Contenuto

Resoconto Stenografico

XIX LEGISLATURA
Resoconto Sommario dell'Assemblea
Seduta n.282 di giovedì 18 aprile 2024
INDICE
(nominativi degli intervenuti in ordine alfabetico)

  • Missioni.
    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 108, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

  • Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).  (ore 9,35)
    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

  • Sull'ordine dei lavori.
    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

    LIA QUARTAPELLE PROCOPIO

    LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori perché proprio in queste ore si stanno aprendo il G7 dei Ministri degli Esteri e il Consiglio europeo. Siccome non abbiamo avuto informative su questi due appuntamenti, siamo qui a chiedere un'informativa sulla questione che viene discussa in quel consesso, e cioè come i Paesi europei e i Paesi del G7 intendano rispondere alle richieste pressanti da parte ucraina di una fornitura maggiore di sistemi per la difesa dei cieli ucraini.

    Che cosa sta aspettando il Governo italiano a dare un aiuto in più all'Ucraina relativo alla possibilità di difendere i cieli dell'Ucraina? Lo chiedo perché la Germania ha mandato un sistema di difesa missilistico Patriot in più, la Francia sta facendo più di quello che dovrebbe e l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea, Borrell, entrando oggi al G7 dei Ministri degli Esteri, ha detto chiaramente che non si possono lasciare i sistemi di difesa per l'Ucraina nei depositi.
    Questa notte, purtroppo, si contano 18 morti civili a Chernihiv, colpiti dalle bombe russe contro una grande città ucraina. L'Italia, come ci ha informato il generale Figliuolo la scorsa settimana in audizione, sta riportando in Italia un sistema di difesa missilistica SAMP/T, che è cruciale per la difesa dei cieli, dopo un periodo in Slovacchia.
    La domanda è molto chiara: che cosa sta aspettando il Governo a fornire questo sistema SAMP/T all'Ucraina? Ogni giorno che passa, ogni chiacchiera in più che sentiamo dai Ministri e dalla Prima Ministra è un giorno perso per salvare vite e civili. Chiediamo che il Governo spieghi perché, a fronte del fatto che gli altri Paesi del G7 e gli altri Governi europei stanno facendo uno sforzo ulteriore, il nostro Paese si stia dando alla macchia su una questione così cruciale per la sicurezza del nostro continente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.

    BENEDETTO DELLA VEDOVA

    BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Per associarmi in toto alle parole della collega Quartapelle. Lo scorso fine settimana abbiamo visto la grande efficacia che possono avere i sistemi di difesa e di protezione antimissile e antidrone; crediamo sia doveroso per gli ucraini, ma anche nell'interesse dei cittadini europei, garantire - come sembrerebbe stia per fare anche la Germania - sistemi di difesa. Si parla in questo specifico caso semplicemente di sistemi che possono distruggere missili, razzi e droni scagliati contro obiettivi civili e infrastrutture civili. Credo sia doveroso. E quindi mi associo alle parole della collega Quartapelle sia nel criticare il silenzio e l'inazione del Governo, sia nella richiesta di un'informativa su questo tema.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Il Governo è presente e naturalmente riferirò al Presidente della richiesta di informativa pervenuta dai vostri gruppi.

    Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.

  • Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) (A.C. 1752-A).
    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1752-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

    Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo approvato l'ordine del giorno n. 9/1752-A/122 Guerra come riformulato e che risultano accantonati gli ordini del giorno n. 9/1752-A/15 De Bertoldi, n. 9/1752-A/52 Morfino, n. 9/1752-A/60 D'Orso, n. 9/1752-A/102 Ferrari e n. 9/1752-A/114 D'Alfonso.
    Saluto gli studenti e i docenti del Liceo delle scienze umane “Uccellis” di Udine, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
    Saluto altresì gli studenti e i docenti dell'Istituto tecnico economico statale “Caio Plinio Secondo” di Como, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

    (Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1752-A)

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo a questo punto all'ordine del giorno n. 9/1752-A/123 Andrea Rossi, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Rossi. Ne ha facoltà.

    ANDREA ROSSI

    ANDREA ROSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi rivolgo alla Sottosegretaria per provare a capire se ci sono le condizioni per rivedere il parere del Governo. In quest'ordine del giorno si parla di un problema che riguarda molti comuni della nostra Penisola che hanno in gestione diretta i servizi educativi 0-6 anni. Mi riferisco, in particolare, al problema delle sostituzioni e, quindi, del funzionamento delle scuole dell'infanzia 0-6 anni dei comuni stessi. Su questo tema, devo ammettere e riconoscere, che il Governo, anche sollecitato da un emendamento dei colleghi del Partito Democratico della Commissione cultura, ha dato una parziale risposta perché, con l'articolo 15-bis, è riuscito da un lato a raccogliere le proposte sullo scorrimento delle graduatorie esistenti fino all'anno scolastico 2026-2027 e, nello stesso momento, a rivedere, con un incremento del 40 per cento, il valore dei tetti di spesa del 2009, così come riferito all'attuale tema dei bilanci comunali, con vincoli di spesa per quanto riguarda il costo del personale.

    Dicevo che ha raccolto queste nostre proposte, quindi ha dato un segnale anche nella direzione giusta rispetto ad alcune politiche che fino a oggi erano state praticate all'interno di quest'Aula in questo ultimo anno e mezzo. Da un lato, non dimentico la riduzione nel PNRR di quasi 100.000 posti di asilo nido, nello stesso momento in cui si riduceva, anche nell'ultima legge di bilancio, il Fondo infanzia, istituito nel 2017, che nel 2022 era pari a 309 milioni e che nel 2024 si riduce a 281 milioni. Questa attenzione mostrata dal Governo rispetto al tema dei servizi educativi 0-6 segnala un'attenzione bipartisan, perché è inutile parlare di politiche a sostegno della famiglia, è inutile parlare di come possiamo costruire una reale protezione sociale ai bisogni delle famiglie in una società che si sta trasformando da un punto di vista sociale e culturale, se poi non partiamo dal dare risposta al tema dei servizi educativi. I servizi educativi nel nostro territorio ci consentono di garantire soprattutto le giovani coppie, in una fase in cui stiamo vivendo anche un inverno demografico, e di far comprendere che c'è il pubblico, lo Stato, il Governo e la politica che si fanno carico dei bisogni e della conciliazione del tempo di vita con quello del lavoro. Quindi, diamo risposte alle giovani coppie e alle tematiche dell'emancipazione femminile attraverso gli interventi sui servizi educativi, perché, lo segnalo, dove più alto è il tasso di scolarizzazione (dello 0,6 per cento), più alto è il tasso di occupazione femminile.
    C'è poi il ruolo che i servizi educativi hanno nella crescita dell'individuo. Lo vorrei ricordare qui: oggi il tema dei servizi educativi non è più solo ed esclusivamente - come poteva essere alcuni anni fa - un mero servizio di affido, ma sta dentro al percorso di crescita relazionale, delle abilità cognitive manuali e al superamento anche delle differenze e, quindi, serve alla crescita dell'individuo. Per queste ragioni, se oggi produciamo iniziative di depotenziamento dei servizi educativi - ne parlo con cognizione di causa, arrivando da una terra, l'Emilia-Romagna, nella quale abbiamo vi abbiamo costruito importanti politiche di welfare familiare - ciò si traduce in una sconfitta per il nostro Paese.
    Allora vorrei e mi aspetterei da parte di questo Governo e della Sottosegretaria la possibilità - visto che stiamo parlando di un ordine del giorno e di un impegno che può essere anche abbastanza leggero - di dare un segnale di attenzione agli enti locali rispetto a un tema che - torno a ripetere - è molto sentito, perché riguarda i servizi educativi del nostro territorio, del nostro Paese e soprattutto riguarda i comuni che sono enti di prossimità, che si fanno sempre carico dei bisogni delle nostre comunità, ma che hanno bisogno, anche da parte nostra, di risposte serie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/123 Andrea Rossi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/124 Boldrini. Ha chiesto di parlare la collega Boldrini. Ne ha facoltà per 3,50 minuti.

    LAURA BOLDRINI

    LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Solamente Presidente? Allora, signora Presidente - è proprio il caso di dirlo -, le sorprese non finiscono mai. E quindi, di fronte alle sorprese, signora Presidente, bisogna correre a ripari, almeno con un ordine del giorno, visto che il Governo ci ha inflitto l'ennesimo voto di fiducia, l'ennesima fiducia sull'ennesimo provvedimento omnibus. Qui c'è di tutto, è un'insalata mista, dove si è infilata veramente qualsiasi cosa. Ma i decreti-legge non dovevano rispondere ai requisiti di omogeneità? Viene da chiederselo perché in un decreto che, nell'intestazione, parla di PNRR, cioè di ripresa e resilienza, si prevede un aumento di ben 25 milioni di euro per costruire i centri per migranti e richiedenti asilo in Albania. Che cosa c'entra con il PNRR? Niente. Ebbene, per questo, 16 dei 25 milioni di cui si parla vengono tolti poi dal Fondo per le esigenze indifferibili, un Fondo molto importante a cui si attinge per aiutare le persone in caso di disastri naturali, per esempio terremoti e alluvioni. Allora, di provvedimento in provvedimento, i costi di questa operazione dei centri di detenzione per i richiedenti asilo in Albania, che sono pura propaganda, stanno lievitando e non ci sarà da meravigliarsi se arriveremo a 1 miliardo. Ma io mi chiedo: non era meglio, cari patrioti, investirli in Italia, dove il sistema di accoglienza sta collassando, oppure in case, scuole o ospedali o nel sostegno agli stipendi e alle pensioni per aiutare gli italiani a stare meglio, invece che i migranti a stare peggio? Perché questo voi state facendo. Allora, da notizie di stampa, si apprende che, mentre il bando per la gestione dei campi per i richiedenti asilo parlava di aprire i battenti il 20 maggio, qui altro che il 20 maggio, siamo ancora ai sopralluoghi, quindi si prevede di riparlarne dopo l'estate. E allora Presidente, per sintetizzare, il tema di quest'ordine del giorno è il fallimento delle politiche migratorie del Governo di Giorgia Meloni. Dopo un anno e mezzo, la Presidente del Consiglio dovrebbe smetterla di prendersela con i predecessori, è ora che si assuma le proprie responsabilità. E che cosa fa la Presidente Meloni?

    È talmente angosciata dalla prospettiva di questo suo fallimento, da essersi recata, ancora una volta, ieri, in Tunisia per incontrare l'autocrate Kais Saied con una promessa di ben 50.000.000 di euro, presi, appunto, dalle tasche degli italiani - come avevate promesso di non farlo, voi - e anche con una linea di credito di Cassa depositi e prestiti. Parliamo, quindi, di 105.000.000. Stavolta. ci è andata senza Von der Leyen, perché penso che la stessa abbia capito che non le conviene affatto essere vicina a questa ultradestra italiana.
    Ebbene, a Tunisi, la Presidente aveva chiesto di fare un'altra cosa, cioè lo schema albanese, di fare un centro a Tataouine, nel deserto, ma Saied gli ha dato risposta negativa, gli ha risposto picche.
    Presidente, questo Accordo con l'Albania non funzionerà, è uno spot, uno spreco di soldi e sarà anche controproducente per il Governo. Diciamo al Governo di ripensarci e di informare il Parlamento su come stanno spendendo questi soldi e anche su come stanno andando avanti i lavori, se andranno avanti. Lo dico, perché, queste cose, Presidente, le dovremmo sapere dal Governo, non dai giornali. Quindi, un invito a relazionare a queste Camere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/124 Boldrini, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/125 Ghio, su cui c'è il parere contrario del Governo.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio, per tre minuti. Ne ha facoltà.

    VALENTINA GHIO

    VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Davvero, non abbiamo capito la contrarietà a quest'ordine del giorno, che chiede di monitorare il settore, di ripristinare risorse su riduzioni significative e spostamenti agli anni successivi, che questo decreto ha portato avanti, utili a tutelare il percorso di transizione ecologica e la protezione dell'ambiente attraverso investimenti nel comparto marittimo. Così, per mettere risorse per costruire centri di accoglienza e di detenzione in Albania, si tagliano 408.000.000, 270 si spostano ad altri anni, per sostenere la resilienza ai cambiamenti climatici delle infrastrutture portuali, nella decarbonizzazione dei trasporti, nella elettrificazione delle banchine. Capite che, con queste decisioni, è veramente difficile aiutare il settore a raggiungere quegli obiettivi che sono stati impostati dall'Unione europea e dalla comunità internazionale a tutela dell'ambiente.

    Queste decisioni evidenziano anche una mancanza di strategia complessiva, oltre alla mancanza di un quadro normativo che renda effettivamente praticabili gli aiuti, che, peraltro, tagliate. Quindi, anziché impostare percorsi, bandi realmente accessibili, risorse che realmente consentano al settore di raggiungere questi obiettivi, cosa fate? Semplificate. In assenza di un quadro normativo chiaro, prendete la scorciatoia, tagliate le risorse che ci sono. Così non si raggiungono 3 obiettivi. Non aiutate il settore, complessivamente, nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione ed elettrificazione. Non sostenete il processo complessivo del Paese di raggiungimento degli obiettivi, esponendo il Paese e il settore a rischio di sanzioni. In ultimo, non rispettate quel senso originario del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che era quel Next Generation, ovvero mettere in campo azioni di miglioramento e di coesione per consegnare alle nuove generazioni un ambiente migliore di quello che abbiamo impostato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/125 Ghio, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/126 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.

    ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO

    ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarazione di voto su questo parere contrario che non capiamo. È incomprensibile, di fronte alla situazione gravissima che c'è in Sicilia, dove, com'è noto, non piove da 9 mesi. A fronte di questa gravissima emergenza, il centrodestra, oltre a professare la negazione della crisi climatica, nel corso di questi anni, non ha messo in campo nessuna adeguata strategia di proposte, risorse, investimenti e soluzioni.

    L'Italia è il terzo Paese europeo per la disponibilità di risorse idriche, ma le reti nazionali perdono il 40 per cento di acqua. In Sicilia, la situazione è ancora più grave, perché le perdite arrivano a oltre il 50 per cento. Nell'anno record della siccità e dell'inizio del processo di desertificazione, la Sicilia ha ancora reti d'acqua colabrodo, che potrebbero essere riparate o sostituite con i fondi del PNRR. Proprio il PNRR, nella misura originaria, metteva in campo quasi 4 miliardi di euro di investimenti. I progetti ci sono, tanto che le richieste di finanziamento sinora pervenute sono molto superiori rispetto alle somme messe a disposizione. Nell'erogazione delle risorse, però, è stata data priorità a quei progetti che si trovano in avanzato stato di avanzamento, in modo da consentirne la realizzazione entro il 2026. Questo criterio, però, diverge dall'obiettivo della riduzione dei divari tra Nord e Sud e non tiene conto del vincolo del 40 per cento del PNRR, che va destinato al Sud, in barba alle proposte che sono arrivate dai comuni siciliani e dal territorio, con divari ancora maggiori proprio per le aree interne della regione siciliana, che pagano ancora di più la crisi della siccità.
    Quindi, chiediamo al Governo: che fine ha fatto, in particolare, la linea di finanziamento di circa 2 miliardi, che prevedeva l'approvvigionamento di acqua destinata al completamento delle grandi opere infrastrutturali, come le dighe; che fine hanno fatto i finanziamenti destinati agli acquedotti, che hanno l'obiettivo di ridurre del 15 per cento le perdite di acqua potabile sui 15.000 chilometri di tubazioni in Sicilia, utilizzando una maggiore digitalizzazione e maggiori tecnologie; che fine hanno fatto tutti i progetti per la depurazione delle acque, su cui il Governo nazionale ha nominato un commissario, che finora è stato celebre soltanto per l'individuazione di sottogoverni e di una nutritissima serie di collaboratori.
    Ma all'inadeguatezza e all'inefficienza del Governo nazionale, ahimè, in questi anni, ha fatto seguito anche l'inadeguatezza del Governo regionale. Celebri i 61 progetti bocciati, su 61, nel bando del 2021. Quindi, nessun progetto della regione siciliana è stato finanziato sotto il Governo Musumeci.
    Allora, il momento è drammatico. È il caso di venire incontro e sostenere la crisi in Sicilia non a parole, ma con fatti concreti. Bisogna, urgentemente - mi rivolgo alla rappresentante del Governo, che ahimè conosce bene la situazione - sottoscrivere lo stato di emergenza, per cui tanti produttori e tanti operatori zootecnici, in queste ore, aspettano una risposta certa e vera del Governo.
    Con un po' di buonsenso, bisogna intervenire in alcuni casi gravissimi, come quello evidenziato, in queste ore, a Ponte Barca, vicino Paternò, dove una perdita nel fiume Simeto comporta una dispersione di acqua sul territorio di 2 metri cubi al secondo. È un intervento minimo che il commissario dovrebbe fare urgentemente.
    Non ci aspettavamo questo parere contrario del Governo. Nell'impegno dell'ordine del giorno, chiediamo che vengano finanziati i 27 interventi programmati, per il recupero dell'acqua in Sicilia, dalla cabina di regia. È un intervento da fare e da fare subito, insieme alla sottoscrizione dello stato di emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
    Quindi, chiediamo che l'ordine del giorno venga messo ai voti. La Sicilia non può più aspettare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    MATILDE SIRACUSANO

    MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

    MATILDE SIRACUSANO

    MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Mi rivolgo, da siciliana, all'onorevole Barbagallo, esprimendo condivisione rispetto alle questioni poste dall'onorevole. Ovviamente, il Governo è molto sensibile al tema e io lo sono in particolar modo. Pertanto, ho esaminato attentamente il suo ordine del giorno e, da parte di alcune amministrazioni, ci sono alcune criticità riscontrate. Purtroppo, non può essere accolto totalmente con parere favorevole, però le posso proporre una riformulazione che salverebbe una parte del suo impegno, cioè il primo impegno, che prevede, appunto, di “dare piena attuazione, nei limiti dei vincoli di finanza pubblica, agli interventi previsti dal Commissario straordinario nazionale per la siccità, indicati nella seconda relazione della cabina di regia”. Poi occorrerebbe espungere la quinta, la sesta, la settima, la nona e la decima premessa. Capisco che è una riformulazione sostanziale, però potremmo comunque segnare una bella pagina oggi e condividere un principio rispetto a un'emergenza nei confronti della quale siamo tutti estremamente sensibili.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Barbagallo accoglie la riformulazione e chiede che il suo ordine del giorno sia posto in votazione.

    Prendo atto che gli onorevoli Carmina e Aiello intendono sottoscrivere l'ordine del giorno.
    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/126 Barbagallo, come riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 4).
    Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/127 Manzi il parere è favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, collega Manzi?

    IRENE MANZI

    IRENE MANZI (PD-IDP). Non accolgo la riformulazione e faccio anche una breve dichiarazione di voto su un tema che è stato già illustrato dai colleghi dei gruppi del MoVimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra. Io apprezzo la sensibilità in questo caso dimostrata dalla Sottosegretaria, una sensibilità sicuramente maggiore rispetto a quella dimostrata dal Ministero dell'Istruzione in questo caso, proprio perché, come è stato già ricordato e per fare una breve cronistoria di quanto avvenuto, lo scorso 15 aprile sono scaduti i contratti del personale ATA e del personale PNRR Agenda Sud assunto dalle scuole. Il decreto PNRR non è riuscito a stanziare le risorse occorrenti per il rinnovo e domenica 14, quindi a poche ore dalla scadenza del contratto, tutti abbiamo salutato - devo dire con un sospiro di sollievo - il comunicato pubblicato sul sito del Ministero dell'Istruzione relativo proprio ai fondi che erano stati trovati per la proroga dei contratti. Il problema è che questi contratti, al momento, non sono stati prorogati. Una nota del Ministero dell'Istruzione ha rinviato al prossimo provvedimento - al primo, tra l'altro - normativo utile per impegnare le risorse occorrenti, ma, in questo momento, quel personale si è visto sbarrare le porte e la possibilità, appunto, di proseguire nel lavoro all'interno delle scuole. Si tratta di un lavoro importante e prezioso e, quindi, anche in questo caso mi verrebbe da dire che, come al solito quando si tratta del Ministero dell'Istruzione, la propaganda fa i conti, ancora una volta, con la realtà. Di fronte ad annunci roboanti - in questo caso, del Ministro - e alla soddisfazione che molti esponenti del Governo hanno espresso rispetto a queste nuove risorse, dobbiamo fare i conti con una realtà in cui quel personale non è, al momento, stato ricontrattualizzato. Non è all'orizzonte il provvedimento - e lo aspettiamo tutti con ansia, devo dire - che dovrà impegnare queste risorse e dovrà finalmente consentire cosa? Una proroga? Una nuova contrattualizzazione? Siamo al 18 aprile e la scuola chiuderà, in realtà, tra poche settimane. Quando avverrà questa nuova contrattualizzazione? Quando e fino a quando? Quando quei dipendenti potranno avere certezza e sicurezza rispetto a quello che è il loro futuro lavorativo? L'organizzazione delle scuole avrà la possibilità di contare sul loro lavoro e sul loro contributo?

    Noi, devo dire, non possiamo, in questo caso, accettare questo tipo di riformulazione, perché anche la riformulazione, purtroppo, è un rimandare a domani, è un “pagherò” rispetto a una situazione che richiederebbe, invece, interventi rapidi, necessari e urgenti.
    Del resto, aspettavamo in questo caso, anche nella conversione del decreto, una possibilità di intervenire rispetto a un'altra categoria di personale, quello dei docenti vincitori, tra l'altro, del concorso straordinario COVID, che si trovano in una situazione ancora di grave incertezza, rispetto ai quali, appunto, nella risposta a un'interrogazione letta in Commissione cultura dalla Sottosegretaria Frassinetti, sembravano prossimi a una soluzione della loro situazione. Invece, anche su questo argomento niente è pervenuto.
    Chiediamo, quindi, per suo tramite, Presidente, anche alla Sottosegretaria di sollecitare in questo caso il Ministero e il Ministro Valditara, che ieri era qui in Aula, con noi, a voler intervenire e, soprattutto, a voler intervenire con serietà, perché, appunto, di propaganda, in vista anche degli appuntamenti elettorali prossimi, ne abbiamo davvero abbastanza e la vita quotidiana di quanti lavorano all'interno della scuola, di quel personale che si trova in condizione di incertezza e sostanzialmente di fronte a una mancanza di intervento da parte del Governo richiede, appunto, serietà, soprattutto, prima ancora che certezza.
    Quindi, non accettiamo, anche per questo motivo, questa riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/127 Manzi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/128 Zingaretti, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
    Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/129 Orfini il parere è favorevole, con riformulazione.
    Prendo atto che il presentatore accoglie la riformulazione e chiede che il suo ordine del giorno sia messo ai voti.
    Passiamo dunque ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/129 Orfini, come riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 7).
    Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/130 Berruto il parere è contrario.
    Ha chiesto di parlare il collega Berruto. Ne ha facoltà.

    MAURO BERRUTO

    MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. In effetti, questo è un intervento che mi mette alla prova, come quando, da ragazzini, ci si sfidava a non ridere per primi, perché in effetti, se non fosse che il tema, almeno per me, è molto serio, ci sarebbe davvero da ridere.

    Il provvedimento che abbiamo preso in esame, fra le altre cose, si occupa, purtroppo, poco di sport e se ne occupa in un modo che potrei definire con un titolo, per questo mio intervento, che è: “Ghiaccio bollente”. Partendo dall'inizio, si potrebbe fare una lunga discussione a riguardo della dignità dello sport all'interno del PNRR. È un tema che riguarda - ne sono consapevole - non solo questa legislatura, ma anche quella precedente ed è un tema che si riferisce a una discrasia, cioè a una sottovalutazione (non saprei come definirla in altro modo). Infatti, una ricerca di sistema sul settore sport stima in 22 miliardi il valore generato dal settore sportivo, in Italia. È il report “Sport 2023”, un'analisi della dimensione economica dell'industria dello sport, che analizza la domanda di pratica sportiva, le infrastrutture e l'impatto sociale generato dal settore, con un contributo pari all'1,3 per cento del PIL. Si tratta, peraltro, di una ricerca dell'Istituto per il credito sportivo e di Sport e Salute, quindi non di parte, ma frutto di una ricerca che possiamo definire istituzionale. Quella ricerca dice anche che il 44 per cento degli impianti in Italia è stato realizzato negli anni Settanta e Ottanta e, quindi, è in drammatiche condizioni di inefficienza rispetto alla sostenibilità economica e ambientale. In più, ci sono state la pandemia e la crisi energetica e, quindi, evidentemente pesanti ripercussioni sul settore, proprio perché gli impianti non sono all'altezza. Dunque, la sfida principale è quella di rendere più efficiente e capillare la rete delle infrastrutture per favorire la transizione verde e digitale degli impianti e assegnare priorità di intervento nel Mezzogiorno, dove è localizzato solo il 26 per cento degli impianti sportivi nazionali.
    Però c'è un'altra premessa da fare, un altro dato agghiacciante, che è un dato che ci mette in coda nella classifica europea degli impianti sportivi scolastici. In questo Paese ancora più di una scuola su due non ha una palestra. Tornando al PNRR, com'è noto, è stato destinato un miliardo allo sport, 300 milioni riguardano la linea di intervento su costruzione e rifacimento delle palestre scolastiche, risorse che non soddisferanno neppure il 20 per cento delle richieste. Però, e arrivo al punto, arriva questo provvedimento, con un passaggio sul quale, come dicevo, non è facile trattenere il sorriso, perché, a leggere quello che era in origine l'articolo 19, sembra davvero la sceneggiatura di un film, ovvero la possibilità di riprogrammare risorse del PNRR in caso di rinuncia da parte di soggetti attuatori per realizzare - cito - nuove palestre, ovvero l'efficientamento energetico di impianti sportivi pubblici destinati esclusivamente alla pratica degli sport invernali nelle isole minori marine.
    Prendo atto, il PD ha presentato anche un emendamento, recepito, che allarga la possibilità agli impianti natatori. Vi ringraziamo per la gentilezza, però nel testo, insieme all'allargamento sugli impianti natatori, è comparsa un'ulteriore specifica. Le risorse ora sarebbero da destinare per le piscine - bene, lo abbiamo chiesto noi, grazie - ma, in maniera specifica, per gli sport del ghiaccio e per gli sport invernali, lo ripeto, nelle isole minori marine, neanche quelle lacustri. Insomma, questo Governo vuole il curling a Lampedusa? Vuole il pattinaggio di velocità a Lipari? Vuole il pattinaggio artistico su ghiaccio a Capri? Immaginate un torneo di hockey su ghiaccio a Filicudi? Oppure, con un clamoroso colpo di scena, il Ministro Salvini sposterà la pista da bob da Cortina a Salina? Perché anche l'idea più sublime - diceva Philippe Noiret, facendolo dire a Pablo Neruda, nel film Il Postino, girato, se ricordo bene, a Procida, proprio su un'isola minore - se la senti troppe volte, diventa una stupidaggine. Questa idea non l'avete ripetuta troppe volte, anzi, l'avete nascosta in maniera imbarazzante in questo provvedimento. Però devo dire che basta sentirla una volta sola per comprendere che è una stupidaggine. Quest'ordine del giorno chiede al Governo di uscire da questa imbarazzante situazione. Vi chiediamo di rispettare il tema delle priorità riguardo alle infrastrutture sportive, sapendo che neanche il PNRR risolverà il tema di un grande piano di infrastrutture sportive per il Paese, ma di ragionare per priorità e non per interesse, evidentemente, personale. Capisco che questo sia il Governo degli ossimori, ma questo “ghiaccio bollente”, come dicevo, urla vendetta. Quindi costruiamo palestre dove servono, soprattutto al Sud, magari per le scuole, e per una volta, Sottosegretaria, siate seri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/130 Berruto, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/131 Marino, su cui il parere è contrario. Ha chiesto di parlare la collega Marino. Ne ha facoltà.

    MARIA STEFANIA MARINO

    MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Anch'io voglio provare, come tanti miei colleghi da due giorni, a far cambiare parere al Governo. Penso che l'unica nostra volontà sia quella di migliorare nell'usare le risorse del PNRR, e nella fattispecie, considerato che questi progetti vengono strutturati in maniera corretta, il settore agroalimentare avrà nel breve periodo la possibilità di essere destinatario di sostegni economici di grande rilevanza. È essenziale, oggi, sottoporre al vostro esame un ordine del giorno di particolare importanza per il settore e la gestione delle risorse pubbliche.

    Anzitutto, al fine di contestualizzare, rilevo che ad essere destinatario di quest'ordine del giorno è l'articolo 8 del decreto-legge n. 19 del 2 marzo 2024, il quale istituisce, a decorrere dal 1° luglio, un posto di funzione dirigenziale di livello generale nell'ambito dell'ufficio di gabinetto del Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, in aggiunta all'attuale dotazione organica, oltre che in un'ottica di un aumento del personale tecnico. Il cuore di quest'ordine del giorno è il riconoscimento dell'importanza del settore agroalimentare per il nostro Paese, non solo dal punto di vista economico, ma anche per la sicurezza alimentare e la tutela dell'ambiente.
    È imperativo garantire che le risorse finanziarie destinate a tale settore siano utilizzate in modo efficace e mirato per favorire lo sviluppo sostenibile e la crescita equa. Avevamo sperato che l'istituzione di tale ulteriore figura all'interno del Ministero fosse una misura volta al potenziamento e al rafforzamento delle competenze del Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste in materia di analisi, di valutazione delle politiche pubbliche e di revisione della spesa, in coerenza con gli obiettivi del PNRR. Ciononostante, questa speranza si rivela vana a fronte dell'ennesima nomina, che appare come un'evidente forzatura, utile esclusivamente all'occupazione, più o meno abusiva, di un'ulteriore poltrona che verrà riscaldata da parenti, amici, colleghi e coordinatori del partito di maggioranza governativa. Per questo ci troviamo costretti a chiedere che il Governo si impegni ad assumere iniziative affinché eventuali risorse finanziarie aggiuntive stanziate da nuovi provvedimenti vengano destinate al settore agroalimentare, e non ad incrementare ulteriormente l'ufficio di gabinetto del Ministro e il budget del suo staff, considerato, peraltro, che il Ministro in questione può vantare un organico già ben strutturato numericamente, sufficiente e tecnicamente molto preparato, che non richiede ulteriore impiego di risorse pubbliche per il corretto funzionamento.
    In un momento storico così delicato quale quello attuale è fondamentale che ogni euro pubblico speso sia orientato verso il beneficio collettivo, e in questo caso verso la salvaguardia e la promozione di un settore cruciale per l'economia e la società. In questo quadro, l'attuale presenza all'interno del Ministero di adeguate figure tecniche in grado di predisporre progetti coerenti è innegabile, ed è altrettanto chiaro che tali figure non necessitano di ulteriori fondi a disposizione dell'ufficio. Non possiamo permettere che le risorse destinate all'agricoltura e all'alimentazione siano disperse o utilizzate in modo non corretto con gli interessi nazionali.
    La crisi climatica, la crescente domanda alimentare, le sfide legate alla sostenibilità richiedono un impegno senza riserve per rafforzare e sostenere il settore agroalimentare. Questo impegno deve tradursi in azioni concrete e responsabili da parte del Governo, volte a garantire che le politiche pubbliche siano allineate agli obiettivi di sviluppo sostenibile e di giustizia sociale. Chiedo, pertanto, il vostro sostegno a quest'ordine del giorno, affinché possiamo assicurare un futuro prospero e sostenibile per il settore agroalimentare italiano, nel rispetto delle necessità presenti e future della nostra Nazione e del pianeta intero. E non dimentichiamo che già da diversi mesi il settore ha lanciato un grido di disperazione. Questo Governo, ad oggi, non ha fatto nulla per aiutare il comparto e il settore agro-zootecnico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/131 Marino, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/132 Bonafe', con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/133 Ascani, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione: non accoglie e chiede che sia messo ai voti. La collega Pavanelli chiede di sottoscriverlo.
    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/133 Ascani, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/134 Simiani, su cui il parere è contrario. Ha chiesto di parlare il collega Simiani. Ne ha facoltà.

    MARCO SIMIANI

    MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. In questi giorni abbiamo parlato di questo provvedimento nelle varie sfaccettature con molti contributi, soprattutto dal Partito Democratico. Soprattutto in questi ordini del giorno abbiamo cercato di migliorare o comunque di tenere conto anche dei prossimi provvedimenti, perché pensiamo che alcune scelte che avete fatto anche nel lavoro in Commissione non siano state del tutto positive o comunque non abbiano tenuto conto dei reali bisogni del Paese e, soprattutto, del tema della transizione ecologica. Credo molto nello strumento che ci siamo dati, che è quello del PNRR, ma soprattutto credo molto nel piano Transizione 5.0.

    È uno strumento fondamentale per poter sviluppare la transizione ecologica soprattutto con riferimento alle risorse, che sono ingenti: 6,3 miliardi di euro, di cui 3,78 miliardi di euro per investimenti di beni strumentali, 1,89 miliardi di euro per l'autoconsumo e l'autoproduzione, 630 milioni di euro per quanto riguarda la formazione, ossia un pacchetto di misure che possono effettivamente dare risposte concrete nell'ambito della transizione ecologica.
    Questo strumento, che favorisce gli investimenti e, soprattutto, la possibilità anche per le aziende di avere risparmi notevoli e comunque anche un credito di imposta, che in base alla produzione può arrivare addirittura oltre il 45 per cento, è fondamentale per l'aiuto alle aziende e avrà l'opportunità di incidere. Come sapete, le direttive europee RED II e RED III, più volte messe in discussione dal vostro Governo, invece, hanno portato e porteranno non solo un indirizzo concreto, ma, anche, la capacità di inquadrare il tema della transizione ecologica a tutto tondo. L'articolo 38 del provvedimento che era in discussione centrava proprio la possibilità di inserire tutta una serie di nuove soluzioni nell'ambito della transizione ecologica, perché, se vogliamo raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, previsti dall'Europa, dobbiamo fare in modo di sfruttare tutte le possibili soluzioni sul campo e noi avevamo proposto l'inserimento, proprio nel piano Transizione 5.0, degli impianti a biomasse.
    Perché gli impianti a biomasse? Perché sappiamo benissimo che oggi esiste un'economia non sfruttata nell'ambito della possibilità di utilizzare il legno, il cippato, lo smaltimento dei materiali legati all'economia circolare, soprattutto nel contesto degli scarti in agricoltura. Sicché si poteva effettivamente fare in modo che questa soluzione fosse veramente considerata, anche perché lo chiedevano le associazioni, il mondo produttivo, il mondo agricolo; nel sistema della multifunzionalità delle aziende agricole questa soluzione poteva essere inserita.
    Abbiamo presentato un ordine del giorno che è stato riformulato, in una situazione che, come ho detto anche alla Sottosegretaria Siracusano, non coglieva, secondo me, il punto che volevamo mettere in campo, che era quello proprio di inserire l'impianto a biomasse. Presidente, abbiamo un territorio e un sistema economico che hanno bisogno di creare ricchezza e per fare questo abbiamo bisogno di guardarci intorno. Noi, oggi, importiamo 20 milioni di tonnellate all'anno di legno, quando invece abbiamo nel nostro Paese la possibilità di fare politiche legate all'economia dei boschi e delle foreste e che non sfruttiamo. Ecco perché in questo caso dobbiamo riuscire ad allineare la transizione ecologica alle possibilità economiche anche per le imprese.
    Pertanto chiedo al Governo di rivedere la sua posizione e il parere contrario nonché di accantonare l'ordine del giorno per capire come far sì che questa soluzione possa essere considerata anche nei prossimi provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Non vedo reazioni da parte del Governo, quindi, passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/134 Simiani, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/135 Fossi: parere favorevole con riformulazione. Collega Fossi, accoglie la riformulazione?

    EMILIANO FOSSI

    EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Presidente, non accetto la riformulazione e chiedo che sia messo al voto e dico due cose. In meno di due mesi, 2 gravi incidenti hanno riportato d'attualità il tema delle morti sul lavoro. Come sappiamo, il 16 febbraio, purtroppo, il crollo di una trave in un cantiere di Firenze ha causato la morte di 5 operai, mentre il 9 aprile 7 lavoratori sono stati uccisi da un'esplosione nella centrale idroelettrica di Bargi, sull'Appennino bolognese.

    Secondo i dati più recenti dell'Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro, ogni giorno, in Italia, muoiono sul lavoro in media più di 3 persone. Si tratta di numeri drammatici, che necessitano di un netto cambio di passo del Governo sulle misure di prevenzione da attuare. Il Partito Democratico, in questo senso, e in particolare il Partito Democratico della Toscana ha lanciato da tempo la “Carta di Firenze”, un patto tra istituzioni, enti locali, imprese e sindacati nel settore degli appalti pubblici e privati per eliminare la logica del massimo ribasso, del subappalto senza controlli e per promuovere formazione e prevenzione.
    Abbiamo, in più occasioni, rimarcato come un decreto omnibus come questo, sul PNRR, non fosse adatto a introdurre norme sulla sicurezza sul lavoro. Si tratta di misure che necessitavano di un provvedimento apposito e di un'approfondita discussione nelle Commissioni di merito. Questo non è successo ed è francamente inammissibile che in Commissione lavoro questo dibattito non sia stato, di fatto, fatto e, quindi, soltanto l'improvvisa e drammatica strage di Bargi ha costretto il Governo e il Ministro Calderone a dare dignità al Parlamento, troppo poco e troppo tardi.
    Nel frettoloso dibattito in Commissione, qualche nostra proposta è stata recepita, ma molte modifiche sono state respinte, tra queste una fondamentale che riguarda, appunto, le risorse per garantire controlli adeguati: un elemento centrale, perché senza controlli puntuali, accurati, continui ed efficaci ogni norma è inutile e, purtroppo, il problema dei controlli, oggi, è evidente, perché, nonostante le assunzioni di nuovi ispettori dell'Ispettorato nazionale del lavoro, decise dal precedente Governo, in numerose regioni si registra solo un ispettore ogni 39.000 imprese, contro la raccomandazione UE che ne indica uno ogni 10.000.
    Nel 2021, i controlli effettuati insieme ad INPS e INAIL hanno registrato un 69 per cento di imprese irregolari. I controlli in materia di sicurezza spettano soprattutto alle ASL che, però, hanno organici molto depotenziati e per le quali, nella scorsa legge di bilancio, non c'è stato alcuno stanziamento. Si registrano, infatti, oltre 2.600 persone in meno rispetto alla pianta organica, tra cui 1.100 ispettori. Questi elementi lo stesso Governo li ha riconosciuti, nei loro aspetti critici.
    Rispondendo a Montecitorio a un'interrogazione del 21 febbraio scorso, lo stesso Sottosegretario Durigon ha riconosciuto questi elementi di criticità, ma, nonostante queste chiare ammissioni, nel corso del dibattito parlamentare del provvedimento, l'emendamento del PD, che avrebbe istituito un apposito fondo con una dotazione finanziaria pari a 8 milioni di euro annui per il trattamento accessorio del personale dell'Ispettorato nazionale del lavoro, è stato respinto.
    Questo è, quindi, ciò che chiediamo con quest'ordine del giorno: l'istituzione di un fondo per garantire un adeguato trattamento accessorio al personale dell'Ispettorato, per garantire controlli, puntuali, accurati, continui ed efficaci, perché perdere altro tempo significa non intervenire per salvaguardare concretamente le lavoratrici e i lavoratori. Per questo, non accettiamo la riformulazione del Governo, perché non dice niente, ma, anzi, rimane nel generico rispetto a un impegno preciso. Francamente una superficialità, rispetto a un tema così importante, è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/135 Fossi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/136 Gianassi: il parere è contrario.
    Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Siracusano. Ne ha facoltà.

    MATILDE SIRACUSANO

    MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Intervengo per cambiare il parere sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/136 Gianassi.

    Proporrei un accoglimento come raccomandazione, previa espunzione dell'ultima premessa e con la riformulazione dell'impegno nei seguenti termini: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, reperire le risorse per il tempestivo avvio dei lavori della Linea 4 della tramvia di Firenze”.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Collega Gianassi, accetta la riformulazione?

    FEDERICO GIANASSI

    FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Grazie, Sottosegretaria, per l'impegno alla riformulazione, ma, politicamente, non posso accoglierla, perché non va nella direzione che io auspico rispetto al voto che chiedo di fare al Parlamento. Non penso affatto che il reperimento delle risorse debba essere condizionato alle compatibilità di bilancio, deve essere fatto, peraltro il Governo e il Ministero delle Infrastrutture si erano impegnati a farlo. Questo è un atto, che presento e metto al voto, che non contiene riferimenti politici, pregiudizi politici o giudizi politici, sta al merito di una questione che per noi è assolutamente importante e prioritaria. La questione di merito, che dunque non intendo alleggerire con una riformulazione, è questa: il sistema tramviario della città di Firenze rappresenta un'infrastruttura di mobilità ecologica, puntuale, veloce, comoda, che riduce il traffico e lo smog e che è utilizzata da milioni di passeggeri ogni anno. I numeri dei passeggeri sono impressionanti, nettamente superiori anche rispetto alle più rose aspettative.

    Già oggi esistono tre linee in funzione: la Linea 1, che unisce la città di Scandicci, passando per l'Isolotto, al centro storico di Firenze; la Linea 2, che unisce l'aeroporto di Firenze, passando per il quartiere di Novoli, al centro storico; la Linea 3, che unisce l'ospedale di Careggi, passando per piazza Dalmazia, al centro storico di Firenze. Peraltro, queste due Linee - la 1 e la 3 - uniscono due quartieri importanti della città che, insieme, sommano circa 200.000 fiorentini. È in corso di realizzazione la variante al centro storico che unisce la Fortezza a Cavour, porta meravigliosa di accesso al centro storico. Con questo provvedimento del PNRR sono previste e finanziate anche altre linee, che servono a completare la trasformazione della città: la linea che unirà Piazza della Libertà al comune di Bagno a Ripoli, passando per Gavinana, la linea che unirà Piazza della Libertà a Rovezzano, passando per il quartiere di Campo di Marte e la Linea 4, per l'appunto, che unisce la stazione Leopolda al comune di Campi Bisenzio, passando per il quartiere de Le Piagge.
    Si tratta di interventi che trasformano e innovano la nostra città e che devono essere portati a compimento nei tempi preventivati. Il Governo, nella manovra di bilancio, ha tagliato 30 milioni di euro alla linea che unisce la stazione Leopolda a Le Piagge, si è impegnato a ripristinarli nel 2027, ma è molto tardi. Noi chiediamo di confermare l'impegno al ripristino delle risorse, anche per non avere una linea monca che unisce Le Piagge a Campi Bisenzio, finanziata con il PNRR e i cui lavori partiranno rapidamente.
    Pensiamo che sia un tema di assoluta e prioritaria importanza, perché i quartieri della città - che sono 5 e non 14, come dice il candidato della destra che, ogni giorno, dimostra di non conoscere la nostra città - hanno bisogno del completamento di quest'opera di trasformazione. La città di Firenze è custode di un passato straordinario e meraviglioso, ma ha sempre saputo e sa che il suo protagonismo si costruisce con opere di innovazione, trasformazione e rigenerazione. Noi stiamo assistendo, in queste settimane, da parte del candidato della destra, a pericolose iniziative, che vorrebbero fermare le opere di trasformazione e riportare la città indietro nel tempo, in un passato che è superato e che cancella la sfida di verso il futuro che, invece, Firenze vuole raccogliere.
    Allora, questo atto serve a fare chiarezza in questo Parlamento e responsabilizza tutti i gruppi parlamentari ad affermare un principio: le risorse stanziate devono essere mantenute, le opere devono essere proseguite e realizzate per migliorare la qualità di vita della città di Firenze che, in questi anni, si è trasformata e vuole continuare a farlo, senza ritornare al passato.
    Per questo chiedo che questo atto, senza modifiche, venga messo al voto in Parlamento e ciascun gruppo parlamentare si assuma la responsabilità politica della scelta nei confronti della città di Firenze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/136 Gianassi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
    Ordine del giorno n. 9/1752-A/137 Curti, parere favorevole con riformulazione: collega Curti, la accoglie?

    AUGUSTO CURTI

    AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accolgo la riformulazione e faccio un breve intervento in dichiarazione di voto, proprio per chiedere un ripensamento al Governo. Quest'ordine del giorno lo definirei un ordine del giorno di dignità, perché, con quest'ordine del giorno, si chiede di stanziare le risorse necessarie a ripristinare gli immobili danneggiati dal sisma del 2022, un sisma che ha colpito in particolar modo il nord delle Marche, segnatamente la città di Ancona, la città di Fano e la città di Pesaro. Voglio anche ricordare che si tratta di un sisma che - dati della Protezione Civile - ha prodotto oltre 500 sfollati e oltre 1.000 edifici lesionati, che, a seguito di sopralluoghi, sono stati dichiarati inagibili.

    Mi lasci dire, Presidente, che questa emergenza ha assunto un carattere surreale fin dal suo inizio, perché la regione Marche ha impiegato due settimane solo per richiedere lo stato di emergenza, il Consiglio dei ministri ha impiegato 5 mesi per dichiarare lo stato di emergenza e si è arrivati alla nomina del Commissario straordinario per l'emergenza - lo ripeto - con 7 mesi di ritardo. È trascorso oltre un anno e mezzo e siamo ancora qui, senza un briciolo di risposta per quelle comunità che, invece, si aspettano molto da parte di questo Governo, anche per gli impegni presi dai rappresentanti di questo Governo sul territorio.
    Mi lasci dire che non è un caso se questo sisma è stato ribattezzato, nelle Marche, come il “sisma invisibile”: non invisibile perché non ha prodotto effetti, anzi, ne ha prodotti anche molti - penso, lo dicevo prima, ai 1.000 edifici inagibili e ai 500 sfollati -, ma perché è invisibile agli occhi di questo Governo e l'atteggiamento di questo Governo su quest'ordine del giorno conferma il totale disimpegno nel voler trovare una soluzione. Infatti - lo dico al Governo -, non approvando quest'ordine del giorno nella sua interezza, di fatto, si ammette che non sono state stanziate le risorse, ma, nello stesso tempo, si dice anche che non ci sarà la certezza di questo stanziamento. Ripeto, sono risorse necessarie per permettere ai residenti allontanati dalle loro abitazioni, perché inagibili, di rientrare in esse.
    Allora, io chiedo al Governo di rivedere questa riformulazione, perché posso anche comprendere la necessità di espungere qualche premessa, ma quello che chiedo è di rivedere appunto questa riformulazione nel suo impegno, perché noi alle emergenze dobbiamo dare risposte certe, dobbiamo dare certezza a chi oggi chiede aiuto, e questa certezza sicuramente non la diamo con la riformulazione così come l'ha presentata il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/137 Curti, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione… revoco l'indizione della votazione. L'avevo vista, Sottosegretaria, ma ho aspettato un secondo in meno. Prego.

    MATILDE SIRACUSANO

    MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie. Accolgo la richiesta dell'onorevole Curti, però, mantenendo l'espunzione delle premesse con un impegno secco.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Collega Curti, va bene così la riformulazione?

    AUGUSTO CURTI

    AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Accetto la riformulazione, ringrazio la Sottosegretaria e chiedo che possa essere messa al voto.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/137 Curti, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 15).
    Ordine del giorno n. 9/1752-A/138 Stumpo, su cui vi è il parere contrario del Governo.
    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/138 Stumpo, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
    Ordine del giorno n. 9/1752-A/139 Malavasi, su cui vi è il parere contrario del Governo.
    Ha chiesto di parlare la deputata Ferrari. Ne ha facoltà.

    SARA FERRARI

    SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie Presidente, per sottoscrivere e fare un breve intervento a nome anche della collega Malavasi. Quella che state respingendo con il “no” a quest'ordine del giorno, è una richiesta di ripristinare, fin dal primo provvedimento utile, le risorse adeguate affinché la salute torni ad essere un diritto fondamentale di tutti. Sì, perché con questo provvedimento, che prevede una serie di misure relative al Sistema sanitario nazionale, voi proponete un taglio drastico di 1,2 miliardi di euro destinati alla messa in sicurezza sismica delle strutture ospedaliere, il cosiddetto programma “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”. Ed è l'ennesimo taglio, dopo quello delle case di comunità, che supera il 30 per cento, e quello degli ospedali di comunità, che sono stati tagliati per il 25 per cento. Quindi, noi assistiamo al racconto continuo, da parte del Governo, di una bugia pericolosa, perché riguarda uno dei più importanti diritti costituzionali di cui possono beneficiare i cittadini, cioè il diritto alla salute. Sentiamo ancora dire che va tutto bene, che sono state investite risorse, che altre ne saranno stanziate. Non è, però, così. Questo Governo è, in realtà, responsabile del più grande disinvestimento sulla sanità pubblica che la storia del Paese ricordi. La Premier continua a rassicurare che il suo Governo non sta facendo tagli alla sanità, anzi dichiara che il Fondo sanitario nel 2024 è al massimo storico di sempre. In realtà, però, il leggero aumento previsto per il 2024 è soltanto illusorio, perché è dovuto allo spostamento dei rinnovi contrattuali dello scorso anno. Quindi, dopo le parole, a smentirli sono arrivati i numeri pubblicati dal vostro stesso Governo nel DEF, che è stato censurato. La realtà, quindi, è un'altra e conferma il definanziamento del Sistema sanitario nazionale in atto, con effetti sempre più devastanti sulla qualità del servizio. Ci sono in Italia quasi 2 milioni di italiani che stanno già rinunciando alle cure. Chi può si affida al privato, chi non ce la fa semplicemente non si cura. Dunque, oltre a definanziare il Sistema sanitario nazionale, siete riusciti anche a tagliare le risorse in questo PNRR, nascondendovi dietro la formula della rimodulazione, ma siete stati smentiti dai vostri stessi esponenti. Il 12 marzo, infatti, le regioni italiane, all'unanimità, hanno contestato al Governo l'ennesimo pesante taglio a questi fondi per la sanità: 1,2 miliardi sottratti ai progetti del Piano nazionale complementare, tra cui, dicevamo, il progetto “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”. Si tratta di una riduzione di investimenti già programmati, in realtà, del tutto insostenibile, perché non regge nemmeno la vostra giustificazione del rinvio ad altre fonti di finanziamento, in quanto sono già stati impegnati dalle stesse amministrazioni regionali per altri progetti. Parliamo della realizzazione di opere per la messa in sicurezza sismica delle strutture ospedaliere del nostro Paese. È per noi un taglio inaccettabile. Ma è la stessa Corte dei conti, quella che state cercando di depotenziare in ogni modo, che ha certificato questi tagli, che si aggiungono a quelli previsti alla rimodulazione del PNRR sul depotenziamento della medicina territoriale. Con il vostro piano di revisione del PNRR, entro il 2026, ci saranno, dicevamo, il 30 per cento in meno di case della comunità e di ospedali della comunità. State destrutturando una delle Missioni più importanti del PNRR. Il vostro non è un tradimento del Piano nazionale di ripresa e resilienza, è un tradimento degli italiani e delle italiane. Vi chiedevamo, con quest'ordine del giorno che state respingendo, un impegno verso tutti i cittadini e le cittadine, perché quello alla salute è un diritto fondamentale della nostra democrazia e, se diventerà un diritto per pochi, il nostro Paese sarà meno democratico, e questo, almeno a noi, interessa molto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/139 Malavasi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
    Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/140 Girelli il parere è contrario. Ha chiesto di parlare il collega Girelli. Ne ha facoltà.

    GIAN ANTONIO GIRELLI

    GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Confesso che credo incredibile il parere contrario del Governo su un ordine del giorno che chiede semplicemente una cosa: in attuazione alla Missione 6, Componente 2, del PNRR - dove si parla di ricerca scientifica - di affrontare il tema della gestione dei dati sanitari. È, infatti, evidente che noi viviamo un momento di oggettiva difficoltà nel mantenere in vita il Servizio sanitario nazionale. È oggetto anche di un dibattito e di un confronto molto serrato, dove si parla di risorse stanziate, o meglio, non stanziate, da questo Governo, dove si parla di tagli a investimenti previsti, come sulle case della comunità o quant'altro, dove si parla di riorganizzazione della medicina di prossimità. Ma io credo che, al di là di questo, si debba affrontare un aspetto fondamentale per la programmazione del Servizio sanitario futuro, che è l'analisi di contesto: il conoscere su cosa dobbiamo agire e quali sono le previsioni future dei bisogni di sanità del nostro Paese. Ed allora, affrontare il tema, il nodo, dei dati sanitari è assolutamente necessario. Il COVID stesso ci ha manifestato come la mancanza di questi dati ci abbia impedito, per esempio, di cogliere la presenza di polmoniti anomale nei mesi precedenti alla fase acuta della pandemia. Ma cito questo solo come esempio. I dati a cosa servono? Servono per sapere quali sono le involuzioni patologiche della società, comprendere quali sono gli interventi da esercitare in tema di educazione agli stili di vita e all'educazione alimentare, comprendere l'impatto di alcune situazioni ambientali particolarmente compromesse sullo stato di salute di determinate zone per la popolazione. Significa, insomma, riuscire a mettere in fila tutte le attività che devono essere messe in campo da chi ha responsabilità di Governo per impedire che questo avvenga. Se si vuol parlare di One Health, se si vuol parlare di salute, senza dati di cosa stiamo parlando? Il tutto, oltremodo, in un contesto dove questi dati rischiano di essere consegnati, in maniera più o meno trasparente, a enti e a realtà profondamente privati, che nulla hanno a che fare con un interesse pubblico e che rischiano di perseguire altri tipi di finalità. È chiaro, infatti, che sapere che in futuro saremo più ammalati in un determinato settore, può significare, per lo Stato, investire affinché questo non avvenga, per qualcun altro, investire su come mettere a disposizione cure oppure ambienti ospedalieri per trarne un profitto e trasformarlo in un settore economico del futuro. Io credo che dire di “no” a quest'ordine del giorno significhi mettere la testa sotto la sabbia, oppure assecondare un disegno che poco corrisponde all'articolo 32 della Costituzione, al dovere di uno Stato e di un Governo. Chiedo sinceramente al Sottosegretario di rivedere la decisione del Governo. Depositati al Senato e alla Camera esistono già dei progetti di legge che vogliono affrontare questo argomento, equiparando il tema dei dati sanitari e mantenendo la massima sicurezza e la privacy dei cittadini, ci mancherebbe altro, ad altri settori, oltretutto andando a svelare un velo che è persino pietoso laddove, vivendo in un contesto in cui, attraverso questi meccanismi, tutti sanno tutto di noi, facciamo finta che su queste cose strategicamente fondamentali non si possa mettere mano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/140 Girelli, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
    Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/141 Furfaro c'è un parere favorevole con riformulazione. Collega Furfaro, mi dice se accoglie la riformulazione?

    MARCO FURFARO

    MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione e chiedo di mettere ai voti l'ordine del giorno. Però, vorrei provare a interloquire, tramite la Presidenza, anche con il Governo, perché è chiaro che - se ne facessimo una questione di posizionamento o di bandierina - sarei costretto a rifiutare la riformulazione, cara Sottosegretaria, perché già due mesi fa abbiamo approvato un ordine del giorno simile. Ma sa bene che stiamo parlando di oltre 30 persone, di cui è in ballo la vita e quindi anche un piccolo spiraglio fa sì che ci attacchiamo a questa prospettiva, perché serve una misura di civiltà, perché ci sono interlocuzioni in corso e soprattutto perché noi, qui, sappiamo cos'è l'Aifa, l'Autorità nazionale competente per l'attività regolatoria dei farmaci, quell'organismo che permette a noi e a tutti gli italiani e alle italiane di avere l'accesso ai farmaci e di avere anche farmaci sicuri. Quello che sappiamo meno, magari, è che l'Agenzia italiana del farmaco, rispetto anche ad altre agenzie europee, è sottodimensionata - quella tedesca ha qualche migliaio di dipendenti, mentre la nostra agenzia ha 500 o 600 dipendenti - ma sappiamo ancora meno altre due cose. La prima è che l'Agenzia italiana del farmaco non è un costo, ma è un profitto per l'Italia, perché la professionalità di chi ci lavora fa sì che le aziende farmaceutiche versino delle quote e si avvalgano della professionalità dei dipendenti e dei professionisti facendo avere del profitto ad Aifa, che garantisce l'accesso ai farmaci e la loro sicurezza e fa sì soprattutto, in un Paese in cui oltre 4 milioni di italiani non hanno accesso al Servizio sanitario nazionale per mancanza di soldi, che farmaci estremamente costosi siano accessibili a titolo gratuito. E, in più, c'è un aspetto che la Sottosegretaria immagino saprà benissimo: l'Aifa si è avvalsa di contratti cococo e cocopro e di ogni tipo di contratto precario per aggirare le norme sulla spending review e i blocchi, ma sa altrettanto - credo - che, per oltre 10 anni non sono state fatte assunzioni se non a tempo determinato, perché c'era la necessità solo in un determinato periodo di tempo; le assunzioni sono state prorogate per oltre 10 anni perché l'Aifa ne aveva - e ne ha - estremamente bisogno, come è stato confermato, tra l'altro, dall'ex presidente Palù, in un'audizione al Senato, del 23 dicembre. La Sottosegretaria sa benissimo che ci sono state manifestazioni e che ci sono tuttora interlocuzioni informali con il nuovo presidente.

    Quindi accetto, la riformulazione, ma chiedendole magari di fare uno sforzo in più nel lettering e nella riformulazione. Ci auguravamo un impegno, perché si tratta appunto di 30 persone e quindi di una questione che riguarda lavoratori e lavoratrici che se lo meritano, perché da oltre 10 anni vedono prorogati i propri contratti e ora si trovano, da oltre 4 mesi, senza una proroga e, quindi, con una condizione di vita disarmante e, a tratti per loro, anche disperante e si tratta di una misura che servirebbe, però, soprattutto al nostro Paese. Quindi, chiederei un impegno maggiore al Governo, però invitando - e quindi dando anche la nostra disponibilità, come gruppo parlamentare - a non farne una questione di posizionamento. Avremmo potuto rifiutare, avremmo potuto mandare ai voti un impegno del Governo, ma non lo vogliamo fare perché credo - e credo che ne convenga anche lei - che di questo abbia bisogno il Paese e, soprattutto, che serva una risposta per queste persone che sono professionalità indispensabili per l'Aifa e per l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciocchetti. Ne ha facoltà.

    LUCIANO CIOCCHETTI

    LUCIANO CIOCCHETTI (FDI). Chiedo al collega Furfaro di poter sottoscrivere l'ordine del giorno, anche perché già in altri provvedimenti questa questione è stata posta, con ordini del giorno presentati anche dal sottoscritto e da altri gruppi parlamentari. È un tema centrale, che riguarda il funzionamento di Aifa: sono oltre 13 anni che queste persone lavorano con contratti atipici, i più atipici possibili, e non si è mai riusciti a trovare una formula di stabilizzazione, non si è dato seguito neppure ai concorsi, che, nel frattempo, sono stati fatti.

    Credo che sia giusto che il Governo prenda atto che c'è bisogno di dare una risposta, come richiesto dalla stessa Agenzia e dai vari presidenti che si sono succeduti alla guida di Aifa. Credo anche che la nuova governance di Aifa, che finalmente è entrata in azione e in attività, abbia assolutamente bisogno di avere certezze in merito al personale che può lavorare concretamente. Quindi, spero davvero che, nel prossimo provvedimento utile, si possa arrivare alla soluzione definitiva di questo problema.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.

    ILENIA MALAVASI

    ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Molto brevemente, per appellarmi alla Sottosegretaria, visto che ho apprezzato l'intervento del collega Ciocchetti e che c'è una volontà trasversale, in questo Parlamento. Quindi, rivolgo un invito a superare la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole, il collega Furfaro ha già accettato la riformulazione del Governo, quindi adesso non posso accettare la sua richiesta, ovviamente. Ripeto: il collega, intervenendo, ha accettato la riformulazione del Governo. Se vuole, può continuare il suo intervento, ma non per chiedere alla Sottosegretaria di rivedere ulteriormente una riformulazione che è già stata accettata, a meno che il Governo non ne voglia proporre una nuova.

    ILENIA MALAVASI

    ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Mi sembra che ci fosse veramente un appello trasversale delle forze politiche a chiedere un impegno comunque cogente al Governo, ovviamente nei tempi che saranno necessari per organizzare e programmare le assunzioni, e quindi un invito a superare la locuzione che sempre viene utilizzata, che è più blanda forse rispetto alla volontà politica di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Non vedo reazioni da parte del Governo, che ribadisce che la riformulazione era stata accettata. Quindi, passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/141 Furfaro, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 19).
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/142 Ciani, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/143 Toni Ricciardi.
    Ha chiesto di parlare il collega Toni Ricciadi. Ne ha facoltà, per 3 minuti e cinquanta secondi.

    TONI RICCIARDI

    TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi rivolgo alla Sottosegretaria, suo tramite, Presidente. Resto abbastanza colpito dal parere contrario e cercherò di argomentare, nella speranza che Ella possa cambiare idea o, quanto meno, aprire un varco di sensibilità. C'è un dato del più 19 per cento, che purtroppo non è un dato di crescita economica del Paese che tutti auspicheremmo, però, purtroppo, è il dato comparato dei primi due mesi del 2024 rispetto al 2023 con l'incremento delle morti sul lavoro. Ora, i fatti che si sono susseguiti diventano, purtroppo - lei lo sa meglio di me, Sottosegretaria -, cronaca quotidiana. Questo è un problema atavico di questo Paese, non è un problema che si può, per serietà, ascrivere a una sola fase storica.

    Ora, quest'ordine del giorno - al netto del fatto che possiamo discutere sulle premesse - chiede e impegna il Governo a fare un'analisi empirica, a valutare gli effetti applicativi di una norma rispetto alle certificazioni sull'ammontare e sui massimali degli appalti e, soprattutto, sollecita il Governo a sedersi con le parti sociali. Ora, io posso capire che immaginare di modificare può essere eccessivo, ma quanto meno - non mi voglio sostituire a lei, Sottosegretaria - l'introduzione dell'avverbio “eventualmente” oppure la formula “prendere in considerazione eventuali modifiche” non mi sembra che stravolga le sorti del Paese.
    Lo dico soprattutto, Sottosegretaria, perché è fondamentale, vista la gravità strutturale del problema e del fenomeno delle morti sul lavoro, poter fare analisi fattuali sull'impatto delle norme che il legislatore produce. È questo lo spirito di quest'ordine del giorno. Quindi, suo tramite Presidente, se lei, Sottosegretaria, potesse - non lo so - accantonarlo o immaginare una riformulazione rispetto a determinati punti, credo che sia di vitale importanza, perché più si analizza, più capiamo l'impatto delle norme che produciamo e probabilmente rendiamo un servizio migliore alla collettività, soprattutto rispetto a un tema così delicato, sul quale ogni Governo cerca di intervenire, ma si fa fatica a trovare soluzioni concrete (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

    MATILDE SIRACUSANO

    MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, giusto un chiarimento, mi sembra doveroso, anche perché il tema è stato affrontato attraverso un confronto ampio che si è svolto in Commissione con la Ministra del Lavoro, Calderone, sugli articoli del decreto riguardanti la sicurezza e la salute sul lavoro. Nel caso di specie, onorevole Toni Ricciardi, purtroppo, non posso accogliere la richiesta di accantonamento, in quanto l'esclusione dell'obbligo di possesso in caso di attestazione SOA, di possesso della patente a crediti, è proprio un tema che è stato già affrontato con le parti sociali e con le associazioni sindacali. Quindi, per questo non posso accogliere la richiesta di accantonamento per un supplemento di istruttoria o di riflessione per una eventuale riformulazione, in quanto il tema è già stato ampiamente affrontato.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/143 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
    Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1752-A/144 Sarracino, su cui c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Sarracino. Ne ha facoltà.

    MARCO SARRACINO

    MARCO SARRACINO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Molto brevemente perché noi siamo abbastanza preoccupati del fatto che il Governo … Se mi dà la possibilità di essere ascoltato dal Governo.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Colleghi, devo chiedere di liberare i banchi del Governo.

    MARCO SARRACINO

    MARCO SARRACINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi siamo molto preoccupati perché, in effetti, il Governo continua a utilizzare il Fondo sviluppo e coesione per coprire i fallimenti che ci sono in questo momento. Noi, con quest'ordine del giorno, chiediamo semplicemente al Governo di valutare gli effetti negativi dell'applicazione delle norme stabilite proprio da questo Governo. Noi crediamo, Presidente, che serva, in maniera indiscutibile, una seria azione di monitoraggio, altrimenti, soprattutto per il Mezzogiorno, ci troveremo di fronte oltre al danno, anche alla beffa.

    Il Sud, Presidente, è il territorio che più di altri paga il combinato disposto del mancato recupero del gap storico e anche della mancata efficacia del PNRR, che serviva proprio a ridurre quei divari e quelle diseguaglianze che si sono verificati prima, durante e dopo la pandemia. Allora, soprattutto se noi definanziamo il Sud dei suoi progetti strategici, che riguardano la rete dei servizi, il welfare, le infrastrutture materiali e immateriali, lo mettiamo in una grave condizione, quasi di irreversibilità.
    Con quest'ordine del giorno, sulle risorse derivanti dagli interventi oggetto di definanziamento del Piano nazionale complimentare, da destinare al Fondo sviluppo e coesione, nel caso fossero inferiori all'importo del taglio di 5 miliardi, noi chiediamo al Governo semplicemente due cose: che siano individuate fonti di finanziamento alternative per garantire la completa compensazione del taglio; di rispettare, in ogni caso, il vincolo di destinazione dell'80 per cento delle risorse del Mezzogiorno. Quest'ultimo punto, Presidente, è dirimente, perché, purtroppo, noi ci troviamo - faccio una considerazione molto breve su questo - di fronte a un vero e proprio accanimento da parte del Governo nei confronti dei cittadini del Mezzogiorno. Cosa vi hanno fatto i cittadini del Sud? Voi, in un anno, gli avete, praticamente, tolto il reddito di cittadinanza, affossato il salario minimo, avete tagliato 3 miliardi e mezzo dal Fondo perequativo infrastrutturale, centralizzato la ZES; sono tutte politiche che vanno contro i cittadini del Mezzogiorno e i cittadini del Mezzogiorno se ne stanno accorgendo.
    Per questo chiedo, Presidente per suo tramite, alla Sottosegretaria di rivedere il parere, perché i cittadini del Sud sanno benissimo cosa pensa questo Governo di loro e lo vedranno soprattutto con l'autonomia differenziata, un provvedimento sbagliato e assurdo, su cui noi faremo una grande battaglia politica, non soltanto in Parlamento, ma, soprattutto, nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/144 Sarracino, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
    Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1752-A/145 Ubaldo Pagano, su cui c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

    UBALDO PAGANO

    UBALDO PAGANO (PD-IDP). Vede, Presidente, quando fu varato il PNRR sembrava che questo potesse rappresentare il punto di svolta di un Paese che, non solo a causa della pandemia, ma anche a causa di anni in cui non era riuscito a crescere e ad andare oltre gli “zero virgola” che, ogni volta, ci consegnavano, a consuntivo, i dati economici, potesse rimettersi al pari con altri Paesi, e lo faceva su una prospettiva che segnatamente aveva missioni trasversali, di recupero dei divari storici: i giovani, le donne e le aree territoriali differenziate del Paese. Lo faceva, sapendo che queste somme che, come molto spesso viene ricordato, sono anche in parte a debito, potessero servire a fare i compiti a casa una volta per tutte e che, soprattutto, non rappresentassero, per l'ennesima volta, una spesa sostitutiva dei fondi ordinari. Ebbene, dopo un anno e mezzo di Governo del duo Meloni-Fitto, dopo che avete provato a fare un mega-cambiamento di tutte le poste che c'erano nel piano originario, leggendo gli accordi che avete fatto con la Commissione europea, scopriamo che di questi cambiamenti chi fa maggiormente le spese sono le missioni trasversali previste originariamente dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ad oggi, lo dico con chiarezza, il Ministro Fitto, in audizione su questo decreto, non ha saputo dare risposte esaustive; non esiste un monitoraggio che sia puntuale e attendibile sul rispetto di questi presupposti, su cui era nato il PNRR e su cui noi avevamo ricevuto la parte maggiore di queste risorse a valere sul piano Next Generation EU.

    Ad aggravare il senso di questa modifica che voi state facendo, che avete fatto e di cui oggi provate a dare un senso organico vi è il salvadanaio da cui prendete le risorse che vi servono per andare a creare una copertura per tutte quelle misure che vengono definanziate a valere sul PNRR. Dove lo fate? Lo fate sul PNC, sul Piano nazionale complementare, che già, a sua volta, era stato parzialmente finanziato a valere sul Fondo di sviluppo e coesione e, proprio per questa ragione, le opere previste per l'80 per cento si riferivano ai territori interessati dal Fondo di sviluppo e coesione, cioè le regioni meridionali. Voi, non solo andate a togliere quei soldi dal PNC, ma andate anche a utilizzare i fondi della nuova programmazione e del Fondo sviluppo e coesione per andare a coprire ulteriori opere che, probabilmente, saranno fatte dalle aziende di Stato nelle regioni centro-settentrionali. Allora, il senso del mancato monitoraggio, che voi non state appunto facendo, è evidentemente legato al fatto che voi non volete che emerga, soprattutto prima delle elezioni europee, una verità incontrovertibile, e cioè che la stragrande maggioranza degli obiettivi che ci eravamo dati, in realtà, li state “bucando” e, soprattutto quegli obiettivi trasversali di recupero dei divari territoriali, in realtà, non li raggiungerete.
    Allora, con che faccia voi votate contro e date un parere contrario su quest'ordine del giorno che, con semplicità, dice che, prima di procedere a qualsiasi altro utilizzo dei fondi dello sviluppo e coesione, dovete andare a rimpinguare quei 5 miliardi che oggi state utilizzando senza che venga rispettato il vincolo dell'80-20. E ciò su un presupposto semplicissimo, cioè che, se continuerete a utilizzare il Fondo di sviluppo e coesione come un bancomat, tradirete la missione originaria di quel Fondo, non farete una cosa utile al PNRR, perché di fatto l'effetto sostitutivo sarà prevalente, e soprattutto completerete quell'opera di mistificazione di quello che è un Sud che non riesce a farcela semplicemente perché non ha una classe dirigente, ma che sostanzialmente vi serve per continuare a centralizzare l'utilizzo delle risorse, come emerge da quello che avete fatto su tutta la riforma della governance del Fondo di sviluppo e coesione.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Concluda.

    UBALDO PAGANO

    UBALDO PAGANO (PD-IDP). Per cui, nel combinato disposto con l'autonomia differenziata, il Centro Nord fa quello che vuole e che gli pare e piace e, invece, nel Centro Sud decidete voi a chi dare le risorse. Non sarà un caso che le uniche regioni oggi rimaste fuori dalla chiusura degli accordi di sviluppo e coesione siano Sardegna, Campania e Puglia. Ma così facendo, fate un torto ai cittadini e non a chi amministra quelle regioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/145 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
    Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/146 Tabacci il parere del Governo è contrario.
    Ha chiesto di parlare l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

    BRUNO TABACCI

    BRUNO TABACCI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il parere contrario del Governo non sorprende ed è in linea con le spiegazioni da me già fornite in sede di illustrazione dell'ordine del giorno. I giochi di prestigio contabili e le cosiddette rimodulazioni con il risiko dei fondi aumentano la precarietà degli obiettivi del PNRR da raggiungere. L'Aula ne prenda pure atto con il voto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/146 Tabacci, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
    Sull'ordine del giorno 9/1752-A/147 Gnassi il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare il collega Grimaldi. Ne ha facoltà per un minuto.

    MARCO GRIMALDI

    MARCO GRIMALDI (AVS). Allora, giusto un minuto per dire che 240.000 euro ad personam sono un salario minimo legale, credo, di 250 euro l'ora. Non vi ribadiremo le cose che vi abbiamo già detto, ossia che il CNEL, che si è impegnato tanto a respingere il salario minimo legale, ha finalmente dato un salario minimo al suo presidente. Invece, vi diciamo qui e vi sfidiamo a fare una norma non ad personam, per non far sì che quegli enti vengano rappresentati non gratuitamente da aristocratici, lobbisti, ex senatori ed ex parlamentari. Se volete discutere di questo noi ci siamo, ma se volete dare uno stipendio a Brunetta fatelo col vostro voto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/147 Gnassi, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
    Passiamo agli ordini del giorno accantonati. Sottosegretaria, mi dà i pareri?

    MATILDE SIRACUSANO

    MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/15 De Bertoldi si conferma il parere favorevole con riformulazione.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Vogliamo rileggere la riformulazione, Sottosegretaria?

    MATILDE SIRACUSANO

    MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. La riformulazione era, sostanzialmente, la seguente: “a valutare l'opportunità di (…) compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”; segue il dispositivo per intero con la riformulazione letta nella seduta di ieri.

    Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/52 Morfino il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/60 D'Orso si conferma il parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/102 Ferrari si conferma il parere contrario. Infine, anche sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/114 D'Alfonso si conferma il parere contrario.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1752-A/15 De Bertoldi, su cui il parere è favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, collega? Sì.

    Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/52 Morfino il parere è favorevole con riformulazione. Collega Morfino, mi dice se accoglie la riformulazione? Sì e chiede che l'ordine del giorno sia posto in votazione.
    Passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/52 Morfino, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 26).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/60 D'Orso su cui vi è un parere contrario. Ha chiesto di parlare la collega Barzotti. Ne ha facoltà per due minuti.

    VALENTINA BARZOTTI

    VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Io prendo la parola in quest'Aula su quest'ordine del giorno della collega D'Orso per sollecitare, ancora una volta, il Governo e chiedere un'ultima riflessione, perché veramente la situazione delle carceri italiane è allo sbando in questo momento.

    È di oggi la notizia che c'è un'iniziativa da parte di tutti i garanti dei detenuti, che stanno manifestando proprio per la situazione drammatica e, quindi, per i numerosi suicidi che ci sono stati. Io qui, oggi, porto la voce del territorio pavese, della casa circondariale di Torre del Gallo, dove sappiamo che nel 2024 ci sono stati già 2 suicidi e, dal 2021, sono stati 11 i suicidi in questo carcere. Noi, come MoVimento 5 Stelle, avevamo presentato anche un'interpellanza urgente nella scorsa legislatura e c'erano stati degli impegni da parte del Governo per implementare le attività trattamentali e le attività sanitarie all'interno di questo carcere. Purtroppo, poi, non c'è stato alcun seguito a questi impegni.
    La situazione è veramente drammatica e chiedo a quest'Aula veramente di convergere su quest'ordine del giorno, di cercare di portare ancora una volta l'attenzione su questa tematica che davvero è il dramma nei drammi di queste persone, che escono da queste carceri senza avere la possibilità di lavorare, senza la possibilità di un reinserimento sociale, probabilmente peggio di come sono entrati e, quindi, inevitabilmente senza speranza e senza futuro; e, dunque, in queste carceri si tolgono la vita.
    Per favore, le chiedo, Sottosegretaria, un ripensamento su quest'ordine del giorno, perché davvero il tema lo merita e merita l'attenzione da parte di tutta questa Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/60 D'Orso, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
    Sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/102 Ferrari il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.

    ILENIA MALAVASI

    ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non ci stupisce, ovviamente, questo parere contrario e penso che con quest'ordine del giorno si renda molto evidente qual è il vero intento del Governo e di questa maggioranza. Infatti, l'ordine del giorno chiedeva una cosa semplice, cioè un impegno al Governo per assicurare la piena attuazione della legge n. 194 affinché non venisse ristretto o ridotto il diritto delle donne ad avere accesso alla garanzia, ovviamente, dell'interruzione volontaria di gravidanza.

    Ebbene sì, cara Presidente, questo Governo e questa maggioranza hanno finalmente gettato la maschera. Non troviamo altre parole, perché avete sempre detto - l'hanno detto la Premier Meloni e la Ministra Roccella - che non volevate né toccare né modificare la legge n. 194, ma con quest'ordine del giorno e con il vostro parere contrario si dice esattamente il contrario.
    Tra l'altro, mi permetto di dire che la legge n. 194 è stata una legge importante, che funziona, come dimostra anche l'ultima relazione che avete mandato al Parlamento, perché gli aborti stanno diminuendo, sono sempre diminuiti. Rispetto al 1982 sono diminuiti dell'80 per cento, a dimostrazione che questa legge non ha favorito, ovviamente, gli aborti, ma ha semplicemente tutelato la salute delle donne e restituito dignità alla scelta delle donne, garantendo libertà, autonomia e autodeterminazione delle donne nella loro strada verso l'emancipazione.
    La legalizzazione dell'aborto, l'accesso alla contraccezione, il supporto dei professionisti sociosanitari e dei consultori e dei presidi sanitari che effettuano l'interruzione di gravidanza volontaria hanno permesso alle donne italiane di prevenire gravidanze indesiderate, riducendo notevolmente l'accesso e il ricorso all'aborto volontario proprio secondo gli auspici della legge n. 194. In realtà, ci chiediamo che cosa vi hanno fatto di male le donne, cosa hanno fatto di male le donne a questo Governo. Avete smantellato “Opzione donna”, avete aumentato l'IVA sui pannolini… Presidente.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Collega Malavasi, ha ragione. Ho richiamato due volte, senza volerla interrompere, l'Aula, ma a questo punto la devo per forza interrompere. Colleghi, il chiasso di quest'Aula durante gli interventi non ci consente di svolgere il dibattito come invece dovrebbe essere svolto. Quindi vi prego di ripristinare il silenzio. Aspetti, collega Malavasi… Bene, prego, collega Malavasi.

    ILENIA MALAVASI

    ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Mi stavo chiedendo, e quindi ripeto volentieri, che cosa abbiano fatto di male le donne a questo Governo. Avete smantellato “Opzione donna”, avete aumentato l'IVA sui prodotti per l'infanzia, ma anche sugli assorbenti per le donne, avete limitato l'accesso al bonus per le mamme, quindi con un esonero contributivo solamente per le donne che lavorano a tempo indeterminato. Avete tolto i vincoli di occupazione femminile e giovanile dal PNRR, non avete rinnovato il bonus occupazione per i giovani under 36 e per le donne.

    Oggi i bonus nidi sono bloccati e soprattutto avete limitato l'accesso alla pillola anticoncezionale in luoghi con orari poco aperti, solamente sotto i 26 anni. Tra l'altro ricordo volentieri che le vere, le uniche, le più importanti politiche contro la violenza alle donne sono state messe in campo anche nella legge del 2024 grazie a una scelta che il nostro partito ha fatto, devolvendo i nostri 40 milioni, che potevano essere destinati a tante altre priorità, a tutela delle donne, visto che il Governo Meloni ha tagliato il 70 per cento delle risorse anche per la prevenzione della violenza alle donne.
    Un attacco continuo di questo Governo alla libertà delle donne, alla libertà di scelta, anche rispetto alla loro salute riproduttiva, e siete ovviamente contrari al congedo paritario. Che cosa vi hanno fatto di male le donne di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Lo diciamo perché non si affronta così il tema della natalità che vi sta tanto caro, attaccando la legge n. 194, volendola modificare e anche storpiare, dando implicitamente la colpa alle donne. Servono altre risorse, bisogna agire sul welfare, sul sistema fiscale, sulle politiche del lavoro, perché i consultori sono sempre meno numerosi, ci sono sempre meno fondi e sempre meno personale che possa assistere.
    Perché, lo ricordiamo, la legge n. 194 prevede già che nei consultori ci siano psicologi, assistenti sociali, ginecologi, che hanno il compito di fare prevenzione, di ascoltare, di accompagnare e di supportare le donne, prestando l'assistenza medica e psicologica, e tra l'altro prevedendo già, nonostante il vostro emendamento, di indirizzarle a enti e ad associazioni che possano anche supportare, anche dopo il parto, le donne in questo percorso.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Collega, deve avviarsi alla conclusione.

    ILENIA MALAVASI

    ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Credo davvero sia molto evidente come per noi i consultori rimangono un luogo importante, laico e pubblico, che vanno potenziati con personale e fondi adeguati, perché sono il luogo più importante e più prezioso per garantire la libertà delle donne nella tutela della loro salute (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. I colleghi Gribaudo e Lacarra sottoscrivono l'ordine del giorno. Tutto il gruppo del PD, dice l'onorevole Fornaro. Ha chiesto di parlare la collega Varchi. Ne ha facoltà.

    MARIA CAROLINA VARCHI

    MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere, conformemente al parere del Governo, il voto contrario a quest'ordine del giorno, e desidero, lontano da urla e strepiti, spiegare il perché del voto contrario a quest'ordine del giorno, perché quest'ordine del giorno parte da due equivoci di fondo. Il primo equivoco è contenuto nell'ultimo capoverso della premessa, cioè la convinzione, il pregiudizio nei confronti di talune associazioni del Terzo settore, ritenute, ad avviso di chi ha presentato l'ordine del giorno, in grado di incidere psicologicamente in modo inaccettabile e violento nei confronti delle donne.

    Questo credo che sia un pregiudizio assolutamente infondato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), lesivo dell'onorabilità delle associazioni e dei loro volontari, che ogni giorno, lontano dai riflettori, operano al fianco di tantissime donne in difficoltà, e credo che non meritino questo stigma in un atto parlamentare che poi rimane conservato nei lavori parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
    Ma c'è anche un altro equivoco di fondo, dovuto a una lettura parziale della legge n. 194 da parte di chi - probabilmente lo spera, ma non ha il coraggio di dirlo - la vorrebbe abbattere, eliminare, abrogare in tutte quelle parti in cui la legge n. 194, con un ammirevole sforzo di equilibrio da parte del legislatore dell'epoca, mette insieme tante sensibilità che animano il dibattito in questo Paese, rendendola così una legge pienamente completa, laddove, però, venisse applicata nella sua totalità.
    Ecco perché l'emendamento approvato in Commissione, che noi difendiamo con grande convinzione, ha il pregio di consentire un'applicazione totale della legge n. 194, e cioè quell'applicazione volta a dare alle donne, come prevede la legge n. 194 già nella sua vecchia formulazione, la possibilità di scegliere in piena coscienza e in piena libertà. Ma la libertà matura laddove vi sia la conoscenza delle varie strade da intraprendere. Se la strada posta davanti a una donna che si trova nel momento massimo, apicale, di vulnerabilità della sua vita è solo la strada dell'aborto, quella non è libertà di scelta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), quella è accompagnarla verso la strada tracciata dall'ideologia.
    Quindi vorrei liberare questo dibattito dai pregiudizi, perché è un tema talmente delicato che merita equilibrio da parte di chi se ne occupa. In questo caso ce ne occupiamo noi, ma ogni giorno sui territori se ne occupano tantissimi volontari, tantissimi professionisti, tantissimi medici che assistono le donne. Credo che quest'ordine del giorno sia figlio del pregiudizio, e perciò meriti il nostro voto contrario, perché la legge n. 194 va applicata per intero. Perché il vero diritto della donna è avere al fianco uno Stato che la renda pienamente libera nella scelta da fare nel momento più complicato della sua vita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Biase. Ne ha facoltà.

    MICHELA DI BIASE

    MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Concordo profondamente sull'equilibrio che i legislatori dell'epoca impiegarono nel fare questa legge. Ne è testimonianza l'articolo 9 che inserisce all'interno del testo l'obiezione di coscienza. Non vi è dubbio, frutto di equilibrio, di un grande lavoro, ma, per suo tramite, Presidente, all'onorevole Varchi, la cosa che non si capisce è la seguente: se veramente volete così tanto la piena applicazione della legge n. 194, che è interesse, creda, anche del Partito Democratico, per quale motivo vi sentite di intervenire solo su questo punto a fronte dei tanti che sono completamente disapplicati (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra e del deputato Benzoni)?

    Questa è la domanda a cui ci dovete rispondere. Ci dovete rispondere perché, in un provvedimento del genere, voi non sentiate di dover investire risorse per completare la rete dei consultori (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra e del deputato Benzoni).
    Ci dovete rispondere del perché non sentite l'esigenza, Presidente, di lavorare sull'obiezione di coscienza. Queste sono le risposte di cui noi, davvero, vorremmo discutere, in quest'Aula. A queste domande, questa maggioranza non risponde, Presidente, perché l'obiettivo principale - e non l'ho detto io, lo hanno detto le dichiarazioni, scomposte, delle persone che sono intervenute nelle scorse ore -, la vera volontà è quella di torturare le donne che decidono di praticare l'interruzione volontaria di gravidanza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e del deputato Benzoni - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa è la verità, una tortura psicologica…

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Collega Di Biase…

    MICHELA DI BIASE

    MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Le dovete aiutare a praticarla, non ostacolarle…

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Concluda il suo intervento...

    SALVATORE DEIDDA

    SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, non può usare certi termini!

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Collega Deidda, però, lei deve ascoltare anche la Presidenza. Collega Deidda, quello che deve fare la Presidenza, lo sa la Presidenza. Come lei ha sentito, ho interrotto la collega Di Biase.

    Gli onorevoli Amato, Boldrini, Raffa, tutto il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra e tutto il gruppo del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista chiedono di sottoscrivere l'ordine del giorno. Anche gli onorevoli Benzoni e Pastorella chiedono di sottoscriverlo.
    Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/102 Ferrari, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
    Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1752-A/114 D'Alfonso. Il parere è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
    Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1752-A/114 D'Alfonso, con il parere contrario del Governo.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
    È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, passiamo direttamente al voto finale.

    (Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1752-A)

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

    Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Marattin. Ne ha facoltà.
    Collega Marattin, come al solito, aspettiamo un minuto l'uscita di chi vuole uscire.

    LUIGI MARATTIN

    LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Noi voteremo contro questo provvedimento, per due motivi, poi, ascoltando questa discussione sull'ultimo ordine del giorno me ne è venuto in mente un terzo, in realtà.

    Io non so perché la maggioranza ha sentito il bisogno di inserire in un decreto-legge che attua il PNRR o, meglio, la revisione del PNRR, un emendamento che parla di aborto; io non so perché la maggioranza pensa che quando una donna va al consultorio, per una decisione che comunque le segna la vita, abbia bisogno di qualcuno che le ricordi che quello che sta facendo è un passo doloroso (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista); non so perché non pensiate che la donna, già quando va al consultorio, sia pienamente consapevole della difficoltà del suo momento. Allo stesso tempo, devo dire la verità - sarà veramente la nostra natura - non riusciamo ad essere d'accordo con nessuno di voi due - chissà che fine faremo, da questo punto di vista - però, non capisco, se la libertà di scelta è sacra, come è, che problema ci sia ad ascoltare opinioni alternative. O si pensa che la donna sia suggestionabile, necessariamente, oppure, se si crede nella libertà di scelta, onestamente, bisognerebbe non fare i discorsi che ho sentito, in questi due giorni, in quest'Aula. La verità, comunque, è che stiamo parlando di niente, perché la legge n. 194 del 1978 non verrà cambiata; la verità è che questi discorsi, quando sono di natura ideologica, infiammano quest'Aula; la verità è che il Governo ha messo quell'emendamento soltanto per dare un segnale a quella che ritiene essere una parte del suo elettorato, segnale che non avrà, nei fatti, alcuna conseguenza pratica; la verità è che quest'Aula non è mai capace di infiammarsi in questo modo su tematiche che, invece, avrebbero un impatto immediato sulla situazione complicata che la nostra economia sta avendo, ma ci tornerò.
    Molto brevemente, noi votiamo contro, per due motivi, colleghi, Presidente e rappresentante del Governo; come sempre, uno è di metodo e l'altro è di merito. Il motivo di metodo è che noi non siamo rassegnati, anche qui, credo, in beata solitudine, ad avere processi di conversione in legge di decreti fatti in questo modo. Noi non siamo rassegnati alla confusione totale che regna nelle Commissioni referenti quando questo Parlamento converte in legge un decreto-legge.
    Io dico sempre, con una frase molto forte, che però ripeto in quest'Aula e a verbale, che i tanti nemici della democrazia che sono in questo Paese dovrebbero semplicemente, a volte, mettere una webcam, non tanto in quest'Aula, perché sappiamo tutti che quando si arriva in quest'Aula le decisioni di “cucina”, passatemi il termine, vere sono già state prese, ma se si mettesse una webcam nelle Commissioni referenti che convertono i decreti-legge, quella sarebbe una pubblicità potentissima contro gli istituti della democrazia rappresentativa. È questo che siamo riusciti a fare con le istituzioni di questa Repubblica: un caos completo, un rapporto malato fra uffici del Governo ed emendamenti parlamentari, che porta, nei fatti, a non discutere gli emendamenti parlamentari, un rapporto malato con l'organizzazione dei lavori, con decreti che, alla fine, contengono sempre tutto, ignorando persino i richiami del Quirinale sull'omogeneità dei nostri decreti-legge. Noi non siamo rassegnati ad avere un meccanismo così confuso, così aleatorio, così approssimativo, quando si fanno le leggi. Risolvere il problema richiederebbe interventi coordinati, su cui tutti, a parole, siamo d'accordo, però, continuiamo a portarci a ogni decreto-legge un processo che, se diffuso in diretta TV, sarebbe il più grande spot per i tanti nostri concittadini che dubitano dell'efficacia delle democrazie liberali. Vi giuro che queste parole mi costano, ma ne sono pienamente convinto e ne siamo pienamente convinti, e anche questo decreto non ha fatto eccezione. In Commissione bilancio c'è stato l'ennesimo caos che, poi, produce inefficacia normativa e confusione.
    Il secondo e ultimo motivo per cui votiamo contro è che, anche in questo decreto, si continua a vedere uno dei difetti di fondo di come la classe politica italiana - non solo voi - ha capito il PNRR. Questo decreto attua la rinegoziazione estiva del PNRR. La rinegoziazione estiva non riguardava soltanto spostamenti di fondi - fra l'altro, per miliardi, quindi, non per noccioline -, ma riguardava anche le riforme del PNRR. Io vi cito solo un esempio: una delle riforme che viene spostata è quella sui tempi di pagamento della pubblica amministrazione. La riduzione dei tempi di pagamento della pubblica amministrazione - ebbi modo già di dirlo in agosto, in quest'Aula, quando discutemmo la risoluzione che poi diede il via alla rinegoziazione, che poi ha dato vita a questo decreto - cioè il fatto che la pubblica amministrazione possa pagare in fretta un privato che la rifornisce di beni e servizi è una cosa che dite nelle vostre campagne elettorali da trent'anni, assieme al “meno tasse per tutti”. Non avete fatto né l'una né l'altra, nel senso che la riduzione dei tempi di pagamento l'avete spostata in avanti nel PNRR e in questo decreto approvate le norme per provare a metterla a terra.
    Noi vi avevamo fatto una proposta su quell'articolo, dicendo: siccome è interesse di tutti ridurre i tempi di pagamento, lasciamo stare che l'avete detto, non l'avete fatto, non ci interessa, guardiamo avanti. Non sono possibili due cose che avete scritto in quell'articolo, faccio solo alcuni esempi, fra i tanti. Il primo: perché tenete fuori le regioni e le ASL quando sono le istituzioni pubbliche che hanno i tempi di pagamento doppi rispetto alla media? Non si sa. Il secondo: nel processo che avete scritto in quell'articolo - l'articolo 40, se non ricordo male -, in cui si dice cosa devono fare i Ministeri per ridurre i tempi di pagamento, mettete soltanto termini ordinatori. Cosa vuol dire termini ordinatori? Il sinonimo di ordinatorio è che non verrà rispettato. Allora, noi vi abbiamo proposto: se siete seri, in questa strategia, quei termini entro cui il dirigente ministeriale deve fare la ricognizione delle problematiche e il piano per rimettere a posto ciò che non va, devono essere perentori, altrimenti non verrà fatto, come accade tutte le volte in cui nel nostro ordinamento c'è un termine ordinatorio. Questa nostra proposta, insieme a quella di includere regioni e ASL, insieme a tutti gli altri emendamenti di Italia Viva - ma questo ci interessa fino a un certo punto, non è che votiamo a favore o contro un decreto se ci approvate gli emendamenti -, non l'avete neanche presa in considerazione, cioè non c'è stato neanche modo di discuterla. Perché questo? Perché voi pensate che il PNRR è soldi con le riforme attorno - e lo pensate anche voi -, invece il PNRR è riforme con soldi attorno. Non è come il pennello Cinghiale di qualche anno fa - “pennello grande, grande pennello” -, è una cosa un po' più seria. Il PNRR è riforme con i soldi necessari a oliarle, nel senso, ovviamente, di fluidificare l'attuazione. Nessuno, in quest'Aula, comprende veramente che non è il contrario.
    Signora Presidente, noi votiamo contro, perché l'attuazione del nostro PNRR adesso entra nella fase vera: finora sono stati spesi, escludendo i crediti di imposta automatici, soltanto 19 miliardi, abbiamo da spendere decine di miliardi, nei prossimi 36 mesi. Questa sfida non è un'ennesima puntata della sfida fra curve ultrà, è l'ultima occasione che questo Paese ha per vincere i suoi problemi di competitività e di produttività. Cerchiamo, nel prossimo provvedimento che attuerà il PNRR, di avere un metodo migliore - ma questo è un problema che ci trasciniamo dietro da troppi anni - e, soprattutto, facciamo scelte che dimostrino agli italiani che abbiamo capito che il PNRR non è Babbo Natale che ci ha regalato 200 miliardi di euro, non è soldi con riforme attorno, ma è l'ultimo Piano per cambiare strutturalmente l'economia e la struttura del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Saluto gli studenti, le studentesse e i docenti del Literargymnasium Rämibühl, di Zurigo, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Ha chiesto di parlare il deputato Romano. Ne ha facoltà.

    FRANCESCO SAVERIO ROMANO

    FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Nel 2021, con il Governo Conte, quando gli italiani hanno sentito parlare per la prima volta di Piano nazionale di ripresa e resilienza, l'Italia era in una fase di ripresa dalla pandemia da COVID-19. Gli italiani, quindi, avevano la necessità di sapere di poter contare su una forza che li avrebbe condotti alla fine del periodo di crisi. Nonostante questa necessità, con riferimento alla conclusione delle trattative per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, la maggior parte degli italiani - il 56 per cento - guardava al Piano con una sorta di disincanto: da una parte, riconoscevano la potenzialità del Piano, ma, dall'altra parte, riconoscevano gli ostacoli, soprattutto nella capacità di gestione amministrativa, nella difficoltà della burocrazia, nella possibilità di corruzione e di infiltrazione della criminalità organizzata. A queste perplessità, però, si affiancava un bisogno di credere realmente che una spinta così forte per il nostro Paese potesse creare beneficio, soprattutto per il miglioramento del sistema sanitario, che era andato in crisi dopo la pandemia.

    Si immaginava che la pubblica amministrazione potesse essere efficientata meglio e si immaginava ancora che il sistema scolastico, che aveva dovuto scontrarsi con un'accelerazione della crisi non prevista, potesse riprendere il suo cammino educativo.
    Ho voluto fare questo passo indietro per dimostrare come, in tre anni, si sia giunti a importanti cambiamenti. Da una parte, il dibattito politico dell'opposizione, ancora oggi, si concentra solo su misure che sono state, a loro dire, definanziate, non facendo alcun riferimento al fatto che il Governo si stesse facendo carico, con il Piano nazionale complementare, di rifinanziare questi interventi. Non si è parlato neanche di come alcuni progetti precedentemente inseriti non dovessero proprio rientrare nel Piano, perché non sarebbero stati mai fatti quei lavori, non sarebbero stati mai realizzati quei progetti nel termine che ci chiedeva la conclusione della fase di realizzazione e di rendicontazione dei progetti stessi, ma anche perché alcuni di questi progetti erano proprio fuori dal Piano, cioè non era previsto che potessero essere finanziati. Il Governo è riuscito in un compito al quale non molti credevano, che era quello di rimodulare il Piano per riuscire ad avere erogate le rate. Sappiamo com'è andata, le rate sono state erogate e l'Italia può vantare un primato importante, prima tra i Paesi d'Europa ad avere conseguito questi importanti risultati.
    Il Governo ha ritenuto, a ragione, necessario rinegoziare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, soprattutto, alla luce delle instabilità geopolitiche. La rinegoziazione ha portato a una dotazione finanziaria complessiva del Piano pari a 194,42 miliardi di euro e l'incremento è stato di circa 2,9 miliardi, dovuto all'aumento dei contributi a fondo perduto. Con lungimiranza, il Governo ha lavorato per inserire il nuovo capitolo REPowerEU, sposato a pieno dalla Commissione europea. In molti dicevano: la Commissione europea non l'approverà mai, non l'apprezzerà mai, non lo sposerà mai. Diceva Voltaire che un fatto è un fatto e i fatti, spesso, hanno la testa dura. È la dimostrazione che il Governo aveva visto lungo, è stato lungimirante ed è stato premiato, nella sua scelta. L'obiettivo è stato quello di dare una risposta puntuale al mercato energetico mondiale, con il rafforzamento delle reti di distribuzione e trasmissione, comprese quelle del gas, accelerando così la transizione verde nel settore pubblico e nel settore privato.
    Il testo che oggi votiamo risponde con serietà e concretezza ai dubbi che gli italiani - non soltanto l'opposizione, a volte anche strumentalmente - avevano posto. Il decreto, infatti, si muove su due versanti: quello della semplificazione e quello della digitalizzazione. Non ci può essere digitalizzazione senza la semplificazione: è come mettere una macchina importante, una Ferrari da corsa su una regia trazzera, che sarà pure regia, ma sempre trazzera rimane.
    Quindi, questo è un provvedimento che ha uno sguardo volto al futuro, affinché in questo Paese, realmente, si possa procedere rapidamente alle semplificazioni e rapidamente il digitale possa essere uno strumento per accelerare non soltanto la spesa, ma per connettere, sempre più e meglio, i cittadini con la pubblica amministrazione e con le istituzioni.
    Lo abbiamo detto più volte, dentro e fuori di quest'Aula, il Piano nazionale di ripresa e resilienza è la base per costruire l'Italia del futuro, ma è un Piano a scadenza, è un Piano che, in questo momento, non può mettere in discussione questa scadenza. Sarebbe veramente deleterio dare l'idea che questo Piano non scada nel giugno 2026, provocando immediatamente un blocco delle attività o un rallentamento delle stesse, un certo lassismo, che porterebbero alla non realizzazione del Piano stesso.
    Noi vogliamo e dobbiamo onorare questa scadenza per raggiungere l'obiettivo. La semplificazione della macchina amministrativa deve essere la strada da intraprendere di pari passo con la digitalizzazione. È proprio su questi temi che questo testo si concentra. Snellire i processi, però, non significa non monitorare costantemente l'andamento dei progetti e arginare le possibilità di infiltrazione. Non dobbiamo fare l'errore di scambiare il monitoraggio con la velocizzazione degli atti. Dobbiamo innescare un processo che porti alla velocizzazione, ma, allo stesso tempo, non deve venire meno il controllo su atti importanti.
    La macchina messa a punto dal Ministro Fitto, che riprende l'assetto assunto in Europa attraverso l'accentramento e il monitoraggio della cabina di regia, riconosciuto come sistema di successo, ha fatto sì che l'Italia fosse sempre tra i primi Paesi a richiedere le rate. Per rafforzare l'importanza che questo Governo dà alla corretta esecuzione del Piano, il testo inserisce norme utili a scongiurare corruzione e infiltrazioni, attraverso il rafforzamento della rete dei referenti antifrode per il coordinamento delle azioni. Infine, questo testo si occupa delle generazioni future: da una parte, dando vita alla Transizione 5.0, che vuole portare il Paese verso una vera e propria transizione verde, che passa sia dal pubblico che dal privato; dall'altra, dando risorse concrete ai cittadini e, in particolare, ai giovani studenti universitari fuori sede, vessati dal caro affitto e dalla carenza dei posti negli alloggi universitari.
    Questo testo non solo dà consequenzialità agli obiettivi del Piano della costruzione di 60.000 nuovi posti letto supplementari, ma istituisce anche la figura di un commissario che ha il compito di vigilare sul corretto svolgimento e completamento dei lavori. Rispettare la scadenza del Piano nazionale di ripresa e resilienza significa anche imporsi obiettivi importanti e coraggiosi, intervenendo a tutto tondo sull'apparato amministrativo burocratico, a cui si chiede lo sforzo maggiore.
    Noi abbiamo richiesto un impegno al Governo, che è stato accettato favorevolmente con un ordine del giorno per la giustizia tributaria, ma facilmente applicabile anche a tutte le altre strutture, nuove o già esistenti, a cui sono stati affidati maggiori oneri, utili a un miglioramento del Paese e a cui dobbiamo fornire tutti gli strumenti per consentire il corretto svolgimento dei compiti assegnati. Siamo - e concludo - alla vigilia della campagna elettorale per le europee e io credo che non possa esserci esempio migliore del Piano nazionale di ripresa e resilienza per farci capire quanto l'Europa sia fondamentale e quanto sia importante essere parte integrante e propositiva di questa comunità.
    Auspico misure sempre più coraggiose che rispondano alle necessità del nostro Paese. Voteremo con convinzione questo provvedimento, noi di Noi moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

    FILIBERTO ZARATTI

    FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signora rappresentante del Governo, il PNRR era e poteva ancora essere la più grande occasione del nostro Paese dal dopoguerra. Soltanto il Piano Marshall, nell'immediato secondo dopoguerra, aveva messo a disposizione così ingenti risorse per cambiare il Paese e in quell'occasione dette vita alla rinascita economica, sociale e culturale del nostro Paese. Così poteva essere per il PNRR. In un momento difficile della storia dell'umanità, reduci da una catastrofe come quella del COVID, questi fondi potevano essere la grande occasione per cambiare il Paese, per cercare di intervenire in quelle difficoltà storiche e profonde del nostro sistema produttivo e amministrativo: scegliere di innovare, scegliere di modernizzare, scegliere di cambiare, scegliere di capire fino in fondo cosa significhi oggi combattere i cambiamenti climatici, capire fino in fondo e scegliere la strada della transizione ecologica, per un'altra Italia, per un mondo diverso, per cercare di utilizzare anche le difficoltà dei nostri tempi per creare nuove opportunità di lavoro e per immaginare una nuova società e una nuova solidarietà nazionale.

    Invece, la scelta è diventata la scelta della rimodulazione costante. La caratteristica di questo Governo è che rimodula costantemente il PNRR, intendendo questi fondi come una specie di salvadanaio dove si vanno a prendere i soldini quando mancano in altre direzioni. Avete cominciato, ovviamente, a tagliare le cose che riguardano i settori più fragili della società. Per esempio, quest'estate avete tagliato 14 miliardi che riguardavano i progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana delle periferie delle grandi città del nostro Paese, proprio quelle periferie di cui noi parliamo costantemente, delle giovani e dei giovani che non hanno prospettive, della criminalità organizzata che, in quei territori, lucra guadagni e detta legge, a prescindere e contro lo Stato democratico.
    Li avete tagliati, con la promessa che questi soldi sarebbero stati reinseriti prima del mese di dicembre. È passato dicembre, è arrivato anche gennaio, poi sono passati febbraio e marzo, ed eccoci qui, alla nuova rimodulazione del PNRR, e di quei 14 miliardi, che avrebbero cambiato la vita di quei quartieri e che avrebbero reso la vita di tante persone più accettabile, non vi è più traccia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Così come non ci sarà più traccia dei soldi che voi state togliendo alla sanità, anche quello fa parte del salvadanaio: prendete i soldi per la sanità per destinarli da qualche altra parte. Così come i soldi per le periferie: avete promesso che li riprenderete dai fondi ordinari, ma anche quelli non ci saranno e li abbiamo persi per sempre. Per questo dico che è un'occasione storica che voi state togliendo al nostro Paese. È una responsabilità che va anche al di là della responsabilità politica, che pure un Governo che sbaglia, ha. È una responsabilità storica, cara Sottosegretaria, e ve ne dovrete fare carico.
    Ma permettetemi, io che critico sempre la destra, di farvi un complimento: io voglio complimentarmi con la destra di questo Paese, perché la destra - lo racconto a voi, perché parlo al Parlamento nel suo insieme - fa finalmente la destra in questo Paese; alla faccia dei moderati, alla faccia di coloro che, in qualche modo, vorrebbero un punto di vista un pochettino più equilibrato. Invece di decidere di usare i fondi del PNRR e tutte le risorse del Paese per ammodernare finalmente la pubblica amministrazione, avete deciso di puntare sull'autonomia differenziata. Non avete voluto affrontare il problema del reddito dei lavoratori. Noi abbiamo proposto il salario minimo e voi l'avete bocciato. Ma io voglio ricordare che, proprio oggi, esce la notizia che il gruppo Michelin, e non l'Ufficio politico del Partito comunista francese, ha annunciato l'introduzione di un salario cosiddetto “decente”, perché il salario minimo francese, che è di circa 21.000 euro, non è sufficiente. Non è sufficiente! Questo per dire che i nostri alleati europei non solo hanno il reddito di cittadinanza, ma vanno ben oltre. Voi fate finta di niente. Fate finta di non sapere che in Italia ci sono i salari più bassi d'Europa. D'Europa! Non c'è un Paese… e non voglio citare neanche la Spagna, perché in queste ore non vorrei rinfocolare la polemica tra la Meloni e il Governo spagnolo, che sta caratterizzando le notizie dei maggiori quotidiani, ma anche la Spagna è un bel pezzo avanti rispetto a noi. Avete limitato libertà e diritti.
    In una recente risposta all'interrogazione del collega Devis Dori, il Governo ha detto che, rispetto al provvedimento sui rave, ci sono stati in quest'anno, dopo l'approvazione del provvedimento, 21 rave sui quali appunto si è intervenuto e 8 persone indagate. Questo è il grande risultato di quella limitazione della libertà dei giovani (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe), che voi avete voluto fare come primo provvedimento del vostro Governo, come una legge bandiera, alla faccia dello spirito liberale, democratico e garantista che alcuni di voi continuano a sbandierare.
    Avete tenuto una posizione negazionista e reazionaria sul clima, siete gli unici alleati di Orbán su questo punto; gli unici alleati di Orbán, non ce n'è nessun altro in Europa: fatevi una domanda e datevi una risposta sulla vostra politica internazionale e sulle vostre posizioni sul clima e sull'ambiente.
    Io voglio soltanto ricordarvi che le scelte sulla transizione ecologica non sono soltanto quelle che fanno bene all'aria che respiriamo, che già è importante, o quelle che fanno bene all'ambiente e che ci permettono di contrastare quei cambiamenti climatici di cui noi siamo a conoscenza e che vediamo tutti i giorni. In queste ore, Dubai è allagata da un metro e mezzo di acqua, in pieno deserto: il vostro Ministro dell'Ambiente e i vostri esperti, cara Sottosegretaria, non dico che devono studiare, ma almeno i telegiornali li vedono? Perché, altrimenti, gli regaliamo un televisore, facciamo una colletta tra tutti quanti e gli regaliamo un televisore (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), così vedranno anche loro. Leggono i giornali? Gli facciamo l'abbonamento a tutti i quotidiani che vogliono perché il mese di gennaio è stato il mese di gennaio più caldo di sempre, il mese di febbraio è stato il mese di febbraio più caldo di sempre; il mese di marzo è stato il mese di marzo più caldo di sempre.
    Il vostro governatore della Sicilia, già nel mese di marzo, ha dichiarato lo stato di emergenza e di calamità naturale per la siccità che c'è in Sicilia. Ma vi rendete conto di quello che sta accadendo in questo Paese? Qual è la vostra risposta? Quella di costruire il ponte sullo Stretto. Ma veramente è una vergogna rispetto alla situazione drammatica che sta vivendo questo Paese per i salari che non ci sono, per le scelte che non si fanno, per l'innovazione tecnologica e la ricerca che bisogna sostenere, che sono gli obiettivi principali del PNRR, ma che invece voi avete messo in fondo alla lista e avete chiuso nel cassetto.
    Avete ribaltato completamente le priorità che l'Europa ci aveva dato rispetto ai fondi del PNRR. Tagliate la sanità in un momento così difficile, eppure la lezione del COVID, della pandemia, doveva essere chiara per tutti. Siete andati in televisione e siete andati in giro per l'Italia ringraziando gli eroi chi ci hanno permesso di sopravvivere e adesso tagliate i posti di lavoro e gli stipendi dei medici e non assumete infermieri. La sanità è ancora - e sempre di più - allo sbando. Il vostro è un Governo che sta portando il nostro Paese alla catastrofe, ve ne dovete rendere conto. Non c'è una cosa sulla quale c'è un segnale positivo e penso che sarebbe giusto che, all'interno della maggioranza, dove pure ci sono tante brave persone, ci fosse una riflessione profonda sulla strada completamente sbagliata su cui l'estrema destra dominante di questo Governo sta portando il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Saluto, anche a nome dell'Assemblea, il professor Ira Helfand, cofondatore e copresidente dell'Organizzazione per il disarmo nucleare IPPNW e membro del Board della Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari, che hanno entrambe ricevuto il Nobel per la pace, la prima nel 1985, la seconda nel 2017, che sta assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

    Ha chiesto di parlare il deputato Sottanelli. Ne ha facoltà.

    GIULIO CESARE SOTTANELLI

    GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, poco più di un mese fa, la presentazione da parte del Governo della quarta relazione sullo stato di avanzamento del PNRR ci ha purtroppo certificato l'incapacità del sistema Paese di utilizzare questi fondi. Infatti, sono stati spesi fino ad oggi solo il 22 per cento dei fondi totali a disposizione, tenuto conto che la scadenza del Piano prevede che tutti i fondi vengano spesi entro il 2026.

    Invece oggi ci troviamo a discutere del terzo provvedimento in 18 mesi del Governo Meloni, che modifica la governance di questo importante strumento approvato dal Governo Draghi nel 2021.
    L'obiettivo da raggiungere grazie ai fondi dell'Unione europea era - ed è tuttora - quello di tornare a crescere dopo due anni di pandemia. Mi piace ricordare le parole dell'allora Premier Mario Draghi: “Ciò che rende cattivo il debito buono è l'uso che si fa delle risorse impiegate”.
    Oggi l'Italia ha un'enorme necessità di quel debito buono, che possa riorganizzare alla radice il nostro sistema produttivo, sociale ed economico, che possa rinnovare le nostre infrastrutture materiali e immateriali, che renda il Paese più efficiente ed efficace e quindi competitivo con il resto del mondo e lo renda capace di strutturare una crescita importante per i futuri anni, che dia una risposta alla necessità occupazionale per il futuro dei giovani e che riesca a contenere e gestire il debito pubblico tramite l'aumento del PIL.
    Purtroppo, nonostante i 150 miliardi spesi con il superbonus 110 per cento e i 194 miliardi a disposizione del PNRR, i tendenziali per il prossimo triennio indicano una crescita troppo bassa che ci segnala la mancanza di qualità degli investimenti e i ritardi accumulati negli anni.
    Non parlerò oggi del disastro compiuto nella gestione del superbonus, mi concentrerò invece sull'incapacità del sistema Italia di organizzare e mettere a terra i fondi messi a disposizione dall'Unione europea tramite il PNRR.
    Prima di entrare nel merito del provvedimento però vorrei richiamare l'attenzione sulle modalità con cui, anche in questo caso, purtroppo, il Governo ha deciso di portare in Aula questo provvedimento. Siamo abituati a vedere il Governo porre la fiducia e troncare il dibattito su ogni tema, ma credo che quella di oggi abbia un'importanza ancora maggiore perché la fiducia viene richiesta sulla governance del PNRR. La volontà di confrontarsi da parte del Governo è stata pari a zero: nessuna apertura in Commissione, nessuno spazio per la discussione in Aula per questo provvedimento che, più di ogni altro, dovrebbe essere il provvedimento degli italiani senza distinzioni politiche.
    Il gruppo di Azione aveva proposto alcuni emendamenti che miravano a migliorare il provvedimento: non trovando disponibilità da parte della maggioranza, sono stati ovviamente trasformati in ordini del giorno che purtroppo non hanno trovato accoglimento, se non in piccola parte.
    Tra le nostre proposte - ne voglio ricordare alcune - vi erano in particolare: la rimozione dell'incompatibilità delle aziende che usufruiscono, in contemporanea, dei fondi ZES e dei fondi sulla Transizione 5.0; c'è stato un ulteriore passo indietro del Governo con riferimento alla riduzione della spesa per l'innovazione digitale nel Meridione e per la sanità; dare priorità alla rigenerazione urbana di vecchi edifici pubblici e privati per la costruzione di residenze universitarie e più fondi alle amministrazioni locali per incrementare il personale dei servizi tecnici e amministrativi per la gestione ovviamente dei progetti e dei finanziamenti del PNRR.
    Se dovessi ora definire questo provvedimento con uno slogan signor Presidente, penso che quello più appropriato purtroppo sarebbe: “Più burocrazia e meno crescita”.
    Infatti, la scelta di centralizzare ulteriormente le decisioni attraverso la nomina di altri commissari straordinari è una soluzione fin troppo comoda per il Governo che, mentre con una mano spinge sull'autonomia differenziata per accontentare lo scomodo alleato di Governo Matteo Salvini, con l'altra continua il processo di centralizzazione del potere che, fin dall'insediamento, Fratelli d'Italia porta avanti. L'incremento della composizione della struttura di missione del PNRR, istituita presso la Presidenza del Consiglio, è solo l'ennesimo passo, in tale direzione di accentramento. Sono questi atti che testimoniano come la coalizione di Governo non sia omogenea nel rapporto, ad esempio, con l'Unione europea, non sia omogenea sulla politica estera, sulla politica economica e nell'assetto nei processi delle istituzioni italiane. Una maggioranza che, nella sua totale diversità, in questi ambiti, si unisce solamente per vincere le elezioni e prendere postazioni di Governo.
    A questo, si aggiungono i definanziamenti proposti sui settori cruciali, come l'innovazione per il Sud, la sanità, la costruzione di nuovi ospedali e strutture sanitarie, che sono non solo incomprensibili, ma anche inaccettabili. Alla base del PNRR vi era l'obiettivo di ridurre le disparità regionali e di irrobustire il sistema sanitario nazionale. Tutto il contrario di ciò che il Governo sta continuando a fare, con le sue modifiche a colpi di decreto. Il sistema sanitario nazionale è ormai al collasso, ogni giorno, purtroppo, assistiamo, come gli organi di informazione ci segnalano, a situazioni tragiche: 9 milioni di famiglie in difficoltà economiche per spese mediche; più 6,6 per cento dei prestiti erogati per le cure sanitarie rispetto all'anno precedente; il 25 per cento degli italiani che è costretto a rivolgersi alla sanità privata per riuscire a effettuare diagnosi e curarsi. Qual è, allora, la risposta del Governo? Fondi della sanità al 6,3 per cento del PIL, ai minimi dal 2007, nonostante l'inflazione di questi anni, una situazione che ha costretto anche gli scienziati a formulare un appello che, per dircela tutta, Azione, fin dalla sua nascita, porta avanti, da 4 anni a questa parte.
    Continuando sul PNRR, le nuove disposizioni sulla governance incluse nel decreto non fanno altro che accentuare il controllo centrale, riducendo la partecipazione delle comunità locali, degli enti territoriali, che, invece, dovrebbero essere i protagonisti principali nell'attuazione di questo Piano, perché, da sempre, dimostrano la loro capacità di comprendere i reali bisogni e le esigenze dei cittadini, soprattutto nella messa a terra dei fondi. Quella scelta dal Governo va, invece, in una direzione pericolosa, che minaccia di trasformare il PNRR da un'opportunità di crescita in debito cattivo, lontano dalle reali esigenze del territorio. È, poi, doveroso sottolineare come la gestione sia stata finora opaca e le informazioni sul suo utilizzo scarse, con continui ritardi nella rendicontazione della spesa. Tutto questo crea un terreno fertile per il malcontento e la disinformazione.
    Non possiamo permettere che la mancanza di trasparenza diventi la norma in progetti di tale portata e importanza. Oggi, signor Presidente, mi vedo costretto a mettere in discussione non solo i tecnicismi del decreto, ma anche l'indirizzo politico che guida queste decisioni. Infatti, onorevoli colleghi, al di là delle cifre e degli articoli di legge, ciò che stiamo realmente decidendo oggi è il tipo di Italia che vogliamo costruire per le future generazioni. Come abbiamo dimostrato fin dal primo giorno di questa legislatura, il ruolo del gruppo parlamentare di Azione non è solo quello di criticare, ma anche di proporre alternative concrete e realizzabili. Dobbiamo lavorare tutti insieme, fin quando c'è ancora tempo, affinché il PNRR possa finalmente essere messo a terra in maniera agile e con progetti che accelerino lo sviluppo del nostro Paese e non siano figli della logica del purché si spenda, per mostrare i risultati alla prossima rendicontazione.
    In conclusione, Presidente, il nostro gruppo voterà contro questo decreto, perché riteniamo che la strada scelta dal Governo non sia quella giusta per garantire all'Italia il futuro che il PNRR prometteva, alla sua prima stesura, agli italiani di oggi e alle future generazioni (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo Giacomo Leopardi, di Potenza, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

    È iscritto a parlare il deputato Pella. Ne ha facoltà.

    ROBERTO PELLA

    ROBERTO PELLA (FI-PPE). Presidente Ascani, Sottosegretario Siracusano, cari colleghi, il decreto-legge che ci accingiamo a votare introduce ulteriori disposizioni urgenti, finalizzate a garantire l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, modificando la governance del PNRR e del PNC, ma, soprattutto, incrementando, per gli anni 2024 e 2026, la dotazione economica del Fondo di rotazione per l'attuazione del Next Generation EU Italia, autorizzando quindi la spesa per la realizzazione degli interventi non più finanziati con le risorse del PNRR.

    Fermo restando il lavoro che l'allora Presidente del Consiglio Conte portò avanti, voglio ricordare a tutti noi che il merito di questi fondi principalmente arriva da Silvio Berlusconi e dal nostro coordinatore Antonio Tajani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), perché grazie ai loro buoni uffici, al loro rapporto e all'importanza che il Partito popolare europeo ha oggi e ancora di più avrà dopo le future elezioni europee, senza quel supporto importante e fondamentale, mai e poi mai l'Italia avrebbe avuto quelle risorse.
    Il provvedimento che approviamo oggi prevede importanti e urgenti norme in materia di istruzione, di università e di ricerca, di digitalizzazione, di riduzione dei tempi di pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni, degli investimenti infrastrutturali e nei trasporti ma, soprattutto, sui temi dell'ambiente e della giustizia, della salute e del lavoro.
    L'esame, in sede referente, in Commissione bilancio, nonostante il provvedimento sia delicato e complesso, si è svolto in un clima costruttivo e di confronto tra maggioranza e opposizione, approfondendo nel merito molte questioni e facendo un notevole lavoro di ampliamento del contenuto e di miglioramento del testo. In questo contesto, sono stati molto importanti una costante interlocuzione con i rappresentanti del Governo, in modo particolare con il Ministro Fitto e con la qui presente Sottosegretaria Siracusano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), e il contributo che si è avuto nelle audizioni preliminari, che hanno in qualche modo valorizzato il dibattito in Commissione, con istanze e proposte che sono state tradotte in emendamenti dai gruppi parlamentari. Oltre a due pacchetti di emendamenti presentati dal Governo e dal sottoscritto, in qualità di relatore, insieme ai colleghi Ottaviani e Trancassini, sono stati approvate anche parecchie proposte emendative di iniziativa parlamentare. Tra le proposte emendative del Governo approvate occorre citare sicuramente la proroga delle graduatorie del personale delle scuole dell'infanzia gestite dai comuni. L'obiettivo dell'intervento normativo è duplice: da un lato, garantire la continuità lavorativa di chi oggi è occupato come supplente nei nidi e nelle scuole dell'infanzia degli enti locali di tutta Italia; dall'altro, gestire la fase transitoria rispetto alle qualifiche e ai titoli professionali del personale dedicato ai bambini da 0 a 6 anni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Altro rilevante emendamento è quello che introduce modifiche alla disciplina, già inserita nel testo originario del provvedimento, sull'acquisto dell'intera partecipazione azionaria detenuta dallo Stato della società PagoPA, che attribuisce i diritti di opzione per l'acquisto dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Spa in misura non inferiore al 51 per cento e al fornitore del servizio universale postale per la restante quota. Viene poi stabilito anche che, al fine di tutelare i principi di neutralità e imparzialità, PagoPA deve garantire la parità di trattamento tra i prestatori di servizi di pagamento aderenti alla piattaforma e adottare, quindi, presìdi gestionali necessari.
    Tra le proposte di modifica presentate dal Governo e da noi relatori figura anche quella che individua una soluzione tecnica per consentire a Open Fiber e TIM di rispettare le scadenze previste dalle convenzioni con Infratel per l'attuazione del Piano Italia. Inoltre, un ulteriore importante modifica è quella dell'alimentazione del Fascicolo sanitario elettronico, anche in attuazione degli investimenti previsti dalla Missione 6, Componente 2, Investimento 1.3, che attribuisce a un decreto del Ministro della Salute l'individuazione delle modalità tecnologiche per il rilascio e la verifica delle certificazioni sanitarie digitali, in conformità con le specifiche tecniche europee e internazionali.
    Per quanto concerne gli emendamenti che abbiamo presentato come relatori, occorre evidenziare, sicuramente, quello riguardante il settore giustizia e concernente le procedure semplificate di tirocinio o formazione dei magistrati tributari e l'adozione di un piano straordinario di applicazione extra distrettuale di magistrati fino al 30 giugno 2026, diretto a agevolare il raggiungimento degli obiettivi di smaltimento dell'arretrato civile e di abbattimento delle pendenze previste dal PNRR.
    Altro emendamento proposto da noi relatori è quello relativo alle nuove assunzioni di insegnanti di sostegno, prevedendo che, in caso di esaurimento delle graduatorie concorsuali per i posti di sostegno fino al 31 dicembre 2025, possano essere ammessi in ruolo i docenti di sostegno dalle graduatorie provinciali di supplenza di prima fascia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), proprio con l'obiettivo di consentire il numero massimo possibile di immissioni in ruolo nei posti di sostegno rimasti vacanti dopo le ordinarie procedure assunzionali. Come vedete, cari colleghi, a differenza di quanto finora ho potuto ascoltare dalle opposizioni, questo Governo ha dato risposte importanti, urgenti e significative a ciò che chiede il Paese.
    Ma vado ora a quello che è il mio gruppo, il gruppo di Forza Italia, e mi permetto di ringraziare di cuore l'ottimo ed eccellente lavoro svolto dal collega D'Attis, dal collega Cannizzaro e dal presidente Mangialavori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), perché abbiamo saputo offrire un apporto importante su aspetti e tematiche estremamente significativi e particolarmente sensibili per il gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente. Tra gli emendamenti di Forza Italia approvati, che hanno contribuito a migliorare e ad arricchire il testo, va evidenziato l'emendamento del collega Cannizzaro che proroga la possibilità dei contratti di collaborazione stipulati nella pubblica amministrazione con professionisti ed esperti per l'attuazione del PNRR, in deroga al limite attualmente previsto di massimo per una proroga del contratto.
    Poi, c'è l'emendamento del collega D'Attis, che dà la possibilità agli avvocati di utilizzare i mezzi telematici per le notificazioni di atti civili, amministrativi e stragiudiziali al fine proprio di semplificare il procedimento di notificazione e favorire il raggiungimento degli obiettivi di efficientamento del sistema giudiziario. Poi, c'è l'emendamento del nostro capogruppo Barelli, che permette l'adozione di misure di semplificazione e di riduzione dei tempi autorizzativi per la realizzazione di infrastrutture di ricarica elettrica nei casi in cui non sussistano vincoli ambientali, paesaggistici, culturali o imposti dalla normativa dell'Unione europea. Inoltre, ricordo l'emendamento del collega Squeri, che permette la definizione della durata dell'autorizzazione unica rilasciata dal Ministero delle Imprese e del made in Italy per la costruzione e l'esercizio degli elettrodotti facenti parte della rete dell'energia elettrica.
    Altro importante emendamento, proposto sempre da Forza Italia, a firma del mio collega Battistoni e approvato in Commissione, è quello che introduce misure di semplificazione per favorire l'accesso ai finanziamenti del PNRR per lo sviluppo del biometano, prevedendo che i titolari degli impianti che intendono partecipare ai bandi per accedere a questi finanziamenti, secondo criteri per promuovere l'economia circolare, possano ottenere le prescritte autorizzazioni ambientali anche successivamente all'emissione del beneficio del PNRR. Tale emendamento, quindi, rappresenta un segnale importante per tutta la filiera del biogas e del biometano agricolo.
    In ambito sanitario, poi, sono diverse le proposte approvate. Innanzitutto, l'emendamento, ancora una volta a prima firma del collega D'Attis, dove sono state introdotte modifiche delle normative vigenti in materia di finanziamento e funzionamento dei policlinici universitari per migliorarne l'efficienza nel rispetto delle scadenze relative ai progetti del PNRR, individuati dalla Missione 6 Salute, prevedendo la possibilità da parte delle aziende ospedaliere universitarie, integrate con il Servizio sanitario nazionale, di stipulare contratti di lavoro a tempo determinato, di durata non superiore a 4 anni, non rinnovabili, con personale medico e sanitario laureato assunto proprio dal Servizio sanitario nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e non più nel limite, com'è attualmente previsto, del 2 per cento dell'organico, bensì nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di spesa del personale.
    Questo lavoro, portato avanti dal nostro capogruppo Barelli e dal collega D'Attis, è una risposta concreta a questi gridi di allarme che continuo a sentire, da ieri e durante la giornata di oggi, sull'abbandono del Servizio sanitario nazionale. Cari colleghi, i fatti non sono parole, le richieste sono state in qualche modo apportate e questi sono segni tangibili di come questo Governo, in modo particolare Forza Italia, sia attento al mondo legato alla salute e, in modo particolare, alla salute e al bene dei nostri concittadini.
    Un altro rilevante emendamento, approvato sempre sul tema sanitario e a firma della nostra collega Patriarca, è quello che elimina il tetto di spesa del personale sanitario oggi vigente, pari al 50 per cento della spesa sostenuta nel 2009, che limita, quindi, l'assunzione di medici, professionisti sanitari e sociosanitari con contratti di lavoro subordinati e con contratti flessibili.
    Altri emendamenti di Forza Italia approvati intervengono sulla disciplina in tema di reclutamento con contratto a tempo determinato e con orario a tempo parziale in ragione delle esigenze formative di medici specializzandi e di altri professionisti sanitari.
    Per quanto concerne le norme in materia di istruzione e di ricerca, oltre alle misure già presenti nel testo originario, con i nostri emendamenti, a firma nuovamente dei colleghi Cannizzaro e D'Attis, abbiamo saputo dare quelle risposte, che ci aveva anche sollecitato il Ministro Bernini, che ancora una volta si dimostrano importanti e fondamentali per accelerare e snellire le procedure per la creazione di alloggi e residenze per gli studenti universitari in materia di riconoscimento dei crediti formativi.
    Infine, Presidente, sicuramente abbiamo portato avanti con attenzione, insieme alla maggioranza, i temi legati al dissesto idrogeologico, in modo particolare alla possibilità di prorogare i provvedimenti di attuazione per i territori colpiti in tutti questi anni dai sismi.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

    ROBERTO PELLA

    ROBERTO PELLA (FI-PPE). Abbiamo portato avanti, anche grazie a un ottimo lavoro con gli ordini del giorno, importanti risposte sui temi dei comuni, in modo particolare quelli piccoli, dove Forza Italia ancora una volta si dimostra il maggior partito che ha sensibilità rispetto al piano strategico nazionale delle aree interne e, soprattutto, allo sviluppo, anche con riferimento all'utilizzo delle risorse destinate alle politiche di coesione.

    Concludendo, il gruppo di Forza Italia voterà a favore del provvedimento che, sebbene abbia saldi invariati, risulta fortemente migliorato rispetto al testo iniziale, che recepisce le istanze dei territori e dei settori più significativi. È stato fatto un buon lavoro. Per questo ringraziamo ancora volta il Governo, il Ministro Fitto e il Sottosegretario Siracusano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Con questo auspicio noi diamo il nostro voto favorevole in maniera convinta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'istituto “Croce-Monzillo” di Manfredonia, in provincia di Foggia, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

    Ha chiesto di parlare la deputata Torto. Ne ha facoltà.

    DANIELA TORTO

    DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Oggi dovremmo essere qui per parlare di come aiutare le famiglie italiane in difficoltà, di come potenziare le nostre realtà produttive, di quanto sia necessario abbattere la povertà assoluta e di come bisogna fare per restituire dignità ai nostri lavoratori. Potremmo parlare anche di sviluppo dell'imprenditoria femminile e giovanile del Mezzogiorno d'Italia, di tutte le regioni, dell'Abruzzo, per esempio, e invece no. Ci costringete a stare in quest'Aula a discutere su un provvedimento che vi siete riscritti a vostro piacimento e che oggi portate a ratifica. Mi dispiace per i colleghi di maggioranza, perché colleghi - lasciatemelo dire - per voi da parlamentari a pigiabottoni è stato veramente un attimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    Eppure, avete ricevuto in eredità un tesoro importante, quello del PNRR, quello originale, voluto e ottenuto grazie al Governo Conte. Però, siete in affanno ed è evidente. Fate fatica a metterlo in campo, a concretizzarlo, a gestirlo. D'altronde, per voi, quando si passa dalle chiacchiere ai fatti, è un problema, perché è lì che si evidenziano i vostri limiti, la vostra incapacità e le vostre contraddizioni. Sì, perché in realtà non sapete neanche più voi cosa fare. Parlate di programmi che contrastano tra loro a seconda del leader di partito che ne parla, perché oggi è chiaro a tutti che voi riuscite a mettervi d'accordo soltanto quando si tratta di spartirvi una poltrona o di fare una nomina, però sui temi siete divisi su tutto. È diventato talmente evidente lo scontro tra i Ministri di questo Governo che non solo il Paese è andato nel caos, ma addirittura l'Europa ci guarda davvero perplessa.
    Rinfreschiamo allora la memoria, perché ogni giorno ne combinate una. Parto con Fitto e Giorgetti, il Big Bang su cui tornerò fra poco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Poi, c'è Pichetto Fratin che fa lo sgambetto a Salvini, con l'augurio che inciampi lui con tutto il Ponte sullo Stretto e i tira e molla tra Tajani e Zaia sull'autonomia differenziata, che - non lo so - la votiamo oggi, la votiamo domani o magari non la votiamo più.
    Per carità, che queste destre fossero in disaccordo su tutto non è una novità, però è davvero inaccettabile che per nascondere queste vostre piaghe interne soffochiate il confronto parlamentare che è alla base della nostra democrazia, che è una parola che, purtroppo, vi dà davvero molto prurito. Sì, perché, se non fosse così, allora sareste qui ad ascoltare il punto di vista di quella parte di Paese che si sente rappresentata - ebbene sì - da queste opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
    Figuriamoci, poi, se questa è la vostra preoccupazione.
    Adesso, ci sono le elezioni europee, sono alle porte, è il momento delle vostre grandi promesse, degli annunci, della propaganda su tutto il globo terracqueo, questo si capisce. E noi qui a chiedervi addirittura di ascoltare i cittadini fuori dal Palazzo: ma come ci viene in mente?
    Presidente, le contraddizioni di questo Governo nascono proprio già dal nome del PNRR. Il Piano nazionale, che doveva essere di ripresa e resilienza, è diventato del rinvio e dei ritardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Purtroppo, Presidente, il Ministro Fitto ultimamente si affanna molto, fa, disfa, ride, si acciglia e si accompagna a una cantilena che recita più o meno così: Signori miei, va tutto meravigliosamente bene, state tranquilli che il globo terracqueo è finalmente salvo.
    Se non fosse, però, che un attimo dopo, si ritrova smentito dal grande sabotatore della crescita economica italiana, il suo alleato, il Ministro dei falsi allarmi di buco di bilancio, il Ministro dell'austerity, però quella che ruba ai poveri per dare ai ricchi, il Robin Hood al contrario, e non sto parlando altro che di Giancarlo Giorgetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Un Ministro, che, a braccetto con la Premier Meloni, si è affrettato subito a creare incertezza nei cittadini, nelle imprese, nei lavoratori, cambiando continuamente le norme, facendo continue marce indietro sui finanziamenti e sulle agevolazioni fiscali: un capolavoro che non solo ha portato gli italiani a perdere la fiducia nei confronti dello Stato, non solo questo, ma sta allontanando il nostro territorio dalle appetibilità dei grandi investitori. Eppure nessuno dice una parola su questo. Avete trasformato il PNRR in un Piano pieno zeppo di buchi aperti e non tappati, anzi, forse, di buchi aperti, poi tappati con misure che però aprono altri buchi. Ci avete riempito davvero le orecchie di frasi del tipo: “ma non stiamo tagliando, no, noi stiamo togliendo di qui e riprendiamo di lì, riprendiamo dal Fondo complementare, riprendiamo dal Fondo dell'edilizia sanitaria, riprenderemo dal Fondo di sviluppo e coesione, però non stiamo tagliando”.
    Certo, perché per voi gli italiani sono davvero degli sprovveduti. Pensate pure che non comprendano il gioco delle tre carte che state mettendo lì, su quei banchi del Governo. Guardate che la maggior parte degli investimenti è stata rinviata al biennio 2025-2026, e oggi non sappiamo neppure a quale santo vi state rivolgendo per ottenere il miracolo, perché non ce la farete, questa è la verità. E, allora, fateci un favore, intanto la decenza di chiedere scusa, e vi ricordo io scusa per cosa.
    Scusa per avere taciuto, in questo Parlamento, i dati di spesa per il Mezzogiorno; scusa per non avere detto che gli investimenti in opere pubbliche sono fermi all'11 per cento di tutte le risorse disponibili; scusa per avere tenuto segreto che, in materia di lavoro, in materia di politiche sociali, in salute, la spesa che avete registrato è inferiore al 4 per cento. È una vergogna per l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E poi, scusa, perché, nel 2023, avete speso soltanto l'8 per cento dei fondi del PNRR che l'Italia ha ricevuto fino ad oggi. Voglio parlare di sanità, perché è un tema molto caro ai cittadini, non certo a questa maggioranza.
    Colleghi, le stesse regioni di centrodestra vi stanno dicendo che avete sbagliato tutto, che basta con i tagli. Avete tolto soldi agli ospedali e smantellate la sanità pubblica, perché la trattate come fosse roba vostra, terra di conquista per amici e amichetti. Elargite soldi ai privati, e ai cittadini sapete cosa lasciate? Liste di attesa lunghissime, meno medici e ticket più alti. Addirittura, siete riusciti a intervenire, con questo provvedimento, sul diritto all'aborto.
    Ognuno può pensarla come vuole, però la vostra intolleranza, l'allergia verso le libertà individuali, su realtà, peraltro, tanto delicate, come quella della gravidanza, è un'intolleranza pericolosa per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), è un'intolleranza inquietante e grave!
    Credo che, purtroppo, siamo di fronte a un Governo che ogni giorno partorisce una miscela micidiale, una miscela fatta di malafede, fatta di incapacità e, a questo punto, anche di cieco pregiudizio.
    Voglio ritornare sull'intolleranza: in questo decreto, già in Commissione bilancio, vi abbiamo chiesto: che avete contro l'inclusione delle parti sociali nel monitoraggio del PNRR? Avete detto “no” alla partecipazione dei sindacati, dei lavoratori, dei datori di lavoro, delle associazioni. Avete zittito tutti quanti. E noi che ci scandalizziamo del bavaglio alla Corte dei conti! Ma questo era soltanto il vostro inizio, un inizio che non poteva che proseguire con lo scandalo delle truffe del PNRR. Adesso, ci mancava, oltre all'Italia impunita, all'Italia libera dei truffatori, dei furbi e degli irresponsabili, anche il bavaglio alla libertà di stampa. Signori, è iniziata l'era della stampa di Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
    E arrivo all'ultima pillola, perché oggi muore qui e per sempre la destra sociale, quella destra sociale di cui i Fratelli d'Italia si ritenevano i profeti. Bene, avete premiato chi ha sabotato, per conto vostro, una legge di dignità: il salario minimo. L'avete ripagato di tutto, questa persona. Sì, perché, Presidente, se si è pensionati, ex parlamentari, si percepiscono lauti vitalizi e ci si permette di bocciare, con tanto di megafono, un salario minimo di 9 euro l'ora per tutti i lavoratori italiani, se si hanno questi requisiti e ci si chiama Renato Brunetta, allora, abbiamo fatto bingo! Infatti Giorgia Meloni è pronta con un bel pacco.

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

    DANIELA TORTO

    DANIELA TORTO (M5S). Finisco, Presidente. Un importante stipendio come ricompensa per avere sbattuto la porta in faccia al lavoro povero. Benvenuti in Italia. Brava Giorgia Meloni, la paladina degli ultimi quando va in campagna elettorale e la madrina degli amici e dei parenti quando si siede a Palazzo Chigi. Il popolo, che è con noi, dice “no” a questa politica falsa, a questa politica ipocrita, e noi oggi siamo qui per onorare quel popolo, che ci chiede di votare contro questo vostro ennesimo fallimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

    PRESIDENTE (ASCANI Anna)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassini. Ne ha facoltà.

    REBECCA FRASSINI

    REBECCA FRASSINI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, Sottosegretario Castiello, oggi ci troviamo in quest'Aula per dibattere sul decreto PNRR, un provvedimento molto dirimente, un provvedimento molto complesso, che però ha visto un iter di lavori che ci ritiene assolutamente soddisfatti. E su questo rispondo alla collega Torto, ovviamente, tramite lei, Presidente, però credo ci siano state molte inesattezze, perché, per arrivare a questo provvedimento, in realtà il Governo ha articolato in due fasi proprio il modus operandi.

    Prima c'è stata una cabina di regia, dove sono stati illustrati gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e una seconda fase, dove ci sono stati tavoli tecnici in cui sono state coinvolte le parti sociali. In realtà, c'è stato un grande lavoro di ascolto, ovviamente, di tutte le parti che gravitano attorno all'universo del PNRR (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma, Presidente, prima di addentrarmi nel merito di questo provvedimento, devo fare notare questa cosa a quest'Aula.
    In realtà, ho sentito pochi interventi, purtroppo, entrare davvero nel merito, e credo sia stata un'occasione persa, perché, in questo decreto PNRR, ci sono tanti provvedimenti e tante misure che meritano assolutamente di essere portate all'attenzione. Prima, quindi, di entrare nel merito, vorrei fare un excursus sulla genesi del perché si è arrivati a questo decreto PNRR. Infatti, Presidente, con questo Governo di centrodestra, abbiamo tracciato una strada importante, una strada che dice la verità.
    In che termini? Avevamo promesso che tutte le opere che fuoriuscivano dal PNRR avrebbero avuto una copertura e tutte queste opere avranno una copertura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), Presidente! Questo è sancito, a chiarissime lettere, all'articolo 1 di questo provvedimento. Se qualche collega, magari, si fosse addentrato nel merito, avrebbe scoperto questa cosa. Ma andiamo nello specifico.
    So che tanti colleghi dell'opposizione avevano portato alla luce i famigerati fondi di 6 miliardi di euro proprio per le piccole o medie opere dei comuni, dicendo che ovviamente tante opere sarebbero fuoriuscite dal PNRR.
    Presidente, in realtà, di questi 6 miliardi di euro di risorse, 1 miliardo era destinato al Fondo sulla viabilità, e tutti dovrebbero sapere in quest'Aula che questi progetti e questi fondi sulla viabilità non potevano vedere la luce all'interno del PNRR, perché il PNRR ha regole molto ferree in termini di rendicontabilità e in termini di ammissibilità.
    Quindi, ovviamente, se non avessimo rivisto il PNRR - e, quindi, questo decreto dà le risposte che noi cercavamo - probabilmente queste opere non avrebbero visto la luce. Questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!
    Mi lasci anche dire, Presidente, proprio perché ho sentito dall'opposizione affermare che il Ministro Giorgetti è il Ministro dell'austerity, che noi facciamo un plauso al Ministro Giorgetti, Presidente, perché con un lavoro meticoloso è riuscito a trovare le risorse per tutte le opere fuoriuscite dal PNRR (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
    Presidente, crediamo che un passaggio sia doveroso anche sul tema degli enti locali, perché è stato fatto un lavoro molto importante in Commissione anche su questa tematica, dal nostro punto di vista, molto dirimente, perché come tutti ben sanno la Lega ha a cuore i sindaci, i nostri comuni. Ecco, c'era una problematica prima di questo decreto, perché i comuni potevano chiedere un anticipo del valore dell'opera pari al 10 per cento: noi andiamo a innalzare questa percentuale al 30 per cento e, grazie a un emendamento della collega Bordonali, facciamo sì che i soggetti richiedenti questo anticipo possano vedere queste somme erogate entro 30 giorni. Tutto ciò andrà veramente a dare una boccata d'ossigeno ai nostri enti locali, che lamentavano problemi di cassa importanti. Quindi, anche questo è assolutamente un emendamento che noi crediamo importante proprio per i nostri sindaci e per i nostri comuni.
    Poi, Presidente, un passaggio credo che sia fondamentale anche sul tema del REPowerEU. Quando la Commissione europea ha approvato il regolamento sul REPowerEU, sapete quante risorse erano destinate al nostro Paese? Zero. E questo perché l'Italia, quando ci fu il Governo giallo-rosso, prese la decisione molto discutibile di prendere tutta la quota a debito, pari a 123 miliardi di euro, e quindi non si poteva fare ulteriore debito. Quindi, cari colleghi, siccome il REPowerEU è assolutamente importante per dare risposte alla crisi energetica, questo è stato uno dei motivi per cui noi abbiamo rivisto il PNRR. E l'abbiamo rivisto perché era importante destinare ingenti risorse su questo capitolo. Infatti, grazie alla rivisitazione del PNRR, siamo riusciti a liberare 11 miliardi di euro di risorse e, di questi 11 miliardi di euro, 6 miliardi di euro andranno tutti sul piano Transizione 5.0, una vera e propria boccata d'ossigeno per il nostro settore produttivo, perché questa misura destina fino al 45 per cento di credito di imposta per gli investimenti negli impianti aziendali che riducano i consumi energetici di almeno il 10 per cento. Anche questo è assolutamente importante ed è contenuto in questo provvedimento.
    Poi, Presidente, un altro passaggio importante che ci tengo a sottolineare è quello relativo alle residenze universitarie e agli alloggi universitari. Ci sono state trattative con Bruxelles e c'era già uno stanziamento iniziale, proprio perché il PNRR prevede il raggiungimento di un target che è quello di creare 60.000 nuovi posti alloggio destinati agli studenti universitari. Per raggiungere questo target, grazie alle interlocuzioni con Bruxelles, sono stati liberati altri 240 milioni di euro di risorse. In totale, quindi, sono destinati 1,2 miliardi di euro. Non solo: noi istituiamo anche un commissario straordinario che vigilerà proprio per raggiungere questo obiettivo ambizioso. Oltretutto, sono stati approvati nostri emendamenti in Commissione bilancio proprio su questo tema per semplificare ulteriormente il raggiungimento di questo obiettivo. Infatti, ad esempio, stabiliamo che tutte le strutture destinate a residenze universitarie siano classificate di interesse pubblico e questo comporterà, ovviamente, ulteriori semplificazioni proprio per accelerarne la realizzazione.
    Poi, Presidente, un passaggio è doveroso anche sul tema della sanità, perché oggi in quest'Aula ho sentito tante inesattezze. Io credo di poter dire che i numeri sono dalla nostra parte e che questo è il Governo che ha stanziato più risorse nella storia per quanto riguarda il Fondo sanitario nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

    REBECCA FRASSINI

    REBECCA FRASSINI (LEGA). Colleghi, mettetevi l'anima in pace, perché dai numeri, ovviamente, non si scappa.

    Però, abbiamo anche assolutamente la certezza e la convinzione che non si risolvono tutti i problemi, perché sappiamo perfettamente che, sul tema della sanità, ci sono ancora tante problematiche da risolvere: una è, ad esempio, quella della mancanza del personale. Infatti, i dati ci dicono che dal nostro Paese, purtroppo, se ne sono andati circa 20.000 medici, e ne servirebbero altrettanti, e circa 15.000 infermieri, e ne servirebbero addirittura 70.000: queste sono stime preoccupanti. Ecco, perché, in questo provvedimento, cerchiamo di tracciare una strada di soluzione a questa tematica e, grazie a un nostro emendamento, cerchiamo di dare una risposta. Infatti, il tappo delle assunzioni era stato introdotto nell'era della spending review e noi, oggi, con un nostro emendamento, sanciamo che la spesa per il personale sanitario potrà essere pari al doppio di quella sostenuta nel 2009. Questo è un grandissimo risultato, perché si comincia ad affrontare di petto una questione che è assolutamente preoccupante per il nostro Paese.
    Poi, Presidente, prima di avviarmi alla conclusione, un passaggio è assolutamente fondamentale anche sul tema della sicurezza sul lavoro, perché in questo provvedimento il Governo ha deciso di dare una stretta al lavoro nero, una stretta importante, che assolutamente noi condividiamo. L'articolo 31 dà, ad esempio, il via libera a un nuovo concorso per 716 ispettori tecnici dell'Ispettorato nazionale del lavoro e prevede l'arrivo di 50 carabinieri del Nucleo tutela del lavoro. Le stime ci dicono che con queste misure si innalzeranno del 40 per cento le ispezioni sui luoghi di lavoro e anche questo è un grandissimo risultato, unito a quello della patente a punti che - avendo una dotazione iniziale di 30 punti, che potranno essere decurtati -, addirittura, potrà essere sospesa per 12 mesi in caso di violazioni importanti, in caso, ad esempio, di morte o di inabilità al lavoro.
    Concludo, Presidente, facendo una serie di considerazioni. Ho ascoltato il dibattito odierno in quest'Aula e, come dicevo all'inizio dell'intervento, purtroppo, non si è entrati troppo nel merito ed è stata, secondo me, un'occasione persa. Però, mi sento di dire, tramite lei, ovviamente, ai colleghi presenti in quest'Aula, tre cose: la prima è che, se non avessimo rivisto il PNRR, molte delle opere non avrebbero visto la luce; la seconda è che, se non avessimo rivisto il PNRR, non avremmo avuto risorse sul capitolo REPowerEU; l'ultima cosa è un grande plauso al Ministro Giorgetti, perché è stato svolto un lavoro meticoloso nel reperimento di ingenti risorse per finanziare tutte le opere fuoriuscite; non credo che la sinistra, con tutti i danni che ha fatto in passato, avrebbe avuto la possibilità di fare un lavoro così importante come quello compiuto grazie al Ministro Giorgetti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
    Concludo davvero, Presidente, annunciando il voto favorevole della Lega-Salvini Premier a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvia Roggiani. Ne ha facoltà.

    SILVIA ROGGIANI

    SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Tante volte, in quest'Aula, abbiamo sentito parlare di Europa, l'abbiamo invocata, è stata attaccata come nemica, è stata indicata come quella che impone, ma non risolve i problemi. Quante volte è risuonata in quest'Aula la parola “Europa”, spesse volte accompagnata da: un'Europa che non fa abbastanza, un'Europa che non c'è, un'Europa lontana dalle cittadine e dai cittadini.

    Io penso che, in un momento molto buio per il nostro mondo e, quindi, non solo per il nostro Paese, l'Europa abbia invece buttato il cuore oltre l'ostacolo e lo abbia fatto proprio con il PNRR, con il piano per le generazioni future, per le generazioni europee del futuro. Lo ha fatto durante il COVID, quando nessuno vedeva una via d'uscita. L'Europa ha deciso di riprendere quel sogno dei padri fondatori, ha recuperato quella promessa nata dalle ceneri della Seconda guerra mondiale, la promessa di un futuro migliore per le generazioni che sarebbero venute, un futuro di diritti, un futuro di benessere economico, un futuro di solidarietà, un futuro dove sentirsi meno soli.
    Ecco, lì, col Next Generation EU, noi siamo tornati a quelle promesse, a un'Europa che pensa al domani, a un'Europa che, non solo, ci pensa e lo immagina, ma lo vuole costruire e lo vuole costruire con gli Stati che oggi la compongono, e di cui l'Italia, ricordiamoci, tra l'altro, è uno dei Paesi fondatori.
    Oggi, mi chiedo e chiedo anche a voi: l'Italia è stata ed è all'altezza di questo scatto in avanti che l'Europa ci ha voluto dare, che ha voluto dare non solo all'Italia di oggi, ma anche all'Italia di domani? Io, purtroppo - e mi dispiace davvero dirlo, perché avreste trovato il Partito Democratico assolutamente dalla vostra parte, assolutamente dalla parte dell'Italia -, mi sento di dire che l'Italia oggi e questo Governo non sono stati all'altezza di quelle promesse di futuro che l'Europa, con il Next Generation EU, ha voluto di nuovo restituire a noi e alle generazioni future. Lo dico con tristezza, sinceramente, lo dico leggendo il quarto decreto PNRR, che è l'ennesimo decreto omnibus, l'ennesimo decreto che avete fatto fregandovene - mi dispiace usare questa parola - dei richiami del Presidente della Repubblica. Ma adesso noi abbiamo capito, lo abbiamo capito di nuovo, leggendo questo decreto, che, in realtà, fare decreti omnibus è una vostra precisa strategia, perché vi permette di inserire bandierine elettorali, vi permette di fare propaganda, vi permette di avere norme anche ad personam per gli amici o gli amici degli amici. Infatti, mentre ci bocciavate gli emendamenti per i comuni, mentre bocciavate emendamenti chiesti dai comuni di tutti i colori politici - quelli per l'assunzione del personale per poter realizzare questo PNRR, o gli emendamenti per i segretari comunali, che oggi mancano, soprattutto nei comuni piccoli, l'emendamento sulla Tari chiesto a gran voce dall'ANCI, l'emendamento per sostenere le fusioni dei piccoli comuni -, mentre ci bocciavate tutti gli emendamenti chiesti dai comuni, moltiplicavate i commissariamenti, incluso quel commissariamento su cui tutte le associazioni che si occupano di legalità e di lotta alla mafia - mi riferisco al commissariamento per i beni confiscati - avevano espresso, anche durante le audizioni, la loro contrarietà. E non solo, di nuovo altre assunzioni di figure dirigenziali e apicali per i Ministeri e, poi, quella norma ad personam, davvero illeggibile, per Brunetta. Ecco perché direi che l'Italia non è stata assolutamente all'altezza, con questo decreto.
    Eppure, voi smentite voi stessi, perché lo avete scritto anche nel DEF, in quello che voi definite DEF, perché, in realtà, è un documento totalmente vuoto: avete scritto che il PNRR è l'unica leva di crescita. Ce lo aveva detto Banca d'Italia, ce l'avevano detto tutti, ma adesso lo avete anche scritto, eppure avete deciso, con coerenza - quindi la coerenza che non c'è - di definanziare, di tagliare, di sottrarre fondi. Penso, ad esempio, ai 5 miliardi sottratti al Fondo per lo sviluppo e la coesione, che, purtroppo, pagherà, in larga parte, il Sud del nostro Paese e, se non cresce il Sud, non cresce l'Italia, lo dico da lombarda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Come lo rifinanzierete? Come riuscirete a rimpinguare questi 5 miliardi? Con quali risparmi? Tra l'altro, la lista dei tagli è lunga. Nell'Italia del futuro, nell'Italia che state lasciando alle future generazioni, non trova spazio, ad esempio, la rigenerazione urbana, non trova spazio il piano per il 5G, non trovano spazio, perché li definanziate, i fondi per il rischio idrogeologico; depotenziate gli incentivi per le transizioni, su cui voi non avete investito e in cui non credete. Ma, soprattutto, nell'Italia del futuro, che è anche l'Italia del presente, quella che l'Istat ci fotografa, un'Italia dove 4,5 milioni di persone rinunciano a curarsi, voi tagliate la sanità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
    Noi avevamo un Servizio sanitario pubblico, nato in quest'Aula, nato da Tina Anselmi, che, voglio ricordare oggi, era un fiore all'occhiello, un esempio per tutto il Pianeta. Voi lo state definanziando gravemente - lo avete scritto nel DEF, arriverete al 6,2 per cento di spesa sanitaria sul PIL -, con le persone che sono sotto ricatto: o pagano oppure aspettano e non si possono curare, e sono 4,5 milioni di persone, cittadine e cittadini italiani che oggi, in Italia, non si curano. E voi cosa fate? Tagliate 1,2 miliardi per gli ospedali sicuri. L'opposizione più grande a questo taglio non l'abbiamo fatta solo noi, ve l'hanno fatta anche le regioni, le vostre regioni di centrodestra, che, tutte insieme, a partire dal presidente della Conferenza Stato-regioni, vi hanno detto che il vostro gioco delle tre carte, quello per cui togliete una tabellina e la mettete nell'altra, non regge, hanno minacciato persino di adire la Corte costituzionale. Io penso che davvero su questo, sui tagli alla sanità, voi dovreste tornare indietro, perché è uno dei tagli particolarmente odiosi, che si mette insieme ad altri finanziamenti particolarmente odiosi, come i 65 milioni per costruire i centri di detenzione per i migranti in Albania (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Cosa c'entra con il PNRR, oltre ad essere davvero odioso, non si sa.
    E, poi, l'ennesimo sconto, chiamiamolo così, chiamiamolo sconto, sulle sanzioni ai datori di lavoro che non hanno pagato i contributi ai lavoratori, un'abitudine, ormai, ci avete davvero abituato a misure di questo genere.
    E che dire sulla sicurezza sul lavoro, tanto invocata, tanto proclamata in queste Aule, ma che poi si riduce a una delega in bianco, a una delega vuota, che noi non possiamo assolutamente accettare? Certo, noi abbiamo ottenuto una grande vittoria e lo abbiamo fatto con le associazioni sindacali, l'abbiamo ottenuta perché, a partire dalla precarietà e dai subappalti, noi sappiamo che è lì che si annida moltissima insicurezza, e su questo siamo riusciti a ottenere un cambio con l'applicazione, anche da parte dei privati, dei contratti maggiormente rappresentativi, però, non ci basta. Non ci basta perché, purtroppo, la sicurezza non può essere lasciata a una delega in bianco e, soprattutto, non ci hanno convinto le vostre buone intenzioni quando, ieri, avete voluto bocciare l'aumento delle persone che dovranno, con l'INAIL, continuare a fare le ispezioni per garantire la sicurezza sul lavoro. Allora, se sono annunci e sono solo propaganda, ma poi non stanziate i fondi, noi non ci crediamo più. Non possiamo davvero accettare questo approccio.
    Voglio chiudere sulle donne. Ne abbiamo parlato molto, in quest'Aula; oggi, l'Italia, come, del resto, anche il resto dell'Europa, vive una stagione d'inverno demografico e, quindi, cosa dovrebbe fare un Paese serio, che si vuole occupare davvero di maternità e di famiglia, non solo, delle donne, ma di genitorialità, io così la chiamerei, per dare un piccolo suggerimento al Governo? Non certo colpevolizzare le donne, ma sostenerle e sostenerle davvero, non relegandole a uno stereotipo per cui essere madre è l'unica scelta buona che bisogna fare per il Paese, perché questo ci riporta ad anni particolarmente bui e lontani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Allora, cosa dovreste fare? Congedi parentali obbligatori, come vi avevamo suggerito nella legge di bilancio, ma che non sono stati approvati; un vero piano per la natalità, e avete messo 1 miliardo solo per le donne - quindi, solo per le mamme, i padri non sono contemplati - che abbiano almeno due figli, di cui uno dei due deve avere meno di 10 anni, e un contratto a tempo indeterminato. Anche in questo provvedimento potevate fare qualcosa, avreste potuto non definanziare i posti nido, avreste potuto non andare in deroga (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) sui bandi che chiedevano di assumere più donne e, invece, siete in deroga con il 62,79 per cento dei bandi, quando il 55 per cento delle donne italiane non lavora. Vorrei dire alla collega Varchi, che non vedo in Aula, che ho sentito il suo intervento e che qui nessuno è contro la legge n. 194 del 1978, ma noi la vorremmo davvero applicata in tutte le sue parti, vorremmo davvero i consultori pubblici, quelli che qui non ci sono, vorremmo davvero che una donna che sceglie, anche con sofferenza, di ricorrere all'interruzione della gravidanza, trovi una persona non obiettrice, perché oggi trova solo obiettori e in moltissime regioni non può accedere a questo diritto. Io credo che questa colpevolizzazione, fatta sul corpo delle donne e fatta sulle scelte delle donne, ci porti davvero indietro e non faccia onore a questo Piano, un Piano che pensa al futuro, un Piano che doveva consegnarci speranza.
    Io vi dico questo: stupiteci, tornate indietro, cambiate questo provvedimento al Senato, cambiate questa norma odiosa sulle donne, tornate indietro sul definanziamento alla sanità, tornate indietro sulla delega in bianco; stupiteci, cambiate questa norma al Senato e ci troverete dalla vostra parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cannata. Ne ha facoltà.

    GIOVANNI LUCA CANNATA

    GIOVANNI LUCA CANNATA (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi, con questo provvedimento, il Governo intende perfezionare e revisionare alcuni obiettivi del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di un provvedimento che guarda, ancora una volta, al futuro con pragmatismo e concretezza, grazie alla capacità del nostro Premier, Giorgia Meloni, e del nostro Ministro Fitto. È bene, però, anche ricordare da cosa parte il PNRR, come nasce il PNRR e cos'è il PNRR. Noi sappiamo benissimo che è un Piano di rilancio per l'economia degli Stati europei e che nasce proprio a seguito della pandemia. L'obiettivo è proprio rilanciare gli Stati, e lo si fa attraverso una serie di denari, di miliardi che vengono ripartiti tra gli Stati, come?

    Nel caso specifico dell'Italia si tratta di circa 200 miliardi di euro, di cui 122 miliardi sono prestiti. Questo è bene ricordarlo: noi abbiamo avuto il massimo, in termini di prestiti, grazie alle caratteristiche e alle dimensioni del nostro Stato, anche con riferimento alle peculiarità dei dati economici e quindi dei parametri del PIL, che sappiamo benissimo com'era. L'Italia si trovava in uno stato di negatività massima, di crisi, quando è nato il PNRR. Abbiamo avuto il massimo debito, che quindi va gestito bene, va speso bene. Dico questo perché oggi è necessario, ancora una volta, revisionare quel Piano, e il Governo lo fa con oculatezza, proprio perché noi vogliamo spendere questi denari per il futuro della nostra Italia. E lo facciamo, quindi, con l'obiettivo di semplificare. Ed ecco il senso del provvedimento: semplificare e rafforzare il modello di governance; semplificare un modello che, come abbiamo visto, in termini di obiettivi in essere non andava, e che, quindi, doveva essere riformato e migliorato, perché ce lo chiedeva e ce lo chiede la Commissione europea.
    Devo dire che il nostro Piano ha, infatti, ottenuto tutti i risultati positivi nelle varie verifiche che la Commissione europea ha svolto e stiamo cercando di evitare i mille rivoli burocratici per le imprese, gli artigiani e le famiglie. Stiamo lavorando per le infrastrutture, per un Paese che possa essere al pari degli altri Stati oggi, un Paese che guarda al futuro e guarda alla transizione digitale, economica e di sviluppo sostenibile per quanto riguarda anche l'ambiente.
    E guardiamo ai numeri. Lo facciamo perché io dico che i numeri sono la cartina tornasole, sono quelli che non sono discutibili, sono quelli che le opposizioni non possono contestare. I numeri sono chiari: dicono che noi abbiamo messo nella revisione, con questo decreto, 12 miliardi per le imprese. Dicono che noi abbiamo messo 6,3 miliardi di euro per la Transizione 5.0. Abbiamo inserito, infatti, ancora una volta, con il REPowerEU, valorizzandolo, il credito d'imposta per le imprese residenti nel territorio dello Stato, le quali, ancora una volta, possono avere investimenti in strutture produttive, ubicati nell'ambito di progetti di innovazione per la riduzione dei consumi energetici e, quindi, ancora una volta, per migliorare le condizioni nei limiti stabiliti dall'Europa.
    Semplifichiamo i regimi amministrativi. Quante volte abbiamo detto che è necessario semplificare le leggi amministrative per le piccole imprese e per gli artigiani? E questo lo si fa con questo provvedimento. Artigiani edili, carpentieri, muratori, allestitori di stand, restauratori: gli oneri amministrativi a carico di queste attività verranno ridotti e i titoli abilitativi per l'avvio delle attività non saranno più necessari.
    Quindi, ancora una volta, siamo pratici, siamo pragmatici e diamo risposte a un tessuto produttivo che ha necessità di volare, di camminare, di iniziare quindi un percorso di sviluppo anche del made in Italy che noi stiamo portando avanti.
    E continuiamo con l'agricoltura: il Piano oggi vede 8 miliardi di euro, erano 5 miliardi prima e abbiamo previsto 3 miliardi di euro in più. Sono dati, sono fatti, sono incontestabili. Noi lavoriamo per un tessuto che vuole, ancora una volta, vedere l'agricoltura al centro, motore, con l'agricoltore che è il primo che tutela il nostro ambiente. Lo si fa con 2 miliardi di euro per i contratti di filiera e lo facciamo ancora una volta mettendo risorse: 1,2 miliardi per gli alloggi universitari, 2,35 miliardi per le imprese e per la ricerca. Ecco, sono numeri, sono dati, sono certificati. Cerchiamo di dare risposte. E non vi è alcun taglio, lo ribadiamo: alcun taglio! Lo avete detto per la sanità, lo avete detto per i comuni. Vi ricordo che si parlava di 8 miliardi che non avevano copertura. Vi abbiamo dimostrato - anche l'ANCI lo ha detto! -che sono state coperte tutte le infrastrutture e tutte le opere, che non vedevano, invece, una copertura nel PNRR, soltanto perché non era possibile rendicontare quelle opere con il PNRR.
    Quindi noi abbiamo a cuore un obiettivo: realizzare le opere, fare rendicontazione e spendere bene. È chiaro che tutto ciò fa male all'opposizione, perché loro forse volevano che questo Governo non raggiungesse alcun obiettivo, per dire poi che non ce l'avevamo fatta. E invece noi stiamo revisionando e, quindi, stiamo raggiungendo obiettivi proprio perché crediamo ancora una volta di essere coerenti. Lo diceva il nostro Premier Giorgia Meloni, già nel giugno 2022, quando era leader dell'opposizione. C'è una vasta rassegna stampa che dice questo.
    Nel momento in cui vi era una crisi geopolitica, che vedeva l'Ucraina in guerra, già Giorgia Meloni diceva: vi è bisogno di riformare, riguardare al PNRR, perché vi è bisogno di intervenire con tutta una serie di strumenti per un Piano che serve all'energia.
    Lo abbiamo detto e lo abbiamo fatto. Sono cose che ancora una volta dimostrano la nostra diversità e il nostro modo di approcciarci ai problemi. Ed è necessario, anche in questo senso, far vedere come il nostro lavoro dettagliato e certosino abbia fatto in modo che tutto quello che serve sia stato messo in campo. Tra l'altro, è stato approvato dalla Commissione europea. La terza e la quarta rata sono già state finanziate e abbiamo anche richiesto la quinta.
    Il senso del decreto, quindi, è quello di rafforzare gli obiettivi di governance e di raccordarci con tutto quello che ci ha prescritto la Commissione europea.
    Vorrei anche far notare che i tagli alla sanità non ci sono: 3,1 miliardi di euro erano previsti e 3,1 miliardi ci sono, più 2 miliardi e 200 milioni di euro con il PNC. È necessario far comprendere, però, che noi vogliamo spendere bene le risorse. Articolo 20 del provvedimento sulla sanità: da lì ne usiamo 2,2 miliardi e 900 li mettiamo col PNRR. Quindi, confermiamo una spesa che vogliamo fare, ancora una volta, bene. Inoltre, sulla sanità, siamo intervenuti anche attraverso emendamenti che garantiscono assunzioni più facili e contratti flessibili per assumere più personale e specializzandi che sono anche al secondo anno. Quindi, più personale e più opportunità di cure che noi vogliamo dare. Sono dati concreti, incontestabili, fatti.
    E voglio ancora continuare. I controlli vi sono e sono stati potenziati, con il procuratore della procura europea che ci fai i complimenti e che ci dice che siamo i più bravi a livello europeo. Vedete, le riforme sono fondamentali. Soltanto in questo caso, 59 sono le riforme che mettiamo in campo e 7 quelle che aiutano la politica di coesione, perché noi, con i fondi FSC, vogliamo spendere tutto e bene: i 140 miliardi di euro con la programmazione 2014-2020 - lo dico io, che ho fatto il sindaco - non erano stati spesi tutti, vi era soltanto il 34 per cento della spesa.
    Oggi noi vogliamo mettere a sistema, in modo complementare, tutte le risorse che abbiamo e vogliamo spendere per non creare doppioni, ma anzi fare in modo che vi possa essere un modello efficiente ed efficace. Vogliamo, infatti, evitare sovrapposizioni. Abbiamo una visione unica e questo è il grande risultato che abbiamo messo in campo. Vogliamo mettere a terra i progetti. Lo abbiamo detto e lo stiamo facendo. Gli obiettivi UE sono fissati e quindi vado anche a chiudere.
    Noi abbiamo una politica che è costruttiva. Noi pensiamo che sia ancora una volta fondamentale l'obiettivo madre dell'Italia, che è l'opportunità di guardare al futuro con orgoglio. L'Italia è il primo Paese per obiettivi, riforme e investimenti realizzati nell'ambito del PNRR. Non lo dice Luca Cannata, non lo dice Fratelli d'Italia, lo dice e lo ha certificato la Commissione europea nel febbraio 2024 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questi sono i risultati. Noi vogliamo continuare ad essere primi e vogliamo continuare a far crescere questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

    (Coordinamento formale - A.C. 1752-A)

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

    (Così rimane stabilito).

    (Votazione finale ed approvazione – A.C. 1752-A)

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

    Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1752-A: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”.
    Dichiaro aperta la votazione.
    (Segue la votazione).
    Dichiaro chiusa la votazione.
    La Camera approva (Vedi votazione n. 30) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

  • Sui lavori dell'Assemblea.
    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Avverto che, con distinte lettere in data 17 aprile, i presidenti delle Commissioni giustizia e cultura hanno comunicato di trovarsi - in considerazione della sospensione dei lavori delle Commissioni, stabilita dalla Conferenza dei presidenti di gruppo in data 16 aprile - nell'oggettiva impossibilità di concludere l'esame dei progetti di legge n. 30 e abbinate, in materia di reati contro gli animali, e n. 1691, in materia di istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale, in tempo utile per consentire l'avvio delle discussioni in Assemblea, attualmente previsto dal vigente calendario dei lavori dell'Assemblea nella seduta di lunedì 22 aprile.

    Conseguentemente, la discussione generale di tali progetti di legge non avrà luogo nella giornata di lunedì 22 aprile, nella quale l'Assemblea non terrà pertanto seduta.
    Ricordo che, nella giornata di martedì 23 aprile, alle ore 12,30, è convocato il Parlamento in seduta comune, per procedere alla votazione per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale. La chiama avrà inizio dai senatori.

  • Interventi di fine seduta.
    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

    Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Borrelli. Ne ha facoltà.

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI

    FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Io intervengo sempre perché, troppo spesso, le vittime della criminalità non vengono ricordate e non vengono ricordate neanche con onore. Alfredo Manzoni era un bambino di 8 anni e venne colpito alla schiena durante un agguato a un malavitoso ad Afragola, siamo nel 1973. Un costruttore e grossista di generi alimentari, accusato di un omicidio avvenuto nell'ambito di una faida camorristica è in libertà per insufficienza di prove e, nel pomeriggio del 4 novembre 1973, sta tornando a casa, ad Afragola. Nella palazzina in cui abita l'uomo vive anche una zia di Alfredo e quel giorno Alfredo, vittima innocente, bambino che era andato solo a divertirsi, è in visita dalla zia, insieme ai genitori. Terminata la visita, Alfredo, insieme al babbo e alla mamma, sta per scendere le scale, quando, nello stesso momento, dinnanzi alla palazzina di via Ciampa arriva un'Opel guidata dal figlio del costruttore, di fianco a lui sul seggiolino dei passeggeri c'è un suo amico, mentre il costruttore è seduto dietro. L'Opel si ferma proprio davanti alla palazzina: i tre scendono dall'auto, alle spalle arriva, a gran velocità, una Giulia scura. La vettura procede, poi rallentando improvvisamente la corsa, senza, tuttavia, arrestarsi del tutto. Nello stesso momento, Alfredo si trova con i genitori dinnanzi al portone del palazzo: parlotta con loro e nessuno si accorge che ci sono due macchine, una ferma e l'altra che procede lentamente e che dalla Giulia scura sbucano dal finestrino le canne di due pistole. I killer iniziano a sparare e, in un momento, cade a terra il costruttore, il figlio resta illeso, mentre l'amico viene colpito da un proiettile, al basso ventre. Però a terra, a qualche metro dalla vittima e dal ferito c'è anche un altro corpo ed è proprio quello di Alfredo Manzoni: il piccolo era di spalle quando gli assassini hanno sparato e un proiettile gli si è conficcato nella schiena. Il bambino perde i sensi, ma è ancora vivo. Tenteranno di salvarlo in tutti i modi, viene portato in ospedale, ma le sue condizioni sono disperate. Alfredo sopravvive, ma resta paralizzato, sottoposto a cure e terapie complesse. Purtroppo, le ferite lo porteranno a morire, il 28 maggio 1975, a 10 anni.

    Ebbene, Presidente, ieri nel consiglio comunale di Afragola avevano chiesto di dedicare un premio a questo bambino ucciso senza alcuna ragione, vittima della violenza inaudita. Sapete qual è stata la risposta? Non abbiamo i soldi - stiamo parlando di un migliaio di euro - e non facciamo il premio per la vittima della camorra.
    Egregio Presidente, le chiedo di inviare una nota al comune di Afragola per manifestare il nostro sdegno davanti al fatto che, nei giorni scorsi, per fare le processioni della malavita organizzata i soldi li hanno trovati (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), per un bambino innocente no! È una vergogna! E chiedo gentilmente, per suo tramite, di comunicare il nostro sdegno al comune di Afragola di Napoli.

    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borrelli. Ovviamente informerò il Presidente Fontana, per le determinazioni di sua competenza.

  • Ordine del giorno della prossima seduta.
    PRESIDENTE (COSTA Sergio)

    PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

    Martedì 23 aprile 2024 - Ore 9,30:
    1. Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
    (ore 15)
    2. Seguito della discussione della proposta di legge:
    MOLINARI ed altri: Disposizioni in materia di partecipazione popolare alla titolarità di azioni e quote delle società sportive. (C. 836-A)
    Relatore: SASSO.
    3. Seguito della discussione della proposta di legge (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate):
    FOTI ed altri: Modifica all'articolo 71 del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, in materia di compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività. (C. 1018-A)
    Relatore: FABRIZIO ROSSI.
    4. Seguito della discussione della proposta di legge:
    CONTE ed altri: Delega al Governo per la riforma della disciplina in materia di conflitto di interessi per i titolari di cariche di governo statali, regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano e per i presidenti e i componenti delle autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione. (C. 304-A)
    Relatore: PAOLO EMILIO RUSSO.

Vai a inizio pagina