anche fiera: ci voleva questo Governo e ci voleva il Ministro Salvini per cercare di modernizzare questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ci voleva un Ministro che mettesse al centro la semplificazione, che mettesse al centro la possibilità di usare quello che oggi è lì fermo, è vuoto e non lo possiamo utilizzare non perché ci sono cittadini che sono dei poco di buono, ma ci sono cittadini che, semplicemente, magari hanno ereditato una casa, un appartamento, se lo sono trovato con qualche misura sbagliata, un pochino ruotato, un pochino difforme e allora non lo possono utilizzare. Pertanto, andando in questa direzione, vogliamo dare ancora più risposte.
    Sono pervenuti in Commissione tutti emendamenti, arrivati dalla maggioranza, di buon senso: erano tanti, sì è vero, ma perché per noi la casa è un tema serio, è un tema che vogliamo affrontare ed è un tema su cui continuiamo e continueremo a cercare risposte che siano definitive e che vadano incontro alle esigenze. È per questo che c'erano tanti emendamenti di maggioranza, gli emendamenti di maggioranza servivano semplicemente - servono tuttora, perché il lavoro non è ancora finito - a portare soluzioni che da troppi anni questo Paese si aspetta.
    Dunque, i micro-appartamenti, la diminuzione delle altezze minime, il recupero dei sottotetti sono tutte cose che negli altri Paesi europei già vengono fatte. In quei Paesi europei che spesso vengono governati dagli amici di quella sinistra che oggi attacca il Governo. Allora, mi viene da dire: qual è la coerenza della sinistra che ci attacca quando in realtà andiamo ad abbassare l'altezza minima a 2,40, come già succede in Germania e addirittura in Francia è a 2,30?
    Qual è la coerenza di quella sinistra che non si rende conto che ci sono Paesi in Europa che non hanno nemmeno le superfici minime per l'abitabilità degli appartamenti? Quindi penso e mi viene da pensare che forse, in fondo, ci sia un pizzico di gelosia nel fatto che questo Governo, che il Ministro Salvini stia facendo e facendo bene e che qualcuno cerchi di sabotare sistematicamente quei provvedimenti che per noi, in realtà, sono soluzioni da dare al Paese e ai cittadini.
    Noi andiamo avanti, andiamo avanti a dare risposte, superando la doppia conformità, semplificando la determinazione dello stato legittimo e regolarizzando gli interventi eseguiti in parziale difformità prima che esistesse il permesso di costruire, prima che si potessero fare le varianti in corso d'opera. Tutte le cose che ho appena elencato sono utili soprattutto alle amministrazioni, perché sono quelle che bloccano le pratiche.
    E non è che le bloccano perché una sanatoria non si può fare, ma le bloccano perché ci sono dei cavilli troppo stringenti e che non rendono possibile nemmeno alle amministrazioni di andare velocemente a smaltire tutte le richieste che arrivano dai cittadini. Aumentiamo le tolleranze per le difformità dal 2 per cento al 6 per cento per gli immobili sotto i 60 metri quadri - l'ultima percentuale è stata inserita con un emendamento voluto fortemente dalla Lega - perché è ovvio che una tolleranza di due centimetri su un immobile di 500 metri quadri comporta una bella differenza rispetto al 2 per cento su un immobile di 60 metri quadri. Questo viene fatto per rendere più omogenea anche la possibilità di andare a sanare gli stessi spazi, indipendentemente da quanto un edificio o un immobile possa essere grande dal punto di vista della metratura. Poi, diamo la possibilità di cambiare destinazione d'uso e di recuperare i sottotetti, per tornare a far vivere gli edifici e i fondi che oggi sono vuoti, cioè diamo nuova vita a qualcosa che già esiste e che oggi non è utilizzato. Cosa significa questo? Significa creare nuovi alloggi abitativi e significa limitare il consumo di suolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che è quello con cui tutta l'opposizione si sciacqua la bocca, senza aver mai portato a casa un risultato quando governava. Allora, visto che noi stiamo cercando di portare a casa dei risultati, io penso che la strada intrapresa sia non solo giusta, ma anche legittima e doverosa e che si debba continuare ad andare avanti in questo senso, perché gli attacchi che arrivano e che sono strumentali poi verranno assolutamente smentiti da quanto succederà sui territori appena questo decreto dispiegherà i suoi effetti nel nostro Paese.
    Tutto quanto detto viene fatto nel rispetto delle norme igienico-sanitarie. Quindi, non andiamo a fare cose che possono essere dannose o nocive per i nostri cittadini e si prevede anche il rispetto della normativa sul rischio sismico all'epoca di costruzione, perché questo è quello che noi possiamo fare in quanto gli immobili costruiti in un'epoca diversa da quella di oggi sono stati costruiti con le regole dell'epoca, ma sempre previo controllo degli uffici comunali. Quindi, quando si dice che noi ce ne freghiamo delle regole del rischio sismico e mettiamo a rischio l'incolumità dei nostri cittadini si dice una grandissima bugia. Mentre l'opposizione si preoccupa, evidentemente, di trovare un motivo o una scusa per votare contro questo provvedimento, il buonsenso vorrebbe che le critiche che arrivano fossero quantomeno calate sul territorio e ci si rendesse conto di quello che succede fuori da quest'Aula. Mentre loro cercano una scusa, dicevo, noi abbiamo intenzione di continuare così e di andare avanti, proprio come il Ministro Salvini ha iniziato a fare con il codice degli appalti e ora con questo decreto, semplificando, sburocratizzando e modernizzando questo Paese.
    Sinceramente, credo che questo sia un decreto utile e richiesto dai professionisti, dai cittadini e da tutti coloro che si rendono conto che fuori da qui esiste un mondo, che fuori da qui i problemi ci sono e che non si affrontano dicendo “no” a tutto. Con questa consapevolezza, noi diciamo che dobbiamo andare avanti e votiamo la fiducia, come gruppo della Lega, consapevoli che la direzione è quella giusta. Chiediamo al Ministro Salvini e al Governo di andare avanti così, perché le risposte ai cittadini si danno con il coraggio che vediamo oggi, con questo provvedimento e con tutto quello che viene fatto dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Curti. Ne ha facoltà.

    AUGUSTO CURTI

    AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Prima di affrontare il tema della fiducia posta oggi su questo provvedimento, io credo sia anche utile fornire un quadro di contesto in grado di poter agevolare la lettura della deriva istituzionale in cui ci sta portando questo Governo. Nel corso dei primi 21 mesi della XIX legislatura l'annosa questione relativa al cosiddetto abuso di decretazione ha tragicamente esondato gli argini della decenza. Al 30 giugno, infatti, sono stati ben 68 i decreti-legge e 119 le leggi approvate; 87 sono risultate di iniziativa governativa, 30 di iniziativa parlamentare e 2 di iniziativa mista. Per l'approvazione di 32 delle 118 leggi ordinarie il Governo ha fatto ricorso, in almeno un ramo del Parlamento, alla posizione della fiducia. Di decretazione in decretazione, diviene sempre più evidente e drammatica la frattura tra questa prassi e il principio sancito dall'articolo 77 della Costituzione. In sostanza, tanto più la Costituzione sottolinea la straordinarietà della decretazione d'urgenza quanto più essa diviene uno strumento ordinario per questo Governo.

    L'agenda dettata dal Governo dimostra chiaramente come le ragioni dei tempi e della fretta non siano connesse all'urgenza del provvedere, quanto, piuttosto, alla necessità contingente di piegare la funzione legislativa all'interesse di parte. Il Governo Meloni si pone oggi al secondo posto fra gli Esecutivi con il maggior numero di decreti emanati nelle ultime quattro legislature. Solo il quarto Governo Berlusconi, infatti, ne ha prodotti di più, ma in un arco di tempo molto più ampio. I numeri non mentono; siamo di fronte a un gravissimo esercizio di monocrazia, che non può più essere tollerato e, mentre a Palazzo Chigi si va cullando il sogno orribile del premierato, la decretazione d'urgenza rappresenta, invece, un incubo quotidiano per il Parlamento e per il Paese. “Il Parlamento è mortificato, l'opposizione non è in grado e non può dire la sua. Una deriva davvero preoccupante per la nostra democrazia”. Queste, Presidente, non sono le mie parole, ma così si esprimeva, il 21 settembre 2021, l'allora deputata onorevole Giorgia Meloni sul tema della questione di fiducia, strumento rispetto al quale, purtroppo, nuovamente ci ritroviamo oggi a dover intervenire. In questi 21 mesi, lo abbiamo fatto già ben 33 volte in occasione di progetti di legge. In sostanza, ogni 19 giorni abbiamo portato in Aula una fiducia.
    Vorrei anche ricordare che per la Presidente Giorgia Meloni nel 2006 porre la fiducia era una scelta oligarchica; un errore drammatico, diceva nel 2015; una vergogna, nel 2017; e ancora, nel 2021, un abuso tale da farle dichiarare che la democrazia è un'altra cosa. È vero, Presidente: la democrazia è un'altra cosa. In democrazia, infatti, non si dovrebbero utilizzare scappatoie ogniqualvolta la maggioranza, nonostante la differenza di voti a suo favore, si trova in difficoltà, difficoltà nelle scelte o, come in questo ultimo, litigioso periodo, rapporti in corso di decomposizione e relazioni tesissime.
    Basta volgere uno sguardo a quanto sta accadendo in queste ore al Parlamento europeo, dove i tre partiti di maggioranza parlano tre lingue differenti. Ma mentre in Europa si è costretti a gettare la maschera, in Italia la pantomima è salva, a colpi di fiducia ovviamente, ed è posta con tre obiettivi: quello di blindare le disposizioni contenute nei testi, di irreggimentare la maggioranza e di impedire il dibattito, tutto ciò al fine di aggirare l'ostacolo rappresentato da quello che, purtroppo, è l'ultimo baluardo dell'esercizio delle prerogative parlamentari, cioè gli emendamenti. In questo caso, peraltro, ne erano stati proposti oltre 300 in Commissione, di cui circa la metà ascrivibili alla maggioranza, come a certificare le scarse qualità di un decreto sostanzialmente effimero. Un provvedimento, cioè, in rapporto al quale sarebbe stato opportuno garantire l'impegno di disciplinare una materia che, per annosità e sensibilità, necessiterebbe di una regolamentazione solida, finalmente sistematica, frutto del contributo del Parlamento nella pienezza delle sue funzioni. L'agenda dettata dal Governo, al contrario, dimostra palesemente come le ragioni dei tempi e della fretta non siano connesse all'urgenza del provvedere, quanto, invece, alla necessità contingente di piegare le funzioni legislative all'interesse di parte. È in questa direzione che si inquadra una strategia non estemporanea, ma del tutto pianificata, con l'obiettivo di precludere alla Commissione anche la totale discussione sugli emendamenti presentati in tale sede e di blindare il provvedimento con la fiducia.
    Insomma, se il Governo ha esautorato il Parlamento e la divisione dei poteri è stata trasformata in una fusione a freddo, è del tutto evidente che il premierato sia, di fatto, un boccone avvelenato che la Presidente del Consiglio sta già servendo al Paese. Eppure, gli emendamenti erano tutti utili o, in alcuni casi, oggettivamente necessari. Ne abbiamo presentati molti durante i lavori in Commissione, come ho detto, e siamo intervenuti anche nel merito della normativa, proponendo, ad esempio, una salvaguardia al potere, ma anche al dovere degli strumenti urbanistici comunali di dettare motivatamente anche le limitazioni e non solo le mere condizioni e i mutamenti del cambio di destinazione d'uso.
    Anche alla luce delle indicazioni fornite dai soggetti uditi, come ad esempio l'ANCI, abbiamo cercato di porre rimedio alla modifica dell'articolo 23-ter, in materia di mutamento d'uso urbanisticamente rilevante, che rischia di limitare una possibilità importante per gli strumenti urbanistici comunali, ovvero la possibilità di prevenire o arginare i fenomeni di degrado urbano. Tentativo vano è stato anche quello di far assumere come ineludibile un principio di fondo, che quella della casa è una vera e propria emergenza del Paese, e un'emergenza non si risolve creando alloggi, anzi, loculi, di 20 metri quadri, bagno incluso, recuperando sottotetti o cantine invivibili. Parlare di condono, in questo senso, appare addirittura riduttivo.
    La verità, signor Presidente, è che questo provvedimento celebra il definitivo sdoganamento del modello di degrado abitativo e mentre la società contemporanea, a livello globale, si interroga e si mette alla prova sul valore della sostenibilità, questo Governo indica al Paese una strada senza uscita: non solo degrado, ma, anche, abusi, perché la conseguenza di norme che consentono con enorme facilità il mutamento della destinazione d'uso favorirà esclusivamente le speculazioni, alimentando le disuguaglianze e le ingiustizie, con una maggiore desertificazione nelle aree urbane e nei centri storici. In questi alloggi lillipuziani saranno probabilmente costrette a vivere le persone più fragili, sicuramente moltissimi studenti, obbligati a pagare affitti sempre più costosi per sistemazioni sempre meno vivibili.
    Voglio segnalare che, a corollario di questo provvedimento, si è voluta celebrare la triste ritualità nell'insulto alle aree del cratere sismico del 2016. Tra i nostri emendamenti, infatti, figurava anche una disposizione di buon senso, che prevedeva la possibilità di mantenere operative le strutture provvisorie utilizzate dalle attività economiche, delocalizzate a causa di inagibilità e tutt'oggi in esercizio, strutture che all'epoca della calamità hanno consentito di garantire continuità al lavoro degli imprenditori, evitando di conseguenza la progressiva desertificazione di interi territori.
    Si tratta, in prevalenza, di quelle stesse aziende agricole a cui il Ministro Lollobrigida dichiara vicinanza, mantenendosi tuttavia a debita distanza dalla realtà dei problemi. Si tratta anche di attività commerciali o artigianali alle quali garantire la continuità in esercizio delle strutture provvisorie significa fornire un valore aggiunto nella direzione del consolidamento e dello sviluppo.
    Ebbene, con il “no” anche a questo emendamento, non solo si è negata a interi comparti economici una leva strategica, ma, al contempo, si è generato un carico finanziario che graverà sulla struttura commissariale, quello cioè dei costi per lo smontaggio e per lo smaltimento delle strutture.
    Presidente, per queste motivazioni, per quelle che già abbiamo rappresentato anche nella discussione in Commissione e, soprattutto, per la reiterazione del malcostume antidemocratico testimoniato anche dalla posizione della fiducia, come Partito Democratico, voteremo “no” a questa ennesima fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Milani. Ne ha facoltà.

    MASSIMO MILANI

    MASSIMO MILANI (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei iniziare questo mio intervento, innanzitutto, con un ringraziamento veramente sentito da parte mia e da parte di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia nei confronti degli uffici, che ci hanno sostenuto in questo lavoro di trasformazione di questo decreto in Commissione, l'ufficio della VIII Commissione, gli uffici legislativi del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e degli altri Ministeri che sono stati chiamati a dare i pareri. È stato un lavoro serrato, in questi ultimi giorni, perché è vero che c'è sicuramente un affollamento di decreti da convertire, ma è un vanto di questo Governo, non è una deminutio; è un vanto di questo Governo quello di provare a cambiare l'Italia nel più breve tempo possibile.

    In questa visione della missione di governo del Governo Meloni si introduce anche questo decreto che prova a mettere ordine su alcune materie che in questi ultimi anni hanno presentato particolari difficoltà rispetto alla commerciabilità degli immobili. Penso che ognuno di noi avrà almeno un amico - se non egli stesso - che ha avuto difficoltà a comprare o a vendere un immobile, perché non aveva l'abitabilità, o a fare magari interventi di efficientamento energetico, perché c'era un abuso che qualcun altro aveva fatto all'interno del palazzo e ciò non consentiva di rendere quell'immobile legittimo e, quindi, di poter usufruire magari di importanti investimenti che lo Stato italiano stava facendo per l'efficientamento energetico.
    Sono casi che tutti noi conosciamo e sentir dire in quest'Aula, nei giorni scorsi e ancora oggi, appunto, che si vuole, attraverso questo provvedimento, fare un condono, cosa che assolutamente non è vera, è quantomeno balzano, diciamo così; è quantomeno insano sentire queste parole.
    In realtà, di che cosa parliamo? Parliamo di un provvedimento che è volto a semplificare le disposizioni in materia di edilizia urbanistica rispetto a piccole difformità, a consentire il recupero e la rigenerazione di immobili che sono oggi presenti sul mercato e che vengono magari affittati o compravenduti senza l'effettiva destinazione alla quale saranno destinati e camuffando praticamente negli atti quello che è il vero utilizzo di quell'immobile; questa è la realtà che noi tutti conosciamo.
    Oggi, con questo provvedimento, togliamo di mezzo questa cattiva e necessaria, forse, abitudine alla quale siamo tutti abituati. Le misure adottate consentiranno una forte semplificazione dei procedimenti volti alla regolarizzazione delle piccole difformità e all'emersione, perciò, di questi immobili per quello che è il loro effettivo valore. Quindi, il recupero del patrimonio edilizio comporterà anche il recupero di somme da parte delle amministrazioni locali che tanto ne hanno bisogno.
    Questo provvedimento rimuove gli ostacoli alla compravendita, come già detto, tutela il legittimo affidamento dei proprietari, che legittimamente hanno comprato un immobile e, poi, magari, lo vanno a vendere e si trovano di fronte a un notaio che gli dice: guarda non è possibile, perché le regole sono cambiate. Ecco, proviamo a togliere di mezzo tutte queste difficoltà.
    Ancora, salvaguarda l'interesse pubblico alla celere circolazione dei beni, consentendo il recupero e la rigenerazione edilizia; amplia le tolleranze costruttive per immobili che sono stati costruiti in un'epoca in cui non esisteva una normativa - la legge Bucalossi è stata introdotta nel 1977 - che desse chiare indicazioni. Prima, non c'erano e, quindi, ci possono essere difformità riscontrate che, oggi, a distanza di quasi 50 anni, si possono sistemare con una segnalazione certificata, quindi, con un'assunzione di responsabilità da parte di un tecnico di parte, senza appesantire il lavoro degli uffici comunali.
    Il provvedimento prevede, inoltre, la possibilità di installare in edilizia libera tende e pergole per la difesa dall'insolazione, che sappiamo e vediamo anche in questi giorni quanto sia aumentata; consente il cambiamento della destinazione d'uso, attraverso la SCIA, nel rispetto delle normative tecniche di settore e di eventuali specifiche condizioni comunali, di immobili che, appunto, possono essere destinati ad abitazione o, se si vuole, anche ad altro uso.
    Tuttavia, mi preme ribadire che il decreto Salva casa non consente alcuno spazio all'abusivismo e, anzi, con la riforma, non solo, ribadisce la possibilità del comune di acquisire il bene e l'area, ma ne consente anche la vendita, cosa che prima non era assolutamente prevista, con obbligo ovviamente da parte di chi acquista di rimuovere le opere abusive e, sicuramente, con la preclusione all'acquisto da parte di colui che è l'autore dell'abuso.
    Si introduce un'altra cosa importante che è il silenzio assenso, che abbiamo sentito vituperato in altri interventi. Il silenzio assenso è previsto per le SCIA sulle piccole difformità, dove c'è un'assunzione di responsabilità da parte del tecnico che va a firmare l'istanza ed è un modo per alleviare il lavoro dei comuni.
    Infatti abbiamo visto come questo strumento della SCIA, già utilizzato in molte pratiche edilizie, sia molto utile, e che quindi si può tranquillamente estendere, e mi auguro che in prossimi provvedimenti si possa estendere ulteriormente a favore, non solo dell'interesse dei cittadini, ma anche e soprattutto della pubblica amministrazione, che è oberata da lavoro e da pratiche. Il lavoro in Commissione ha introdotto alcune modifiche importanti, sono state più volte citate. Mi interessa mettere in luce come si sia resa possibile l'equiparazione di piccoli abusi anche in aree tutelate: cosa che prima non era possibile. Vengono automaticamente considerati come abusi di particolare rilievo per il solo fatto che si trovano in aree tutelate. Cioè, fare una finestra di dimensioni diverse rispetto a quanto assentito in un progetto in un'area non tutelata è una piccola difformità, farlo in un'area tutelata diventava una difformità essenziale e non poteva consentire, quindi, la sanatoria in maniera semplificata. Oggi, in questo modo, ciò viene semplificato e si dà, quindi, una parità di diritto ai cittadini, al di là del luogo dove abitano. E parliamo, ripeto, ancora una volta, di piccole difformità.
    Il decreto-legge Salva casa, anche per come è emendato e, quindi, migliorato, rappresenta una tappa importante dell'azione del Governo di Giorgia Meloni verso la direzione della semplificazione della vita dei cittadini. La creazione di ricchezza e tutela della casa come bene principale, senza alcuno sconto ai furbetti o ai responsabili di grandi e gravi abusi edilizi, che, ripeto, ancora una volta, sono assolutamente esclusi da questo provvedimento. Una misura che tutela il territorio e la bellezza del patrimonio architettonico italiano e che aumenta la possibilità di capitalizzare i beni immobili, immettendoli direttamente sul mercato, con conseguente vantaggio per i proprietari e per le casse dei comuni, che incasseranno dalle eventuali modifiche e trasformazioni, ma anche per gli acquirenti, in considerazione dell'inevitabile abbassamento dei costi del mattone, derivante dall'immissione sul mercato di immobili che oggi non sarebbero commerciabili. Infatti, sanate le piccole irregolarità, il bene immobile diverrà più appetibile, sia per il mercato delle locazioni, e sappiamo quanto ce ne sia bisogno, soprattutto all'interno delle grandi città, sia per la compravendita, e vi sarà un maggior numero di immobili disponibili da locare, comprare o vendere.
    Con il decreto-legge Salva casa non solo si otterrà un netto abbattimento della burocrazia, con la liberalizzazione degli uffici adesso dedicati all'urbanistica e all'edilizia, ma anche un dispiegamento migliore di energie, anche umane, e persino un introito notevole per i comuni. Il semplice passaggio dal silenzio-rigetto, come già detto poco fa, al silenzio-assenso è, già di per sé, uno strumento di semplificazione e di modernità, oltre che di snellimento della pubblica amministrazione e di tutela e rispetto del cittadino, il quale, finalmente, non sarà più costretto ad attendere tempi lunghi per risultati che a volte neanche arrivano.
    È una misura a tutela della proprietà: il cittadino finalmente potrà essere e sentirsi davvero proprietario del proprio immobile e ne potrà disporre come vuole. Non è, ribadisco, in alcun modo un condono. Lo dico per la terza volta, perché troppe volte ho sentito parlare di questo. In conclusione, si tratta di una norma di assoluto buonsenso, che consente di utilizzare al meglio il patrimonio edilizio esistente, che limita il consumo del suolo, in quanto favorisce la rigenerazione del costruito, del patrimonio edilizio esistente, prendendo atto delle trasformate esigenze dei cittadini, della società e del mercato immobiliare. Per questo voteremo sicuramente a favore.
    Un ultimo segnale lo vorrei lanciare al Governo qui rappresentato; abbiamo lavorato, ultimamente, con il Sottosegretario Morelli. La necessità è emersa abbastanza forte nell'esame di questo provvedimento di revisione del DPR n. 380 del 2001. So che al Ministero delle Infrastrutture si sta lavorando molto su questo. Mi auguro che, nei prossimi mesi, il nostro Governo possa lavorare in questa direzione, perché è chiaro che l'economia e la società sono molto più dinamiche di questo nostro Parlamento. Siamo noi che inseguiamo un po' la realtà.
    E, allora, mi sembra ormai chiaro, anche dal dibattito che c'è stato su questo provvedimento, come la pianificazione - che spetta certo alla politica e al decisore pubblico - debba esserci, ma va, evidentemente, fatta una pianificazione di tipo generale, mentre nel dettaglio bisogna lasciare la possibilità ai singoli cittadini di disporre del proprio bene nel modo migliore che possono, ovviamente senza ledere i diritti degli altri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

    Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 16,15, sospendo la seduta fino a tale ora.

    (Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1896-A)

    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

    Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
    Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata nella seduta di ieri.
    La chiama avrà quindi inizio dal deputato Ciro Maschio.
    Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.
    (Segue la chiama).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
    Presenti: …………………. 282
    Votanti: …………………… 279
    Astenuti: ……………………. 3
    Maggioranza: …………… 140
    Hanno risposto sì: ……….. 180
    Hanno risposto no: ………... 99
    La Camera approva.
    Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
    Hanno risposto sì:
    Albano Lucia
    Almici Cristina
    Amich Enzo
    Amorese Alessandro
    Andreuzza Giorgia
    Antoniozzi Alfredo
    Arruzzolo Giovanni
    Bagnai Alberto
    Bagnasco Roberto
    Baldelli Antonio
    Barabotti Andrea
    Barelli Paolo
    Battilocchio Alessandro
    Bellomo Davide
    Benigni Stefano
    Benvenuti Gostoli Stefano Maria
    Benvenuto Alessandro Manuel
    Bergamini Davide
    Bergamini Deborah
    Bicchielli Pino
    Billi Simone
    Bisa Ingrid
    Bof Gianangelo
    Bordonali Simona
    Boscaini Maria Paola
    Bruzzone Francesco
    Buonguerrieri Alice
    Caiata Salvatore
    Calovini Giangiacomo
    Candiani Stefano
    Cangiano Gerolamo
    Cannata Giovanni Luca
    Caparvi Virginio
    Cappellacci Ugo
    Caramanna Gianluca
    Caretta Maria Cristina
    Carloni Mirco
    Caroppo Andrea
    Casasco Maurizio
    Castiglione Giuseppe
    Cattaneo Alessandro
    Cattoi Vanessa
    Cavandoli Laura
    Cavo Ilaria
    Centemero Giulio
    Cerreto Marco
    Cesa Lorenzo
    Chiesa Paola Maria
    Ciaburro Monica
    Ciocchetti Luciano
    Colombo Beatriz
    Comaroli Silvana Andreina
    Comba Fabrizio
    Congedo Saverio
    Coppo Marcello
    Cortelazzo Piergiorgio
    Crippa Andrea
    Dara Andrea
    D'Attis Mauro
    De Bertoldi Andrea
    De Corato Riccardo
    De Palma Vito
    Deidda Salvatore
    Di Giuseppe Andrea
    Di Maggio Grazia
    Di Mattina Salvatore Marcello
    Dondi Daniela
    Formentini Paolo
    Foti Tommaso
    Frassini Rebecca
    Frijia Maria Grazia
    Furgiuele Domenico
    Gardini Elisabetta
    Gatta Giandiego
    Giaccone Andrea
    Giagoni Dario
    Giglio Vigna Alessandro
    Giorgianni Carmen Letizia
    Giovine Silvio
    Iaia Dario
    Iezzi Igor
    La Porta Chiara
    La Salandra Giandonato
    Lampis Gianni
    Lancellotta Elisabetta Christiana
    Latini Giorgia
    Lazzarini Arianna
    Leo Maurizio
    Loizzo Simona
    Longi Eliana
    Loperfido Emanuele
    Lucaselli Ylenja
    Lupi Maurizio
    Maccanti Elena
    Maccari Carlo
    Maerna Novo Umberto
    Maiorano Giovanni
    Malagola Lorenzo
    Malaguti Mauro
    Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
    Marchetti Riccardo Augusto
    Mascaretti Andrea
    Maschio Ciro
    Matera Mariangela
    Matone Simonetta
    Matteoni Nicole
    Mattia Aldo
    Maullu Stefano Giovanni
    Michelotti Francesco
    Miele Giovanna
    Milani Massimo
    Molinari Riccardo
    Mollicone Federico
    Molteni Nicola
    Montaruli Augusta
    Montemagni Elisa
    Morgante Maddalena
    Morrone Jacopo
    Mura Francesco
    Nevi Raffaele
    Nisini Tiziana
    Osnato Marco
    Ottaviani Nicola
    Padovani Marco
    Pagano Nazario
    Palombi Alessandro
    Panizzut Massimiliano
    Patriarca Annarita
    Pellicini Andrea
    Perissa Marco
    Pierro Attilio
    Pietrella Fabio
    Pisano Calogero
    Pittalis Pietro
    Pizzimenti Graziano
    Polidori Catia
    Polo Barbara
    Pozzolo Emanuele
    Pretto Erik Umberto
    Pulciani Paolo
    Raimondo Carmine Fabio
    Ravetto Laura
    Rixi Edoardo
    Rizzetto Walter
    Romano Francesco Saverio
    Roscani Fabio
    Rossello Cristina
    Rossi Angelo
    Rossi Fabrizio
    Rosso Matteo
    Rotelli Mauro
    Rotondi Gianfranco
    Rubano Francesco Maria
    Ruspandini Massimo
    Russo Gaetana
    Russo Paolo Emilio
    Sala Fabrizio
    Sasso Rossano
    Sbardella Luca
    Schiano Di Visconti Michele
    Schifone Marta
    Silvestri Rachele
    Sorte Alessandro
    Squeri Luca
    Tassinari Rosaria
    Tenerini Chiara
    Testa Guerino
    Tirelli Franco
    Trancassini Paolo
    Tremaglia Andrea
    Tremonti Giulio
    Urzi' Alessandro
    Varchi Maria Carolina
    Vietri Imma
    Vinci Gianluca
    Volpi Andrea
    Ziello Edoardo
    Zinzi Gianpiero
    Zoffili Eugenio
    Zurzolo Immacolata
    Hanno risposto no:
    Alifano Enrica
    Amato Gaetano
    Amendola Vincenzo
    Ascari Stefania
    Auriemma Carmela
    Barbagallo Anthony Emanuele
    Barzotti Valentina
    Benzoni Fabrizio
    Berruto Mauro
    Boldrini Laura
    Bonafe' Simona
    Bonetti Elena
    Bonifazi Francesco
    Borrelli Francesco Emilio
    Boschi Maria Elena
    Braga Chiara
    Cafiero De Raho Federico
    Cantone Luciano
    Cappelletti Enrico
    Caramiello Alessandro
    Carmina Ida
    Caso Antonio
    Casu Andrea
    Cherchi Susanna
    Ciani Paolo
    Colucci Alfonso
    Costa Enrico
    Cuperlo Gianni
    Curti Augusto
    D'Alessio Antonio
    De Luca Piero
    De Maria Andrea
    De Micheli Paola
    De Monte Isabella
    Del Barba Mauro
    Dell'Olio Gianmauro
    Di Biase Michela
    Di Sanzo Christian Diego
    Donno Leonardo
    Dori Devis
    D'Orso Valentina
    Evi Eleonora
    Fassino Piero
    Fede Giorgio
    Fenu Emiliano
    Ferrara Antonio
    Ferrari Sara
    Forattini Antonella
    Fornaro Federico
    Furfaro Marco
    Gadda Maria Chiara
    Ghirra Francesca
    Giachetti Roberto
    Gianassi Federico
    Girelli Gian Antonio
    Giuliano Carla
    Gnassi Andrea
    Graziano Stefano
    Grimaldi Marco
    Gubitosa Michele
    Iacono Giovanna
    L'Abbate Patty
    Lacarra Marco
    Lai Silvio
    Lomuti Arnaldo
    Madia Maria Anna
    Manzi Irene
    Marattin Luigi
    Mari Francesco
    Marino Maria Stefania
    Mauri Matteo
    Merola Virginio
    Morassut Roberto
    Onori Federica
    Orrico Anna Laura
    Pagano Ubaldo
    Pastorella Giulia
    Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
    Penza Pasqualino
    Piccolotti Elisabetta
    Provenzano Giuseppe
    Quartini Andrea
    Raffa Angela
    Ricciardi Marianna
    Ricciardi Riccardo
    Ricciardi Toni
    Roggiani Silvia
    Romeo Nadia
    Rossi Andrea
    Ruffino Daniela
    Santillo Agostino
    Sarracino Marco
    Scarpa Rachele
    Scotto Arturo
    Simiani Marco
    Speranza Roberto
    Tabacci Bruno
    Vaccari Stefano
    Zaratti Filiberto
    Si sono astenuti:
    Manes Franco
    Schullian Manfred
    Steger Dieter
    Sono in missione:
    Ascani Anna
    Battistoni Francesco
    Bellucci Maria Teresa
    Bignami Galeazzo
    Bitonci Massimo
    Brambilla Michela Vittoria
    Carfagna Maria Rosaria
    Cecchetti Fabrizio
    Cirielli Edmondo
    Colosimo Chiara
    Colucci Alessandro
    Costa Sergio
    Della Vedova Benedetto
    Delmastro Delle Vedove Andrea
    Donzelli Giovanni
    Faraone Davide
    Ferrante Tullio
    Ferro Wanda
    Fitto Raffaele
    Freni Federico
    Gava Vannia
    Gebhard Renate
    Gemmato Marcello
    Giorgetti Giancarlo
    Gribaudo Chiara
    Grippo Valentina
    Guerini Lorenzo
    Letta Enrico
    Lollobrigida Francesco
    Magi Riccardo
    Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo
    Mazzi Gianmarco
    Meloni Giorgia
    Minardo Antonino
    Mule' Giorgio
    Pellegrini Marco
    Pichetto Fratin Gilberto
    Porta Fabio
    Prisco Emanuele
    Rampelli Fabio
    Richetti Matteo
    Roccella Eugenia
    Rosato Ettore
    Scerra Filippo
    Semenzato Martina
    Silvestri Francesco
    Siracusano Matilde
    Sportiello Gilda
    Tajani Antonio
    Traversi Roberto
    Zanella Luana
    Zucconi Riccardo

  • Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.
    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.

    FRANCESCA GHIRRA

    FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere un'informativa urgente del Ministro Crosetto sulle servitù militari in Sardegna e, in particolare, sulla gravissima situazione in cui versa un'area che era di straordinaria bellezza paesaggistica, chiamata Penisola Delta, all'interno del poligono di Capo Teulada. Proprio stamattina, a Cagliari, si è concluso, con 4 assoluzioni, il processo contro i generali accusati di disastro ambientale e di omicidio colposo. Ad aspettare il verdetto erano presenti associazioni e cittadini, che vogliono capire quale futuro aspetta la nostra terra e chi pagherà per l'incredibile danno ambientale, ma non solo, che è stato causato. Il disastro ambientale è stato, infatti, riconosciuto, nonostante i generali siano stati assolti.

    La Penisola Delta, tra i casi più eclatanti di inquinamento legato alla presenza delle servitù militari, è stata dichiarata “imbonificabile”, dato il livello di inquinamento provocato dalle esercitazioni. Nel piccolo agglomerato di Foxi, sito a pochi chilometri in linea d'aria dalla Delta, l'incidenza di leucemia e di tumori è molto più alta che nei territori vicini. Da atti depositati alla procura si evidenzia che dal 2008 al 2016 il sito è stato bersagliato da 860.000 colpi, fra cui almeno 11.785 missili Milan.
    Come riportato dal comunicato di A Foras, con le indagini si è accertato che, nonostante fosse stato attivato il piano di intervento ambientale integrato, dal 2008 al 2016 si sono svolte le esercitazioni nella Penisola Delta e, nel 2016, sono state rinvenute 4 lunette contaminate di torio e, nel 2018, 9 motori di missili Milan. Gli agenti inquinanti riversati nel territorio hanno la capacità di permeare la terra per decine di metri, raggiungere le falde acquifere, muoversi attraverso l'aria per chilometri e diffondersi nelle acque del mare per distanze difficilmente calcolabili. Queste sostanze entrano all'interno della catena alimentare inquinando la pesca, l'allevamento, l'agricoltura e i prodotti alimentari.
    La tossicità dei materiali e la loro diffusione è alla base di numerose patologie che colpiscono animali, piante ed esseri umani, come, ad esempio, la leucemia, tumori solidi, malformazioni neonatali e intossicazioni da specifici agenti. Esistono evidenze scientifiche del nesso causale tra questi agenti inquinanti e le patologie riportate, sebbene fino a oggi non siano mai state effettuate ricerche epidemiologiche serie che portino alla luce la reale situazione nei pressi dei poligoni.
    Presidente, la Sardegna paga da troppo tempo un prezzo troppo alto in materia di basi e servitù militari, con una presenza pari al 65 per cento di tutte quelle presenti in Italia e lo sparo dell'80 per cento dell'intero munizionamento italiano. Gli eserciti della NATO, ma anche di altri Paesi, si esercitano mettendo in campo armi vere, che inquinano e distruggono i nostri territori, nonostante in alcune aree interne al poligono o immediatamente adiacenti siano stati da tempo istituiti due siti di interesse comunitario, l'Isola Rossa, meta di colonie di uccelli marini, e le dune bianche di Porto Pino, splendida conformazione di alte dune di sabbia costiere.
    Presidente, crediamo di avere diritto di conoscere i dati ambientali mancanti, lo stato delle bonifiche e le prospettive della Sardegna, che, nel frattempo, sta subendo una nuova aggressione anche in campo energetico. Aggiungo anche che al danno si aggiunge ancora una volta la beffa, perché la liquidazione degli indennizzi per i comuni, che andrebbero, comunque, rinegoziati, è nuovamente in ritardo. Per questo chiediamo che il Ministro Crosetto venga a riferire in Aula al più presto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (FONTANA Lorenzo)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

    SALVATORE DEIDDA

    SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo perché non penso che il Ministro Crosetto abbia difficoltà a venire a riferire su una tematica come quella dei poligoni.

    SALVATORE DEIDDA

    SALVATORE DEIDDA (FDI). Questi discorsi non è che offendano i militari, ma mettono in cattiva luce tutta la nostra isola, la Sardegna. Infatti, dire che a Teulada, che è una località turistica, c'è l'inquinamento, continuare a dire che oggigiorno i poligoni sono fonte di morte e che la Sardegna è inquinata ed è terra di morte, è un'offesa che si fa a tutta la nostra isola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

    Vorrei ricordare alla collega Ghirra, che non c'era nella passata legislatura, che, fino a due anni fa, al Governo, per 10 anni, c'è stato il Partito Democratico. Allora, mi chiedo, Presidente, i poligoni da quanti anni ci sono? La verità è che la normativa sui poligoni è stata aggiornata, ci sono controlli ambientali, ci sono precisi protocolli che devono essere esaminati, ci sono controlli da parte anche dell'ARPAS regionale, quindi, controlli che non fa l'autorità militare.
    Pertanto, ognuno può avere le posizioni che vuole sull'esercito, sui poligoni; possiamo discutere degli indennizzi, abbiamo approvato risoluzioni, nella scorsa legislatura, che chiedono determinate misure, però, per il buon nome comunque della Sardegna, chiederei a tutti di non dire che i poligoni portano la morte, di non dire che la Sardegna è una terra di morte o che angoli di Sardegna sono terra di morte, perché, lo ripeto, non è il buon nome dell'esercito o delle nostre Forze armate, ma è il nome della Sardegna che va tutelato davanti a queste notizie che qualcuno usa strumentalmente.
    Io ho pieno rispetto della magistratura, che ha fatto le proprie indagini e ha tratto le proprie conclusioni e che, oggi, ha assolto i Capi di stato maggiore, ha assolto comunque nostri militari, quindi, ne ho pieno rispetto, come l'avrei rispettata in caso contrario, in caso di condanna, però, vorrei dire che le parole che ha citato la collega Ghirra sono di un movimento anche indipendentista che ha dichiarato che è colpa dello Stato italiano, non dell'Esercito, quindi, contro lo Stato italiano.
    Pertanto, visto che la normativa, fatta anche dai Governi di centrosinistra e anche del MoVimento 5 Stelle, che all'epoca aveva il Ministro della Difesa, prevede protocolli abbastanza severi sul controllo ambientale, sulle bonifiche, su bonifiche puntuali, chiederei, per il buon nome delle nostre Forze armate, una buona volta, di finirla con queste dicerie o con questa mala-informazione che recano danno alle istituzioni e, soprattutto, al buon nome anche dei tanti militari che, con le loro famiglie, abitano in Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, su un altro argomento, ma sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Giuseppe Provenzano. Ne ha facoltà.

    GIUSEPPE PROVENZANO

    GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Presidente, intervengo per chiedere un'informativa urgente alla Presidente del Consiglio, affinché venga a spiegare al Parlamento italiano ciò che il suo partito non ha avuto il coraggio di spiegare al Parlamento europeo. Quello che è andato in scena oggi rappresenta un abuso, persino di Flaiano, che diceva che in Italia la situazione politica è grave, ma non seria, perché quello che è successo è molto grave, ma molto poco serio. È grave perché è la prima volta, a nostra memoria, che un Presidente del Consiglio del nostro Paese, un Paese fondatore dell'Europa, isola l'Italia in Europa nel rapporto con la Commissione. Sì, è grave, ma è anche molto poco serio, perché la sceneggiata a cui abbiamo assistito, il “sì”, il “no”, il “forse”, sul voto alla Presidenza della Commissione, addirittura: “ve lo diciamo dopo come abbiamo votato, a seconda di come va”, inventandosi questa prassi nuova del voto in differita, è qualcosa che non ha precedenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    Presidente, ma che cosa pensava la Presidente del Consiglio? Che potesse giocare a nascondersi in Europa? La regola: si fa, ma non si dice in pubblico, può valere alle feste dei giovani di Fratelli d'Italia, ma queste sono le istituzioni, non è la regola per rappresentare un Paese. E che rappresentazione diamo del Paese quando la Presidente del Consiglio e il suo Vice Premier, nonché Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, in Europa, assumono posizioni diametralmente opposte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Ce lo vengano a spiegare, perché noi abbiamo l'impressione che uno dei due sia fuori posto.
    Qualcuno dirà, Presidente, e chiudo, che ha vinto Salvini; noi crediamo che abbia vinto la natura della Presidente del Consiglio. Come abbiamo sempre detto, tra l'interesse nazionale, di cui spesso vi riempite la bocca, e la gabbia ideologica, alla fine, scegliete sempre l'ideologia, scegliete sempre l'estrema destra.
    Ci sarebbe tanto da dire di una leader mancata che voleva ribaltare l'Europa, voleva diventare il ponte tra i Popolari e i nazionalisti e, alla fine, si trova costretta a inseguire persino quelli che l'hanno abbandonata.
    Ci sarebbe da sorridere a pensare ai tanti vaticini di quelli che dicevano: dopo Orbán, adesso vedrete che Giorgia Meloni guarderà al centro. Anche stavolta, la famosa svolta moderata sarà per la prossima volta.
    Ma il fatto è che l'identità politica di questa Presidente del Consiglio condanna l'Italia all'irrilevanza. Infatti, se si trattasse soltanto del vostro destino, del destino di questa maggioranza, con tutte le sue contraddizioni, per noi ci sarebbe forse solo da sorridere, forse un po' amaramente, ma, qui, c'è di mezzo l'interesse nazionale, c'è di mezzo la collocazione dell'Italia in Europa e avete il dovere di venirne a discutere in Parlamento con tutti noi e di assumervi le vostre responsabilità di fronte all'Italia e agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

    FEDERICO FORNARO

    FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Per un richiamo all'articolo 8, signor Presidente, perché vorremmo capire meglio alcuni aspetti. Questa mattina il Senato ha approvato in prima lettura il decreto Liste d'attesa. Sono già state convocate le Commissioni per dare i pareri. Non abbiamo ancora praticamente avuto, se non un'ora fa, i dossier e il testo. Non si capisce perché, tra l'altro, ieri, siano già iniziate le votazioni, e adesso, quando l'Aula è convocata, forzando anche un'interpretazione che capisco possa essere naturale nel momento in cui c'è un decreto in scadenza, ma siccome ieri la Conferenza dei presidenti di gruppo ha deciso di spostare da lunedì a martedì la discussione generale e, poi, il seguito dell'esame, tutta questa fretta, francamente, non la comprendiamo. Le segnaliamo questo, non perché sia una questione di vita o di morte, però, gradiremmo che non diventasse un precedente, perché, effettivamente, vorremmo almeno la possibilità di leggere i decreti. Già siamo nelle condizioni, ovviamente, di non poterli toccare, perché se si arrivasse alla terza lettura non ci sarebbero i tempi.

    Davvero, signor Presidente, glielo segnaliamo con spirito costruttivo e credo anche nel rispetto del lavoro di tutti, non soltanto dei parlamentari di opposizione, ma anche dei parlamentari di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Prima di dare la parola al Sottosegretario Morelli, le ricordo che comunque esistono innumerevoli precedenti rispetto alle questioni che lei ha avanzato, deputato Fornaro. In ogni caso, i presidenti di Commissione hanno una loro autonomia, l'unico vincolo che devono rispettare obbligatoriamente è quello di non convocare le Commissioni quando ci sono votazioni in corso. Per il resto, la prassi è quella che conosciamo e che possiamo riconoscere anche nelle questioni che lei sollevava: c'è una questione di opportunità. Su quella ovviamente non posso intervenire, perché non appartiene al novero delle competenze regolamentari.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Sottosegretario Morelli. Ne ha facoltà.

    ALESSANDRO MORELLI

    ALESSANDRO MORELLI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, le chiedo gentilmente un quarto d'ora di sospensione per completare il lavoro sugli ordini del giorno.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, sospendo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 17,50.

  • Si riprende la discussione.
    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

    (Esame degli ordini del giorno - A.C. 1896-A)

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

    Avverto che l'ordine del giorno n. 9/1896-A/10 Pierro è stato ritirato dal presentatore.
    Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

    ALESSANDRO MORELLI

    ALESSANDRO MORELLI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/1 Caramanna il parere è favorevole.

    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/2 Iacono il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/3 Giorgianni il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/1896-A/4 De Bertoldi e n. 9/1896-A/5 Testa, c'è un invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/6 Squeri il parere è favorevole.
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/7 Mazzetti, si esprime un invito al ritiro sul primo impegno, mentre è accolto come raccomandazione il secondo impegno. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/8 Battilocchio, c'è un invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/9 Morrone il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di chiarire in un prossimo provvedimento se, tra le opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici, la cui struttura principale sia costituita da tende, rientrino anche le tensostrutture, siano esse addossate o annesse agli immobili o alle unità immobiliari”.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/10 Pierro è stato ritirato.

    ALESSANDRO MORELLI

    ALESSANDRO MORELLI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/11 Zinzi il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/12 Curti il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/13 Barbagallo il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “per le motivazioni e in relazione alle specifiche vicende esposte in premessa, ad assumere le iniziative di competenza volte a chiarire i criteri di applicazione delle oblazioni di cui al comma 5 e che, nella determinazione dell'eventuale sanzione, si tenga in considerazione la specifica inottemperanza dei comuni summenzionati”.

    L'ordine del giorno n. 9/1896-A/14 Bonelli è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere le premesse e riformulare l'impegno nel modo seguente: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”.
    Sugli ordini del giorno n. 9/1896-A/15 Zaratti, n. 9/1896-A/16 Dori e n. 9/1896-A/17 Borrelli il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/18 Ghirra, espunte le premesse, il parere è contrario sul quarto capoverso dell'impegno, mentre è accolto come raccomandazione con rifermento ai capoversi da uno a tre, premettendo le parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a valutare l'opportunità (…)”. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/19 Grimaldi è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di premettere all'impegno le parole: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/20 Montemagni è accolto come raccomandazione.
    L'ordine del giorno n. 9/1896-A/21 Ruffino è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere la terza premessa e premettere all'impegno le parole: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/22 Rosato è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di premettere all'impegno le parole: “nel rispetto dei vincoli di via di finanza pubblica”. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/23 Benzoni è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere la seconda premessa e premettere all'impegno le parole: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”.
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/24 Alessandro Colucci il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/25 Lupi il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad adottare iniziative normative volte a risolvere le problematiche illustrate nelle premesse”. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/26 Patriarca il parere è favorevole.
    Sugli ordini del giorno n. 9/1896-A/27 Forattini, n. 9/1896-A/28 Graziano, n. 9/1896-A/29 Di Sanzo, n. 9/1896-A/30 Gianassi e n. 9/1896-A/31 Ubaldo Pagano il parere è contrario.
    L'ordine del giorno n. 9/1896-A/32 Simiani, espunte le premesse, è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/33 Malavasi, espunte le premesse, è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/34 Ciani, espunte le premesse, è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/35 Morassut, espunte le premesse, è accolto come raccomandazione, se riformulato premettendo all'impegno le parole “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/36 Furfaro, espunte le premesse, è accolto come raccomandazione, se riformulato premettendo all'impegno le parole: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/37 Marino è accolto come raccomandazione, se riformulato nel modo seguente: espungere le premesse e premettere all'impegno le parole “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”.
    L'ordine del giorno n. 9/1896-A/38 Manzi è accolto come raccomandazione, se riformulato nel modo seguente: espungere le premesse e premettere all'impegno le parole “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/39 Girelli è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere le premesse. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/40 Toni Ricciardi è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di premettere all'impegno le parole “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/41 Braga è accolto come raccomandazione, se riformulato nel modo seguente: espungere le premesse e premettere all'impegno le parole “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”.
    L'ordine del giorno n. 9/1896-A/42 Boldrini è accolto come raccomandazione, se riformulato nel modo seguente: espungere le premesse e premettere all'impegno le parole “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/43 Evi il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”.
    L'ordine del giorno n. 9/1896-A/44 Scarpa è accolto come raccomandazione se riformulato nel modo seguente: espungere le premesse e premettere all'impegno le parole “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica (…)”. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/45 Merola è accolto come raccomandazione.
    L'ordine del giorno n. 9/1896-A/46 Scotto accolto come raccomandazione con la seguente riformulazione: espungere l'ottava, la decima e l'undicesima premessa; riformulare l'impegno nel modo seguente: “in relazione a quanto espresso in premessa e coerentemente con le finalità del provvedimento in esame, a valutare l'opportunità, nei limiti di finanza pubblica, di individuare risorse adeguate per sostenere le famiglie in difficoltà che hanno problemi economici a pagare gli affitti e che rischiano di essere sfrattate dalla loro abitazione”. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/47 Casu è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di premettere all'impegno le parole “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”.
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/48 Ferrari il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere la sesta e la settima premessa; riformulare l'impegno nel modo seguente: “al fine di sostenere gli studenti fuori sede iscritti alle università statali, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a prevedere (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/49 De Luca il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere la sesta premessa; riformulare l'impegno nel modo seguente: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere un riordino della disciplina sugli incentivi alla riqualificazione del patrimonio immobiliare in un'ottica di semplificazione degli stessi e di adeguamento agli obiettivi fissati in sede UE, favorendo la riduzione dei costi di intermediazione finanziaria e promuovendo mutui green agevolati a tassi ridotti”. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/50 Morfino il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/51 Iaria: espungere le premesse; parere contrario sul primo capoverso dell'impegno; accolto come raccomandazione il secondo capoverso dell'impegno. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/52 Cappelletti il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere la seconda premessa; riformulare l'impegno nel modo seguente: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere un riordino della disciplina sugli incentivi alla riqualificazione del patrimonio immobiliare, in ottica di semplificazione degli stessi e di adeguamento agli obiettivi fissati in sede UE”.
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/53 Pavanelli il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere la seconda premessa e riformulare l'impegno negli stessi termini dell'ordine del giorno n. 9/1896-A/52 Cappelletti. Sugli ordini del giorno n. 9/1896-A/54 Quartini, n. 9/1896-A/55 Fenu, n. 9/1896-A/56 Raffa, n. 9/1896-A/57 Lovecchio, n. 9/1896-A/58 Torto, n. 9/1896-A/59 Dell'Olio, n. 9/1896-A/60 Ferrara e n. 9/1896-A/61 Penza il parere è contrario.
    L'ordine del giorno n. 9/1896-A/62 Alfonso Colucci è accolto come raccomandazione, premettendo all'impegno “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/63 Santillo è accolto come raccomandazione, espunte le premesse e compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica.
    L'ordine del giorno n. 9/1896-A/64 L'Abbate è accolto come raccomandazione, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/65 Sergio Costa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: "a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, nell'ambito della strategia di efficientamento energetico del parco immobiliare, di adottare specifiche misure agevolative per le famiglie in condizioni di povertà energetica”.
    L'ordine del giorno n. 9/1896-A/66 Fede è accolto come raccomandazione, espunte le premesse e premettendo all'impegno “nel rispetto di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/67 Pellegrini, il parere è contrario.
    L'ordine del giorno n. 9/1896-A/68 D'Orso è accolto come raccomandazione, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, nell'ambito delle misure volte al contrasto del disagio abitativo e nei limiti di finanza pubblica, di adottare iniziative normative finalizzate”. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/69 Ilaria Fontana è accolto come raccomandazione, espunte le premesse.
    Sugli ordini del giorno nn. 9/1896-A/70 Cantone e 9/1896-A/71 Alifano, il parere è contrario.
    L'ordine del giorno n. 9/1896-A/72 Lomuti è accolto come raccomandazione, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare iniziative per definire una normativa quadro sull'edilizia residenziale pubblica e sociale, in linea con la normativa europea sul diritto all'abitazione, inteso come posizione soggettiva avente un contenuto essenziale”.
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/73 Caso il parere è favorevole, espunte le premesse, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di incrementare fondi a sostegno degli studenti fuori sede, anche per gli anni successivi al 2024”.
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/74 Traversi, il parere è favorevole, espunta la terza e la penultima premessa, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/75 Cafiero De Raho, il parere è contrario.
    L'ordine del giorno n. 9/1896-A/76 Carmina, espunte la quinta e sesta premessa, è accolto come raccomandazione con la riformulazione dell'impegno: “al fine di assicurare un'ordinata, celere, corretta gestione delle pratiche edilizie, ad adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ogni misura idonea volta a potenziare le risorse umane negli uffici tecnici comunali preposti agli adempimenti di gestione, vigilanza e controllo”.
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/77 Schiano Di Visconti, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/78 De Monte, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a destinare ulteriori fondi per l'ammodernamento e l'adeguamento del porto del comune di Pozzuoli, risultando le infrastrutture di vitale importanza per i piani di trasporto intermodale di esodo della zona, affetta dal fenomeno del bradisismo, anche in funzione di una complessiva riqualificazione e valorizzazione degli immobili”.
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/79 Gadda, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere appositi stanziamenti al fine di sostenere l'analisi della vulnerabilità sismica sugli oltre 5.000 alloggi residenziali di proprietà comunale che sono fuori dalla perimetrazione bradisismica”.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ringrazio il Sottosegretario Morelli. Abbiamo esaurito l'espressione dei pareri da parte del Governo.

  • Sull'ordine dei lavori.
    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

    FEDERICO FORNARO

    FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signor Presidente, perché è già capitato altre volte e ci troviamo di nuovo di fronte a una richiesta, per quanto limitata - e non ne faccio una colpa specifica, ovviamente, al Sottosegretario Morelli - di ulteriore tempo, un quarto d'ora dopo il termine, vorrei segnalare che, essendo nella fase di approvazione del decreto-legge, gli ordini del giorno, come sanno tutti i colleghi, vengono depositati il giorno prima. Capisco e comprendiamo che, a volte, gli ordini del giorno sono presentati alla fine e poco prima della conclusione della fase di votazione degli emendamenti. Però, siamo a raccomandare, per quanto sia possibile, di invitare il Governo, cioè, ovviamente i legislativi, a rispettare i tempi quando hanno avuto la documentazione il giorno prima perché siamo qui in una fase delicata, con tempi compressi.

    Se andiamo ad allungare ulteriormente i tempi, evidentemente cresce solo il nervosismo. Ma, soprattutto - mi sia consentito, Presidente - è anche un po' di mancanza di rispetto nei confronti del lavoro di tutti perché ci blocchiamo, teoricamente in 400, ad aspettare che i legislativi risolvano i loro problemi.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ringrazio per queste sue osservazioni, che erano indirizzate evidentemente al Governo.

  • Si riprende la discussione.

    (Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1896-A)

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/1 Caramanna, vi è, dunque, il parere favorevole del Governo.

    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/2 Iacono. Ha chiesto di parlare la deputata Iacono. Ne ha facoltà.

    GIOVANNA IACONO

    GIOVANNA IACONO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Colleghe e colleghi, signor Sottosegretario, intervengo su quest'ordine del giorno, senza dirmi stupita del parere contrario del Governo perché ormai noi non ci stupiamo più di niente. È un ordine del giorno con il quale abbiamo chiesto al Governo un impegno finalizzato alla tutela e alla protezione del nostro patrimonio culturale e naturalistico, un impegno a mettere in atto ogni iniziativa, anche legislativa, volta ad avviare le necessarie procedure di verifica sull'individuazione delle possibili variazioni da effettuare sugli immobili sottoposti al vincolo storico, artistico, architettonico, archeologico, paesistico-ambientale, nonché sugli immobili ricadenti in parchi e aree protette. Una richiesta di impegno resa necessaria, a seguito della soppressione dell'articolo 32, comma 1, del testo unico dell'edilizia. Lo stesso, al comma 3, delimita gli interventi effettuati sugli immobili sottoposti a quei vincoli, precedentemente elencati. Al comma 1, definisce alcuni criteri fondamentali, vincolanti per la disciplina regionale, al fine di determinare quali variazioni siano da considerarsi essenziali.

    Dal nostro punto di vista, si tratta di un'operazione che avrà effetti incontrollabili sul nostro patrimonio culturale e che farà venir meno i basilari princìpi sui quali si fonda il concetto stesso di bene culturale e le pratiche che stanno alla base delle operazioni di tutela e di protezione. Per quei principi previsti dalla nostra Costituzione e dalla nostra normativa in materia di beni culturali e del paesaggio, lo ricordo prima a me stessa, l'Italia ha sempre fatto scuola.
    Quindi, signor Presidente, per suo tramite, nel dispiacermi del parere contrario a quest'ordine del giorno da parte del Governo, chiedo un ripensamento sullo stesso. Chiedo un supplemento di riflessione e continuo a ritenere necessario un intervento del Ministro Sangiuliano. Sarebbe opportuno che il Ministro dica qualcosa, che finalmente batta un colpo, perché risulta il grande assente in questo dibattito, un dibattito su un tema così importante, su princìpi sacrosanti, che oggi vengono meno; così come viene meno la corretta direzione, la giusta strada, quella da seguire, che è finalizzata alla tutela e alla protezione del nostro patrimonio culturale, ciò per cui, d'altronde, il Ministro Sangiuliano, tra le altre cose, è delegato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/2 Iacono, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/3 Giorgianni vi è il parere favorevole del Governo, gli ordini del giorno n. 9/1896-A/4 De Bertoldi e n. 9/1896-A/5 Testa sono stati ritirati, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/6 Squeri vi è il parere favorevole del Governo. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/7 Mazzetti è stato accolto dal Governo come raccomandazione, con riformulazione: accetta, deputata Mazzetti? Sì. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/8 Battilocchio è stato ritirato, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/9 Morrone c'è una proposta di riformulazione: viene accettata? Sì. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/10 Pierro era già stato ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/11 Zinzi vi è il parere favorevole da parte del Governo.
    Passiamo all'ordine del giorno n. n. 9/1896-A/12 Curti, su cui vi è il parere contrario da parte del Governo.
    Ha chiesto di parlare il deputato Curti. Ne ha facoltà.

    AUGUSTO CURTI

    AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Sì, grazie, Presidente. Intervengo per chiedere al Sottosegretario di poter rivedere questo parere, perché con quest'ordine del giorno, di fatto, andiamo a chiedere, per i comuni del cratere sismico, di potersi veder mantenere le strutture provvisorie che erano state realizzate all'indomani dell'emergenza. Ovviamente, parliamo di quelle strutture che sono conformi agli strumenti urbanistici dei comuni. È un ordine del giorno di buon senso, perché da un lato dà la possibilità di mantenere queste strutture, e quindi di creare un valore aggiunto per quelle attività e per quel tessuto imprenditoriale, ma, dall'altro, permette anche di non far gravare sulla struttura commissariale quelli che sono i costi per lo smontaggio e per lo smaltimento.

    Ora, l'articolo 2 di questo decreto prevede questa possibilità per un'altra emergenza, cioè per le strutture provvisorie realizzate a seguito dell'emergenza COVID-19, e non capisco perché lo stesso trattamento non dovremmo averlo nei confronti dell'emergenza del sisma del 2016. Quindi chiedo al Sottosegretario la possibilità di rivedere il parere, accogliendo quest'ordine del giorno.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/12 Curti, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/13 Barbagallo, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.

    ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO

    ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sì, accolgo la riformulazione del Governo. È un'iniziativa che abbiamo assunto insieme agli altri colleghi eletti a Catania, quindi saremo particolarmente vigili affinché venga dato seguito all'impegno nei confronti del Governo. L'ordine del giorno sana - o meglio, prova a sanare - un errore storico dovuto all'errata pubblicazione dei decreti di vincolo che non vennero pubblicati in Gazzetta, ma soltanto all'Albo Pretorio. Chiedo che venga messo ai voti, Presidente.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/13 Barbagallo, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 3).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/14 Bonelli, accolto come raccomandazione.
    Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, non accettiamo la raccomandazione, chiediamo di votare e chiedo di fare un intervento.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Prego, per dichiarazione di voto.

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Il motivo per cui non accettiamo la riformulazione è che quest'ordine del giorno ha chiesto semplicemente di rideterminare quanto prima il quadro normativo in materia di repressione dell'abusivismo edilizio. Adesso vorremmo far presente che appare un po' surreale che ci si attivi tantissimo nei condoni e, invece, per quanto riguarda l'abusivismo - lo abbiamo ricordato nell'ordine del giorno del collega Bonelli -, secondo i dati del Ministro dell'Economia, si segnala un incremento, nel 2022, del 9,1 per cento delle case abusive, con una crescita che non si registrava dal 2004. La situazione delle regioni del Sud, addirittura, viene definita insostenibile, secondo i dati delle Forze dell'ordine elaborati nel Rapporto ecomafia 2023 di Legambiente.

    Il ciclo del cemento illegale, secondo Legambiente, nel 2022 è stata la prima voce tra i crimini ambientali accertati dalle Forze dell'ordine e dalle Capitanerie di porto. Ricordiamo che con 12.216 reati contestati ha sfiorato il 40 per cento del totale, in crescita del 28,7 per cento rispetto al 2021. A fronte di questi dati, davvero non comprendiamo per quale ragione il Governo si affanna a fare condoni e a incentivare la possibilità di sanare: se sei una persona che rispetta le regole, nel nostro Paese non hai nessuna attenzione; se invece fai abusi o altre cose del genere, scatta sempre la sanatoria. Lo voglio ricordare, lo abbiamo ricordato anche nel decreto di ieri che quelli che hanno vinto regolarmente il concorso per i presidi sono stati messi in coda rispetto a quelli che non lo avevano vinto, che non hanno superato il concorso, ma che sono stati sanati e vanno avanti a quelli che avevano vinto regolarmente il concorso.
    La domanda che noi ci poniamo è: ma per le persone oneste, per quelli che rispettano le regole, questo Governo prevede qualcosa? O c'è solo la sanatoria per chi commette abusi e non c'è nessuna volontà di contrastarli? Perché poi, in questo caso, il Governo doveva semplicemente dire all'ordine del giorno del collega Bonelli di aumentare la repressione rispetto a dei dati oggettivi; e invece no, se si tratta di combattere l'abusivismo edilizio, noi scegliamo di essere contrari, perché è meglio condonare che reprimere l'abusivismo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà.

    ANDREA CASU

    ANDREA CASU (PD-IDP). Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno anche a nome del gruppo del Partito Democratico.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/14 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/15 Zaratti, su cui vi è il parere contrario del Governo.
    Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

    FILIBERTO ZARATTI

    FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Abbiamo presentato quest'ordine del giorno per affrontare una delle questioni più importanti, a mio parere, del decreto che ha ottenuto la fiducia poc'anzi, che riguarda la questione dei cambi di destinazione d'uso. Il decreto agevola, ovviamente, i cambi di destinazione d'uso, ma noi ne vorremmo sottolineare, ancora una volta, la pericolosità, perché il cambio di destinazione d'uso significa, sostanzialmente, espellere dai centri storici delle nostre città i cittadini residenti, a tutto vantaggio di strutture turistiche o altre strutture commerciali.

    Negli ultimi 15 anni solo nella città di Roma si sono trasferiti dal centro di Roma verso le periferie ben 150.000 residenti, grazie ai cambiamenti di destinazione d'uso. Questo sta spopolando i centri delle nostre città. Vorrei far presente che le persone che vivono nelle città sono una parte integrante di quel tessuto sociale e culturale, rendendo uniche le città italiane.
    Quando si cammina, del resto, nel centro di Roma - e voi lo potete vedere, la sera si fa tardi quando si lavora alla Camera dei deputati -, quando si esce da qui, si incontrano ormai soltanto turisti, non ci sono più residenti, non ci sono più quelle attività, anche storiche, che una volta al centro della città vi erano. Questa norma che voi state introducendo è una norma assolutamente non soltanto sbagliata, ma andrebbe rivista.
    Io faccio un ennesimo appello alla maggioranza, ai colleghi e alle colleghe, affinché ci sia un momento di ravvedimento da questo punto di vista, perché non state semplicemente aiutando una forma - diciamo così, scusate il termine - di speculazione nel cambiamento di destinazione d'uso, ma state svuotando - come dicevo prima - l'identità culturale e sociale, il tessuto economico, le caratteristiche principali di quello che fa dell'Italia il Bel Paese, e cioè i suoi centri storici. Li state trasformando in grandi magazzini e, facendo così, ucciderete anche quelle forme di turismo che pure rendono unico il nostro Paese.
    È per questo, insomma, che noi insistiamo tanto su questa vicenda dei cambi di destinazione d'uso, anche perché il combinato disposto della possibilità di dare l'abitabilità agli alloggi fino a 20 metri quadrati con un'altezza di 2,40 metri, con il cambio di destinazione d'uso crea una miscela terribile, cioè quella di poter trasformare le cantine, i lavatoi e i garage in alloggi, rivolti a chi? Rivolti ai nostri figli e ai vostri figli, rivolti soprattutto ai giovani, i quali saranno destinati a vivere in tuguri che voi state legalizzando (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). State rubando il futuro ai nostri giovani e alle nostre giovani, assieme alla possibilità di costruirsi una famiglia, di costruirsi appunto un futuro e di costruirlo laddove c'è l'identità del nostro Paese.
    Voi parlate sempre di Nazione, ma quando si tratta di riconoscere le caratteristiche fondamentali di quello che rende l'Italia tale, ve ne dimenticate sempre. I centri storici, gli abitanti, il fatto che i giovani e le giovani possano continuare a vivere questi luoghi è un tratto fondamentale dell'essere italiani, è un tratto fondamentale dell'essere Italia. Voi vi riempite la bocca della parola Nazione, ma non sapete neanche cosa significhi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e del deputato Casu).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà.

    ANDREA CASU

    ANDREA CASU (PD-IDP). Intervengo per sottoscrivere, a nome del gruppo Partito Democratico, quest'ordine del giorno e anche l'ordine del giorno seguente, il n. 9/1896-A/16 Dori, in quanto vanno nella stessa direzione degli emendamenti presentati dal gruppo del Partito Democratico durante il percorso in Commissione.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/15 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/16 Dori.
    Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.

    DEVIS DORI

    DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Sono particolarmente stupito per questo parere contrario a quest'ordine del giorno, perché si occupa della piattaforma unica della trasparenza amministrativa che, come sappiamo, è stata istituita ai sensi dell'articolo 23 del decreto legislativo n. 36 del 2023, presso l'Autorità nazionale anticorruzione. Come sappiamo, la piattaforma è stata proprio concepita come un unico punto di accesso e consultazione dei dati che le amministrazioni sono chiamate a rendere conoscibili. Si tratta, di fatto, di un sistema centralizzato degli obblighi di trasparenza, facilmente accessibile, che viene messo anche al fine di rafforzare i livelli di trasparenza nel settore pubblico, anche nell'ottica, tra l'altro, di ridurre i costi e gli oneri per le pubbliche amministrazioni, anziché avere tante sezioni “amministrazione trasparente” sui vari siti web, ne abbiamo unica centralizzata. Per l'inserimento dei dati nella piattaforma, si rende necessario assicurare l'uniformità e anche la comparabilità degli stessi, proprio mediante la predisposizione di appositi schemi e standard di pubblicazione. Nonostante il testo unico dell'edilizia - anche a seguito, tra l'altro, delle modifiche operate da questo decreto in conversione - contenga disposizioni che prevedono un intervento valutativo e autorizzativo da parte degli uffici pubblici, ad esempio da parte dello sportello unico per l'edilizia, costituito proprio presso le amministrazioni comunali, non si rinvengono, però, previsioni volte a garantire livelli di trasparenza amministrativa proprio in relazione ai provvedimenti da adottare e alle motivazioni che sono ad essi sottese.

    Con quest'ordine del giorno, chiedevamo proprio un impegno da parte del Governo e pensavamo davvero a un accoglimento, almeno come raccomandazione, per poter prevedere di includere, quindi, all'interno degli atti da pubblicare sulla piattaforma unica della trasparenza amministrativa, anche quei dati che prevedono obblighi di pubblicità e trasparenza dei procedimenti amministrativi in materia urbanistica. Purtroppo, dobbiamo riscontrare che, invece, c'è un parere contrario, secco, da parte del Governo. Chiaramente non lo condividiamo e, di fatto, a nostro parere questo è un parere contrario alla trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/16 Dori, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/17 Borrelli.
    Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. In quest'ordine del giorno, a differenza del precedente - con riferimento al quale non abbiamo compreso il motivo per cui sia stato bocciato - che impegnava il Governo ad attuare un'azione molto più pesante, pressante e anche a trovare nuovi fondi per contrastare l'abusivismo edilizio sul nostro territorio…

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Scusi se la interrompo: per informarla che ha due minuti soltanto a disposizione. Se se li vuole giocare, magari, per altri… è solo un'informazione di servizio. Ovviamente ho interrotto il cronometro.

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Non me ne ero accorto, grazie. Quest'ordine del giorno, invece, affronta un tema che oggettivamente è stato prima votato da alcuni pezzi dell'attuale maggioranza e, poi, disconosciuto, il superbonus. Noi ci poniamo un tema, perché ci sono state storture del superbonus. Il tema è che si è buttato via tutto, anche quello che c'era di positivo. L'idea che ci siano fondi che possano essere utilizzati per aiutare a riqualificare e risistemare il patrimonio edilizio privato nel nostro Paese è un'idea giusta, perché comunque poi lo facciamo, ci troviamo nei casi emergenziali. Addirittura, che venga in qualche modo ridotto sempre di più il sisma bonus è un errore. Però, noi qui chiedevamo, in particolare, per quale ragione le persone che hanno partecipato correttamente, e, non per colpe proprie, non hanno avuto più accesso alla parte finale del superbonus, sono state penalizzate. Anche in questo caso, dal nostro punto di vista, il Governo non ha colto la positività di interventi che vanno nell'interesse collettivo. Non capiamo perché davanti a scelte e valutazioni che aiutano, in questo caso, le persone che hanno partecipato correttamente e onestamente a questo incentivo, le stesse vengano penalizzate.

    Concludo dicendo che ci sono diverse priorità nel nostro Paese, ma certamente c'è una distinzione. Noi daremo sempre il nostro sostegno per aiutare l'edilizia popolare, l'edilizia delle persone che casomai non possono permettersi di fare interventi sulle loro abitazioni, anziché dare la priorità a una cosa come il ponte sullo Stretto. Lì, li avete trovati i soldi e li state sprecando (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

    UBALDO PAGANO

    UBALDO PAGANO (PD-IDP). Intervengo solo per chiedere al collega la possibilità di sottoscrivere l'ordine del giorno.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/17 Borrelli, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/18 Ghirra.
    C'è un accoglimento con raccomandazione, espungendo i punti 1 e 3 della premessa.
    Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.

    FRANCESCA GHIRRA

    FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Non accogliamo l'accoglimento come raccomandazione, con riformulazione e, se posso, dico rapidamente perché. Dagli interventi che abbiamo fatto in discussione generale, ma anche sulla fiducia, credo che sia chiaro cosa pensiamo di questo decreto, che, peraltro, è arrivato in Commissione in tutt'altra forma e che si è trasformato non solo in un condono, ma in un provvedimento che agevola la speculazione edilizia a favore della rendita immobiliare, consentendo la trasformazione di abitazioni che abitazioni non sono, consentendo che appartamenti di 20 metri quadri, alti metri 2,40, possano ospitare persone che ci vadano a vivere all'interno, una cosa che per noi è assolutamente inaccettabile, causando anche un aumento pazzesco dei costi dalle case.

    Noi l'abbiamo detto tante volte: quando il Ministro Salvini aveva annunciato un visionario piano casa, eravamo contenti di questa notizia, pensavamo che intendesse davvero dare risposta alle 700.000 famiglie in attesa di un alloggio, che intendesse dare risposta a tutte quelle famiglie che hanno difficoltà a pagare l'affitto, perché i costi per pagare la locazione arrivano a oltre il 40 per cento delle risorse che hanno a disposizione per arrivare a fine mese, e mettere un freno a tutte quelle sentenze di sfratto che sono, per il 90 per cento, legate a morosità incolpevoli. Invece, questo provvedimento va in tutt'altra direzione: non dà risposta al fabbisogno abitativo, non incide minimamente sulla riduzione del consumo di suolo, peggiorerà la qualità della vita nelle nostre città, esautorando i comuni della possibilità di intervenire su una materia che è di propria competenza e su cui dovrebbero poter incamerare gli oneri.
    Noi chiediamo tutt'altro rispetto alla direzione che voi state prendendo: chiediamo di dare risposte con un vero piano casa; chiediamo di individuare le risorse per mettere finalmente mano al patrimonio dell'edilizia pubblica residenziale: 90.000 alloggi non sono disponibili per le nostre cittadine e i nostri cittadini perché sono in stato di abbandono e i comuni e le regioni non hanno le risorse per poter intervenire, lo Stato non fa niente; chiediamo di rifinanziare il Fondo per gli affitti e la morosità incolpevole, che è stato colpevolmente azzerato da questo Governo, in uno dei primi provvedimenti che abbiamo approvato in Aula, per finanziare le società di calcio di serie A; e chiediamo, soprattutto, di verificare gli effetti di questo decreto, perché sappiamo bene quali saranno le conseguenze del consentire l'utilizzo dei sottotetti, di rendere abitabili e vendibili alloggi che alloggi non sono, perché sono mansarde, garage, magazzini dove potranno andare a vivere le persone, e soprattutto, dando, finalmente, una risposta a tutti coloro che non hanno un tetto sopra la testa. Quindi, Presidente, chiediamo di mettere ai voti il nostro ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/18 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/19 Grimaldi, c'è un accoglimento come raccomandazione.
    Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

    MARCO GRIMALDI

    MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Non accettiamo l'accoglimento come raccomandazione, perché vorremmo vedervi o contrari o favorevoli a quest'ordine del giorno, poiché la vicenda è molto grave, parla di un tema, secondo noi, sottovalutato, cioè quello di 10,7 milioni di alloggi sfitti, su 26 milioni di abitazioni. Lo ripeto: quasi 11 milioni di immobili, che andrebbero mappati e messi a disposizione di un'emergenza abitativa che è davanti a tutti.

    A questo, però, si lega a una riflessione che non vi sentiamo mai dire, che è quella della gentrificazione delle nostre città, di quella Airbnb economy che ha fatto sloggiare, volontariamente e non, tantissime persone non solo dai centri storici delle nostre città. Viviamo in un'epoca in cui o troviamo il modo di ridare dignità a questa discussione o saranno anche vane le pronunce della Corte costituzionale, come quella del 1988, che ci ricorda che il diritto all'abitazione rientra fra i requisiti essenziali o quella successiva, che ci ricorda che è un dovere collettivo impedire che delle persone possano rimanere prive di abitazione ed è altrettanto un diritto sociale, quello all'abitazione, collocabile fra i diritti inviolabili dell'uomo. Lo diciamo perché c'è un diritto di cui non parliamo mai, che è quello alla proprietà privata, se non per sfottere, magari, tutti quelli che nella vita hanno provato a capire qual è il limite. Non ve lo dico dalla parte solo dei movimenti per la casa, vi parlo di quello che è un principio storico delle nostre istituzioni. Voglio citare un grande sindaco, che non aveva un'eredità comunista alle spalle: si chiamava La Pira, un grande sindaco di Firenze. Proprio nel dopoguerra, lui pensava che tutti gli immobili sfitti potessero essere rimessi in moto per dare una soluzione a tanti. Io vi dico: sarà mai possibile dire, insieme all'ANCI, che questa è una delle emergenze del Paese? Possiamo dirci che dietro quei 10,7 milioni di abitazioni sfitte c'è qualcosa di più? C'è una rendita dell'attesa, c'è un abbandono scientificamente organizzato, c'è elusione, c'è evasione fiscale, c'è tanto, c'è troppo.
    Allora, vi chiediamo: sarà sensato fare una mappatura vera, città per città, di questa fotografia? Possiamo dirci che solo con le entrate di quella Airbnb economy cambierebbe la vita a tantissimi comuni e, magari, la loro economia potrebbe essere esattamente rimessa in moto, con quelle entrate, con tanto altro? Per esempio, per riaffrontare un tema di cui non vogliamo parlare. Voi dite che è importante - lo dite in questo provvedimento -, che si può porre fine al consumo di suolo e parlare di offerta abitativa. Ve lo diciamo: se pensate che il destino di questo Paese sia semplicemente far sì che quei sottotetti, quelle mansarde, quei garage diventino parte del destino dei nostri figli, dei nostri nipoti, avete deciso di sfrattare la nostra economia legale, per far posto ad altro. Noi non ci stiamo ed è per questo che vi chiediamo di assumervi tutte le responsabilità, fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/19 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/20 Montemagni, accolto come raccomandazione: l'accetta? Sì.
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/21 Ruffino, accolto come raccomandazione, se riformulato: va bene.
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/22 Rosato, accolto come raccomandazione: va bene. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/23 Benzoni: va bene. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/24 Alessandro Colucci, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: accolta. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/25 Lupi, c'è una proposta di riformulazione: accolta. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/26 Patriarca, c'è il parere favorevole del Governo, ma viene chiesta la votazione.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole Mattia?

    ALDO MATTIA

    ALDO MATTIA (FDI). Scusi, Presidente, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/25 Lupi.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1896-A/25 Lupi è stato accolto.

    ALDO MATTIA

    ALDO MATTIA (FDI). Avevo alzato la mano; era per sottoscriverlo.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Per sottoscriverlo, è perfettamente nelle sue facoltà. Registrato.

    ALDO MATTIA

    ALDO MATTIA (FDI). Grazie. A nome di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Sta bene. Anche l'onorevole Montemagni, a nome del gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

    Torniamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/26 Patriarca, del quale era stata chiesta la votazione dell'ordine del giorno da parte del gruppo di Forza Italia.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/26 Patriarca, con il parere favorevole del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 10).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/27 Forattini, con il parere contrario del Governo.
    Ha chiesto di parlare la deputata Forattini. Ne ha facoltà.

    ANTONELLA FORATTINI

    ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Non ci stupisce questo parere contrario a quest'ordine del giorno, che di fatto chiedeva di mantenere il parere della sovrintendenza sugli edifici vincolati. Tuttavia, ci chiediamo e chiediamo alla maggioranza di avere il coraggio di abolire anche le sovrintendenze, perché, a questo punto, ci si chiede a cosa servano, perché, se non possono mettere parere nemmeno sugli edifici vincolati, voi capite bene che diventa un istituto in più, che di fatto non serve a nulla.

    Quindi, chiediamo un po' di coraggio: abbiate il coraggio di abolire le sovrintendenze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/27 Forattini, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
    Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1896-A/28 Graziano.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/28 Graziano, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
    Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1896-A/29 Di Sanzo.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/29 Di Sanzo, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/30 Gianassi, con il parere contrario del Governo.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.

    FEDERICO GIANASSI

    FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Al di là dell'ordine del giorno, che offriva uno spazio in più per offrire poteri di disciplina, regolamentazione ai comuni, è il tema generale che ci interessa e che il Governo continua a non affrontare. Da molti anni, nelle città italiane - e non solo nelle città italiane, ma nelle città europee, nelle città ad alta vocazione internazionale - si è diffuso il fenomeno delle locazioni turistiche. Da molti anni, i sindaci e le comunità locali chiedono al Parlamento e al Governo strumenti di regolamentazione e disciplina del fenomeno.

    Il Governo Meloni, con la Ministra Santanchè, non sta rispondendo a queste richieste. Sono stati messi in campo alcuni strumenti, come il codice identificativo nazionale, norme di registrazione, comunicazione alle questure, che toccano temi diversi (il contrasto all'elusione o politiche in materia di sicurezza), certamente importanti, ma non toccano il tema che le comunità locali e sindaci pongono, cioè quali strumenti si offrono alle comunità locali per disciplinare questo fenomeno, per regolamentarlo.
    È una materia evidentemente molto impattante per le comunità locali, non solo - ripeto - per le città italiane, se tante altre città europee e internazionali hanno adottato ormai da tempo strumenti di regolamentazione (New York, Barcellona, Lisbona, Berlino, Londra, Parigi, Amsterdam). Tutte le città in Europa e nel mondo si muovono per regolamentare il fenomeno, che, altrimenti, in assenza di una regolamentazione, rischia di pregiudicare funzioni importanti per le città.
    Le nostre città, che sono globali e interdipendenti con il mondo, in assenza di regolamentazione, subiscono fenomeni di massificazione della funzione turistico-ricettiva e questo comporta che altre funzioni importanti, in particolare quella della residenza, siano contratte, limitate. Ormai è diffuso il fenomeno di riduzione degli immobili a disposizione dei residenti con l'espulsione dei residenti dalle città o da alcune zone delle città. L'aumento del costo degli affitti e l'aumento del costo dei mutui per l'acquisto della prima casa sono problemi enormi, perché le città vivono grazie ai propri cittadini, grazie alla pluralità di funzioni che si incrociano; se una funzione diventa dominante rispetto alle altre, si pregiudica la qualità di vita di una comunità.
    Il comune di Firenze, ad esempio, ha deciso di sperimentare l'adozione di una misura forte, urbanistica, per contenere nell'area centrale della città la diffusione di ulteriori immobili destinati a funzione di locazione turistico-ricettiva. La nuova sindaca di Firenze, Sara Funaro, ha annunciato nei prossimi giorni ulteriori interventi, ma ha dato disponibilità alla Ministra Santanchè a confrontarsi sul merito. La Ministra ha risposto: per noi la proprietà privata è sacra.
    Ora, al di là di questa accezione religiosa e mistica sul tema della proprietà privata, per noi fa fede la Costituzione italiana, che, all'articolo 42, dice qual è il perimetro entro il quale il Governo e Parlamento si muovono: “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento” ma anche “i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”.
    Qualcuno spieghi alla Ministra Santanchè che essere proprietari di un immobile non significa poterci fare qualunque cosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista); già oggi esistono i piani operativi, le regolamentazioni urbanistiche, le norme regionali e le norme locali. Se si è proprietari di un immobile con destinazione residenziale, non ci si può aprire un garage, non ci si può aprire un hotel, non ci si può aprire un luna park, perché già oggi il diritto di proprietà, che è pieno ed esclusivo sulla cosa, si esercita nel rispetto dei limiti di legge e dell'ordinamento, tra cui la destinazione urbanistica che le amministrazioni locali attribuiscono alle proprietà, agli immobili, nelle proprie città.
    Il tema è esattamente questo: è offrire alle regioni e ai comuni, in una materia che è concorrente e che lo Stato non esercita in modo esclusivo, il potere di regolamentare un fenomeno che, se non è regolamentato, rischia di essere esplosivo ed esponenziale. Se l'Italia ha delle bellezze straordinarie, lo deve al fatto che quelle città si sono costruite grazie al valore straordinario di quelle comunità, fatte di uomini e di donne, che hanno sperimentato bellezze e eccellenza. Preservare la diversità delle nostre città significa preservare la bellezza del nostro Paese. È sorprendente che il Governo si ostini a non comprenderlo: servono strumenti che consentono ai sindaci e alle regioni di regolamentare un fenomeno che oggi è privo di qualunque regolamentazione, come hanno fatto altri Paesi (tra i quali gli Stati Uniti d'America con la città di New York, che, per stare alle parole della Ministra Santanchè, non è un Paese che è nemico della proprietà privata).
    La proprietà privata è una cosa, gli strumenti di regolamentazione dei processi di sviluppo nelle nostre città sono un'altra cosa, che stanno, per l'appunto, nella materia dell'urbanistica e dell'edilizia, quella che il Ministro Salvini ha modificato per fare tutt'altro, rifiutandosi di intervenire nel testo unico sull'edilizia, laddove c'è lo strumento per consentire ai comuni di affrontare questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/30 Gianassi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/31 Ubaldo Pagano.
    Ha chiesto di parlare il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

    UBALDO PAGANO

    UBALDO PAGANO (PD-IDP). Sono rammaricato per questo parere contrario, perché quest'ordine del giorno tratta evidentemente una delle misure più discutibili di questo decreto, ossia la decisione di deregolamentare tout court i cambiamenti di destinazione d'uso di un immobile. Un'operazione che non c'entra nulla con la semplificazione normativa.

    L'ordine del giorno, infatti, si concentra, in particolare, su un aspetto che non avete voluto chiarire durante i lavori di Commissione, ossia se anche i beni vincolati rientrino o meno nel calderone degli immobili, per cui da domani si potrà liberamente operare anche per questi immobili sul cambio di destinazione d'uso. Da questo punto di vista, il fatto che ci date parere contrario ci conferma questa preoccupazione. Se ne siete convinti, procedete. Evidentemente, state smantellando completamente il sistema dei vincoli rispetto al patrimonio tutelato del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/31 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/32 Simiani. C'è un accoglimento con la formula della raccomandazione.
    Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.

    MARCO SIMIANI

    MARCO SIMIANI (PD-IDP). Non accetto la raccomandazione, perché credo che siamo arrivati alla fine di questo provvedimento nel momento in cui c'è stata una discussione - devo dire - parziale di questo provvedimento, anche per quello che è successo in Commissione. Come sapete, arrivati a un certo punto, la maggioranza ha ritirato gli emendamenti e respinto circa una cinquantina di emendamenti.

    Questa cosa, secondo noi, dimostra che ancora non hanno ragionato accuratamente su questo provvedimento. Tuttavia, vedendo i commissari in Commissione, vedendovi qui davanti, mi sembra che siate tutti convinti di votare questo provvedimento. Infatti, vedete, io più leggo le cose e, guardando anche questi ordini del giorno - lo dico soprattutto, anche ai relatori -, più mi sembra di rivedere quel film, Bentornato Presidente, dove a un certo punto lui si candida a Primo Ministro e però c'era da fare un'alleanza, c'erano due programmi e, alla fine diceva: si votano, si portano tutti e due. Infatti, qui di fatto ci sono cose che si contraddicono l'un l'altra e, guardate, poi si vedranno nel tempo, anche nei prossimi ordini del giorno. Tuttavia, ne cito uno, quello che riguarda l'ordine del giorno 9/1896-A/77, dove dice chiaramente che “(…) la legge statale prevalga su eventuali diverse e più restrittive previsioni normative contenute negli strumenti urbanistici comunali, in caso di mutamenti di destinazione d'uso di un immobile, posti all'interno di una stessa categoria funzionale, come previsto dal provvedimento in oggetto”. Vale a dire che, in questo caso, la legge dello Stato deve prevalere sull'ambito delle scelte dei comuni. Alla faccia dell'autonomia differenziata, colleghi. Alla faccia dell'autonomia differenziata. Con quest'ordine del giorno, dove il Sottosegretario Morelli ha dato parere favorevole, voi fate una cosa diversa da quella che avete votato qualche giorno fa. Ma potrei continuare, potrei continuare, al di là di sanare anche tutta la parte all'interno dei cimiteri, di fatto diventa una sanatoria tombale, a tutti gli effetti. Potrei andare avanti sulle questioni che riguardano la legge Bucalossi, in cui voi sostanzialmente capite di aver fatto un errore nell'ambito del provvedimento in cui sostanzialmente, non avendo il professionista, non potendo certificare che quelle che quell'immobile è ante 1977, sostanzialmente, trovate un escamotage, dando direttamente la responsabilità al proprietario. È una cosa assurda, cioè non c'è norma che attesta il fatto che possa essere addirittura opzionale questa scelta. Vorrei rimanere sull'ordine del giorno perché credo che la scelta che voi avete fatto non tenga conto effettivamente di quelle che saranno le città nei prossimi anni. Guardate, il cambio di destinazione d'uso, visto che l'avete liberalizzato in tutti i modi e in tutti i sensi, sarà un tema che veramente cambierà le città, anche nell'ambito dei negozi di vicinato e dei centri commerciali naturali. Guardate, questo è un tema delicatissimo: oggi l'e-commerce sta veramente erodendo economie nell'ambito dei negozi di vicinato, che sono il vero presidio, il luogo in cui effettivamente si può non solo fare piccola impresa, ma si fa anche presidio di sicurezza, presidio di riuscire anche a dare una certezza a quelle famiglie che oggi campano di lavoro, in questo caso, nel commercio. Guardate, la vostra idea di città sarà completamente mutata, anche nell'ambito delle prossime stagioni, anche elettorali. Non crediate che questa norma vi porti bene, sarà un grosso boomerang, lo dico chiaramente. Infatti, nel momento in cui molte, molte famiglie si troveranno in condizioni di grande difficoltà - negli anni Settanta o Ottanta, quando c'è stata una grande rinascita dal punto di vista urbanistico, ci sono stati grandi urbanisti che hanno dato, hanno creato le urbanizzazioni ai sensi della legge n. 167 del 1962, che erano strumenti eccezionali, in cui le persone si riconoscevano, le povere persone che andavano a vivere in una casa nuova, aperta su grandi strade o grandi piazze; oggi questo voi lo rimettete nel cassetto. Infatti, quelle case diventeranno loculi e credo che questo sicuramente porterà male alla vostra maggioranza.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/32 Simiani, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/33 Malavasi, c'è un accoglimento con la formula della raccomandazione. Viene accolta? La proposta del Governo? Va bene.
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/34 Ciani. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà. Ci deve dire, preliminarmente, se accoglie la proposta del Governo.

    PAOLO CIANI

    PAOLO CIANI (PD-IDP). Non l'accolgo, Presidente, grazie. Quando abbiamo sentito parlare di un provvedimento di edilizia, di urbanistica, addirittura di un piano casa, abbiamo sgranato gli occhi e prestato molta attenzione, perché di un piano casa, in Italia, ce ne sarebbe decisamente bisogno, pensando alla grande necessità abitativa di tante famiglie, di tante persone e anche ad alcune scelte che il Governo ha fatto in questi anni, o, meglio, non ha fatto. Penso al non rifinanziare il sostegno agli affitti, a non rifinanziare il sostegno alla morosità incolpevole, cioè a non intervenire in alcuni ambiti in cui la casa è un bene essenziale, cioè spesso non averla è un grande problema di tanti nostri concittadini. Invece, niente di tutto questo, nessuna risposta al bisogno abitativo di tante famiglie, nessuna risposta, per esempio, al bisogno abitativo dei giovani, che in questi anni hanno anche manifestato, con la loro fantasia. Penso agli studenti universitari, alle tende, a un appello lanciato al Governo, al Parlamento e alle istituzioni, perché facciano qualcosa in questo senso. Invece no, una norma nata male e peggiorata anche in Commissione, che permette di rendere abitativi sottotetti, scantinati, garage, che trasforma 2,40 metri di altezza un luogo dove poter vivere, dove poter abitare; 20 metri quadri, 28 se si è in due. Ecco, mi sembra che tutto questo non sia qualcosa che va a rispondere alle necessità. Peraltro, ci sono problemi anche seri, in zone sismiche, problemi di standard urbanistici e architettonici; il grande tema, posto anche da altri colleghi del decidere sulla testa dei comuni, sulla testa delle regioni, di decidere sulla testa dei cittadini, perché sappiamo che dare questi permessi senza prevedere qualcosa che si va a legare anche ai servizi, ai servizi pubblici, ai parcheggi, a tutto quello che c'è intorno all'abitare, è qualcosa che peggiorerà tanto la vita dei nostri concittadini. Penso, sicuramente, alla mia città, a Roma, al suo centro storico, ma al centro storico di tante città; su cosa potrebbe impattare questo provvedimento, negativamente. Ecco, credo che, purtroppo, è un nuovo provvedimento fatto per aiutare pochi, ma che peggiorerà la vita di tanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/34 Ciani, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/35 Morassut, c'è una proposta di riformulazione.
    Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/35 Morassut, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/36 Furfaro, su cui c'è un accoglimento con la formula della raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romeo. Ne ha facoltà.

    NADIA ROMEO

    NADIA ROMEO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Non sono d'accordo, perché? Perché la richiesta che noi poniamo all'attenzione del Governo è una richiesta di impegno rispetto a due questioni che riteniamo essenziali. Noi invitiamo il Governo ad adottare quelle misure, vista la deregulation prevista da queste norme che toglie addirittura - lo ha detto prima un mio collega - la possibilità ai comuni di dotarsi di strumenti di pianificazione propria.

    Allora, noi chiediamo al Governo di partire da sé. Chiediamo al pubblico di partire da sé adottando quelle buone pratiche che ci possono portare a dare risposte concrete. Quali sono quelle buone pratiche? Sono le pratiche della rigenerazione urbana, le pratiche che comportano un consumo di suolo zero, a partire dal recupero dei nostri tanti edifici pubblici abbandonati o che si trovano in stato di degrado. Si possono recuperare completamente, si possono trasformare utilizzando formule di sburocratizzazione e adottando strumenti al passo con i tempi e che possono rendere le nostre case green attraverso l'utilizzo di fonti rinnovabili o con la domotica.
    Queste risposte abitative, che partono dal pubblico, sono risposte abitative sostenibili e legate anche a un altro livello, che è quello sociale, che è l'altra questione che vogliamo portare alla vostra attenzione con quest'ordine del giorno. Il problema del diritto alla casa, come hanno detto molti miei colleghi, è un problema enorme. Lo è per molte famiglie, lo è per le giovani coppie, lo è per gli studenti, lo è per le persone fragili che aspettano risposte. Sono, infatti, oltre 630.000 le famiglie a rischio sfratto ogni giorno e lo sono anche a causa del completo definanziamento del Fondo affitti e del Fondo contro la morosità incolpevole. A questi si aggiungono quelli che già da tempo aspettano delle risposte.
    Quindi, cosa chiediamo? Chiediamo un impegno non per fare polemica e non per essere strumentali, ma con la preoccupazione di chi ha a cuore le persone che non hanno o che rischiano di non avere più l'abitazione. Facciamolo noi, partiamo da noi. È per questo motivo che chiediamo un impegno vero, un impegno concreto, un impegno a dare risposte partendo dal pubblico e, quindi, a tutela di tutte quelle famiglie e di tutte quelle persone fragili che hanno bisogno e che attendono risposte. È un'emergenza e, allora, diamo il buon esempio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/36 Furfaro, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
    Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1896-A/37 Marino.
    Ha chiesto di parlare la deputata Marino. Ne ha facoltà.

    MARIA STEFANIA MARINO

    MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Mi pare che il Governo si fosse espresso con una raccomandazione.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Sì.

    MARIA STEFANIA MARINO

    MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Noi non l'accettiamo e vorrei spiegare anche il motivo. Presidente, questo decreto interviene in modo incisivo sul testo unico dell'edilizia, senza concederci necessari e opportuni tempi di studio e di valutazione delle singole misure adottate con l'obiettivo. Cito testualmente quanto ho già specificato nell'ordine del giorno oggetto di discussione, ossia favorire il dominio dell'interesse di parte, del qui, ora e subito, dove la possibilità di rendere abitabile ora uno scantinato ora un sottotetto rischia di far dimenticare che, accanto al legittimo interesse economico, è fondamentale che trovi posto anche l'interesse delle persone a cui quelle abitazioni, rese tali per legge, sono destinate.

    La preoccupazione principale è che il decreto-legge rappresenta un passo verso una normativa avulsa da precise e doverose valutazioni sull'impatto che tali innovazioni potrebbero comportare sul sistema giuridico, sui rapporti tra cittadini e istituzioni e su diritti e responsabilità che sostengono la convivenza economica e sociale. Non è il caso particolare a destare preoccupazione, ma la generalizzazione di un fatto, perché vivere secondo gli standard ridotti sta diventando la norma, in quanto così impone il mercato, che, di conseguenza, diventa legge. Il testo, entrato in Parlamento con un profilo ben preciso e parzialmente comprensibile, è stato trasformato in qualcosa di molto diverso, distruggendo i confini tra ciò che civilmente è accettabile dal punto di vista abitativo e ciò che non lo è. Così l'obiettivo principale sembra quello di incrementare ulteriormente la follia immobiliare, alla quale assistiamo ormai giornalmente da anni, che affligge principalmente le città universitarie.
    Il Governo, Presidente, si mostra ancora una volta sordo alle richieste dei giovani, che da anni ormai lamentano l'impossibilità di vivere nelle città universitarie e si trovano costretti ad accontentarsi di vere e proprie - passatemi il termine - bettole per cifre assolutamente spropositate. Con questo decreto si consentirebbe, ad esempio, l'agibilità per i locali con un'altezza minima di 2,40 metri e una superficie minima di 20 metri quadri per una persona o 28 metri quadri per due persone. Questa scelta aprirà la strada ad alloggi sempre meno vivibili e sempre più costosi, favorendo la rendita immobiliare e senza affrontare l'emergenza abitativa e la carenza di case per gli studenti, di cui i nostri ragazzi si lamentano, peraltro, da anni. Inoltre, le modifiche approvate in Commissione permettono di ottenere una sanatoria edilizia senza la verifica di conformità alla normativa vigente sia al momento della realizzazione dell'opera che al momento della presentazione della domanda. Ciò significa che sono state sanate anche opere che prevedono aumenti consistenti di cubature, edifici totalmente diversi e che violano le norme antisismiche vigenti. Dunque, interventi per i quali sarebbe necessario un nuovo permesso di costruire vengono ora approvati senza considerare sicurezza, ambiente e standard urbanistici e architettonici.
    Il decreto prevede anche la soppressione dell'articolo 32, comma 3, terzo periodo, del TUE, superando la doppia conformità anche per gli immobili soggetti a vincolo. Inoltre, un emendamento della maggioranza ha stabilito che le difformità nelle parti comuni degli edifici non influenzano lo stato legittimo delle singole unità immobiliari, creando ulteriore confusione e potenziali problemi.
    In relazione all'articolo 34-bis, sulla tolleranza costruttiva, la disciplina si applica anche agli scostamenti rispetto alle misure minime di distanza e ai requisiti igienico-sanitari. Inoltre, per le unità immobiliari in zone sismiche il tecnico deve rifarsi alle norme vigenti al momento della realizzazione dell'intervento, ma non è chiaro come verranno garantite le prescrizioni necessarie per la sicurezza.
    Infine, Presidente, vengono eliminate le previsioni che impongono al tecnico abilitato di salvaguardare i diritti dei terzi, introducendo modifiche di vasta portata, che avrebbero richiesto un confronto politico più approfondito. La strada scelta dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, attraverso l'urgenza del decreto-legge, ha precluso ogni possibilità di dibattito e di confronto, come, d'altra parte, ormai ci avete abituati.
    Alla luce di questo, chiedo al Governo che si impegni ad adottare l'ordine del giorno o, possibilmente, ad accantonarlo, poiché risulta di grande importanza.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/37 Marino, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/38 Manzi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
    Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1896-A/39 Girelli.
    Ha chiesto di parlare il deputato Girelli. Ne ha facoltà.

    GIAN ANTONIO GIRELLI

    GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno si vuole precisare un aspetto, a mio giudizio, di particolare e fondamentale importanza, che riguarda, detto in parole povere, sancire un principio del rispetto delle regole, perché se non è chiaro che quanto è stato fatto in difformità della normativa vigente al momento della realizzazione di un'opera può essere bellamente sanato a posteriori, attraverso un provvedimento che non guarda, sia pure in maniera fortemente discutibile, come in questo caso, al futuro, ma addirittura pretende di sanare il passato, io credo che facciamo un doppio errore: uno è di merito, rispetto a quello che saniamo, e l'altro è di sostanza, ed è dare l'ennesima impressione, a questo Paese, che i furbi siano premiati rispetto alle persone che rispettano le regole. Io credo sia un principio da salvaguardare più che mai per il futuro, soprattutto nel momento in cui saremo e dovremo essere chiamati a un cambio di abitudini e di consuetudini se vogliamo, appunto, costruire un futuro migliore.

    Nello specifico, poi, vorrei sottolineare alcuni aspetti, perché il fatto di tollerare in futuro di poter avere abitazioni di 20 metri quadrati per una singola persona o di 28 se le persone sono due, il fatto di poter bellamente fare opere in difformità rispetto alle normative prescritte e che indicano soluzioni che sono compatibili o, meglio, necessarie per la salvaguardia di un interesse comune, il fatto che si preveda la possibilità di andare in difformità alla destinazione d'uso senza particolari riguardi, con le conseguenti trasformazioni anche della vivibilità in interi quartieri delle nostre città, dà la dimensione di come non ci sia la consapevolezza che, quando si discutono e si approvano norme di natura edilizia, non si tocca solo un aspetto immobiliaristico.
    Al contrario, si fa un intervento di natura sociale non di poco conto. Vorrei sottolineare, infine, un aspetto collegato con i temi sanitari. Io credo che la drammatica vicenda del COVID, tra le altre cose, ci abbia anche consegnato la necessità di abitare in maniera diversa, con standard diversi, con spazi diversi, con necessità diverse che sono state, in parte, vorrei persino dire, riscoperte all'interno delle famiglie. Ora, io penso che se ci fosse un'azione da fare sarebbe, forse, un intervento rispetto all'accessibilità alla casa da parte di tutti, a una casa dignitosa, una casa capace di dare le risposte ai bisogni che tutte le persone, non solo quelle dotate di una forza economica, dovrebbero avere.
    Ecco, io credo che attraverso questo strumento, tra le tantissime altre cose, facciamo anche un'operazione di ingiustizia sociale: creiamo le condizioni di loculi in cui chi non ha le disponibilità, le risorse per fare di meglio, sarà costretto a vivere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. Ne ha facoltà.

    AGOSTINO SANTILLO

    AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei aggiungere la firma all'ordine del giorno e chiedere anche di poter svolgere un breve intervento in dichiarazione di voto. Ritengo che forse l'attenzione dei colleghi su quest'ordine del giorno non sia stata meritoria del tema. Il collega sta chiedendo, con il suo ordine del giorno, che nel caso dell'accertamento di doppia conformità per parziale difformità, quindi, non per le variazioni essenziali, a cui, poi, avete allargato tutto il provvedimento della sanatoria, ci sia il rispetto della normativa tecnica delle costruzioni e delle norme di sicurezza, antincendio e igienico-sanitarie vigenti all'epoca della realizzazione dell'opera, cioè, almeno quando quest'opera, in parziale difformità, è stata realizzata. Vi sta chiedendo se il Governo si può impegnare affinché siano rispettate le norme strutturali di sicurezza, antincendio e igienico-sanitarie. Dovremmo darlo per scontato questo, come impegno del Governo; non si comprende perché, quest'ordine del giorno, che non ha nemmeno un costo per lo Stato, perché, tutt'al più, è il cittadino a dover mettere in regola la pratica, venga invece accolto solo come raccomandazione.

    Ricordiamoci che, alla fine, avete stabilito che il rilascio del permesso in sanatoria non sia nemmeno condizionato all'abbattimento delle barriere architettoniche, lasciamo stare; ma qui il collega vi sta dicendo: almeno, quando è stata fatta l'opera, possiamo precisare che avrebbe dovuto rispettare le normative strutturali e igienico-sanitarie? Io, fossi in voi, almeno, mi soffermerei con un accantonamento, perché l'impegno è in merito all'igiene e alla salubrità delle case degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. C'è una richiesta di accantonamento di quest'ordine del giorno. Sottosegretario Morelli, cosa ne pensa?

    ALESSANDRO MORELLI

    ALESSANDRO MORELLI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. No, Presidente.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Sta bene.

    Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini.

    LAURA BOLDRINI

    LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Posso sottoscriverlo?

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Certo. Prendo atto che lo sottoscrive anche la deputata Auriemma.

    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/39 Girelli, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/40 Toni Ricciardi. C'è una proposta di riformulazione.
    Deputato Toni Ricciardi, la accoglie?

    TONI RICCIARDI

    TONI RICCIARDI (PD-IDP). Presidente, purtroppo, non accolgo e vorrei cercare di fare un ragionamento nella speranza di convincere il Sottosegretario. Purtroppo, Presidente Rampelli, io non ho le sue qualità da architetto, spero di cavarmela. Ora, qual è il tema di quest'ordine del giorno? Io intanto ringrazio il Sottosegretario per aver dato il gesto della raccomandazione, ma reputo che non sia sufficiente. Il tema in questo caso, colleghi, non è tanto la tecnicalità specifica, ma la questione è come noi immaginiamo le nostre città del domani. Cerco di farla breve: in epoca medievale inizia la costruzione - i prodromi - di quelle che poi diverranno le città e, per quanto riguarda la storia italiana, è il Rinascimento, epoca moderna, che vuole segnare il contrappasso con l'epoca medievale, a cambiare la dimensione di come noi immaginiamo le città. Ma arriviamo al dunque. La questione delle destinazioni d'uso cosa comporta? Comporta che noi dovremmo porci una domanda: cosa ne vogliamo fare di queste città? In epoche storiche diverse, le città erano, a un certo punto, suddivise per quartieri: esisteva il quartiere dei librai, il quartiere degli orefici, e così via. Ora, noi stiamo trasformando i centri storici in luoghi di assalto di turismo di massa e di B&B e anche le soluzioni proposte, come nel caso della città di Venezia, ormai sappiamo - quei 5 euro di tassa d'ingresso - che non sono sufficienti a colmare quell'invasione.

    Sottosegretario - per suo tramite, Presidente - le faccio una proposta: immaginare di limitare la quantità nei centri storici non solo risponde all'esigenza di tutelare il patrimonio, le bellezze delicate che abbiamo ereditato dal passato, ma, soprattutto, offre l'opportunità a questo Governo di dire una cosa che non si è mai fatta, di stabilire quote numeriche e il resto spostarlo in altre aree delle città, cercando di offrire risposte di riqualificazione urbana per altri pezzi di città. Tradotto, Sottosegretario: trasferire economie in pezzi di città che queste economie non le vedono più e che si sono trasformati, nel tempo, in quartieri dormitorio o, peggio, in quartieri periferici. Le do un dato e mi avvio alla conclusione. Se nel 2021 per Roma Capitale erano stati classificati 8.600 posti letto del genere e sul più grande motore di ricerca dell'ospitalità ne comparivano 20.000, significa che c'è un'anomalia, un'incongruenza, alla quale la politica, in un certo qual modo, il legislatore, deve trovare una risposta.
    Ora, Presidente Rampelli, so di aver meritato un voto pessimo in storia urbanistica, però, per suo tramite, mi appello al Sottosegretario, nella speranza che butti via tutte le premesse, le cancelli, e trasformi questa raccomandazione in parere positivo, visto che l'impegno è quello di immaginare uno strumento di coordinamento tra le amministrazioni comunali, utilizzando strumenti anche di natura tecnologica. Quindi, l'impegno non è nulla di tanto gravoso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Non mi pare che il Vice Ministro abbia ripensamenti, quindi, passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/40 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
    Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1896-A/41 Braga, accolto come raccomandazione.
    Ha chiesto di parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà.

    CHIARA BRAGA

    CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto la raccomandazione e uso veramente un minuto del mio tempo per segnalarle che il Sottosegretario Morelli è Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, non è Vice Ministro, lo era, era Vice Ministro alle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e forse questo è il motivo per cui continua a seguire con grande attenzione il decreto Salvini, non certo perché magari è un timbro del suo partito e trova il tempo, da Sottosegretario alla programmazione economica, di seguire con grande attenzione questo provvedimento. Noi, ovviamente, lo ringraziamo di quest'attenzione, ma è significativo che questo provvedimento, che incide sulla materia edilizia e urbanistica, di fatto, non sia stato seguito da alcuno del Governo che rappresenti il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Lo dico perché questo decreto è stato presentato al Paese come uno straordinario piano casa; peccato che per le politiche della casa in questo decreto non ci fosse, al momento della sua emanazione, e non ci sia, oggi che lo stiamo convertendo, nulla. Non c'è nulla, non ci sono risorse, non ci sono strumenti per facilitare gli interventi di riqualificazione dell'edilizia residenziale pubblica, per dare una risposta al tema dell'alloggio degli studenti universitari, alla questione della sofferenza abitativa, così come al tema degli affitti brevi nelle grandi città, nonostante i grandi proclami del Ministro Salvini.

    Del resto, non ci stupiamo più di tanto, perché da parte del Ministro delle Infrastrutture noi abbiamo sentito, in questi due anni, solo ripetuti e vuoti annunci di convocazione di tavoli, che non hanno prodotto una norma per dare una risposta al problema della casa. Anzi, una sì: hanno tagliato i Fondi per il sostegno affitti per le locazioni e anche questo decreto è una grande occasione perduta.
    Molti colleghi, nei loro interventi - e vado all'ordine del giorno - hanno già detto quali sono le misure, pericolosissime e deleterie, di deregolazione, di abbassamento del livello della tutela del territorio e anche della qualità dei nostri edifici, degli edifici in cui vivono le famiglie e che sono stati approvati con queste norme, dal superamento della doppia conformità anche per le variazioni essenziali, alla riduzione a un minimo insostenibile degli spazi e delle altezze degli alloggi. Ma il mio ordine del giorno si riferisce a un'altra norma incredibile, che è stata approvata in questo decreto. Dico incredibile perché, non più tardi di una settimana fa, il rapporto Ecomafia di Legambiente ha acceso, ancora una volta, il riflettore su quel settore, che segna il più alto numero di reati e di delitti ambientali nel nostro Paese, ossia il ciclo illegale del cemento, l'abusivismo edilizio, di cui a volte parliamo in quest'Aula, sempre all'indomani di qualche tragedia, di qualche alluvione, di qualche sisma che produce vittime, devastazione e danni economici. In questo decreto, il Governo ha deciso non di dare un impulso e uno strumento in più alle opere di abbattimento degli abusi - stiamo parlando di ingiunzioni di demolizione che sono arrivate al termine spesso di un iter molto articolato -, ma di prevedere una proroga indefinita, fino a 240 giorni, per gli abbattimenti di immobili abusivi sui quali c'è un'ingiunzione di demolizione, per non meglio precisate condizioni di disagio economico o difficoltà sanitarie. Ecco, io penso che questa sia la cifra di una irresponsabilità totale di questo Governo, che non vede i problemi reali del Paese, il problema della casa, il problema dell'abitare, non vede il rischio a cui espone situazioni, cittadini e comunità, non dando gli strumenti e le risorse per combattere la piaga dell'abusivismo edilizio, che è spesso una piaga che si porta dietro anche infiltrazioni della criminalità organizzata e racconta una storia del tutto distorta al Paese. Allora, io credo che, se ci fosse un minimo di serietà, questo parere del Governo dovrebbe essere rivisto. Il Governo dovrebbe fare proprio questo impegno e, soprattutto, correggere una norma che davvero è la negazione di una priorità del nostro Paese, non strana per questo Governo: combattere con strumenti efficaci chi opera nell'illegalità.
    Per questo motivo rifiuto la riformulazione e chiedo che venga messo al voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/41 Braga, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/42 Boldrini, che chiede di parlare. Prego, Presidente Boldrini.

    LAURA BOLDRINI

    LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Vale la pena ricordare in quest'Aula che siamo all'ennesimo decreto da votare, all'ennesima fiducia: questa settimana ben due decreti e ben due fiducie. Prove tecniche di premierato, Presidente, già ci siamo, guardi. Hanno già battuto i tempi di attesa, già ci fanno capire cosa significherà il premierato: l'esautorazione totale del Parlamento. E neanche a lei dovrebbe far piacere, visto il suo ruolo istituzionale, signor Presidente.

    Quando ho letto il titolo di questo decreto-legge, ho visto che c'è scritto che parliamo di disposizioni urgenti in materia di edilizia e di urbanistica. E, allora, uno può pensare che, magari, il Governo, in un momento di lucidità, abbia deciso, non so, di rifinanziare con risorse adeguate il Fondo per il sostegno agli affitti o anche il Fondo per la morosità incolpevole, perché questo è quello che chiede l'ordine del giorno. E invece no, neanche a pensarci. La crisi degli alloggi, Presidente, può aspettare. Le persone che non riescono a sostenere i costi degli affitti possono continuare a essere ignorate, per carità. Così come gli studenti universitari fuori sede, quelli che abbiamo visto nelle tende: per il Governo, nelle tende, quei ragazzi ci possono stare pure anni, tanto male non gli fa, e comunque non interessa al Governo quello che chiedono gli studenti. Cos'è, dunque, così urgente per voi? Quali sono le vostre priorità? È molto urgente concedere l'abitabilità a uno scantinato, a un sottotetto, a un garage, a un ambiente di 20 metri quadrati. Io vorrei vedere lei, Sottosegretario, vivere in uno scantinato che viene definito come un appartamentino, magari con tutti i requisiti: 20 metri quadrati! Se però ci sta con qualcun altro, sono 28, i metri che vengono concessi! Come se fosse normale vivere con questi standard di vita. La totale speculazione ai danni della dignità umana. E perché lo fa il Governo? Certamente lo fa per favorire la rendita immobiliare, per anteporre la logica del mercato non all'interesse della collettività, perché guardi che nessuno vuole vivere in queste condizioni, sa? Nessuno! Voi date dignità a luoghi che non sono dignitosi e lo fate per un interesse che è puramente di mercato. Tutta questa urgenza, quindi, c'è per mettere sul mercato alloggi per lillipuziani, viste le dimensioni, e poi per rendere ancora più agevoli - sì, impegnatevi a renderle più agevoli! - le sanatorie, quelle per le opere che prevedono anche aumenti considerevoli delle cubature. Lì siete specialisti: sanatoria su sanatoria.
    E poi la deregulation per i cambi di destinazione d'uso, sottraendola ai comuni. Che idea avete delle città? Come volete che siano le nostre città, che già sono terribilmente stravolte, specialmente i centri storici? Ma voi non volete ricorrere ai ripari, no. Sottraete ai comuni le deleghe. Ecco, questo è il cuore del decreto, Presidente.
    La cosa veramente urgente che dovreste fare è quella di assicurare che ogni persona - ogni persona - abbia la possibilità di avere un alloggio, perché la pura logica di mercato, questo, non lo garantisce. Non sta al mercato garantirlo, sta a voi che state al Governo. E il diritto di abitare è un diritto fondamentale. Forse il Sottosegretario non lo sa, Presidente, ma l'articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, dunque non di ieri, si intitola: “Un letto e cibo per tutti”, e cita il diritto all'abitazione. Questa è la Dichiarazione universale dei diritti umani. Ma questo il Governo non lo intende. Ebbene, glielo dico anche in questa occasione: è a questo che dovete prestare attenzione. Vi dovete occupare non della speculazione selvaggia, non di questo, ma di dare alle persone un tetto. Su questo dovete lavorare, senza farlo ai danni del patrimonio culturale e architettonico e a danno dell'ambiente. Io, Presidente, spero che questo decreto sia tale da non causare tutti i danni che prevedibilmente potrebbe causare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/42 Boldrini, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/43 Evi c'è una proposta di riformulazione: la accetta?

    ELEONORA EVI

    ELEONORA EVI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io non accetto questa riformulazione e faccio una dichiarazione di voto. Non la accetto perché “a valutare l'opportunità di prevedere gli incentivi edilizi efficaci per perseguire gli obiettivi della direttiva case green” francamente mi sorprende. Mi sorprende quello che ci sta dicendo questo Governo, perché ci sta dicendo che forse mette in discussione anche il recepimento di questa direttiva. Sarebbe qualcosa di gravissimo. Non credo che si possa valutare l'opportunità di recepire questa direttiva. E poi, compatibilmente con i vincoli di bilancio?

    Anche qui trovo incredibile questa riformulazione, dal momento che anche nell'ordine del giorno noi ricordiamo il fatto che entro il 2025, di fatto, scadranno tutti gli incentivi edilizi (superbonus, ristrutturazioni, ecobonus, sisma bonus). Quindi, cosa significa? Che, dopo il 2025, al momento, abbiamo un grande punto di domanda.
    E non si può pensare di dire “compatibilmente con i vincoli di bilancio”, anche perché sulla direttiva Case green avete fatto una grandissima campagna elettorale, piena di bugie e di falsità. La domanda che questo Governo e la maggioranza continuavano a fare è: chi paga? Alludevate al fatto che i singoli cittadini dovranno sborsare cifre astronomiche di tasca loro per ristrutturare gli edifici, perché così chiede l'Europa. Beh, è falso, nulla di tutto ciò. E chi paga ora dovete deciderlo voi, chiarirlo voi, siete ora voi al Governo. Certo, però, se i fondi europei vengono sprecati o se il Fondo italiano per il clima, ad esempio, viene dirottato sul Piano Mattei senza alcun tipo di condizione climatica per portare avanti, invece, le finalità di quel Fondo, è davvero scandaloso. Per non parlare del fatto che le risorse andrebbero trovate a partire da chi ha fatto, ad esempio, extraprofitti - ma, anche qui, nulla da fare -, adottando politiche serie di redistribuzione per fare in modo che la transizione ecologica non pesi sulle spalle dei più fragili e che chi ha di più e, soprattutto, io aggiungo, chi già oggi emette e inquina di più contribuisca maggiormente. Ma per politiche di questo tipo ci vuole un coraggio che questo Governo ha già dimostrato di non avere, anzi, al contrario.
    Che, poi, quello che ancora non pare sia compreso da questo Governo e dalla maggioranza è che già oggi spendiamo miliardi su miliardi per i danni della crisi climatica e i veri vincoli di finanza pubblica sono quelli che spendiamo per ricostruire, laddove tutto viene distrutto dalla furia delle alluvioni, dalla siccità, dalla catastrofe climatica, per guarire e curare laddove, ad esempio, l'inquinamento atmosferico causa malanni e le case inquinano. Quello che ancora oggi non è chiaro o che si fa finta di non sapere è che, già oggi, le persone pagano e hanno pagato una patrimoniale nascosta, questa sì, era una patrimoniale nascosta, con i prezzi esorbitanti delle bollette energetiche.
    Quindi, trovare le risorse che servono è fondamentale e, tra le urgenze, c'è sicuramente quella di efficientare le case dove vivono le persone, per ridurre le bollette, ridurre le emissioni, renderle più salubri e creare lavoro. Quindi, mettete da parte la vostra propaganda e abbiate il coraggio di agire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/43 Evi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/44 Scarpa, c'è un accoglimento come raccomandazione, se riformulato.
    Passiamo, dunque, ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/44 Scarpa, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
    Passiamo, dunque, ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/45 Merola, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/46 Scotto.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

    ARTURO SCOTTO

    ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per dire che non accetto la riformulazione perché, dopo un anno dalla scelta del Governo di non rifinanziare il Fondo per la morosità incolpevole - parliamo di 630.000 famiglie, di 170.000 famiglie a rischio sfratto -, il Sottosegretario non può venire dicendo “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Il Sottosegretario, come il Governo, deve ammettere che fa una scelta politica: quella di non rifinanziare questo Fondo e di condannare migliaia e migliaia di persone alla povertà e a vivere senza casa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/46 Scotto, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/47 Casu. Accetta?
    Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà.

    ANDREA CASU

    ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, rappresentante del Governo, non possiamo accettare come raccomandazione la richiesta di un impegno al Governo a varare un Piano nazionale di edilizia residenziale pubblica secondo le indicazioni e le finalità espresse in premessa, al fine di fornire un reale ed efficace riscontro immediato e concreto al crescente fabbisogno abitativo.

    Noi ci rivolgiamo al Governo per chiedere, almeno su un impegno di questo tipo, che è un impegno fondamentale, a tenere conto che quello che noi abbiamo messo in premessa è un riferimento alle stesse finalità indicate dallo stesso Governo. Infatti, leggiamo che la principale finalità del provvedimento in esame, come sottolineato nella relazione introduttiva, è di varare disposizioni di carattere urgente e di natura puntuale volte a fornire un riscontro immediato e concreto al crescente fabbisogno abitativo. Ma quando abbiamo 890.000 famiglie in affitto che vivono in una condizione di povertà assoluta, 650.000 nuclei familiari con redditi bassi, senza contare i quasi 240.000 studenti universitari, come si può pensare di risolvere il problema enorme, l'emergenza casa che c'è nel nostro Paese, senza nemmeno assumere l'impegno di varare un piano casa? Come è pensabile, possibile, affrontare questo tema?
    La soluzione non può essere quella di dare sempre di meno a chi ha di meno, di dare meno diritti, meno risorse, meno opportunità, meno metri quadri. La soluzione non può essere quella di rispolverare - lo ha detto bene la collega Ferrari in Commissione - l'immagine di un film, che ci ha fatto ridere tutti 40 anni fa, ma era un film, Il ragazzo di campagna. Vi ricordate quell'immagine di Castellano e Pipolo, immortale, quell'idea che si potesse vivere in pochissimi metri quadri, che si potesse risolvere tutto con un “taac”. Il problema casa non si può risolvere così, servono impegni concreti, servono risorse adeguate e serve un grande piano casa. Manca in questo decreto; almeno impegnatevi votando quest'ordine del giorno e a sostenerlo nei prossimi decreti che verranno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/47 Casu, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/48 Ferrari, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo.
    Ha chiesto di parlare la deputata Ferrari. Ne ha facoltà.

    SARA FERRARI

    SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione e ne spiego le motivazioni. Posso?

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Quindi, poi, lo votiamo, giusto?

    SARA FERRARI

    SARA FERRARI (PD-IDP). Sì, grazie. Nonostante il numero degli iscritti all'università in Italia sia in continua crescita dal 2015, con un più 10 per cento in 10 anni, quasi 2 milioni di persone, la maggior parte delle quali frequenta il corso triennale, l'investimento in formazione terziaria in questo Paese rimane tra i più bassi in Europa e, per questo, le scelte del PNRR cercavano di porre rimedio a tale situazione, con nuovi studentati. Voi, invece, date preoccupanti segnali di definanziamento della formazione terziaria. È di oggi la notizia che la Conferenza dei rettori delle università italiane, quindi, non facinorosi oppositori a questo Governo, ma i rettori delle università italiane, hanno espresso grande preoccupazione per la riduzione dei finanziamenti dell'università pubblica.

    Addirittura si parla di una possibile riduzione generalizzata di tutte le componenti del Fondo di finanziamento ordinario rispetto al 2023 di 173 milioni di euro. Questo taglio, in combinato disposto con l'inflazione, rischia di mettere in difficoltà la copertura perfino del personale delle nostre università. Dunque, in tale situazione andate raccontando che questo provvedimento aumenterà la disponibilità di alloggi in affitto.
    Ma noi sappiamo che la tendenza in atto nelle maggiori città, che sono anche i luoghi dove sono collocate le nostre università, è quella di destinare gli alloggi agli affitti turistici brevi, alla Airbnb economy, e quindi la nostra preoccupazione è che, in realtà, questo decreto rischi di aumentare il numero - scusate il termine - delle topaie, e non degli alloggi degni di questo nome. Perché è assai prevedibile che i migliori alloggi potranno andare ai turisti, e quelli che oggi, invece, riconoscete come abitabili, ma con standard di civiltà ridotti, finiscano destinati ai giovani che non hanno scelta, ma hanno invece maggiore bisogno, come ci hanno dimostrato, nei mesi passati, anche con le loro tende.
    Con quest'ordine del giorno vi chiediamo di incrementare il fondo istituito nel 2021, che prevede un contributo alle spese di locazione sostenute dagli studenti fuori sede. Sapete quali sono questi costi? Negli anni, per l'aumento del fenomeno delle locazioni turistiche brevi, che non hanno ancora visto una regolamentazione e strumenti per le amministrazioni locali di regolamentazione, sono cresciuti i prezzi vertiginosamente, e questo a scapito, evidentemente, di famiglie, pensionati, lavoratori e studenti fuori sede. Le ultime rilevazioni dicono che una stanza singola, a Venezia, costa 577 euro al mese, a Roma 610 e a Milano 730.
    E allora è chiaro quanto sia necessario aumentare la capienza di quel fondo per aiutare gli studenti fuori sede, che, ad oggi, corrisponde, all'incirca, a 24 euro al mese per pochi studenti.
    Servono, invece, più soldi per avere più persone assegnatarie con una cifra più significativa, perché questo possa essere un vero aiuto, ma, soprattutto, perché questo è un investimento sul futuro del nostro Paese.
    E allora, Presidente, suo tramite, mi rivolgo al Governo: se il parere positivo a questa nostra proposta di incremento del contributo affitto per gli studenti fuori sede ci dice che ne condividete l'obiettivo e la necessità, ma aggiungete che dovete fare la valutazione di compatibilità con i vincoli di finanza pubblica, che, in realtà, derivano da vostre scelte politiche di bilancio, allora sono certa che la vostra valutazione non potrà che avere esito necessariamente positivo, che monitoreremo successivamente.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/48 Ferrari, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 31).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/49 De Luca, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta?

    PIERO DE LUCA

    PIERO DE LUCA (PD-IDP). Posso, per cortesia, riascoltare la riformulazione? È un tema delicato.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Sottosegretario Morelli, siamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/49 De Luca, che chiede di riascoltare la riformulazione.

    ALESSANDRO MORELLI

    ALESSANDRO MORELLI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Certo, grazie, Presidente. Espunta la sesta premessa, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere un riordino della disciplina sugli incentivi alla riqualificazione del patrimonio immobiliare in un'ottica di semplificazione degli stessi e di adeguamento agli obiettivi fissati in sede UE, favorendo la riduzione dei costi di intermediazione finanziaria e promuovendo mutui green agevolati a tassi ridotti”.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Deputato De Luca?

    PIERO DE LUCA

    PIERO DE LUCA (PD-IDP). No, grazie, Presidente, non accetto la riformulazione, perché la proposta che ha fatto il Governo è estremamente generica e mi pare molto confusionaria, faccio fatica onestamente a capire. Noi chiedevamo qualcosa di molto semplice, cioè l'impegno al Governo a predisporre un piano di riqualificazione energetica degli edifici coerentemente con gli obiettivi e le finalità della direttiva Case green, prevedendo incentivi e sussidi nazionali rivolti preferibilmente agli immobili con classe energetica inferiore ai soggetti meno abbienti.

    Per noi un tema decisivo è il sostegno alle famiglie che hanno minori disponibilità economiche nella possibilità di avviare interventi di riqualificazione che rispondano agli obiettivi di sostenibilità ambientale, favorendo la riduzione dei costi di intermediazione e promuovendo anche mutui green agevolati a tassi ridotti.
    L'ordine del giorno era molto semplice e chiaro. Francamente credo la riformulazione che annacqui il senso e gli obiettivi e crei solo maggiore confusione. O siete d'accordo o non siete d'accordo. Se siete d'accordo, l'invito è a rivalutare il parere e a votare il nostro ordine del giorno, altrimenti chiedo di mettere in votazione la proposta e la formulazione originaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Non ci sono segni di convincimento da parte del Governo.

    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/49 De Luca, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/50 Morfino, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/51 Iaria, accolto come raccomandazione. La accetta?

    ANTONINO IARIA

    ANTONINO IARIA (M5S). Presidente, mi scusi, avevo capito che c'era una riformulazione e una raccomandazione. Posso risentire? Perché mi hanno riferito che c'è una riformulazione e una raccomandazione.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Sì, c'è una riformulazione e una raccomandazione, esattamente come lo ha descritto lei.

    ANTONINO IARIA

    ANTONINO IARIA (M5S). C'è tutto, abbiamo fatto bingo! Quindi, potrei anche chiedere l'accantonamento…

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Se lei vuole riascoltare la riformulazione, il Sottosegretario…

    ANTONINO IARIA

    ANTONINO IARIA (M5S). È colpa mia, è colpa mia. che non riesco mai a capire come funzionano le regole di ingaggio.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Non si preoccupi, mi scusi, se lei vuole riascoltare la riformulazione, chiediamo cortesemente al Sottosegretario di rileggerla.

    ANTONINO IARIA

    ANTONINO IARIA (M5S). Se c'è una raccomandazione, posso intervenire, accettandola? No, mi sembra di no.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Se accoglie la raccomandazione, no.

    ANTONINO IARIA

    ANTONINO IARIA (M5S). Se c'è una riformulazione sì, quindi potrei intervenire, ma non potrei intervenire.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Se accoglie la raccomandazione, non può votare. Se, invece, non accoglie la raccomandazione, si può fare la dichiarazione di voto, e quindi votare. Però mi è parso di capire che lei non abbia ben cognizione della riformulazione da parte del Governo. Se così è, il Governo è qui presente e la può rileggere.

    ANTONINO IARIA

    ANTONINO IARIA (M5S). Ma sentiamola!

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. È una cosa pazzesca! Sottosegretario Morelli, siamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/51 Iaria.

    ALESSANDRO MORELLI

    ALESSANDRO MORELLI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Espunte le premesse, parere contrario sul primo impegno e accolto come raccomandazione il secondo impegno.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Prego, deputato Iaria.

    ANTONINO IARIA

    ANTONINO IARIA (M5S). Se accolgo la raccomandazione, non posso fare un intervento?

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Se accoglie la raccomandazione, non può fare la dichiarazione di voto, perché non si vota.

    ANTONINO IARIA

    ANTONINO IARIA (M5S). Allora non la accolgo, grazie, e faccio l'intervento.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Bene, la ascoltiamo.

    ANTONINO IARIA

    ANTONINO IARIA (M5S). Dopo questa premessa lunghissima, l'intervento dunque sarà molto breve, perché già nella discussione generale di ieri avevo posto un tema che è molto importante e che questa legge sulla semplificazione edilizia e urbanistica non ha posto e in merito al quale non ha colto l'occasione, cioè quella di fare veramente una discussione importante su questi temi. In quest'ordine del giorno si parla di parziale difformità. Non è specificato, non c'è stata una ricerca, una possibilità di discutere, una volta per tutte, di definire un range di queste parziali difformità. Avete lasciato tutto nell'aleatorietà generale, nell'interpretazione.

    L'interpretazione unitaria, l'interpretazione univoca, è quella che ci chiedono il 99 per cento degli uffici tecnici italiani, gente che poi deve interpretare queste leggi che voi fate, dicendo che semplificate, che poi invece complicano. Quindi, abbiamo perso un'occasione. Qui vi chiedevo semplicemente di impegnarvi, nel prossimo provvedimento utile, a fare una definizione della parziale difformità. Il secondo punto che avete accettato come raccomandazione - e penso che lo farete lo stesso, perché ci tenete tantissimo a fare questa cosa - è una roba che dovevamo fare da tantissimo tempo, cioè, una volta per tutte, chiarire che gli immobili realizzati con un permesso di costruire fatto con tutti i crismi, che però non hanno il certificato di agibilità, possono averlo, e definire i parametri per poter fare questa cosa.
    È una roba che doveva essere fatta con un decreto ministeriale e che non è ancora stata fatta. Quindi, anche se lo avete rifiutato, lo avete accolto come raccomandazione, penso che questa cosa la dovrete fare, la dovremmo fare lo stesso.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/51 Iaria, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/52 Cappelletti.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

    ENRICO CAPPELLETTI

    ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Chiedo la cortesia, siccome è stato, sostanzialmente, interamente riscritto l'impegno, se il Sottosegretario può ridarne lettura.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Sottosegretario, siamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/52 Cappelletti.

    ALESSANDRO MORELLI

    ALESSANDRO MORELLI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Espunta la seconda premessa, parere favorevole con la riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere un riordino della disciplina sugli incentivi alla riqualificazione del patrimonio immobiliare, in un'ottica di semplificazione degli stessi e di adeguamento agli obiettivi fissati in sede UE”.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. A lei la parola, deputato Cappelletti.

    ENRICO CAPPELLETTI

    ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Accettiamo la riformulazione e chiedo che possa essere messo al voto.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/52 Cappelletti, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 35).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/53 Pavanelli. C'è una proposta di riformulazione: viene accettata e si chiede il voto.
    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/53 Pavanelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 36).
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/54 Quartini, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/55 Fenu, con il parere contrario del Governo.
    Ha chiesto di parlare il deputato Fenu. Ne ha facoltà.

    EMILIANO FENU

    EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno noi chiediamo quello che in realtà è stato chiesto nell'ultimo provvedimento che ha ristretto la fruizione dei crediti di imposta, è stato chiesto anche dai partiti che sostengono il Governo. Il Governo non ha accolto questa richiesta e i partiti che sostengono il Governo comunque hanno votato il provvedimento. Noi, quindi, chiediamo che i crediti per i bonus edilizi si possano fruire fino al 31 dicembre 2024, perché sono state vietate le fruizioni e, in particolare - quello che sconcerta più di ogni altra cosa - sono state vietate anche per quegli interventi maggiormente meritevoli, che riguardano, ad esempio, le case popolari, quindi gli IACP, o che riguardano le proprietà indivise oppure gli enti del Terzo settore, oppure anche l'abbattimento delle barriere architettoniche.

    Quindi noi facciamo questa richiesta anche in ossequio al principio, che è stato richiamato anche questo dai partiti della maggioranza, che è quello del legittimo affidamento, perché gli interventi che hanno ristretto l'utilizzo dei crediti di imposta hanno avuto un effetto oggettivamente e sostanzialmente retroattivo. Questo perché si è portata avanti fino ad oggi - oggi è intervenuto anche il Vice Ministro Leo sull'argomento - una demonizzazione dello strumento dei crediti di imposta. Lo strumento dei crediti di imposta è stato utilizzato molto, soprattutto dalla pandemia in poi, non soltanto per i bonus edilizi, ma anche per gli interventi per sostenere le imprese durante la pandemia.
    Successivamente, lo strumento è stato utilizzato anche dal Governo Draghi e anche, in parte, dal Governo Meloni, ad esempio per sostenere le imprese energivore sul consumo dell'energia o sui bonus affitti. Insomma, ci sono stati tanti interventi, bonus, di sostegno ai cittadini, alle famiglie e alle imprese, per cui è stato utilizzato il credito di imposta. Ora, invece, si sta portando avanti una narrazione di demonizzazione. Non si parla più di buco, però fino ad oggi, come ho detto, il Vice Ministro Leo dice che comunque bisogna limitare, se non fermare, come sta avvenendo, l'utilizzo di questo strumento.
    Presidente, ricordo ancora una volta in quest'Aula che lo strumento del credito di imposta ha un effetto negativo sulle entrate dello Stato, quindi sul gettito. Quindi, l'effetto di questo strumento tanto dannoso e demonizzato dovrebbe essere un effetto negativo sulle entrate dello Stato; quindi, con tutti i crediti di imposta utilizzati, noi dovremmo registrare nei nostri documenti di bilancio una riduzione delle entrate, nella migliore delle ipotesi un pareggio.
    Invece, dall'anno della pandemia in poi - e questi sono i dati aggiornati addirittura con l'assestamento per il 2024 -, dal 2020 in poi, le entrate fiscali non sono né diminuite né sono rimaste uguali, ma sono aumentate di 181 miliardi. Questo è il dato che non viene detto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, quando si parla di crediti di imposta, sarebbe bello ricordare, accanto a quella che è la considerazione sullo strumento del credito di imposta, quello che invece è stato l'effetto reale sul bilancio dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/55 Fenu, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/56 Raffa, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/57 Lovecchio, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/58 Torto, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/59 Dell'Olio, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
    Passiamo all'ordine del giorno 9/1896-A/60 Ferrara.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrara. Ne ha facoltà.

    ANTONIO FERRARA

    ANTONIO FERRARA (M5S). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, il provvedimento in questione viene presentato come un atto di tutela per gli immobili e per la salvaguardia del bene casa. Si tratta dell'ennesimo tentativo del Governo per mascherare una politica scellerata che danneggia gravemente cittadini e imprese.

    Fin dall'inizio della legislatura, il Governo ha scelto di restringere drasticamente l'ambito dell'applicazione dei bonus edilizi, gli strumenti dello sconto in fattura e della cessione del credito, dimostrando un totale disinteresse per le vere esigenze del Paese. Tali restrizioni colpiscono indiscriminatamente interventi meritevoli, come quelli realizzati dagli istituti autonomi per le case popolari dalle cooperative e dagli enti del Terzo settore e limitano anche le agevolazioni per gli interventi nei comuni colpiti da eventi sismici.
    Come se non bastasse, l'ultimo decreto-legge ha introdotto un'ulteriore restrizione sulla possibilità di utilizzare crediti in circolazione, soprattutto per quanto riguarda le banche e ha imposto un'estensione obbligatoria delle rate a dieci anni per le detrazioni spettanti ai cittadini. Questo non è altro che un modo subdolo per frenare l'accesso alle risorse necessarie. Si ritiene che sia cruciale preservare il legittimo affidamento dei cittadini e delle imprese riguardo all'utilizzo dei bonus edilizi, nonostante l'impostazione originaria degli strumenti sia ormai stravolta dalle continue modifiche apportate da questo Governo inaffidabile. È indispensabile garantire la massima fruizione dei bonus edilizi, per contribuire ad aiutare i più deboli, soprattutto per interventi qualificati come l'eliminazione delle barriere architettoniche, il miglioramento sismico e gli interventi posti in essere dagli enti del Terzo settore. Tuttavia, sembra che questo Governo abbia a cuore solo gli interessi dei più forti, dimenticando completamente chi ha davvero bisogno di sostegno.
    Si chiede al Governo di individuare una programmazione strutturale degli incentivi, che sia coerente con gli obiettivi europei del 2030, sfruttando l'opportunità di migliorare le prestazioni energetiche e sismiche del patrimonio edilizio italiano, anziché continuare a prendere decisioni miopi e controproducenti; di rivedere le restrizioni imposte dai sui bonus edilizi e sugli strumenti dello sconto in fattura e della cessione del credito, affinché non si continui a penalizzare le fasce più deboli della popolazione e le zone colpite da calamità naturali. È inaccettabile che si cerchi di fare cassa sulla pelle dei cittadini.
    In conclusione, questo Governo ha dimostrato una chiara incapacità di gestire in modo equo ed efficace le politiche edilizie e urbanistiche, le restrizioni imposte ai bonus edilizi e agli strumenti correlati non solo danneggiano economicamente i cittadini e le imprese ma minano anche la fiducia nei confronti delle istituzioni. È ora che il Governo che riveda le sue politiche e adotti misure che realmente tutelino il supporto del patrimonio edilizio italiano, garantendo un futuro più sostenibile e sicuro per tutti. Il cosiddetto “Governo del fare” ha dimostrato ancora una volta che il loro fare non significa assolutamente fare bene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/60 Ferrara, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/61 Penza, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/62 Alfonso Colucci. C'è una raccomandazione che viene accettata.
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/63 Santillo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

    AGOSTINO SANTILLO

    AGOSTINO SANTILLO (M5S). Presidente, non posso non intervenire su quest'ordine del giorno perché, secondo me, mostra un po' l'ipocrisia di questa maggioranza e di questo Governo. Ho fatto caso, fino ad ora, che ogni volta che si fa riferimento ad impegni che riguardano l'edilizia residenziale pubblica, l'edilizia residenziale sociale o, comunque in generale, l'emergenza abitativa, il parere del Governo sugli ordini del giorno è un parere che stralcia sempre le premesse e trasforma l'impegno in una raccomandazione. Allora, noi ci troviamo davanti a questo decreto-legge “Salva casa”, che è un decreto-legge che salva la casa di chi ha la casa, quindi, si interviene in tutti i modi per tutelare gli interessi di chi pensa in maniera più giusta, chi meno, debba potersi sistemare un po' casa sua o la sua proprietà.

    Va bene le piccole difformità e, va bene, escludiamo pure le normative igienico-sanitarie o quelle strutturali. Va bene, diamo una mano, acceleriamo anche al cambio della destinazione d'uso, ma anche andiamo ad agevolare quelle parti formali, che invaliderebbero il titolo di legittimità dell'immobile. Poi però, a un certo momento, si parla dell'emergenza abitativa ed ecco che il Governo non è in grado nemmeno di prendersi un impegno.
    Questo Governo e questa maggioranza per chi ha la casa va bene, andiamo avanti, saniamo anche gli abusi, così che poi quella casa aumenterà di valore, perché non è che poi quella casa, una volta sanato l'abuso, vale uguale, varrà di più. Invece, per chi la casa non ce l'ha - anzi per chi non ha un'abitazione, non il proprietario di casa -, per chi non riesce ad avere un minimo di abitazione, un minimo di certezza nell'avere un'abitazione, per chi non ce la fa a pagare il fitto, il mutuo, per chi non ha un'abitazione, questo Governo e, quindi, anche tutta la maggioranza, non riesce neanche a prendersi l'impegno di porre fine alla grave situazione di emergenza abitativa. Allora, la domanda è: siete solo il Governo dei proprietari di casa o siete anche il Governo di chi non ha un'abitazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. I deputati Carotenuto e Simiani sottoscrivono l'ordine del giorno n. 9/1896-A/63 Santillo.

    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/63 Santillo, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/64 L'Abbate. Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

    PATTY L'ABBATE

    PATTY L'ABBATE (M5S). Purtroppo non posso accoglierlo perché, se parliamo di “valutare l'opportunità di”, è una riformulazione che non posso accogliere. Anzi, io chiedo al Governo di ripensarci, di accantonarlo e vorrei spiegare il motivo.

    Vorrei partire dall'articolo 9 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità: al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita, gli Stati parti adottano misure adeguate a garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l'accesso all'ambiente fisico, ai trasporti all'informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione e ad altre attrezzature e servizi aperti o forniti al pubblico, sia nelle aree urbane che in quelle rurali.
    Ora, la preoccupazione qual è? Chiaramente con questo decreto, se i comuni rilasciano una sanatoria senza valutare la condizione di abbattimento delle barriere architettoniche, che cosa succede al diritto delle persone con disabilità? Per questo abbiamo cercato di porre rimedio.
    Vogliamo pensare sia stato qualcosa che è sfuggito, perché è veramente pesante immaginare che un domani - parliamo di disabilità, cerchiamo appunto di far valere i loro diritti - si troveranno in una zona magari con delle case che hanno avuto una specie di condono, e quindi, magari, si troveranno delle barriere e resteranno fermi, non potranno andare avanti sulla loro strada.
    Per questo noi chiediamo veramente un ripensamento su qualcosa che non chiede degli oneri aggiuntivi dello Stato, non chiede chissà cosa di strano; chiede solamente di osservare i diritti di tutti, di osservare i diritti delle persone più fragili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/64 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/65 Sergio Costa c'è una proposta di riformulazione; viene accolta o pongo in votazione l'ordine del giorno? La riformulazione è accolta e lo votiamo.
    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/65 Sergio Costa, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva.
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/66 Fede.
    Ha chiesto di parlare il deputato Cappelletti. Ne ha facoltà.

    ENRICO CAPPELLETTI

    ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Presidente…

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Il primo firmatario dell'ordine del giorno n. 9/1896-A/66 è il deputato Fede.

    ENRICO CAPPELLETTI

    ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Presidente, abbiamo appena votato l'ordine del giorno n. 9/1896-A/65 Sergio Costa, ma il gruppo non ha espresso parere favorevole alla riformulazione. Noi avevamo inteso di metterlo in votazione nella versione non riformulata.

    Le chiedo, a questo punto, se possiamo annullare il voto e ripeterlo sull'ordine del giorno non riformulato.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Annulliamo la votazione, però ho anche atteso diversi secondi proprio perché non c'era manifestazione da parte di nessuno, e poi a un certo punto, invece, mi è stato detto di votare con la riformulazione.

    Pertanto, la votazione sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/65 Sergio Costa, nel testo riformulato, è ritenuta nulla.
    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/65 Sergio Costa, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/66 Fede.
    Ha chiesto di parlare il deputato Fede. Ne ha facoltà.

    GIORGIO FEDE

    GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. Non accettiamo la raccomandazione e intervengo in dichiarazione di voto.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Non accetta la raccomandazione e chiede di intervenire. Prego.

    GIORGIO FEDE

    GIORGIO FEDE (M5S). Ritengo che sia giusto intervenire, Presidente, perché avere proposto una raccomandazione che espunge tutte le premesse e, peraltro, poi rimanda al “compatibilmente con le risorse disponibili” penso che non sia accettabile. Noi oggi discutiamo di quello che è stata chiamato, direi erroneamente, Salva casa e quest'ordine del giorno prevedeva di attuare finalmente il fascicolo del fabbricato. È bene che noi spieghiamo ai cittadini cos'è il fascicolo del fabbricato. Sarebbe una sorta di libretto di circolazione dei nostri immobili, cioè noi chiediamo conformità per mezzo di poche centinaia di euro.

    Ricordo l'ultima, i famosi monopattini, su cui abbiamo messo quasi dei dispositivi spaziali, senza considerare quello che sono. Oggi cerchiamo di rendere delle cantine e delle soffitte abitabili, con 2,40 metri di altezza e con una superficie che veramente rasenta i loculi giapponesi, e non andiamo a riconoscere quello che è veramente un elemento di garanzia e di qualità, di quello che è il primo valore per gli italiani, la casa, su cui spendono centinaia di migliaia di euro, ma non sono garantiti della qualità dell'immobile che loro hanno, spesso per favorire speculatori, abusivisti e palazzinari, che sono il vero oggetto di questo tipo di azione.
    Allora, noi chiedevamo di fare questo fascicolo del fabbricato, di rendere chiaro per ogni immobile, al proprietario, quali sono le caratteristiche di questo immobile, quali sono gli elementi che lo autorizzano, perché è conforme, come deve essere fatto a livello strutturale, energetico, ambientale, garantire la qualità della manutenzione, abbiamo visto tanti drammi anche sulla mancata osservanza delle norme antisismiche. Quindi, era un provvedimento di sacrosanto buon senso, previsto, oltretutto, in parte dal testo unico n. 380 del 2001.
    Dunque, se veramente si aveva a cuore il salvare la casa degli italiani, bisognava garantire la proprietà, e garantire la proprietà di quelle persone che, anche inconsapevolmente, hanno un immobile difforme. Questo provvedimento è stato snaturato con 270 emendamenti, che lo hanno portato in tutt'altra direzione rispetto a quello che, ahimè, si è confermato il solito annuncio. Per cui pensavo che veramente quest'ordine del giorno potesse essere l'opportunità per dare uno sprazzo di dignità a un provvedimento che è andato in tutt'altra direzione. Quindi, noi non siamo assolutamente d'accordo, non possiamo accettare una riformulazione che veramente rende ridicola questo tipo di proposta e chiediamo di votarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/66 Fede, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/67 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro…

    ANNA LAURA ORRICO

    ANNA LAURA ORRICO (M5S). Presidente!

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. La deputata Orrico ha chiesto di parlare, mentre qualcun altro diceva, invece, di sottoscrivere, ma noi abbiamo capito che si dovesse votare. Prego, deputata Orrico.

    ANNA LAURA ORRICO

    ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Pellegrini. Forse c'è un po' di panico perché è aperta la votazione.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. La votazione è revocata. Era rimasta aperta da sé. Prego, prosegua.

    ANNA LAURA ORRICO

    ANNA LAURA ORRICO (M5S). Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Pellegrini. È un ordine del giorno con il quale chiediamo di inserire il diritto all'abitare, quindi il diritto alla casa, nella nostra Costituzione. Viviamo tempi molto difficili, dove alcuni diritti, tra quelli più basilari e che diamo per scontati, in realtà non lo sono. Ci sono centinaia di migliaia di persone che non solo hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, ma, spesso e volentieri, devono fare la scelta se pagare l'affitto oppure se pagare colazione, pranzo e cena per i propri figli e per la propria famiglia.

    Scegliere se sopravvivere o se avere un tetto sulla casa non dovrebbe essere una scelta, ma dovrebbe essere un diritto costituzionalmente garantito. Nel nostro Paese, nel quale non si fanno politiche abitative, dove non si investe sulla casa, dove non si creano e non si sostengono dei fondi a disposizione di chi non ha la possibilità di accedere a un mutuo, di chi non ha la possibilità di prendere in affitto una casa, tra l'altro con costi per gli affitti che, anche nelle città più piccole, diventano un peso quasi insostenibile, l'inserimento del diritto all'abitare nella nostra Costituzione non dovrebbe essere così difficile.
    Tra l'altro, proprio oggi Ursula von der Leyen, nel suo discorso di insediamento, nel discorso che l'ha portata all'elezione, ha proprio citato le politiche della casa, dicendo che, sì, questo non è un tema di cui si occupa solitamente l'Unione europea nella sua attività legislativa, ma ha detto una cosa importante dal mio punto di vista, cioè che questo, però, è un tema che in tutti i Paesi europei e in tutte le regioni della nostra Unione europea è considerato un tema importante ed è diventato un tema fondamentale.
    Quindi, ci dispiace che il parere del Governo sia contrario su quest'ordine del giorno, perché si fa tanto parlare dell'importanza che ha la casa nella cultura del nostro Paese e poi, alla fine, ci si perde in un bicchiere d'acqua (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà, per tre minuti.

    ANDREA CASU

    ANDREA CASU (PD-IDP). Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno a prima firma Pellegrini e per ribadire che va nella stessa direzione di un'azione che anche il Partito Democratico sta portando avanti.

    Il diritto all'abitare è un diritto fondamentale. L'articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 si intitola: “Un letto e cibo per tutti”, e cita il diritto all'abitazione. Questo diritto in Italia non è garantito a tutte e a tutti ed è fondamentale andare nella direzione di una modifica costituzionale indicata da quest'ordine del giorno.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà, per tre minuti.

    ANTONINO IARIA

    ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. La prima richiesta è di sottoscrivere l'ordine del giorno a nome di tutto il gruppo e vorrei ricordare una delle caratteristiche di quest'ordine del giorno che, secondo noi è molto importante, perché intende riportare a livello nazionale l'idea di fare politiche abitative, non come sono fatte adesso, a livello regionale, e non come state facendo anche nella vostra scellerata ipotesi dell'autonomia differenziata. Riportare a livello nazionale un'idea di politica abitativa è chiaramente un impegno che questo Governo non si assumerà, ma è l'unica soluzione per ripartire con un vero, nuovo, piano casa, perché quello che sta succedendo è che non ci sono politiche abitative in Italia di livello e, quindi, il tema fondamentale, sia di risorse, sia di programmazione, non può essere lasciato solo alle regioni, ma deve essere riportato a un livello centrale, deve essere affrontato con la dignità che questo tema deve avere per uno Stato come l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. La deputata Carmina sottoscrive l'ordine del giorno, così come il deputato Carotenuto, a nome di tutto il gruppo.

    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/67 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/68 D'Orso. Accetta?

    VALENTINA D'ORSO

    VALENTINA D'ORSO (M5S). No, Presidente, non posso accettare la raccomandazione, perché noi non vogliamo raccomandare al Governo queste azioni da intraprendere, noi vogliamo indirizzare il Governo in modo chiaro. Anzi, lo vogliamo proprio vincolare a questi precisi impegni che ora vado a declinare, perché per noi questi impegni, queste azioni, queste misure da mettere in campo sono la risposta a un'urgenza, anzi, un'emergenza, quella di sostenere tutti quei cittadini e quelle cittadine, tutti quei nuclei familiari che si trovano in difficoltà economiche e non riescono a sostenere affitti sempre più alti, canoni di locazione sempre più insostenibili.

    Non capisco le risate di alcuni colleghi, forse, non sono attenti, perché non credo che ci sia nulla da ridere rispetto a quanto sto dicendo. Ecco, penso che voi sappiate che ci sono tante persone che hanno buste paga da fame, pur lavorando. Voi avete negato a queste persone il salario minimo legale, che avrebbe consentito loro di avere uno stipendio dignitoso, per far fronte, appunto, a quei canoni di locazione. Avete negato questo e, quindi, dovrebbe essere per voi un dovere morale non negare altro e approntare, invece, congrui finanziamenti per rimpinguare i due fondi che aiutano le persone in difficoltà nell'accesso alle locazioni, ovvero il Fondo morosità incolpevole e il Fondo per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione. Esistono da sempre, solo che, da alcuni anni, da un paio d'anni, da quando siete voi al Governo, le risorse per questi due fondi sono state azzerate. Invece, proprio per compensare quanto state facendo dall'altra parte, dovreste mettervi una mano sulla coscienza e, non solo, finanziare questi fondi, ma rendere anche più facili le procedure per erogare i contributi, con tempi certi e contenuti.
    Occorre, quindi, che ci siano tempestività e criteri omogenei per tutto il territorio nazionale. Questo è un po' il problema che noi tentiamo di affrontare con l'altra proposta che vi facevamo, appunto, di ricondurre le politiche abitative allo Stato e non lasciarle alle regioni, che non sono assolutamente in grado di far fronte a questa delicata materia. Ecco, questo è un primo impegno che vi chiediamo ed è un impegno che potrebbe essere immediato, perché si tratta di rifinanziare fondi già esistenti e snellire le procedure.
    Il secondo impegno fa fronte sempre ad un altro problema che, in qualche modo create, per certi versi, anche voi o che comunque state alimentando, state amplificando, mi riferisco al problema del lavoro precario, perché, in questo momento storico, nel nostro Paese, c'è tanto, tanto, lavoro precario. E lavoro precario vuol dire non avere una solidità e non essere dei soggetti solvibili, per il futuro, e, quindi, vuol dire essere esclusi dal mercato delle locazioni, spesso e volentieri. Io penso che voi sappiate che, ormai, i proprietari, per tutelarsi, non affittano più a chi non possa dare garanzie di solvibilità o di solidità economica e, quindi, coloro che non accedono più al mercato delle locazioni sono proprio i soggetti con lavori saltuari, precari od occasionali.
    E noi che cosa vi chiediamo? Vi chiediamo, quindi, di istituire un fondo di garanzia statale che possa andare incontro a queste persone. Lo Stato accompagna queste persone, si mette al loro fianco e presta la garanzia davanti ai proprietari per consentire loro di sottoscrivere dei contratti di locazione.
    In ultimo, cosa vi chiediamo? Vi chiediamo un'altra iniziativa, un'altra azione, che potrebbe essere fatta già domani, ovverosia dare incentivi fiscali, che, in qualche modo, dal punto di vista della proprietà, vanno a calmierare i canoni di locazione, al fine di rinegoziarli e consentire a tutte queste persone in difficoltà di sostenere in modo dignitoso l'affitto di una casa.
    Sono tre impegni ben precisi, che vi sottoponiamo e, quindi, non possiamo accettare che ci sia soltanto una possibilità di raccomandarvi tutto questo, tra l'altro, nei limiti della finanza pubblica, come dite voi, quindi, lasciandovi anche una scelta di dove appostare i soldi. Noi non ci fidiamo assolutamente di dove voi mettete i soldi, perché fate scelte che sono diametralmente opposte alle nostre priorità e a quelle che crediamo essere assolutamente le priorità del Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. La deputata Orrico sottoscrive l'ordine del giorno.

    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/68 D'Orso, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/69 Ilaria Fontana. Viene accolta la raccomandazione?
    Non viene accolta.
    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/69 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/70 Cantone, con il parere contrario del Governo.
    Ha chiesto di parlare il deputato Cantone. Ne ha facoltà.

    LUCIANO CANTONE

    LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo al Sottosegretario di rivedere questo parere negativo. Vista la persistente condizione di disagio abitativo delle fasce più deboli della popolazione è urgente definire una programmazione pluriennale di contrasto all'emergenza abitativa, che sia sostenuta da adeguate risorse economiche. Quindi, chiediamo al Governo l'impegno, prima di tutto, ad effettuare una ricognizione delle risorse stanziate e non ancora utilizzate con le leggi in materia di edilizia residenziale pubblica e, ancora più importante, a prevedere interventi sostitutivi per tutti i programmi finalizzati all'edilizia sociale nei casi di conclamata inadempienza degli accordi di programma e a dare un nuovo impulso ai procedimenti in corso. Questi sono impegni puntuali, che vanno in soccorso proprio dell'edilizia residenziale pubblica, in soccorso delle fasce più deboli della popolazione. Non accettiamo e non potremo mai accettare che un Governo ignori queste necessità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/70 Cantone, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/71 Alifano, con il parere contrario del Governo.
    Ha chiesto di parlare la deputata Alifano. Ne ha facoltà.

    ENRICA ALIFANO

    ENRICA ALIFANO (M5S). È stato un momento di esitazione suo, Presidente, non mio, comunque, in ogni caso, la ringrazio per avermi dato la parola. Questo parere contrario del Governo stupisce.

    Io sinceramente avrei sperato in una raccomandazione, anche perché l'impegno ha confini molto lati, quindi si dava grande spazio all'azione governativa, in relazione ovviamente a quello che abbiamo chiesto con quest'ordine del giorno, e spiego anche perché. Il decreto che noi ci accingiamo a convertire ha una relazione illustrativa, ovviamente, come ogni decreto, che reca tre priorità: la riduzione del consumo di suolo, in primo luogo; la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente; e, soprattutto, si prefigge di affrontare il tema dell'emergenza abitativa, che, come è già stato detto più volte in quest'Aula, riguarda soprattutto i grandi centri ed è un'emergenza che, tra l'altro, si aggraverà sempre di più nel corso del tempo e nei prossimi anni. Alcune stime parlano del fatto che oltre il 50 per cento della popolazione in Italia, nel 2050, si addenserà in grossi centri. Altre stime addirittura parlano del fatto che i due terzi della popolazione mondiale, in genere, si accentreranno in centri grandi, in grossi centri, in metropoli. Le metropoli, ovviamente, pongono questioni ambientali e organizzative e sono, fondamentalmente, energivore. Quindi, pongono una serie di problemi difficili da interpretare e da affrontare. Dico questo perché il nostro ordine del giorno proponeva una soluzione. La soluzione che noi proponiamo è pensare allo sviluppo delle aree interne: altro tema che penso che questo Parlamento affronterà a breve. Noi sappiamo - è sotto gli occhi di tutti, in Italia - che le aree interne sono soggette a spopolamento e che la popolazione ivi residente sta invecchiando. E quindi esiste sicuramente questo problema. E oltre la metà dei comuni italiani, tra l'altro, è ubicata nelle aree interne del Paese. C'è quindi, come dire, un problema di grossa disomogeneità dell'ubicazione della popolazione italiana. Le aree interne, però, rappresentano - sarò brevissima, Presidente - una grande opportunità, anche se non le vediamo solamente sotto il profilo della meta turistica, anche se non vediamo solamente il profilo del piccolo borgo che diviene meta di turisti, magari nel weekend. Ma pensiamo che lì si può sviluppare l'imprenditoria, soprattutto quella giovanile, che potrebbe, poi, contribuire a ripopolare le aree interne. Per fare questo, ovviamente, ci vuole un impegno da parte del Parlamento e, dunque, anche del Governo.
    Ora, noi chiediamo, per l'appunto, di cercare di ripopolare le aree interne, prevedendo, con quest'ordine del giorno, contributi e incentivi a ciò dedicati, anche per poter attenuare la pressione antropica che esiste nei grandi centri urbani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Fornaro lo sottoscrive.

    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/71 Alifano, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/72 Lomuti c'è una proposta di accoglimento come raccomandazione con riformulazione: viene accolta?
    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/72 Lomuti, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione… No? Il parere è favorevole sulla riformulazione? Allora, portate pazienza, revochiamo la votazione e facciamo chiarezza. Quando c'è un accoglimento con la formula della raccomandazione, non c'è possibilità di porre in votazione l'ordine del giorno. Quindi, o è accolto e va bene, oppure… Va bene, perfetto.
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/73 Caso, su cui c'è una proposta di riformulazione: onorevole Caso, a lei la parola.

    ANTONIO CASO

    ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Per la gioia dei colleghi non accetto la riformulazione e vorrei intervenire in dichiarazione di voto. Con quest'ordine del giorno, parliamo di università, parliamo della necessità di intervenire con serietà sul tema degli alloggi universitari, di intervenire contro i costanti rincari degli affitti, di agire affinché gli investimenti che si stanno facendo grazie al PNRR sugli alloggi universitari siano seri e non solo una speculazione per privati, così come anche incrementare e rendere pluriennale, magari anche strutturale, il Fondo affitti per gli studenti fuori sede. Infatti, da un lato, è vero, nel decreto votato ieri sono stati aggiunti 10 milioni agli esigui 4 che avevate messo nella scorsa legge di bilancio, ma, oltre al fatto che, di fatto, sono pochi, questa volta li avete messi solo per il 2024, solo per un anno. E la Bernini, intanto, il Ministro dell'Università e della menzogna, parla di cifre record. Peccato che con Conte e Manfredi le cifre erano maggiori.

    Ma in tema universitario non posso - me lo concederete, anche se tutti vanno di fretta - non parlare della notizia di oggi, della bozza di decreto del riparto dei Fondi del finanziamento ordinario delle università: una bozza che prevede un taglio di mezzo miliardo di euro, un taglio che mette a serio rischio la sopravvivenza degli atenei. E questo non lo dice, chiaramente, il sottoscritto, lo stanno urlando da stamani, ma anche da ieri, la Conferenza dei rettori, il Consiglio nazionale degli studenti e le varie associazioni studentesche. E la Ministra dell'Università e della menzogna cosa fa? Parla di polemica pretestuosa, annulla l'incontro che aveva con i rettori, fermando l'auto e tornando indietro, facendo retromarcia. E allora, come ho già chiesto in quest'Aula, la Bernini, il Ministro Bernini, venisse qui a metterci la faccia, avesse il coraggio e ci venisse a raccontare come ha deciso di smantellare l'università pubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/73 Caso, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/74 Traversi c'è una proposta di riformulazione. La accetta o lo pongo in votazione con parere contrario? È difficile lavorare così, perché io posso cercare di interpretare i gesti, però non è sempre… Ok, va bene, passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/74 Traversi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).
    Sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/75 Cafiero De Raho il parere del Governo è contrario: la parola al deputato Cafiero De Raho.

    FEDERICO CAFIERO DE RAHO

    FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Anche in quest'ordine del giorno, respinto dal Governo, abbiamo chiesto semplicemente di tutelare i cittadini nei loro diritti contro gli abusi di speculatori, operatori immobiliari e investitori. E, infatti, abbiamo chiesto al Governo l'impegno a non accogliere mai proposte emendative come quelle avanzate in sede referente e poi ritirate. Tali proposte intendevano introdurre una procedura sanatoria speciale e straordinaria per consentire la regolarizzazione di interventi edilizi che hanno interessato alcuni quartieri della città di Milano per i quali sono in corso iniziative giudiziarie. Parliamo di interventi di demolizione e ricostruzione, eseguiti tramite una semplice segnalazione certificata di inizio attività, che realizzavano plurime violazioni della normativa urbanistica, una quantificazione sottostimata degli oneri di urbanizzazione e un illecito aumento delle cubature delle superfici realizzabili, senza la predisposizione, oltretutto, di una pianificazione urbanistica attuativa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che prevedesse la realizzazione di opere aggiuntive per compensare gli standard dei residenti già insediati in zona. Le proposte emendative prevedevano che, anche in assenza di un piano particolareggiato di lottizzazione convenzionata, gli interventi edilizi per i quali non fosse stata disposta la demolizione o riduzione in pristino con provvedimento definitivo, fossero da ritenersi conformi alla disciplina urbanistica, in tal modo fornendo una lettura del tutto antinomica dell'articolo 41-bis della legge urbanistica del 1942 e anche contro l'orientamento giurisprudenziale.

    Con il pretesto di tutelare gli acquirenti in buona fede degli immobili era stato presentato il cosiddetto emendamento salva Milano, che aveva dirette favorevoli ricadute solo per gli operatori professionisti, funzionari e dirigenti, le cui responsabilità, non credo possa esservi dubbio, devono essere rimesse esclusivamente all'accertamento della magistratura. In relazione alle inammissibili conseguenze di misure come quelle che alcuni emendamenti, poi ritirati, avrebbero voluto introdurre, è stata formulata una lettera aperta, a firma di 50 tecnici, docenti universitari, urbanisti, architetti, geografi, giuristi, esponenti di Italia Nostra, membri dell'UNESCO, esponenti di Arcipelago Milano, costituzionalisti, antropologi, storici del design, nella quale vengono individuati alcuni limiti che non possono mai essere superati senza sovvertire l'equilibrio ambientale del territorio e il rispetto dei diritti dei frontisti e dei confinanti.
    A questi orientamenti noi accediamo, e con loro possiamo affermare che, assumendo interventi legislativi favorevoli riguardanti gravi situazioni rilevate da inchieste giudiziarie in corso, si rischia di cancellare decenni di cultura urbanistica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che è alla base del necessario equilibrio fra protezione delle cose e sfruttamento dell'ambiente, fra garanzia del diritto privato di proprietà ed esercizio delle potestà pubbliche, che devono assicurare la fruizione sociale a vantaggio di tutti. Deve essere rispettato il limite degli standard urbanistici fissati dal decreto ministeriale n. 1444 del 1968.
    Il diritto a edificare fissato dai piani urbanistici deve tenere sempre conto dell'obbligo di contribuire allo sviluppo della città, delle necessarie dotazioni di servizi e delle distanze fissate dal codice civile e dal decreto ministeriale n. 1444. Non è possibile cancellare le regole urbanistiche, realizzando ex novo o sopraelevando edifici prospicienti ad alloggi legittimamente realizzati da decine di anni. Il Parlamento non può permettersi di smantellare l'obbligo, anche in questo caso previsto da decenni, di ricorrere a strumenti attuativi chiari e al permesso di costruire quando si mutano i carichi urbanistici. Vanno tutelati i diritti di tutti.
    Presidente, ma cosa è stato chiesto in quest'ordine del giorno? In quest'ordine del giorno è stato chiesto semplicemente di non violare la disciplina dell'edilizia e dell'urbanistica, con l'effetto di incidere su specifiche e gravi situazioni per le quali sono in corso indagini della magistratura contro gli abusi degli speculatori, degli investitori e degli operatori immobiliari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che hanno agito in violazione delle regole urbanistiche.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Concluda.

    FEDERICO CAFIERO DE RAHO

    FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Anche con questo parere, il Governo ha dimostrato la paura di aderire alla condivisione delle regole chiare di urbanistica, quindi regole di legalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Presidente, noi su questo non ci stiamo e abbiamo solo chiesto al Governo di aderire con noi al rispetto di queste regole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Tutto il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra sottoscrive.

    Ha chiesto di parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà.

    CHIARA BRAGA

    CHIARA BRAGA (PD-IDP). Presidente, oggi non ci intendiamo molto. A titolo personale, so che ho soltanto un minuto, ma per annunciare il voto contrario del nostro gruppo a quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), in quanto la discussione che abbiamo affrontato parzialmente, e che ci auguriamo possa essere ripresa in sedi più opportune, non riguarda, dal nostro punto di vista, una norma di sanatoria, ma una norma di interpretazione di una legge esistente, che si allinea all'orientamento della giurisprudenza prevalente, che credo possa contribuire a ristabilire un quadro di certezza per gli interventi di rigenerazione urbana, e anche, ovviamente, a un giusto equilibrio tra le esigenze di costruzione della città pubblica, al fabbisogno di politiche abitative, all'esigenza di affrontare la riqualificazione urbanistica con degli obiettivi di carattere sociale e anche ambientale.

    Quindi, il nostro è un voto contrario, ribadendo che per noi il tema non è la sanatoria, ma è ristabilire una corretta interpretazione della legislazione urbanistica vigente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/75 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).
    Passiamo all'ordine del girono n. 9/1896-A/76 Carmina.
    Ha chiesto di parlare la deputata Carmina. Ne ha facoltà.

    IDA CARMINA

    IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente, volevo risentire la riformulazione.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Sottosegretario Morelli, a lei la parola, siamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/76 Carmina.

    ALESSANDRO MORELLI

    ALESSANDRO MORELLI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Espunte la quinta e la sesta premessa, accolto come raccomandazione, con riformulazione dell'impegno: “al fine di assicurare un'ordinata, celere e corretta gestione delle pratiche edilizie, ad adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ogni misura idonea volta a potenziare le risorse umane degli uffici tecnici comunali preposti agli adempimenti di gestione, vigilanza e controllo”.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Deputata Carmina, la accetta?

    IDA CARMINA

    IDA CARMINA (M5S). Sì, la accetto con l'auspicio che il Governo si attivi e dia corso a questa raccomandazione, perché non si può continuare attribuire funzioni e compiti ai comuni quando le pratiche languono negli uffici perché non ci sono dipendenti per poterle esitare.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. La ringrazio.

    IDA CARMINA

    IDA CARMINA (M5S). Solo una cosa volevo ricordare all'Assemblea.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Poi diventa una dichiarazione di voto, che sulla raccomandazione non è consentita.

    IDA CARMINA

    IDA CARMINA (M5S). Per una singolare coincidenza, alle prime ore del mattino del 19 luglio 1966 ci fu la frana di Agrigento, che è l'esempio italiano più eclatante degli effetti nefasti della speculazione edilizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/77 Schiano di Visconti, su cui c'è una proposta di riformulazione: viene accolta? Sì.

    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/78 De Monte, su cui c'è una proposta di riformulazione: viene accolta?

    ISABELLA DE MONTE

    ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Sì, grazie, accolgo e chiedo che venga messo ai voti.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.

    ANTONIO CASO

    ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente, per sottoscrivere.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Luca. Ne ha facoltà.

    PIERO DE LUCA

    PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente, solo per sottoscrivere a nome mio e anche del collega Toni Ricciardi, che non può alzarsi.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Sottoscrivono anche Simiani e Borrelli. Tutta AVS.

    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1896-A/78 De Monte, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 58).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1896-A/79 Gadda, su cui c'è una proposta di riformulazione: viene accolta?

    MARIA CHIARA GADDA

    MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente, accettiamo la riformulazione. Chiedo, però, di intervenire perché vogliamo mettere ai voti del Parlamento quest'ordine del giorno, così come abbiamo fatto sul precedente, che era legato al porto di Pozzuoli. La zona dei Campi Flegrei è sottoposta a continue scosse e fenomeni bradisismici, e peraltro, anche nelle scorse ore, la popolazione ha subito l'ennesima scossa. Quest'ordine del giorno pone all'attenzione del Governo e del Parlamento un tema molto delicato e molto particolare: nei comuni afferenti alla zona dei Campi Flegrei, in particolare a Pozzuoli, esistono 5.000 alloggi di edilizia popolare, di edilizia residenziale pubblica, che sono esterni alla zona di perimetrazione bradisismica.

    Quindi con quest'ordine del giorno si chiede un impegno al Governo in questo decreto, ma chiediamo un impegno maggiore all'interno del decreto Campi Flegrei, che quest'Aula dovrà analizzare. Quindi un impegno più concreto, oltre all'ordine del giorno, per includere nell'analisi di vulnerabilità anche questi alloggi popolari che sono esterni alla zona di perimetrazione, ma ne subiscono gli effetti. Allo stesso modo, come nell'ordine del giorno precedente, il fenomeno bradisismico comporta anche numerosi effetti sulle infrastrutture.
    Se pensiamo al porto di Pozzuoli, il porto ha subito degli effetti notevoli, per cui si rendono necessari degli interventi straordinari sulle banchine, e quindi queste opere di adeguamento richiedono scelte concrete. C'è un commissario straordinario, ma chiedono soprattutto risorse, quindi chiediamo un impegno particolare su questo.
    È un impegno che oggi è ovviamente a parole, è semplicemente un ordine del giorno, ma che vogliamo chiedere sia concreto, nelle prossime settimane, relativamente al decreto Campi Flegrei.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Deputato, consideri che non può più parlare. Anzi, può parlare ancora per due minuti.

    ANTONIO CASO

    ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente, per la gentile concessione.

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. No, perché era l'onorevole Casu che aveva esaurito il suo tempo. Oggi è il giorno degli equivoci. Prego, la ascoltiamo.

    ANTONIO CASO

    ANTONIO CASO (M5S). Vado avanti, Presidente, per la gioia di tutti. Allora, innanzitutto, per sottoscrivere quest'ordine del giorno, così come il precedente, in quanto entrambi portano avanti comunque delle richieste che, più volte, anche come MoVimento 5 Stelle, abbiamo fatto al Governo.

    Si chiede - lo diceva la collega - per esempio, di accelerare le analisi di vulnerabilità dell'edilizia, sia pubblica che privata, che erano previste nel primo decreto Campi Flegrei e che non sono ancora concluse; sono passati otto mesi, bisogna accelerare, perché il bradisismo non aspetta e le scosse continuano; il suolo continua a sollevarsi con una velocità di 2 centimetri al mese. È proprio anche per questo che si chiede di intervenire sul porto di Pozzuoli, che, ad oggi, non è mai stato veramente considerato negli interventi che ci sono stati. È importante saperlo: dal 2005, quando il suolo ha iniziato a salire, il terreno si è innalzato di 130 centimetri, quindi anche per i trasporti verso le isole di Procida ed Ischia inizia ad esserci un serio problema di agibilità del porto e rischiano di essere compromessi.
    Si chiede poi anche un intervento sui 5.000 alloggi popolari del quartiere di Monteruscello, sempre di Pozzuoli, che furono costruiti nella precedente crisi bradisismica e che dovevano essere temporanei, ma che in realtà sono ancora lì e in gran parte fatiscenti.
    Vede, Presidente, anche questa mattina, noi flegrei ci siamo svegliati con una scossa di magnitudo 3.6. Il territorio, quindi, attende risposte serie, che purtroppo però non sono presenti in realtà in alcuno dei due decreti che ha portato avanti il ministro Musumeci, che, a quanto pare, così come ha fatto anche stamane, è principalmente impegnato a darci, un giorno, degli abusivi e, l'altro, degli incoscienti.
    Presidente, tramite lei, vorrei informare il Ministro che, se c'è qualcuno che ha avallato nell'Italia fragile, da Sud a Nord - e non solo nei Campi Flegrei - la costruzione talvolta incontrollata e sconsiderata, sono stati proprio i Governi di destra a guida Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), colpevoli di ben due condoni; e ora si aggiunge anche questo provvedimento.
    Concludo, Presidente: si lasciassero da parte le inutili polemiche e, invece, si lavorasse seriamente per rendere resiliente, una volta per tutte, il territorio dei Campi Flegrei, così come stiamo provando a fare noi fin dall'inizio, con i nostri emendamenti, con i nostri ordini del giorno.
    Si facciano le cose con serietà. In tal caso, noi ci siamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Gli onorevoli Carotenuto, De Luca e Simiani sottoscrivono l'ordine del giorno n. 9/1896-A/79 Gadda.

    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. n. 9/1896-A/79 Gadda, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 59).
    È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

  • Sui lavori dell'Assemblea.
    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo svoltasi nella giornata di ieri e sulla base delle intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella giornata di domani, venerdì 19 luglio, a partire dalle ore 9, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto e la votazione finale.

  • Organizzazione dei tempi di esame di progetti di legge.
    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame dei seguenti argomenti: proposta di legge n. 960-A in materia di destinazione agli uffici diplomatici e consolari di quota dei proventi derivanti dal rilascio dei passaporti all'estero; disegno di legge n. 1951, recante Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2023; e n. 1952, recante Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2024.

  • Interventi di fine seduta.
    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Fabrizio Benzoni. Ne ha facoltà.

    FABRIZIO BENZONI

    FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. La silenziosa strage dei suicidi in carcere continua anche in questa settimana. Sono due i nuovi suicidi: un quarantacinquenne, nel carcere di Monza, e un trentasettenne nel carcere di Venezia. Siamo arrivati a quota 56, un vero record per questo Paese. Uso un minuto e mezzo del tempo per leggere un pezzo di una lettera che alcuni detenuti del carcere di Brescia, della mia città, hanno mandato al Ministro, ai Sottosegretari e al Presidente della Repubblica, per raccontare come da due anni scrivono lettere di questo tipo, con grande senso di responsabilità e la sincera volontà di utilizzare il tempo della pena in maniera propositiva: niente atti di protesta interna negli istituti, ma ricerca di dialogo. Nei due anni dalla prima lettera, dal 2022, le cose non sono cambiate, anzi, sono nettamente peggiorate e il sovraffollamento sta facendo perdere loro, sicuramente, la speranza. Chiedono solo una cosa, hanno bisogno di ascolto, di risposte, di incontrare e di stare seduti allo stesso tavolo delle istituzioni per poter raccontare le esigenze e i bisogni. Non chiedono regali - l'hanno detto più volte, l'hanno scritto più volte - ma solo di portare a termine la loro condanna con dignità. Nel corso di questi due anni, solo una volta, hanno avuto l'occasione di incontrare quattro deputati, lo scorso 17 giugno; mai nessuno, dei Governi precedenti e dell'attuale, li ha incontrati. Credo che sia un grido d'allarme da ascoltare e spero che lo possano fare altri membri di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Susanna Cherchi. Ne ha facoltà.

    SUSANNA CHERCHI

    SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Presidente. Cominciano a essere troppe le creature ammazzate con violenza e gratuità, come fossero niente, come fosse uno sfogo crudele. È successo a Roma, un piccolo gattino legato ai binari della stazione Tuscolana e ucciso dal treno in corsa. Caracas era il suo nome. Questo è quanto dice Miro che l'accudiva e lo urla con tutto il suo dolore dal suo profilo Instagram: ma come si fa? Fate schifo, esseri immondi che abitate questo Pianeta. Vi perseguiterò nei sogni, mentre mangiate, mentre provate a vivere la vostra vita. Assassini! Non sapete quello che avete fatto e non avete idea di cosa vi tornerà indietro. Questa è la mia promessa! Questo è quello che dice Miro, non sono io che lo dico. Era un gattino conosciuto da tutto il quartiere Mandrione, hanno organizzato una fiaccolata contro tutta la violenza che stiamo vedendo in questi periodi, su questi poveri esseri innocenti, esseri senzienti, ricordiamocelo. Caracas, questo piccolo, aveva un anno. L'ho già detto in un altro mio intervento a proposito del gattino Leone, che è stato scuoiato vivo: chi uccide così un animale può fare cose altrettanto orribili e sapere che queste persone sono a piede libero non è certamente tranquillizzante. Solo qualche giorno fa un altro gattino è stato lanciato da un dirupo tra le risate di chi riprendeva l'orrenda scena: tutti minorenni, tutti già individuati. Speriamo che paghino per questo gesto. Come dimenticare la capretta uccisa a calci durante una festa di compleanno in un agriturismo di Anzio? Purtroppo il PM ne ha chiesto l'archiviazione. Preferisco non dire quali siano i miei sentimenti nei confronti di questi mostri, perché sono un deputato e sono in Parlamento, ma penso che non ve ne sia bisogno, perché penso che l'abbiate capito. Ricordo solo che molti serial killer hanno cominciato così, uccidendo e torturando piccoli animaletti indifesi. Vorrei avere una bacchetta magica e diventare invisibile per poter fare un po' di giustizia in questo mondo, che sta diventando sempre più violento e invivibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Arnaldo Lomuti. Ne ha facoltà.

    ARNALDO LOMUTI

    ARNALDO LOMUTI (M5S). Grazie, Presidente. Nel pomeriggio di ieri, durante le operazioni di spegnimento di un vasto incendio, avvenuto nelle campagne del comune di Nova Siri, in provincia di Matera, due Vigili del fuoco hanno perso la vita. I loro nomi sono Nicola Lasalata e Giuseppe Martino, entrambi di 45 anni ed entrambi originari della città di Matera: una vera tragedia. Le cause dell'incendio, di proporzioni tali da far richiedere l'intervento degli aerei Canadair, sono ancora al vaglio degli inquirenti, fatto sta che l'intervento dei Vigili del fuoco avviene intorno alle 14,30, ci sono due abitazioni seriamente minacciate dalle fiamme e sul posto arrivano due squadre dei Vigili del fuoco.

    Una si dirige verso una casa, mentre Lasalata e Martino scelgono l'altro casolare dove poteva esserci una famiglia con una persona allettata. Sul posto erano presenti il sindaco e la Protezione civile. I due vigili del fuoco, preoccupati per quella famiglia in pericolo e specie per la persona disabile, si sono fatti largo tra le fiamme e il fumo densissimo e sono arrivati a fatica fino all'abitazione. “Tutto okay, non c'è nessuno”; queste le loro ultime parole comunicate ai loro colleghi. La morte li ha colti al ritorno, mentre superavano un canale. Il vento forte li ha travolti insieme alle fiamme. La dinamica non è ancora chiara. Forse uno dei due è caduto in un dirupo, forse l'altro si è fermato per salvarlo o forse si sono fermati a spegnere l'incendio. Un terzo vigile del fuoco è rimasto ferito nel tentativo invano, purtroppo, di soccorrerli e a lui vanno i nostri auguri per una pronta guarigione.
    Ho pensato a lungo su quali parole utilizzare nel ricordo di questi due uomini, Presidente, e mi sono posto una domanda: cosa avrebbe fatto un'altra persona al loro posto? C'è un ritornello che recita: “Il pompiere paura non ne ha”. Ho pensato, invece, che due persone - non due eroi, ma due persone - in quel momento di paura dovevano averne eccome. Come si fa a non averne quando sei costretto a decidere se buttarti dentro un mostro di fuoco e fumo, con la consapevolezza di mettere a rischio la propria vita per salvarne altre, o se, invece, decidere di lasciar perdere?
    Il fatto è che loro non ci hanno pensato due volte, loro non hanno esitato; sono andati lì, con la paura, sì, ma soffocata dal loro coraggio. Due uomini! Due uomini che non hanno esitato perché era il loro lavoro, il lavoro che amavano e che per farlo bisogna anche avere una certa indole, quella di proteggere i cittadini, le nostre città e l'ambiente, ogni giorno e in prima linea…

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Concluda.

    ARNALDO LOMUTI

    ARNALDO LOMUTI (M5S). …nonostante le tante difficoltà e gli enormi rischi e questo nonostante uno stipendio di certo non commisurato al rischio della vita. Diciamocelo, Presidente, senza fare retorica e senza oggi fare promesse dopo le tragedie.

    Oggi è il momento del dolore, il dolore di un intero Paese che si stringe attorno al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e che esprime loro vicinanza. C'è il dolore delle famiglie, alle quali arrivi la nostra partecipazione sentita e commossa al cordoglio. A Nicola e a Giuseppe arrivi il nostro saluto e una parola soltanto: grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Maiorano. Ne ha facoltà.

    GIOVANNI MAIORANO

    GIOVANNI MAIORANO (FDI). Grazie, Presidente. Sparare pallini di gomma con una pistola ad aria compressa contro un'insegnante non rappresenta un fatto penalmente rilevante. Questo è quanto apprendiamo da alcuni organi di stampa in riferimento a un fatto di cronaca accaduto nell'ottobre del 2022 in una scuola di Rovigo. Una città come tante, una scuola qualunque, una classe qualsiasi; un quattordicenne punta una pistola giocattolo verso la professoressa di scienze, spara dei pallini di gomma, la colpisce al capo e la classe scoppia a ridere. I 21 ragazzi che hanno assistito alla scena ridono e non muovono un dito. Nessuno ha mai espresso solidarietà o chiesto scusa. Per il pubblico ministero l'atteggiamento tenuto dalla classe non è penalmente rilevante.

    Ovviamente, noi non entriamo in merito alle decisioni della magistratura, però almeno ci sia concesso un momento in cui affermare e condividere tutta la nostra solidarietà all'insegnante colpita, probabilmente colpita anche due volte: prima fisicamente e poi moralmente. Solidarietà a lei, anche se altre volte ho già detto che la solidarietà ormai non basta più e solidarietà a tutto il corpo scolastico, che spesso è costretto a subire angherie di ogni tipo, sia dagli alunni, che si sentono sempre più spesso intoccabili e immuni da ogni punizione, ma troppe volte anche dagli stessi genitori, che sfociano in vere e proprie aggressioni.
    Allora, Presidente, prendiamo spunto da questa notizia e, certi delle nuove norme che il Governo sta attuando per ridare finalmente dignità a queste professioni necessarie per il futuro del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), esprimiamo solidarietà alla docente in questione ed a tutti coloro i quali, nell'ambito del loro dovere, subiscono affronti o atteggiamenti vergognosi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Siamo intervenuti più volte in quest'Aula, ma purtroppo non abbiamo ottenuto il risultato che speravamo, per cercare di fermare il presidente della regione del Trentino-Alto Adige, Fugatti, che passerà alla storia per aver decretato la morte di un numero notevole, il più alto, di orsi nella storia del nostro Paese. L'ultimo condannato è KJ1, un'orsa di 22 anni, con i propri cuccioli, che avrebbe aggredito, anche se non è ancora chiarissima la dinamica, un turista.

    La domanda che noi ci poniamo è: un animale che da 22 anni è stanziale su quel territorio e che ha anche dei cuccioli, non poteva essere gestito in altro modo? È mai possibile che bisogna arrivare sempre a questo e non ci sia la possibilità - stiamo parlando di un animale con dei cuccioli - di gestirlo in altro modo, senza privare così i cuccioli della loro mamma? Da questo punto di vista, noi continuiamo a insistere che la soluzione nella gestione di questi animali non può mai essere quella di ucciderli, di sacrificarli, per il nostro piacere, per la nostra sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
    Non dimentichiamo che siamo noi ad aver invaso il loro territorio, siamo noi che abbiamo la tecnologia per poter convivere serenamente con tutte le specie e non per abbatterle o mangiarle soltanto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

  • Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.
    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla XII Commissione (Affari sociali):

    S. 1161. - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73, recante misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie» (approvato dal Senato) (1975) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, XI e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
    Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
    Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da martedì 23 luglio 2024, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, i termini di cui ai commi 3 e 4 del medesimo articolo sono conseguentemente adeguati. In particolare, il termine per la presentazione di questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge è fissato alle ore 13 di lunedì 22 luglio 2024.

  • Ordine del giorno della prossima seduta.
    PRESIDENTE (RAMPELLI Fabio)

    PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

    Venerdì 19 luglio 2024 - Ore 9:
    1. Seguito della discussione del disegno di legge (per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e per la votazione finale):
    Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica. (C. 1896-A)
    Relatori: IAIA e MAZZETTI.

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